La chiamata alle arti dei Negramaro parte dai teatri con l’ Unplugged European Tour 2022

A causa del perdurare della situazione pandemica che si è protratta anche nei primi mesi del 2022, il tour indoor dei Negramaro si sposta forzatamente in autunno e viene riprogrammato a partire dal 30 settembre nei maggiori teatri italiani, a cui faranno seguito 10 grandi appuntamenti nelle principali capitali europee.
I Negramaro con il loro Unplugged European Tour 2022 tornano così nei teatri dopo oltre 15 anni di assenza, durante i quali hanno conquistato le più grandi venue del paese, dai palazzetti, ai grandi festival, agli stadi.

Una vera e propria “chiamata alle arti” l’ha definita Giuliano Sangiorgi durante la conferenza stampa che si tenuta questa mattina e di questo si tratta in effetti. Esserci è vita, è speranza, è sogno. Da quel lontano 2008 tante cose sono successe ai Negramaro e insieme a loro altre migliaia di vite si sono evolute, create, trasformate. Sei vite, sei uomini, sei artisti che decidono di far fronte agli impedimenti dettati dalla pandemia lanciando il cuore oltre l’ostacolo più forte e più lontano che mai.
Sarà emozionante riscoprire le radici di tante hit, immergersi in uno story telling di vita vissuta, palchi consumati e pagine di storia musicale italiana scritte a suon di sorrisi e poesia.
“Il pubblico non è un numero di streaming e di biglietti acquistati, spiegano Giuliano e i suoi, dietro la festa ci sono famiglie che lavorano al sogno comune, uno storico di emozioni in cui ognuno di noi riconosce un momento di vita vissuta. La nostra verità è il confronto, prima di tutto tra di noi e poi con le verità che ci siamo raccontati e che abbiamo costruito insieme”.

negramaro

Il tour acustico nasce quindi da un’esigenza contingente ma accelera la realizzazione di un progetto che era stipato in un cassetto. “Fu già così nel 2008, racconta Giuliano, ci eravamo ripromessi di farlo quando ne saremmo stati ancora più capaci e con un repertorio all’altezza di un contesto così intimo e ravvicinato quale è il teatro. Ci siamo resi conto che già all’epoca avevamo fatto un bellissimo lavoro sui brani e non vediamo l’ora di rimetterci mano per metterne a nudo la radice più profonda. Abbiamo voglia di contatto e la porteremo anche all’estero, questo è il warp up di tante cose che verranno. L’ultimo album che abbiamo pubblicato ci ha dato quello di cui noi stessi avevamo bisogno dalla musica in quanto fan dell’arte, avremmo potuto tenerci il disco in casa come molti altri hanno scelto di fare, in un momento tragico non abbiamo pensato a noi stessi, abbiamo bensì pensato che l’arte in questi anni doveva svolgere la sua funzione e rimanere sul fronte delle emozioni e restituire quello di noi stessi avevamo necessità. Penso anche a mia figlia Stella: vorrei portarla in giro e farle vedere il mondo, vorrei portare avanti il mio sogno, condividerlo con lei e farle capire che fuori dalla porta di casa non dovrà essere diffidente. Sono fiero di poterle raccontare quello che può rendere grande un’amicizia come la nostra e la musica che abbiamo creato. Questa band gode di ottima salute e auguro a me e a tutti noi di incontrarci. Ovunque saremo, staremo bene”.

Raffaella Sbrescia