«Passione Maledetta non sarà un disco fighetto o impegnato, io non sono un musicista, l’ho sempre detto, ma un “orecchista”: cerco di fare al meglio quello che faccio. Di diverso questo disco, forse, avrà che suonerà un po’ più live. Ripeto, se qualcuno si aspetta un disco impegnato o figo ne rimarrà deluso, se invece uno si aspetta un disco in pieno stile Modà, credo che questo sia il più bello che abbiamo mai fatto». Con queste parole Kekko Silvestre ha introdotto “Passione Maledetta” (Ultrasuoni/Artist First), il nuovo album di inediti dei Modà, in uscita il prossimo 27 novembre e distribuito in 200.000 copie, a distanza di quasi tre anni dal multiplatino “Gioia”. Coerenza e schiettezza sono i cardini lungo i quali Kekko si muove da sempre e lo ha fatto anche ieri in occasione della conferenza stampa di presentazione del disco presso il Samsung District di Milano. Nelle dieci tracce che compongono questo nuovo lavoro, anticipato dal primo singolo E non c’è mai una fine , rieccheggiano richiami a storie quotidiane ma anche numerose schitarrate, considerate il surplus ultra di tutto l’album.
Dopo aver conquistato il disco di diamante e aver venduto oltre 1 milione e mezzo di dischi, con 327 settimane ai vertici delle classifiche e 240 milioni di visualizzazioni su Youtube, i Modà si riaffacciano sulla scena musicale italiana apportando un po’ di cambiamenti. Dall’apporto di Calvetti per quanto riguarda l’aspetto legato alla produzione del disco al coinvolgimento di Topside Multimedia per la realizzazione dei quattro videoclip che andranno a comporre un’unica storia.
Presentandosi con naturalezza e senza pretenziosità, i Modà hanno fatto ascoltare il disco alla stampa insieme a loro commentando brano dopo brano. L’apertura del disco è affidata a “Ti Passerà”: «Ho scritto questa canzone per il mio amico Insigne del Napoli, squadra di cui sono tifoso. Il brano risale a quando Insigne si è fatto male e non ha potuto giocare. Si tratta di un pezzo che vuole dare la carica e che per questo è adatto a tutte le persone che vogliono affrontare la vita con la giusta grinta o che hanno bisogno di essere motivate. In parte è anche autobiografico, anche io mi sono infortunato spesso con la musica» – spiega Kekko. «“È solo colpa mia” precede il singolo “E non c’è mai una fine”. Qui il tema centrale è il senso di colpa che uno si porta dentro alla fine di una storia. Ci sono ricordi che, bene o male, ti lasciano sempre qualcosa. Per quanto riguarda “E non c’è mai una fine” – continua – vorrei farvi notare il tocco che ha dato Davide Rossi attraverso gli archi. Lui aveva già fatto gli archi di “Viva la vida”, per intenderci». Subito dopo si arriva a “Francesco”, la canzone più significativa e più bella del disco: «Questo brano parla del passaggio da figlio a genitore» – racconta Kekko senza nascondere l’emozione. “Ho scoperto di essere vivo fuori e dentro anche grazie a te”, canta Kekko in “California”, il brano che, all’interno di questo album, è stato scritto per primo da Silvestre: «Il testo parla di un viaggio bellissimo che ho fatto l’anno scorso in “California”, per l’appunto. Il viaggio era partito male perché avevamo perso la coincidenza dell’aereo a Londra. Avevo deciso di prendermi una pausa perché avevo appena passato quattro anni davvero intensi, addirittura mi veniva da vomitare quando mi avvicinavo a un microfono. Questo viaggio mi ha permesso di capire che dentro ero ancora vivo e che avevo ancora tante cose belle da fare. Sono tornato con ancora più voglia di prima», ha spiegato il cantante. La title track è “Passione Maledetta”: «Questo brano dà il titolo al disco perché la passione, benedetta però, è alla base di tutto. Nella canzone racconto il contrasto tra due persone che intendono la passione in maniera opposta: per una si tratta solo di sesso, per l’altra c’è anche l’amore» – racconta – “Forse non lo sai” è, invece, una canzone ignorante- continua Kekko – Sai quando vedi una donna in minigonna e una coi Moon Boot e pensi che quella con la minigonna deve essere una cosa e invece quella coi Moon Boot è un’altra? Insomma, è una canzone che parla delle apparenze…». Diversi sono gli interrogativi che si rincorrono in “Doveva andar così”: «Il protagonista è un uomo che si fa tante domande. La canzone dice quasi per tutta la canzone la stessa cosa. Ma, in realtà, quando sei nel bel mezzo di un dubbio e le strade sono due, le domande sono sempre le stesse – spiega Kekko . La penultima canzone del disco è “Che tu ci sia sempre”: «Quando certe cose finiscono cerchi sempre di metterle via in un posto dove non te le può toccare nessuno – racconta Silvestre – Si sa che i romantici anche quando va tutto bene si tormentano sempre. Qui c’è il tormento di due romantici che non hanno voglia di dimenticarsi e che si parlano». La traccia di chiusura è “Stella cadente”: «La canzone d’amore più bella che io abbia mai scritto, la più matura, la più sentita. È difficile parlare delle canzoni e di questa preferisco non dire altro. Di sicuro, per quanto riguarda questo album, è la canzone che preferisco di più insieme a “Francesco”. Mi piacerebbe che diventasse quella con cui chiuderemo i nostri concerti in futuro» – conclude Kekko. L’appuntamento live con i Modà è per sabato 18 giugno 2016 allo Stadio San Siro di Milano. I biglietti sono disponibili su www.ticketone.it . Tutte le informazioni su www.fepgroup.it
Raffaella Sbrescia
Video: E non c’è mai una fine