“Save me”: Joan Thiele è la bella sorpresa musicale di questa estate 2016

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Joan Thiele è giovane, è talentuosa, ha una voce peculiare e ama sperimentare.  Nata nel 1991 in Italia da madre italiana e papà svizzero-colombiano, Joan conduce una vita che la porta a viaggiare molto spesso, questo le ha consentito di sviluppare un gusto musicale internazionale e variegato, incentrato sul connubio creativo tra sfumature stilistiche diverse. Cantautrice fin dalla prima adolescenza, Joan ha pubblicato il suo primo Ep “Save Me”, lo scorso 10 giugno per Universal Music. Il disco, anticipato dai singoli “Save Me” e “Taxi Driver”, contiene sei brani inediti scritti da Joan (“Save me”, “Cup of coffee”, “Heartbeat”, “Rainbow”, “Taxi Driver”, “You & I”) e una cover di Lauryn Hills  “Lost Ones” in una nuova veste. I brani del disco sono stati registrati fra Milano, Amburgo, New York e Los Angeles e sono stati prodotti da Andre Lindal e Anthony Preston, Farhot, Fabrizio Ferraguzzo e gli Etna. Nate in epoche diverse, le canzoni di “Save me” parlano di storie quotidiane, di momenti di rottura, di scelte coraggiose. A metà strada da acustica ed elettronica, Joan si muove con carisma tra momenti eterei ed altri più ritmici. Title track a parte, il brano più importante del disco è “Rainbow”, una canzone che Joan ha scritto per sua madre; un arcobaleno che vorrebbe raccontare le sfumature di una donna e che, in senso più ampio, racchiude la natura di un progetto affascinante perchè intriso di spunti e contaminazioni assolutamente eterogenei.

Joan sarà in tour, in viaggio sul Red Bull Tourbus, da giugno a settembre 2016 nei più importanti festival estivi italiani  accompagnata dagli Etna: 10 giugno – Milano Market Sound; 21 giugno Roma Rockinroma; 9 luglio – Monza I Days; 16 luglio – Genova Goa Boa; 23 luglio – Vasto Siren Fest; 16 agosto – La Villa Val Badia Jazz; 3 settembre – Treviso Home Fest; 30 settembre – Trieste

Raffaella Sbrescia

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Video: Save Me

Intervista ad Arisa: dopo “Guardando il cielo” arriva il “Voce d’Estate Tour”

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Ritratti Di Note ha incontrato Arisa, occasione per riparlare dell’ultimo bellissimo progetto discografico dell’artista, intitolato “Guardando il Cielo” (Warner Music)

Arisa, il tuo ultimo album si intitola “Guardando il cielo”, proprio come la canzone che hai portato al Festival di Sanremo lo scorso Febbraio. La canzone è una delicata preghiera rivolta al cielo ma tutto l’album offre una chiave di interpretazione della realtà che ci circonda.

“Guardando il cielo” è una preghiera laica. Mia nonna mi ha insegnato che l’entità alla quale chiedo aiuto nelle preghiere è Dio, ma a 33 anni sono arrivata alla consapevolezza che questa entità è l’universo. L’universo regola i miei stati d’animo. Anche attraverso le credenze popolari possiamo capire quanto l’universo giochi una parte importante nella nostra vita e sulla nostra strada. A proposito delle credenze popolari, penso a quando aspettiamo che ci sia la luna crescente o calante per fare qualcosa, ad esempio tagliarci i capelli. “Guardando il cielo”e’ una canzone che mira a sensibilizzare l’uomo ad affidarsi all’universo, e a cercare di mantenere sempre un atteggiamento positivo nei confronti dei giorni. Non serve svegliarsi e dirsi che qualcosa non andrà, è troppo presuntuosa la previsione di una verità. Non possiamo cambiare le cose, tanto vale essere positivi e andare avanti…

In quest’album si respira un atteggiamento positivo e propositivo nei confronti del futuro, ma un futuro migliore passa necessariamente attraverso il rispetto della propria terra e dell’ambiente. Tocchi un tema delicato, caro a tutti noi…

Ti ringrazio per quello che mi dici. E’ un tema molto caro anche a me. Gli esseri umani fanno del male alla terra pensando che la terra non chiederà mai il conto, ma in realtà questo conto lo paghiamo tutti i giorni. Se avveleniamo la terra in cui seminiamo, i frutti di quella terra nasceranno malati e noi ci ammaleremo. Dobbiamo rispettare la terra perché la terra ci nutre, e quindi salvaguardandola facciamo del bene prima di tutto a noi stessi…

Arisa

Arisa

Questo è un album che parla molto anche d’amore. Ci sono amori che finiscono e amori che continuano per tutta la vita. Nel disco c’è una bellissima canzone che si intitola “L’amore della mia vita” e che tu hai dedicato ai tuoi genitori, a quell’amore che non finisce mai…

Sì, l’amore per i genitori davvero non finisce mai. Questa canzone l’ho ascoltata la prima volta quando mi sono fatta male ad una mano e mio padre mi ha portato al Pronto Soccorso. In sala d’attesa ero con il telefonino in mano e mi è arrivata questa canzone. Ascoltandola, ho guardato gli occhi di mio padre e ho visto lo sguardo di un genitore che guarda la figlia un po’ mattacchiona… in quel momento mi sono detta che io la dovevo cantare quella canzone perché io ce l’avevo gli amori della mia vita. MI ritengo molto fortunata per questi amori. I miei genitori sono fondamentali per me.

In quest’album sei anche autrice in due pezzi:  “Una notte ancora“ e “Io e te come fosse ieri”.  In quest’ultima canzone hai ricordato un grandissimo artista tuo conterraneo, che è Mango.

Secondo me, Mango è un’artista che non è mai stato ricordato abbastanza. Nella sua originalità, è rimasto un po’ di nicchia, soprattutto nella sua personalità tipicamente lucana, di grande cuore ma di poche smancerie. Noi lucani siamo un po’ così. Quando ho scritto “Io e te come fosse ieri”, mi sono ispirata un po’ a lui, al suo canto, alle inflessioni vocali di un pezzo come “Bella D’Estate”. Mango è stato un grande artista.

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Arisa, che cosa, oltre l’arte, può aiutarci a cambiare la vita?

L’amore. L’arte in generale può aiutarci a cambiare il mondo, ma l’amore ci cambia la vita, e anche quello è arte. Ogni tanto sento in giro qualcuno che dice che l’arte non può cambiare il mondo. Non sono d’accordo. L’arte è sempre stata al centro di grandi cambiamenti culturali. Credo molto in questa cosa.  Nel mio piccolo, con le mie piccole possibilità e con la mia musica, cerco di dare messaggi importanti, che possano illuminare le persone.

Oltre alla promozione del disco, ci sono i Live…

Cercherò di impegnarmi al massimo per dare a quest’album quello che merita e per presentarlo in maniera esaustiva. Ci ho lavorato tanto tempo, e con me, hanno partecipato al progetto tante persone. Ci sono brani che aspettano di essere cantati da cinque anni e anche di più.  Io non mi arrendo alla legge che oggi i dischi non si vendono più!

Giuliana Galasso

‪#‎Arisa‬ ‪#‎VoceDEstateTour‬ 2016
Tour organizzato da International Music And Arts

• 25.06 Teatro Romano di Verona
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• 12.07 Parco del Celio Roma [i concerti nel Parco]
Infoline 06.5816987 – 339.8041777
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>> a breve su Ticketone, Ciaotickets e BoxOffice Lazio

• 14.07 Teatro Carcano di Milano [La Milanesiana]
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• 29.07 Piazza del Sole di Santa Margherita Ligure (Ge)
Infoline: 0185286033
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• 31.07 Pian Pilun Colle di Gilba (Cn) [Suoni Dal Monviso]
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>> su VivaTicket http://bit.ly/1TWtL3A

EXTRA TOUR
• 26.06 Chiesa di San Marco – Milano (evento benefico a pagamento all’interno del Festival La Milanesiana)
Concerto di Antonio Ballista Hit Parade per Umberto Eco – Arisa ospite con una canzone

Duran Duran live: a Milano l’ultimo atto di “an incredible affair” con l’Italia

Duran Duran live @ Summe Arena Assago Forum - Street Music Art

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum – Street Music Art

Con l’affollatissimo concerto alla Summer Arena del Forum di Assago a Milano, nell’ambito del Festival “Street Music Art”, prodotto da Live Nation, si è consumato l’ultimo atto della fortunata tourneè italiana dei Duran Duran. “We have had an incredible affair with Italy”, spiega Simon Le Bon al pubblico, dopo un simpatico lapsus, “Buonasera Toscana”. Dall’alto dei loro 38 anni di carriera, 14 album, e 100 milioni di copie vendute, i Duran Duran hanno sorpreso il pubblico mostrandosi in forma smagliante senza accusare l’implacabile scorrere del tempo. Grazie ad una formula musicale vincente, incentrata su un valido compromesso tra synth e strumenti tradizionali, il  pop dei  “Wild Boys” di Birmingham diverte, seduce, coinvolge sia i fedelissimi che i neofiti conquistati con i ritmi pop e funky dell’ultimo disco “Paper Gods”, quattordicesimo capitolo di una quasi quarantennale carriera.

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum - Street Music Art

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum – Street Music Art

Il concerto parte proprio con la title track dell’ultimo lavoro, seguita dalla felice triade composta da “Wild Boys” / “Hungry Like The Wolf” / “A View To A Kill”. L’affiatamento, la carica e la verve dei Duran Duran è palpabile e, in effetti, rappresenta davvero quel quid in più in grado di convincere anche i più guardinghi. Buona la resa vocale di Simon Le Bon, brillante la performance di John Taylor con quel suo irresistibile basso a rendere ancora più pepato un set che ha spaziato tra decenni e generi musicali tra visuals e scenografie impattanti. Bella la scelta di ballads come “Come Undone”, “Ordinary World” e “Save A Prayer”, passando per tracce assolutamente irresistibili come la più recente “Pressure Off”, la leggendaria “Notorius” e l’immancabile “Rio”. Sentito ed ampiamente condiviso il tributo a a David Bowie, con una “Space Oddity” agganciata alla loro hit “Planet Earth”. Irrinunciabili   “Last Night In The City”, “Reach Up for the Sunrise”, “Save a Prayer”, singoli scelti per completare una scaletta ricca, esaustiva, inespugnabile.

Raffaella Sbrescia

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum - Street Music Art- La scaletta

Duran Duran live @ Summer Arena Assago Forum – Street Music Art- La scaletta

 

Intervista ai Black Violin: musica classica e hip hop contro gli “Stereotypes”

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Will Baptiste (viola) e Kev Marcus (violino) sono i Black Violin, un duo che nel giro di pochi anni ha saputo affermarsi all’interno dello scenario musicale internazionale grazie alla potenza strutturale e scenica della propria formula basata sul curioso connubio tra musica classica e hip hop. Numeri alla mano, il recentissimo tour dei due musicisti afroamericani, che si sono esibiti in concerto anche all’Arci Bellezza di Milano, ha dimostrato un continuo crescendo di consensi, destinati a moltiplicarsi sulla scia della pubblicazione di “Stereotypes”, l’album uscito lo scorso 27 maggio per Universal Music.

Intervista

Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la vostra miscela musicale?

Da piccoli abbiamo studiato musica classica poi fuori scuola ascoltavamo soprattutto musica hip hop. Le nostre strade si sono incrociate al college in Florida e da lì è iniziato il nostro cammino che si fonda sull’unione di due generi così distanti. Per noi si è trattato di un processo naturale, abbiamo semplicemente unito le nostre più grandi passioni, un po’ come quando cerchi di creare un cocktail perfetto…

Come avete scelto il nome del duo?

Ci siamo ispirato al titolo dell’omonimo disco del violinista jazz Stuff Smith, un luminare che, con il suo esempio, ci ha dato la forza, il coraggio e l’entusiasmo di continuare a perseguire la nostra carriera musicale all’insegna della sperimentazione.

Cosa ci potete raccontare in merito alla genesi di “Stereotypes”, un album che vi espone anche al “giudizio” del pubblico di tanti artisti che hanno collaborato con voi come Melanie Fiona a Robert Glasper, da Daru Jones a Rob Moose…

Il processo creativo che sta alla base del disco è stato molto naturale. Spesso ci siamo trovati in studio ad improvvisare dei brani e a suonare seguendo l’istinto fino a quando non trovavamo il suono che ci piaceva. Solo in un secondo momento abbiamo aggiunto gli altri strumenti dando una struttura più complessa ai brani.

“Stereotypes” è una dichiarazione d’intenti per rompere le barriere? Quale ruolo pensate possa svolgere la musica in questo senso?

Partendo dall’ovvio presupposto che i pregiudizi sono frutto di congetture mentali, la musica riveste un ruolo di primaria importanza. Per quanto ci riguarda, la usiamo per far capire a tutti coloro che ci ascoltano che non bisogna mai fermarsi alle apparenze. In quanto musicisti afroamericani, noi stessi siamo l’esemplificazione di questo ragionamento. Quando camminiamo per strada con le custodie dei violini, la gente crede che facciamo jazz, non c’è niente di più divertente che sorprendere tutti stravolgendo cardini e certezze.

Che futuro prevedete per la musica classica?

La musica classica spesso viene percepita come un genere d’élite, con cui i giovani faticano ad interfacciarsi Vorremmo colmare questo gap tra presente e passato, speriamo di riuscirci.

Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Oltre a Stuff Smith ci ispiriamo ad autori diversi che vanno dall’hip hop di Jay-Z e Kendrick Lamar, alla musica classica di Paganini, Bach, Beethoven, Vivaldi, Verdi ma anche a Stevie Wonder e Miles Davis.

“Running” chiude l’album ma mette anche un sigillo sulla vostra cifra stilistica…

Abbiamo arrangiato questo brano in due ore e, in effetti, riteniamo sia quello che rappresenta in maniera più esaustiva il nostro stile.

Black Violin durante l'intervista a Milano

Black Violin durante l’intervista a Milano

Esiste una ricetta perfetta per quella che definireste “buona musica”?

Lavorando in questo settore abbiamo imparato a rispettare tutto. Se l’artista si esprime in modo sincero e arriva a chi lo ascolta non si può certo parlare di cattiva musica. Per noi esiste la musica che ascoltiamo volentieri o meno, indipendentemente dal genere. Una canzone deve trasmettere delle emozioni, saperci smuovere dall’interno, generare una reazione.

Vi siete esibiti davanti a più di 100 mila ragazzi nell’ambito di un progetto educativo realizzato assieme alla VH1 Save the Music Foundation. Qual è il bilancio di questa esperienza?

Ogni anno suoniamo davanti a migliaia di ragazzi per insegnare loro a credere in se stessi e fare al meglio quello che più gli piace.In questo senso  ci sentiamo in parte  responsabili perché vogliamo condividere con questi ragazzi il nostro dono e fargli capire l’importanza dello studio, della costanza, della disciplina ma anche della curiosità e della fantasia. I bambini non sono stati educati ad apprezzare la musica classica ma non è colpa loro, c’è bisogno di stimolarli ed invitarli ad incuriosirsi.

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Avete suonato anche in occasione di alcuni concerti dei 2Cellos, il duo di violoncellisti croati che hanno unito la musica classica al rock. Con la vostra musica avete completato l’offerta di generi. Come è andata?

I 2 Cellos sono molto bravi, hanno pubblico pronto a lasciarsi coinvolgere, per noi è stata un’esperienza molto stimolante.

Nel 2013 Barack Obama vi ha invitato al ballo inaugurale del suo secondo mandato presidenziale. Cosa vi è rimasto nel cuore?

Quello è stato sicuramente il punto più alto della nostra carriera. Avevamo suonato per sua moglie Michelle e le loro due figlie qualche mese prima, durante una cerimonia per l’infanzia, ed è stata proprio la First Lady a richiamarci per il ballo inaugurale del secondo mandato di Obama. Eravamo insieme a grandi star come Alicia Keys, Jamie Foxx, Usher, non ci sembrava vero. La cosa difficile sarà capire cosa fare da adesso in poi! (ridono ndr).

Raffaella Sbrescia

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Video: Stereotypes

Intervista a Luca Seta: quando musica, poesia e recitazione coesistono nella stessa anima

Luca Seta ph. Michela Fradegrada

Luca Seta ph. Michela Fradegrada

Luca Seta è un attore e cantautore italiano. Dopo aver calcato per anni la scena del teatro ed essersi fatto conoscere dal grande pubblico televisivo recitando in serie di successo e come protagonista della soap “Un posto al sole”, esordisce nel 2013 come cantautore con l’album “In viaggio con Kerouac”, che presenta con una tournèe in Italia e all’estero. Fino al 5 giugno 2016 l’artista sarà in Kazakistan per tre date promosse dall’Ambasciata Italiana nel programma degli eventi musicali dell’Anno della Cultura Italiana in Kazakistan. L’abbiamo incontrato a ridosso della partenza per approfondire la sua conoscenza e del suo variegato immaginario.

 Intervista

Raccontaci della tua natura girovaga, immagina di trovarti di fronte ad una platea raccolta che ha voglia di conoscere Luca mentre compone, lavora e si immagina cose…

L’atto creativo è inconsapevole, vivo normalmente fino a quando una canzone o una poesia arrivano da me; a quel punto mi fermo e le traferisco su carta. Il processo creativo è sempre in atto dentro di me, non devo far altro che ascoltarlo bene per fermare l’attimo.

Che tipo di energia hai raccolto durante il live all’Auditorium Parco della Musica di Roma dello scorso 20 maggio?

Suonare lì è stato veramente fantastico, già durante il soundcheck eravamo molto emozionati perché quel posto è stato costruito apposta per fare musica, ha un’acustica meravigliosa e ci va a suonare gente di straordinario livello artistico. Il pubblico che viene lì lo fa per ascoltare con un’attenzione ed un’energia tale da farti sentire a tuo agio fin dai primi secondi di performance.

Come si è evoluta dal vivo la musica contenuta nel disco “In viaggio con Kerouac”?

Il live è diventato qualcosa di completamente diverso, un viaggio musicale, testuale ed emozionale che vive una continua evoluzione grazie all’importante contributo dei musicisti che mi accompagnano, visto che si tratta di jazzisti (Gabriele Buonasorte, sassofonista e arrangiatore dell’intero disco, Simone Maggio al pianoforte, Mauro Gavini al basso, David Giacomini alla chitarra, Saverio Federici alla batteria.) Ci sono tanti momenti dedicati all’improvvisazione, in questo senso mi sento un po’ jazzista anche io. Infine, oltre alle improvvisazioni, ci sono le mie poesie e i miei racconti che, in quell’occasione sono state lette ed interpretate da Massimiliano Varrese.

Metterai in atto anche un progetto in duo…

Sì, sarò in giro insieme a Gabriele Buonasorte per un progetto chitarra, voce e sassofono. Si tratterà di un mix tra reading e concerto, incentrato verso una direzione più intima, le canzoni saranno rivisitate e  ci saranno più letture di miei racconti.

Luca Seta ph. Michela Fradegrada

Luca Seta ph. Michela Fradegrada

Di cosa parlano questi tuoi racconti?

Vorrei pubblicare due volumi: uno che racchiuda le mie poesie, l’altro sarà un vero e proprio un libro e si chiamerà “Diario di un vagabondo”: Si va dall’incontro con una donna ad una giornata di surf in Brasile, passando per un semplice viaggio in treno fino a singoli momenti che fermano un attimo. Scrivo di quello che mi emoziona e che la vita mi offre.

Che rapporto hai con il dialetto piemontese?

Ho voluto includere due canzoni in dialetto nel disco ma non è stata una scelta, piuttosto mi è venuto spontaneo farlo. Durante la prima parte della mia vita sono cresciuto con mio nonno paterno Giuseppe che, non avendo studiato a scuola, preferiva parlarmi in dialetto invece di usare un italiano non corretto. Ho scritto il brano intitolato “Con il fucile in mano” quasi come se fossi al suo fianco, il dialetto è assolutamente parte di me.

Cosa ti aspetti dalla tua avventura in Kazakistan?

Sto bene attento a non avere aspettative, preferisco vivere l’attimo e vivermelo fino in fondo, abbiamo un programma fittissimo e voglio godermi ogni istante di questa opportunità.

Tra le canzoni del disco, soffermiamoci su “La canzone di Marinella (parte seconda)”; efficace l’idea di riprendere un punto cardine della nostra storia musicale quale è Fabrizio De Andrè con  un seguito che si sposa con le drammatiche vicende dei nostri giorni…

La canzone di De Andrè nacque dopo aver letto un articolo in cui si narrava della triste vicenda di una ragazza ritrovata senza vita sul letto di un fiume. Nessuno ne aveva reclamato il corpo o la scomparsa, forse si trattava di una prostituta. De Andrè le regalò un nome, una storia, un amore. A me è capitato di ascoltare al telegiornale l’annuncio di una vicenda simile con il ritrovamento di una donna uccisa, nei pressi del Lago d’Orta. Quella vicenda mi rimase tanto impressa da indurmi a scrivere un pezzo in piena notte, il titolo è ovviamente venuto da sé.

Infine un accenno alla tua carriera di attore. Cosa bolle in pentola?

Sto lavorando alla nuova fiction di Marco Giallini, sarò il protagonista di una puntata. La serie è poliziesca e uscirà nel 2017. Marco è una persona fantastica, ha un’umanità non comune e merita tutto il successo che sta avendo; sono felice di averlo incontrato e di lavorare con lui.

 Raffaella Sbrescia

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Alessandra Amoroso è un fiume in piena: la sua grande energia inonda il Forum di Assago

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

«Sono felice di poter cantare finalmente quella che sono, in questi otto anni sono cresciuta insieme a voi, ora che ho quasi trent’anni, posso volare e condividere la mia vita a colori con voi». Con queste sentite parole Alessandra Amoroso ha accolto il pubblico del Mediolanum Forum di Assago per l’anteprima del suo “Vivere a colori tour”. La cantante salentina si è mostrata in grande forma e molto ben preparata. Presente, carica, entusiasta, Alessandra ha voluto proporre al pubblico una scaletta che comprendesse tutti i suoi cavalli di battaglia ma anche tanti pezzi inclusi nel suo ultimo lavoro discografico intitolato proprio “Vivere a colori! (Sony Music). Insieme al Maestro Pino Perris, Davide Aru e a tutta la sua band (David Pieralisi e Alessandro Magnalasche (chitarre), Roberto Bassi (tastiere), Ronny Aglietti (basso), Davd Pecchioli (batteria), Pamela Scarponi e Luciana Vaona (voci), Alessandra Amoroso ha rimaneggiato diversi brani del suo repertorio conferendovi un piglio più movimentato e brioso. Due cambi d’abito e tanti effetti speciali, insieme ad un milione di sorrisi, hanno fatto tutto il resto. Alessandra è cresciuta, è forte, è consapevole di sé e dei suoi mezzi. Dimostra di essere una professionista ma non rinuncia alle preziose sfaccettature della sua personalità. Spezza le catene, scava a piene mani dal passato, inneggia alla vita, esalta l’importanza dell’amore, della compartecipazione, della condivisione. La sua voce si confonde spesso con quella, all’unisono, dei suoi affezionatissimi fan appartenenti alla “Big Family”.

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

La grande risorsa di Alessandra è la forza d’animo, una forza incontenibile che, francamente, ha lasciato stupefatti anche i tanti giornalisti che hanno avuto modo di incontrarla a fine concerto. «Per la prima volta c’ero in tutto quello che avete visto, in tutto quello che avete ascoltato, in tutto quello che avete percepito, in tutto quello che avete respirato e sono felice di questo» – racconta Alessandra alla stampa. «Abbiamo lavorato tutto l’anno e ci abbiamo lavorato molto, un lavoro di squadra che fa capo al direttore musicale Pino Perris, punto di riferimento in tutti i miei lavori».

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

«Sul palco non mi piace la staticità, mi alleno con impegno e costanza per rendere al meglio e perché alla fine è tutto un dare e ricevere. È difficile spiegare quello che mi dà il mio pubblico, quello che mi ha dato per 8 anni e che continua a darmi» – spiega, emozionatissima, Alessandra – «Ho un pubblico speciale, una vera e propria famiglia, spero ve ne siate accorti stasera, mi sono guadagnata la loro fiducia è ed la cosa più bella che ci sia in questo lavoro.  Penso di aver fatto un cammino, non ho mai voluto bruciare le tappe, dal 2008 ho cercato con tutte le mie forze di essere una cantante e di non andare da nessuna parte se non solo sul palco.  In questo settore è molto facile stare al primo posto perché magari esci con una hit e schizzi in vetta alle classifiche, a me però è sempre importato stare nel cuore della gente».

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Alessandra Amoroso live @ Mediolanum Forum ph IKKIO

Infine una specifica sulla nuova veste gioiosa e vitale che la contraddistingue: «Volevo dare alle persone il modo di conoscere e scoprire una Sandrina diversa, ho sempre cantato grandi ballate con un amore malinconico, Alessandra non é solo quello e con questo disco ho voluto trasmettere dei messaggi positivi. Ultimamente – conclude –  vedo che la gente trova più facile sputare odio, giudicare, criticare; bisognerebbe prendere invece coscienza del fatto che la vita con l’amore è la cosa più bella che ci sia».

Raffaella Sbrescia

Set list

1) STUPENDO FINO A QUI

2) ESTRANEI A PARTIRE DA IERI

3) SENZA NUVOLE

4) STUPIDA

5) L’UNICA COSA DA FARE

6) FUOCO D’ARTIFICIO

7) LA VITA IN UN ANNO

8) AMORE PURO

9) NON DEVI PERDERMI

10) TI ASPETTO

11) FIDATI ANCORA DI ME

12) ME SIENTO SOLA

13) APPARTENENTE

14) DIFENDIMI PER SEMPRE

15) IMMOBILE

16) NEL TUO DISORDINE

17) E’ VERO CHE VUOI RESTARE

18) SUL CIGLIO SENZA FAR RUMORE

19) BELLEZZA INCANTO E NOSTALGIA

20) SE IL MONDO HA IL NOSTRO VOLTO

21) VIVERE A COLORI

BIS

22) IL MIO STATO DI FELICITA’

23) COMUNQUE ANDARE

Niccolò Fabi live: “Una somma di piccole cose” che fanno affiorare l’emozione a fior di pelle.

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

È un Niccolo Fabì in grande forma quello che si è esibito in concerto lo scorso 23 maggio sul palco dell’Auditorium di Milano per l’ennesimo e meritato sold out del nuovo tour, figlio dell’ultimo lavoro discografico del cantautore intitolato “Una somma di piccole cose”. «Questo giro di concerti ci sta facendo toccare picchi di profonda connessione con il pubblico, ha spiegato un emozionatissimo Niccolò, queste canzoni sono nate in un periodo di solitudine totale e ricercata, è un po’ come se teneste in mano le mie analisi del sangue», ha ironizzato l’artista, cercando di spiegare la natura intima e personale di tanti dei brani racchiusi nel suo prezioso forziere di parole.

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Cantautore, produttore e polistrumentista Niccolò Fabi ha alle spalle 9 progetti discografici, 1 raccolta e numerose e importanti collaborazioni artistiche eppure nel corso del tempo è riuscito a mantenere inalterata la capacità di arrivare al cuore delle persone con disarmante semplicità ed immediatezza. I suoi disegni di parole uniscono i punti più lontani dell’anima lasciando che ciascuno possa interiorizzare i cardini di messaggi tanto intensi quanto delicatamente veicolati.

Affiancato dalla nuova band composta dal cantautore Alberto Bianco (al microfono sulle note della sua “Aeroplano”), Matteo Giai, Filippo Cornaglia e Damir Nefat, Niccolò Fabi cavalca onde sonore e richiami cosmopoliti con sapiente grazia, senza mai stravolgere gli equilibri della sua peculiare miscela musicale. Passando dai brani più recenti, ai successi di sempre, l’artista ha lasciato spazio anche al brano “Giovanni sulla terra”, scritto per “Il Padrone della Festa”, figlio della bellissima esperienza in trio con Daniele Silvestri e Max Gazzè: «Negli ultimi due anni sono andato in giro con un paio di amici. E’ stata una bellissima esperienza, anche complicata. Non è stato semplice, eppure questa palestra è servita per mettere da parte le rispettive ossessioni egoriferite, per uscire dalla nostra bolla di osservatori, per ridefinire e rinvigorire l’identità di ciascuno di noi», ha spiegato Fabi, aggiungendo: «C’è stato un momento nel tour con Max e Daniele in cui ho capito davvero per la prima volta che avevo fatto il percorso che avevo sempre desiderato: eravamo all’Arena di Verona e io ho cantato queste due canzoni di seguito, così come voglio fare questa sera per voi», le canzoni in questione sono due pietre miliari della discografia del cantautore, ovvero “Solo un uomo” e  “Costruire”.

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Decantando la rinuncia alla perfezione, Niccolò Fabi bilancia gli equilibri creando un unico grande effetto speciale: la pelle d’oca. Inevitabile la standing ovation in segno di stima e riconoscimento nei confronti di uno dei più preziosi cantautori-incantatori che abbiamo in Italia.

 Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

Niccolò Fabi ph Luigi Maffettone

 

1. Una somma di piccole cose

2. Ha perso la città

3. Facciamo finta

4. Filosofia Agricola

5. Non vale più

6. Una mano sugli occhi

7. Ostinatamente

8. E’ Non è

9. Il negozio di antiquariato

10. Ecco

11. Sedici Modi Di Dire Verde

12. Oriente

13. Vento d’estate

14. Giovanni sulla terra

15. Solo un uomo

16. Costruire

17. Offeso

18. Lasciarsi un giorno a Roma

BIS

Vince chi molla

Aeroplano (Bianco)

Una Buona Idea

Secondo BIS

Lontano da me

 

“Se avessi un cuore”: la svolta elettronica di Annalisa. Intervista e live report dell’anteprima milanese

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“Se avessi un cuore” (Warner Music) è il titolo del nuovo album di Annalisa e vedrà la luce il 20 maggio 2016. In questo nuovo progetto discografico l’artista ha scelto di mettersi in gioco a 360 gradi, sia per quanto riguarda la scrittura, in qualità di autrice in tutti i 12 brani contenuti nell’album, sia per quanto riguarda gli arrangiamenti intrisi di sonorità elettroniche, frutto del lavoro di ricerca operato insieme a Fabrizio Ferraguzzo, Luca Chiaravalli, Diego Calvetti e l’emergente MACE.

Live report del concerto al Teatro Nazionale di Milano

Due ore piene, intense, sorprendenti. Annalisa cambia volto e si reinventa con un concerto innovativo, ricco di spunti e contaminazioni al passo con le migliori realtà musicali internazionali e lo fa presentando i brani del suo nuovo album in anteprima. Un modo tutto speciale di raccontarsi e raccontare i nuovi passi della sua carriera in divenire. In effetti l’aspetto più sorprendente sta proprio nell’ aver saputo creare uno show audio-visivo compatto e solido, merito non solo dell’ormai conclamato talento di Annalisa ma anche della sua ottima band. Ecco perché abbiamo scelto di chiedere a Lapo Consortini, chitarrista e direttore musicale della band, di spiegarci tutti i passaggi che hanno portato a questa nuova vincente formula: «Il mio compito è stato quello di riuscire a tradurre dal vivo tutto quello che c’è in “Se avessi un cuore” senza stravolgere nulla. Il nuovo album di Annalisa non è un classico disco pop con basso, chitarra, batteria, pianoforte e archi: gli arrangiamenti sono molto contaminati, c’è tanta elettronica e, proprio per questo, meno strumenti acustici. Grazie ad un ascolto attento noterete tanti elementi evocativi come cori, brusii di voci, elementi ambient. La più grande sfida che abbiamo cercato di vincere è stata quella di suonare e riprodurre in tempo reale ogni singola sfumatura delle molteplici pulsazioni tipiche della musica elettronica. Tra uso misto di batteria acustica ed elettronica, uso di chitarra tradizionale e suoni super effettati, abbiamo cercato, in sintesi, di unire l’anima delle canzoni vecchie e nuove di Annalisa con l’obiettivo di creare un sound omogeneo». Un risultato che, a nostro dire, è stato ampiamente raggiunto.

 Intervista ad Annalisa

Come mai hai scelto di pubblicare questo album un po’ di tempo dopo il Festival di Sanremo e perché?

Si tratta di una scelta ragionata. L’idea è sempre stata quella di portare a termine un’operazione di passaggio. “Il diluvio universale” rappresenta il perno di collegamento tra il passato e “Se avessi un cuore”. Il brano sanremese ha sempre avuto un’accezione di opera unica perché ha il peso e l’importanza necessaria per esserlo. Per questa ragione considero “Se avessi un cuore”, il primo vero singolo del disco.

Cosa ti ha portato a sviluppare questo cambiamento di sonorità?

 In verità le ho sempre amate, fin dall’inizio ho spinto in questa direzione, ho fatto un percorso graduale con due punti di approdo: il primo è quello relativo alla scrittura e al mio ruolo di autrice, il secondo è relativo all’immersione in un mondo sonoro non facile, ho fatto un passo alla volta cercando di non fermarmi mai.

Quanto senti tuo questo lavoro?

Tutte le cose che ho fatto le sento mie ma è altrettanto vero che l’ultima cosa che fai è quella a cui vuoi più bene. Mi sono sempre sentita cantautrice, fin da quando mi sono avvicinata alla musica, l’ho sempre fatto seguendo l’idea di scrivere le mie canzoni. Ho provato tante strade e ho trovato la prima occasione di venir fuori attraverso un talent, da lì in poi ho imparato tante cose, ho preso coscienza di avere tanto lavoro da fare e di dover migliorare. Anche quando ho fatto l’interprete non sono mai riuscita a cantare cose che non fossero totalmente affini al mio modo di comunicare, ho sempre usato questo tipo di sensibilità. Sono molto orgogliosa di queste canzoni, ne vado fiera, mi rappresentano appieno e andrò sempre di più in questa direzione.

Tra le parole chiave del disco c’è “leggerezza”. Come declini questa parola all’interno della tua quotidianità personale e artistica?

In effetti la leggerezza è un punto chiave e arriva da un brano presente nel disco, intitolato “Leggerissima”. Il mio intento è cercare di dare valore alla leggerezza in quanto capacità di lasciarsi alle spalle qualcosa, mollare la presa senza smettere di lottare. La leggerezza pervade tutto il disco perché anche quando dico cose importanti e dal contenuto forte mi piace usare l’ironia.

Come sei cambiata in questo ultimo anno?

Non me rendo mai conto. Crescendo ti succedono delle cose che ti fanno cambiare, trovare nuovi modi di reagire, diventare più consapevole. Dal mio canto posso dire di essere più decisa e più focalizzata su quello che faccio. Dal punto di vista lavorativo sono in grande fermento, scrivo tantissimo e, dato che con questo album mi sono avvicinata molto a quello che intendo fare, sono galvanizzata.

Cosa ascolti di solito?

Ascolto parecchio e di tutto. Le cose che produco io non le ascolto mai da sola, in ogni caso il tentativo è quello di porre l’accento sui testi, ho cercato un universo sonoro moderno, vicino alla scena pop mainstream americana eppure ci sono tante sfaccettature da tenere in considerazione. La peculiarità di questo progetto è il contenuto.

Come ti vedi nelle vesti di autrice per altri colleghi?

Nel momento in cui scrivo lo faccio per una mia esigenza e in modo personale. Non è semplice fare in modo che la propria sensibilità incontri l’istinto di qualcuno altro. Bisogna trovare il momento e la concentrazione giusta.

Come sei riuscita a collaborare con Dua Lipa?

Ci siamo incontrate in Warner ed è nata subito una forte sintonia; ci siamo trovare e raccontate diverse cose. In un secondo momento lei mi ha mandato questa canzone, scritta insieme al suo team, me l’ha fatta ascoltare e da lì è partita la collaborazione. In seguito ho rivisto la produzione, ho scritto il testo in italiano, Dua Lipa nel frattempo seguiva da lontano tutte le fasi ed è stata felice del risultato che abbiamo ottenuto.

Cosa ci dici della copertina del disco e del relativo booklet?

Partiamo dal presupposto che a me piace tenere tutto sotto controllo. Mi piace che niente venga lasciato al caso. Questo progetto grafico è stato realizzato insieme a Laura Battista, in copertina guardo in basso perché osservo la zona intorno al cuore. Il percorso prevede che ogni canzone rappresenti un tassello per costruire una coscienza in grado di affrontare la diversità dagli altri.

E la partnership con Mace?

Lui è un autore Warner Chapell come me, organizziamo spesso delle writing sessions in cui ci ritroviamo, fin da quando l’ho incontrato avevo capito che poteva succedere qualcosa di interessante. Quando gli ho proposto il pezzo “Le coincidenze” ho voluto che lui vi imprimesse la propria impronta, si tratta di una sperimentazione che mi ha entusiasmato.

Annalisa

Annalisa

“Quello che non sai di me” è il tuo brano più intimo….

Questo pezzo è una sorta di confessione. Cerco di raccontare quei momenti in cui sono da sola e nessuno mi vede, mi sono resa conto che nessuno conosce quell’insieme di piccole cose che sono solo mie per cui deciso di provare a raccontarle in una canzone speciale.

Qual è la tua concezione di tour?

Ho scelto di proporre i brani del nuovo album in due anteprime (una a Roma e una a Milano) operando in controtendenza. Questa scelta è dovuta a una ragione precisa: credo nell’esperienza della musica, vorrei che la musica raccontasse una magia che è sempre difficile trasmettere, le prime due date sono decisamente singolari, le altre arriveranno tra l’estate e l’autunno e avranno come obiettivo quello di avvicinare le persone alla musica.

Come hai vissuto i giorni di allestimento del tour?

Sono stati giorni davvero molto intensi, seguo tutto, ci tengo che ogni cosa possa fare la differenza, sono molto soddisfatta dal lavoro svolto dal mio staff e non vedo l’ora che tutti possano apprezzarlo e condividerlo con noi.

Raffaella Sbrescia

Ecco la tracklist dell’album “SE AVESSI UN CUORE”: “Se avessi un cuore”, “Leggerissima”, “Noi siamo un’isola”, “Coltiverò l’amore”, “Uno”, “Potrei abituarmi”, “A cuore spento”, “Inatteso”, “Le coincidenze”, “Quello che non sai di me”, “Il diluvio universale”, “Used to you”.

Annalisa incontrerà poi i fan negli store delle principali città italiane. Ecco le date:

20 maggio ROMA – Feltrinelli Via Appia, 427 – ore 17.30

21 maggio  MILANO – Mondadori Duomo – ore 17.00

22  maggio BOLOGNA – Mondadori Via D’Azeglio – ore 17.00

23 maggio MARGHERA – Mondadori c. c. Nave de Vero – ore 17.00

24  maggio FIRENZE – Galleria Del Disco – ore 17.30

25 maggio CURNO (BG) – Mediaworld – ore 18.00

26  maggio GENOVA – Mondadori Via XX Settembre- ore 17.30

27 maggio TORINO – Lingotto Mediaworld – ore 17.30

28  maggio NAPOLI - Mondadori – Piazza Vanvitelli ore 17.30

29  maggio BRINDISI - Feltrinelli ore 18.00 – LECCE Feltinelli ore 20.00

30  maggio – RIMINI – Mediaworld Shopping Center Romagna – ore 17.30

31 maggio – VILLESSE – cc Tiare Shopping – Mediaworld – ore 17.30

1 giugno-  BASSANO DEL GRAPPA – Mediaworld – Shopping center Il Grifone– ore 17.30

Dopo le due anteprime di Milano e Roma del SE AVESSI UN CUORE TOUR, Annalisa partirà con un tour durante l’estate che toccherà tutta Italia. Queste le prime date confermate: 11 giugno al Festival Amore di Stabio (Svizzera), l’ 8 luglio alla Sala Roof Casino di Sanremo(Imperia), il 31 luglio a Cava di Roselle (Grosseto), il 7 agosto in Piazza Kennedy a Pagliare del Tronto (Ascoli Piceno), l’ 11 agosto alla Beach Arena di Lignano Sabbiadoro (Udine), il 16 agosto in Piazza Ara dei Santi di Collelongo (L’Aquila).

I biglietti sono disponibili su Ticketone, punti vendita e prevendite abituali (info: www.fepgroup.it).

 

Marco Carta: in “Come il mondo” ci sono tutte le mie sfaccettature

thumbnail_Cover Carta_Come il mondo

“Come il mondo” è il nuovo album di inediti di Marco Carta in uscita il 27 maggio anticipato dal singolo “Non so più amare” subito ai vertici delle classifiche di vendita. Ritratti Di Note ha intervistato il cantante in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Non so più amare”, pubblicato lo scorso 22 Aprile.

Marco, parliamo subito di questo nuovo singolo “Non so più amare”. E’ on line anche il video della canzone, girato da Claudio Zagarini. Non basta una vita per imparare ad amare, ma uno dei compiti dell’amore, come tu dici nella canzone, è quello di accendere ed equilibrare, così come riaccendere e riequilibrare…

Sì certo, l’amore non ha solo il compito di accendere ed equilibrare, ma dopo un periodo di tempo, anche quello di riaccendere e riequilibrare. Il pezzo poi inneggia proprio alla carica e alla positività.

Il 27 Maggio sarà pubblicato il tuo nuovo album “Come il mondo”. So che all’interno c’è anche un pezzo dedicato al tuo pubblico e ai tuoi fans che ti seguono da sempre con grandissimo affetto e che ad ogni tua intervista affollano i Social.

Sì, la canzone è “Anche Quando”. E’ un pezzo al quale sono molto legato perché racconta la storia d’amore tra me e i miei fans, una storia che dura ormai da otto anni, una storia direi molto solida. Amo molto anche “Non so più amare” e l’ho voluta fortemente come primo singolo dell’album. L’ho amata immediatamente, al primo ascolto. Poi c’è  “Lasciami adesso”, forse la canzone più bella dell’album. Mi piacerebbe tanto che fosse il secondo singolo ma so che dovrò discuterne parecchio con la mia casa discografica. Alcuni miei ascoltatori mi hanno chiesto quale canzone dell’album si adatterebbe bene ad un film, ecco, “Lasciami Adesso” sarebbe perfetta per un film d’amore alla Muccino tipo “L’ultimo bacio”. In questo momento sto sognando…

Marco cosa ci dobbiamo aspettare musicalmente da “Come il mondo”?

L’album, composto da dieci canzoni, ha delle tracce “rock” come “No so più amare” e “L’ultima cosa vera”. Ho voluto inserire nel disco anche “Ho scelto di no” e “Splendida Ostinazione”, canzoni già conosciute al pubblico. Accanto a pezzi più veloci non mancheranno le ballad, nello stile che mi ha reso famoso. In quest’album c’è Marco in toto, la vena rock e la vena pop. Secondo me sarà interessante ascoltarlo…

Dopo l’uscita dell’album inizierà il tour di instore…

Sì, tra l’altro si stanno aggiungendo date che poi saranno pubblicate sui miei social. Molti fans mi scrivono perché magari non vedono ancora pubblicata la propria città. Cercherò di fare il possibile per accontentare tutti…

Dopo l’estate ci sono progetti di Live?

Il live richiede un lungo lavoro quindi preferisco dedicarmi adesso agli instore e alle radio e poi in autunno partire con i concerti in teatro.

Giuliana Galasso

Video:

“Come il mondo” Tracklist

1. Anche quando

2. Come il mondo

3. L’unica cosa vera

4. Lasciami adesso

5. Splendida ostinazione

6. Non so più amare

7. Ho scelto di no

8. Una semplice notizia

9. Guarda la felicità

10. Stelle

 Dal 27 maggio Marco Carta incontrerà i fan negli store delle principali città italiane. Queste le prime date confermate a cui si aggiungeranno presto altri appuntamenti: il 28 maggio  all’Entertainement center 45° Nord a  Moncalieri (TO); il 30 maggio al Mediaworld  (Shopping Center Shopville) a Casalecchio di Reno (BO); il 31 maggio allo Shooping Center le Due Torri a  Stezzano, l’1   giugno  al   Mediaworld  (Shopping Center Predda Niedda) a  Sassari,  il 2 giugno al  Centro Commerciale  Pratosardo a Nuoro e il 10 giugno al  Centro  Commerciale  Parco Leonardo a Fiumicino (RM).

Negramaro collezionisti d’amore e di sold out. Il live report del concerto a Varese

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Questa è la storia di un mare fatto di gocce, un mare riccamente popolato di suoni, di occhi, di braccia, di cuori, di parole, di emozioni. Una storia che ha preso vita all’interno del PalaWhirlpool di Varese, un palazzetto dello sport che, per quanto piccolo, ha saputo trasformarsi in un vero e proprio catino bollente grazie ad un’atmosfera tipica da concerto anni ’70: file chilometriche, spazi angusti, anime affamate di stimoli nuovi. Cuore pulsante di questa storia fatta di lacrime, sorrisi, sudore ed incontenibile energia sono i Negramaro: sei artisti, sei amici, sei uomini,ormai maturi e consapevoli, che hanno voluto e saputo coinvolgere il pubblico in maniera piena, appagante, totalizzante.

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Il loro concerto fonde e coniuga immagine e suono, è un’esperienza audiovisiva imponente, sperimentale, stimolante. Ogni brano in scaletta, che sia uno storico successo o uno dei singoli estratti dall’ultimo album “La rivoluzione sta arrivando”, rappresenta un elemento fondamentale di un puzzle unico. Colpisce la scelta della band salentina di buttare giù i muri e i preconcetti della musica pop rock italiana scegliendo dei suoni molto più duri, diretti, metallici, potenti, muscolari prontamente bilanciati dalle code acustiche rilanciate alla fine di ogni brano.Una scelta coraggiosa ma vincente quella di mostrare la doppia essenza di parole capaci di posarsi prima e stratificarsi sotto i lembi dell’ epidermide.

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

“Sei tu quel sole che fa crescere anche gli alberi, sei tu la luna che addormenta tutti gli angeli, sei tu l’inizio di ogni cosa che tu immagini e sei la fine di ogni limite che superi”, canta Giuliano in “Tutto qui accade”, il brano che, ad oggi, rappresenta il surplus ultra di una scaletta già ricca ed eterogenea in grado di toccare magicamente gli angoli più reconditi dell’anima cicatrizzando le ferite e ammorbidendo le spigolosità che la vita ci pone davanti a piè sospinto.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Sei tu la mia città
Posto dei santi
Attenta
Meraviglioso
Nuvole e lenzuola
L’ultimo bacio
Se io ti tengo qui
Sole
Una storia semplice
Tutto qui accade
Via le mani dagli occhi
Sei
Fino alla fine del secolo
Basta così
Lo sai da qui
La rivoluzione sta arrivando
Onde
Ti è mai successo
L’amore qui non passa
Solo 3 min
Estate
L’immenso
Parlami d’amore
Mentre tutto scorre/La finestra

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

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