Negramaro: è tutta vita quella che anima la sessione indoor dell’Amore che torni tour. Recensione

Negramaro live @ Mediolanum Forum - Assago

Negramaro live @ Mediolanum Forum – Assago

È tutta vita quella muove, scuote, evolve i Negramaro all’interno di un microcosmo di emozioni altalenanti che hanno stravolto le loro esistenze. Il risultato possiamo vederlo e ascoltarlo oggi e risplende in un’unica grande parola: amore. Il comune denominatore di questo Amore che torni tour indoor, nello specifico la seconda data milanese al Mediolanum Forum di Assago, è lo stupore per la vita, la riscoperta dei valori, l’attaccamento saldo agli affetti e a tutto quello che davvero conta per poter vivere sapendo di amare e essere amati. Per raccontare tutto questo i Negramaro fanno le cose in grande: palchi semoventi, doppia struttura in altezza per dare massima visibilità a ciascuno, luci laser 3d ma soprattutto lui: il cerchio della vita che si è chiuso. Al suo interno un varco bidimensionale, l’opportunità di addentrarsi nella dimensione più intima di canzoni che da vent’anni a questa parte non hanno perso un briciolo di smalto e che, anzi, si sposano felicemente con le sorelle più giovani ma sempre figlie degli stessi sei cuori che, oggi più che mai, battono all’unisono con una marea di molti altri creando una vibrante sinergia.

Negramaro - Amore che torni tour

Questo è tutto quello per cui valga la pena battersi, il resto può evolvere, attraversare il bilico e il cambiamento: un po’ come accade agli arrangiamenti, ai tempi che si dilatano, a certe libertà che stavolta sì, è giusto prendersi. Giuliano, Andro, Ermanno, Danilo, Pupillo accolgono il giovane Giacomo Spedicato, fratello di Lele costruendo un concerto di forte impatto emotivo ma con un occhio particolarmente attento all’avanguardia, con un piglio groove più deciso e tagliente. Certi tratti delle canzoni si induriscono, altri si addolciscono diventando poesia. L’idea dei Negramaro è quella di mettersi a nudo, spiegare l’anima come un papiro e permettere a chiunque di leggerci dentro. Tra i momenti indimenticabili di questo live meneghino c’è il “duetto” jazz con il maestro Mauro Pagani al violino: “Solo per te” cantata da Giuliano Sangiorgi al pianoforte con le incursioni del polistrumentista acquisisce una brillantezza tutta sua. Una parentesi preziosa. A incorniciare le perle in sequenza durante il concerto ci sono: “Fino all’imbrunire”, per un inizio che mette subito in chiaro i presupposti da cui partire. Il punto saldo “Estate”, l’onirica “Il posto dei Santi”, la definitiva “L’amore qui non passa”, la struggente “Pezzi di te” e l’iconica “Mentre tutto scorre”. Che sia per una sera o per sempre, il tocco dei Negramaro è delicato e sinuoso, un rock gentile che non ci farà mai sentire soli.

Raffaella Sbrescia

 

I Subsonica sono tornati e non ce n’è per nessuno. L’8 tour è un trionfo.

Subsonica @Mediolanum Forum - Assago

Subsonica @Mediolanum Forum – Assago

Vent’anni di pura energia, vent’anni di adrenalina, vent’anni di innovazione musicale e di progetti paralleli all’insegna dell’avanguardia e della sperimentazione. I Subsonica sono tornati nei palazzetti italiani con un live intenso e spremi budella. Partendo dal presupposto che chi decide di andare a sentirli è consapevole che non resterà di certo seduto, l’aspettativa non si può assolutamente paragonare alla realtà. Le 5 teste soniche sono in formissima e hanno messo a punto uno show elettrico che lascia ben pochi attimi per riprendere fiato. Negli ultimi anni ci erano mancate le loro gesta in gruppo ma non ci hanno mai lasciato a secco considerando che ciascuno a suo modo ha comunque trovato un veicolo d’espressione di tutto rispetto. Il fatto è che solo insieme Max, Ninja, Boosta, Samuel e Vicio riescono ad approntare un ensemble che fa invidia alle band italiane più o meno datate.

Certo, il repertorio è di quelli monolitici, ci sono assi nella manica che garantiscono ai Subsonica i boati del pubblico: “Discolabirinto”, “Tutti i miei sbagli”, “Nuova Ossessione”, “Aurora Sogna”, “Depre”, “Liberi tutti” e, perché no, “Benzina Ogoshi”. Ci sono poi le perle nascoste che, quando le si riascolta, si rivive inevitabilmente un frame della propria vita e sono salti e lacrime. Ci sono, ancora, i nuovissimi brani di 8, l’ultimo lavoro in studio del gruppo, in cui è trasparente la maturazione della ricerca del suono, sempre più sofisticato e rarefatto. Il cambiamento della scrittura, il cui comune denominatore è la destabilizzazione dell’ascoltatore. Su tutte spiccano “Punto critico”, al cui groove non si può resistere, il commovente omaggio a Carlo Rossi con “Le Onde” e “L’incredibile performance di un uomo morto”, un brano che trascina, conquista e ipnotizza.

Dispiace constatare che nemmeno un brano del disco “Una nave in una foresta” sia stato inserito in scaletta. Perle come “Lazzaro”, “Tra le labbra”, “I cerchi degli alberi” meritano a pieno titolo un posto in questo tour trionfale in cui nulla è stato lasciato al caso. Palchi semoventi, effetti grafici e luminosi degni dei grandi club del mondo. Audio perfetto e tenuta massima hanno francamente fatto la differenza rispetto ad altre produzioni che, sulla carta, erano annunciate come mastodontiche e poi deludenti.

Molto intelligente anche l’idea del crossover tra generi con “l’adozione” di Willie Peyote per tutto il tour. Con lui Samuel canta “L’incubo”, poi Willie propone il suo brano “I cani” e si lancia in una sua interpretazione di un brano storico quale è “Radioestensioni”. D’altronde la commistione tra suoni, idee e sensazioni è territorio ibrido, fertile e promettente. Un humus creativo sul quale i Subsonica hanno saputo fare affidamento creando un’identità forte, precisa, carismatica. Viene spesso da chiedersi quale sia il loro segreto per riuscire a sprigionare in modo tanto impattante una carica energetica così ad ampio raggio; la risposta possiamo darcela guardando noi stessi il giorno dopo completamente scarichi dopo aver ballato per due ore e con la testa intrisa di visioni.

Raffaella Sbrescia

Jova Beach Party: la visione di Jovanotti è uno sballo sulla carta, figuriamoci dal vivo. I dettagli del progetto live dell’anno.

Lorenzo Cherubini Jovanotti - Jova Beach Party

Lorenzo Cherubini Jovanotti – Jova Beach Party

Se pensavate di aver già visto  Lorenzo Cherubini Jovanotti al suo apice, sappiate che vi stavate sbagliando. L’istrionico artista riesce ad alzare ancora l’asticella e inventarsi una nuova sfavillante formula trasformando un concerto in una grande giornata in cui le emozioni, la musica, il ballo e il divertimento, possano essere il centro nevralgico di tutto.
JOVA BEACH PARTY è il nuovo format di concerto, un happening per il nuovo tempo, il frutto di una visione maturata durante lungo tutto l’arco di oltre 35 anni di musica e di performance live, partendo da una console arrivando fino all’ultimo tour. Diversi linguaggi confluiranno in un format unico che prenderà vita in location molto speciali: le spiagge italiane per un’esperienza artistica, fisica, sensoriale con particolare attenzione all’ambiente. JOVA BEACH PARTY sarà infatti a fianco del WWF in una sfida importante per la Natura e per la salute umana: la lotta all’inquinamento da plastica.
Lo spirito del rock’n’roll e del “duende” rientra in scena come protagonista assoluto nell’epoca digitale con l’obiettivo di offrire un’ esperienza collettiva e reale dove il pubblico sarà coinvolto, si meraviglierà, si stupirà e avrà la sensazione di partecipare a qualcosa di veramente nuovo e autentico.
Diversa sarà la line up degli ospiti di ogni data, diversa anche la scaletta del set di Lorenzo che sarà in console, con la band, da solo alla chitarra e con diversi ospiti nazionali e internazionali che arricchiranno ciascuna data prima e anche durante lo show.
Le porte apriranno alle 14.00 e subito partiranno le attività nelle varie aree: “LA SPIAGGIA è UNA SPIAGGIA, si potrà prendere il sole, cercare zone d’ombra, fare il bagno, farsi una doccia, giocare, bere e mangiare, e si potrà IMPAZZIRE!”
Lorenzo Cherubini Jovanotti - Jova Beach Party

Lorenzo Cherubini Jovanotti – Jova Beach Party

Visual, grafica, luci, oggetti scenografici, colpi di scena, uso dello spazio, ma anche vita da spiaggia con attività di ogni tipo, con bagni, area bambini, giochi, bancarelle, area relax, area food and beverage, area matrimoni, in un format che è la creazione di un racconto totale (lo storytelling) che coinvolge la gente dall’inizio, dalla nascita del progetto, perché si trasformi in un’unica e vera esperienza immersiva, emozionante e vivificante. E soprattutto DIVERTENTE.
Una nuova APP guiderà il pubblico in tutta la fase di lancio fornendo tutti gli aggiornamenti sull’iniziativa e sui servizi: parcheggi, navette, percorsi-natura, mappe, etc., ma anche all’interno del JOVA BEACH PARTY illustrando le caratteristiche ambientali del luogo e le mille opportunità offerte dalla giornata: ospiti, attività speciali, il programma e gli orari delle esibizioni di ogni giornata.
Realizzato in stretta collaborazione con i Comuni di Lignano Sabbiadoro, Rimini, Castel Volturno, Ladispoli, Barletta, Olbia, Albenga, Viareggio, Lido di Fermo, Praia a Mare, Roccella Jonica, Vasto, JOVA BEACH PARTY avrà il suo grande finale ad alta quota a Plan de Corones.
Lorenzo Cherubini Jovanotti - Jova Beach Party

Lorenzo Cherubini Jovanotti – Jova Beach Party

JOVA BEACH PARTY è in prevendita dalle ore 10.00 di oggi sul circuito www.ticketone.it.
Info: www.tridentmusic.it
Radio Partner di Jova Beach Party è Radio Italia solomusicaitaliana.
Le tappe del JOVA BEACH PARTY:
6 luglio LIGNANO SABBIADORO (Spiaggia Bell’Italia)
10 luglio RIMINI (Spiaggia Rimini Terme)
13 luglio CASTEL VOLTURNO (Spiaggia Lido Fiore Flava Beach)
16 luglio LADISPOLI (Spiaggia di Torre Flavia)
20 luglio BARLETTA (Lungomare Pietro Mennea)
23 luglio OLBIA (Banchina Isola Bianca Molo Bonaria)
27 luglio ALBENGA (Lungomare Cristoforo Colombo)
30 luglio VIAREGGIO (Spiaggia del Muraglione)
3 agosto LIDO DI FERMO (Lungomare Fermano)
7 agosto PRAIA A MARE (Lungomare Area Dino Beach)
10 agosto ROCCELLA JONICA (Area Natura Village Lungomare Lato Nord)
17 agosto VASTO (Lungomare Duca degli Abruzzi)
24 agosto PLAN DE CORONES (Cima 2.275m)
Al calendario si aggiungeranno 2 tappe, in Basilicata il 13 agosto e nell’area Nord-Adriatico il 20 agosto.
Per chi volesse già entrare nel mood, ecco i 10 comandamenti da memorizzare:
1. Rispetta e difendi la spiaggia e il mare (raccolta differenziata, no plastica, non cicche in terra, ecc.)
2. Vieni con chi ti pare e vai via con chi ti pare (potrebbero anche cambiare)
3. Balla come se non ti stesse a guardare e giudicare nessuno
4. Ama come se non avessi mai preso tranvate
5. Goditi questa giornata, penserà a tutto il dj. A quasi tutto
6. Idratati molto ma non bere l’acqua del mare
7. Non spingere, c’è spazio
8. Se decidi di bere alcolici non guidare al ritorno, piuttosto dormi sulla spiaggia
9. Sii te stesso/a che sogni di essere per un giorno
10. Canta a squarciagola quando partono le hit

Ermal Meta torna in tour: nei migliori teatri italiani con GNUQUARTET. Ecco cosa ci aspetta

Ermal Meta - tour a teatro
I chilometri macinati tra palchi di tutta Italia per il “Non abbiamo armi tour” non sono bastati. Ermal Meta torna in pista con un tour teatrale nelle migliori venues italiane con GNUQUARTET.
L’incontro risale al Festival Risorgi Marche. Un colpo di fulmine reciproco che ha visto Neri Marcorè nelle vesti di Cupido. Un connubio mentale nato da percezioni e vibrazioni sonore, nonché da una compatibilità in termini di gusti musicali.
L’idea messa in campo, già da tempo nei programmi di Ermal Meta, sarà una rilettura dei brani di Meta in veste più acustica. Ci sono 30 brani da rileggere, con un mastodontico lavoro di riarrangiamento da fare. L’aspetto fondamentale di questa operazione sta nel fatto che gli arrangiamenti saranno costruiti dallo GnuQuartet che commenta così la scelta:
“L’idea di Ermal ci ha riempito di gioia perché ha riconosciuto la nostra sonorità, la nostra identità artistica. Interpreteremo i pezzi con molta libertà, sarà un lavoro intenso, ci sarà di tutto in scaletta. I pezzi tirati non ci spaventano, anzi, siamo partiti da quelli. Ci saranno diverse sfumature, il risultato finale sarà molto interessante”.
Ermal Meta ha replicato: “Laddove i brani richiederanno intensità, non mancherà. Ci saranno pezzi che non possono diventare ballads ma lo GnuQuartet riesce a fare tutto quello che si mette in testa, non vedo l’ora di ascoltare i pezzi up, sarà sorprendente per me in primis. Dal punto di vista tecnico, il fatto di suonare in teatri fantastici,avremo volumi incredibili che ci permetteranno di arrivare al pubblico con dinamiche minime. In questi 3 anni ho fatto cose che mi sembravano impossibili fino a 4 anni fa, non mi è mancato niente in questi anni, se proprio devo fare il pignolo, se c’è una cosa che mi è mancata è un’escursione dinamica sul palco che vada da 2 a 127. Sono molto entusiasta anche solo immaginandola, figuriamoci facendola. Ci siamo riuniti io e gli GnuQuartet, abbiamo ascoltato i miei 3 dischi e qualche cover che ci piace ascoltare. Abbiamo iniziato dalle canzoni che credevo le più difficili da eseguire e mi è piaciuto moltissimo. Non c’era una base di partenza da cui scegliere, abbiamo creato un percorso variegato, non vogliamo annoiare il pubblico, siamo lavorando sulla base del nostro stesso divertimento in primis. Vorrei emozionarmi, sorprendermi, divertirmi. Abbiamo molta voglia di incominciare e stare insieme e a suonare. Sicuramente questo lavoro verrà documentato, in che modo non lo sappiamo, non ci abbiamo ancora pensato, una testimonianza la desidero molto, non se sarà un disco o un dvd. Per quanto riguarda la scaletta, non ho tenuto cose fuori, ci saranno pezzi de La Fame di Camilla mai suonati dal vivo se non in quel periodo lì, alcuni pezzi si prestano molto a questo tipo di suono. In 3 anni ho pubblicato 30 pezzi, ce n’è di lavoro da fare per arrangiarle, mettere in campo degli inediti sarebbe stato esoso.
Le cover sono un pezzo dei Muse e uno dei Radiohead, i nostri punti di contatto. Pezzi inediti pronti ci sono, ne ho almeno una ventina, magari qualcuno salta fuori. Per ora mi concentro sul lavoro con GnuQuartet, forza e delicatezza sono una combo presente nelle mie canzoni, ritrovare lo stesso valore in acustico m ha fatto impazzire. Le scalette dei concerti saranno pensate per variare, cantarle tutte sarebbe troppo, la scaletta avrà di base 20-22 canzoni, i tempi in teatro sono più dilatati rispetto al palazzetto, prepareremo più canzoni per cambiare e improvvisare un po’. Magari un paio di brani li sceglierà direttamente il pubblico, perché no”.
La sfida
GnuQuartet spiegano come si sta approcciando al lavoro: “Per noi la sfida più difficile da sempre è sopperire all’ elemento ritmico, essendo noi tre archi e un flauto. In questi anni abbiamo trovato tecniche alternative di esecuzione. La beat box di Francesca al flauto ci dà un po’ di respiro, il nostro è un delicato lavoro di equilibri. Ogni tanto sovraincidiamo e ci aiutiamo con la loop station, useremo ad esempio gli effetti del violoncello per sopperire al basso, anche se riteniamo sia sempre giusto non abusarne. L’equilibrio tra acustico ed elettrico deve essere preservato, il suono è bello perché si percepisce anche senza amplificazione”.
Video: 9 Primavere

Meta sottolinea: “Non canterò soltanto, suono drum machine, pianoforte, chitarra. Fino a qualche anno fa, portavo in giro questo concerto dove la media era di 10-12 spettatore, suonavo synth, loop, drum machine, non mi spaventa proprio la questione ritmica, mi gasa trovare soluzioni alternative, per come lo percepisco già da ora, il palco sarà una sorta di sala prove allargata. Se non giochi con la musica, non ti diverti un granchè. Una buona dose di improvvisazione ci deve essere sempre sul palco, l’adrenalina fa sempre cambiare le carte in tavola. Lo dico sulla base della mia prima esperienza a Sanremo. Durante il pomeriggio avevo fatto diverse prove, il suono era sempre lo stesso, poi però la sera sul palco non sentivo, il volume era cambiato completamente, ero terrorizzato, le volte dopo ho capito che la scelta dei suoni e dei volumi deve essere quella che potresti sentire durante la prima sera, non puoi essere che di quello che succederà sul palco, devi lasciare uno spazio bianco. Suonare con il pubblico è tutta un’altra cosa. Ci deve essere margine di spazio per non essere imbrigliato. A proposito di Sanremo: “Il buco di date in quel periodo è casuale, quest’anno non andrò. Ci sono andato già troppe volte, potrebbe finire per piacermi. Prima di condurlo, dovrò produrre almeno 32 dischi”.
 
Il bilancio
“Da 3 anni vivo nel modo in cui volevo vivere facendo quello che volevo fare, cercando di farlo 24 ore su 24. Ritengo che sia giusto così, ho un debito nei confronti della buona sorte e devo ripagarla investendo tutte le mie energie in quello che sto facendo. Avevo detto che mi sarei fermato un po’ ma 3 mesi di riposo per me valgono come un anno, star fermo troppo tempo mi annoia, ora non me la sento, volevo fare una cosa diversa dopo 3 anni di concerti in elettrico a tutto spiano, volevo rallentare dal punto di vista sonoro, alla fine sono un musicista e i musicisti suonano. Anche da fermo, non sto fermo mai, ho sempre una chitarra in mano e un pianoforte a un metro, non riesco a fermare i pensieri e la scrittura, questo mi porta a suonare e a fare quello che mi piace, vado avanti finchè ce n’è.”
Raffaella Sbrescia

10: Alessandra Amoroso spicca il volo. Quattordici inediti per raccontare la felicità e la consapevolezza.

Alessandra Amoroso

Alessandra Amoroso

Tante volte disco di platino tra lacrime, sorrisi, gioie e soddisfazioni. Alessandra Amoroso pubblica “10″, un nuovo album di inediti per coronare 10 anni di lavoro, di passione, di crescita artistica e personale. Semplice, diretta, consapevole, Alessandra si fa accompagnare per mano dal produttore e compagno di vita Stefano Settepani: “Quando hai un equilibrio forte in primis con te stessa, riesci ad averlo ovunque e a maggior ragione nella coppia. Per noi è stato stimolante lavorare insieme, ci siamo scoperti a vicenda, è stato speciale e spero di rifarlo. Avere Stefano a fianco è stato fondamentale, mi ha spinto a credere in me stessa. Visto che ho un timbro vocale tante volte pesante, a tratti malinconico, differente da quella che sono io in realtà, abbiamo giocato con dei suoni elettronici freschi che mi hanno aiutato molto.”, racconta Alessandra.

A proposito di equilibrio e gratitudine, sorprende sentire la Amoroso ancora così vicina alla sua Big Family che in questo decennio l’ha sempre supportata: “I miei fan riceveranno una sorpresa: nel cofanetto del disco c’è un biglietto per partecipare al mio prossimo tour, insieme a una lettera personalizzata. Vorrei vedere le reazioni di ciascuno di loro. Questo è un modo per ringraziarli, tesserarsi al mio Fanclub significa fare anche beneficenza. Metà dell’importo sarà destinato alle cure mediche di cui ha bisogno Francesco, un bambino che stiamo seguendo già da un po’. Se oggi sono qui è grazie a loro, sarà un megacompleanno, festeggiamo 10 anni di noi e ho voluto fare davvero qualcosa per loro, ho speso il mio tempo personalmente perchè credo che le cose fatte con sacrificio diano più soddisfazione”.

Alessandra Amoroso mette ancora una volta se stessa in gioco e ce lo dimostra anche attraverso il progetto grafico ideato insieme a Sergio Pappalettera: “Nella copertina dell’album c’è gran parte della mia vita, i valori in cui credo: l’amicizia, l’amore, la famiglia, il mio cane che non c’è più, il mio fiore preferito, la campagna in cui sono cresciuta insieme ai miei nonni. La barca con cui andavamo ad Otranto io, le mie sorelle e miei genitori tra tuffi e piatti di lasagna”.

Alessandra-Amoroso-Dieci

Alessandra-Amoroso-Dieci

Più che di cambiamento, è giusto parlare di evoluzione per la Amoroso che, partendo dalle atmosfere di “Vivere a colori”, lascia che 10 ne raccolga il testimone per mettere l’accento sui concetti di rinascita, consapevolezza e maturità: “Ho prestato particolare attenzione ai testi, ho cercato di dare quella profondità che adesso mi sento addosso. Ho scritto “Ogni santissimo giorno” insieme a Daniele Magro con parole semplici, perchè sono quelle che arrivano per prime al cuore. Mi sono sempre mostrata con molta semplicità, questa sono io e ho scoperto che alla mia gente piaccio così. In sintesi: sono felice e mi va di dirlo”.

Video: La Stessa

Non solo amore ma anche temi importanti. Su tutti il brano “Forza e coraggio”, rende perfettamente l’idea: “Ho raggiunto quel tipo di consapevolezza che mi dà la voglia di mostrarmi, emozionarmi, di essere esigente e di non nascondermi. Nella vita, soprattutto in questo momento in particolare, è necessario avere forza e coraggio per andare avanti. Voglio stimolare la gente ad essere forte, ad essere onesta, ad accettare la diversità e amare. Niente di meno scontato oggi che l’odio vince ovunque”. Un ruolo quello di Alessandra, che cerca di andare ben oltre quello di semplice interprete: “Il testo deve avere un significato innanzitutto per me. Trovo essenziale capirlo, emozionarmi, sin da quando sono in studio deve entrare nelle mie viscere per che amo raccontare quello in cui credo. Spero, per quanto possibile, di far fare un pensiero, anche a chi ascolta le mie canzoni”.
E poi c’è il tour, un’ avventura che toccherà 20 regioni all’insegna dello spirito di adattamento: “Il nuovo tour partirà il 5 marzo da Torino, sarà lunghissimo, bellissimo e divertente. Andrò in tutta Italia, Isole comprese. Non mancate!”

Raffaella Sbrescia

50 anni di Claudio Baglioni: i festeggiamenti cominciano all’Arena di Verona con un concerto kolossal

Claudio Baglioni - Arena di Verona ©_ANGELO_TRANI

Claudio Baglioni – Arena di Verona ©_ANGELO_TRANI

Lo show era stato annunciato come totale è così “Al Centro” è stato. L’ingresso di Claudio Baglioni è trionfale e preannuncia subito la ferma intenzione di lasciare un segno nitido e duraturo nel cuore dei 17.000 che hanno riempito ogni singolo ordine di posto all’Arena di Verona. Baglioni, elegantissimo, incentra il file rouge del suo romanzo musicale sul tema del viaggio. Un viaggio cronologico sì, che lo portato ad attraversare 50 anni di storia italiana, mezzo secolo di musica che ha sempre attinto a piene mani dalla tradizione, dai valori e dal modo di concepire la vita e l’amore in Italia. Emozioni vere, autentiche, genuine che nel corso dei decenni si sono insinuate tra solchi di cuori ora pieni d’amore, ora affranti, ora nostalgici. Il fascino di Baglioni non sta nel passatismo bensì in una cifra stilistica precisa, di qualità, dai confini ben delimitati. “Benvenuti nel mercato delle emozioni, delle chimere, delle sorprese, delle canzoni”, saluta Claudio, mentre uno dopo l’altro i suoi indimenticabili evergreen scivolano via che è un piacere. Impossibile non cantare a tutto fiato i ritornelli che hanno scandito la nostra giovinezza, che ci ricordano un’Italia completamente diversa da com’è adesso. Baglioni è al centro dell’anfiteatro di Verona intorno a lui i suggestivi quadri del celebre coreografo Giuliano Peparini, 21 musicisti eccelsi e 5 coriste. Il tocco del coreografo regala attualità allo show, si ispira agli spettacoli monster dei divi pop internazionali, i suoi bravissimi ballerini sono coloro che rendono i brani vivi, mettendo in scena attimi che dall’immaginario collettivo prendono vita. Energia e vividezza rendono il concerto scorrevole, Claudio Baglioni è attivo, presente, coinvolge il pubblico, non si risparmia e, sinceramente, fa un certo effetto vederlo così fresco dopo tanti anni. Incuriosisce vederlo a proprio agio tra coreografie non sempre in linea con la sua inscalfibile sobrietà. Canta al massimo della potenza vocale ma non rinuncia a godersi i karaoke da 17.000 persone su “Amore Bello”, “Io me ne andrei”, “E tu”, “Sabato pomeriggio”. Irrinunciabili pietre miliari che segnano un tempo lontano ma fondamentale. Un tempo da difendere, da preservare, da tramandare, da valorizzare per comprendere chi siamo e in che direzione stiamo andando. Respirare l’aria di ricordi perduti, un’aria che già mentre respiri cambia, diventa altro, lascia una nota dolce amara sulla faccia, nella gola e nel cuore.

Claudio Baglioni - Arena di Verona ©_ANGELO_TRANI

Claudio Baglioni – Arena di Verona ©_ANGELO_TRANI

Lo show si accende sulle note rock di “Via”. Eccellente sul fronte musicale la struttura dello show, arricchita dal contributo del maestro Walter Savelli. Fuori luogo i ballerini a petto nudo, in puro stile finalissima di Amici di Maria De Filippi. Toccante l’assolo al piano con il ricordo della strage di Genova fatto da un gruppo di fan presenti tra il pubblico.

Video: E tu

Il concerto ritrova la retta via sulle note di “Strada facendo”, “Avrai” canzoni scritte con lo sguardo puntato ai volti di domani, brani che scavallano i tempi e i cambi generazionali. Claudio scava tra i sogni, alla ricerca di infiltrazioni sonore ed emotive in “Notte di note, note di Notte”, ogni odore è un ricordo in una mini Venezia luminescente sul palco. Poi l’attenzione si sposta tutta su un giovane acrobata che veleggia su vibranti corde tese. In effetti, non sono pochi i momenti in cui l’attenzione cala e si perde tra rappresentazioni spesso troppo affollate, chiassose, non in linea con il contenuto delle canzoni, in sintesi: off topic. Viene spontaneo domandarsi come possa percepire il pubblico della tv questo tipo di scelte artistiche così distanti da quelle a cui ci aveva abituati Claudio Baglioni. La sua visione sarà davvero in linea con quello che abbiamo visto? Sicuramente sì ma la sensazione che less sia sempre more resta.

Raffaella Sbrescia

Al Centro tour: il romanzo musicale di Claudio Baglioni raggiunge pagina 50 e parte dall’Arena di Verona.

 

Claudio Baglioni - Al Centro - Arena di Verona

Claudio Baglioni – Al Centro – Arena di Verona

Questa sera, Claudio Baglioni sarà il gran mattatore dell’Arena di Verona in occasione dell’atteso tour di festeggiamento del cinquantennale della sua carriera artistica. Il primo palco al centro fu vent’anni fa, stasera ci riproverà riempiendo ogni ordine di posto in Arena. L’appuntamento di oggi è il primo dei tre live previsti all’Arena di Verona: si replicherà infatti domani, sabato 15, e domenica 16 settembre. La regia teatrale e le coreografie portano la firma di Giuliano Peparini. L’evento è prodotto da F&P Group e Bag. Per chi non vorrà perdersi il grande evento,  domani, sabato 15 settembre, il concerto sarà trasmesso in diretta in prima serata alle ore 21.05 su RAI 1. Il programma è scritto da Massimo Martelli, Duccio Forzano e Guido Tognetti con la regia di Duccio Forzano.

Ecco le dichiarazioni della conferenza stampa che si è appena conclusa:

Claudio Baglioni: “Non si tratta di un concerto normale bensì di una festa. L’ambizione del video che introduce lo show nasce da un brano strumentale in cui ho inserito solo un accenno di coro seguendo l’idea che nel corso di 50 anni insieme al pubblico abbiamo costruito un coro unico. Le persone che mi hanno permesso di fare questo viaggio sono le stesse che nel corso degli anni mi hanno sempre fermato dicendomi di essere cresciuti con le mie canzoni. La mia frase di difesa è sempre stata: “Ti poteva andare anche peggio”. Il centro che fa da leit motiv è un centro ideale, il centro della vita. Spesso sono stato periferico anche in tantissime occasioni riferite ad altri contesti. Ora l’idea di centralità fa da cardine. Tra i meriti di questo show c’è riportare l’Arena di Verona allo status di anfiteatro. Tutti i posti saranno usati per intero.
Per quanto riguarda la scaletta, si tratta di un concerto cronologico, le canterò seguendo esattamente l’ordine in cui sono state scritte, pubblicate e proposte al pubblico. Si tratta di un romanzo musicale in cui proporrò 34 canzoni rispetto alle 400 totali. Una scelta di brani non pop che lo sono inevitabilmente diventati nel corso del tempo.
Quello di stasera è un total show, uno spettacolo cmplessivo con un dispendio di risorse notevole e una lavorazione laboriosa”.

Giuliano Peparini: ”La mia visione nasce dal fatto che ho sempre desiderato lavorare con Claudio, sono cresciuto per davvero con le sue canzoni, l’ho portato con me all’estero. Per queste ragioni mettere in scena le sue canzoni è stato particolarmente facile. I testi di Baglioni hanno il grande pregio di saper raccontare la vita, questo è quello che ho cercato di tradurre insieme a più di 150 artisti tra professionisti e allievi di scuole di danza locali. Non ci saranno quinte, potrete vederli entrare e uscire dalla scena, abbiamo cercato di costruire un racconto che non prevedesse posizioni privilegiate. In questo show saremo a nudo, sarà quindi unico”.

Claudio Baglioni  - press conference ©_ANGELO_TRANI

Claudio Baglioni – press conference ©_ANGELO_TRANI

Duccio Forzano: “Dopo 20 anni esatti torno a fare la regia di un concerto per la Rai, grazie a Claudio che ha creduto in me e che mi ha dato la possibilità di poter crescere, il punto di vista verso il pubblico è spettacolare, ci sono tanti punti di vista nuovi rispetto a tanti anni fa, c’è stato un grande sforzo produttivo da parte della Rai, vorremmo che a casa passi un racconto fluido e chiaro, quando i quadri e i performers non saranno sul palco ci sarà un’altra linea di racconto che è il concerto. Mi auguro che anche il pubblico a casa goda di questa meraviglia”.

Claudio Fasulo: “Sarà una serata epica. Un anno fa Rai Uno ha abbracciato Claudio Baglioni traghettandolo all’interno di un percorso artistico ricco di eventi e di emozioni. Più in generale Rai 1 vive un buon momento con il prime time. Vi auguriamo semplicemente buon divertimento!”

Fernando Salzano F&P: “Ci siamo lungamente espressi sul valore di unicità, ci piace riempirci la bocca con la questa parola ma questo è davvero un evento unico da tutti i punti di vista. L’Arena sarà completamente numerata. Dal punto di vista produttivo, c’è stato un grande sforzo montando 16 cluster audio con 5 giorni di lavoro ininterrotto. Abbiamo riprodotto lo stesso palco a Roma per poter fare le prove. E, per rimanere in tema di numeri, la capienza totale è di 17.000 spettatori per cui vedremo un totale di 54.000 presenze in tre serate. Colgo l’occasione per invitare ufficialmente Claudio a tornare in Arena a fine tour visto che ho finito tutti i biglietti (ride ndr)”.

Claudio Baglioni  - press conference ©_ANGELO_TRANI

Claudio Baglioni – press conference ©_ANGELO_TRANI

Per tornare alle dichiarazioni di Claudio Baglioni: “Mio fiiglio Giovanni è presente ma non salirà sul palco, non ci saranno ospiti se non gli artisti di cui abbiamo già parlato. Con me sul palco ci saranno 21 musicisti, di cui molti polistrumenti e 5 coriste. Finire il tour tornando all’Arena sarebbe un sogno, sarà un percorso molto impegnativo che durerà fino a novembre per poi riprendere a marzo dopo il Festival di Sanremo. Ho riassunto 50 anni di carriera seguendo un filo rosso narrativo che non poteva escludere le pietre miliari. In questi anni non sono mancate le occasioni per dare spazio ad un repertorio più nascosto e per certi versi più prezioso.
Immancabili i riferimenti a Sanremo: ” Non mancheranno nuove idee. Sanremo si dividerà in due parti, ci sarà modo di sviluppare un percorso in due fasi per fare in modo che quello che sacrificavamo per i giovani possa poi confluire nel concorso finale. Proveremo a dare spazio al talento giovane perchè ce n’è e ci rivolgeremo anche a un pubblico più giovane. Ho scelto di farlo in termini di assunzione di responsabilità e per dimostrare che non è stata solo una botta di fortuna. Essere in tour mi darà modo di non pensare ossessivamente al Festival, in più in questo modo so che un lavoro ce l’avrò anche dopo. Se pensiamo ai giovani, non so dire se qualcuno di questi sarà in Arena tra 50 anni, il talento c’è, c’è da vedere se c’è l’ascolto per farli durare. Per concludere vi confesso che ho un album in lavorazione e che per ovvi motivi ho lasciato in sospeso. Ci sto lavorando con Celso Valli, siamo a buon punto e sicuramente ci rimetteremo mano appena possibile. Le date dei concerti erano già state stabilite, dall’Arena si parlava già prima del Festival dello scorso anno”.

Raffaella Sbrescia

 

Alvaro Soler: “Il mio Mar de Colores vi dimostrerà che c’è ben altro oltre i tormentoni estivi. Intervista

Alvaro Soler - Mar de Colores

Alvaro Soler – Mar de Colores

Arriva venerdì 7 settembre il “Mar De Colores” di Alvaro Soler. Il giovane cantante e musicista cosmopolita ormai gode di ampio affetto da parte del pubblico italiano grazie alle sue canzoni fresche e allegre. Anche questo album nasce dall’idea di mettere insieme visioni, pensieri, colori e tradizioni con l’intento di unire le persone tra loro in un’epoca martoriata da conflitti di svariata natura. Si fa presto a definirlo “One hit man” e in effetti l’obiettivo dell’artista è quello di scrollarsi finalmente questa etichetta non veritiera dalle sue spalle.

“In questo disco ho messo in luce diversi lati del mio carattere e del mio modo di pensare. Ho esaltato il gusto di viversi la vita in modo semplice, autentico e senza fretta. Non dimentichiamoci di goderci il momento. Io stesso l’ho fatto con il repentino successo di “Eterno Agosto”, un album nato come un esperimento e che invece si è rivelato essere il primo passo per costruire le fondamenta di un percorso che mi ha portato davvero lontano”. Quella che emerge in questo album è, dunque, la filosofia di vita di Alvaro che ha vissuto il periodo di preparazione del progetto come una leva per fare di più e meglio, per reinventare delle idee rock e addolcirle con uno stile più vicino a testi più maturi e più pensati. “Molti si chiedono come una persona così cerebrale come me possa scrivere cose allegre, io invece penso che abbiamo già abbastanza canzoni per piangere. Questo mestiere mi ha insegnato a trovare un equilibrio tra momenti in cui sento di volermi identificare con canzoni felici, altri in cui sento la necessità di isolarmi e riflettere”.

Per tornare al suo ultimo successo “La Cintura”, Alvaro ha voluto alzare la posta in gioco con un featuring che ha visto la partecipazione di Flo Rida e Tini: “Non sai mai che valore aggiunto puoi dare ad un brano che è già stato suonato parecchio, con “La cintura” si è presentata questa opportunità e l’ho sfruttata per compiere un altro importante passo verso l’apertura e la condivisione tra generi musicali diversi. In quel periodo Tini faceva un po’ di promozione a Madrid e abbiamo girato il video divertendoci molto e sentendoci davvero a molto agio”. A proposito di colori, inevitabile chiedergli quale sia quello dominante in questo album: “Non c’è un colore predominante, si tratta di sfumature che predono vita dai colori primari che si mixano tra loro. Questa cosa rispecchia perfettamente me stesso che parlo tante lingue ma nessuna in modo perfetto, faccio tante cose ma nessuna al meglio (ride ndr)”.

A un artista così attento al concetto di integrazione e cosmopolitismo non si può non chiedere inoltre un’opinione su quanto stia accadendo in Catalogna, a proposito del movimento indipendentista: “Non sono perfettamente informato sugli ultimi sviluppi visto che vivo anche a Berlino. Mi baso molto su quello che mi raccontano i miei genitori e mi rattrista vedere il mio popolo scisso. Ho visto i miei nonni avere paura di uscire in strada, non so come andrà a finire ma spero davvero che si possa trovare una soluzione pacifica”. Con numeri così importanti alla mano, cosa si porrà come obiettivo un giovane artista come Alvaro? Ecco la risposta: “Visto che la gente conosce soprattutto le canzoni che passano in radio, vorrei riuscire a portare avanti tutto l’album, fare in mondo che il pubblico possa affezionarsi al mio repertorio in modo più ampio. Vorrei che le persone venissero ai miei concerti per sentire tutto e non solo i singoli più famosi. Conservo un ottimo ricordo di X Faxtor e di tutte le persone che ci lavorano, la tv è interessante ma ora come ora voglio concentrarmi sulla mia carriera da musicista. A novembre metterò in piedi il nuovo show e sono felice di anticipare che ho già delle idee molto creative che non vedo l’ora di mostrarvi. Vi aspetto!”

Raffaella Sbrescia


ALVARO SOLER incontrerà i fan italiani per presentare ad autografare il suo nuovo album durante 3 esclusivi appuntamenti: il 15 settembre a la Feltrinelli Libri e Musica Stazione Garibaldi di NAPOLI (Piazza Giuseppe Garibaldi, ore 18:00), il 16 settembre al Mondadori Megastore di MILANO (via Marghera 28, ore 17:30) e il 17 settembre alla Discoteca Laziale di ROMA
Questa la tracklist completa: “La cintura”, “Histerico”, “Te Quiero Lento”, “Ella”, “Puebla”, “Au Au Au”, “Fuego” feat. Nico Santos, “Veneno”, “Bonita”, “No Te Vayas”, “Nino Perdido”, “Yo Contigo Tu Conmigo”, “La Cintura” featuring Flo Rida & Tini.

Alvaro Soler - Assago

Alvaro Soler – Assago

Prezzi biglietti:

Parterre in piedi: 25,00 € + diritti di prevendita

Tribuna numerata A: 50,00 € + diritti di prevendita

Tribuna Gold Numerata: 50,00 € + diritti di prevendita

Anello B non numerato: 35,00 € + diritti di prevendita

Biglietti in prevendita esclusiva per gli iscritti My Live Nation dalle ore 10 di mercoledì 5 settembre

Biglietti disponibili su ticketmaster.it, ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati dalle ore 10 di giovedì 6 settembre

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

Intervista a Luca Carboni: il mio nuovo tour sarà “Una grande festa”. Provare per credere!

Con il dodicesimo album intitolato SPUTNIK,  Luca Carboni si mantiene in vetta alla classifica musicale Made in Italy. Il primo singolo “Una grande festa” ha celebrato l’universo pop attraverso una sintesi artistica ironica e concettuale al contempo. Abbiamo approfittato di uno dei suoi ultimi Firmacopie in vista del tour che partirà in autunno per approfondire la conoscenza dell’album e del pensiero che c’è alla base di questo lavoro.

Luca Carboni

Luca Carboni

Luca parliamo subito di questo nuovo splendido album “Sputnik”. Già il titolo da l’idea di partenza. Una partenza che però fa tesoro delle esperienze passate. Un album che è molto coerente, e che è il proseguimento ideale di “Pop Up”…

Intanto ti ringrazio per l’aggettivo “splendido” perché i complimenti fanno sempre piacere. Sono felice di presentare questo nuovo album; per me è una grande festa, per parafrasare il titolo del primo singolo estratto. Come dicevi tu, il titolo ricorda anche molto della mia storia. Io sono nato negli anni ’60, cresciuto nell’epoca della guerra fredda; lo Sputnik è stato il primo satellite lanciato dai sovietici, che erano in gara con gli americani per la conquista dello spazio; però se ci pensiamo bene, questo satellite ha inaugurato anche l’era moderna in cui viviamo oggi; senza i satelliti vivremmo una vita sicuramente diversa, sapremmo meno cose. Questo simbolo, nella traduzione italiana significa anche compagno di viaggio, quindi è una parola dura che però ha un significato dolce, e mi piace pensare che le canzoni siano compagne di viaggio delle persone. E’ così anche per me; sono legato a tutte le canzoni che ho cantato e che ho scritto in questi anni. Mi auguro che anche le canzoni di questo nuovo lavoro possano essere compagne di viaggio…

In questo album c’è un pezzo molto interessante, che è anche una bella dichiarazione di intenti, “Io non voglio”, e una frase che dice “Voglio un cambiamento radicale”. Se Luca Carboni si guardasse intorno oggi, quale cambiamento radicale vorrebbe?…

Il cambiamento radicale nella canzone è legato al tema dell’amore, al fatto che nell’amore di coppia vissuto in profondità, ci deve essere la capacità di amare anche l’errore dell’altro, di perdonarsi, di non drammatizzare ogni situazione, quindi in questo caso la canzone parla di un cambiamento all’interno di un amore, di una coppia, di una storia. In generale i cambiamenti che vorrei sono davvero tanti, da quelli legati all’ambiente, a quelli legati all’apertura nella nostra società. Il discorso diventerebbe davvero lungo e complesso. Sicuramente ognuno di noi ha dentro di se’ un desiderio da realizzare, un cambiamento da attuare…

Video: Una grande festa

Nel disco hanno collaborato anche noti artisti della scena indipendente come Calcutta, Gazzelle e Giorgio Poi…

Sì, la scena indipendente mi piace molto. Negli ultimi anni, nella musica italiana, c’è stato il pop, il rap, e il rap che si trasformato in trap. Mancava da tempo una generazione che facesse anche la canzone d’autore in una chiave nuova e che rubasse un po’ di spazio al pop più banale presente da anni nella musica italiana, perciò ben vengano queste nuove generazioni che hanno un punto di contatto con cantautori come me, che hanno cominciato negli anni’ 80. Loro “rubano” un po’ la scena al pop, si stanno staccando dalle cose più alternative e stanno arrivando pian piano nelle radio, non rimanendo isolati. E questo mi fa molto piacere; un po’ come noi che negli anni ’80, volevamo uscire dalla canzone ideologica e politicizzata dei cantautori anni ’70. Noi volevamo raccontare l’uomo al di là dei partiti, delle divise, delle bandiere. Secondo me questa nuova generazione è interessante. Con Calcutta e Giorgio Poi, ci siamo incontrati a Bologna, girando spesso per il centro. Ho scoperto che erano venuti a vivere a Bologna. E’ nata prima un’amicizia, e da lì l’idea di collaborare in quest’album. Gazzelle invece è un cantautore di Roma; mi era piaciuto il suo disco, sono andato a sentirlo in concerto sempre a Bologna, in un club dove tra l’altro io faccio spesso le prove con i miei musicisti, e così è nata l’idea di provare a fare qualcosa insieme.

Un pezzo di quest’album che amo molto è “2”. Tu descrivi una verità assoluta, ovvero, “Tutta la gioia, tutto il dolore, tutto quello che hai è due…”

Questa è una canzone a cui tengo davvero tanto anche io; faccio un po’ di confusione con la matematica, perché il due sarebbe divisibile, e io dico invece che è indivisibile. In ogni storia d’amore ci sono due vite, due differenze, due culture, due mondi da cui arrivi e quando si ama non si deve pretendere di cancellare le differenze, che magari sono proprio quelle che ci hanno attratto della persona, e quindi mi piaceva questo concetto, viviamo una unità su due elementi che possono stare insieme per sempre…

Lo Sputnik Tour parte il 12 Ottobre da Nonantola, ed approda a Napoli, alla Casa Della Musica, il 26 Ottobre. Che tipo di concerto sarà?…

L’album è uscito l’8 Giugno, ma io ho voluto spostare il Tour volontariamente ad Ottobre perché mi piaceva che le canzoni di questo nuovo disco fossero conosciute bene, visto che faranno parte della scaletta del concerto, insieme ai successi che ci si aspetta e ad altre canzoni che solitamente non faccio dal vivo. Voglio fare un tour con la consapevolezza di cosa racconta questo album, delle idee che ci sono dentro. Ho lavorato tanto anche al progetto visuale, che gioca un po’ anche con i disegni della copertina, lo spazio, la spazialità, l’ironia, e anche momenti commoventi di un lavoro video che accompagnerà un po’ tutto il concerto…

“Cosa rimarrà dei nostri tentativi di rimanere umani”?…
Questa è una bella domanda… io sono da un lato un po’ fatalista, dall’altro anche ottimista e penso che l’umanità possa venire anche da un solo uomo, un po’ come dicevano le Sacre Scritture. Anche se c’è un solo uomo che porta dentro questa umanità, il mondo si può salvare…

Giuliana Galasso

Sputnik – Tracklist
Una grande festa
2 (Due)
Amore Digitale
Io non voglio
Ogni cosa che tu guardi
I film d’amore
L’alba
Prima di partire
Sputnik

Sputnik Tour
12 Ottobre – Nonantola (Vox Club)
13 Ottobre – Cesena (Vidia Rock Club)
16 Ottobre – Bologna (Estragon)
18 Ottobre – Padova (Gran Teatro Geox)
20 Ottobre – Venaria Reale (Teatro Della Concordia)
22 Ottobre – Firenze (Obihall)
23 Ottobre – Perugia (Afterlife)
25 Ottobre – Modugno (Demodè)
26 Ottobre – Napoli (Casa Della Musica)
28 Ottobre – Roma (Atlantico Live)
29 Ottobre – Milano (Fabrique)
31 Ottobre – Genova (Politeama Genovese)
3 Novembre – Brescia (Gran Teatro Morato)
4 Novembre – Parma (Campus Industry Music)

 

L’Impero crollerà: Milano canta Roma con Mannarino che sfida e supera se stesso

Mannarino live Milano ph Francesco Prandoni

Mannarino live Milano ph Francesco Prandoni

“L’impero crollerà” è il titolo del nuovo tour di Alessandro Mannarino. Reduce dai suoi viaggi reali e visionari, il cantautore romano ha riempito il Teatro degli Arcimboldi di Milano con un doppio concerto ricco sotto tanti punti di vista (Vivo concerti). “Questo concerto è dedicato a chiunque in questo momento stia viaggiando: verso un futuro migliore, verso terre nuove, verso una nuova dimensione interiore. Questo mio live parte dal concetto di movimento ed è questo che io e la mia band vi auguriamo: un grande movimento”. Questo è l’augurio che Mannarino fa a se stesso e al pubblico e lo fa in un momento di particolare forma artistica e umana. “Neanche nei miei sogni avrei mai immaginato o creduto di arrivare a questo punto. Ho attraversato momenti difficili ma ho avuto il coraggio di cambiare, la fortuna di poter lavorare con le persone giuste. Poi ho cambiato la faccia e oggi sono un po’ come Rocky che ricomincia a star bene dopo aver preso tante botte”.

E sta bene Alessandro, fidatevi. Il suo nuovo concerto è un’esperienza completa e appagante. Le canzoni del suo repertorio, per quanto già dotate di luce propria, sono state impreziosite da nuovi arrangiamenti curati e pensati per creare un’atmosfera cosmopolita.
Le suggestioni sono subito potenti in apertura: Mannarino sceglie tonalità scure, basse, intrise di pathos interpretativo. La texture sonora è finemente cesellata su misura di ciascun brano in scaletta, la voce dell’unica donna sul palco Lavinia Mancusi è una garanzia di trasversalità e potenza evocativa. Com’è noto Mannarino ha sviluppato un’ampia conoscenza delle percussioni latine e brasiliane in particolare. Il risultato è un crogiuolo di parole, di store, di emozioni. Mannarino si sa, predilige le storie degli ultimi, porta agli estremi i suoi racconti metaforici e non perde mai occasione per lanciare spunti di riflessione. L’uso che fa dell’ironia è a tratti tagliente, a tratti commovente. C’è spazio per le lacrime, per i sorrisi, per il disincanto e per la pura gioia di vivere. Il suo è un concerto lento, Alessandro e la sua band si prendono il tempo per gustarsi ogni attimo di un viaggio libero e senza una meta precisa. Gli inserti jazz con ampio spazio al pianoforte e al sax, regalano una veste ulteriormente ricercata a brani già molto strutturati nella loro veste originale. “Babalù” diventa un canto mistico africano, le ingiustizie urlate in “Deija” diventano uno squarcio nella notte, l’inquietudine conturbante di “Al Monte” diventa conquista guardando quell’unica grande bandiera nera sventolante sullo sfondo di un palco volutamente privo di scenografia.

“Siamo figli del positivismo, del logos occidentale, siamo diventati razionali e ci siamo persi il sogno. Questo è quello che cerco di ritrovare quando sono sul palco, quando suono, quando sono in giro. Questo è cerco di fare anche qui insieme a voi, se vorrete farlo insieme a me, ne sarò molto felice” – dice Mannarino al pubblico sempre più social addicted.
“Di questo tour sapevo solo il titolo “L’impero crollerà”. Il senso l’ho capito solo dopo. Mi sono reso conto del fatto che l’impero più grosso che dovevo far crollare era quello che mi portavo dentro. Dopo il primo album , si tende a pensare di aver raggiunto una certa cifra stilistca , che quella sia la direzione giusta. Invece è anche giusto cambiare. Io stesso ho cercato di farlo con un gesto forse banale ma per me importante: ho finalmente tolto il mio cappello nero. Il più grande gesto d’amore è mettersi in crisi e cercare di cambiare, mostrandosi per quello che si è davvero, solo così gli altri saranno liberi di scegliere se stare insieme a noi oppure no”.

Alla luce di quanto sopra, cinque minuti di standing ovation e scrosci di applausi sono anche pochi per due ore e un quarto di concerto. Se non conoscete Mannarino, potrei stare qui per ore a raccontarvi e a convincervi della sua bravura. Quello che farò, invece, è invitarvi ad andare subito a cercarvi qualcosa di suo e a chiudere gli occhi. Sarò curiosa di sapere dove sarete catapultati.

Raffaella Sbrescia

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