Perfetto World tour: inizia la nuova attesa avventura live di Eros Ramazzotti

Eros World Tour

Eros World Tour ph Arianna Carotta

È partito dall’Arena di Verona il Perfetto World Tour di Eros Ramazzotti.

Il tour nella prima parte toccherà Lubiana, Cluj, Sofia, Kracov, Kosice, Vienna, Zurigo, Monaco, Mannheim, Bruxelles, Praga, Colonia, Amsterdam, Stoccarda e, in Italia, Milano, Firenze, Roma, Caserta, Bologna per chiudere il prossimo 7 novembre a Torino. L’appuntamento live di Eros è l’occasione per l’Italia di mostrare nel mondo il momento artistico del nostro paese e in particolare della nostra musica pop e, mai come in questo tour, Eros ha voluto confrontarsi con le sonorità internazionali rivisitando completamente i 27 brani dello show. In scaletta molti brani tratti da Perfetto, l’album uscito per Universal Music in tutto il mondo lo scorso 8 maggio già multiplatino e stabile nella top ten dei dischi più venduti dei 60 paesi che lo hanno pubblicato. Non mancano i più grandi successi selezionati con attenzione per non scontentare il pubblico dei vari paesi che lo attende numeroso in queste prime 28 date. La direzione musicale è di Luca Scarpa (fidato direttore musicale) e Claudio Guidetti, (che con Eros ha prodotto Perfetto) e traghetta Ramazzotti in un mondo nuovo che unisce perfettamente il repertorio classico con la nuova musica proponendo nuovi arrangiamenti e remix.

Grande spazio per Eros musicista nella parte di assolo chitarra di Stella Gemella, da solo al piano in Tra vent’anni e, nel finale, con la versione acustica per chitarra di Un angelo disteso al sole; nonostante la sua carriera planetaria e i suoi 60 milioni di dischi venduti, Eros continua comunque ad investire nella musica e ha voluto accanto a se una super band di 10 elementi.

Eros World Tour ph Arianna Carotta

Eros World Tour ph Arianna Carotta

Con lui sul palco musicisti provenienti da tutto il mondo: l’amico fraterno Luca Scarpa (piano & keyboards), Giovanni Boscariol (keyboards), Giorgio Secco (guitar),Thomas Pridgen (drums), Paolo Costa (bass), Joe Leader (sax), Christian Pescosta (percussions), Monica Hill e Roberta Montanari (backing vocals) e il leggendario Phil Palmer (guitar), collaboratore storico di Eros e, tra gli altri, di Bob Dylan, Frank Zappa, Robbie Williams.

La regia è di Luca Tommassini:

“Più Eros che mai. Più di 30 anni di carriera e 50 anni di vita, ma in questo show sarà più Eros che mai. Senza fronzoli, lo show punta ad evidenziare la vera essenza musicale dell’artista che più di ogni altro ha saputo conquistare il mondo con la sua musica. Ho vissuto più all’estero che in Italia e mi sono reso conto che ci sono cinque cose che tutti conoscono del nostro Paese: la parola Ciao, la pizza, la pasta, Pavarotti e …Ramazzotti!!! Ed è stato un grande piacere lavorare con lui, e vedere la sua voglia di mettersi sempre in gioco!”

Gli arrangiamenti musicali per la prima volta nascono in parallelo alla costruzione dei visual, che Eros ha seguito con Tommassini negli ultimi nove mesi entrando nella definizione di ogni singolo dettaglio. L’opening è affidata ad una speciale animazione 3D del volto di Eros, particolarmente spigoloso, che ricorda vagamente lo spirito dei disegni della Marvel e che evidenziano orgogliosamente la mappa dei segni che il tempo ha tracciato sul suo viso.

Lo spettacolo è apparentemente molto semplice ma è realizzato con le più avanzate tecnologie in linea con l’avanguardia delle più prestigiose produzioni internazionali. La maschera di Eros è una sorta di icona e lo spettacolo comincia proprio così, con le immagini vagamente ispirate al mondo delle sagome di Chaplin: sulle note de L’ombra del gigante “tanti iconici” Eros per la prima volta lo mostrano leggero, e svelano un lato ironico che pochi conosconoNel corso dello spettacolo lo vediamo ballare la salsa, girare alcuni particolari contributi sott’acqua, palleggiare con se stesso in bianco e nero sulle note di Sbandando, o anche protagonista di un video di morphing che rappresenta un viaggio nelle diverse culture del mondo.

Eros World Tour ph Arianna Carotta

Eros World Tour ph Arianna Carotta

Per Esodi, un brano di ventidue anni fa, scritto con Adelio Cogliati e Piero Cassano, contenuto nell’album Tutte storie (1993), uno dei momenti più importanti: sullo schermo un enorme televisore e il volto solare e sorridente di un bimbo che giocando si avvolge dolcemente in una grande bandiera dell’Europa e che, salutando Eros, propone un messaggio di positività; per L’Aurora il linguaggio dei segni di una danzatrice propone l’intero testo del brano, diventando la speciale cornice di questo emozionante quadro scenico.

Il tour è prodotto da Maurizio Salvadori, Trident Music ed è realizzato in collaborazione con RDS e BMW.

PERFETTO WORLD TOUR

EROS RAMAZZOTTI

SET LIST

1             L’OMBRA DEL GIGANTE

2             IL TEMPO NON SENTE RAGIONE

3             PERFETTO

4             ALLA FINE DEL MONDO

5             STELLA GEMELLA

6             SE BASTASSE UNA CANZONE

7             ROSA NATA IERI

8             SBANDANDO

9             PIÙ CHE PUOI

10           TERRA PROMESSA

11           VIVI E VAI

12           ESODI

13           TRA VENT’ANNI

14           UNA STORIA IMPORTANTE

15           ADESSO TU

16           L’AURORA

17           DOVE C’E’ MUSICA

18           IL VIAGGIO

19           UN’ALTRA TE

20           l BELONG TO YOU

21           SEI UN PENSIERO SPECIALE

22           UN’EMOZIONE PER SEMPRE

23           COSE DELLA VITA

24           MUSICA E’

BIS

25           UN ANGELO DISTESO AL SOLE

26           FUOCO NEL FUOCO

27           PIÙ BELLA COSA

PERFETTO

WORLD TOUR

EROS RAMAZZOTTI

TOUR CALENDAR

12 settembre 2015         Rimini – 105 Stadium (Anteprima)

16 settembre 2015                         Verona – Arena

18 settembre 2015                         Verona – Arena // SOLD OUT

19 settembre 2015                         Verona – Arena

22 settembre 2015                         Lubiana (Slovenia) – Velika Divorana Stozice

24 settembre 2015                         Cluj Napoca (Romania) – Sala Polivalenta

26 settembre 2015                         Sofia (Bulgaria) – Armeec Arena// SOLD OUT

29 settembre 2015                         Cracovia (Polonia) – Arena

30 settembre 2015                         Kosice (Slovacchia)- Stell Arena// SOLD OUT

2 ottobre 2015                  Vienna – Wiener Standthalle

5 ottobre 2015                  Zurigo (Svizzera) – Oerlikon

7 ottobre 2015                  Milano – Mediolanum Forum

9 ottobre 2015                  Milano – Mediolanum Forum  // SOLD OUT

10 ottobre 2015                               Milano – Mediolanum Forum

12 ottobre 2015                               Firenze – Mandela Forum

14 ottobre 2015                               Roma – Palalottomatica

16 ottobre 2015                               Roma – Palalottomatica// SOLD OUT

18 ottobre 2015                               Castel Morrone – Palamaggiò

20 ottobre 2015                               Bologna – Unipol Arena

22 ottobre 2015                               Monaco di Baviera (Germania) – Olympiahalle// SOLD OUT

24 ottobre 2015                               Mannheim (Germania) – SAP Arena

26 ottobre 2015                               Bruxelles (Belgio) – Palais 12

27 ottobre 2015                               Bruxelles (Belgio) – Palais 12

30 ottobre 2015                               Praga (Repubblica Ceca) – 02 Arena

1 novembre 2015                            Colonia (Germania) – Lanxess Arena

3 novembre 2015                            Amsterdam (Olanda) – Ziggo Dome// SOLD OUT

5 novembre 2015                            Stoccarda (Germania) – Schleyrhalle

7 novembre 2015                            Torino – Pala Alpitour// SOLD OUT

Intervista a Vacca: “L’ultimo tango chiude un’era. Sono pronto a rimettermi in gioco”

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A due anni e mezzo di distanza da “Pazienza”, Vacca ritorna in pista con “L’Ultimo Tango”, dal 18 settembre nei negozi per Produzioni Oblio/Sony Music. L’album è stato registrato a Kingston, in Giamaica, dove l’artista si è trasferito in pianta stabile. In questo lavoro,  il quinto ufficiale, Vacca fonde tutte le sue passioni musicali utilizzando un linguaggio particolarmente ruvido e senza filtri, decisamente in linea con lo scenario socio-politico contemporaneo. In “Trust No One”,  l’ultima traccia del disco, l’artista si cimenta, inoltre, per la prima volta, col “Patois” (la lingua creola giamaicana) e si propone al pubblico in una nuova chiave alludendo all’inizio di un nuovo percorso professionale che si prospetta all’orizzonte. Ecco tutto quello che l’artista ci ha raccontato qualche giorno negli uffici di Ma9Promotion a Milano.

In che senso questo album rappresenta l’inizio di una nuova era?

Non penso che all’interno della durata del ciclo della vita una persona possa riuscire a raggiungere la perfezione in termini musicali o artistici. Può esistere la perfezione in un certo periodo ma, arrivati ad un certo punto, bisogna accettare il fatto che la ricerca debba essere continua. La mia perfezione deve ancora arrivare.

Come valuti l’attuale situazione della scena rap italiana?

Apro una piccola parentesi: in Italia ci sono stati tanti rapper, nomi anche molto importanti che hanno fatto la storia di questo genere. Quello che è cambiato oggi è che tutte le regole e le strutture che si erano venute a creare, oggi non ci sono più. Adesso tutto è cambiato, sono arrivati artisti che se ne fregano di determinate regole, hanno fatto sì che il pubblico si abituasse ad un suono più vero, meno finto. Adesso  il web è in grado a dare la giusta visibilità a determinati artisti; io sono uno di quelli nati e cresciuti con il web. Ho regalato davvero tanta musica attraverso la rete e questo mi  è servito tanto a diventare quello che sono oggi. Il rapper è un tipo di artista che ha sicuramente più dignità di altri. Certo, a tutti e capitato di scrivere la hit per la radio ma, ad oggi, nessuno ti può dare la certezza che un singolo popolare possa facilitarti l’ingresso in determinati canali. Alla luce di quanto detto, la mia filosofia è: io faccio questo tipo di musica, se non ti piace, bene, se ti piace mi ascolti, non ho bisogno di scendere a compromessi.

Vacca ph Paifo

Vacca ph Paifo

Come hai lavorato alla costruzione dei suoni di questo album insieme a Big Fish e Mastermind?

Con Fish lavoro ormai da un po’ di tempo, l’ultimo lavoro che abbiamo fatto insieme era “Sporco” nel 2010. Con Mastermind mi aveva prodotto “Faccio tutto quello che voglio” nel 2008. Per quanto riguarda le basi, tutto nasce da una richiesta mia in termini di  genere. Solitamente fornisco una direzione in cui andare, poi è tutta farina del produttore. A quel punto posso scegliere il tipo di struttura, dire se voglio partire con la strofa invece che con il ritornello, posso apportare determinate modifiche sulla traccia dopo che ho registrato. Una volta mandata la voce in Italia, dato che io registro in Giamaica, i produttori hanno tutto il tempo per fare le modifiche, trovare i suoni più adatti alla mia voce.

Per quanto riguarda le tematiche che affronti in questo lavoro, quanto ha influito il fatto che tu l’abbia scritto in Giamaica?

Scrivo i miei dischi in Giamaica dal 2009. Il posto in cui vivo, le problematiche dell’isola, la gente, la lingua, il vivere in maniera diversa mi aiuta, mi dà ispirazione, mi fa vedere cose che non avrei modo di vedere altrove. Per quanto riguarda gli argomenti,  in ogni lavoro cerco di essere diverso. Questo è l’ album più rap di tutta la mia storia. Di solito mischiavo il rap con il raggae, la dancehall, inserivo canzoni d’amore, robe che magari gli altri rapper non facevano. Qui ho trovato altri topic, diversi argomenti. C’è un pezzo che ho dedicato a tutti quanti i miei amici, uno che parla dei sogni in un modo diverso da quanto fatto in passato, un brano leggero, come “Il Ragazzo coi dread”, che parla di quello che sono io fisicamente. C’è un brano dedicato a mia figlia, una canzone dedicata all’amore in modo ironico e un pezzo semplice m molto tecnico come “Abc”.

Per “L’Ultimo Tango” ti sei avvalso di collaborazioni importanti…

Sì. Ho scelto un artista nuovo,  il cui nome è Paskaman, perché non mi piace dar spazio solo ed esclusivamente ai nomi che tutti quanti conoscono. In ogni mio disco c’è sempre qualche nuova realtà. C’è Jake La Furia, membro storico dei Club Dogo, con cui non collaboravo dal 2004. Undici anni dopo abbiamo deciso di omaggiare i nostri fan con questa collaborazione, poi c’è un pezzo con Jamil, il mio figlioccio artistico, e uno con Egreen , anche lui presente nella mia crew Vooodo Cod.  Con Danti dei Two Fingerz abbiamo raccontato la situazione italiana in un modo più attuale. Poi c’è un altro ragazzo che si chiama Cali, un emergente veramente talentuoso.  C’è Enrico dei Los Fastidios, il cui genere è lo ska. Il brano realizzato con lui parla dello stadio  perché Enrico è uno dei responsabili della curva della squadra di calcio Virtus Verona, una squadra che milita in serie D  la cui curva è molto impegnata contro il razzismo, contro l’omofobia. Si lotta contro duemila cose a favore dei diritti della gente. Quando sono in Italia spesso vado a seguire le partite della squadra. In curva ci sono punk, rappers, insomma un po’ di tutto; più che una curva, si tratta di un piccolo centro sociale da dove partono tante iniziative.

Come  è stato cantare utilizzando il Patois, la lingua creola giamaicana?

Questo  è il primo  brano che ho registrato in Patois.  Per questo motivo ci sono particolarmente affezionato e ho voluto che fosse in questo disco. Non è tecnicamente perfetto, si sente tanto l’accento italiano ma mi fa piacere che, pur avendo cambiato lingua, sono riuscito a mantenere intatta la mia tecnica.

Si tratta del primo passo verso qualcosa di nuovo?

In effetti abbiamo un album pronto, mancano due/ tre pezzi da registrare ancora. Sto lavorando affinchè il prossimo anno si provi ad andare in Europa. Cambierò tutto, si tratterà di un altro Vacca, quello che faccio ora non c’entra niente, sarà musica super leggera, con tanto reggae. C’è un team che sta lavorando su una serie di singoli, che mi aiuta a scrivere, a pronunciare perfettamente, che mi fa le basi e che mi obbliga ad andare in studio in determinate situazioni. Si tratta di un progetto pensato per uscire dall’isola, tutti i pezzi sono fatti uno alla volta, ognuno ha la propria storia e potrebbero anche non fare parte di un unico album.  Il fatto di cantare in patois mi ha fatto venire la voglia di ricominciare, sto ritornando a 12 anni fa. Nessuno mi ha mai messo limiti o paletti. Non c’è stato mai nessuno che abbia potuto dirmi cosa dire, cosa fare, come dovermi presentare;  ho sempre fatto tutto di testa mia ma sempre insieme al mio team. Ovviamente c’è gente che investe su di me mi hanno sempre lasciato libero.

Vacca ph Paifo

Vacca ph Paifo

Qual è il legame tra questa cover così aggressiva con il titolo dell’album?

Guardando la forma del coltello, si evince la somiglianza con il cinque romano, ovvero il mio quinto disco. La forma simboleggia anche  la V di Vacca. “Arancia meccanica” è stata una delle più grosse ispirazioni. Il coltello simboleggia anche un taglio: è finita un’ era, è finito un periodo. Tutto quello che volevo fare, l’ho fatto. Con questo non significa che non voglia fare altro, voglio fare molto di più ma a un certo punto bisogna anche essere capaci di rimettersi in gioco. Questa, per ora, è la mia ultima danza italiana.

Come porterai tutto questo dal vivo?

A questo giro voglio creare uno show come non ho mai fatto prima. Voglio riuscire a portare ad un  ottimo livello tutta la produzione  e mi piacerebbe coinvolgere tutti coloro che hanno fatto parte di questo progetto e della mia storia negli ultimi 10 anni.  In scaletta ci sarà tanto di questo disco ma darò spazio anche al rap del mio passato, cercherò di accontentare tutti con due ore e mezza di super show.

 Raffaella Sbrescia

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Di seguito il calendario degli instore:

17/09 Varese – Casa Del Disco ore 15.00

18/09 Milano – Mondadori via Marghera ore 18.00

19/09 Torino – Feltrinelli Stazione ore 17.30

20/09 Brescia – Mondadori c/o C.C. Freccia Rossa

21/09 Genova – Feltrinelli ore 17.30

22/09 Verona – Feltrinelli ore 17.30

23/09 Firenze – Galleria Del Disco ore 15.00

23/09 Lucca – Sky & Stone ore 18.00

24/09 Roma – C.C. Porte di Roma ore 19.00

25/09 Napoli – Feltrinelli ore 17.00

27/09 Palermo – Mondadori ore 15.30

27/09 Agrigento – Mondadori c/o C.C. Le Vigne ore 19.00

28/09 Bari – Feltrinelli ore 17.00

La tracklist del disco:

“INTRO (NON UN PASSO INDIETRO)”, Prodotta da Zef; “L’ULTIMO TANGO”, Prodotta da Rik Rox
; “ABC”, Prodotta da Mastermaind e Kermit; “IL RAGAZZO COI DREAD”, Prodotta da Mastermaind; “MANCHI SOLO TU FEAT Enrico Los Fastidios”, Prodotta da Kermit; “NOI VS TUTTI”, Prodotta da David Hoover; “TRENDSETTER FEAT JAKE LA FURIA”, Prodotta da Rik Rox; “FINE DI UN SOGNO” Prodotta da Kermit; “ANCORA QUA FEAT JAMIL”, Prodotta da A&R; “MONA LISA”,  Prodotta da A&R; “LEAD NEVA FOLLOW FEAT PASKAMAN”, Prodotta da Zef e David Hoover, “REVOLUTION” feat DANTI, Prodotta da David Hoover; “SANGUE DEL MIO SANGUE” , Prodotta da Mastermaind; “JORDAN” feat Cali, Prodotta da Kermit; “AKA” feat EGREEN, Prodotta da David Hoover; “TRUST NO ONE”Prodotta da BigFish.

Video: Il ragazzo coi Dread

Soundtrack Live, la geniale arte di Apparat arriva in Italia

Apparat

Il celebre artista berlinese Sascha Ring, meglio noto con il nome d’arte Apparat, sta per tornare in Italia per le nuove imperdibili date del suo attesissimo tour Soundtrack Live. Nome di spicco all’interno della scena elettronica europea, l’artista proporrà al pubblico uno speciale set comprensivo dei suoi più grandi successi. Dopo aver raggiunto una popolarità trasversale e nei più disparati ambiti artistici, Apparat rappresenta una garanzia per gli ascoltatori più esigenti e desiderosi di un’esperienza d’ascolto sofisticata e multisensoriale.

Il set includerà brani inediti scritti per il teatro e il cinema e vedrà il supporto, per il lato visual, del collaboratore Transforma, lo spettacolo proporrà brani ricchi di sfaccettature, elettronica emozionale e sci-fi soul e in Italia verrà proposto a Napoli, Roma, Milano, Torino e Bologna (Robot Festival). Intanto l’artista è stato premiato dalla giuria del Soundtrack Stars Awards, il Premio collaterale alla Mostra d’Arte Cinematografica a Venezia 72,  assegnato alla migliore colonna sonora tra le opere in Selezione Ufficiale. La giuria composta dal Professore e storico del cinema Gianni Canova (presidente), Malika Ayane, Laura Delli Colli (SNGCI), Alessandra Magliaro (ANSA) e Paola Jacobbi (Vanity Fair) ha segnalato “EQUALS” per l’intensità con cui la musica elettronica di Apparat sa dar vita a una partitura in apparenza minimalista ma di grande efficacia drammaturgica nel costruire un mondo distopico basato sulla deprivazione emozionale e percettiva.

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La festa di J Ax al CarroPonte: un sold out per festeggiare “Il bello d’esser brutti”, l’album della riscossa

J Ax @ PhotoCirasa

J Ax @ PhotoCirasa

“Sono felicissimo. Questa è l’ultima data del tour che mi ha dato più soddisfazioni in assoluto. Vedo gente che era qui anche al CarroPonte di tre anni fa, prima della tv e di tutto il resto”. Con queste parole J-Ax ringrazia il numerosissimo pubblico accorso all’ex-Breda, sempre più punto di riferimento per la musica italiana. L’unica data milanese del tour estivo del cantautore rap ha consacrato l’inarrestabile successo de “Il Bello d’Essere Brutti Summer Tour”, affiancato dal clamoroso successo  riscontrato dall’ultimo album di inediti di J-Ax. Dopo il doppio platino, 7 mesi di permanenza in classifica FIMI e quasi 52 milioni di visualizzazioni su Youtube con il tormentone estivo “Maria Salvador”, Alessandro Aleotti si gode la sua riscossa e la dedica interamente al suo pubblico.  Ad aprire il concerto, caratterizzato da una scaletta composta da sole hits, sono Caneda e Weedo. Poco dopo l’Accademia delle Teste Dure fa il suo ingresso sul palco e J Ax parte subito con una triade di fuoco: Spirale Ovale, La tangenziale, Domani Smetto. L’umore è alle stelle e la cosa si evince anche dalla voce dell’artista. Bellissima, anche dal vivo, L’uomo col cappello oltre a Gente che spera e l’esilarante title track Il bello d’esser brutti. Ax, visibilmente emozionato, non perde occasione per ringraziare al pubblico e sottolineare la sua stessa sorpresa di fronte a tanto affetto: “Spero di trovare le parole giuste per raccontarvi le emozioni che mi ha regalato questa riscossa, per dirvi cosa siete stati capaci di farmi fare, per spiegarvi cosa significa per me essere ancora musicalmente rilevante”.

J- Ax LIVE @ CarroPonte (uno scatto tratto dalla pagina Facebook dell'artista)

J- Ax LIVE @ CarroPonte (uno scatto tratto dalla pagina Facebook dell’artista)

L’artista alterna i brani del nuovo disco con le pietre miliari del proprio repertorio come l’intenso brano Non è un film. Momento divertimento con Weedo  sul palco per  The Pub song, grande sorpresa per l’imprevista ospitata dei Club Dogo al gran completo per eseguire dal vivo Old Skull. Non mancano parole di sincero affetto anche per Fedez, presente sul palco per cantare Bimbiminkia: “Fedez è un fratello che ha rischiato tutto insieme a me creando Newtopia”, spiega J Ax. Grande entusiasmo anche per Nina Zilli, che dopo aver eseguito Uno Di Quei Giorni , è stata ringraziata da J Ax per aver creduto in lui. Lampi di fuoco e pole dance per il gran finale con la hit dell’Estate Maria salvador, cantata ovviamente insieme a Il Cile. Grazie a esperienza, immediatezza, tecnica e personalità J Ax ormai è una star.

 Raffaella Sbrescia

La scaletta

Spirale Ovale
La Tangenziale
Domani Smetto
Sono di moda
Più Stile
L’Uomo col Cappello
Gente che Spera
Caramelle
Il Bello d’Esser Brutti
Non E’ un Film
Medley Debby
Meglio Prima
Decadance
Immorale
Sopra la Media
The Pub Song (feat. Weedo)
Hai Rotto il Catso
Miss & Mr. Hyde
Medley Giusy
Old Skull (feat. Club Dogo)
Bimbiminkia (feat. Fedez)
Ribelle e Basta
Piccoli per Sempre
Uno di quei Giorni (feat. Nina Zilli)
Intro
Rap and Roll
Maria Salvador (feat. Il Cile e Giada Accorti Pole Dance)
Outro

 

 

Dolcenera presenta Le stelle non tremano: “Troviamo la forza di scrivere ogni giorno una nuova frase sul libro della vita”

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Una lunga gestazione, un meticoloso lavoro di ricerca sonora e musicale e messaggi pregni di significato caratterizzano “Le stelle non tremano”, il sesto album in studio di Dolcenera pubblicato l’11 settembre. L’album arriva a distanza di tre anni dal precedente “Evoluzione della specie” ed è interamente scritto, arrangiato e prodotto dall’artista. Gli undici inediti presenti nella tracklist trovano ispirazione in Kant, Platone, Gandhi, così come a Pasolini e Monicelli e si muovono tra suoni elettronici, canzone d’autore e contaminazioni orientali e africane confermando la natura eclettica di Dolcenera, sempre più cantautrice del nostro tempo. Tra filosofia, sentimenti e ricerca, Emanuela Trane disegna il percorso di un cammino che offre diverse piste da seguire. Il risultato è un’accattivante alchimia di generi che va dal pop più classico alla dance più esaltante, dal rock più graffiante al sound dell’estremo oriente. Con le sue debolezze, i suoi punti di forza e tutta la passione che la contraddistingue, Dolcenera è tornata con un progetto ambizioso, completo, innovativo  che esorcizza il nostro demone comune: la paura del futuro.

Ecco quello che l’artista ci ha raccontato:

“Le stelle non tremano” è un album che non lascia niente al caso, a partire dalla data di uscita…

Tutti tendono a ricordare più facilmente la dichiarazione di guerra al mondo con il tragico attentato che ha coinvolto le Torri Gemelle di New York,  invece della dichiarazione di pace nel mondo che fece Gandhi nel 1906 con la ‘Satyagraha’. Verso i tre quarti del processo di scrittura dei testi di questo album mi sono resa conto del fatto che parlavo sempre della stessa cosa, temevo che mi stessi ripetendo e mi chiedevo dove volessi arrivare. Alla fine ho capito che il filo conduttore era uno solo: combattere la paura del futuro. Mi sono resa conto che questa tematica era presente in tutti i pezzi, ognuno chiaramente prendeva un’accezione diversa però partiva sempre da una constatazione della realtà e del nostro periodo storico. Siccome l’11 settembre è il giorno in cui hanno voluto metterci paura, ho scelto questo giorno proprio per esorcizzare la paura.  In “Niente al mondo”, ad esempio, ho scritto: “Abbiamo vinto/abbiamo perso ma/è il nostro tempo/per quello che ne so/ è tutto quello che ho”; c’è stata una fase in cui siamo stati bene e adesso siamo in crisi ma questo è il nostro tempo ed è tutto quello che abbiamo.

 Perché contrapponi il sogno alla speranza?

Volevo scrivere una canzone sulla speranza per innescare un tipo di atteggiamento positivo. Dopo la rabbia di “Ci vediamo a casa”, un pezzo che non dava speranze in cui cantavo “La chiamano realtà questo caos legale di dubbia opportunità”, ho voluto trasformare questo sentimento in speranza contro precarietà e disgregazione. Mi sono ritrovata per caso a leggere qualcosa di Pasolini e guardare su Youtube un video di Monicelli, entrambi avevano detto in momenti diversi la stessa cosa: avevano contrapposto la speranza al sogno. La speranza è qualcosa di negativo e di passivo che ti porta a credere che ci sia qualcuno che ti possa regalare una via d’uscita;  il sogno invece è attivo, porta a muoversi, ad agire. Ho capito che bisogna combattere la passività della speranza, non serve aspettarsi qualcosa se questo non viene cercato e conquistato.

 Il testo di “Credo” gioca su alcuni atti di fede smontandoli subito dopo. Tu in cosa credi?

Credo nella passionalità, nella trasparenza , nella sincerità, nell’equilibrio dei sentimenti  e delle forze della natura, nell’amore e nella capacità di raggrupparsi. Alla fine credo che tutto sia collegato dalle fogne fino al cielo stellato. Siamo tutti inscindibilmente collegati.

Come sei arrivata al titolo dell’album?

Il titolo nasce da una frase che è all’interno di “Fantastica”, una canzone dedicata a un amico che non c’è più e che mi ha insegnato a vivere con un sorriso, con ironia. “Le stelle non tremano” è arrivato anche perché lui studiava ingegneria aerospaziale e anche perché quando si pensa ad una persona che non c’è si tende a guardare il cielo. Un’altra motivazione è che questa frase è anche metafora di non avere paura, provare a guardare le cose da una diversa prospettiva.

Cos’è che ti fa sognare?

Mi appiglio ogni volta a qualcosa di diverso: all’amore, alla passione, allo sport (sono sempre stata una sportiva sin da bambina), alla musica. Le passioni possono essere cangianti ma ogni volta devo andare fino in fondo. Mi piace conoscere, sapere, scavare e la musica è qualcosa che ti consente di continuare ad imparare e conoscere per tutta la vita.

Dolcenera ph Paolo Cecchin

Dolcenera ph Paolo Cecchin

Quanto tempo ci  voluto per realizzare questo progetto?

Ho scritto l’album in due  anni e mezzo,  quasi tre. Si tratta di un lavoro portato avanti a fasi, con tempi di pausa. Ho sempre cercato di mantenere una certa indipendenza artistica, lasciando alla persona il tempo di vivere per poter raccontare. Un lusso che mi sono concessa e che si paga in tanti modi. Ad esempio in famiglia non fanno altro che ripetermi che non mi si vede in tv. Che devo farci? Sto facendo quello per cui forse dopo andrò in tv (ride ndr).

A proposito di presenza in tv, l’esperienza del reality l’hai definita devastante…

Sì, quella sì. Sono stata la madrina di questo disastro (ride, ndr). Music Farm uno strano reality musicale con dei cantanti che avevano anni di carriera alle spalle. Fu una rivelazione il fatto che per ben due edizioni vinse ‘il giovane’ del gruppo. Quando ho fatto quell’esperienza, non avevo consapevolezza dell’età che avevo , ero più chiusa, più bambina. Anche da ragazzina non parlavo spesso, per me è stato molto difficile. In seguito ho dovuto cambiare approccio ma questo cambiamento è avvenuto solo recentemente. La cosa bella di quell’esperienza è stato il mio scoprirmi arrangiatrice. Per esempio quando c’era da fare una cover, potevo studiarla e farla mia. Mi ricordo soprattutto la mia versione di  “I will survive”.

Ti capita di guardare i reality show?

Io non guardo assolutamente reality, guardo solo  Super Tennis, DMax e  Focus.

Parlando della minuziosa ricerca sonora che caratterizza il disco, ci racconti le tappe che hanno scandito la scelta degli arrangiamenti,  in particolare quello di “Immenso”?

“Immenso” è una delle mie preferite del nuovo album. L’arrangiamento è molto particolare, moderno ma al contempo fedele alla tradizione della musica italiana. E’ un pezzo che ruota attorno a diversi punti di vista, c’è lo spazio che riempie il cuore, ma anche un vuoto che crea un abisso nell’anima. Ho lavorato veramente molto alla realizzazione di questo brano, circa due mesi. La grande scoperta è il synth suonato a reverse, una figata cosmica. Ho usato anche una tromba solista e, dato che mi è piaciuta molto, l’ho inserita in diversi pezzi. Anche  il basso di questo pezzo è uno dei più belli dell’album; l’ ho programmato nota per nota al pianoforte ed è difficilissimo da suonare.

Dolcenera ph Paolo Cecchin

Dolcenera ph Paolo Cecchin

Come porterai tutto questo in tour?

Sono due anni che non faccio tour, non posso portare una trentina di elementi sul palco per cui dovrò capire come riarrangiare tutto con 4-5 elementi . C’è un uomo che renderà speciale la scenografia dello spettacolo, lui è Joe Campana, un super professionista che lavora con i più importanti nomi della musica italiana ma soprattutto un uomo concettuale.  A dicembre ci sarà un tour teatrale e, sebbene, non si tratterà di un concerto acustico, non rinuncerò ad una parte piano e voce in cui potrò sbizzarrirmi e divertirmi di più.

Ci racconti come è nato il concept della cover e del booklet dell’album?

Conosco da anni Guido Daniele, un artista di fama internazionale, un uomo che fa parte di una generazione folle, che noi non possiamo capire. Guido mi proponeva da tempo un progetto artistico e, in quest’occasione, ha voluto coinvolgere anche il noto fotografo Paolo Cecchin lasciandomi comunque la libertà di scegliere cosa farmi dipingere sul mio corpo. Dato che per questo disco ho pensato all’elettronica contaminata da strumenti primordiali, ho pensato a circuiti e neuroni; sono un’aliena con tratti umani.

Come affronti la paura?

Riesco a superare la paura dei cambiamenti soltanto con la voglia di sorprendermi. Non posso pensare di poter fare una cosa uguale all’altra, devo poter crescere, questa è l’unica cosa che mi salva.

Il brano “L’anima in una lacrima” racchiude in sé una metafora che esprime un concetto molto intenso. A cosa o chi ti sei ispirata?

Avevo in testa questa frase a cui pian piano volevo dare un senso. Quando ho scoperto le parole di Herman Herman Hesse ho capito: “Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima”. Parole diverse per esprimere un concetto simile e che possono raccontare sentimenti e situazioni differenti.

Ne “Il Viaggio” dici: “Cos’è che vedi in me tra miliardi di vite”. Un maestoso interrogativo…

Questa canzone ha una doppia dedica: in primis al mio compagno e poi ai ragazzi del mio Fanclub. Ho tradotto il tutto in forma musicale con le claps da stadio, i cori e la condivisione dei suoni che arrivano dal pubblico.

Quanto amore c’è in questo lavoro?

L’amore in questo disco è presente in tante forme: l’amore verso un progetto, verso un sogno condiviso, per la persona che ti sta accanto, colui che ti dà l’equilibrio e che ti tira fuori dalla depressione.

Dolcenera ph Paolo Cecchin

Dolcenera ph Paolo Cecchin

Perché hai definito il brano “Universale” come una sorta di testamento?

Questo è il mio pezzo preferito, oltre a “Immenso”. Chiaramente anche gli altri brani hanno una particolarità sia sonora che contenutistica. Questo, però, è un po’ più complicato. “Effimero è il destino di vivere sospesi” è l’intro ed è già chiaro che siamo su un altro livello. Adoro questo pezzo perché è complicato quanto lo sono io, è la sintesi totale di me. Nella terza strofa scrivo: “Determina le sorti/non è virtù dei fessi/ avere più fiducia/per credere in se stessi/ ma è come avere in mano un libro senza le parole”. Il senso è: va bene essere caparbi ma bisogna avere un contenuto, bisogna sforzarsi di riflettere, di avere un’opinione sul mondo, di studiare, di approfondire, avere la voglia di scrivere ogni giorno una frase nuova sul libro della vita.

Ogni giorno è un giudizio?

La capacità di autoanalisi è la nostra prova quotidiana. “Cerco di fare qualcosa di nuovo ogni giorno, senza paura”, così mi disse un miliardario che incrociai una volta in Sardegna. Alla fine è vero, l’attitudine  a fare una cosa diversa al giorno può fare la differenza nel nostro piccolo.

Stai anche producendo dei lavori per altri?

Sì sto seguendo un ragazzo ma è ancora top secret.

Com’è lavorare con te?

Siccome io ho fatto tutto da sola, sono convinta che anche gli altri debbano fare da soli. L’ideale è scoprire qual è la caratteristica di suono più adatta alla propria scrittura. Insieme facciamo un percorso mentale e di scrittura poi chiaramente ci metto un po’ del mio per quanto riguarda gli arrangiamenti…

Quali sono i tuoi ascolti?

Non ho un gusto musicale preciso, a me piace tutto e cerco di prendere il meglio di ogni genere. Mi piace usare diverse applicazioni che mi consentono di spaziare. Non parlo solo di iTunes e Spotify, c’è anche Discover Music che mi permette di scoprire gruppi e cantautori che non hanno mai pubblicato.

Raffaella Sbrescia

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Le date dell’Instore tour

13 settembre: Mestre, VE (C.C. Auchan Porte di Mestre, ore 17.30)

14 settembre: Brescia (Mondadori, ore 15.00) e Verona (Feltrinelli, ore 18.30)

15 settembre: Padova (Mondadori, ore 18.30)

16 settembre: Villesse, GO (Mediaworld, ore 17.30)

17 settembre: Modena (Mediaworld, ore 17.30)

18 settembre: Varese (Casa del disco, ore 15.00) e Torino (Feltrinelli Stazione, ore 18.30)

21 settembre: Bologna (Mondadori, ore 18.30)

22 settembre: Roma (Discoteca Laziale, ore 17.30)

23 settembre: Napoli (Feltrinelli Stazione, ore 15.00) e Marcianise, CE (Mondadori, ore 18.30)

24 settembre: Bari (Feltrinelli, ore 18.00)

25 settembre: Lecce (Feltrinelli, ore 18.00)

28 settembre: Palermo (Mondadori, ore 18.30)

30 settembre: Genova (Feltrinelli, ore 17.30)

1 ottobre: Firenze (Galleria del Disco, ore 18.00)

 Video: Fantastica

Coinquilini: Dimartino e Colapesce incantano il pubblico del CarroPonte

Antonio Di Martino

Antonio Di Martino

“Per un po’ di tempo abbiamo rischiato di dover dividere un appartamento. Non è successo, ma abbiamo pensato che sarebbe stato comunque carino abitare il palco”. Con queste parole Colapesce e Di Martino, due dei più interessanti cantautori attualmente presenti all’interno dello scenario musicale italiano, hanno introdotto lo speciale concerto tenutosi lo scorso 9 settembre sul palco del CarroPonte di Sesto San Giovanni. “Conquilini” è, infatti,  il titolo di questo live in cui i due artisti siciliani hanno condiviso note, spazi ed emozioni. Entrambi protagonisti, con le rispettive band, di due set distinti, i due hanno infine dato vita ad un finale collettivo all’insegna della creatività e della fratellanza artistica. Ad inaugurare il concerto è il set di Antonio Di Martino che, pur attingendo dai capisaldi della canzone d’autore, è contraddistinto da una scrittura moderna e ricercatissima. “Sarebbe bello non asciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile”, canta Antonio, proseguendo il suo live con brani evocativi ed immaginifici che mordono il cuore e attanagliano la mente. Con le canzoni tratte dall’ultimo album di inediti “Un paese ci vuole”, Di Martino parla di una condizione umana in estinzione, uno status mentis che pian piano sta scomparendo ma risulta ancora necessario per vivere in modo autentico. “Come Una Guerra La Primavera”, “Niente Da Dichiarare”, “L’Isola Che C’è”, “Le Montagne”, “Calendari”, “Maledetto Autunno”,  “Cercasi Anima” e “Non Siamo Gli Alberi” dimostrano le ottime qualità di Antonio Di Martino sia dal punto di vista musicale che autorale.

Colapesce ph Laura Lo Faro

Colapesce ph Laura Lo Faro

Non è da meno il bravissimo Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, il cui tour accompagna l’uscita invernale dell’album “Egomostro”. Grazie alle sonorità assortite e arricchite da una sezione ritmica più marcata e da un buon contributo elettronico, gli arrangiamenti creano un vibrante tappeto per parole che toccano l’anima da vicino. Con il suo morbido cantato, dai chiari rimandi battistiani, Colapesce incentra i suoi testi sul mondo interiore e questa introspezione appare come una vera e propria sublimazione del vissuto personale. Le code di riff che scandiscono la fine di alcuni brani scuotono di tanto in tanto un’atmosfera sognante. “Entra pure”, “Egomostro”, “Sottocoperta”, Un giorno di festa”, “Brezsny”, “Reale”, “L’altra guancia”, Satellite”, “Maledetti italiani”, “Restiamo in casa” e “Bogotà” sono le canzoni che Colapesce ha scelto per emozionare il pubblico del CarroPonte. Gran finale con il rientro di Antonio Di Martino sul palco per concludere al meglio un concerto come non se ne sentivano da un pò di tempo con “Ormai siamo troppo giovani”,  ”Da cielo a cielo”, “Le foglie appese”, “Stati di grazia”,  ”Copperfield”.

Raffaella Sbrescia

Carmen Consoli in concerto al CarroPonte, rock d’autore al femminile

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Carmen Consoli sale sul palco del CarroPonte di Sesto San Giovanni con un power trio tutto al femminile, completato da Luciana Luccini al basso e Fiamma Cardani alla batteria. Grazia ed eleganza sono i plus che accompagnano la voce potente e voluttuosa di Carmen che, dopo 20 anni di carriera, continua a fare scuola con le sue canzoni che profumano di autenticità. La cantautrice apre il concerto con una portentosa interpretazione di “Casta diva”, eseguita a luci ancora spente. Subito dopo è la volta di “Geisha”, “Mio zio”, “Sentivo l’odore”,  “L’abitudine di tornare”, “Ottobre”, “La signora del quinto piano”, canzoni, queste ultime, che toccano temi importanti in punta di piedi ma che, attraverso la travolgente potenza delle taglienti chitarre di Carmen, acquisiscono una forza vorticosa a cui è difficile resistere. Forte, sicura, autorevole, la Consoli si muove con sicurezza stemperando la proverbiale timidezza a suon di travolgenti riff.  “Matilde odiava i gatti”, “Per Niente Stanca”, “Fino all’ultimo”, “Sintonia imperfetta, “AAA cercasi” testimoniano l’irriverenza della sua penna  schietta ed immediata.

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Carmen Consoli live @ Carroponte ph Francesco Prandoni

Il concerto non conosce pause “Esercito silente”, “Fiori d’arancio”, “Contessa miseria”, “Venere”  scivolano via tutte d’un botto fino alla lunga parentesi noise irrorata di rivide, sporche e maschie distorsioni. Energia e malinconia viaggiano su binari destinati ad incontrarsi, Carmen fonde situazioni agli antipodi restituendo loro un significato specifico e personale in cui è comunque possibile rispecchiarsi. Per il gran finale l’artista sceglie “Oceani deserti” e grandi classici come “Parole di Burro”, “Confusa e felice”, “Quello che sento”, “L’ultimo bacio”. Nel buio di Milano l’aria è già fredda, l’estate è alle spalle ma il cuore è pieno di riconoscenza e caldo per l’emozione. Grazie Carmen.

Raffaella Sbrescia

 

Appino: “Il palco è un non luogo, un punto di verità”

Andrea Appino ph Niko Giovanni Coniglio

Andrea Appino ph Niko Giovanni Coniglio

A distanza di due anni da “Il testamento”, Appino, leader dei Zen Circus, torna sulla scena musicale con un album completamente diverso dal precedente intitolato “Il grande raccordo Animale”.  Nel nuovo disco, il cantautore compie un viaggio senza meta tra testi intimi e solari, ballate risolute e beat taglienti. “Grande raccordo animale” (Picicca Dischi / La Tempesta / Sony Music), scritto quasi interamente nelle isole del Nord Africa, risente dell’influenza mediterranea, in un alternarsi tra metropoli e deserto, avvalendosi, tra l’altro, della produzione di Paolo Baldini (già con Africa Unite, TARM e tanti altri). In questa intervista Appino ci racconta questo suo nuovo lavoro senza trascurare delle interessanti osservazioni relative al proprio percorso artistico e alla scena musicale contemporanea.

Come nasce il “Grande raccordo animale”?

L’anno scorso ho avuto la voglia e la fortuna di viaggiare per piacere, cosa che non facevo da un bel po’, visti gli impegni con gli Zen e varie altre cose. Ho girato il mondo in 12 mesi  e l’album è nato in maniera molto leggera. Mi sono immaginato questa grande infrastruttura che collegava tutti i posti in cui ero stato, compresa Roma. In  fondo il Grande raccordo anulare circonda la città ma se non si esce, si gira in tondo per sempre…

Hai definito questo disco un carnevale di emozioni e persone, in che senso?

Rispetto a “Il Testamento”, che era un disco con un concept molto preciso, ovvero la famiglia italiana partendo dalla mia esperienza personale, questo è un disco libero, scritto in viaggio, quindi non ha un’argomentazione specifica se non il viaggio in sé. Ogni canzone ha una storia, c’è l’autocitazionismo classico anche degli Zen Circus e c’è l’amore, un tema che non avevo mai toccato. In verità tutto il disco è una cosa che non avevo mai fatto: le voci, la musica, i testi, è tutto diverso. Anche se sembra più leggero de “Il Testamento”, ho ancora più voglia di approfondirlo perché non c’è una linea guida generale.

Entrando nel dettaglio delle scelte stilistiche e degli arrangiamenti, come hai lavorato all’album?

Negli ultimi due anni, soprattutto l’ultimo, ho vissuto dei momenti personali molto forti, c’è stata la musica africana accanto a me, a tirarmi fuori un sorriso anche quando non avevo niente per cui sorridere. A questo aggiungerei anche tanto dub,  ho ascoltato pochissimo rock ed è forse anche naturale; sono 25 anni che suono e lavoro sul rock,  ho sentito l’esigenza di abbracciare la vita con un po’ più di solarità. Credo che i dischi vadano fatti non tanto per piacere al pubblico, quanto per portare avanti il proprio viaggio personale. La differenza sostanziale è che ho fatto sì che le cose andassero come dovevano andare senza  preoccuparmi del possibile riscontro.

Tu che vivi il pubblico sulla tua pelle come vivi l’uscita del disco?

Ho deciso di uscire d’estate perché è un disco dedicato al sole; una cosa per me poco convenzionale. Lo sto portando in giro con una band fatta di amici con un live molto bello che mescola sia “Il Testamento” che “Il grande raccordo animale” senza preferire l’uno all’altro; questo crea una scaletta continuativa veramente interessante. Mescolare le carte ci fa divertire da matti e questo si percepisce.

Grande raccordo animale_cover_b

Quali sono le differenze tra i tuoi progetti da solista e quelli con il gruppo, peso massimo della musica indipendente italiana?

Abbiamo un immaginario forte, veniamo dal punk e da una serie di ascolti nonchè da un tipo di etica che abbracceremo sempre. Siamo un po’ come dei personaggi dei cartoni animati che hanno sempre lo stesso vestito ma vivono avventure diverse. Raccontiamo cosa vuol dire vivere in questo paese oggi dai 16 ai 70 anni. Quando sono da solo tendo ovviamente a lasciarmi andare anche verso altri lidi. La cosa migliore che si può fare, sia nei confronti del pubblico, che di se stessi e fare quello che ci si sente. Quando sono negli Zen è come stare in una congrega di supereroi, una fortezza inespugnabile; sono con loro da quando avevo 16 anni, gli Zen sono famiglia.

Sei una delle penne più originali della scena musicale contemporanea, come ti inserisci all’interno di un contesto che dà sempre più spazio ai talent?

Non riesco ad immaginarmi come possa essere la vita di un musicista senza una storia fatta di scelte difficili, di gavetta, di passione e che non sia figlia di una scatoletta ridicola e finta come la televisione. Da qualche parte c’è del talento, della vera e pura voglia di fare, però mi fa pena che il suddetto talento debba essere giudicato da un mezzo così lontano dalla verità, quale è la televisione. Sono veramente pochi quelli che poi realmente escono con un bagaglio culturale tale da poter portare avanti un discorso musicale bello e interessante.

Andrea Appino ph Niko Giovanni Coniglio

Andrea Appino ph Niko Giovanni Coniglio

Un bellissimo elenco di date live affolla la tua estate… faresti il punto sulla situazione sulla musica indipendente italiana e, più in generale, sui Festival?

La musica indipendente ha cambiato molto le direttive generali attraverso i social mentre mentre prima era un vero e proprio porta e porta. Anche adesso è così ma c’è molta discrepanza tra le realtà più piccole e quelle più grandi, non c’è più una via di mezzo, se non c’è un gruppo noto,  non si va a vedere il concerto e questa è una cosa che mi dispiace molto pur facendo parte dei cosiddetti “big”. Ci sono tanti Festival che hanno deciso di puntare su nomi non conosciuti; un esempio su tutti e il MIAMI, che quest’anno ha completamente rinnovato la line up. L’anno scorso si festeggiava il decennale e c’eravamo veramente tutti, quest’anno, invece, si è scelto di cambiare. Quello che farei io è cercare di smuovere un po’ il pubblico verso altri ascolti, nel frattempo io continuo a suonare, mi sento a mio agio sul palco che, per me,  è un non luogo, un punto di verità.

C’è qualche contesto musicale in cui avresti voglia di esibirti ma non ci sei ancora riuscito, per esempio all’estero?

All’estero è sempre bello andare, anche se andiamo sempre per  un pubblico italiano. Non è detto che un giorno possa tornarmi la voglia di tornarci facendo qualcosa di non italiano, questo non lo so…In realtà non ho grandi aspettative, anche perché le aspettative di solito sono fatte per essere mancate quindi mi limito a fare quello che mi piace! Ci sono tante cose che vorrei fare ma non mi metto lì con l’ansia a pensarci su. Una cosa è sicura: i teatri non li sento miei, quell’esperienza lì non la voglio ancora fare perché da noi la gente viene soprattutto per ballare…

Hai mai pensato di mettere nero su bianco quello che hai vissuto fin’ora?

Lo farò sicuramente, è una cosa a cui io e gli Zen pensiamo spesso  ma che, allo stesso tempo, ci spaventa un po’… forse perché è qualcosa che attesta che sei un vecchio, quindi aspettiamo di esserlo davvero! (ride ndr)

Raffaella Sbrescia

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La tracklist di “Grande raccordo animale”: “Ulisse”, “Rockstar”, “Grande raccordo animale”, “New York”, “La volpe e l’elefante”, “Linea guida generale”, “L’isola di Utopia”, “Nabuco Donosor”, “Buon anno (Il guastafeste)”, “Galassia”, “Tropico del Cancro”.

 Video: La volpe e l’elefante

Niccolò Fabi & Gnu Quartet live al Ravello Festival. Le foto del concerto

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Macina chilometri in solitudine Niccolò Fabi che, insieme al GnuQuartet si riappropria dei palchi di tutta Italia dopo la meravigliosa, faraonica e travolgente esperienza in trio con Max Gazzè e Daniele Silvestri. Protagonista del palcoscenico allestito sulla  bellissima terrazza a strapiombo del Ravello Festival, Fabi ha emozionato il pubblico fino alle inevitabili lacrime sulle note dei suoi successi senza tempo. Visionario, filmico, sensoriale, Niccolò Fabi tocca i solchi più nascosti dell’anima e racconta il prisma delle emozioni umane con rara delicatezza. Privo di orpelli e artifizi di alcun genere, il concerto del cantautore assomiglia ad un breve ma intenso processo di purificazione dello spirito, un’esperienza da provare almeno una volta per constatarne gli effetti immediati.

Photogallery a cura di: Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

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Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

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Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

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Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

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Niccolò Fabi @ Ravello Festival ph Anna Vilardi

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Fiorella live tour 2015: le foto del concerto al Teatro dei Templi di Paestum

Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

Classe, grinta, eleganza, forza d’animo ed invidiabile apertura mentale sono solo alcune delle caratteristiche che rendono Fiorella Mannoia una delle cantanti più amate della scena musicale italiana. Diversi sono i sold out che stanno scandendo il suo Fiorella live tour 2015 ma non è una sorpresa constatare quanto il pubblico le sia rimasto fedele nel corso degli anni. In attesa di scoprire quali sorprese ci riserverà il grande evento in programma il prossimo 7 settembre all’Arena di Verona, promosso dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, che vedrà sul palco con Fiorella NegritaJ-AxEnrico Ruggeri,Niccolò FabiLoredana Bertè, Emma, Noemi e Alessandra Amoroso, ecco la photogallery con gli scatti più belli del concerto che Fiorella ha tenuto al Teatro Templi di Paestum lo scorso 10 agosto.

Photogallery a cura di: Anna Vilardi

Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

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Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

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Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

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Fiorella Mannoia live @ Paestum ph Anna Vilardi

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