Francesco Gabbani: dal successo di “Amen” all’ album “Eternamente ora”. Intervista

Gabbani

Dopo aver vinto la 66° edizione del Festival di Sanremo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, Francesco Gabbani, attualmente impegnato con un tour promozionale in giro per l’Italia per presentare il suo disco  “Eternamente ora”, continua a riscuotere un grande successo di pubblico e di critica e il video di “Amen”  (http://vevo.ly/fCdDwW ), brano in programmazione su tutti i principali network radiofonici e in vetta alle classifiche airplay radio, ha già superato 2 milioni e 500 mila visualizzazioni. Ritratti di note ha incontrato il cantautore a Napoli, in occasione della promozione del disco.

Intervista

Francesco, primo a Sanremo 2016 nelle Nuove Proposte, Premio della Critica Mia Martini e Premio come Miglior Testo per la canzone “Amen”…

E chi più ne ha, più ne metta… si, è stato uno scenario incredibile, non mi aspettavo di ricevere tutti questi premi, per me hanno un doppio valore, sono un po’ una ricompensa di tutto il percorso che ho alle spalle. Oggi ho 33 anni e scrivo canzoni da quando ne avevo 12; un po’ di strada ne ho fatta e devo dire che questo è un momento fantastico.

Scrivi canzoni sin da quando eri giovanissimo, ma in realtà sei nato tra gli strumenti musicali…

Si, è proprio il caso di dirlo. Da quando sono nato e ancora tutt’oggi, mio padre possiede un negozio di strumenti musicali a Massa Carrara, la mia città. Sono nato quindi davvero tra la musica. Molte persone magari crescendo hanno un rifiuto per le cose nelle quali sono nate, per me non è stato così, anzi questo è servito a farmi capire che la musica sarebbe stata la mia forma d’espressione.

Citiamo anche Fabio Ilacqua, l’autore di “Amen”

Assolutamente, senza di lui non sarebbe nata questa canzone…

“Amen” è una canzone ed una parola che ha una duplice chiave di lettura; esprime una serena accettazione e un input al cambiamento.

Sì, proprio così, “Amen” esprime da una parte una accettazione consapevole delle cose, dall’altra parte, in maniera sarcastica, ci consiglia di fare il contrario, di impugnare le nostre vite e capire che noi stessi siamo gli artefici del nostro destino.

Oltre ad “Amen”, il disco contiene sette probabili singoli, ma io faccio il tifo in particolare per la canzone “Software”; il ritornello “Lampadina accenditi” ti entra subito nella testa…

Mi fanno piacere le tue parole, in realtà anche io sono molto legato a questa canzone; parla un po’ del rapporto che abbiamo con la tecnologia. Oggi grazie al web, ai software, alla tecnologia, abbiamo tante facilitazioni; nonostante questo lato positivo però, è anche vero che dovremmo tornare a vivere in maniera più consapevole, senza illuderci che queste cose possano farci cambiare completamente. Nella canzone dico “rimango dell’dea che serva un’idea”, ecco quello che conta sono le idee…

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Francesco, “Eternamente Ora” è un album che offre tanti spunti di riflessione…

Si, dal punto di vista musicale il sound elettronico dell’album ti fa ballare, muovere, ma dal punto di vista dei testi, offre spunti di riflessione su tante sfaccettature della nostra vita; nell’album si parla del concetto di paura sociale, del rapporto tra individualità e  collettività, ma anche di sentimenti e d’amore.

Nel disco c’è una canzone che si intitola “La Strada”. Che cosa vede Francesco Gabbani al momento sulla propria strada?…

Al momento mi cerco sulla strada, proprio come nella canzone. Ognuno di noi si cerca sulla propria strada; siamo individui perennemente in viaggio e la strada passo dopo passo ti fa capire chi sei…

Un altro pezzo dell’album che voglio citare  è “In equilibrio”, del quale è autore tuo fratello Filippo Gabbani.

Si, Filippo sarà il batterista nel tour, mi fa contemporaneamente da coautore e road manager e cosa più importante, da fratello. La canzone è stata mixata da Luca Pretolesi a Las Vegas. Devo ringraziare per questo anche il produttore artistico del disco Pat Simonini.

“Eternamente Ora” è anche un invito a “cogliere l’attimo”…

Si certo. S tratta di un invito a vivere profondamente il presente senza le paure del passato e senza preoccuparsi troppo del futuro. Viviamo pienamente il presente.

Progetti di live imminenti?…

I live dovrebbero partire a maggio. Per essere aggiornati seguitemi sui social e sul sito www.francescogabbani.com

Giuliana Galasso

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Video: Amen

“Eternamente Ora” – Tracklist

1 La strada

2 Amen

3 Per una vita

4 Software

5 Eternamente ora

6 In equilibrio

7 Prevedibili

8 Il vento si alzerà

 

Enrico Ruggeri racconta il suo “viaggio incredibile” in attesa del tour nei teatri. Intervista

Foto Ruggeri

L’8 Marzo 2016, Ritratti di Note ha incontrato  Enrico Ruggeri a Giugliano, in provincia di Napoli, in occasione del firmacopie del nuovo album “Un viaggio incredibile”. Dopo il grande successo di pubblico e critica ottenuto al Festival di Sanremo, dove si è piazzato al 4° posto con il brano “Il Primo Amore Non Si Scorda Mai”, Enrico Ruggeri tornerà ad esibirsi live con un nuovo tour che prenderà il via il 2 aprile e vedrà al centro il progetto discografico “Un Viaggio Incredibile”: il doppio cd appena uscito composto da 9 inediti, alcuni tra i suoi più amati successi scelti dal repertorio discografico che va dal ‘86 al ’91, e 4 cover di David Bowie.

Intervista

“Un viaggio incredibile” è il tuo nuovo album, un doppio cd nel quale hai proposto nove inediti, una cover, quattro bonus track, tuo omaggio al grande David Bowie, e i tuoi successi del quinquennio 1986/1991.

Beh, finalmente qualcuno a cui non devo spiegare nulla e che ha citato perfettamente il contenuto dell’album… Si, l’album precedente “Pezzi di vita” conteneva un cd con le canzoni del quinquennio 1980/1985, quest’album  invece pezzi che vanno da “Rien ne va plus” , “Il portiere di notte” a “Quello che le donne non dicono”, “Peter Pan” e tanti altri. La cover è ‘A Canzuncella degli Alunni del Sole, la canzone che ho cantato anche a Sanremo nella serata dedicata alle cover, e che è un omaggio a Paolo Morelli, leader di questa band, che a mio avviso è stato un artista sottovalutato e forse anche un pò  dimenticato. Le quattro canzoni di David Bowie rappresentano un po’ i primi amori, quelli che non si scordano mai, per citare la canzone in gara a  Sanremo. Bowie, con Lou Reed è tra gli artisti che ho ascoltato, poi è arrivato il Punk, la voglia di cambiare e tutto questo ha influenzato me ma un po’ tutti. Nel primo cd, proprio come dicevi tu, ci sono i nove inediti, tra cui “Il primo amore non si scorda mai”.

 “Un viaggio incredibile” può essere un viaggio reale, un volo su Vienna, o un viaggio in mondi immaginati dal finestrino di una metro, come nella canzone “Il cielo di ghiaccio”.

Si, “Il cielo di ghiaccio” parla proprio di questo, di un viaggio immaginario. Io vivo in una città come Milano  proverbialmente piovosa e nebbiosa, il clima non è la cosa migliore di questa città e spesso  vedo persone con lo sguardo rivolto da un’altra parte mentre magari sono in tram o metro. In questa canzone c’è il contrasto tra questi pensieri, queste facce, e una musica un po’ caraibica. Ho immaginato persone che vogliono magari tornare nelle loro terre d’origine, Cuba, Sudamerica, Caraibi, Asia, ma non possono, magari perché lì non c’è lavoro. E poi c’è il volo su Vienna, che è un viaggio diverso; celebra una follia degli inizi del secolo; l’idea mi è venuta quando sono stato a casa di D’Annunzio, al Vittoriale, dove ho tenuto un concerto e ho visto questo aereo, fatto di  pezzi di ferro, dei tubi con dei lenzuoli, un aereo che noi non prenderemmo nemmeno per fare pochi metri. Eppure D’Annunzio, senza strumenti, è partito con  questo aereo per andare in fondo a fare uno scherzo. E’ arrivato a Vienna e ha buttato dei volantini per prendere un po’ in giro gli Austriaci che avevano perso la Prima Guerra  Mondiale, ha girato l’aereo e mentre gli sparavano è ritornato in Italia. Una grande avventura che è diventato il terreno ideale per scrivere una canzone.

Enrico Ruggeri

Enrico Ruggeri

Un’altra voce evocativa si unisce a quella di Enrico Ruggeri in questo disco; è la voce di Francesco Pannofino nella canzone “La linea di meta”.

Si, questa è una canzone sul Rugby; non che io segua il Rugby tutti i giorni, ma questo è uno sport particolare, uno sport in cui si vince tutti assieme, non ci sono grandi star, devono essere tutti forti, si deve fare fronte comune, e questa è una cosa affascinante. Avevo bisogno di una voce narrante e il mio amico Francesco Pannofino, la voce del cinema per eccellenza, è venuto a darmi una mano…

Dal 2 Aprile parte anche il tuo nuovo tour, che ti riporterà a Napoli il 19 Aprile al Teatro Delle Palme. Puoi già anticiparci qualcosa sul concerto?

Ti confesso che ancora non ho iniziato le prove, ma l’idea è presumibilmente quella di suonare le canzoni del nuovo album e le canzoni che immagini la gente voglia sentire. Devo ancora costruire il tutto ma tra pochi giorni si inizia a provare. Sarò in concerto a Napoli il 19 Aprile;  tra l’altro è anche il giorno del compleanno di mio figlio ma gli ho detto: “Napoli chiama e io devo andare”…

Enrico, non celebriamo ma citiamo l’8 Marzo. Tu hai scritto una canzone meravigliosa che è “Quello che le donne non dicono”. Dove vanno a finire le parole che le donne non dicono?…

A volte finiscono negli errori che fanno gli uomini; il mondo femminile è un mondo al quale molto spesso gli uomini non si sanno adeguare; spesso non c’è rispetto e ci sono incomprensioni che talvolta sfociano nelle tragedie. Nonostante questo, uomo e donna  sono due universi che hanno bisogno l’uno dell’altro, che devono convivere remando dalla stessa parte.

Video:Il primo amore non si scorda mai

La canzone che hai portato a Sanremo “Il primo amore non si scorda mai” parla del cambiamento, linfa vitale dell’esistenza…

Si, parla del cambiamento, del fatto che noi siamo quello che ci è capitato, quello che abbiamo vissuto: il primo amore, ma anche il primo concerto che abbiamo visto, la prima volta che abbiamo dormito fuori casa, tutta una serie di emozioni che sono poi quelle che ci hanno forgiato l’anima…

Giuliana Galasso

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Un Viaggio Incredibile – Tracklist

      CD 1

Il primo amore non si scorda mai

Il Volo su Vienna

La linea di meta

La Badante

Non c’è pace

Il cielo di ghiaccio

La nostalgia del futuro

Dopo di me

Un viaggio incredibile

‘A canzuncella

Bonus Track – Tributo a David Bowie

Life On Mars?

The Jean Genie

All The Young Dudes

Diamond Dogs

      CD 2

1) Rien ne va plus

2) Il portiere di notte

3) Non finirà

4) La canzone della verità

5) Quello che le donne non dicono

6) Giorni randagi

7) Lettera dal fronte (ta-pum)

8) I dubbi dell’amore

9) Marta che parla con Dio

10) Ti avrò

11) Punk prima di te

12) Notte di stelle

13) Trans

14) Prima del temporale

15) Peter Pan

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Queste le prime date del tour confermate: il 2 aprile a MAIOLATI SPONTINI – AN (Teatro Spontini); il 4 aprile a LEGNAGO – VR(Teatro Salieri); l’11 aprile a TORINO (Teatro Colosseo); il 19 aprile a NAPOLI (Teatro delle Palme); il 20 aprile a FIRENZE (Teatro Puccini); il 27 aprile LUGANO (Palazzo dei Congressi); il 28 aprile a BERGAMO (Teatro Creberg); il 30 aprile a MESTRE – VE (Teatro Toniolo); il 4 maggio a ROMA (Auditorium Parco della Musica); il 6 maggio a MILANO (Teatro Nazionale). Biglietti disponibili su ticketone.it e prevendite abituali.

Perturbazione in tour: una serata all’insegna delle forti emozioni alla Salumeria della Musica

Perturbazione live @ Salumeria della Musica

Perturbazione live @ Salumeria della Musica

Saranno bastati due anni d’attesa per il ritorno dei Perturbazione a Milano? A giudicare dal calore con cui il gruppo torinese è stato accolto dal pubblico della Salumeria della Musica, si direbbe proprio di sì. Reduci dalla pubblicazione di un nuovo album di inediti intitolato “Le storie che ci raccontiamo”, Tommaso Cerasuolo (voce) Cristiano Lo Mele (chitarra) Rossano Antonio Lo Mele (batteria) Alex Baracco (basso) con la straordinaria partecipazione di Andrea Mirò, sono tornati in tour con il loro suono caldo e strutturato e con la loro poetica tutta declinata al racconto di un presente agro-dolce. Nei racconti in note dei Pertrubazione  si passa dal particolare ad una trasposizione universale senza soluzione di continuità. Con “So that’s as wide as we look at stories. A story is the relationship that you develop between who you are or who potentially are and the infinite world and that’s our mythology”, le parole del regista angloindiano Shekhar Kapur, si apre un concerto intenso ed emozionante, nonostante l’incedere di diversi problemi tecnici, che hanno inficiato una bella interpretazione del brano “Cara rubrica del cuore” e che hanno sicuramente inciso sull’umore e sull’emotività dei diretti interessati.

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Attraverso una scaletta ben studiata ed esaustiva, i Perturbazione hanno pensato a bilanciare gli equilibri tra passato e presente: “Io ti aspettavo”, “Se mi scrivi”, la straordinaria “Il palombaro”, “Nel mio scrigno” ed il nuovo inno generazionale “Trentenni” hanno scandito le prime fasi del concerto, caratterizzato dall’ottima performance multitasking della brava Andrea Mirò. Clima disteso e goliardico sulle note di “Ossexione”, più intensa l’interpretazione di “Diversi dal resto” e “A luce spenta” e poi, ancora, “Buongiorno Buonafortuna”, la movimentata “Dipende da te”: donare o prendere, fermarsi o correre, fuggire o fingere sono gli interrogativi che ogni giorno scandiscono il nostro vivere. Immancabile “L’Unica”, ovviamente cantata all’unisono e a squarciagola, la melanconica “Giugno, dov’eri”, “Il senso della vita” e l’iconica titletrack “Le storie che ci raccontiamo”, un brano che riassume in una manciata di strofe un ampio spaccato socio-culturale. Bravi ai Pertubazione, ancora qualche data per rodare ogni dettaglio al meglio e poi torneremo a trovarvi in estate.

Raffaella Sbrescia

Capitani Coraggiosi: ecco l’oasi felice costruita da Claudio Baglioni e Gianni Morandi. Il racconto del terzo sold out milanese

Capitani Coraggiosi live ©Angelo Trani

Capitani Coraggiosi live ©Angelo Trani

Trovarsi al cospetto di due colossi della storia musicale italiana, quali sono Claudio Baglioni e Gianni Morandi,  è già di per sé una garanzia di aspettativa e di emozione. Farlo all’interno del Mediolanum Forum di Assago, gremito in ogni ordine di posto, per la terza data consecutiva, gonfia il cuore ancora prima che il concerto possa avere inizio. La diciottesima avventura live dei Capitani Coraggiosi è l’opportunità di riscoprire tante perle che hanno fatto la nostra musica, di assaporare il fascino delle colonne sonore che hanno scandito i momenti più importanti di diverse generazioni, rivivere epoche in cui i sentimenti erano concepiti e vissuti in maniera completamente diversa, forse più autentica. Quello che davvero ci lascia increduli, spesso attoniti, ancora di più realmente commossi, è la straordinaria passione con cui Claudio e Gianni hanno curato ogni minimo dettaglio di questo speciale viaggio musicale.

Dalle 21 fino a mezzanotte, i due artisti si sono completamente dedicati al pubblico consacrando la loro voce, la loro storia, la loro anima al pubblico, testimoniando un amore incondizionato per la musica.  Sì, la musica è la grande protagonista del concerto (a questo proposito, ci piace citare ogni singolo musicista che ha reso possibile un simile incantesimo: MUSICISTI Paolo Gianolio, Mario Guarini, Roberto Pagani, Stefano Pisetta Marco Rinalduzzi, Elio Rivagli, Pio Spiriti, Aidan Zammit VOCALISTS Claudia Arvati, Serena Bagozzi, Serena Caporale, Francesco Lo Vecchio, Rossella Ruini FIATI Giancarlo Ciminelli, Ambrogio Frigerio, Franco Marinacci, Carlo Micheli
 ARCHI  Angela Tomei, Mervit Nesnas, Rosarita Panebianco, Cristina Miwa Shiozaki) con arrangiamenti costruiti in maniera artigianale e maestosa.  A completare la ricchezza di uno show imponente da ogni punto di vista,  la scelta di scenografie ultramoderne, vistosi giochi di luce e svariati cambi d’abito.

Capitani Coraggiosi live ph Angelo Trani

Capitani Coraggiosi live ph Angelo Trani

L’altalena emotiva concepita dai Capitani Coraggiosi è vorticosa e travolgente: Io sono qui, Scende la pioggia, Dagli il via, Se perdo anche te. Intima e preziosa la versione di  Grazie perchè, con Baglioni al pianoforte e Morandi accompagnato da quattro bravissime coriste. Se sulle note di Banane e lampone Morandi entra in scena di corsa cantando e ballando con stupefacente abilità, Baglioni gli risponde con un’ elaborata coreografia costruita sui ritmi di E adesso la pubblicità. L’entusiasmo è alle stelle, il live è lungo ma non conosce momenti morti, il pubblico è costantemente coinvolto, non si contano le standing ovation che hanno impegnato più volte il parterre. Romanticismo e nostalgia si alternano ad allegria e goliardia. Di grande impatto scenico ed emotivo la versione di Poster con Morandi al contrabbasso, Baglioni al pianoforte e tutti i musicisti alle loro spalle, nelle vesti di appassionati coristi. Tra i momenti più riusciti del concerto c’è il medley che ha visto i due amici e colleghi duettare e poi alternarsi sulle note delle canzoni dei rispettivi esordi:  Andavo a 100 all’ora, W l’Inghilterra,  Fatti mandare dalla mamma, Porta Portese, E tu come stai.

Capitani Coraggiosi live - Lo scatto è tratto dalla pagina Facebook di Claudio Baglioni

Capitani Coraggiosi live – Lo scatto è tratto dalla pagina Facebook di Claudio Baglioni

Il repertorio dei due artisti è veramente sconfinato e, difatti, fermarsi è impossibile: Noi no, Non son degno di te, Strada Facendo, poi sulle note delll’immortale C’era un ragazzo, arriva la sorpresa: il parterre diventa una gigantesca bandiera arcobaleno: un chiaro messaggio di pace e fratellanza che Claudio Baglioni ha commentato così sulla sua pagina Facebook: «All’improvviso una smisurata bandiera ha coperto il parterre dell’arena. Grande di senso e di sentimento e fatta di tanti minuscoli quadri tenuti all’altezza dei cuori. Non c’erano picche di guerra e battaglia ma fiori di campo sbocciati ad un tratto. Un gioco di carte fantastico e magico che non è illusione ma altra realtà. Una bandiera di tutti i colori e nessuno. Per chi non dovrà mai più esser rubato. Per chi ha conosciuto il poeta ed il mare che è in ognuno di noi. Per chi non vuole ridurlo al silenzio e continua a cantare con voce di onde. Per chi spera che il paradiso promesso sia una spiaggia di cui non si vede la fine per correrci insieme sbuffati di vento». Non avremmo davvero nient’altro da aggiungere a queste parole anche se è doveroso dire che uscire dal Forum poco dopo la mezzanotte con il cuore, lo sguardo e la mente così felicemente pieni di contenuti ha un non so che di magico e miracoloso. Un vero privilegio che rende decisamente più sopportabile la nostra personale battaglia quotidiana. Grazie Capitano Gianni, Grazie Capitano Claudio.

 Raffaella Sbrescia

Anti: il nuovo album di Rihanna delude le aspettative.

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La conosciamo come una delle cantanti più amate del globo ma è anche direttore creativo, brand trasversale di musica, intrattenimento e moda. Stiamo parlando ovviamente di Rihanna, la popstar che ha venduto 54 milioni di album e 210 milioni di brani digitali in tutto il mondo diventando l’artista con il maggiore numero di vendite digitali di sempre. Ha pubblicato 7 album in 7 anni, ha raggiunto la vetta delle classifiche con 13 singoli e ha vinto 9 Grammy Awards, 8 American Music Awards, 22 Billboard Music Awards, 2 Brit Awards, 7 Video Music Awards, 3 European Music Awards, 4 People’s Choice Awards e 4 iHeartRadio Music Awards. Tutte queste notizie sono dati di fatto che possiamo trovare nei materiali riservati agli addetti ai lavori e che riportiamo fedelmente per poter capire meglio come mai “Anti”, l’ottavo album della star sia un’incredibile delusione. L’aspetto più curioso sta nel fatto che il lavoro in realtà è attraversato da una formula sonora piuttosto ricercata, s’intravede un’intenzione sperimentale votata alla fusione tra musica underground e pop mainstream e forse proprio in questo sta il problema.  In “Anti” manca uno stile preciso, una personalità, una direzione chiara. L’unico elemento che attraversa tutto l’album è un sound ispirato alla disco-funk anni ’80. Si passa dall’asettica dimensione di “SZA- Consideration” al fluido mood ambient di “James Joint” alle blande morbidezze di “Kiss it better”. Uno dei brani meno riusciti è proprio il singolo “Work” feat. Drake che, sebbene sia in testa alle classifiche mondiali, dove svetta al #1 della Global Chart di Spotify (al #6 in Italia), al #1 della Hot R&B/Hip Hop Chart, ed entra nella Top5 della Hot100 di Billboard, rappresenta l’esempio tangibile di come un prodotto scadente possa essere osannato in virtù di non si sa quale criterio. A questo proposito, dedichiamo una breve parentesi al doppio videoclip che accompagna la canzone in questione: sette minuti di twerking, trasparenze trash, alcool e volgarità. Viene da chiedersi dove stia l’arte in questo tipo di prodotto, dove stia la Rihanna sperimentale, temeraria, audace che conosciamo. Che sia questa la nuova frontiera del totale menefreghismo? Non rimane che attendere il momento in cui l’artista potrà riscattarsi dal vivo con l’Anti World Tour, il tour mondiale (35 date negli Stati Uniti e in Canada tra febbraio e maggio e 24 concerti in Europa tra giugno e luglio), che vedrà Rihanna impegnata anche in due date italiane: la prima lunedì 11 luglio al Pala Alpitour di Torino e la seconda allo Stadio Meazza di Milano il prossimo 13 luglio. Insieme a lei sui palchi europei, Milano compresa, ci saranno due ospiti d’eccezione, il canadese The Weeknd, rivelazione del 2015 con l’album “Beauty Behind The Madness”  e il rapper americano Big Sean.

Raffaella Sbrescia

Rihanna – Work

Subsonica live al Fabrique di Milano: una travolgente detonazione di messaggi sonori

Subsonica live @ Fabrique -Milano ph Francesco Prandoni

Subsonica live @ Fabrique -Milano ph Francesco Prandoni

Vent’anni di palchi, di sudore, di autentica energia. Vent’anni di storia e di musica da racchiudere in un pugno di canzoni; sulla carta una missione ardua e complessa dal vivo,  invece, tutt’altro discorso. I Subsonica hanno messo a punto una perfetta cronistoria in grado di raccontare non solo il loro percorso ma anche l’evoluzione del nostro tempo. Sul palco del Fabrique di Milano per la prima delle tre date meneghine dell’ “Una foresta nei club tour”, il gruppo torinese propone al pubblico lo special concept che raccoglie tre brani di ognuno dei sette album che compongono la propria discografia. Il concerto prende vita alle 22.00 sulle note di “Come se”: confondersi, perdersi, nascondersi, immergersi  tra flussi di note suadenti e melliflue diventa un perfetto processo terapeutico. La funzione purificatrice e salvifica dei flussi fluidi delle note costruite dai Subsonica subisce una traslazione di natura carnale, oseremmo dire erotica. Il corpo si abbandona al richiamo ancestrale sonoro e si lascia penetrare da ritmi e parole. Il viaggio dei Subsonica parte dal 1997 insinuandosi tra le intercapedini dei ricordi lasciati a mezz’aria, il primo boato emotivo scoppia sulle note di “Aurora Sogna”: gioia, slancio e furore colorano angoli, volti e occhi. L’oscurità emotiva raccontata da Samuel e compagni prende forma attraverso flussi sonori metallici e freddi eppure le parole s’insinuano tra tangenziali di pensieri e finiscono per intorpidire le paure che ci attanagliano la mente.

Di fondamentale importanza il passaggio semantico risalente al 2005: i principi radicanti fondati sulla tecnologica e paesaggi fantascientifici lasciano il posto al mondo naturale e a una fisiologica necessità di riavvicinamento alla tangibilità delle emozioni reali ed ecco “Terrestre”. “Fuori è un mondo fragile”, cantano i Subsonica, mantenendo vivida una disarmante attualità. “La vita spesa è una discarica di sogni”, spiegano in “Corpo a corpo”.

Subsonica live @ Fabrique -Milano ph Francesco Prandoni

Subsonica live @ Fabrique -Milano ph Francesco Prandoni

Perplime la scelta di fermare il concerto per una pausa, si resta come sospesi e tramortiti in un limbo di smarrimento, a riportarci coi piedi per terra è Max Casacci che, reduce da un infortunio, rientra sul palco autodefinendosi una via di mezzo tra Dave Grohl e Pierangelo Bertoli. Il “Presi”, chiama il pubblico a raccolta per un ultimo e definitivo chiarimento in merito alla querelle che ha visto i Subsonica vittima di un clamoroso misunderstanding telematico: «Abbiamo innescato un invito a riflettere sulla comunicazione 2.0. Fin da quando abbiamo iniziato a fare musica, abbiamo sempre avuto l’ambizione di ricoprire un ruolo importante all’interno della storia musicale italiana. Uno dei riferimenti che ci ha sempre visti tutti d’accordo è un padre musicale verso il quale abbiamo sempre avuto ammirazione e rispetto, costui è Ennio Morricone». Del tutto superfluo aggiungere altro a queste esaustive parole (per chi volesse saperne di più: http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/spettacoli/musica/2016/02/22/news/accuse_di_plagio_a_morricone_i_subsonica_raccontano-133974964/?ref=m%7Chome%7Cspalla%7Cpos_1) .

Il viaggio sonico riprende dal 2007: il reale detonatore del concerto è racchiuso nella  triade composta da “Il centro della fiamma”, “Veleno”, Benzina Ogoshi”. Particolarmente significativo l’omaggio ai C.S.I racchiuso proprio nell’irriverente testo dell’ultimo brano citato: “ Io sto bene sto male, io non so come stare , io non so dove stare  non studio non lavoro non guardo la TV non vado al cinema non faccio sport. Io sto bene io sto male io non so cosa fare non ho arte non ho parte non ho niente da insegnare è una questione di qualità o una formalità”; parole che meglio di altre descrivono uno status quo generalizzato e diffuso.

Subsonica live @ Fabrique -Milano ph Francesco Prandoni

Subsonica live @ Fabrique -Milano ph Francesco Prandoni

Si arriva al 2014, l’excursus si conclude con i brani tratti da “Una nave in una foresta”, l’ultimo album pubblicato dai Subsonica. “Si tira dritto sfiorando il precipizio”, scrivono in “Specchio”, uno dei brani più brillanti di tutto il disco, da interpretate seguendo molteplici chiavi di lettura. “Tutto gira in fretta intorno a noi che respiriamo liberi aria e lacrimogeni  stretti contro il tempo che verrà”, il senso e la forza de “I cerchi degli alberi” contrastano con una latente sensazione di prigionia ed inerzia mentale a fronte di un cambiamento travolgente, che troppo spesso non riusciamo a fronteggiare. L’energia ed il monito di rinascita di “Lazzaro” lascia, infine, il passo a “Tutti i miei sbagli”, una creatura sonora che non perde slancio perché legata a doppio filo alla caducità umana: a caduta libera, in cerca di uno schianto per sentirci vivi, usciamo dal Fabrique con una carica adrenalinica intensa e ben diramata tra le membra inumidite. Lunga vita ai Subsonica, vent’anni sulle spalle portati magnificamente.

Raffaella Sbrescia

 

Maximilian tour: la consacrazione definitiva di Max Gazzè all’Alcatraz di Milano

Max Gazzè live @ Alcatraz - Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell'artista)

Max Gazzè live @ Alcatraz – Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell’artista)

Per la prima delle due date all’Alcatraz di Milano (9 e 10 febbraio), sold-out da settimane, Max Gazzè sale sul palco alle 22.00 e l’impressione è subito quella che questo Maximilian tour sia una produzione importante e studiata fin nei minimi dettagli. Con la spettacolare scenografia curata da Camilla Ferrari, i visuals scelti dallo stesso Max insieme a Nicola Saponaro e i contenuti video interattivi, il bassista e cantautore romano traghetta il pubblico in una dimensione distesa, divertente, a tratti onirica ed intrisa di numerosi rimandi musicali. Accompagnato dal monumentale Giorgio Baldi alle chitarre, Clemente Ferrari alle tastiere, Cristiano Micalizzi alla batteria, e Max ‘Dedo’ De Domenico agli strumenti a fiato, Gazzè  mette a punto una scaletta variegata ma coerente rispettando l’intento di dare risalto a due album che rappresentano il perno principale della sua discografia: l’ultimo nato “Maximilian” ed il disco d’esordio “Contro un’onda del mare”, che quest’anno celebra i vent’anni dalla pubblicazione. Proprio nel gennaio 1996 Max si affacciava sulla nuova scena musicale italiana mettendosi in luce con le sue canzoni incentrate su tematiche lontane dai soliti clichè;  per questa ragione, all’album di debutto è dedicato, infatti,  uno speciale tributo audio e video all’interno della scaletta del concerto. 

Max Gazzè live @ Alcatraz - Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell'artista)

Max Gazzè live @ Alcatraz – Milano (scatto pubblicato sulla pagina Fb dell’artista)

Il concerto parte con l’ultimo singolo “Mille volte ancora”, cantato da Max  senza suonare l’inseparabile basso, si continua con “I tuoi maledettissimi impegni, Il timido ubriaco ed” Il solito sesso”. Tanta elettronica ma anche rimandi prog-rock ed electro-pop tra canzoni che parlano di rapporti interpersonali esaltandone le bellezze ma anche le criticità. Lo spettacolo prosegue sulle note di “Ti sembra normale”, “Disordine d’aprile”, la suggestiva ballata “Sul fiume”, impreziosita da un fascino di natura filmica. Ganciusta anche la scelta di cantare “ Sul ciliegio esterno”, “Raduni ovali”, “L’uomo più furbo”. Pubblico in visibilio per la super hit patchankera “La vita com’è”. Spazio  anche per la sempreverde “Cara Valentina”, per il meraviglioso momento amarcord dedicato al tour con Silvestri e Fabi con “L’amore non esiste”. Intima e pittoresca l’”Edera” in versione minimal, dolce e romantica “Mentre Dormi”. Brillante ed irriverente il video scelto per introdurre il revival del 1996 con la riproposizione di quattro pezzi dall’album d’esordio “Contro un’onda del mare”. Per il gran finale Max Gazzè sceglie “Sotto casa” e una “Una musica può fare” chiudendo due ore di musica all’insegna del gusto per la parola, la passione per il groove ed un’intramontabile verve ironicamente sorniona.

Raffaella Sbrescia 

LE TAPPE DEL MAXIMILIAN TOUR 
Milano (Alcatraz, 9 e 10 Febbraio)
Venaria Reale – TO (La Concordia, 11 e 12 Febbraio)
Roma (Atlantico Live, 19 e 20 Febbraio)
Firenze (Obihall, 25 e 26 Febbraio)
Brescia (Pala Banco, 5 Marzo)
Riva del Garda, TN (Pala Meeting, 12 Marzo)
Cerea, VR (Area Exp Cerea, 19 Marzo)
Padova (Palageox, 25 Marzo)
Foligno PG (Pala Paternesi, 1 Aprile)
Rimini (Velvet Club, 2 Aprile)
Reggio Emilia (Palazzo dello Sport Bigi, 8 Aprile).

Il debutto degli ORk al Quirinetta Caffè concerto con le canzoni di “Inflamed Rides”

Ork @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Ork @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Evento di indiscusso interesse, e di meritato successo, quello andato in “scena” sul palco del Quirinetta il 4 febbraio scorso, con l’esibizione degli ORk, che hanno messo in programma ben 10 date italiane per presentare il loro cd, “Inflamed Rides”.
Album di debutto di questa incredibile formazione, in live non delude le aspettative del numeroso pubblico che ha affollato la sala dell’ex Cinema, quest’anno location di eventi di notevole spessore musicale.
Il progetto vede riuniti quattro talenti fenomenali: Pat Mastelotto, ex componente dei King Crimson, alla batteria, Carmelo Pipitone, dei Marta sui Tubi alla chitarra, e Colin Edwin dei Porcupine Tree al basso. Il tutto ad accompagnare la voce di Lorenzo Esposito Fornasari (aka LEF), cantante e compositore bolognese, che, nonostante la giovane età, vanta collaborazioni di rilievo tanto in ambito nazionale, quanto internazionale.

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

“Giostre infiammate”, a fondere psichedelia acustica, elettronica raffinata e ipnosi sonora in maniera energetica ed imponente. Un ascolto accattivante, avvolgente, addirittura seducente in alcuni momenti che hanno visto protagonisti Pipitone e Edwin in un botta e risposta tra basso e chitarra che ha toccato livelli di vera e propria poesia vibrante.
Un bel sostegno sicuramente alla voce di LEF, una voce capace di supportare sonorità che vanno dal quasi impercettibile sussurro, all’esplosione vocale fragorosa.
Quattro artisti diversi per storia, collocazione, origine, età, in perfetta sintonia tra di loro, a regalare a giovani e meno giovani una materia nuova, che amalgama gli ingredienti e tira fuori qualcosa di veramente diverso. Diverso e piacevole, essenziale, seppur variegato, e potente. Un riuscito incontro generazionale.

Articolo e photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Vi invitiamo seguire la programmazione del Quirinetta, di cui alleghiamo il link http://www.quirinetta.com/eventi/

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

ORk @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

I Twenty One Pilots all’Alcatraz per l’unico live italiano: quando la musica è energia

Twenty One Pilots

Twenty One Pilots

Quattro album all’attivo ed una travolgente formula live hanno traghettato i Twenty One Pilots direttamente in cima alle classifiche mondiali. Sul palco dell’Alcatraz di Milano per l’unica data italiana del loro nuovo tour,  Tyler Joseph (cantante, tastierista e chitarrista)  e Josh Dun (batterista) hanno portato una ventata di energia e creatività grazie ad un irresistibile mix di musica indie pop, elettronica e rap. Il nome Twenty One Pilots è il frutto di una scelta filosofica e viene da un’opera teatrale di Arthur Miller, intitolata “All My Sons”. La storia racconta di un appaltatore bellico che invia consapevolmente parti di aeroplani difettate in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, con il timore che, qualora dovesse ammettere l’errore, ci rimetterebbe economicamente; la decisione porta alla morte di 21 piloti. La storia penetra a fondo nella mente di Joseph, tanto da risultare decisiva per la scelta del nome della band.

Twenty One Pilots (foto di repertorio)

Twenty One Pilots (foto di repertorio)

Dopo aver pubblicato due album in maniera indipendente (“Twenty One Pilots” nel 2009 e “Regional at Best” nel 2011), il duo ha firmato con l’etichetta Fueled by pubblicando “Vessel” nel 2013 ed il nuovo “Blurryface”,  un album innovativo e vibrante, concepito durante il precedente live tour, in cui ciascun brano è caratterizzato una forte spinta propulsiva infusa dall’imperiosa batteria di Josh. Determinati  nel voler creare un tipo di musica aperta alle interpretazioni, sia per quanto concerne le tematiche che i suoni, i Twenty One Pilots curano molto anche le loro performances dal vivo. Colpisce la furia ed il dispendioso impegno fisico di Joseph, autentico  animale da palcoscenico che si arrampica sulle impalcature e si tuffa sulla folla, incanta e delizia la potenza e la padronanza dello strumento da parte di Dun. Un tripudio di rime sofferte, a tratti enigmatiche, in grado di costruire una speciale rete di connessione emotiva con i nostri giovanissimi in cerca di punti di riferimento.

Raffaella Sbrescia

Setlist

Heavydirtysoul

Stressed Out

Guns for Hands

Migraine

Polarize

House of Gold

We Don’t Believe What’s on TV

The Judge

Lane Boy

Piano + Drum Medley

The Pantaloon

Semi-Automatic

Forest

Screen

Ode to Sleep

Addict with a Pen

Screen

Doubt

Holding On to You

Ride

The Run and Go

Tear In My Heart

Car Radio

Encore:

Goner

Trees

Video: Tear in my Heart

Folco Orselli live al Teatro Zelig: a spasso per Milano con le canzoni di un outsider

Folco Orselli live @ Teatro Cabaret Zelig - Milano

Folco Orselli live @ Teatro Zelig Cabaret – Milano

“Outside is my side”. Così Folco Orselli, compositore e cantautore milanese, titola il suo ultimo album di inediti, pubblicato lo scorso 4 dicembre 2015 ed il suo one man show che ieri sera lo ha visto protagonista dello storico palco del Teatro Zelig Cabaret di Viale Monza a Milano. L’eclettico artista ha imbastito un concerto ricco di contenuti, spunti, testi pregni di vita e melodie sporche di autentico blues. Come un moderno Virgilio, Folco ha accompagnato il pubblico tra le strade del centro di Milano spingendosi fino alla banlieue metropolitana con “Storie e canzoni blues da Milano Babilonia”. Cantore della ricerca e della libertà individuale, Orselli rimaneggia in chiave acustica i grandi successi di sempre ma anche i brani contenuti nel suo ultimo lavoro in cui spicca, invece, una grande cura per gli arrangiamenti che l’hanno tenuto al lavoro per ben due anni. Legato a doppio filo con una città che è madre, matrigna e amante, Folco Orselli riunisce le trame del tessuto urbano estrapolandone un’essenza umana oscura, fragile, volubile.

Folco Orselli live @ Teatro Cabaret Zelig - Milano

Folco Orselli live @ Teatro Zelig Cabaret – Milano

Il viaggio a ritroso dell’artista inizia con “Legato A Un Palo Della Luce/Gatto Rotto Ouverture” celebrando l’importanza e la forza del ruolo della strada all’interno del percorso esistenziale di ciascuno di noi. E, a proposito di strade, il percorso si snoda lungo via Felice Casati, via Gola, zona Statale, la celeberrima Piazzale Maciachini, Corso Buenos Aires, i Navigli per poi concludersi a ridosso di Piazza Del Duomo. Luogo mistico, immaginifico, evocativo, croce e delizia, eterno mistero. Spettatori di una lotta quotidiana, finiamo col commuoverci di fronte a quello che intende proporsi come inno per “Artisti di strada”, eroi dal fascino senza tempo.  “Outside is our side e noi ci stiamo benissimo…”, sostiene Folco, arrogandosi, a ragione, la possibilità di esprimere un sentimento  condiviso che, giorno dopo giorno, prova a farsi spazio con urgenza sempre maggiore.

Raffaella Sbrescia

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