Intervista a Max Pezzali: “La mia New Mission è saper cambiare le prospettive nel pieno di una fase incendiaria”

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Esce oggi “Astronave Max New Mission 2016”, il nuovo album di Max Pezzali che contiene tutti i brani di “Astronave Max” (uscito a giugno 2015 e certificato ORO per le vendite) più 2 inediti e 14 successi in versione live. Oltre al singolo “Due anime”, scritto da Max e Niccolò Contessa del gruppo I Cani, l’album contiene anche il secondo inedito “Non lo so” scritto con Zibba. Prodotto da Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni con Davide Ferrario, questo contiene molte cose nuove, sia in termini di suoni che di contenuti con l’aggiunta di brani in versione live di Pezzali che hanno fatto da colonna sonora di più generazioni. «In un’epoca in cui se non sei un super competitivo, sei un coglione e se segui delle regole e possiedi un’etica, spesso rimani indietro», il geometra della musica sceglie di raccontarsi a cuore aperto.

Intervista

Come nasce la collaborazione con Niccolò Contessa de I Cani?

Niccolò ed io siamo amici da un pò, sono un grande fan de I Cani dai tempi in cui li scoprii su Youtube delle versioni pazzesche electro punk di “Con un deca”. Inizialmente pensavo fosse una parodia, invece chiudevano così i loro concerti…Questa cosa mi ha spinto ad interessarmi a loro, ho fatto contattare il loro manager, abbiamo cominciato a frequentarci. La nostra è un’amicizia nerd, Niccolò è uno degli autori più forti, possiede la capacità di cambiare le prospettive.  Inizialmente avevo composto un pezzo come “Due anime” come un gioco ritmico-metrico, ero annoiato dal mio modo di scrivere, a volte quando scrivi le canzoni, ti viene una sorta di memoria muscolare, sono partito da una drum machine, ho seguito diverse metriche ma mi mancava comunque qualcosa, mancavano degli elementi che rendessero interessante il pezzo, che lo differenziassero dal mero esperimento. Pierpaolo mi ha incitato a sentire qualcuno che potesse darmi un punto di vista diverso, spesso si tende ad essere autoreferenziali, si perde lucidità, così ho mandato a Niccolò il file e nel giro di pochi gironi mi ha mandato un provino cantato da lui. Con poche mosse mi ha fatto capire cosa bisognava fare; la roba più geniale l’ha fatta nel bridge dove ha scelto di inserire il “vi”: per la prima volta si passa dal singolare al plurale, non sarebbe stato pensabile immaginare di parlare a terzi mentre si è in camera a parlare con la propria amata nel bel mezzo di un pezzo che parla d’amore.   Niccolò ha avuto il coraggio di andare oltre le regole del bravo compositore di ballads, un semplice cambio di lettera ha cambiato del tutto la prospettiva del pezzo, ha buttato giù la parete del teatro verso il pubblico.

Stesso discorso anche per “Non lo so”?

Il brano in questione avrebbe dovuto far parte di “Astronave Max” ma non c’è stato il tempo materiale per sistemarlo. Memore dell’esperienza vissuta con “Due Anime”, ho contattato Zibba con cui ho un rapporto di grande empatia. In breve tempo ha registrato una versione del pezzo chitarra e voce con una nota audio su Whatsapp. Con un cambio della melodia il testo ha subito acquisito una propria identità, ha preso un’altra via. Con questi presupposti se dovessi immaginare un album di inediti vorrei lavorarci così, questa è sicuramente la strada migliore da percorrere.

Come sono cambiate nel corso del tempo le regole del buon compositore?

Le regole cambiano ogni volta che succede qualcosa di deflagrante nella musica. Anni fa quando si aveva intenzione di pubblicare una ballad di successo ci volevano gli archi con la classica apertura sanremese, non si poteva uscire dai cardini. Oggi il pop è tornato ad una sorta di manierismo… Fino ad una certa età lo puoi anche accettare, si nasce incendiari, si diventa pompieri, poi però la senilità ti fa venire voglia di tornare a fare casino, se continui sulla stessa via e non trovi lo stimolo che ti dia un brivido nuovo, meglio smettere. Chiedere aiuto ha fatto scattare un ingranaggio assolutamente risolutivo.

Fare musica oggi è sempre più un lavoro di squadra?

Sì, assolutamente! Lo è soprattutto per ragioni tecniche, una canzone oggi è difficilmente identificabile solo per una linea melodica, per quanto un musicista sia ben preparato, il suono è quel qualcosa che solo un producer può fare ad un certo livello. Chi scrive canzoni spesso si ferma al pre-set, il lavoro di cesello è fondamentale; l’identità delle canzoni pop contemporanee è data dal suono, la canzone in sé non è il punto di arrivo, è il punto di partenza.

Cosa succede quando ti affidi al gusto e alla sensibilità di un’altra persona?

Significa dargli fiducia, è un procedimento che puoi adoperare solo se non ti senti un fenomeno, se non sei autoreferenziale. Con Niccolò si è creato un connubio nerd in cui a divertirci è stato il gioco di parole, un vero e proprio lavoro di manifattura. Siamo due facce della stressa medaglia, viviamo la musica con il gusto di farla, siamo piccoli operai delle note, geometri della musica, non c’è sacralità in quello che facciamo, il godimento sta nel gusto di averlo fatto.

Cosa cambierà nei tuoi nuovi concerti?

Il mio approccio nei riguardi delle canzoni è il seguente: quando un brano è fatto e finito, rimane quello. Chi viene ai miei concerti sa che il suono rappresenta l’identità della canzone, toglierlo significa privarlo di gran parte della propria peculiarità. Certo, puoi suonarla meglio ma quando una canzone viene memorizzata in un certo modo rimane tale. Sono quelle ancora da fare che rischiano di annoiare di più chi le fa. Il nuovo tour recupererà delle canzoni che periodicamente lascio in tribuna, le altre rimangono l’architrave principale dello show, sono lì e ci rimangono, il pubblico se le aspetta.

Quanto questo album è figlio dell’esposizione televisiva?

Dopo un ottimo tour, la mentalità discografica ha sicuramente intravisto nell’esposizione mediatica settimanale una buona opportunità di rilancio.

Max Pezzali

Max Pezzali

Stai lavorando ad un nuovo album?

Sto buttando giù delle idee, i classici mattoncini che spesso poi buttiamo via. Vorrei lavorarci per bene dopo il tour estivo anche se il vero nerd aspetta di avere la scusa perfetta per usare i giocattolini nuovi…

Tu non sei di quelli che si fermano al pre-set delle canzoni…

In effetti in genere arrivo un po’ oltre l’idea di pre-set, cerco di caratterizzare il brano per dare al producer un’idea precisa di quello che sarà il brano, il livello embrionale deve già indicare la strada sennò si rischia di perdere tempo.

Di cosa ti piacerebbe parlare oggi che sei nel pieno di questa tua fase incendiaria?

Oggi la più grande difficoltà è data proprio dalla scelta degli argomenti. Bisogna capire se avere un approccio prosaico e materiale o più aulico. In mezzo ci sono diverse sfumature che possono rendere il risultato incredibilmente variabile. Tra i temi più complessi c’è la quotidianità: il rap ha esaurito questa tipologia di argomento sia in termini di metrica che di credibilità. Se fosse fatto da uno della mia età suonerebbe triste perché di fatto lo è. Bisogna inventarsi qualcosa di diverso, procedere per istantanee, essere brevi senza essere troppo descrittivi. Un’ ottima cosa sarebbe usare l’amore come pre-testo, bisogna divertirsi con le parole, focalizzarsi più sul significante che sul significato. La canzone ideale che vorrei scrivere dovrebbe sembrare un pezzo d’amore ma parlare evidentemente di qualcos’altro; un gioco di lavoro sul testo.

I nuovi brani sono figli di queste riflessioni?

Sì, “Due anime” lo è sicuramente.

Come vivi le dinamiche interne a The Voice?

Poterò in tour con me Claudio Cera, un talento che ho dovuto abbandonare mio malgrado. Le dinamiche televisive sono complicate, alcune cose si possono fare, altre è inopportuno farle. Claudio ha una voce straordinaria ma quando devi costruire, devi farlo sulle potenzialità del dopo, verificare che ci sia già un progetto pronto, capire se si può lavorare in maniera immediata sennò rischi di fare un doppio danno. Paradossalmente il programma si chiama The Voice ma la voce conta tra il 20 ed il 30%, gli autori bravi non ti danno canzoni buone, il mercato è molto ristretto e bisogna concentrarsi al massimo su tutti gli elementi concreti che si hanno a disposizione.

 Raffaella Sbrescia

Video:Due Anime

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In attesa di vederlo in concerto dal 26 giugno, Max Pezzali incontrerà i fan negli store delle principali città italiane, questi gli appuntamenti:

13 maggio  ROMA Discoteca Laziale – Via Giovanni Giolitti 263 h. 18.00

15 maggio  MILANO Mondadori Duomo – h. 17.30

19 maggio BOLOGNA Mondadori Via M. D’Azeglio 34/A – h.17.30

20 maggio TORINO MediaWord Lingotto – I Portici Del Lingotto Via Nizza 262 –  h. 17.30

26 maggio NAPOLI Feltrinelli Via Santa Caterina a Chiaia 23 – h. 17.30

Giusy Ferreri live al Teatro Nazionale di Milano: grinta e adrenalina per una festa in famiglia

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Reduce da un’annata di rinascita artistica, giunta sulla scia del grande successo riscontrato da “Roma –Bangkok” prima, e da “Volevo te” poi, Giusy Ferreri si è esibita in concerto al Barclays Teatro Nazionale di Milano mostrando carica, entusiasmo e adrenalina. Al centro della scaletta proposta al pubblico tutti i grandi successi della propria discografia, prontamente racchiusi in “Hits”, la raccolta recentemente pubblicata per Sony Music. Avvalendosi di una band affiatata e di nuovi ricchi arrangiamenti, impreziositi dalla presenza di un violino elettrico, la Ferreri ha subito sfoderato i brani più noti come “Volevo te”, “Novembre” e “Come un’ora fa”, spazio anche per “Rossi papaveri”, “Il mare immenso”, “Respiro”. Particolarmente intensa l’interpretazione di “Stai fermo lì”. Il trasporto, l’ardore e la passione di Giusy Ferreri sono riusciti a colmare anche alcune piccole sbavature dettate dalla necessità di rodaggio di questo nuovo tour che rimette in gioco un’artista che più volte ha dimostrato di sapersi mettere in gioco senza riserva alcuna.

Giusy Ferreri

Giusy Ferreri

Questo nuovo e importante capitolo della sua carriera rappresenta anche uno stimolo ed un bacino di risorse da cui attingere per quello che potrà essere il suo album di inediti. Tornando al live meneneghino, Giusy ha divertito, emozionato, sedotto il pubblico con “La scala”, “Nessuno come te mi sa svegliare”, “Piccoli dettagli”, “Noi brave ragazze”, l’immancabile “Roma Bangkok” e la più recente “Prometto di sbagliare”. Disinvolta e spontanea, la cantante ha riproposto anche la sua versione della cover “Il cielo è sempre più blu” e “Il party”, brano apripista della sua carriera musicale. Carica di contenuti e di emozioni anche l’ultima parte del concerto in cui Giusy ha deliberatamente voluto inserire tutti i tasselli necessari per completare il suo personalissimo puzzle musicale: “Ti porto a cena con me”, “Inciso sulla pelle” e “Non ti scordar mai di me”. A sipario ormai calato, la cantante è infine scesa in platea sulle note di  Volevo te” e “Roma Bangkok” per chiudere al meglio una festa in famiglia.

Raffaella Sbrescia

Gianluca Grignani festeggia vent’anni di musica libera con “Una strada in mezzo al cielo”. Intervista

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Gianluca Grignani festeggia i 20 anni di attività artistica con un nuovo progetto discografico intitolato “Una strada in mezzo al cielo” (Sony Music). Si tratta di un originale unplugged semiacustico che raccoglie gran parte dei suoi successi, ovvero quasi tutte le canzoni dei suoi primi due album, “Destinazione Paradiso” e “La Fabbrica di Plastica”, completamente re-arrangiate e prodotte tra l’Italia e l’Inghilterra. Il disco coinvolge anche alcuni celebri colleghi che hanno preso parte a questo progetto così speciale insieme a Gianluca: Elisa, Carmen Consoli, Ligabue, Annalisa, Briga, Luca Carboni, Fabrizio Moro, Max Pezzali e Federico Zampaglione hanno voluto dare il proprio contributo impreziosendo ulteriormente il lavoro.

Intervista 

 Cosa ti ha spinto ad unire questi due album in unico progetto e qual è il tuo bilancio allo scoccare del tuo ventennale artistico?

Vorrei innanzitutto specificare che l’unica cosa che mi è sempre interessata è la musica. Non mi sono mai rispecchiato nell’immagine patinata che i discografici di allora intendevano darmi. “Destinazione Paradiso” è stato prodotto in modo più pop di quanto non avessi voluto fare io e rappresenta il frutto una mediazione tra me e il produttore. Per “La fabbrica di plastica” avevo chiesto di poter lavorare con il produttore di “The bends” dei Radiohead, John Leckie; ero alla ricerca di un professionista vero che potesse concretizzare quello che avevo in testa ma mi dissero di no. A quel punto feci tutto da solo e realizzai un album completamente diverso, ovvero “La Fabbrica di Plastica”. Chiaramente ho anche fatto degli sbagli, mi sentivo come un panettiere che voleva fare il meccanico. Mi sono più volte detto che dopo quel disco era probabile che non ne avrei fatti altri, ho lottato come un matto, volevo tirare fuori quello che avevo nella testa, ci dovevo credere, questa esasperazione è venuta fuori bene. All’epoca ero giovane, avevo i miei problemi e non mi rendevo conto di dovermi buttare fino in fondo; è un bene che oggi io sia consapevole di essere un artista, ho la maturità e la consapevolezza necessaria per non far danni.

“Una strada in mezzo al cielo”  un progetto nato nel 2015?

Sì, ci sto lavorando da molto. Da un anno e mezzo il mio staff è cambiato, sono stati fatti molti danni, ho dato tutta l’amicizia che potevo in cambio mi è stato fatto solo del male.

Chi è Gianluca Grignani oggi?

 Sono il Rock 2.0: sono l’uomo e l’artista, oggi i due aspetti in me sono inscindibili. Non sono una rockstar, Grignani è quel ragazzo che ha messo piede sul palco di Sanremo e mentre scendeva si rendeva conto che le rockstar non esistono, ecco perchè a volte ho un atteggiamento scostante in tv. Non sono mai stato uno showman, la gente quando mi conosce mi vuole bene. Sono più di un buon professionista, sono uno vero, non sono un preciso, voglio emozionare (sono battistiano in questo), mi fa fatto soffrire il fatto che abbiano messo in giro una voce secondo la quale sono totalmente ingestibile, tutti ci hanno creduto, questa cosa mi ha messo in difficoltà, per 20 anni ho vissuto molte situazioni difficili.

Gianluca Grignani

Gianluca Grignani

Tornando a questo progetto. Come è arrivata la collaborazione con Luciano Ligabue in “La Fabbrica di Plastica”?

Luciano ha dimostrato che si può fare del rock in Italia, e mi ha onorato cantando su una canzone che ha sempre voluto esprimere appunto questo concetto. Lui ed il suo manager Maioli mi hanno insegnato cos’è il metodo, hanno una capacità organizzativa incredibile.  Luciano è veramente un professionista, merita di essere dov’è, ultimamente l’ho frequentato, abbiamo parlato e ho imparato molto, mi ha aperto le porte a Campovolo. La sua presenza nel disco è importante, ha manifestato grande interesse verso di me, mi ha fatto scrivere 4 archi e alla fine ha scelto solo una strofa che sentiva particolarmente sua.

Bello anche il duetto con Luca Carboni in “Falco a metà”…

Conosco Luca più per la sua musica che personalmente, ho iniziato a cantare con le sue canzoni perché si avvicinavano al mio timbro vocale. La sua versione è la migliore, l’ha cantata anche meglio di me, all’inizio l’ avevo lasciato da solo nell’ inciso, gli sta proprio bene addosso, mi ha emozionato, vorrei che diventassimo amici.

E i live?

Le prevendite partono il 9 maggio alle 12 su Ticketone. Il tour si chiamerà “Rock 2.0”, i numeri richiamano il ventennale di un musicista e di un uomo che ha gridato al mondo che le rockstar non esistono. In estate farò dei live acustici che annuncerò su Facebook.  Il primo dicembre sarò all’Alcatraz di Milano mentre il 3/12 sarà all’Atlantico di Roma. Non voglio fare il fenomeno, voglio vedere cosa succede, voglio far vedere chi sono alla gente. I concerti metteranno insieme due dischi che sembrava impossibile mettere insieme, ci saranno moti ospiti, mi sono preso un anno per fare le cose per bene.

 Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist completa del nuovo lavoro: “Destinazione paradiso” (feat. Elisa); “Una donna così”; “L’allucinazione” (feat. Carmen Consoli); “Come fai?”; “La fabbrica di plastica” (feat. Ligabue); “La mia storia tra le dita” (feat. Annalisa); “Madre”; “Rok star” (feat. Briga); “Il gioco di Sandy”; “La vetrina del negozio di giocattoli”; “Solo cielo”; “Falco a metà” (feat. Luca Carboni); “Più famoso di Gesù” (feat. Fabrizio Moro); “Allo stesso tempo”; “Primo treno per Marte” (feat. Max Pezzali); “Galassia di melassa” (feat. Federico Zampaglione); “Una strada in mezzo al cielo” (il brano inedito che dà il nome al disco).

L’album sarà presentato anche durante gli Instore: tra i primi appuntamenti l’8 maggio, a Milano(Mondadori Megastore, piazza Duomo); il 14 maggio, a Napoli (Mondadori Bookstore c/o C.C. Vulcano Buono); il 21 maggio, a Torino (Mondadori Megastore); il 22 maggio, Roma (Mondadori Bookstore c/o C.C. Roma  Est). Tutti alle ore 17:00.

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Marco Mengoni demiurgo d’amore al Mediolanum Forum di Assago.

Marco Mengoni live @ Mediolanum Forum - Mengonilive2016

Marco Mengoni live @ Mediolanum Forum – Mengonilive2016

Con la doppia data sold out al Mediolanum Forum di Milano il #Mengonilive2016 entra nel vivo. Per chi c’era quel lontano 6 maggio 2010 al Palatlantico di Roma, in occasione del primissimo tour di Marco Mengoni, questo live milanese ha rappresentato un anniversario importante da vivere. Nel corso degli anni l’artista ha continuato a stupire e a stupirsi, ha fatto dello stakanovismo il suo leit motiv, ha continuato a lavorare a testa bassa sperimentando ed evolvendosi di continuo. Il risultato di questo modus operandi è sfociato in un live imponente, suggestivo, ricco sia dal punto di vista tecnologico che emotivo. Lasciando trasparire tutte le sue qualità di Artista, uomo e performer Marco Mengoni è ruscito a coniugare le diverse sfaccettature della propria complessa identità permettendo loro di confluire in un’esperienza sensoriale travolgente ed esaustiva.

Prodotto da Live Nation, #Mengonilive2016 è contraddistinto anche da una meticolosa cura per gli arrangiamenti, curati dallo stesso Marco Mengoni, con la direzione musicale di Gianluca Ballarin, che lo accompagna dal vivo al piano e alle tastiere. Particolarmente meritevole la band, la stessa con cui Marco è cresciuto e che si mostra sempre più preparata: Giovanni Pallotti al basso, Peter Cornacchia e Alessandro De Crescenzo alle chitarre, Davide Sollazzi alla batteria, insieme a Francesco Minutello alla tromba, Mattia Dalla Pozza al sax, Federico Pierantoni al trombone. Per la prima volta sul palco con Marco anche due voci femminili, Yvonne Park e Barbara Comi con le loro vocalità calde e potenti.

Marco Mengoni live @ Mediolanum Forum - Mengonilive2016

Marco Mengoni live @ Mediolanum Forum – Mengonilive2016

Lo spettacolo si svolge su due palchi dalle forme contrapposte, gli schermi occupano una superficie di 140 mq e ospitano effetti speciali, ci sono disegni con grafiche tridimensionali realizzate dallo stesso Marco e alcuni speciali momenti visual come quelli proposti nel finale dello show, eppure sono i momenti emotivi a segnare solchi indelebili nel cuore, proprio come avviene durante il monologo scelto per introdurre il bellissimo brano intitolato “Esseri Umani”: «Ci dicono come fare e cosa, vorrebbero dirci in che cosa credere…Io credo nelle sconfitte, negli errori, nei difetti, nelle fragilità, nelle paure ma in quelle sane, che ti spingono, non quelle che ti fermano. Credo nelle cicatrici, nei silenzi, nei lividi, nei traumi, nelle rotture, nel bene, credo negli altri, alle storie che non conosco, nascoste nelle auto, nelle finestre con luci accese di notte, credo in chi ancora cerca una strada non credo in chi le strade le distrugge, credo nei doveri di ciascuno e credo nei diritti uguali per tutti. Non credo agli eroi, alla perfezione, agli sconti ma credo al sudore, alla fatica, alle conquiste, credo in chi lotta per i diritti degli altri. Credo nel potere delle parole, nel loro peso, nella loro bellezza, credo in chi ha perso la vita pur di non perdere le parole…». Con questa sorta di “dichiarazione d’intenti”, Marco Mengoni si mette a nudo creando empatia, ispirando amore.

Marco Mengoni live @ Mediolanum Forum - Mengonilive2016

Marco Mengoni live @ Mediolanum Forum – Mengonilive2016

Spaziando tra “Ti ho voluto bene veramente”, “Parole in circolo” e “Pronto a correre”, l’artista incanta, sorprende, diverte, ammalia il pubblico senza mai perdere il contatto visivo diretto con i migliaia di sguardi puntati su di lui. Pur volando come un “novello James Bond” su un palchetto al centro del parterre, Mengoni non riesce a trattenere l’incanto e la sorpresa, la gioia e l’emozione nell’accogliere l’irrefrenabile ondata di affetto proveniente dal pubblico. L’intimismo suggestivo creato sulle note di “Ad occhi chiusi”, “Mai e per sempre” e “In giorno qualunque” si scontra con la cocente delusione per l’assenza di “Solo”, uno dei brani più intensi e più struggenti presenti nella discografia di Marco; un’assenza che griderà.

Tra i momenti musicali più vivi e più riusciti, segnaliamo la magnifica ed imponente versione di “I got the Fear”, l’esplosività funky di “Freedom”, brano di Pharrell Williams che Marco ha voluto dedicare alle donne, la travolgente coda strumentale de “La valle dei re”. Suggestiva la speciale cornice di laser scelta per avvolgere l’immancabile “L’Essenziale”, visionaria l’introduzione di “Guerriero”, sempre più inno generazionale.

Per quanto Marco Mengoni dimostri tangibilmente di essere uno degli artisti più innovativi e sperimentali dell’ultimo decennio, colpisce constatare il suo viscerale attaccamento alle radici e alle pietre miliari che hanno fatto la storia della musica. La prova? A luci ormai accese, Marco torna sul palco chiudendo un cerchio perfetto con un meraviglioso omaggio a Prince sulle note di “Kiss”.

Raffaella Sbrescia

Setlist

SETLIST

Ti ho voluto bene veramente

Non me ne accorgo

Nemmeno un grammo

Resti indifferente

Parole in circolo

Esseri umani

Ricorderai l’amore

Dove si vola

Pronto a correre

Ad occhi chiusi

Mai e per sempre

In un giorno qualunque

Tonight

I got the fear

Freedom

Non passerai

Solo due satelliti

L’essenziale

La valle dei re

Una parola

La nostra estate

Io ti aspetto

Guerriero

Kiss

Jack Jaselli: “Vi presento Monster Moon, un album scuro nato sotto la luna di Los Angeles”

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Dal 6 maggio sarà disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e in tutte le piattaforme streaming “Monster Moon” il nuovo disco di Jaselli, nato sotto la luna di Los Angeles. “Monster Moon” affonda le sue radici nel blues e nel soul ed è il frutto di quasi due anni di scrittura da parte di Jack e di un lavoro certosino sulle canzoni insieme a Max e Nik. Nato a Milano, il disco ha poi preso forma ai Fonogenic Studios di Los Angeles dove è stato registrato lo scorso luglio. Prodotto e mixato da Ran Pink, che ha collaborato con artisti del calibro di The Wallflowers, David Grohl e Band of Horses, “Monster Moon” segna il debutto di Jaselli per Universal Music Italia. Ecco cosa ci ha raccontato l’artista all’indomani dell’esclusivo showcase di presentazione tenutosi presso il Teatro dei Burattini all’interno della Triennale di Milano.

Intervista

Raccontaci la genesi di questo lavoro a partire della scelta degli arrangiamenti, dei testi, dei contenuti e dei messaggi che tu e la tua band intendete veicolare al pubblico.

La genesi tecnica e storica di questo album risale alla fine di un tour durato un paio d’anni. C’è stata una fase di composizione da ottobre a luglio, sono partito per Los Angeles con 40 pezzi in tasca, poi ne abbiamo scelti 10. Per quanto riguarda il suono c’è  da fare un doppio discorso: già durante il tour acustico avevamo creato un suono diverso dal disco precedente, in seguito abbiamo seguito la corrente delle nuove canzoni e abbiamo iniziato a capire quale potesse essere il mondo sonoro più giusto per questo lavoro. Siamo poi andati a Los Angeles per individuare un produttore con cui poter lavorare, abbiamo conosciuto Ran e abbiamo capito che sarebbe stato perfetto per lavorare con noi. Ci siamo scritti e ci siamo mandati tanti provini tra Milano e Los Angeles finchè a luglio è iniziata la vera e  propria produzione del disco. Naturalmente anche i testi delle canzoni seguono di pari passo le intenzioni e le atmosfere delle musiche. Questo disco è un po’ più ricco di argomenti ma anche un po’ più lunare, scuro, per così dire; se prima ci venivamo in mente sole, spiaggia, mare, ora la luce è riflessa perciò si va a scavare un po’ più a fondo.

Quanto lo senti tuo questo album?

Lo sento mio tanto quanto gli altri, lo sento perfettamente mio per la fase in cui è stato scritto. Lo sento mio ma soprattutto nostro: quando lo ascolto ritrovo noi tre, la produzione di Ran e la fedeltà nel trasmettere quelli che erano i nostri intenti in fase di produzione.

Quello che salta subito all’occhio del pubblico è una forte sintonia tra tutti voi, si vede che credete in quello che fate…

Credo che questo sia il miglior complimento che si possa fare sia me che ai ragazzi perché la nostra è una storia di assoluta devozione verso la musica. In particolar modo io e Nick abbiamo iniziato a suonare insieme prima del 2010. Ho sempre voluto fare le cose nel mio modo, magari rifiutando le varie scorciatoie che ti vengono proposte quando fai questo lavoro. Alla luce di ciò, sono contento se questo crederci e cercare di fare le cose in modo sincero si veda.

Quanto ti rispecchi nella definizione di “visionario” in qualità di italiano che ragiona, opera, suona e lavora in maniera anglosassone?

Un po’ forse sì, mi rendo conto che siamo un po’ una sorta di pecora nera, strane creature sempre avulse dai meccanismi tradizionali. La verità è che ci siamo sempre solo occupati di suonare e vivere la musica nel modo più sincero possibile compatibilmente con quello in cui crediamo e che ci far stare bene. Nessuno ci ha mai detto di percorrere una strada per arrivare ad un certo livello o detto fare le cose in un certo modo. A me piace sempre chiedermi se ho qualcosa da dire, sono vero e vado dritto per la mia strada, a prescindere dal fatto che questo implichi il raggiungimento del successo o meno.

Alla luce di questi ragionamenti, come vivete la nuova avventura con Universal Music?

Naturalmente siamo molto felici. Abbiamo sempre avuto un forte concetto di famiglia, chiunque si sia mai interfacciato con questo progetto artistico da 10 anni a questa parte, è rimasto a patto che si creasse una famiglia e con Universal sta succedendo esattamente questo. Loro ci hanno dato un segnale molto forte scommettendo su di noi, hanno preso un disco che era già stato fatto a modo nostro in America, siamo arrivati a Milano, glielo abbiamo fatto sentire e hanno detto di sì. Ci hanno preso a pacchetto chiuSo perciò questo è un fatto importante non solo per noi ma anche per testimoniare che ci sono realtà discografiche grosse che possono credere in cose anche meno convenzionali.

Per tornare a “Monster Moon”, raccontaci le atmosfere e gli ambienti scelti per la costruzione di pezzi tanto suggestivi…

In effetti alcune atmosfere sono abbastanza evocative, siamo andati a registrare vicino al deserto e all’oceano proprio per avere degli squarci che si potessero ritrovare nei nostri pezzi. Poi ci sono gli ascolti: dal blues, al rock, alla tradizione americana.

Jaselli

Jaselli

C’è un filosofo che ha elaborato un pensiero che possa essere vicino al messaggio di questo album?

Non la metterei in questi termini…Di certo c’è una corrente filosofica dell’epoca contemporanea secondo la quale si dovrebbe elaborare un sistema di pensiero mirato al recupero della ragion poetica, questo è quello che mi ha fatto pensare che la musica abbia un modo importante per dire le cose: con la musica canti la tua esperienza, se la canti in modo sincero nessuno la può smentire, per cui se racconti col cuore qualcosa che hai vissuto, in quel momento la gente può essere sicura che tu stia dicendo la verità.

Ci saranno tante date… presto anche un concerto importante a Milano?

Certo, ci saranno tanti concerti! Annunceremo presto una data per l’estate a Milano e poi torneremo in autunno. Come al solito sappiamo quando partiamo e non sappiamo quando ci fermiamo…

Ci saranno dei visual, scenografie?

Vorrei subito precisare che siamo dei privilegiati a poter fare un tour. Ci sono tanti colleghi, spesso più esposti di noi con un talent  show alle spalle che riescono a fare solo dei firmacopie. In questa prima parte del tour ci saremo noi, i nostri strumenti e il furgone. Avremo le nostre piccole scenografie che ci siamo costruiti da soli per quello che sarà un tour rock e più intenso di quello di prima.

Raffaella Sbrescia

Le date del tour:

12 Maggio – Torino – Lavanderie Ramone;

13 Maggio – Treviso – Home Rock Bar;

15 Maggio – Roma – Monk Club;

20 Maggio – Venezia – Hard Rock Cafe;

7 Giugno – Bologna – Bioparco Biografilm;

21 Giugno – Vascon Treviso – Festa dell’Estate;

23 Giugno – Pescara – Xmasters;

24 Giugno – Padova – Il Chiosco;

22 Luglio – Pescara – Teatro D’annunzio (opening Jack Savoretti);

23 Luglio – Sarzana – Fortezza Firmafede (opening Jack Savoretti);

28 Luglio – Genova – Genoa Songwriters Festival;

30 Luglio – Cantù – Villa Calvi

Video: The End

 

Piccoli Energumeni tour: Elio e Le Storie Tese in un epico show al Mediolanum Forum

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum - Assago

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum – Assago

Elio e le Storie Tese inaugurano il “Piccoli Energumeni Tour” al Mediolanum Forum di Milano con uno spettacolo mastodontico in grado di racchiudere tutti i momenti chiave della loro carriera. L’intento è chiaro fin dalle prime battute: filmati storici, stralci e reperti fotografici inediti, richiami, omaggi e riferimenti al passato gettano le basi di quello che si presenta come un tour celebrativo. Con una scaletta ricca, corposa e divisa per sezioni ritmiche, la band milanese ha dato spazio non solo alle pietre miliari del proprio repertorio ma anche ad alcuni brani dei primordi e alle canzoni contenute nell’ultimo album di inediti “Figgatta De Blanc”. Uno spettacolo enciclopedico, la summa di una carriera piena e stimolante. Uno show lungo quasi tre ore in grado di mettere in evidenza l’incontenibile passione con cui la band ama rilanciarsi a piè sospinto coinvolgendo e divertendo il pubblico grazie alla brillante genialità dei propri componenti. Stefano Bellisari (Elio), Nicola Fasani (Faso), Davide Civaschi  (Cesareo), Christian Meyer (Millefinestre) e Antonello Aguzzi (Jantoman,) insieme a Vittorio Cosma (tastiere), Paola Folli (cori) e e all’irriverente contributo di Luca Mangoni, coadiuvato da un nutrito corpo di ballo tutto al femminile, si sono lanciati in una maratona musicale che non ha dato tregua al pubblico.

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum - Assago

Elio e Le Storie Tese @ Mediolanum Forum – Assago

 Durante l’ultima parte del concerto è salito sul palco anche Sergio Conforti, in arte Rocco Tanica, nei panni dell’alter-ego Sergio Antibiotice. Perentoria la dichiarazione del musicista durante lo show: “Grazie per 35 anni molto divertenti, è stato un bellissimo giro di giostra”. Queste le parole con cui Tanica ha spiazzato il pubblico annunciando, di fatto, la fine della sua attività live con gli Eelst; invariato invece sarà il suo ruolo all’interno delle dinamiche relative ai momenti in studio.

In conclusione possiamo dire di aver assistito ad un racconto musicale di rara eterogeneità e completezza. Dal soul, al funky, alla dance al rock’n’roll, gli Eelst non si risparmiano da nessun punto di vista. Special guests della serata Diego Abantuono per uno dei suoi inimitabili sketch ed il grande Eugenio Finardi. Il sipario cala sulle note dell’immancabile “Tapparella”, l’inno della goliardia di spessore, il marchio di fabbrica che definisce la peculiare essenza degli Elio e Le Storie Tese.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

 Servi della gleba

Burattino senza fichi

Mio cuggino

 Essere donna oggi

 Ritmo sbilenco

 Parco Sempione

 Supergiovane

 El pube

 Il pippero

 Vacanza alternativa

 Discomusic

China disco bar

Born to be Abramo

Rock ‘n’ roll

John Holmes

Cassonetto differenziato per il frutto del peccato

Il rock della tangenziale

Il primo giorno di scuola

Uomini col borsello

Plafond

 TVUMDB

She wants

Il vitello dai piedi di balsa

Shpalman

Cara ti amo

 Tapparella

 

La rivincita degli Stadio: canzoni di ieri e di oggi a confronto in un saliscendi di emozioni al Teatro Nazionale di Milano

Stadio live @ Teatro Nazionale - Milano

Stadio live @ Teatro Nazionale – Milano

Una serata veramente speciale quella trascorsa al Teatro Nazionale di Milano per il concerto degli Stadio, nell’ambito del Miss Nostalgia Tour. La band bolognese ha conquistato un meritato sold out fronteggiando, tra l’altro, la momentanea defezione del batterista Giovanni Pezzoli, sostituito da Adriano Molinari. Con una scaletta davvero molto ricca ed eterogenea gli Stadio hanno spaziato in lungo e in largo all’interno del proprio immenso repertorio. Significativa la scelta di mettere vicine “Canzoni alla radio” e “Un giorno mi dirai”. La canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2016  è stata accolta da una vera e propria ovazione da parte del pubblico; perentorio il commento di Gaetano Curreri: “La nostra è una storia in salita, di quelle vigliacche che ti spaccano le gambe. Dopo la vittoria del Festival di Sanremo ci vogliono tutti, ci sentiamo un po’ come Miss Italia. Abbiamo voluto mettere queste due canzoni vicine in scaletta per dimostrare che a distanza di trent’anni diciamo ancora le stesse cose, forse all’epoca le dicevamo troppo presto. Vincere Sanremo è bello a questa età ma lo sarebbe stato ancora di più se fosse accaduto prima”.

 La prima parte del concerto è stata dedicata all’esecuzione dei brani contenuti nell’ultimo album degli Stadio, il quindicesimo firmato della band bolognese, prodotto da Saverio Grandi e Gaetano Curreri e pubblicato proprio durante il Festival: “La nostalgia per noi è un occhiatina all’indietro per puntare al futuro, non è malinconia”, ha spiegato Curreri. “Quando abbiamo cominciato a lavorare a questo album, abbiamo deciso di approfondire alcuni argomenti che avevamo già affrontato in passato. Questo è proprio ciò che avviene in questa canzone”, racconta il cantante, annunciando “Anna che non si volta”.

Stadio live @ Teatro Nazionale - Milano

Stadio live @ Teatro Nazionale – Milano

Toccante la descrizione di un tempo senza ore in “Rimini”, intenso l’omaggio a Marco Pantani con “Mi alzo sui pedali”. Commovente il ricordo del Maestro Lucio Dalla: “Lucio ci ha dato la consapevolezza di saper fare qualcosa che, in effetti, già facevamo da un pò” e via con “Noi come voi” e “La sera dei miracoli”, particolarmente apprezzata anche durante la serata dedicata alle cover durante il Festival di Sanremo nella speciale versione arrangiata dal maestro Beppe D’Onghia. Doveroso un riferimento all’amico di sempre Vasco Rossi sulle note de “La faccia delle donne”, con tanto di video proiettato sul maxi schermo alle spalle della band.

Nell’arco dei 32 brani proposti ad un pubblico veramente entusiasta, gli Stadio sono passati da “Copriti che fuori piove” a “Acqua e sapone”, apparso nel film di Carlo Verdone, passando per “Grande figlio di puttana”, primo 45 giri della band bolognese, “Bella più che mai”, “Stabiliamo un contatto” e “Allo stadio”. “Abbiamo un repertorio così vasto da poter fare quattro concerti con una scaletta sempre diversa, se poi aggiungessimo tutte le canzoni che ho scritto per gli altri arriveremmo tranquillamente a cinque”, ha spiegato Curreri a proposito del fatto che spesso i fans si lamentano dell’assenza di qualche grande successo all’interno della set list. Accompagnati dalla danzatrice Giulia Tacconi e dalla special guest Sara Foschini, protagonista del videoclip di “Un giorno mi dirai”, gli Stadio hanno trovato anche lo spazio per omaggiare i Beatles sulle note di “Chiedi chi erano i Beatles” con tanto di sculture luminose dei The Fab 4 ed un richiamo a “Hey Jude”. La grinta, la professionalità, la passione, l’intraprendenza e la lungimiranza degli Stadio li hanno portati ad una nuova e definitiva consacrazione. Per chi si è perso questo travolgente tuffo nella storia della musica italiana, l’appuntamento è per il 19 giugno al Carroponte di Sesto San Giovanni.

Raffaella Sbrescia

Negrita, guerrieri del rock: “9 Live & Live”, il tour nei club e il ritorno del pogo. L’intervista e le foto del concerto di Napoli

Negrita live @-Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Dopo il successo dell’ultimo album in studio “9” i Negrita tornano con un cofanetto dal vivo dal titolo “9 Live & Live”. La nuova edizione dell’album (Cd + Dvd) – prodotto da Fabrizio Barbacci per Universal Music Italia – contiene: un CD con  nove versioni live tratte dall’album in studio, due brani inediti “I tempi cambiano”, “Quelli Che Non sbagliano mai” e una versione acustica del brano “Se sei l’amore”. Un DVD con le immagini del concerto di Milano registrato al Mediolanum Forum il 18 Aprile 2015 oltre al docu-film “Under The Skin”, registrato al “Grouse Lodge Studio” di Rosemount (Irlanda) durante le sessioni di registrazione di “9”.

Intervista

Il club è per un musicista quello che il teatro è per un attore… è per questo che siete tornati a suonare in piccole location?

“Avevamo voglia di ritornare nei club e di viverci quella che è stata la genesi della nostra carriera, nei palazzetti si fanno gli show, nei club la musica fermenta, nasce, si sviluppa. Non è nel palazzetto che una band viene scoperta. Ritornare in questi posti ci fa ritrovare un contatto con il pubblico e con la nostra musica, con il nostro modo di approcciarci allo show, abbiamo la possibilità di scherzare tra di noi tra un pezzo e l’altro, di dare un plot al concerto sempre diverso. In più possiamo improvvisare: l’improvvisazione fa parte della nostra attitudine compositiva, ti fa anche riscoprire parte del tuo repertorio che nel palazzetto non puoi suonare, ci sono canzoni proprio scritte immaginandoci in un ambiente piccolo”.

Questo lavoro trae spunto dal tour di ”9″, il vostro ultimo album di inediti?

Abbiamo pensato di creare una sorta di appendice a “9”. Il CD audio contiene tutte le canzoni dell’album registrate durante il nostro tour estivo a Reggio Emilia, Nola e Golfo Aranci mentre il DVD contiene la registrazione video del concerto del 18 aprile 2015 al Forum di Assago. In più abbiamo inserito un docu-film sinora trasmesso solo su Sky Arte che racconta la nostra avventura irlandese al Grouse Lodge Studio di Rosemount durante le sessioni di registrazione di “9”.

“9 Live & Live” è dedicato a Carlo Ubaldo Rossi…
Un chitarrista fa suonare la band, lui faceva suonare una orchestra. Lui ci portò per la prima volta a suonare fuori dall’Italia, a New Orleans nel 1996. All’epoca volevamo uno studio residenziale, dove poter lavorare, stare insieme, dormire e lui lo trovò. Ci manca molto.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Non vi siete fatti mancare nemmeno due brani inediti… partiamo da  “I tempi cambiano”, scritta con Ligabue.

Abbiamo coinvolto Luciano perchè era un pezzo con un titolo importante, siamo in contatto con lui da 23 anni e abbiamo pensato che il background di questo brano fosse comune sia a noi che a lui. Noi riuscivamo a chiudere come volevamo il ritornello del pezzo,  Luciano l’ha fatto magistralmente in pochissimo tempo e anche quando avevamo la versione buona lui continuava a mandarcene altre. Ci ha confessato che, quando ha visto il titolo del brano, gli è venuto un colpo pensando al brano di Dylan [“The Times They Are a-Changin'” di Bob Dylan, n.d.r.] poi però ha aperto il file e il pezzo gli è piaciuto e abbiamo cominciato a lavorarci insieme”.

E poi c’è ”Quelli che non sbagliano mai”, una sorta di invettiva contro i cosiddetti ‘leoni da tastiera’ …

“Ci sono cose avvenute a noi direttamente sui nostri social e i nostri canali ma anche strofe che si occupano dei commentatori selvaggi. Io [Pau ndr] ormai mi informo quasi esclusivamente in rete: quando leggo notizie che mi interessano poi vado a dare un’occhiata ai commenti sotto. E lì trovi un bestiario, uno zoo di atteggiamenti, di modi di fare e di pensare che a volte ti lasciano perplesso. Diciamo che se il cofanetto è un’appendice di “9” questa canzone può essere considerata l’appendice di “Poser”.

E la nuova versione di “Se sei l’amore”?
È nata tra l’una e le due di notte, quando abbiamo chiamato Enrico Giovagnola, che suona il sax nel pezzo e che è un amico del nostro nuovo bassista, Giacomo. A quell’ora era… impegnato, diciamo così, con la sua ragazza ma si è precipitato da noi facendosi la strada da Perugia ad Arezzo per registrare la sua parte”.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Come nasce il “Whisky time”?
“Il Whisky time è una pausa tra due parti dello show che abbiamo introdotto per non scadere nel classico cliché della band che se ne va, il pubblico che la acclama perché sa che deve farlo e poi il ritorno sul palco per i bis. Così invece abbiamo diviso il live in due parti: una prima parte in cui torniamo alle nostre origini con pezzi funky, blues e rock e qualche b-side e una seconda parte con colori e suoni completamente diversi, più legata ai ritmi latino-americani e reggae. Poi concludiamo lo show con gli ultimi venti minuti di pezzi potenti. Chiamiamo la pausa “Whisky time” perché è il nome che gli diede una band croata, con cui suonammo nel 1990, e che ci adottò durante uno sgangherato tour fai da te che decidemmo di fare a bordo di un furgone. In quel caso non era solo un nome, la pausa serviva davvero per farsi un buon bicchiere”.

Cosa vi sta lasciando questo tour nei club?
“Ci ha stupito vedere il pogo, pensavamo che non esistesse più, come il punto e virgola (ridono n.d.r), invece è stato bello vedere ragazzi di vent’anni pogare insieme a gente brizzolata. Negli ultimi anni il pogo si è visto sempre meno ed è stato figo vederlo tornare nei club. Vedere la gente che poga ci emoziona: noi abbiamo una cultura musicale vasta e quella punk rock c’è sempre stata. E’ pazzesco vedere tanti strati e fasce sociali, tra cui i ventenni che noi chiamiamo l’invasione degli ultra-corpi. Un’altra differenza sostanziale è che nei palazzetti e negli stadi c’è una regia, nei club la regia è a braccio”.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

C’è ancora spazio per il rock in Italia?
“Di rock se ne è fatto tanto, nel mondo, quindi oggi è difficile trovare qualcosa che non sia già stato detto o fatto. Le nuove band devono trovare qualcosa che colpisca. In Italia di rock non ce n’è mai stato tanto. La nostra generazione e quella precedente sono state più fortunate in questo: dai Litfiba ai CCCP prima e poi con Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena e tanti altri è esploso un fermento tra il ’93 e il ’95″.

Siete insieme da 25 anni…qual è il vostro collante?
Anche quando litighiamo ci ricordiamo che siamo amici. Pensare alla musica è pensare a noi e avere sempre qualcosa da fare. Col tempo ognuno ha sviluppato il suo ego anche in maniera abbastanza forte però c’è anche una democrazia che lascia lo spazio a tutti. E c’è anche Fabrizio Barbacci, nostro storico produttore, nel ruolo di capitano non giocatore.

Prossimi programmi?
Saremo in tour fino al 9 aprile. Poi ci fermeremo un po’ per goderci tutta la gioia e l’entusiasmo che il nostro pubblico ci sta regalando.

Raffaella Sbrescia

Tracklist CD

I tempi cambiano, Quelli che non sbagliano mai, Mondo Politico, Il Gioco, Poser, Se sei l’amore, 1989, Que serà serà, Baby I’m in love, Ritmo umano, Vola via con me, Se sei l’amore (Alternative Love Version)

Tracklist DVD

Mondo politico, Poser, Baby I’m in love, In ogni atomo, Cambio, Se sei l’amore, 1989, Brucerò per te, La tua canzone, E sia splendido, Radio Conga, Bambole, Il libro in una mano la bomba nell’altra, Rotolano verso sud, A modo mio, Ho imparato a sognare, Il Gioco, Che rumore fa la felicità?, Mama Maé, Gioia Infinita + Under The Skin (Docu-Film)

 Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

 La scaletta del concerto:

Ehi Negrita

War

Negativo

In ogni atomo

Militare

Poser

1992

Fuori controllo

Il gioco

I tempi cambiano

Bambole

Hollywood

whisky time

Radio conga

Rotolando verso Sud

Soy taranta

Alzati Teresa

Ululallaluna

Salvation

A modo mio

Cambio

Transalcolico

Mama maeè

 

Simona Molinari sbanca il Blue Note: quattro sold out per una calda e raffinata carezza musicale

Simona Molinari live @ Blue Note - Milano

Simona Molinari live @ Blue Note – Milano

«Quando mi hanno detto che avrei fatto quattro date al Blue Note di Milano con questo repertorio pensavo di non farcela ma non avevo messo in conto il fatto che ci sareste stati voi. Nell’ultimo anno non ho scritto, non ho cantato, non ho ascoltato musica. Ho avuto bisogno di silenzio, di fare spazio a cose nuove, ho riscoperto il senso del tempo (grande nemico dei nostri giorni). Per le cose importanti, invece, c’è proprio bisogno di tempo, che non va oltraggiato e non va considerato perso. Ci messo anni per imparare a cantare, per costruire un progetto, per guadagnarmi la stima del mio produttore Carlo Avarello, ci sono voluti 7 lunghi anni per portarvi qui ad uno ad uno ma, ormai lo so, ci vuole tempo per fare le cose belle. A questo proposito, ce ne sono voluti 9 per fare una bellissima figlia ma forse non basterà un’intera vita per essere una buona mamma». Sono queste le emozionanti parole con cui Simona Molinari ha sintetizzato la sua nuova identità personale ed artistica al termine di un concerto coinvolgente e raffinato, il quarto di seguito, sul palco del Blue Note di Milano, nell’ambito del nuovo tour conseguente alla pubblicazione dell’album “Casa Mia” (prodotto da Carlo Avarello su etichetta Warner Music).  Un piccolo gioiello musicale in cui Simona Molinari è tornata alle sue origini, reinterpretando per la prima volta alcuni standard jazz. Nel disco, così come nel live, sono contenuti dieci brani evergreen, suonati dalla storica band di Simona, La Mosca Jazz Band, e arricchiti dalla preziosa partecipazione degli archi presenti nell’orchestra sinfonica di Ennio Morricone.

Simona Molinari live @ Blue Note - Milano

Simona Molinari live @ Blue Note – Milano

Curata, curiosa e originale anche la scenografia proposta al pubblico: un pugno di sedie, una comoda poltrona, un vistoso grammofono, una libreria, una credenza, un frigorifero, un mappamondo luminoso, un attaccapanni ed una valigia stracolma di vinili, sono gli effetti personali che l’elegante artista ha voluto portare con sé per accogliere ed avvolgere il pubblico in un caldo abbraccio musicale. In ogni brano proposto in scaletta, Simona ha raccontato un preciso momento della sua vita lasciando ampio spazio alla ricerca: non solo jazz ma anche elettronica e pop. Il filo conduttore è una voce cristallina, leggiadra, potente e versatile. Nel corso della sua carriera, Simona Molinari ha collaborato con artisti di fama mondiale come Al Jarreau, Gilberto Gil, Peter Cincotti, Andrea Bocelli, Ornella Vanoni e molti altri, esibendosi nei teatri, nei jazz club e all’interno delle manifestazioni più importanti del mondo, dal Blue Note di New York al Teatro Estrada di Mosca, dal Premio Tenco al palco di Umbria Jazz e tutte queste esperienze l’hanno resa un artista capace di padroneggiare con classe e disinvoltura qualsiasi tipo di repertorio. Il suo live è un conviviale momento di incontro ma anche una carezza per l’anima; provare per credere.

 Raffaella Sbrescia

 

Years & Years: un live irresistibile al Fabrique di Milano

Years and Years live @ Fabrique

Years and Years live @ Fabrique

Ritmo battente, interludi elettronici e ritornelli catchy  caratterizzano l’ irresistibile cifra stilistica degli Years & Years. La band di Olly Alexander ha infiammato il pubblico del Fabrique di Milano in occasione del primo live italiano tenutosi lo scorso 10 marzo. Curatissimi gli arrangiamenti dei brani che hanno riempito una corposa scaletta, ovviamente ispirata all’album d’esordio del gruppo, intitolato “Communion”. Quello che colpisce degli Years & Years è la particolare alchimia strutturale che vede nella particolare voce di Olly il baricentro di riferimento. Colore, elettronica e percussionismo hanno scandito le note di brani come Take shelter, Worship e Desire. Particolarmente interessante la rivisitazione di “Dark Horse”, il noto brano di Katy Perry, reso ancora più oscuro ed intrigante. Coinvolgente la performance del gruppo che dimostra di avere le carte in regola per costruire un percorso artistico di tutto rispetto.

 Raffaella Sbrescia

Years and Years live @ Fabrique

Years and Years live @ Fabrique

Scaletta Years & Years Fabrique Milano 10 marzo 2016

Foundation

Take shelter

Worship

Border

Memo

Shine

See me now

Eyes Shut

Darhorse Bling

Ties

Without

I want to love

Real

Desire

Toxic King

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