Intervista a Marco D’Anna: “La mela è un disco per non piangersi addosso”

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Ritratti Di Note ha incontrato il cantautore napoletano Marco D’Anna. Dopo la fortunata esperienza con la band “Titoli Di Coda”, Marco, impegnato attualmente al Teatro Bellini di Napoli con il collettivo musicale “Be Quiet”, ha pubblicato il suo primo album da solista intitolato “La Mela”.

Intervista

Marco, quest’album è un inno alla semplicità. Dal punto di vista musicale e dei testi è profondamente “essenziale”…

 Si, ho deciso da subito di fare un disco che avesse della verità; è stato davvero ritoccato molto poco. Le imperfezioni che ci sono le ho lasciate così perché si sentisse che è un album vero; è quasi un disco live… Abbiamo registrato il trio di base pianoforte, contrabasso e batteria tutto live, aggiungendo strumenti come viola e violino che suonano senza artifici. Anche dal punto di vista dei testi ho deciso per l’essenzialità, eliminando molte parti di testo e sostituendo con temi strumentali. Il disco è pieno di temi strumentali.

L’album si ispira molto al cantautorato, al mondo di Gaber, Jannacci, ma anche ad artisti come Nino Buonocore e Sergio Caputo.

Io sono un ragazzo degli anni ’90, un giovanotto cresciuto con la musica di quegli anni. Sono molto legato come artista a Nino Buonocore; ho avuto la fortuna di conoscerlo, di passarci del tempo insieme e devo dire che questo mi ha molto stimolato dal punto di vista della scrittura, ma ho ascoltato anche la musica degli altri autori che hai citato, e probabilmente gli ascolti e le influenze di tutti questi artisti sono presenti in questo mio lavoro. Senza dimenticare che ho amato e ascolto ancora la musica di Fabio Concato, Pino Daniele, Caetano Veloso e questo emerge quando mi cimento nella scrittura.

Marco D'Anna

Marco D’Anna

 Dal punto di vista dei testi, di cosa si è nutrito questo disco?

Si è nutrito essenzialmente di una storia. Ho voluto cominciare questa esperienza da solista raccontando il momento in cui ho voltato pagina nella mia vita personale e quindi anche musicale, le due cose sono strettamente connesse e non è facile separarle, almeno nella mia persona. Il disco è ricco di metafore, non è tutto così esplicito. Più che la storia stessa, ho voluto far passare nelle canzoni le emozioni, i colori, così che ognuno potesse sentirsi parte in qualche modo parte di questa vicenda, che non è null’altro che una storia d’amore finita. Il momento in cui si volta pagina è quando si capisce e si accetta che le cose dovevano andare come dovevano andare. C’è una sorta di rassegnazione serena, forse addirittura quasi felice, nei colori di questo disco; o almeno è quello che ho tentato di trasmettere, il non piangersi addosso e raccontare le cose così come stavano.

Questo è un album delicato ed evocativo, godibile dalla prima all’ultima traccia, ma ti confesso la mia grande passione per due brani in particolare, “Distratto” e “Domani Domani”…

Mi fa molto piacere; “Domani Domani” è una delle canzoni più amate da chi ha ascoltato questo disco. Me l’hanno detto in molti; può darsi sia un prossimo singolo, magari con un video.

Hanno collaborato a questo disco tanti bravissimi musicisti…

Si, mi fa piacere ricordarli tutti; in primis Luigi Esposito che assieme a me è l’anima di questo disco e ha arrangiato con me tutti i pezzi; Caterina Bianco alla viola e al violino; anche lei ha partecipato attivamente agli arrangiamenti e alla fase di scrittura degli strumentali; Umberto Lepore al contrabasso e Marco Castaldo alla batteria, la parte ritmica del disco; Alberto Santaniello, che ha suonato la chitarra acustica proprio nel brano “Domani Domani” e che è stato anche il nostro fonico, perché il disco è stato registrato nel suo studio ABC 29 di Napoli; Mario Romano, che ha suonato la chitarra manouche e il guitalele; Davide Maria Viola al violoncello e il prezioso cameo di Raffaele Casarano, un sassofonista di Lecce che ho avuto il piacere di conoscere tempo fa grazie a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Spero e credo di non aver dimenticato nessuno.

“La Mela” sarà presentato ufficialmente il 10 Marzo alle 18.30 al Teatro Bellini di Napoli.

Si, sono oramai di casa in questo teatro che mi vede in scena con il collettivo Be Quiet una volta al mese. Mi fa piacere cementare ancora di più questo rapporto presentando il mio disco lì. Tra l’altro credo che il teatro sia il posto ideale per ascoltare la musica e dedicarsi ad essa.

Per seguire Marco D’Anna sui social?

C’è il sito www.marcodanna.it costantemente aggiornato, oppure scegliere tra i miei profili Facebook, Twitter o Instagram

Giuliana Galasso

La Mela – Tracklist
La Mela
Distratto
Niente Di Particolare
Interludio
Acqua Passata
Domani Domani
Un Piccolo Neo
Preludio
Viola
Tre Volte Sera

 

“Stanza 223″, la recensione del nuovo album dei Titoli di Coda

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I Titoli di coda sono Marco D’Anna (cantautore, autore, chitarra), Irene Scarpato (voce, autrice) e Alberto Santaniello (autore, chitarra); un trio di artisti partenopei che, nel corso di quattro anni, hanno lavorato parallelamente in studio e all’interno dello scenario musicale nazionale,  affermandosi come una interessante realtà cantautorale in grado di proporre testi ricercati e melodie ispirate al mondo del cinema. “Stanza 223” rappresenta, dunque, il loro approdo all’universo discografico su etichetta Full Heads, con distribuzione a cura di Audioglobe. Il disco, composto da 11 tracce eterogenee e complesse, racchiude e mescola atmosfere e armonie della musica moderna passando con disinvoltura dal jazz alla fusion senza trascurare una certa dose di elettronica, avvalendosi del contributo di numerosi musicisti campani e non.

foto tdc

Il fascino imprevedibile del fato permea il testo di “Hotel Roma”, la traccia d’apertura di “Stanza 223”, seguita da “Se poi cadesse il mondo”, un brano intimo e delicato, irradiato dalla leggerezza di un’atmosfera sonora tipica di un pomeriggio autunnale trascorso sulle rive della Senna. L’eleganza jazz de “L’equilibrio” emerge attraverso parole forti, che lasciano trasparire una profonda sensibilità: “Sono in equilibrio su un oceano di vita o poco più e galleggio stabile in attesa di cadere nel profondo blu” e poi, ancora, “In questo mondo liquido si ha ancora l’esigenza di cacciarsi in mezzo ai guai”, canta Irene Scarpato con la sua voce leggera e sottile. Suadente è il rimo del tango in “Via da me”, un brano appassionato incentrato sul tema dell’amore combattuto.

titoli di coda

La voce di Marco D’Anna anima le parole di “Mediterraneo”: intense note blues intarsiano “pochi metri di pensiero” mentre la versione jazz di “Non è Francesca” di Lucio Battisti precede la bellissima ballad intitolata “L’odore della pioggia”, un riuscito esercizio testuale, una originale texture di parole,perfetta per descrivere l’essenza di un legame sbagliato. Appassionata e significativa è la trama di “Veramente”, in assoluto il brano più interessante dell’album: “Provo a darmi un’occasione buona per vivere una vita tutta intera, qualcosa che non assomigli necessariamente al lamento costante che compiace la gente”, canta Irene, mentre archi e pianoforte danno vita al dolore amoroso di “Vernice fresca”. Luoghi, ricordi, parole e ostacoli affollano le note di “Se ci fosse l’amore” mentre il brio folk de “La felicità” chiude “Stanza 223” all’insegna della speranza e della positività.

Raffaella Sbrescia

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 Video: “Se poi cadesse il mondo”