Alla notizia di un tour De Gregori/Zalone, il primo impatto è stato lo stesso che può generare la proposta, in un menù, di una pasta e vongole condita con scaglie di parmigiano. Il fatto è che non potremo mai dire che è buona o non lo è fino a quando non la assaggiamo. E’ quindi con grande curiosità e con altrettanto circostanziate aspettative che abbiamo accolto questo esperimento, varato alle Terme di Caracalla il 5 giugno scorso.
E forse l’errore è stato nell’aver coltivato aspettative inadeguate.
Due date sold out a Caracalla per presentare il lavoro più originale e anche più discusso della nostrana stagione discografica d’autore, danno l’esatta misura di quanto il pubblico sia curioso di “assaggiare” questa insolita accoppiata di sapori melodici, sapori improbabili da legare: ed è proprio il collante che probabilmente difetta perché in realtà, oltre qualche condivisione di battute, condotta anche molto bene da Zalone, non si è andati.
Battute alla Zalone, cui il Principe, meravigliando probabilmente i più, fa da spalla: battute a nostro avviso divertenti (se non avessimo apprezzato la comicità spesso incompresa di Zalone non avremmo avuto tanto desiderio di assistere al concerto), ma quell’alchimia che avrebbe potuto creare effetti stupefacenti, almeno al debutto, non è scattata.
Di fatto abbiamo assistito a una carrellata di performamces dell’uno e dell’altro, totalmente scollegate tra loro, a parte un momento davvero molto commovente in cui, sull’incipit, è stato intonato il tema di Pinocchio. Ecco, probabilmente se lo spettacolo si fosse svolto tutto sulla base di quell’imprinting, sarebbe davvero riuscito a segnare una pietra miliare nella storia della canzone italiana d’autore. A De Gregori l’encomio per aver voluto Zalone al suo fianco: un gesto quasi provocatorio verso un certo comparto d’ascolto che si reputa tanto sofisticato da criticare l’iniziativa solo perché, a suo parere, non sufficientemente autoriale. A Zalone quello per aver accettato, a condizione di restare Zalone, di non stravolgere la sua comicità apparentemente così accessibile da sembrare addirittura puerile, a chi non sa leggere tra le righe. Perché, se si ha avuto modo di vedere i suoi film, Zalone di cose ne dice assai e nient’affatto ingenue o puerili e probabilmente questo aspetto Francesco de Gregori lo ha colto, altrimenti un tour non glielo avrebbe mai proposto.
Il Principe a certi particolari connubi non è nuovo: uno tra tutti, il concerto con Baglioni di qualche anno fa, che però, almeno su chi scrive, ha avuto tutt’altro impatto.
Definire il concerto di Caracalla brutto, no, non è assolutamente veritiero, perché non lo è stato. Del resto, quando sul palcoscenico ci butti La Donna Cannone, o Sempre e per Sempre beh, una standing ovation, giustamente, te la porti a casa.
Però ci saremmo aspettati qualcosa di diverso, un’opportunità sviluppata diversamente, una maggiore integrazione delle due visioni tanto del mondo musicale quanto della compagine sociale, storica e culturale che fa loro da supporto e questa magia, ci duole dirlo, non c’è stata. Si è avuta più la sensazione di uno spettacolo portato avanti a compartimenti stagni, con qualche momento di condivisione.
Tuttavia bisogna considerare che si tratta di un work in progress, che l’esperimento è audace, che probabilmente le critiche servono anche a questo, per dare loro un senso e non relegarle ad uno sterile esercizio di stile: e che, comunque, tanto divertono i testi di Zalone, quanto commuovono quelli di De Gregori. E’ stato il debutto e, come spesso accade ai debutti, è perfettibile. Ci auguriamo che nel corso della stagione la coppia trovi il giusto affiatamento per riuscire a portare al pubblico, insieme, le stesse emozioni che riesce a far vivere individualmente. Sarà sicuramente così, ma se non fosse, rimarrà sempre e comunque un apprezzabile tentativo.
Roberta Gioberti
la scaletta:
Deborah’s theme (Ennio Morricone) – De Gregori + Zalone + Band
Piano bar (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band
Il cuoco di Salò (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone
Storia di Pinocchio (Nino Manfredi) – De Gregori + Zalone
Rimmel (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone
Alejandro (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone
Titanic (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone
La leva calcistica della classe ‘68 (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band
Sento il fischio del vapore (Francesco De Gregori – Giovanna Marini) – De Gregori + Band
Il vestito del Violinista (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band
I matti (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band
Due zingari (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band
Numeri da scaricare (Francesco De Gregori) – De Gregori + Band
Giusto o sbagliato (Francesco De Gregori – Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
Culu piattu (Checco Zalone) – Zalone + Band
Poco ricco (Checco Zalone) – Zalone + Band
Patriarcato (Checco Zalone) – Zalone + Band
Immigrato (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
La prima Repubblica (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
Pittori della domenica (Paolo Conte) – De Gregori + Zalone + Band
Atlantide (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band
Gli uomini sessuali (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
Pezzi di vetro (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band
Buonanotte Fiorellino (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band
Sempre e per sempre (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band
Bucchinhu Rigatu (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
Angela (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
Battiato (Checco Zalone) – De Gregori + Zalone + Band
La donna cannone (Francesco De Gregori) – De Gregori + Zalone + Band