“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie”, l’anteprima del film di Luca Lucini e Silvia Corbetta

Il Teatro alla Scala è il luogo dove avvengono le rivoluzioni e dove le rivoluzioni diventano regole. Una premessa che è già foriera di numerose ed insindacabili verità. Proprio quelle rivelate da “Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie”, il film proiettato in anteprima mondiale al Teatro alla Scala lo scorso 20 settembre, in due proiezioni (una alle ore 15.00 e una alle ore 20.00). In uscita in tutti i cinema italiani il 24 e 25 novembre, il documentario  diretto da Luca Lucini e Silvia Corbetta, prodotto da Rai Com, Skira Classica, ARTE France,Camera Lucida productions, in collaborazione con Teatro alla Scala di Milano e con Nexo Digital, mostra agli spettatori 237 anni di storia di un vero e proprio tempio laico, una fabbrica di emozioni in cui si concentrano gioie, dolori, tecnica e passioni. Luci, musiche, immagini, silenzi, voci ed emozioni avvolgono le tende di velluto purpureo, il profumato legno del palcoscenico, le morbide poltrone in platea, l’elegante foyer fino al leggendario loggione. Il delizioso viaggio alla scoperta di retroscena, rivelazioni e consacrazioni è arricchito da piccoli e numerosi flashback. Passato, presente e futuro s’incrociano, infatti, nelle parole e nei volti di grandi e piccole personalità che hanno svolto un ruolo chiave per la continuità del successo planetario del teatro.

Nella grande mole di materiali raccolti spiccano le interviste a Daniel Barenboim, Roberto Bolle, Mario Botta, Riccardo Chailly, Francesco Maria Colombo, Marco Contini, Fiorenza Cossotto, Maria Di Freda, Plácido Domingo, Alessandra Ferri, Carlo Fontana, Carla Fracci, Mirella Freni, Giovanni Gavazzeni, Raina Kabaivanska, Stéphane Lissner, Leo Nucci, Alexander Pereira, Franco Pulcini, Luciana Savignano e Marcello Sirotti, mentre le parti recitate sono affidate a Gigio Alberti, Andrea Bosca, Giuseppe Cederna, Pia Engleberth, Francesca Inaudi, Filippo Nigro e Bebo Storti; la voce fuori campo è, infine, quella di Sandro Lombardi.

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Particolarmente riuscita ed accattivante l’idea di stimolare gli spettatori seguendo i  preparativi della tradizionale “Prima”,  rigorosamente in scena il 7 dicembre di ogni anno, senza trascurare nemmeno il più piccolo dettaglio. Ampio spazio all’instancabile lavoro delle maestranze, allo studio e la preparazione dei musicisti e a tutte le singole figure che, con il loro contributo, determinano la realizzazione di sogni ad occhi aperti. Particolarmente appassionanti le parentesi dedicate ai grandi maestri con cui spesso il teatro ha avuto un rapporto controverso: su tutti Verdi ma anche Rossini, Toscanini, Puccini fino ai contemporanei Abbado, Muti, Barenboim.  Opulenza, eleganza, autorevolezza vanno a braccetto con ricerca, qualità, eccellenza, sperimentazione e tutto questo, in barba all’implacabile scorrere del tempo, è saldamente racchiuso all’interno de il Teatro alla Scala, un tempio in cui la città  di Milano e l’Italia tutta si riconoscono e che riflette la sensibilità e la natura di un mondo in continua evoluzione.

Raffaella Sbrescia

Mirella Freni: l’omaggio del Teatro alla Scala di Milano

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Il Teatro alla Scala di Milano omaggia Mirella Freni. In occasione dell’ottantesimo compleanno della celebre soprano, lo scorso 25 febbraio lo storico teatro meneghino ha ospitato l’artista modenese che, insieme ai critici musicali Elvio Giudici e Alberto Mattioli, ha ripercorso le tappe della sua carriera, i ruoli più importanti, gli incontri che hanno segnato il suo cammino artistico. A scandire la serata una serie di video di alcune delle principali interpretazioni con cui la Freni ha segnato la storia del canto nel ventesimo secolo. Nella sua carriera, l’artista ha cantato nei maggiori teatri di tutto il mondo, si è esibita con grandi artisti come Domingo e Pavarotti, ed è statata diretta dai principali direttori: da Von Karajan a Gavazzeni, passando per Abbado e Muti. Decine e decine sono stati i ruoli che la Freni ha portato al successo: quelli verdiani come Elisabetta nel Don Carlo, Desdemona in Otello, Amelia nel Simon Boccanegra.  Poi, ancora, quelli del repertorio belcantistico come Adina nell’Elisir d’amore o Elvira nei Puritani e  Novecento con  Adriana Lecouvreur e Fedora, senza dimenticare Puccini: Manon Lescaut, Tosca, Madama Butterfly, Suor Angelica e  naturalmente la Mimì della Bohéme.  Oggi, dopo aver detto addio alle scene, la cantante si dedica con gioia e fervore all’insegnamento del bel canto alle nuove generazioni