Lo scorso 15 febbraio il palco del Teatro Argentina di Roma ha ospitato il celebre musicista francese Richard Galliano per una serata a sfondo benefico organizzata dalla ONG Sunshine4Palestine (S4P). Virtuoso della fisarmonica e del bandoneon, il compositore spazia in tutti i campi musicali, dalla classica al jazz. I suoi live da solista fanno emergere l’eccezionalità delle sue composizioni, frutto di affascinanti esplorazioni musicali e di lirismo. Dotato di una rara polivalenza, Richard Galliano ha registrato più di 50 album a suo nome, ultimo dei quali è “La vie en rose”, e ha lavorato con numerosi artisti di fama mondiale, come Astor Piazzolla, del quale è un colto interprete. I proventi del suo live saranno devoluti alla realizzazione di circa 1 km di illuminazione fotovoltaica con sistema stand alone e luci a led nel quartiere di al Zannah, una zona rurale della così detta Buffer Zone, a Gaza, severamente colpita durante le operazioni militari “Protective Edge” .
“Ringraziamo il maestro Galliano per la sua generosità – sostiene Barbara Capone, ricercatrice in Fisica all’Università di Vienna e presidente di Sunshine4Palestine – ed il Teatro Argentina, che per il secondo anno consecutivo ci ha aperto le porte, dandoci la possibilità di usufruire dei suoi spazi, nonostante la fitta programmazione stagionale. Nell’area di al Zannah, all’interno della Municipalità di Bani Suhaila, stiamo programmando un progetto di ampio respiro, che consiste nell’intervenire sulla scarsità di acqua e di energia elettrica della zona attraverso una tecnologia green ad alto impatto. La maggioranza dei residenti, infatti, ha acqua potabile solamente per 3-4 ore ogni due giorni, ossia quando possono immagazzinarla nei serbatoi sopra i tetti delle case, mentre l’energia elettrica è prodotta da generatori a petrolio che, donando poche ore di illuminazione a settimana, lasciano l’area praticamente al buio”.
In particolare, il progetto, in collaborazione con le ONG LITER OF LIGHT ITALIA ed ACS (ASSOCIAZIONE COOPERAZIONE E SOLIDARIETÀ), consiste in vari nodi da attuare nella Buffer Zone: convertire al fotovoltaico le pompe che provvedono alla produzione di acqua per la sua distribuzione ad un totale di circa 700 famiglie (7mila persone) sia per uso domestico sia per uso agricolo per 10 ore al giorno; ripristino degli orti domestici a favore di 10 famiglie di agricoltori (circa 100 persone), ognuno su uno spazio minimo di 350 mq con una piccola serra di 45 mq, impianto di irrigazione a goccia, una piccola unità animale e unità di compostaggio; l’implementazione di un sistema di lampade fotovoltaiche stand alone per l’illuminazione dei luoghi comuni. “Il progetto – conclude Barbara Capone – vuole piantare i semi per un futuro creativo e sostenibile che promuova l’uso delle risorse di energia rinnovabile per migliorare l’area nell’ottica di uno sviluppo pacifico di quelle terre”.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti