Mario Restagno, Direttore Artistico dell’Accademia dello Spettacolo di Torino e regista del musical “Excalibur– La Spada nella Roccia”, apre le porte dell’Accademia e della Scuola di formazione dell’attore. Un progetto, quest’ultimo, ideato dall’Accademia dello Spettacolo per promuovere attivamente il valore della formazione artistica e scommettere sulle capacità dei giovani. In occasione degli open days, che si terranno in tre giornate, dal 25 al 27 aprile, Mario Restagno ci ha parlato delle possibilità offerte da questa importante scuola con un ampio approfondimento del programma multidisciplinare e del percorso didattico offerto, attraverso lo studio delle tre arti sceniche: canto, danza e recitazione.
Quando nasce e quali sono gli obiettivi principali dell’Accademia dello Spettacolo di Torino?
Alla fine degli anni 80 in Italia si cominciò a parlare di musical. Subito si evidenziò un problema: non c’erano attori in grado di esprimersi nelle tre arti. Cominciai a studiare un percorso per formare una nuova generazione di artisti.
Quali sono le linee guida del percorso formativo offerto?
Gli anni dedicati allo studio della didattica e dei metodi formativi mi hanno portato alla creazione di un modello che si ispira alle scuole anglosassoni (ArtsEd di Londra su tutti), ma conserva anche una sua peculiarità.
Innanzitutto l’impostazione di livello universitario è una caratteristica peculiare della SFA che si traduce in un’attenzione agli aspetti culturali, spesso trascurati nelle scuole private di arti sceniche in Italia: su un piano di studi di 1000 ore annue, oltre 200 sono dedicate alle materie culturali come Storia del Teatro, Psicologia, Anatomia. In secondo luogo, il programma in tre anni consente all’allievo un’esperienza a grande raggio nel settore delle arti sceniche: teatro di prosa, cinema, musical, teatro danza, teatro di strada, teatro sperimentale..
Ci parla degli ultimi progetti realizzati e i riscontri ottenuti?
L’attenzione al mondo della scuola ha sempre ispirato il lavoro di Accademia dello Spettacolo. Da alcuni anni creiamo opere teatrali che produciamo in dvd e distribuiamo gratuitamente in tutte le scuole italiane: nel 2013 è stata la volta di “Scrooge, Canto di Natale” (oltre 30.000 copie diffuse). Sono spettacoli che gli insegnanti possono realizzare localmente con le classi di allievi: la nostra associazione fornisce le basi musicali e tutto il supporto didattico perché nelle scuole italiane si faccia teatro a partire dalle elementari. I riscontri a questo impegno sono per esempio gli oltre 250 istituti che solo nel 2013 hanno messo in scena un nostro lavoro. É qualcosa che succede su tutto il territorio nazionale in silenzio, senza tanta pubblicità, come una foresta che cresce, ma succede. Sull’esempio di quanto si fa in Australia noi crediamo che educare i bambini e i giovani a fare teatro è l’unica via per avere in futuro artisti e pubblico più qualificati.
La Scuola di Formazione dell’Attore è un progetto no profit ideato proprio dall’Accademia dello Spettacolo… quali sono le attività svolte durante il triennio e quali garanzie offre questo percorso ai giovani allievi che decidono di iscriversi?
É no profit perché le rette non coprono i costi di gestione della scuola. La SFA ha fatto una scelta importante di qualità sull’esempio di quanto viene fatto a Londra in istituti come l’ArtsEd. La qualità ha un costo: significa concretamente non avere classi troppo numerose per poter seguire bene ogni singolo allievo, avere spazi adeguati, a norma e dedicati esclusivamente alla scuola, rispettare un codice etico che abbiamo pubblicato sul nostro sito. Una scuola così impostata costa oltre 10.000 euro all’anno (la retta dell’ArtsEd è di 14.000 sterline). Accademia dello spettacolo, per ogni allievo avvia un “programma di sostegno economico” che va a coprire oltre il 60% dei costi.
Quali macro aree comprende il piano didattico?
Il piano didattico della SFA è diviso in 5 aree:
- culturale (Storia del Teatro, Storia del Musical, Storia della Musica, Psicologia, Anatomia…)
- espressiva (Dizione e Fonetica, Recitazione Teatrale, Recitazione Cinematografica, Improvvisazione,…)
- musicale (Solfeggio, Tecnica Vocale, Canto Corale, Canto Moderno, Interpretazione Musical)
- coreutica (Danza Classica, Jazz, Contemporanea e Tip Tap)
- integrativa (Arti Marziali, Balli da Sala, Combattimento Scenico,…)
E per quanto riguarda il programma?
Ogni anno la direzione attiva corsi complementari e stage che completano un programma già intenso. La SFA offre elevate garanzie sul programma: per esempio le lezioni sono garantite (materie, numero di ore, docenti), neppure le scuole di Stato arrivano a tanto. Questo consente di assicurare la continuità nello studio. La scuola non può garantire sulle capacità e sulle motivazioni di un candidato: la scuola mette tutto lo staff al servizio dell’allievo, ma spetta a quest’ultimo fidarsi, applicare con rigore i metodi, studiare. Noi amiamo citare una scena del film Karate Kid: “Passa la cera, togli la cera… passa la cera, togli la cera…”. La proposta SFA si ispira a valori che forse non sono tanto di moda: chi cerca scorciatoie o pensa già di sapere non si troverà bene alla SFA, chi ha pazienza e si fida avrà il meglio per realizzare il proprio progetto.
Diventare famosi? Non siamo in grado di prometterlo. Bravi sì.
Recentemente avete prodotto il Musical “Excalibur – La Spada nella Roccia”. Il protagonista, Jacopo Siccardi, è stato proprio un allievo della scuola… qual è il bilancio di questa produzione?
In realtà il vero protagonista è Merlino interpretato da gipeto, in seconda battuta Morgaine, l’antagonista, poi c’è Ginevra e infine Artù. Excalibur è un’opera con diversi piani di lettura che vuole invitare i giovani a riflettere sul proprio destino e sulle relazioni familiari, un tema tanto caro ai drammaturghi che da sempre hanno scritto di padri, madri e figli. Jacopo Siccardi è un allievo che ha completato con successo il triennio professionale nel 2012 e sta ancora studiando per migliorarsi ulteriormente. Excalibur è stato scritto mentre Jacopo frequentava con i suoi compagni l’ultimo anno dell’Accademia. Un piano di lettura dell’opera è il rapporto Merlino, Artù e Ginevra: non è un caso che nel secondo atto, quando Ginevra viene baciata da uno sconosciuto evocato da Merlino, quest’ultimo dica: “É un’immagine, un esempio… come attori che per finzione si baciano!”. In Excalibur confluiscono riflessioni che sono state oggetto delle lezioni in accademia: per gli esterni è difficile capire, ma per gli allievi della SFA (almeno i più intuitivi) il rapporto tra Merlino e i due giovani è una similitudine del rapporto docente-allievi SFA. In definitiva Artù e Ginevra sono due allievi dell’accademia.
Excalibur è un’opera destinata alle scuole, in linea con quanto Accademia dello Spettacolo fa da quasi 10 anni. In questo caso non ci si è voluti fermare alla realizzazione del dvd da distribuire perché, vedendo la situazione generale di crisi del settore spettacolo, l’associazione ha voluto offrire un segnale positivo ai giovani.
Così è nato il progetto di far diventare Excalibur un spettacolo da inserire nel circuito professionale per dare un’opportunità lavorativa ai giovani esordienti. Il bilancio di questa prima tornata di date è positivo, nonostante tutto.
Quali difficoltà avete incontrato?
La difficoltà maggiore incontrata è la diffidenza rispetto ad un’operazione che non ha seguito il meccanismo dei soliti nomi o del “nome televisivo”: da più parti, continuamente ed ossessivamente, viene richiesto un nome che attragga perché questa la legge del mercato. Il nome garantisce visibilità, protegge da critiche distruttive, tranquillizza i teatri e fa lavorare in serenità i distributori. La filosofia che ispira il nostro modo di lavorare mal si collima a questa impostazione visto che noi amiamo rischiare sul nuovo e sull’inedito… tuttavia qualche compromesso si dovrà fare anche per il bene dei giovani. Vedremo…
Dal 25 al 27 aprile ci saranno gli Open Day della Scuola di Formazione dell’attore… a chi si rivolgono queste giornate? Quali sono i requisiti per entrare a far parte dell’organico? Chi sono i docenti? E per quanto riguarda i costi?
Partiamo dai costi. La scuola è molto cara. Gli studenti versano una retta annuale di 4.000 euro, che copre il 40% dei costi: Accademia dello Spettacolo interviene poi con un programma di sostegno economico.
Per questo motivo la scuola è molto severa: detto in breve non basta pagare per andare avanti. Lo studente che non rispetta il Regolamento o il cui rendimento non è all’altezza dell’investimento che viene fatto a suo favore non può proseguire l’iter formativo.
Accademia dello Spettacolo offre l’opportunità di entrare alla SFA a giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni che siano seriamente motivati a diventare attori secondo il metodo globale: cioè studiando tutte le discipline delle arti sceniche, la recitazione, il canto e la danza.
L’open-day è un momento importante per conoscere direttamente la scuola, i docenti e ottenere una valutazione.
Requisiti fondamentali per accedere ala SFA sono sana e robusta costituzione, maggiore età compiuta entro il 31 dicembre 2014, conoscenza della lingua italiana.
Lo staff è composto da oltre 20 docenti: qui possiamo citare il sodalizio con l’ArtsEd che ci consente di avere direttamente da questo istituto londinese docenti che vengono a tenere le lezioni a Torino sia per l’aggiornamento dei docenti sia per la formazione dei nostri studenti.
Per partecipare è necessario compilare il modulo on-line (www.scuoladimusical.org/candidatura-online) allegando una foto a figura intera. La Scuola di Formazione dell’Attore si impegna ad assegnare a ciascun studente che si iscrive al triennio un programma di sostegno economico che copre il 60% della retta annuale (per maggiori info 011/4347273).
Raffaella Sbrescia
Si ringraziano il Dottor Mario Restagno e Sara Bricchi per Parole e Dintorni per la disponibilità