Santi Francesi al Festival di Sanremo 2024: “L’amore in bocca racchiude momenti e suggestioni senza mai svelarsi del tutto”.

Alessandro De Santis e Mario Francese, in arte Santi Francesi, portano la loro arte al Festival di Sanremo 2024 con il brano “L’amore in bocca”, dopo aver conquistato l’accesso alla gara grazie alla partecipazione alla fine di Sanremo Giovani con il brano “Occhi tristi”. Il duo è avvezzo alla performance televisiva eppure ciò che rende affascinante la loro essenza artistica è quell’insito elemento di imprevedibilità e mistero che avvolge e caratterizza i loro testi. Anche in questo caso il brano “L’amore in bocca racchiude una raccolta di diapositive, momenti e suggestioni senza meta o direzione precisa:

“Sanremo è capitato per caso – spiegano i due – Era la terza volta che tentavamo Sanremo Giovani e a questo giro è andata bene. Abbiamo voglia di lanciare degli ami e scoprire chi avrà la voglia e il piacere di abboccare e seguirci. “L’amore in bocca” sarebbe dovuto essere “amaro”, ma è diventato, grazie al correttore dell’iphone mentre stavo scrivendo una nota sul cellulare, un errore fatalista che abbiamo considerato come un’ispirazione fondamentale da cui è nata la canzone. In realtà abbiamo tenuto questa espressione sepolta per qualche mese nel telefono per poi tirarla fuori in una sessione con Cecilia Del Bono con cui abbiamo scritto la versione finale del pezzo: stavamo facendo colazione prima di andare in studio e ci siamo semplicemente detti di seguire il flusso di quello che sarebbe successo. Il brano racconta momenti delle nostre rispettive vite private, senza lasciarci andare a troppe spiegazioni, ed è perciò che la natura di questa canzone rimane nascosta perfino a noi stessi.  Alla fine, per riassumere, si tratta di una canzone costituita da tutte immagini che ruotano attorno al titolo. È affascinante il non sapere, il non esserci mai detti cosa intendessimo davvero, a chi stessimo indirizzando quelle parole. Il pezzo parte come una ballad per poi evolversi con l’ingresso dell’elettronica raggiungendo quel solito mix che noi amiamo definire con l’immagine del “piangere ballando”.   In genere tendiamo ad avere sempre un approccio deduttivo quando componiamo, spesso mentre stiamo provando un giro di chitarra o una produzione, succede che io (Ale) mi avvicini al microfono e dica parole a caso che molto spesso finiscono poi nella versione definitiva della canzone. Quindi, in un certo senso, musica e parole nascono insieme”.

Santi-Francesi ph Mattia Guolo

Santi-Francesi ph Mattia Guolo

A dirigere l’orchestra sarà Daniel Bestonzo, non nuovo al palco del Teatro Ariston dove ha diretto negli anni scorsi Levante, Gianmaria, Willie Peyote. Sul palco del Teatro sanremese i Santi Francesi indosseranno abiti firmati Dolce&Gabbana.

Durante la serata delle cover, i Santi Francesi proporranno una versione inedita del brano Hallelujah di Leonard Cohen insieme alla performer internazionale Skin: “Questo brano è un capolavoro che nel tempo ha conosciuto molte versioni  sempre fedeli all’originale. Noi avevamo il desiderio di realizzarne una diversa, più struggente. Quando si tratta di cover, noi ci divertiamo come dei pazzi a prendere le canzoni, a ribaltarle e a rifarle nostre. Circa un mese prima di Sanremo Giovani, pur non essendo sicuri di passare, abbiamo cominciato a pensarci e a portarci avanti. Hallelujah è una canzone che non si può cantare, allo stesso modo di Creep (una delle cover meglio riusciute di quelle portate a X Factor 16), ma noi ci proviamo. Vorremmo trasmettere delle vibrazioni diverse dall’originale, perché in fondo Hallelujah è un pezzo pieno di contraddizioni: spesso viene accostata a Dio e costantemente chiesta ai matrimoni, quando invece parla di tutt’altro. Ci piace l’idea di portare su quel palco una canzone il cui testo, negli anni, ha spesso assunto significati lontani dall’originale provando a riconsegnare a quelle parole la loro vera essenza. Skin era l’artista perfetta per l’idea di reinterpretazione che avevamo di questo brano. Quando le abbiamo chiesto di affiancarci in questa follia non ci saremmo mai aspettati un riscontro positivo, perciò per noi è un grande onore essere accompagnati da una delle voci più significative per la nostra generazione. Chiaramente all’inizio si è mostrata decisamente scettica rispetto alla scelta del brano e ci ha detto di no: “Non ho voglia di suonarlo per la trecentesima volta”, ha detto. La soddisfazione più grande è stata quando poi si è ricreduta dopo aver sentito la nostra versione. Ci ha detto che era la prima volta che sentiva una versione di Hallelujah diversa dalle altre. È stato un complimento incredibile. Dopo il Festival, ci sarà nuova musica, ma non è chiaro ancora se sarà un album o un EP, e un tour”.

Conferenza stampa Festival di Sanremo

Paolo Buonvino firma la colonna sonora per “I Medici. Masters of Florence”. In “Renaissance” collabora con Skin

E’ firmata da Paolo Buonvino la colonna sonora originale della coproduzione internazionale “ I Medici”, serie televisiva prodotta da Lux Vide, Big Light Productions (UK) e Wild Bunch TV (FRA) in collaborazione con Rai Fiction,  in onda dal 18 ottobre in prima serata su RAI 1.
Con la colonna sonora  de “Medici” il compositore ha cercato di narrare, attraverso la musica, una storia  che appartiene all’Uomo del Rinascimento quanto a quello di oggi.  Una storia che getta uno sguardo al passato, ma sempre è orientata al futuro.
Per questo motivo il linguaggio musicale è una commistione di elementi di suggestione antica in un tessuto contemporaneo.
Paolo Buonvino ha fin dall’inizio pensato ad impreziosire il progetto volendo al suo fianco SKIN, una delle artiste più’ carismatiche della scena musicale internazionale. Da questa empatica collaborazione artistica, è nata RENAISSANCE, una sorta d’aria d’opera moderna, un brano che sarà titoli di testa e coda di tutta la fiction.
La composizione di Buonvino si è fusa al testo di Skin per celebrare un Rinascimento moderno che fonde le sonorità classiche con  ritmi e arrangiamenti rock, misti ad elettronica … “I can’t say that i can change the world (but if you let me)/I can change our word for us” 
“Sono grato a Skin per aver raccolto con istintivo ed immediato entusiasmo il mio desiderio di collaborare con lei. Skin è un’artista straordinaria, il nostro è stato realmente un incontro di anime che ha portato alla realizzazione di questo progetto che per me ha un significato profondo. Ho trovato grande ispirazione nella storia di Cosimo de Medici, un’ uomo che aveva la mente rivolta al futuro con uno sguardo al passato. Desidero ringraziare le produzioni per aver scelto di raccontare le vicende della famiglia Medici: sarà un invito a “rinascere”  abbandonando abitudini  personali e sociali che  affossano le nostre libertà più intime.
Skin:
“E’ stata una gioia lavorare a questo progetto. Paolo Buonvino è eccezionale, la sua passione per ogni singola nota è incredibile, la profondità dell’amore che prova per il suo lavoro è stimolante, insieme abbiamo sviluppato la stessa voglia di realizzare qualcosa di grandioso!”
Dal 18 ottobre “Renaissance” sarà disponibile in tutte le piattaforme digitali.
Video: Renaissance

“Anarchytecture”, il nuovo album degli Skunk Anansie tra struttura e caos

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È uscito il 15 gennaio il nuovo atteso album degli Skunk Anansie “Anarchytecture” (in tutti i negozi e digital download su etichetta Carosello Records. Il sesto disco di inediti della band, formatasi nel 1994, racchiude una collezione di potenti inni dell’alternative rock e rappresenta l’apice di una ventennale carriera durante la quale il gruppo ha venduto oltre 5 milioni di album e ha registrato 7 tour sold out in tutta Europa. Il titolo del disco riguarda strutture intangibili e prende significati diversi per ogni membro della band. Per Skin, “Anarchytecture” indica il confine inquieto tra struttura e caos, tra costrizione e libertà. Il nuovo album è frutto del lavoro di tutti i componenti degli Skunk Anansie nella loro formazione storica, composta da Skin, il chitarrista Ace, il bassista Cass e il batterista Mark Richardson, è stato prodotto da Tom Dalgety (Royal Blood, Killing Joke) ai RAK Studios di Londra, mixato da Dalgety & Jeremy Wheatley e masterizzato da Ted Jensen agli Sterling Sound Studios di New York. Ritmi notturni, brani ricchi di brama, manipolazione, potere, senso di perdita  si lasciano guidare da desideri oscuri e intensi.

Skunk Anansie

Skunk Anansie

Attraverso un suono più asciutto e diretto, guidato dalla melodia e rafforzato da influenze elettroniche “Anarchytecture” è cadenzato da una massiccia dose di elettronica: «Già negli anni Novanta avevamo l’elettronica poi c’è stato un allontanamento ma ammettiamo che ci piace, siamo una band fresca, contemporanea, moderna e il fatto che siamo tutti anche deejay fa sì che la amiamo. Anche in Black Traffic c’era elettronica ma noi restiamo una rock band», spiegano gli Skunk Anansie e, in effetti,  “Anarchytecture” lascia emergere un groove profondo e pulsante a cui è impossibile resistere. La copertina dell’album è stata realizzata dall’italiano NO CURVES, artista contemporaneo, uno degli esponenti più in auge della urban art, famoso per le sue opere realizzate esclusivamente con il nastro adesivo.  «Il suo stile ci rappresenta alla perfezione, hanno spiegato i membri della band durante la conferenza stampa di presentazione a Milano. I nostri testi vanno dritti al punto e la sua arte si è sposata con le nostre parole». «Per quanto riguarda la scrittura della music, hanno aggiunto,  siamo più forti e maturi, abbiamo ridotto l’ego individuale, siamo meno pressati dal tempo, più rilassati e anche un po’ più stupidi, pensiamo meno al tempo.  L’impegno di Skin in televisione ci ha consentito di essere meno pigri, i tempi sono più compressi, lavoriamo meglio e più in fretta», hanno raccontato gli Skunk Anansie e, a proposito di X Factor, Skin si è lanciata in un’approfondita digressione:«Avendo lavorato a X Factor ho rilevato che servono belle parole, significati profondi e una storia da raccontare. Questo rende la musica pulita ma io vorrei vedere un po’ di sporcizia, di imperfezione. Alla radio c’è tanta poesia e lirica e un po’ troppa perfezione. Con Elio abbiamo rilevato che è difficile far cantare ai giovani in italiano».

Proprio ai giovani si rivolge, infine, Skin: «In Inghilterra oggi se vuoi avere una educazione base hai le scuole pubbliche ma se vuoi qualcosa di più, tipo scuole di musica o arte, devi affidarti a istituzioni private molto costose – spiega -. È sempre più difficile avere musicisti che arrivano dalla classe lavoratrice, che vivono sulla propria pelle certi temi e certe problematiche. Quelli che escono dalle scuole d’arte o di musica non sono arrabbiati con lo status quo. I giovani oggi sono forse cauti e anche un po’ superficiali. Inoltre la radio e la tv, che sono detenute da forze conservatrici, sono riluttanti a far passare determinati argomenti. Ci sono gruppi rock e hip hop sinceri e incazzati. Urlano molto forte, ma sono relegati in ambienti underground e li ascoltano davvero in pochi. Per il resto siamo circondati da pop music».

Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Love Someone Else

Victim

Beauty Is Your Curse

Death to the Lovers

In the Back Room

Bullets

That Sinking Feeling

Without You

Suckers!

We Are the Flames

I’ll Let You Down

Video: Love Someone Else

X Factor 9: la revolution delle band, la carica dei 4 giudici musicisti e l’adrenalina della gara

La giuria di X Factor 9

La giuria di X Factor 9

L’attesa per X Factor 2015  si fa vibrante. Con la conferenza stampa di presentazione, sono emerse tutte le novità del programma più amato dal pubblico.  Anno dopo anno, X Factor cresce e convince e, a tal proposito, i numeri parlano chiaro: nel 2014 lo show di Sky ha raccolto 1,2 milioni di spettatori medi a puntata (+ 45% rispetto alla precedente edizione). Due i milioni di persone che hanno seguito la finalissima che ha decretato la vittoria di Lorenzo Fragola (share dell’8%). Numeri stellari anche sui social: i tweet dedicati a X Factor 2014 sono stati ben 2,4 milioni, tangibile testimonianza non solo della forte affiliazione del pubblico ma anche della cura maniacale di ogni minimo dettaglio da parte della produzione del programma. Caratterizzato da un’interattività capillare e da una forte vocazione internazionale, il talent show riparte dalla novità più importante: la giuria dei giudici sarà composta per la prima volta da quattro musicisti, persone che vivono di musica e che la conoscono a fondo: Elio, Fedez, Mika e Skin saranno i mattatori di un’edizione che raggiunge una nuova completezza grazie all’inserimento delle band musicali. Dopo una meticolosa ricerca e migliaia di casting,  X Factor 9 partirà proprio dalle audizioni, aggiungendo una puntata in più, con l’intento di coinvolgere il pubblico in  un colorato viaggio tra volti, storie e sogni. Per il quinto anno consecutivo sarà Alessandro Cattelan a svolgere il ruolo di Virgilio all’interno del programma: “Di anno in anno i concorrenti sono sempre più consapevoli, più preparati, più pronti. Quest’anno si respira un bel clima e per quanto mi riguarda non vedo l’ora di ripartire.  Luca Tommassini mi ha cercato lo giugno scorso per farmi proposte sempre più spettacolari ma, per ora, non l’ho ancora sentito e dunque non so se ci ha ripensato oppure mi farà una sorpresa”.

La new entry più attesa è sicuramente Skin, la celebre pantera del punk, inimitabile voce degli Skunk Anansie: “Trovo molto interessante trovarmi in una situazione come questa. Conosco molto di musica anche se ho ancora parecchie difficoltà con l’italiano. Ho molto rispetto per tutti i miei compagni di giuria, io sono più underground per cui abbiamo diversi punti di vista, in ogni caso mi piace il fatto che siamo tutti musicisti. Per me l’X Factor è  qualcosa di speciale, di insolito, di unico. Il fatto che quest’anno ci saranno anche le band rappresenta una importante opportunità per poter intraprendere un percorso serio. Questo programma offre per pochi mesi tutto quello di cui un artista normalmente necessita, sarà importante riuscire ad ascoltare, imparare e mettere in pratica tutto nel miglior modo possibile”.

Un’altra garanzia di divertimento sarà la presenza di Elio: “Sono tornato per una serie di ragioni: In primis per il fatto che ci saranno i complessi, mi piace dirlo in italiano e non inglese, anche perché io faccio parte di uno che non si scioglie (ribadendo il concetto a più riprese). Sono abituato a vivere, suonare, lavorare con altra gente e a questo aggiungo che i gruppi di sole voci mi lasciavano la sensazione che mancasse qualcosa. Poi c’è Skin, la mia cantante preferita in assoluto. In giuria c’è una atmosfera leggera, che sa quasi di scampagnata e mi piace questo clima. Infine l’ edizione italiana di X Factor viene vista altrove come un centro sperimentale,  questo mi fa sentire al centro di un laboratorio dove si offre qualcosa di nuovo”.

Oggetto di entusiastico clamore anche Mika, sempre più amato dal pubblico italiano per la sua spiccata sensibilità: “Ho iniziato con la stessa paura che ora ha Skin nella pancia. Sono passato attraverso una serie di emozioni contrastanti ma, piano piano, ho preso sempre più confidenza con la lingua e ho potuto esprimermi. Tra noi quattro c’è una bella sintonia: possiamo divertirci, essere stupidi senza pregiudizi, litigare, parlare di musica e politica.  A parte ciò, tra un pò partirà la gara vera e propria e si questo si percepisce in maniera forte e chiara: X Factor senza gara non sarebbe la stessa cosa. Per vincere occorrono incoscienza e freschezza”. Mika è sicuramente il più diretto tra i 4 giudici: “Noi giudici litighiamo su tutto, dalla musica alla pasta alla politica, ma in totale amicizia. Se mi chiedete se questo clima è frutto dell’assenza di Morgan vi dico che eravamo sereni anche con lui. Magari adesso è più serena la produzione”, dice con schietta ironia. Un passaggio dedicato anche a Lorenzo Fragola, vincitore dell’ultima edizione: “Recentemente Lorenzo Fragola è venuto al mio concerto di Taormina e siamo stati insieme a chiacchierare fino alle prime luci del m attino, è rimasto sempre lo stesso ma  ha ansia e mancanza di pazienza, entrambe cose essenziali per crescere. La sua testa non si è gonfiata ma le ambizioni sì e questo è ciò che serve”.

Particolarmente carico anche Fedez: Mi sento meglio rispetto allo scorso anno, la mia prima apparizione non me la sono goduta, vivevo X Factor solo come un lavoro, ora mi diverto di più e comincio anche a conoscere Mika, siamo usciti insieme, abbiamo fatto musica insieme e tutto questo ha contribuito ha rendermi più sereno. Allo stesso tempo, però, la figura del rapper non è ancora stata ben metabolizzata dal pubblico, si guarda più al canto che alla stesura dei testi. A questo aggiungo che c’è ancora una reticenza ad apparire in un contesto televisivo da parte dei rapper”.

Tutto e pronto, dunque, l’appuntamento è per domani 10 settembre su Sky con le attesissime ed esilaranti audizioni, quest’anno commentate dall’amata Mara Maionchi con il suo “Mara dixit” e con “Extra Factor”, poi si partirà con i live in diretta da Milano il prossimo 22 ottobre.

Raffaella Sbrescia