Intervista a Riky Anelli: “La musica è approfondimento, scoperta e sogno”

Riky Anelli Ph Tania Alineri

Riky Anelli Ph Tania Alineri

Riky Anelli è un cantautore e polistrumentista bergamasco. Da sempre attivo sui palcoscenici italiani ed esteri, l’artista è anche docente all’Accademia Musicale di Treviglio nonchè fervente sostenitore di Amnesty International. “Svuota tutto” è il titolo del singolo con cui Riky Anelli ha vinto al Premio De Andrè 2013 la targa Repubblica.it, assegnata dai lettori del sito. Abbiamo colto l’occasione per porgli alcune domande finalizzate alla scoperta e all’approfondimento del suo mondo fatto di note e parole.

Nella sua biografia si legge che lei è un cantautore e polistrumentista, quali sono esattamente gli strumenti che suona e che tipo di cantautorato è quello che lei propone al pubblico?

Principalmente sono un chitarrista, acustico, elettrico e classico. Suono il basso, il pianoforte, l’ukulele, il banjo e adoro utilizzare l’armonica in diversi pezzi. Il mio è un cantautorato da vecchia scuola, di matrice napoletana, romana e genovese, inserito in una realtà attuale. Spero sia creativo e fresco al punto giusto.

Qual è il suo background culturale, musicale e artistico?

Vengo dal blues. Ho studiato musica e arte, scrivo da che ne ho memoria, poesie e canzoni. De André mi ha cambiato la vita, Dalì me l’ha resa comprensibile, Bennato mi ha dato coraggio, Neruda la voglia di mettermi a nudo, De Gregori ha acceso la mia sensibilità, Man Ray ha schiaffeggiato la mia vergogna iniziale, Dylan…beh Dylan ha fatto tutto il resto. A loro devo molto.

Lo scorso 16 aprile ha pubblicato il singolo intitolato “Svuota tutto”… ci racconta di cosa parla questo brano e come ha realizzato l’arrangiamento così articolato del pezzo?

In auto, sulla strada per arrivare al locale, un continuo alternarsi di cartelloni pubblicitari, svendite totali, “Fuori tutto”, “Svuota tutto”, “Svendo tutto”. Ho pensato subito all’Italia in vendita a poco prezzo, a questa paradossale differenza tra chi ozia su barche super costose e chi non ha lavoro, a questo paese così ricco di meraviglie, di cultura, di storia e al suo degrado moderno, molto spesso (parlo di quello artistico) “taciuto”. Per quanto riguarda l’arrangiamento di “Svuota Tutto” ho creato la sessione ritmica con strumenti che amo definire “rurali”; un barattolo di tabacco, una sedia, un pannello fonoassorbente dello studio, il pavimento stesso, basso, basso tuba. Ho lavorato a loop, nella stessa maniera che uso dal vivo quando suono da solo. Per le melodie un fantastico mellotron, violino e…le mie chitarre. Un mixaggio paziente e ben sperimentato fatto dal mio manager, compagno di viaggio ed amico Francesco Matano che ha usato reverberi vecchissimi e molto asciutti.

Nel videoclip legato al singolo e realizzato a budget zero, compare un Pinocchio cresciuto e “poco onorevole”… come mai questa scelta?

Il Pinocchio collodiano rivisitato da Marco Pedrazzetti nei suoi spettacoli mi ha sempre fatto impazzire, con lui mi sono studiato questa figura, un bugiardino che ti guarda come se il party al quale sei stato invitato sia una prassi ma…la festa è finta e il suo palazzo è un disegno. In fondo siamo abituati agli onorevoli poco onorevoli, non è critica, è un dato di fatto, penso sia evidente ormai per tutti anche per i benpensanti. Budget zero, assolutamente! Invito i giovani musicisti a non lasciarsi prendere dallo sconforto e dalla mancanza di cachet ai concerti. Basta un’idea interessante, credendoci fino in fondo.

Riky Anelli Ph Tania Alineri

Riky Anelli Ph Tania Alineri

Lei è anche partner di Amnesty International, a quali iniziative ha preso parte per rendere concreto il suo appoggio?

Sono partner di Amnesty da un po’, Giorgio Moranda di Amnesty Bergamo è una di quelle persone che credono moltissimo e con entusiasmo in ciò che fanno, con una sensibilità rara e un impegno unico. Ai miei concerti è possibile firmare e sostenere attivamente Amnesty International. Noi lo diciamo sempre, anche una sola firma in più fa molto. La campagna che, in questo periodo sostengo nei miei live, si intitola “Ricordati che devi rispondere”. Si chiede alle istituzioni italiane di adoperarsi per la tutela dei diritti umani sulla base di un’agenda in dieci punti. Contro la violenza sulle donne, trasparenza delle forze di polizia e l’introduzione del reato di tortura, contro la pena di morte, diritti lgbti, diritti dei rom, diritti degli immigrati, condizioni dignitose nelle carceri, controllo sul commercio delle armi, diritti umani nelle aziende multinazionali, creare un’istituzione indipendente per la tutela dei diritti.

Cosa significa per lei essere docente all’Accademia Musicale di Treviglio? Ci racconta com’è insegnare musica al giorno d’oggi?

Essere docente è una grossa responsabilità, soprattutto perché il mio scopo didattico non è solo teorico e tecnico. Per quanto la tecnica e la teoria siano fondamentali, il mio approccio con gli studenti è molto artistico. Credo che la musica sia anche approfondimento, scoperta e sogno. Riuscire a far accendere ad uno studente il lume dello stupore verso una composizione a lui sconosciuta non ha prezzo. Insegnare musica al giorno d’oggi non è molto semplice, ci vuole pazienza e testardaggine. Su internet si impara tutto volendo, i talent ci insegnano che molti ragazzi possono avere i 15 minuti di popolarità già predetti da Warhol. Io credo fermamente nella figura dell’insegnante vecchio stile, quello che il palco lo vive e lo calpesta prima di insegnarlo, che non usa scorciatoie e che ti illustra quali sono i punti meno dolorosi dove “sbattere la testa”. Perché “sbattere la testa” ogni tanto è necessario.

La sua attività concertistica è sempre molto fitta di appuntamenti, che tipo di concerto deve aspettarsi il suo pubblico?

Sicuramente un concerto diverso tutte le volte. Non faccio mai la scaletta, sul palco si respira libertà e c’è un buon profumo. Il concetto di palco pieno con tanti musicisti mi piace e diverte molto, consideri che per dieci anni ho suonato in giro da one man band, quindi da solo, ora ho proprio bisogno di fare ciò che mi piace in buona compagnia. Sono molto pignolo e puntiglioso con i miei musicisti, su tutti gli aspetti del live. E’ necessario perché così facendo riescono a seguirmi in tutte le mie improvvisazioni. Siamo una carovana zigana in continuo movimento. Ogni concerto sembra una festa, in effetti lo è.

Chi sono i The Good Samaritans che l’accompagnano dal vivo?

Sono polistrumentisti e fantasisti come me, detta così sembra una squadra caotica ma al momento giusto tutto va in ordine e si fila via lisci, forse c’è un po’ di magia…o fortuna(ride). Ecco i miei compagni di viaggio: Francesco Matano alla chitarra elettrica, lap steel, cajon;  Matteo Casirati al violino, mandolino, banjo, ukulele e bouzouki; Francesco Puccianti al basso e contrabbasso; Michele Torresani alla batteria e percussioni varie; Francesco Esposito alla fisarmonica, piano e organo. Aggiungerò presto una corista.

Sta lavorando anche a dei nuovi brani?

In verità ho già finito di registrare l’intero album che include “Svuota Tutto” e il prossimo singolo, un disco di dodici tracce che uscirà il prossimo autunno. Sono fortunatamente molto produttivo per quanto riguarda la scrittura, oltre all’ispirazione ho un  mio metodo, mi applico con devozione e pazienza. Sono un osservatore, scruto tutto ciò che mi sta intorno, invento le mie storie e alcune le riporto. Amo la descrizione. Leggo tanto e scrivo tanto ma…rigorosamente quando nessuno se ne accorge, quando nessuno mi vede, di notte, in pausa, di mattina e nei posti più assurdi. E’ una mia formula da sempre e ho bisogno resti tale. Mi piacerebbe poter far uscire un disco all’anno, un sogno. Ho già una trentina di brani da interiorizzare per il disco dell’anno prossimo.

Che progetti ci sono in cantiere?

Sicuramente tanti live, canzoni e spero soddisfazioni.

Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Riky Anelli e Martina Roncoroni per Parole e dintorni per la disponibilità

Video: “Svuota tutto” 

Intervista a Oscar Latino, un batterista innamorato del canto

Oscar Latino Ph Alessandro Trippodi

Oscar Latino Ph Alessandro Trippodi

Oscar Latino è un cantante e batterista palermitano diplomato all’Università della Musica di Roma. Autore di numerose e fortunate sigle di successo per alcuni importanti villaggi turistici, Oscar si affaccia al panorama pop italiano dapprima con l’ep d’esordio, intitolato “L’Angelo” poi la canzone “Non ti basta” e ora con “Il primo giorno di primavera”, un brano scritto da Filippo Marcheggiani (chitarrista del Banco Del Mutuo Soccorso) e prodotto da Mauro Munzi (batterista dei Dhamm).

Lo abbiamo raggiunto al telefono per conoscere più a fondo le fasi che hanno scandito il suo percorso ed approfondire i retroscena della sua musica.

Il tuo incontro con la musica avviene a Palermo, la città in cui sei nato… come ti sei avvicinato alla batteria e quali sono state le fasi successive del tuo cammino?

Mi sono avvicinato alla batteria perché avevo questa passione fin da piccolino inoltre vengo da una famiglia di clarinettisti. Con l’età mi sono dedicato sempre più alla musica fino ad iscrivermi all’Università della Musica di Roma dove mi sono diplomato studiando per sei anni con specializzazione in musica leggera e funk.

Qual è il tuo stile musicale, quando ti sei avvicinato al canto e quali sono i tuoi ascolti?

Mi sono avvicinato al canto perché, come spesso accade per i musicisti, ci si ritrova a fare da coristi al cantante. Nel mio caso la scintilla è nata proprio in questo modo, poi ho continuato ad andare avanti con delle lezioni private e ho coltivato a fondo questa nuova passione. In seguito ho cominciato a scrivere sigle per importanti villaggi turistici e, anche grazie a questa esperienza, ho conosciuto il mio produttore con cui ho arrangiato tantissime sigle e abbiamo avviato un progetto musicale incentrato sul pop. Per quanto riguarda lo stile vorrei avvicinarmi alla linea guida rappresentata da Gianluca Grignani, una via di mezzo tra il cantautorato italiano e dei suoni un po’ più rock.

Che tipo di musica e quali temi ci sono nel tuo ep d’esordio l’ “Angelo”?

I miei primi testi sono assolutamente semplici, diretti, si riferiscono alla vita quotidiana di tutti i giorni in cui spesso i protagonisti sono teenagers. “L’Angelo”, in particolare, è una canzone che è stata scritta per una persona a cui tengo tantissimo. Gli altri testi dell’ep sono basati sulla vita di coppia. Cosa che spesso si presenta anche in altre mie canzoni.

Quali sono le differenze, sia a livello strumentale che contenutistico, tra “Non ti basta” e “Il primo giorno di primavera”?

“Non ti basta” è nata dall’esigenza di esprimere una tipologia di problematica che spesso coinvolge gli artisti: nella vita di coppia ci si ritrova ad affrontare la vita artistica e la vita di tutti i giorni, lo scontro tra esigenze e stili di vita diversi è inevitabile: da un lato c’è il partner con una vita lineare, tra virgolette normale, dall’altro c’è l’artista che prova a districarsi tra prove, concerti, interviste, tour. Come si vede nel video della canzone, il protagonista scappa via proprio per questo motivo ma alla fine non riesce a resistere e torna a casa perché, aldilà dei problemi, alla fine l’amore risolve tutto.

Cover brano Oscar Latino (2)“Il primo giorno di primavera” non è una canzone riferita alla primavera. Il titolo del brano fa riferimento ad una data in cui due persone si conoscono, affrontano dei problemi insieme ma alla fine non riescono mai ad innamorarsi nonostante una forte attrazione reciproca. Abbiamo da poco finito di girare anche il videoclip del brano. La location è il bellissimo borgo di Corinaldo nelle Marche, un posto già famoso in cui si svolge l’Halloween più importante d’Italia. La protagonista del video sarà Francesca Saturnia, una ragazza molto brava, secondo me la persona più giusta, una bellezza acqua e sapone. Le prime riprese del video, girato da Stefano Cesaroni, sono state realizzate al Teatro Goldoni di Corinaldo: la protagonista arriva il 20 marzo in Teatro per assistere al concerto ma non trova biglietti disponibili, il suo beniamino, intanto, assiste alla scena dietro le quinte, e volendole fare un regalo, le fa recapitare un biglietto il giorno successivo, ovvero il 21 marzo. Lei, felicissima, si prepara, entra in teatro e scopre che non c’è nessuno, mentre sta per andare via, l’artista, ovvero me stesso, entra sul palcoscenico e le dedica questa canzone in modo esclusivo. L’idea, molto semplice e diretta, risponde all’obiettivo di voler trasmettere una stretta vicinanza tra me e i fan.

Oscar Latino ph Marco Marroni

Oscar Latino ph Marco Marroni

Come è avvenuto l’incontro con Filippo Marcheggiani del Banco del Mutuo Soccorso e come avete lavorato insieme?

In qualità di batterista ho collaborato con tanti artisti e musicisti che ho incontrato spesso per turni di registrazioni, collaborazioni, concerti. Questa amicizia, in particolare, dura già da due-tre anni e ci siamo trovati a scrivere delle canzoni. Di questa canzone, in particolare, mi piaceva il fatto che in una specifica data tutto nasce e tutto si conclude. “Non ti basta” è, invece, un brano scritto da Alessio Ventura (cantante dei Dhamm).

“Il primo giorno di primavera” anticipa l’album di prossima uscita…cosa puoi anticiparci di questo lavoro? Di cosa parlerai e cosa vorresti comunicare? Ci saranno testi scritti da te? Collaborazioni?

Scriverò sicuramente un pezzo più lento ma, in linea di massima, la mia strada è quella che ho già tracciato. Stiamo decidendo se rivalutare alcuni brani che ho scritto per un lavoro mai editato e il nuovo disco uscirà tra ottobre e novembre, nel frattempo uscirà un altro singolo a giugno!

 Raffaella Sbrescia

Si ringraziano Oscar Latino e Sara Bricchi per Parole e dintorni per la disponibilità

Prince torna con la Warner e lancia “The Breakdown”

prince

Prince

Prince resetta le controversie che lo avevano clamorosamente allontanato dalla major discografica Warner Bros siglando un nuovo contratto che determinerà la produzione del suo prossimo album. In occasione del trentesimo anniversario di “Purple Rain”, l’artista realizzerà anche un’edizione deluxe (rimasterizzata in digitale) del fortunato album. Le sorprese, però, non finiscono qui: a poche ore dall’annuncio del nuovo contratto, Mr Rogers Nelson ha presentato anche un brano inedito, intitolato “The Breakdown”. La funk ballad dura 4 minuti e narra di una personalità in lotta con se stessa e con i propri sentimenti, “una delle storie più tristi che abbiate mai sentito” a detta dello stesso Prince che, ovviamente, non ha tralasciato l’inimitabile falsetto, proprio della sua particolarissima vocalità.

Ecco il testo del brano disponibile su Itunes:

“Listen to me closely as the story unfolds

This could be the saddest story ever been told

I used to want the house with the biggest pool

Reminiscing now, I just feel like a fool

U keep breakin me down, down, down

Keep breakin me down down down

Keep breakin me down down down

I used to throw the party every New Year’s Eve

First one intoxicated, last one to leave

Waking up in places that u would never believe

Give me back the time, u can keep the memories

U keep breakin me down, down, down

Keep breakin me down down down

Keep breakin me down down down

Every book I read

Said that I would meet somebody like you

Whenever I was sorry, so sorry for the things I used to do

A journal full of numbers that I used to go through

One, two, three, four, five, six, seven, all behind me now, all because of You

You keep breaking me down…. I don’t wanna…. don’t wanna go down down down…..

You’ve seen every door, every door you can walk through, (in Montreux, “there’s a door you can walk through”)

Where there used to be a wall

I don’t care, come on baby,

As long as You catch me

forever and ever and then some more (in Montreux he said “if there’s a fall”/other times it’s “when I fall”)

The closer we get,

the closer U get,

the closer I get.

I don’t wanna, don’t wanna…..

To the break down”.

“C’eravamo tanto sbagliati”, il nuovo singolo de Lo Stato Sociale

statosociale_2012“C’eravamo tanto sbagliati” è il nuovissimo bel singolo della band Lo Stato Sociale. La formazione bolognese ha realizzato il brano lasciando ampio margine di importanza e protagonismo ad un testo pungente ed efficace, un grido di protesta verso tutto quello che c’è di sbagliato intorno a noi. Inevitabile il parallelo tra la narrazione di questo brano con quella del celebre brano intitolato “Dedicato” di Ivano Fossati. Entrambe i testi, sono scritti sottoforma di dedicaì. Nel caso de Lo Stato Sociale, però, più che di una dedica, si tratta di una scarica di mitragliatrice: una miriade di frasi tanto vere quanto dolorose, la perfetta fotografia del nostro presente. Il testo è scritto talmente bene che vale la pena citarlo per intero:

Fanculo a chi non ha mai colpa

a chi ha una scusa per tutto

a chi si è fatto da solo

a chi cerca pubblicità

a chi parla bene per moda e pensa male per moda

a chi si innamora solo per secondo

a chi va sempre di corsa e non è ancora arrivato da nessuna parte

ai conformisti da cortile, ai professori di vita

a chi lo dicono i numeri

a chi la crisi è passata

a chi sogna piccolo e si vive come un grande

a chi non crede alle favole ma ti fa sempre una morale

a chi non alza mai la testa se non per annuire

a chi lo vuole il mercato

a chi lo chiede l’Europa

a chi dice all’estero è tutto meglio e lo trovi sempre qui a lamentarsi

a chi non vota mai e ti da sempre un voto

a chi giudica e non viene mai giudicato

a chi rompe i coglioni e non li mette mai sul piatto

a chi odia il successo e non vuole nient’altro davvero

a chi pensa di dover educare la gente perchè la gente gli fa schifo

e questa cosa lo fa sentire bene e soprattutto tra tutta la gente distaccato e superiore

a chi non gioca per davvero

a chi non sa farsi male

a chi non cala le sue carte

a chi trucca la partita

fanculo a chi non ha iniziato niente

e a te dice che è finita.

Lalalala lalalala

Fanculo a chi non sbaglia le amicizie

a chi si fida se lo dice la tv

a chi gode solo lui

a chi soffre solo lui

ma poi non vuole morire solo

a chi crede di conoscerti se ascolta una canzone

a chi per ogni stronzata ti chiede di scrivere una canzone

a chi in pubblico ti insulta e in privato vuole sapere quanto scopi

a chi muore di tempo libero e a chi conta le ore

a chi le ha viste tutte e deve raccontartele assolutamente

a chi vuole scherzare su tutti e si prende sempre sul serio

a chi è per la democrazia del televoto e la rivoluzione del digitale

la libertà di pagare a rate e tutti i tuoi piccoli diritti da schiavo

a chi te lo dice da regista, musicista, attore artista

te lo dice e intanto se lo dice da solo

a chi non sta nè a destra nè a sinistra

che se fosse su una strada finirebbe investito

a chi le cose le fa di mestiere in attesa che qualcuno lo paghi

e dice che tu le fai per l’anima del cazzo e hai pure la colpa che ti pagano

a chi non conosce i chilometri, le facce sfatte, gli alberghi sporchi, i sogni mancati, i treni persi, le ore vuote

a chi non sceglie mai,a chi non rischia mai,a chi non sbaglia mai,a chi non brucia mai,a chi non muore mai

a chi non si perde mai

a chi non ha mai davvero paura

a chi è come sarei diventato io se per un pò di paura in meno avessi scelto di non rischiare mai

fanculo a chi non si lascia cadere

a chi ti chiede una firma che tanto è una formalità

a chi non è mai stato lungimirante e ti dice di guardare lontano

a chi si rifà il sorriso e vince le elezioni

a chi somiglia alla parte di me che odio e non se ne va

a chi va tutto bene, sempre tutto bene, sempre solo bene, fanculo.

Lo sfondo sonoro della canzone, attualmente al primo posto tra i singoli più venduti su iTunes, è un coinvolgente folk rock pieno zeppo di schitarrate e cori ad effetto. Al brano, che anticipa il nuovo album del gruppo, di cui non si conoscono ancora nè il titolo nè la data di uscita, è stato associato anche un bel videoclip, diretto da Guglielmo Trautvetter e realizzato da Studio Croma, in collaborazione con Articolture e Frog’s Film. L’animazione è frutto del lavoro di Giacomo Giuriato, mentre i personaggi di plastilina sono stati ‘creati’ da Matteo Burani per un risultato originale e sorprendente.

Raffaella Sbrescia

Video: C’eravamo tanto sbagliati

Intervista a Manuel Cardella: “Voglio creare qualcosa di nuovo”

Manuel Cardella

Manuel Cardella Ph Agnese DiVico Rubini

Il cantautore romano Manuel Cardella presenta “Rinascerò”. Il singolo è tratto dal disco d’esordio, di imminente pubblicazione, e racchiude la grande voglia di mettersi in gioco da parte del giovane artista che, lavorando a stretto contatto con il team di Cantieri Musicali, ha maturato l’idea di un genere musicale in grado di riunire i tratti tipici della tradizione pop italiana con le sonorità elettroniche tanto in voga oltreoceano. Abbiamo raggiunto Manuel al telefono per scoprire quali sono i contenuti del suo lavoro e cosa c’è alla base delle sue canzoni.

“Rinascerò” è il titolo del tuo nuovo singolo. Dal punto di vista musicale ci colpisce la fusione tra la melodia pop con il dub, la dance ed il funky mentre, per quanto riguarda il significato del brano, il tema centrale pare essere quello di un sentimento impossibile da cancellare…Qual è il tuo commento?

Il testo è scritto da uno dei più grandi autori della musica italiana che è Piero Calabrese il quale, tra l’altro, è uno dei miei produttori e fa parte del mio team di lavoro. Siamo partiti dai miei lavori precedenti, contraddistinti da suoni molto elettronici e vicini alla dance, per arrivare al pop più suonato con degli strumenti live, il tutto per cercare un mio stile personale in grado di differenziarsi dallo scenario musicale attuale. L’idea iniziale del testo è venuta da me è parla di un amore impossibile da cancellare e che segna per sempre l’anima. Il sentimento che contraddistingue il brano è la voglia di rinascere e ripartire da zero, lasciando comunque intatto il ricordo di una persona importante.

I movimenti delle tue mani nel videoclip girato dal regista Daniele Zed Berretta hanno un significato specifico?

Sì! Parlando con il regista mi sono soffermato su ciò che si può creare e ciò che si può distruggere e abbiamo preso come riferimento le mani. Proprio con le mani, nel video, costruisco forme come se tutto fosse possibile da realizzare…l’idea della rinascita è stata resa proprio attraverso la creazione estemporanea di forme con l’obiettivo di trasmettere a tutti la consapevolezza dei propri mezzi e del proprio potenziale.

Manuel Cardella

Manuel Cardella Ph Agnese DiVico Rubini

Quali saranno i temi e i generi presenti nel tuo nuovo lavoro?

Il lavoro che sta per uscire è praticamente il mio primo disco che è registrato al Biplano Studio per l’etichetta Cantieri Musicali. Si tratta di un lavoro che comprende diversi generi musicali, una miscela di diversi stili che va dal pop, all’elettronica, alla dance, al funky, al dubstep, senza, tuttavia, tralasciare pezzi piano e voce più malinconici. A questo aggiungo che vengo da un’esperienza di vita che mi ha un po’ cambiato: circa un anno e mezzo fa sono stato operato al cuore per una malformazione congenita, che avevo dalla nascita, e dopo questa esperienza ho voluto raccontare nel disco quello che ho vissuto. Trattandosi del primo album, avevo voglia di raccontare della mia crescita fino ad oggi. Si parlerà non solo di amore ma anche di rivincita, di rivalsa, di una crescita personale, che c’è stata sia a livello artistico che umano. Ci sarà, dunque, ampio spazio per fatti e pensieri molto più personali e intimi come la voglia di andare avanti e di lottare per quello che si vuole senza avere paura.

Alla luce del fatto che il tuo primo amore musicale è stato il pianoforte, com’è cambiato, nel tempo, il tuo approccio nei riguardi della musica?

Parto dal presupposto che la mia ricerca stilistica dura già da un po’ e ho da sempre l’obiettivo di fare qualcosa che non si sia già sentito in Italia, il mio background si rifà alle sonorità d’oltreoceano tuttavia, in tutti i miei brani c’è la presenza costante del pianoforte che da sempre mi accompagna nel mio percorso artistico. L’obiettivo finale è quello di trovare il giusto equilibrio tra tutti questi elementi mixando passato e  presente.

Quali saranno le prossime tappe del tuo percorso?

Nei prossimi mesi ci sarà la pubblicazione del mio primo album e alcuni live che stiamo organizzando per la promozione del disco in tutta Italia.

Raffaella Sbrescia

Video: “Rinascerò”

 

Si ringraziano Manuel Cardella e Marina Mannino per la disponibilità

Negramaro: “Un amore così grande 2014″ sarà la colonna sonora della Nazionale Italiana

negramaro

Negramaro

Calcio, musica e solidarietà; questi i temi centrali della conferenza stampa che si è svolta pochi minuti fa a Coverciano per presentare “Un amore così grande 2014”, la colonna sonora che accompagnerà la nazionale di calcio italiana ai prossimi mondiali in Brasile, realizzata dai Negramaro che, per l’occasione, hanno presentato in anteprima anche il videoclip ufficiale del brano, girato dal regista italiano Giovanni Veronesi.

Presenti al tavolo degli intervenuti Daniele Bossari, che ha condotto l’incontro, l’allenatore della Nazionale Italiana Cesare Prandelli, il capitano della Nazionale Gianluigi Buffon, Caterina Caselli per Sugar,  Giuliano Sangiorgi, Lele Spedicato e Andrea Mariano per i Negramaro, Antonello Valentini (direttore generale FIGC), Marco Pontini (Direttore Generale Marketing e Commerciale Radio Italia), il quale ha annunciato che i Negramaro voleranno in Brasile insieme alla Nazionale e parteciperanno alla terza edizione di Radio Italia live – Il Concerto, l’evento in programma il 1° Giugno 2014 a Milano in Piazza Duomo. Presenti, naturalmente, anche il Presidente di AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) Massimo Mauro e Roberta Amadeo Presidente AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Associazioni, queste ultime, a cui andranno tutti i  proventi di questa speciale iniziativa. Il progetto, nato da un’idea di Radio Italia (da anni partner ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio), in collaborazione con Sugar e con i Negramaro, è stato accolto con entusiasmo dalla FIGC, e vuole essere un grande omaggio alla squadra azzurra, impegnata a breve nella Coppa del Mondo FIFA 2014 in Brasile.

“Un Amore Così Grande 2014”  si ispira allo storico brano del 1976, portato al successo da Claudio Villa è già da oggi disponibile su iTunes. Nel videoclip che accompagna la canzone, il regista Veronesi ha integrato alle immagini dei Negramaro alcuni momenti chiave della storia della Nazionale, particolarmente ispirati al testo della canzone che, per l’occasione, è stato arricchito con una nuova strofa scritta proprio dai Negramaro:

“C’è il cuore che batte sempre più veloce, ad ogni rincorsa esplode una voce, chi grida vittoria non sa darsi pace, disegna la storia solo chi è capace. Io corro più forte, raggiungo le stelle e rubo la luna diventa una pelle per farti un vestito azzurro che splende negli occhi e nel cuore, l’Italia si accende”.

L’arrangiamento del brano rispecchia, naturalmente, il riconoscibilissimo stile rock dei Negramaro che, in quanto a talento, fantasia e carattere si sposano fedelmente all’idea di fusione tra tradizione e innovazione in nome di un ideale solidale.

Raffaella Sbrescia

Video: Negramaro – Un Amore Così Grande 2014

 

“Pagine”, il nuovo singolo di Francesco Sàrcina

Francesco Sarcina

Francesco Sarcina

“Pagine” è il titolo del nuovo singolo di Francesco Sàrcina, tratto dall’album “Io”. Il videoclip del brano è firmato da Marianna Schivardi ed è ispirato al film “I Sogni Segreti di Walter Mitty”. Ambientazioni urban fanno da sfondo ad un testo malinconico ed intimista, accompagnato da un arrangiamento leggero, a tratti onirico.

“A volte sembra troppo difficile descrivere le proprie emozioni con parole che si perdono nell’etere” – canta Sàrcina – in un limbo di riflessioni sospese tra passato e futuro. L’obiettivo della canzone è offrire nuovi modi per affrontare le pagine della nostra vita, compresi i momenti più dolorosi, soprattutto quelli che sembrano non essere in grado di offrirci una valida  via d’uscita. “Oggi sembra proprio impossibile scrivere per raccontare sogni che descrivono ciò che in me è più semplice e non c’è soluzione tranne che vivere questa giornata immobile”, cita la seconda parte della canzone, che si conclude in maniera nichilista senza, tuttavia, abbandonare una sottile apertura possibilista: “Non c’è niente che può fermare la mia voglia di vivere anche se siamo polvere tra l’inutile e folle esistenza che guarirà. Anche se siamo pagine tra l’inutile e folle esistenza che mai guarirà”.

Raffaella Sbrescia

Video: “Pagine”

“Dalla a me (io sicuramente non la spreco)”, il singolo di Mario Riso

Cover Dalla a me_B (2)“Dalla a me (io sicuramente non la spreco)” è il titolo del nuovo singolo di Mario Riso che anticipa l’uscita del terzo disco R3ZOPHONIC, prevista a maggio. Autore del brano è, per l’appunto, Mario Riso, conosciuto come batterista rock e creatore del progetto Rezophonic, l’iniziativa che dal 2006 riunisce numerosi artisti della scena musicale alternativa italiana e che sostiene il progetto idrico di AMREF Italia (Fondazione Africana per la medicina e la ricerca) con lo scopo di realizzare pozzi d’acqua nel Kajiado, una delle regioni più aride dell’Est Africa per “Offrire da bere a chi ha veramente sete”.

Mario Riso

Mario Riso

Il video è frutto di un intenso e complesso lavoro di relazioni all’interno del mondo musicale, dello spettacolo e dello sport italiano. Diversi sono, infatti, i personaggi noti che hanno preso parte al videoclip prestando volto e voce alle strofe del brano incentrato su un tema molto delicato quale è quello dello spreco. Parole e musica convergono in un unico messaggio: “non sprecare ciò di cui disponi”. Troppo spesso ci si ritrova a circondarsi di cose superflue e ancora più spesso si diventa inconsapevolmente generatori di spreco e di danni per gli esseri umani di domani. L’obiettivo di Mario Riso è stato, quindi, quello di sfruttare lo sconfinato potere della musica coinvolgendo personaggi influenti per ricordare quanto sia stupido sprecare: Diego Abatantuono, Pippo Baudo, Alessandro Borghese, Caparezza, Fabio Caressa, Claudio Cecchetto, Giobbe Covatta, Ilaria D’Amico, Nino Frassica, Marco Materazzi, Ringo, Nicola Savino, Cristina Scabbia, Rocco Siffredi e Javier Zanetti hanno partecipato con energia ed entusiasmo al progetto, che ha visto anche la speciale partecipazione di Vera Spadini (ambasciatrice di Rezophonic nel mondo dello sport) e Icio De Romedis (consigliere di Amref e responsabile della Icio Onlus).

 Le strofe del brano sono interpretate da Daniele “Danti” Lazzarin dei Two Fingerz (autore insieme a Mario del brano), KG Man, Jake La Furia (dei Club Dogo), Piotta e Shade. Alla batteria Mario Riso, al basso Giuseppe Fiori, alle chitarre Giovanni Frigo, Gianluca Battaglion e Oliviero “Olly” Riva, il produttore di R3zophonic, e Federico Malandrino (elettronica).

 Video: “Dalla a me (io sicuramente non la spreco)”

“Gli Animali”, il nuovo singolo di Alessandro Mannarino

gli animaliDopo il clamoroso successo del “Supersantos Tour” e dello spettacolo intitolato “Corde: concerto per sole chitarre”, il giovane e talentuosissimo Alessandro Mannarino torna in pista con l’atteso terzo disco di inediti intitolato “Al Monte”, in uscita il prossimo 13 maggio  per Leave srl/Universal Music,  anticipato dal singolo “Gli Animali”, da oggi in rotazione radiofonica e disponibile negli store digitali.

Il nuovo singolo del cantautore romano rappresenta una brillante e controversa metafora del genere umano rivisitato e corretto alla Mannariniana maniera: “Gli animali ci somigliano? O siamo noi che somigliamo a loro? E in questa corsa a mangiarsi, annusarsi, inseguirsi, sbranarsi, ci sarà un modo per salvare la pelle?”,  si chiede Alessandro, mentre travolgenti sonorità latine si lasciano cullare da percussioni incandescenti e suadenti corde di chitarre cosmopolite. L’inconfondibile voce maschia e sensuale di Mannarino introduce, una dopo l’altra, una serie di immagini precise ma sempre dotate di significati traslabili all’interno di contesti figurati: Il coccodrillo è in cerca sempre di una preda. La preda fa di tutto perché lui la veda; il mondo dei media fagocita all’interno del proprio calderone gli esseri umani per poi ricacciarne fuori i resti mentre Il somaro va avanti e indietro da casa al cimitero.

Alessandro Mannarino 2014 Ph Simone Cecchetti

Alessandro Mannarino 2014 Ph Simone Cecchetti

I serpenti sono tanti, quasi quanto i santi. Cambiano i vestiti, son sporchi dentro, fuori eleganti. Stai attenta: parole forti per un monito diretto ed implacabile: fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, c’è bisogno di attenzione, premura e precauzioni per salvarsi dal bruttume che ci circonda.

Cambiano i governi ma non cambiano gli schiavi, scrive e canta lucidamente Mannarino, arrivando alla parte più intensa e più diretta dell’originale testo: Nonno, nonno posso farti una domanda sulla nostra vita dei pesci del mare? Perché ogni tanto qualche compagno scompare? Perché è stato preso dalla rete del pescatore. Ma ci sarà un modo per non farsi acchiappare? Bisogna saper distinguere la luce delle stelle da quelle delle lampare, a fornire il saggio responso è il vero Patriarca di casa Mannarino, una preziosa chicca che impreziosisce questo speciale assaggio di un album che si preannuncia ricco di contenuti.

Raffaella Sbrescia

Cesare Cremonini, la recensione del singolo “Logico #1″

Logico #1 coverNel giorno del suo 34º compleanno Cesare Cremonini presenta “Logico #1”, il primo singolo estratto dal nuovo album di inediti che l’artista bolognese pubblicherà il prossimo 6 maggio, a due anni di distanza da “La Teoria dei colori”, il lavoro discografico che ha contribuito in maniera essenziale alla consacrazione cantautorale di Cremonini. Sulla scia di questa felice e fortunata fase artistica, Cesare si è concentrato anima e corpo, lasciandosi coinvolgere dalla ricerca musicale e contenutistica che, negli ultimi tempi, ha scandito la lavorazione del suo nuovo album. Il primo entusiasmante risultato è già tangibile nella straripante energia di “Logico #1”: la sognante intro al pianoforte lascia subito spazio all’immaginazione, synth movimentati conferiscono un tocco british al sound della canzone che offre quasi la sensazione di essere nel bel mezzo di un viaggio. Frame dopo frame domande e risposte, autovalutazioni e speranze si susseguono tra rimandi ai The Kooks e ai Coldplay, senza tralasciare la spessa impronta de Le Strisce di Davide Petrella. “Per ogni domanda componi un verso, non siamo soli in questo universo”, canta Cremonini, e poi, ancora, “non succede quasi mai di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine” e, nell’ammettere che “la logica non è sincera”, il poeta delle note si chiede se “l’amore sia una cosa vera”. Mentre proviamo a scoprirlo le sue parole ci aiuteranno senza dubbio a barcamenarci tra tentativi, incontri e scoperte.

Raffaella Sbrescia

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