Attenta: il nuovo singolo dei Negramaro è nettare di ambrosia

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Parole che si cementano nella testa al primo ascolto e che si stampano irrimediabilmente nel cuore. Parole che emozionano, che scompongono i sentimenti, che sezionano i pensieri restituendo un caleidoscopio di immagini a metà strada tra sogno e ricordo. “Attenta”,  il nuovo singolo dei Negramaro è l’ennesima coppa di nettare di ambrosia che sgorga dalla penna di Giuliano Sangiorgi, un brano che rispecchia i momenti più esaltanti e quelli più controversi dell’amore proibito, quello clandestino, quello che attorciglia nervi, muscoli, sguardi, pensieri. La ballad precede l’uscita del nuovo album di inediti della band salentina, dal titolo “La rivoluzione sta arrivando”, che vedrà la luce il prossimo 25 settembre  e che rappresenta una sorta di sintesi di un percorso evolutivo fondato sulla credibilità e sulla qualità dei contenuti. “Stai attenta, ha avuto tutto inizio in questa stanza, fermati un momento a quel che sembra a volte è tutto quello che è abbastanza, non chiederti se qui qualcosa è persa tra quello che uno vede e che uno pensa stai attenta, stai attenta almeno a te”, canta Giuliano, accarezzando le pareti dell’anima lasciando riaffiorare nella mente le più recondite paure. “Un bacio non conosce l’innocenza e sei colpevole di questa notte lenta proprio come me non hai pazienza”, parole che restituiscono frame di momenti unici, destinati a ripetersi infinite volte nella mente e nei sussulti del cuore. “Ricordati degli angoli di bocca son l’ultimo regalo in cui ti ho persa stai attenta, stai attenta almeno a te non dar la colpa a me, la colpa a me se tutto è bellissimo se è come un miracolo, se anche il pavimento sembra sabbia contro un cielo che si innalza altissimo intorno a noi è bellissimo…”, Giuliano evoca e descrive la costruzione di un sentimento forte, irrefrenabile, incontenibile, inaspettato e travolgente mentre sullo sfondo un arrangiamento epico, dapprima classico poi ricco di synth e sfumature sonore, arricchisce e colora il tappeto strumentale di un brano che, anche solo letto, sa regalare intense vibrazioni.

Raffaella Sbrescia

Audio ufficiale: “Attenta”

Segui la tua stella: Mauro Brisotto presenta il suo progetto di sostegno al Nepal

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 Musica per vivere, crescere, aiutare il prossimo e sentirsi vivi. Questo è il mantra del cantautore di Pordenone Mauro Brisotto che, con il nuovo singolo “Segui la tua stella”, ha dato vita a un progetto di solidarietà,volto ad aiutare le famiglie colpite dal terribile terremoto avvenuto in Nepal lo scorso 25 aprile.  

Tutti i proventi ricavati dalla vendita del brano  andranno ad alimentare la raccolta fondi per il progetto di costruzione di 100 shelter d’emergenza realizzati con materiali recuperabili sul territorio e riutilizzabili, poi, per la copertura delle abitazioni definitive. In questa intervista, l’artista ci ha raccontato tutti i dettagli di questa  meravigliosa avventura senza, ovviamente, trascurare tutte le news relative ai prossimi progetti musicali.

Quali parole useresti per spiegare il termine solidarietà?

Le parole per spiegare il termine solidarietà sono: Credere, Amare, Sacrificarsi, Imparare.

Perchè hai scelto di aiutare la popolazione del Nepal e cosa provi ogni singolo giorno pensando che la tua musica regala nuova speranza ad altre persone?

Ho scelto di aiutare la popolazione del Nepal in quanto sono già diversi anni che aiutiamo un nostro amico nepalese e, con quello che è accaduto lo scorso aprile, ci siamo sentiti in dovere di aiutare questa splendida popolazione che sorride continuamente nonostante la tragicità di quello che è successo. Pensare che in qualche modo una mia canzone possa aiutare questa popolazione mi rende veramente orgoglioso e fiero, mi dà un gran senso di serenità è perché vuol dire che molte persone hanno colto il messaggio e nel loro piccolo contribuiscono anche loro a rendere questo progetto ancora più speciale

In cosa consiste il progetto nello specifico e quali prospettive potrà dare alla popolazione locale?

Oltre al lato musicale che prevede che tutte le vendite di iTunes vengano destinate al popolo nepalese ci siamo attivati per una raccolta fondi e di vestiario. L’ultima volta che ci siamo recati in Nepal a fine giugno siamo riusciti a portare 4 quintali di vestiario per i bambini di una scuola e nell’ ospedale della capitale, inoltre abbiamo costruito 60 Shelter, delle strutture in ferro con dei pannelli di lamiera che servono per dare riparo a nuclei famigliari di circa 4/5 persone e in più ne abbiamo acquistati altri 50, i quali sono stati montati direttamente da abitanti stessi. Nella prima spedizione, invece, mia sorella ha acquistato generi alimentari per la popolazione, circa 3 tonnellate di riso, lenticchie e beni di prima necessità. Ora stiamo ultimando la raccolta degli indumenti che, nel mese di Settembre, se tutto va bene, spediremo in Nepal con un container, sono centinaia di cartoni di vestiario per bambini e adulti, oltre che alle coperte e i sacchi a pelo.

 Di cosa parla il brano “Segui la tua stella” e in che modo le immagini del video si legano alle parole della canzone?

La canzone vuole riassumere quello che è stato fatto per la popolazione nepalese e l’aiuto che abbiamo portato con tanta soddisfazione da parte nostra. Nel testo ho voluto sottolineare il fatto che il Nepal non deve sentirsi solo e che, nonostante tutto, c’è sempre qualcuno pronto a dare una mano con dei valori forti da trasmettere. Il testo si lega molto al video che ho girato con il mio telefonino, perché ho voluto creare un videoclip/documentario che serva a far riflettere un po’ di più la gente su quanto siamo fortunati rispetto ad altre persone che non hanno tutte le nostre comodità.

Mauro Brisotto in Nepal

Mauro Brisotto in Nepal

Anche tua sorella Claudia si è attivata per la stessa causa e presto tornerà sul posto….ci racconti nel dettaglio il suo contributo?

Mia sorella è stata la prima a partire e subito dopo il terremoto si è recata in Nepal da sola portando con sé qualche quintale di vestiario….è stata l’organizzatrice di queste due spedizioni in quanto si è attivata per avere dei permessi speciali aeroportuali e delle compagnie aere per riuscire a portar via più materiale possibile. Essendo comandante di linea per Air Dolomiti (Lufthansa) è riuscita ad avere degli aiuti nelle spedizioni. Ad ottobre si recherà nuovamente in Nepal per gestire il materiale che spediremo e provvedere per quanto possibile all’acquisto di altri Shelter in base ai soldi che riusciremo a raccogliere. Si è presa la responsabilità di contattare diversi artigiani della capitale per avere dei preventivi dettagliati e confrontare i prezzi per riuscire a costruire più Shelter possibili.

Come nasce la tua passione per la musica? A quale genere e a quali tematiche ti senti più affine?

La mia passione per la musica nasce quando avevo 10 anni circa. Ho iniziato subito con lo studio del pianoforte per poi passare al sax e alla batteria. Il mio genere preferito è lo Swing e il Rockn’roll. Mi piace molto la musica italiana degli anni 80’ anche se onestamente ascolto un po’ di tutto. Tra i miei artisti preferiti ci sono Elton John, Battisti, ultimamente Il Volo e Tom John.

Stai componendo nuovi brani?

Certo! Da settembre inizieremo a registrare in Studio un nuovo CD con i miei brani inediti; spero che per fine anno possa essere ultimato

Sul fronte live? Hai date in programma?

Abbiamo parecchie serate live dove proponiamo per l’Italia tutte le più belle canzoni Cover dagli anni 60’ ad oggi e alcuni miei brani. Per l’estero abbiamo un repertorio di canzoni classiche italiane che vanno da Ramazzotti, Ricchi e Poveri, Al Bano, Toto Cotugno oltre che brani internazionali.

Mauro Brisotto

 Cosa dovremo aspettarci dal tuo prossimo lavoro?

Stiamo lavorando bene con l’estero, infatti ad ottobre avremo due serate in Camerun sponsorizzate dalla moglie del Presidente dove proporremo un repertorio classico italiano ed internazionale. Portare la musica Italiana all’estero mi dà molta soddisfazione e orgoglio.

Hai pensato di coinvolgere qualche collega nei tuoi progetti?

Nella canzone “Segui la tua stella” ho coinvolto due carissime amiche che sono delle splendide cantanti, Mirna Brancotti (Amici con Maria de Filippi) e Silvia Smaniotto (ex corista di Elisa) In questa canzone ho voluto espressamente la loro collaborazione per dare più senso al brano, per fare sentire più voci e rendere l’idea che ci sono più persone che credono e hanno lavorato a questo progetto.

Raffaella Sbrescia

Video:

Intervista a Kìmel: Scrivere è un’esigenza che mi consente di “scavare dentro”

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La cantautrice-chitarrista cremonese Kìmel presenta “Distanti”, un brano autobiografico dalle sonorità pop rock, scritto e arrangiato da lei stessa e che anticipa l’uscita del disco, prevista per l’inizio del prossimo anno. Autrice e compositrice inquieta e particolarmente attenta al dettaglio, Kìmel propone un rock intimista, dal piglio immediato. In questa intervista la giovane artista ci accompagna alla scoperta del suo mondo fatto di note imprevedibili ed appassionate.

Kìmel, sei cantautrice e musicista diplomata in Conservatorio in Chitarra e Pianoforte. Quali caratteristiche di questi due strumenti rispecchiano maggiormente la tua personalità?

Entrambi influenzano notevolmente la mia personalità artistica. La chitarra elettrica rappresenta ‘l’alternativo” ovvero la mia inspirazione rock mentre il pianoforte rappresenta la classicità musicale che mi ha formata e continua ad essere fortemente presente.

In che modo la città di Cremona influenza i tuoi ascolti e i tuoi riferimenti musicali?

Cremona mi ha cresciuta per tutta l’infanzia e l’adolescenza. Ha influenzato i miei studi, ho respirato la sua tradizione musicale, che ho amato e da cui ho attinto molto . Si tratta di un’ impronta dominante.

Il tuo rock è molto personale, teso e viscerale… cosa intendi comunicare attraverso le tue composizioni?

Le mie composizioni raccontano ciò che vivo, ho vissuto e sento. Scrivere è un’esigenza che mi consente di “scavare dentro” … Ancora oggi mi aiuta a conoscermi, ad esplorare ciò che ancora è inesplorato.

Cosa ti dà e cosa ti toglie l’esibizione live?

Il live a mio avviso aggiunge sempre, difficilmente toglie. Personalmente è il mezzo più immediato che conosca per emozionare ed emozionarsi.

“Distanti” è il tuo nuovo singolo, in cui il niente pare essere il protagonista assoluto, è davvero così o c’è dell’altro?

Il “niente” è il vero protagonista del brano. Ho cercato di descrivere la sofferenza che causa l’incomunicabilità, quel sapore amore in cui tutto è vano ed ogni sforzo risulta “contro corrente”.

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La tua voce potente travolge l’ascoltatore con intensità. Nel caso specifico di questa canzone, il tuo canto lascia trasparire una sensazione di drammatica disperazione…Ci racconti da dove nasce questo testo e quali suggestioni intende ispirare nell’animo altrui?

Sono una visionaria, mi avvalgo di immagini quando compongo. In “Distanti” l’immagine del “niente” ha preso il sopravvento. La consapevolezza che tutto è andato perso, è una sofferenza molto più dolorosa del non aver mai avuto nulla. Ho cercato di esprimere la profonda amarezza con il testo mentre ho volutamente discostato l’arrangiamento verso tinte molto più morbide,  “cautamente” solari e serene.  Questo per sottolineare ancora maggiormente quanto sia destabilizzante e in disequilibrio l’immagine contraddittoria del “niente”.

Questo brano anticipa il nuovo album in uscita il prossimo anno… cosa puoi anticiparci di questo lavoro? Come e con chi ci stai lavorando su?

Sarà un album in cui i veri protagonisti saranno i suoni, i silenzi ed il rock. I brani sono arrangiati da me, per cui mi avvalgo della mia collaborazione (ride ndr)

Quali sono le altre tue passioni e gli eventuali progetti paralleli?

Non ho altre passioni che non siano strettamente collegate alla musica, per cui i miei progetti restano totalmente indirizzati ad essa. Avrei un sogno più che un progetto: poter vivere di musica con la musica. Chiedo molto vero??!!

Raffaella Sbrescia

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“Siamo chi siamo”: un Ligabue camaleontico nel video del nuovo singolo

Ligabue (frame tratto dal videoclip di "Siamo chi siamo")

Ligabue (frame tratto dal videoclip di “Siamo chi siamo”)

“Siamo chi siamo”, in rotazione radiofonica dallo scorso 29 agosto, è l’ultimo singolo estratto dal fortunato e premiatissimo album di Luciano Ligabue, intitolato “Mondovisione”. Prima di addentrarci nel merito di questo brano particolarmente significativo, è il caso di soffermarci sul videoclip, realizzato da Riccardo Guernieri, in cui abbiamo avuto l’occasione di scoprire un Ligabue inedito. Seduto dietro una scrivania, il rocker di Correggio offre al pubblico una serie di frame che lo ritraggono in diverse vesti: Luciano passa con disinvoltura da un basco alla Celentano a un boa alla Renato Zero, da una tuta alla Fabri Fibra a una pelliccia alla Lucio Dalla, dalla giacca bianca, simile a quella indossata nel video di “Viva”, al  gilet di qualche anno fa, mentre una serie di espressioni non verbali, tra gestualità e mimica facciale, ci trasmettono l’idea di un artista maturo che può permettersi di fare un bilancio ed invitarci a fare un ragionamento simile anche nei confronti di noi stessi.

Ligabue (frame tratto dal videoclip di "Siamo chi siamo")

Ligabue (frame tratto dal videoclip di “Siamo chi siamo”)

Sullo sfondo, intanto, scorrono le foto di alcune delle più significative frasi trovate sui muri d’Italia, perle di vita vissuta che Luciano ha proposto al pubblico anche nel corso del suo seguitissimo Mondovisione tour 2014: “Diffida dai libri, leggi sui muri”, “Non accettate sogni dagli sconosciuti”, “Attenti, sono ancora vivo”, “Non prendere la vita troppo sul serio tanto non  ne uscirai vivo”, “Non è mai troppo tardi per farsi un’infanzia felice”, “Voi ridete perché io sono diverso, io rido perché siete tutti uguali” sono solo alcune delle frasi più significative proposte nel videoclip. Su tutte svetta “Il sistema non sistema”: un riferimento diretto e immediato alla politica, una critica ma anche uno stimolo a reagire e a smuovere la nostra esistenza, un incentivo alla partecipazione attiva all’interno della società. “Di tutte quelle strade averne presa una, per tutti quegli incroci nessuna indicazione…Di tutte quelle strade trovarsi a farne una, qualcuno ci avrà messi lì…siamo chi siamo”, canta Ligabue, e poi, ancora, “di tutte quelle strade, saperne solo una. Nessuno l’ha già fatta, non la farà nessuno. Per tutti quegli incroci, tirare a testa o croce…qualcuno ci avrà messi lì…”: in queste parole Ligabue è riuscito a rendere, nero su bianco, un profondo senso di smarrimento, l’incertezza, la confusione, l’ignoranza, la paura di mettersi in gioco e rischiare.

Ligabue (frame tratto dal videoclip di "Siamo chi siamo")

Ligabue (frame tratto dal videoclip di “Siamo chi siamo”)

Nonostante tutto, non manca, tuttavia, nel finale della canzone, un messaggio rassicurante: serio e composto, Luciano chiude il brano con una valutazione personale dalla valenza universale: “conosco le certezze dello specchio e il fatto che da quelle non si scappa e ogni giorno mi è più chiaro che quelle rughe sono solo i tentativi che non ho mai fatto”: parole intrise di saggezza che, senza cadere nella saccenza, consentono a Luciano Ligabue di interpretare il pensiero comune facendolo proprio e mettendoci la faccia. Siamo chi siamo e non c’è miglior presupposto per prendere in mano le redini della nostra vita.

Raffaella Sbrescia

Ligabue, intanto, sarà ancora in giro con il Mondovisione Tour – Stadi 2014 in Italia con le date di sabato 6 settembre allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, martedì 9 allo Stadio Olimpico di Torino, sabato 13 al Dall’Ara di Bologna e sabato 20 all’Arena Della Vittoria di Bari per poi volare per la prima volta in carriera in America con ben 5 tappe negli Stati Uniti e in Canada.

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Video: “Siamo chi siamo”

“Di Domenica”: il nuovo singolo dei Subsonica. La recensione

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Avevamo lasciato i Subsonica sulle energetiche e dinamiche note di “Lazzaro”, il primo singolo estratto dal nuovo album di inediti del gruppo torinese, intitolato “Una nave in una foresta”. Li ritroviamo oggi, 5 settembre, con “Di Domenica”, un brano apparentemente distante dai contenuti solitamente proposti dai Subsonica e con un testo destrutturato, essenziale, quasi minimalista eppure incredibilmente efficace. Prima di addentrarci nello specifico di questo nuovo singolo, per capirne l’ampia valenza immaginifica è importante parlare del bellissimo lyric video realizzato dal visionario Donato “miklyeyes” Sansone: piccoli tratti di matite e carboncini creano impercettibili intrecci visivi e metaforici. L’artista compie, infatti, un percorso a ritroso partendo da un’immagine definita per scoprirne l’intima essenza. Piccole figure geometriche si rilevano portatrici di vita, di speranza, di sogni creando una piccola magia in stop motion.

Ad accompagnare il testo della canzone è, invece, un arrangiamento soffice, vellutatamente delicato, una carezza per l’anima in cui ogni strumento svolge un ruolo preciso anche se le piccole e periodiche distorsioni di chitarra regalano un’aura peculiare ad un sound fortemente caratterizzato dall’uso dell’elettronica, come tra l’altro, è tipico dei Subsonica. Il brano, come è facile intuire, già a partire dal titolo, sceglie la domenica come giorno speciale, un momento unico, forse irripetibile, propizio per esorcizzare la paura, l’incertezza, la confusione, la sensazione di rimorso, la frustrazione del peccato. “Nel vuoto del letto dolce di una domenica, sono cambiamenti solo se spaventano, sono sentimenti. Anche se domani sarò un rimorso forse puoi abbandonarti di domenica. Sono cambiamenti solo se spaventano, sono sentimenti tutti i giuramenti oggi che è domenica sono adolescenti”, canta Samuel, con voce calda, sensuale e dolce al contempo. Un mood quasi melenso che forse molti fan dei Subsonica non ameranno ma che, col tempo, impareranno ad apprezzare come già è accaduto con altri brani pubblicati in passato. Un manto ritmico ovattato e coinvolgente, da ascoltare e riascoltare, lecca le ferite, rassicura il cuore incerto, ammorbidisce gli spigoli dei pensieri e delle costanti preoccupazioni che ci attanagliano l’anima.

Molto efficace il messaggio lanciato dal monito scandito a poco più di metà canzone: “Capovolgi il tuo destino, sarò sempre qua, sarò sempre qua/capovolgi il tuo cuscino, di domenica, di domenica”: una dichiarazione d’affetto incondizionato, una spinta a tuffarsi nel futuro, un incoraggiamento a credere in se stessi e nelle proprie capacità. I Subsonica ci regalano ancora una volta un brano ottimista e fiducioso che ci catapulta, più curiosi che mai, verso il full lenght “Una nave in una foresta” in uscita il prossimo 23 settembre, in pre-order da oggi su iTunes e nei principali stores digitali. Disponibili anche altri due brani, sempre tratti dall’imminente album: si tratta della title track “Una nave in una foresta” e de “I cerchi degli alberi”.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Di Domenica”

In attesa di scoprire le altre tappe di questo nuovo percorso, ecco le date del tour autunnale dei Subsonica:

31-ott-14 – JESOLO – PALA ARREX
01-nov-14 – PESARO – ADRIATIC ARENA
07-nov-14 – NAPOLI – PALAPARTENOPE

08-nov-14 – BARI – PALAFLORIO
13-nov-14 – TORINO – PALAOLIMPICO
15-nov-14 – VERONA – PALAOLIMPICO
21-nov-14 – ROMA – PALALOTTOMATICA
27-nov-14 – BOLOGNA – UNIPOL ARENA

28-nov-14 – FIRENZE – MANDELA FORUM
29-nov-14 – GENOVA – 105 STADIUM
01-dic-14 – MILANO – MEDIOLANUM FORUM

“Ventre della città”, il nuovo singolo di Mario Venuti. La recensione

Mario Venuti Ph Amleto Di Leo

Mario Venuti Ph Amleto Di Leo

Scritto e musicato da Mario Venuti, Francesco Bianconi e Kaballà,“Ventre della città” è il nuovo atteso singolo di  Mario Venuti che anticipa l’uscita de “Il tramonto dell’Occidente”, nuovo album di inediti del cantautore siciliano, la cui uscita è prevista per il 23 settembre (Microclima-Musica & Suoni/Believe Digital).  “Ventre della Città” è un brano delicatamente intenso, in grado di concentrare l’occhio e lo spirito all’interno delle viscere della più intima realtà delle zone degradate e periferiche dei grandi centri urbani. Le “Storie di Corviale, di Quarto Oggiaro, di Scampia, di Librino e Zen sono conficcate come pugnali nel ventre della città…” e, in quanto tali, fanno male, tanto male. Un dolore quotidiano, ineludibile, insopportabile che rende insofferenti, insonni, cattivi e cinici. Un dolore che, in maniera assolutamente transitiva, è in grado di passare dalle esistenze individuali a interi quartieri delle grandi metropoli che, a causa della noncuranza di chi di dovere, trova sempre nuovi spazi in cui diffondersi, diventando endemico. A rendere visivamente l’idea del disagio sociale è il videoclip diretto da Lorenzo Vignolo e girato proprio a Librino, un quartiere periferico a sud ovest della città di Catania, in cui ciascuno dei frame proposti al pubblico diventa proporzionalmente necessario alla diretta comprensione di un testo dedicato alle vite dei quartieri venuti male, quelli in cui nessuno vuole andare, quelli che fanno paura, che fanno orrore, quelli che si vorrebbero dimenticare e che, invece, continuano ad attirare attenzione su di sé in maniera disperata, tragicamente drammatica.

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Mario Venuti si conferma, dunque, un cantautore in grado di scavare a fondo nell’animo umano, senza, tuttavia, rinunciare ad una linea melodica solare, quasi in contrapposizione con l’aspetto più propriamente semantico del testo. In questo caso l’arrangiamento è vivo e ritmato, un ampio utilizzo dell’elettronica ed una serie di riff di chitarra regalano al brano un’allure godibile e molto orecchiabile. “Ci incontreremo le sere d’estate/Sul mare d’asfalto di queste borgate/Non sarà male fermarsi a guardare le nostre ferite, le stelle inventate”, canta Mario, rendendo visivamente le immagini di un mare di sogni infranti lungo muri di cemento e, mentre le stelle vengono coperte dagli ecomostri delle periferie suburbane, non rimane che immaginarle durante le notti insonni in cui si sogna di scappare via lontano. Nonostante un così grigio affresco del nostro mondo periferico, Venuti, Bianconi e Kaballà trovano anche lo spazio per la poesia perché, allorquando non è possibile trovarla nei libri, allora è giusto forzare la mano e carpirla nei più reconditi meandri dell’istinto umano, tra vizi e virtù, mantenendosi in ogni caso lontano dalla corruzione del pensiero borghese senza rinunciare, infine, ad un omaggio a Gianni Celeste, esponente di un genere, quello neomelodico, sempre più forma di espressione dei mali e dei pensieri dei cosiddetti ultimi.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Ventre della città” su iTunes

Video: “Ventre della città”

Fabi, Silvestri, Gazzè: “L’amore non esiste” è una ribellione alla statistica. La recensione del brano

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“L’amore non esiste” è il titolo del secondo singolo che anticipa “Il padrone della festa” il nuovo album di inediti, disponibile da oggi in pre-order su iTunes,  scritto, composto e suonato da Niccolò Fabi, Max Gazze e Daniele Silvestri, uniti in un trio d’eccezione per questo progetto discografico che, ancor prima di venire alla luce, ha già conquistato numerosissimi consensi, anche grazie al successo di “Life is Sweet”, il primo singolo presentato dal supergruppo romano. Accompagnato dal videoclip girato da Davide Marengo, “L’amore non esiste” è un brano intimo e delicato, che si serve di una arrangiamento ovattato e ricercato, per parlare di un sentimento che, seppur inflazionato, riesce ancora a racchiudere la più recondita essenza dell’animo umano.

Fabi-Silvestri-Gazzè in uno stamp tratto dal video di "L'amore non esiste"

Fabi-Silvestri-Gazzè in uno stamp tratto dal video di “L’amore non esiste”

I tre musicisti hanno incrociato i propri percorsi individuali e la propria sensibilità artistica mettendo nero su bianco concetti profondi,  mirati alla ridefinizione del rapporto a due, inteso come qualcosa di molto lontano dalle mode e dal conformismo contemporaneo. L’amore, secondo i tre cantautori, si concretizza in un abbraccio tra anime che sfidano  numeri e parole, ansie e guai, affrontano mancanze ed auspicano gioie e serenità. Promesse che vincono sfide, che la letteratura non può o non sa raccontarci, cantano i tre artisti che, come contemporanei menestrelli, riescono a descrivere con grazia e leggerezza, anche i tratti più bui dei nostri pensieri. “L’amore non esiste è un cliché di situazioni tra due che non son buoni ad annusarsi come bestie finché il muro di parole che hanno eretto resterà ancora fra loro a rovinare tutto. L’amore non esiste è l’effetto prorompente di dottrine moraliste sulle voglie della gente è il più comodo rimedio alla paura di non essere capaci a rimanere soli”.

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Difetti, limiti e contraddizioni definiscono ciò che non è amore: un assetto societario in conflitto d’interesse, fare i conti e accontentarsi piano piano, un ingorgo della mente di domande mal riposte e di risposte non convinte”. L’incedere per negazioni evidenzia, dunque, con maggiore forza semantica concetti importanti e significativi. “Una ribellione alla statistica” che rinsalda la nostra umanità, sintetizzata in quella magica e sempre più suggestiva immagine di “io e te”.

Raffaella Sbrescia

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Video: “L’amore non esiste”

L’Essenza del 2: il nuovo singolo s’intitola “Nelle Favole”. La recensione

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Geko Luca Dimauro voce, piano e chitarra e Joseph Di Fraia (Batteria, sequencer, batteria elettronica) sono l’anima ed il cuore del duo denominato L’Essenza del 2. Insieme fin da giovanissimi, i due artisti hanno fuso i propri percorsi in un progetto che, se in un primo momento era incentrato sulla rilettura di note cover, oggi muove i primi decisi passi verso una nuova direzione fatta di emozioni, testi e note inedite. In questo caso specifico vi parleremo del brano intitolato “Nelle Favole”, il secondo singolo tratto dal primo ep del duo “Benedetta Pace”, prodotto per l’etichetta One More Lab, con la supervisione artistica di Maurizio Mariano e Francesco Valente. 

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“Nelle Favole” segue un filone intimista, velato di affranta malinconia ed inarrestabile speranza. Accompagnato da un dolce e suggestivo videoclip, realizzato sul Monte Soratte con un quartetto d’archi, con il patrocinio del Comune di Ponzano Romano nella valle del Tevere e della Provincia di Roma, il video del brano, girato da Massimiliano Gordiani converge l’eleganza armoniosa dell’arrangiamento con le immagini rupestri ed incontaminate di una location a metà strada tra sogno e magia.

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Grande protagonista di questa ballad è l’amore, un amore fatto di sbagli che possiamo ritrovare nelle favole, piccoli peccati veniali da stemperare a suon di note. La consapevolezza di un sentimento che fatica a lasciare gli androni del cuore spesso ci spinge a prendere atto delle nostre paure, ci dà l’occasione di metabolizzare e, nel caso, di affrontarle a viso scoperto, in nome di un paio d’occhi limpidi in cui riconoscersi, ancora una volta.

Raffaella Sbrescia

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Video: “Nelle Favole”

“Maps”, il nuovo singolo dei Maroon 5. La recensione

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“Maps”è il primo singolo che anticiperà l’uscita del nuovo album dei Maroon 5, che s’intitolerà “V” e che verrà pubblicato il prossimo 2 settembre. Al centro di una serie di collaborazioni di prestigio, Adam Levine e soci si sono avvalsi del contributo di collaboratori come Max Martin, Benny Blanco, Shellback, Ryan Tedder e Sam Martin. Per quanto riguarda la scrittura e la produzione di “Maps”, invece, i Maroon 5 hanno lavorato con Blanco, Tedder e Noel Zancanella, su etichetta Interscope Records. Le sonorità catchy e le aperture dance del ritornello si alternano a parentesi cantate, più tradizionalmente pop, arricchite da travolgenti giri di batteria,  rientrando appieno nel tipico stile mix and match dei Maroon 5. Il brano, dall’ascolto sicuramente godibile, è incentrato su una storia lontana dall’happy ending: “I miss the taste of a sweet life, I miss the conversation, I’m searching for a song tonight I’m changing all of the stations. I like to think that we had it all. We drew a map to a better place but on that road I took a fall. Oh, baby, why did you run away?”: il protagonista smuove i propri pensieri, tormentandosi tra rimpianti e domande senza risposta. Le mappe della vita ci mettono continuamente alla prova tra il mostrarci pronti e disponibili per gli altri e il dover sopportare un eventuale abbandono proprio da parte di chi avevamo supportato nonostante tutto e nonostante tutti: “I was there for you, In your darkest times/ I was there for you, In your darkest nights. But I wonder where were you when I was at my worst down on my knees”, canta Adam Levine, scandendo interrogativi dalla valenza universale.  Eppure quello che anima “Maps” è un sentimento che fa fatica a svanire, che cerca appigli, strade, motivazioni, sbocchi, vie e destinazioni dall’esito mai scontato: “So I’m following the map that leads to you/The map that leads to you/Ain’t nothing I can do/ The map that leads to you/ Following, following, following to you/ The map that leads to you/ Ain’t nothing I can do/The map that leads to you/ Following, following, following”

Keira Knightley e Adam Levine in "Begin Again"

Keira Knightley e Adam Levine in “Begin Again”

Proprio mentre prenderemo confidenza con “Maps”, Adam Levine vestirà anche i panni di attore in “Begin Again”, il film in programma sui grandi schermi d’America a partire dal prossimo 27 giugno. Si tratta di un musical/commedia interpretato da Keira Knightley e Mark Ruffalo, girato da John Carney, che contiene anche una nuova canzone del frontman dei Maroon 5 intitolata “Lost Stars”. La pellicola vedrà Adam destreggiarsi tra sentimenti, musica e successo, il tutto tra i grattacieli della Grande Mela.

Raffaella Sbrescia

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Intervista a Cassandra Raffaele: ” In Adesso posso dirti (Fottiti) uso una parola esaustiva con sana ironia”

Cassandra Raffaele

Cassandra Raffaele

 

Cassandra Raffaele è una “cantora”, arrangiatrice e musicista indipendente, laureata in Tecniche di Neurofisiopatologia a Catania. Il suo temperamento naif e sopra le righe si unisce ai temi eterogenei e immediati che contraddistinguono i testi delle sue canzoni. A metà strada tra denuncia e ironia, il suo album di debutto “La valigia con le scarpe” ha già ottenuto un notevole riscontro da parte del pubblico, anche grazie alla scelta di location non convenzionali da parte di Cassandra che, attraverso il nuovo singolo intitolato “Adesso posso dirti (Fottiti)” ci lancia all’interno del suo mondo fatto di attente riflessioni mitigate da sonorità coinvolgenti

 “Adesso posso dirti (Fottiti)” è il titolo del singolo estratto dal tuo primo album “La valigia con le scarpe”. Cosa racconti in questo brano e cosa intende comunicare il suo emblematico titolo?

È un brano liberatorio rivolto a chi rende la nostra vita difficile. Una sorta di brano pocket, da tenere in tasca e da utilizzare quando incontri la persona “giusta” che si merita un bel “fottiti”, perché altre parole non sono esaustive come questa. Ma il tutto sussurrato con tanta sana ironia.

Nel video hai utilizzato una serie di selfie cantati, un linguaggio inteso come “metterci la faccia”… che tipo di feedback sta riscontrando questo strumento comunicativo?

Credo sia il linguaggio piu’ immediato e in linea con il nostro tempo. Si sente il bisogno di esprimersi, e di dire “Ehi, ci sono” e la gente ha colto con molto entusiasmo il mio invito in rete, a tal proposito.

Il tuo stile musicale è atipico e molto personale… quali sono le correnti musicali a cui ti ispiri e quali sono, invece, i tuoi punti di riferimento?

Adoro le voci calde del nu jazz come Madelein Peyroux, Stacy kent ma anche le atmosfere dei Gold Frapp. La visceralità di Ben Harper, la musica dei cantautori folk nostrani come Brunori. I Beatles restano una fucina di ispirazione. Insomma, elementi diversi ma che amo “cucire” attraverso i miei sensi nei miei vestiti musicali.

Suoni il pineapple ukulele, la chitarra e la batteria… qual è lo strumento a cui sei più legata?

L’ukulele

Quali sono i contenuti e i messaggi dell’album “La valigia con le scarpe”?

La consapevolezza del viaggio che scegli di fare, parte già nel momento stesso in cui cominci a preparare la valigia. Cosa portare? Ognuno sceglie cosa, e poi si parte.

Cassandra Raffaele

Cassandra Raffaele

Perché hai definito i brani “ 13 transizioni emotive in movimento”?

Perché nulla esiste se non è permeato da emozioni e le canzoni ne sono piene, e come valigie, ti seguono fedelmente.

Sei laureata in Tecniche di Neurofisiopatologia… un titolo di studio importante e che ti sarà costato tanti sacrifici…cosa ti ha spinto a lasciare il posto di lavoro e in che modo senti di poter sfruttare le competenze acquisite nel campo medico all’interno del contesto artistico?

Ho lasciato il lavoro in ospedale, nel momento in cui ho iniziato a scrivere canzoni e ho capito che potevo diventare “artigiana” di quello che facevo con la musica. La neurologia mi accompagna in questo lavoro, a tratti sognante, poetico, ma molto cerebrale.

Hai avuto un ruolo da protagonista in alcune delle manifestazioni più prestigiose all’interno del cantautorato italiano: Premio Bindi, Premio Bianca d’Aponte, Mei, Musicultura, Premio Fabrizio De Andrè, Premio Ninfa d’Argento… come ti sei sentita in questi contesti e cosa credi abbia colpito di te gli addetti ai lavori?

Mi sono sentita come una “bambina” il primo giorno di scuola. Ho tenuto gli occhi ben aperti per guardare, le orecchie per ascoltare e imparare il più possibile da chi c’era ai premi, dai presenter illustri, ai colleghi, insomma tutta gente che ha fatto della musica la propria esistenza. Oltre ad essere stato un momento di confronto, é stato anche un momento d’orgoglio personale. Mi sono messa in gioco da subito con quello che scrivevo e sono stata premiata per questo.

Sei ideatrice del Buzz Tour, un tour virtuale acustico… ci racconti questa esperienza?

Scelgo location poco convenzionali, riprendo dei video mentre canto delle canzoni e poi condivido in rete il tutto come se fosse la tappa di un tour. La musica arriva alla gente nei posti più impensabili. Importante è condividere, naturalmente, e fare buzz, cioè diventare uno sciame che diffonde musica.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e impegni live?

In estate sarò impegnata in alcuni Festival e farò tappe della valigia, da nord a sud. E poi parteciperò a degli eventi molto importanti e prestigiosi che vi racconterò presto, naturalmente attraverso i miei canali.

 Raffaella Sbrescia

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Video: “Adesso posso dirti (Fottiti)”

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