Oronero: ecco l’atteso ritorno di Giorgia.

Giorgia - Oronero

Giorgia – Oronero

A tre anni di distanza dal successo dell’album “Senza paura”, GIORGIA torna sulle scene discografiche con ORONERO”, il singolo che anticipa il nuovo omonimo album di inediti dell’artista, in uscita il 28 ottobre(Microphonica/Sony Music Italy). Da oggi 30 settembre sarà inoltre possibile acquistare in preorder su iTunes l’album “Oronero”, ottenendo subito come instant gratification il singolo che dà il titolo al disco. Il nuovo progetto discografico va a consolidare la collaborazione tra Giorgia, conosciuta in tutto il mondo per le sue incredibili doti vocali e la sua potente carica interpretativa, e il produttore Michele Canova, già insieme nei precedenti due album, “Dietro le apparenze” (2011) e “Senza paura” (2013).

Questa la tracklist di “Oronero: “Oronero”, “Danza”, “Scelgo ancora te”, “Credo”, “Per non pensarti”, “Vanità”, “Posso farcela”, “Come acrobati”, “Mutevole”, “Tolto e dato”, “Amore quanto basta”, “Sempre si cambia”, “Grande maestro”, “Regina di notte”, “Non fa niente”.

GIORGIA incontrerà il pubblico e presenterà il nuovo disco il 28 ottobre al Mondadori Store di MILANO (Piazza Duomo, 1 – ore 18.00), il 29 ottobre a La Feltrinelli di ROMA (Via Appia Nuova, 427 – ore 17.00) e il 5 novembre a La Feltrinelli di NAPOLI (Via Santa Caterina a Chiaia, 23 / Angolo Piazza Dei Martiri – ore 17.00).

Ecco il testo del brano:

Parlano di me
Una donna facile
Con le difficoltà
di un giorno semplice

Parlano di te
Che sei fragile
Ma cammina a testa alta
Senza chiedere

Parlano di lui
Uno stronzo senza fine
Che si perde sotto le prime luci di aprile

Dicono di me che rimarrò da sola
Ma ne tempo ho scelto e so che ne rimarrà una di me
Una di me

Parlano di te che non hai regole
La gente parla quando non ascolta neanche se
Parlano di me che non mi amo davvero
Ma una carezza sul mio viso è il mio primo pensiero

Parlano di noi
Che abbiamo tutti contro
Ma tu sei come me so che rimarrai al mio fianco

Dicono di me
Non sono più com’ero
E questa sono io
E loro sono oro nero
Oro nero
Oro nero

Parlano di te
Un uomo che si perde
Ma dà un abbraccio
Alla vita che poi li protegge

Parlano di lei
Una donna senza cuore
Ma che chiede solamente di trovare amore

Dicono di me che non so consolare
Ma sono qui davanti a te e mi prendo il tuo dolore

Parla un po’ con me
Che sono come te
E le parole sono aria e sanno fare male
Devi saperle usare

Parlano di te
Che non hai regole
La gente giudica e non sa neanche lei perché

Parlano di me
Che non mi amo davvero
Ma una carezza sul mio viso
La vorrei sul serio

Parlano di noi
Che abbiamo tutti contro
Ma tu sei come me so che rimarrai al mio fianco

Dicono di me
Non sono più com’ero
E questa sono io
Non lo voglio l’oro nero
Oro nero
Oro nero

Parlano di te che tu non puoi cambiare
Ma nella vita hai fatto passi per potere amare
Parlano di me
Ci credo per davvero
Le tue parole per me son oro
Basta, oro nero.

Ascolta qui “Oronero”

Sul ciglio senza far rumore: ecco il nuovo singolo di Alessandra Amoroso

Alessandra Amoroso

Alessandra Amoroso

Da oggi, sabato 17 settembre, è online su Vevo (link:  http://vevo.ly/CsCTVb) il video del nuovo singolo di Alessandra Amoroso, “Sul ciglio senza far rumore”, nuovo estratto dall’album certificato platino “Vivere a colori”.

Sul ciglio senza far rumore”, firmato da Dario Faini e Roberto Casalino, racconta la storia di un grande amore dibattuto tra sentimenti contrastanti di affetto e felicità alternati a momenti di amarezza e incomprensione.

Il regista Cosimo Alemà, sceglie l’atmosfera calda e avvolgente di Venezia per il video che vede una magnetica Alessandra come protagonista. Nel video, infatti, Alessandra attraversa le calle e i canali della città alla ricerca del ponte della Serenissima immortalato nella foto che tiene in mano. La speranza è quella di ritrovare il suo amore annullando la distanza che li separa.

Alessandra Amoroso ph Giovanni Gastel

Alessandra Amoroso ph Giovanni Gastel

Grande attesa per il Tour di Alessandra, che parte dalle due date sold out a Napoli del 7 e 8 ottobre:

Vivere A Colori Tour” – Le date

0‪7 Ottobre 2016    Napoli, Palapartenope

0‪8 Ottobre 2016    Napoli, Palapartenope

‪10 Ottobre 2016‪          Firenze, Nelson Mandela Forum

11 Ottobre 2016‪          Milano, Mediolanum Forum

13 Ottobre 2016  Torino, Pala Alpitour

15 Ottobre 2016  Roma, Palalottomatica

18 Ottobre 2016  Bari, Pala Florio

19 Ottobre 2016          Bari, Pala Florio

21 Ottobre 2016          Acireale, Palasport

22 Ottobre 2016          Acireale, Palasport

24 Ottobre 2016          Reggio Calabria, Pala Calafiore

27 Ottobre 2016          Bologna, Unipol Arena

29 Ottobre 2016  Padova, Kioene Arena

Intervista a M+A: “Vogliamo fare le cose in grande”

M+A

M+A

Il 9 settembre è arrivato in radio e in tutti gli store digitali e piattaforme streaming, “Forever More” il nuovo singolo degli M+A, su etichetta Sugar. Tra ritmi dance e atmosfere sospese, gli M+A hanno conquistato pubblico e critica e hanno condiviso lo stesso palco di artisti come Disclosure, Phoenix e AIR.  In attesa dell’uscita del nuovo album, la band sarà onstage per due concerti d’eccezione: il 9 ottobre a Venezia per la Biennale Musica e il 7 dicembre al Teatro Regio di Parma.

 Intervista

Cosa c’è alla base di “Forever More”?

Questo brano, insieme all’altro singolo che anticipa il disco, è stato scelto perché ha una storia bizzarra. Entrambi hanno un B side inedito prodotto da un produttore americano. Gli altri pezzi che usciranno saranno prodotti da noi. Questo è il singolo più dance, più vicino alle atmosfere da club, il disco in realtà avrà delle sfaccettature molto diverse; si tratterà perlopiù di pezzi radiofonici. Questi primi due brani li abbiamo scritti durante la prima sessione di lavorazione di cui restano veramente pochissime cose. Siamo molto lenti a produrre e, dato che la Sugar ci ha spinto ad uscire con qualcosa, abbiamo optato per questi due. Probabilmente tra un anno ci sembreranno orribili e vecchi ma intanto eccoli qui.

In che modo è cambiata la vostra scrittura rispetto al vecchio lavoro?

Sono cambiati molti aspetti tecnici. Abbiamo trascorso molto tempo alla ricerca di un produttore ma nel frattempo ci siamo resi conto che non ne avevamo bisogno. Abbiamo provato a lavorare con diversi produttori però alla fine ci siamo rimboccati le maniche per creare da soli quello che avevamo in testa; servirà solo più tempo e competenza per tirarlo fuori. Probabilmente soffriamo del complesso del fratello maggiore: tutto quello che ascolti è meglio di quello che fai.

Perché avete scelto di lavorare con Sugar?

Per poter fare tutto da soli avevamo bisogno di un apparato solido e ben strutturato che ci potesse permettere di non dover pensare proprio a tutto. Noi e Sugar ci siamo reciprocamente cercati: nel nostro caso volevamo metterci in gioco con un’etichetta che segue principalmente artisti italiani. Loro hanno cercato noi perché volevano un gruppo con cui lavorare in maniera diversa ed aprirsi all’estero.

Cosa vorreste che cambiasse?

Iniziano a stufarci le cose che all’inizio ci facevano esaltare. Vorremmo essere partecipi di un cambiamento, di una spinta diversa. La nostra carta vincente è essere dei bravi perdenti.  Il genere su cui cerchiamo di metterci in gioco è il pop, un genere che in Italia è visto in modo distorto. Il pop italiano è un ibrido, campa ancora di personaggi molto vecchi, tutti lo ritengono commerciale. Per quanto ci riguarda, quando cerchiamo di portare i nostri pezzi in radio troviamo un sacco di porte chiuse perché cantando in inglese veniamo inseriti nella cartella degli internazionali e ci ritroviamo a competere con brani di Rihanna e Timberlake. Vorremo riuscire a fare grandi cose partendo dall’Italia.

M+A

M+A

Quanto conta l’estetica nel vostro progetto?

Sicuramente tanto quanto il discorso musicale. Entrambi lavoriamo ai nostri video. In quest’ultima fase abbiamo collaborato con Zsofia Boda; i suoi progetti sono legati allo scenario elettronico digitale, il suo stile non ha molto in comune con il nostro eppure ha voluto lavorare con noi per il fatto che la nostra estetica si basa molto sui contrasti. Siamo sufficientemente schizofrenici con un approccio che spazia dall’estremo pop all’estremo underground, un fatto irrisolto che ci piace.

Visto che curate molto le vostre esibizioni, come preparate il live e come vi rapportate ai vari contesti in cui vi esibite?

Noi pensiamo sempre al live come ad un altro disco. In genere non portiamo dal vivo i brani contenuti in un disco né, al contrario, mettiamo le cose che scriviamo per i live nei nostri album. I fans si lamentano molto per questa cosa ma non riusciamo a fare altrimenti. Ovviamente i brani dei dischi e quelli scritti per i concerti dialogano tra loro ma la scrittura differisce. Nel mondo pop il concerto deve essere concepito come uno spettacolo, deve riuscire a comunicare qualcosa in più allo spettatore.

Quali sono le vostre aspettative per il futuro?

Siamo molto autocritici, odiamo chi pubblica dischi tanto per farlo, c’è un forte inquinamento multimediale. Noi stiamo cercando di dire qualcosa di interessante rivolgendoci al mercato internazionale, siamo molto intraprendenti, vorremmo fare le cose in grande e soprattutto facilitare la strada a chi in futuro vorrà intraprendere questo nostro stesso cammino.

Raffaella Sbrescia

Video: Forever More

G come Giungla: il nuovo singolo di Ligabue annuncia l’arrivo di Made In Italy e denuncia i costumi contemporanei

Ligabue torna sulle scene musicali con “G come Giungla”. Il nuovo singolo annuncia l’arrivo del nuovo album di inediti dell’artista intitolato “Made in Italy” e arriva a pochi giorni di distanza dal doppio concerto del Liga Rock Park 2016,  in programma nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 settembre alla Villa Reale di Monza. Il progetto discografico sbarcherà nei negozi di dischi e sulle piattaforme digitali entro la fine del 2016 e già nutre le aspettative dei fans e. A giudicare dall’entità del nuovo brano, appare evidente la continua evoluzione che Ligabue ha voluto operare non solo sui contenuti ma anche sulle sonorità proposte. La canzone è avvolta da uno spirito critico incentrato sull’osservazione analitica della società, un modo per Ligabue per invitarci a fermarci e a riflettere, un’operazione di studio antropologico già iniziata con “Mondovisione” e che sicuramente troverà terreno fertile nel nuovo album. In attesa di scoprire quali saranno gli ulteriori due singoli estratti dal nuovo album che verranno inseriti in scaletta in occasione del Liga Rock Park, ecco il testo ed il video ufficiale del brano, registrato allo Spazio Fase di Alzano Lombardo.

testo giungla

 Video: G come Giungla

Giordana Angi: “Tiziano Ferro ha creduto in me, ora posso farvi vedere chi sono”

Giordana Angi

Giordana Angi

Autrice, interprete, dj e musicista, Giordana Angi è originaria di Latina è ma nata in Francia e scrive in tre lingue italiano, francese e inglese. “Chiusa con te (xxx)” è il primo brano dell’artista pubblicato su etichetta Sugar e prodotto da Tiziano Ferro. “Chiusa con te (xxx)” è un brano r’n’b che fonde la tradizione alle nuove sonorità. Un beat minimale scandisce un testo esplicito e sensuale che racconta di una notte travolgente passata sul dancefloor.

Intervista

Giordana, perché scrivi canzoni?

Le mie canzoni sono il frutto della voglia di scrivere non per un pubblico ma per consentirmi di essere sempre in contatto con me stessa. Nonostante tutto quello che mi è successo, questo è sempre stato il mio punto di riferimento. Solo dopo aver completato la scrittura di un pezzo mi ritrovo a capire che si tratta di una canzone che magari qualcuno sta aspettando.

Da dove nasce l’esigenza di trascrivere quello che senti?

Mi ricordo che ho preso per la prima volta la penna in mano per scrivere qualcosa di mio quando avevo 11 anni. Ero reduce dall’ennesimo trasloco, mia madre è stata assistente di volo e per questo motivo abbiamo viaggiato tanto. Il passaggio dalla quinta elementare alla prima media mi ha vista passare dall’Italia alla Francia; quella è stata la molla che mi ha spinto a cominciare a scrivere.

Come è arrivato l’incontro con Tiziano Ferro?

Gli ho inviato un demo contenente tre tracce e una lettera di presentazione circa due anni e mezzo fa ma ero convinta che non l’avrebbe mai ascoltato; sarà per questo che dimenticai di allegare i miei recapiti al plico! A dispetto dei miei presentimenti, Tiziano mi ha cercata, non senza difficoltà, e mi ha detto che non gli era mai successo. Successivamente abbiamo scritto altre canzoni, mi diceva sempre quello che pensava e nel frattempo cercava di capire chi potesse credere in me quanto lui; alla fine è arrivata Sugar.

Cosa ci racconti del brano “Chiusa con te”?

Questa canzone è nata alle Maldive durante i tre mesi che ho lavorato lì. E’ nata di notte ma l’ho chiusa nel computer per poi tirarla fuori solo in Sugar, quando mi è stato chiesto se avevo scritto altre cose. Per quanto riguarda la base l’obiettivo era fare qualcosa che non fosse convenzionale, almeno in Italia. Per questo un grazie va a Tiziano perché comunque è lui che ha sposato la mia causa con un brano che esce dal coro.

A proposito della concezione della scrittura come metodo di connessione per te stessa, quali sono le tue influenze?

Per quanto riguarda le influenze musicali, aldilà di quelle pop, Tiziano è sempre stato diverso dagli altri con brani come “Xdono”, “Perverso”, conservo tutti i suoi singoli! Mi piace anche Pharell e devo dire che anche l’ultimo lavoro di Justin Bieber mi ha piacevolmente sorpreso.Recentemente ho ascoltato anche molta musica classica alternativa e mi è piaciuta tantissimo!

Hai frequentato anche delle lezioni, cosa ti hanno lasciato?

Innanzitutto un amore sconfinato per artiste immense come Areta Franklin, Nina Simone, Ella Fitzgerald. L’approccio alla musica è fondamentale e a me quella esperienza ha lasciato la consapevolezza che, per quanto sia bello sperimentare, è giusto conoscere le regole, partire da basi solide e applicarsi sul serio.

Ci sono state esperienze lavorative che ti hanno forgiata nel tempo?

Certo! Due anni fa lavoravo a Palermo, grazie alla mia conoscenza del francese avevo trovato un piccolo impiego e di sera andavo a cantare. Lavoravo 20 ore al giorno guadagnando pochissimo…uno dei pochi che mi è sempre rimasto a fianco è stato proprio Tiziano, qualunque cosa gli mandassi da ascoltare, lui c’era sempre!

Cosa significa per te essere una dj?

Mi piace molto giocare con le basi, posso far capire alla gente qual è il mio gusto; trovo che sia il modo migliore per raccontarmi senza cantare.

E il disco?

Ci stiamo lavorando, dovrebbe uscire il prossimo inverno…

 Raffaella Sbrescia

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Video: Chiusa con te (XXX)

L’estate di John Wayne: ecco l’atteso ritorno musicale di Raphael Gualazzi

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A tre anni di distanza dal fortunato “Happy Mistake”, il raffinato cantautore Raphael Gualazzi riprende la scena discografica con L’estate di John Wayne (etichetta Sugar); un brano versatile ed originale che si tuffa in un pop dagli echi vintage che e anticipa un album di inediti previsto a settembre 2016. Capace di esplorare, con nuovo estro, i generi musicali a lui più cari, Gualazzi sceglie di racchiudere in tre minuti sonorità r’n’b e richiami western in cui la musica di Matteo Buzzanca e dello stesso Raphael, insieme alla penna di Alessandro Raina e Lorenzo Urciullo, creano un divertissement dove nulla sembra impossibile. Tre minuti di frammenti della nostra memoria collettiva che ritornano come figurine da scambiare in una sera di Luglio, mentre Andy Warhol dipinge banane e Pertini gioca un poker con…John Wayne. “Torneranno i cinema all’aperto e i riti dell’estate le gonne molto corte. Tornerà Fellini e dopo un giorno farà un film soltanto per noi”: comincia così il nuovo viaggio musicale di Gualazzi, ulteriormente arricchito dal videoclip (https://goo.gl/18MTtt), diretto da Jacopo Rondinelli e girato con lenti anamorfiche Lomo degli anni ’70, per renderne ancora più autentico l’aspetto vintage. Il video si immerge nell’immaginario cinematografico di Federico Fellini e del romanzo di Niccolò Ammaniti “Io non ho paura”. All’interno di una cornice estiva che evoca la vita di campagna di una volta, i protagonisti sono tre bambini che giocano ad interpretare le star e, ballando, cantando e facendo acrobazie, richiamano un mondo di personaggi e sapori d’altri tempi: i balli di John Travolta, gli oggetti vintage, i dischi dell’estate. Alla fine, la scritta “Raphael”, impressa sulla valigia del piccolo “cantante-mago”, rende omaggio proprio al manifesto del film di Fellini “Amarcord”.

Video: L’estate di John  Wayne

La ripartenza di Lilian More con “Back to the start”. Intervista

Lilian More

Lilian More

Appassionata di musica sin da quando aveva 9 anni, Linda Bosco in arte Lillian More nasce e cresce nell’hinterland milanese. E’ appena quattordicenne quando inizia a scrivere i suoi primi brani spinta dal sogno di intraprendere la carriera di cantautrice.

Determinata e talentuosa la giovane rocker, dopo le esperienze del suo primo Ep “Now we Go!”, anticipato dal singolo “We don’t care anymore” del 2013 e dopo l’uscita del singolo “Believe in Chance” nel 2015,  è attualmente impegnata nella lavorazione del nuovissimo progetto musicale “In Bloom”.

Intervista

La tua ripartenza è con “Back to the start”. Nel testo canti “You’re just one of my old memories. So take back your promises and all your lies and bring me back to the start”. Cosa racconti in questa canzone, con quale spirito l’hai scritta e come hai lavorato all’arrangiamento del brano?

Sì, Back to the Start è il primo singolo estratto dal mio nuovo album e parla della fine di una storia d’amore. I sentimenti racchiusi nel brano sono di dolore e rabbia, ed è uno dei brani che a livello sentimentale mi tocca particolarmente di più. Nella realizzazione degli arrangiamenti, dando le linee generali e relativi riferimenti riguardo a come volevo le linee di basso e batteria, ho lavorato e suonato insieme a dei musicisti davvero molto validi con i quali ho successivamente inciso tutti i brani del mio nuovo disco.

Il video, diretto da Michele Pinna, è molto particolare. Raccontaci la story line e le suggestioni che intendevate trasmettere al pubblico…

Il video musicale racchiude al suo interno la descrizione di anima e corpo; la prima viene descritta nella sua duplice natura nello scenario bianco (fragilità e sensibilità) e nero (rabbia e tormento); mentre il corpo, intesa come parte materiale della nostra vita, viene descritta dall’intenzione di realizzare una moto con la quale costruire un nuovo inizio, per poi partire verso nuovi orizzonti lasciando tutto alle spalle.  Nelle scene con la cera nera volevamo trasmettere in maniera molto cruda ed esplicita il sentimento di tormento nel dover sempre “ingoiare” e “mandar giù” sofferenze e dolori, “leccarsi le ferite” e allo stesso tempo autolesionarsi per sentire sollievo dal dolore psicologico. E’stato molto emozionante lavorare insieme a Michele per la realizzazione della storia e soprattutto dover esprimere a 360° questo mix esplosivo di sentimenti.

In che modo cerchi di contestualizzarti all’interno del panorama musicale italiano in qualità di rocker?

Non amo darmi un’etichetta e non catalogo la mia musica in nessun genere musicale se non “Lilian More”!  Così come la mia musica, sono molto poliedrica, faccio quello che mi sento di fare e la mia musica è la mia voce per dire quello che penso e quello che provo. Per queste ragioni se volessi contestualizzarmi all’interno del panorama musicale lo farei in qualità di Lilian More. Considerando lo scenario musicale italiano, penso di essere l’unica a fare questo tipo di genere quindi questo potrebbe essere sicuramente un punto a mio vantaggio per distinguermi dalla massa! Come riuscirci? Sicuramente dando il meglio di me in primis per la mia musica e per tutti coloro che amano quello che faccio e poi per me stessa.

Lilian More

Lilian More

Questo singolo anticipa il tuo nuovo album in uscita in autunno. Con chi ci stai lavorando e in che modo?

 Sì, il mio nuovo disco uscirà questo autunno ed è tutt’ora in fase di produzione! Ho lavorato per diversi giorni con i musicisti in sala prove e ci sono diverse collaborazioni… ma il lavoro sicuramente più lungo è stato quello relativo alla ricerca del suono! Per il resto dei dettagli vi lascio ancora un po’ sulle spine! (ride ndr)

Sappiamo che si tratterà di un disco autobiografico e che racchiuderà al suo interno il bilancio di due anni molto intensi per te… Ti andrebbe di approfondire questo discorso raccontandoci la tua crescita sia personale che professionale?

 Sì, questo album racchiude la parte più intima di me… parlarne è davvero molto difficile ed è stato altrettanto difficile abituarsi a cantare brani in cui è racchiusa davvero tanta sofferenza. Tuttavia il mio punto di forza è stato proprio il mettermi a nudo svelando una parte di me che mai avrei potuto far conoscere a qualcuno; la musica mi ha permesso di farlo ed è stata la mia analista personale. La mia crescita è avvenuta mentre mi confrontavo con persone molto più grandi di me, non sono mai scesa a compromessi e sono andata sempre dritta per la mia strada. All’interno di un mondo così frenetico, ingordo e privo di prospettiva verso il futuro come quello di oggi è stato un pò come salire su un ring priva di qualsiasi protezione e ancorata alle corde… ma lo è tutt’ora e lo sarà per chissà quanto tempo! Ma non mi fa paura. L’importante è rialzarsi e combattere, sempre.

In che modo coltivi la tua passione per la musica?

Prima di tutto con la curiosità! Poi con la determinazione e l’amore per quello che faccio e infine con tanto divertimento! Certo, lo stress non manca mai ma questa è tutta un’altra storia! (ride ndr)

Quali ascolti influenzano il tuo repertorio?

Sicuramente la parte più importante della mia vita sono stati i Green Day. In secondo luogo tutto il panorama musicale che racchiude gli anni ’90! Dal pop punk al grunge.

Sono previste date live o rimarrai a lavorare in studio per tutta l’estate?

Attualmente non ci sono live in programma in quanto sarò presa dal lavoro in studio fino ad agosto e successivamente dalla pianificazione/realizzazione dei video dei successivi singoli! In più tengo molto a curare tutto quello che riguarda il mio lavoro, quindi grafica del disco ecc… tuttavia se ci dovessero essere cambi di programma basta seguirmi sulla mia pagina FB ufficiale dove vi terrò super aggiornati riguardo news ad eventi!

Raffaella Sbrescia

Video: Back to the start

Intervista ai Raniss: ecco il grunge Made in Italy

Raniss

Raniss

RANISS sono una band grossetana che parte da un duo nel 2010 con i fondatori Mario Policorsi (Voce e Chiatarra) e Alessio Dell’Esto (Basso) amici e musicisti fin dal ’97, cui poi si è aggiunto Andrea Alunno Minciotti alla chitarra. La band ha un sound riconoscibile tra Alternative Rock e Post-Grunge. Nel 2013 pubblicano il loro primo singolo ufficiale “Disordine“. Lo scorso 18 marzo è uscito “Due minuti all’alba“, il nuovo singolo della band mentre il primo EP, registrato da Andrea Alunno Minciotti (chitarrista e sound engineer della band), uscirà a maggio 2016 e conterrà cinque brani.

Intervista

Partiamo dal vostro nome e dai vostri inizi. Le strade di Mario e Alessio si sono incrociate nel 2010. Quali sono state le dinamiche che vi hanno portato fino ad oggi?

A dire la verità io e Mario abbiamo iniziato a suonare nel 1997 insieme partendo dal Punk, dato che negli anni novanta questo genere musicale ispirava i giovani ribelli dalle nostre parti. In quella formazione Mario suonava la batteria mentre io ero al basso. Le dinamiche che ci hanno portato fino ad oggi a sviluppare questo progetto sono semplicemente la nostra natura ed il nostro istinto naturale a creare, suonare e progettare. Il nome “Raniss” lo inventai io mentre sfogliavo una rivista londinese sul punk.

Parlateci della vostra musica: a cosa si ispira, i tratti caratteristici e cosa intende comunicare…

La nostra musica è molto istintiva e lascia pieno spazio agli stati d’animo personali ed a quello che ci attraversa. Per dirla tutta siamo veramente insoddisfatti e decadenti come pensiero in generale e questo ci fornisce energia per mettere in musica tutte queste emozioni. La nostra inclinazione al grunge è davvero reale e molto naturale.

Come lavorate ai vostri pezzi e come funziona la realizzazione effettiva di testi e melodie?

Di solito i riff di chitarra con bozza melodica arrivano sempre da Mario e poi io mi occupo di perfezionare e scrivere il testo, dopo di che lavoriamo tutti insieme all’arrangiamento.

Quali sono gli equilibri all’interno del gruppo e come funziona la vostra routine quotidiana?

Il nostro primo step è la nostra amicizia, e da qua cerchiamo di far partire tutto il resto. Di solito ci troviamo durante la notte a lavorare e comporre nello studio di Andrea nel quale ci sentiamo a nostro agio e tranquilli.

“Due minuti all’ alba” lancia un forte messaggio di rinascita individuale. Nasce da un episodio autobiografico?

Diciamo di sì, nasce da alcune situazioni che ci hanno attraversato e fatto capire molte cose. Il singolo è stato uno dei primi brani scritti e per la stesura del testo abbiamo avuto la preziosa collaborazione di Mario Cianchi, grande compositore e grande amico che ci ha sempre aiutato e supportato.

Il singolo anticipa l’EP “Niente di positivo”, in uscita a maggio. Il titolo viaggia in controtendenza rispetto a quelli proposti dagli artisti dello scenario mainstream. Come mai? Di cosa parlerete e quali saranno le storie che vorrete raccontare al pubblico?

Stiamo cercando di lanciare un messaggio vero e non prodotto a tavolino e dare uno spessore a quello che diciamo anche se nel nostro caso, come già detto, viene fuori il nostro disagio e le nostre frustrazioni che, nonostante possano non essere piacevoli per tutti, restano comunque “reali frequentatori” della vita quotidiana di molte persone.

Parliamo di live: quali sono i contesti a voi più congeniali e quando potremo ascoltarvi dal vivo?

Per noi l’importante e salire sul palco, ci piace troppo e ci fa stare bene! Stiamo organizzando alcune date e show-case di presentazione ultimando gli ultimi dettagli per l’EP. Per adesso ci potete trovare il 30 aprile all’Orcia Rock Festival e il 21 Maggio ad Edicola Acustica, una realtà molto interessante ideata da Michele Scuffiotti qua a Grosseto.

 Raffaella Sbrescia

Video: Due minuti all’alba

La svolta solista di Ermal Meta: “Umano” è l’espressione di un fuoco destinato a non spegnersi

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Si apre un nuovo importante capitolo professionale per Ermal Meta. Autore di tanti brani di successo ed ex frontman della band La fame di Camilla, l’artista ha scelto di  mettersi in gioco gareggiando nella sezione Nuove Proposte di Sanremo 2016 con il singolo “Odio le favole” tratto da “Umano”  il suo primo album da solista. Sono 9 le tracce che compongono un lavoro che condensa un ottimo electro pop ed un impegno autorale  che raccoglie tre anni di ispirazione. Scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso Ermal Meta, “Umano” annovera anche le collaborazioni di Giordano Colombo ed Emiliani Bassi alla batteria, Lucio Enrico Fasino e Matteo Bassi al basso, Dario Faini al pianoforte, Riccardo Gilbertini, Marco Zaghi alla tromba, trombone e sax tenore e Feiyzi Brera alla stesura degli archi. «Tutto il disco l’ho scritto, arrangiato, prodotto e suonato. Per una volta volevo che quello che la gente sarebbe andata ad ascoltare fosse quello che io intendevo. Un prodotto di agricoltura bio, direttamente dal produttore al consumatore senza intermediario. Le tre parole che descrivono il mio cd, ‘Umano’, sono realismo, vita e lungo cammino. Questo è la musica per me, i musicisti sono dei maratoneti non degli sprinter e anche la vita è così. Io preferisco essere aderente a quello che vivo, i sogni magari ti fanno correre di più ma godere più lentamente quello che vivi, riesce a farti percepire meglio le sfumature», spiega  Ermal Meta che, ad oggi,  rappresenta uno dei cantautori più amati da giovani e meno giovani. La sua scrittura è fresca ma curata, i concetti sono essenziali eppure sono il frutto di una scrematura mentale che, solo dopo un lungo processo di raffinamento, vedono la luce amalgamandosi con una musica spesso concepita ancora prima delle parole stesse.

Ermal Meta

Ermal Meta

Se il singolo “Odio le favole” è ormai una hit di successo, è bene sottolineare che il brano  racchiude l’interesse del cantautore verso la vita vera: “Anche una vita piccola è più originale di una grande favola. Mi affido al tempo che guarisce da ogni male dello spirito”, dice. La struttura imponente ed incalzante di “Gravita con me” incentra i cardini del brano nella concezione salvifica dell’amore all’interno di una dimensione esistenziale dispersiva. “Chissà dove finisce il mare, dove la gente traccia il suo confine oltre il quale non ci sono strade dove non chiudi gli occhi per sognare”, scrive e canta Ermal in “Pezzi di Paradiso”, tracciando le orbite di interrogativi pesanti come macigni ma raccontati con grazia e delicatezza.  Un discorso a parte lo merita il brano “A parte te”, un arrangiamento molto particolareggiato, cesellato da una importante sezione di fiati, scandisce i frame di un racconto filmico scelto per definire i tratti di un sentimento incancellabile.  Intensa, intima, autobiografica, essenziale  la titletrack “Umano”: “Cerco il mio futuro e gli occhi di qualcuno. Uno, centomila, non c’è più nessuno”, inutile commentare parole che si raccontano da sole; e poi, ancora, “Se vomito parole poi pulisco tutto”: Ermal è così, in pochi versi riesce a veicolare la precisa definizione del nostro veleggiare in una nuvola di emotività spessa ma inconsistente.

Ermal Meta

Ermal Meta

Sulla stessa linea d’onda è la trama di “Volevo dirti” il cui nucleo è racchiuso in: “Viviamo insieme senza più pensare al domani, come ci viene, non è mai semplice ma vedremo insieme com’è”. Decisamente più frivola e meno impegnativa “Bionda”. Ermal sceglie lo stacco perfetto prima di introdurci nelle viscere di “Lettera a mio padre”: un brano duro, difficile in cui l’artista si mette a nudo rivelando le complesse trame di un doloroso rapporto padre –figlio. “E’  quando sulla schiena hai cicatrici è lì che ci attacchi le ali”, scrive Meta trasformando il dolore in risorsa. “Umano” si chiude con “Schegge”: un brano onirico, inafferrabile. Echi  di matrice Floydiana lasciano fluttuare l’inconscio in un amalgama di emozioni contrastanti ed è per questo che “Umano” è un gran disco: riesce a far vibrare le corde dei sensi e far ribollire i pensieri liquidi.

Raffaella Sbrescia

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Video: Odio le favole

Marco Martinelli: un talento tra arte e scienza. L’intervista

Marco Martinelli

Marco Martinelli

Giovane, appassionato e iperattivo. Marco Martinelli canta e suona fin dall’età di 7 anni. Ingegno e creatività l’hanno condotto ad associare l’amore per la musica a quello per la scienza. Con una laurea Triennale in Biotecnologie Agro-Industriali e un Master in corso in Molecular And Industrial Biotechnology, Martinelli ha partecipato anche a diverse trasmissioni televisive in nome di un sogno da realizzare. In quest’intervista, Marco ci parla del nuovo singolo “Tienimi con te”, scritto da Mimmo Cavallo, e dei nuovi progetti che lo vedono al fianco di Antonio Coggio e Mariella Nava.

 “Tienimi con te” è il titolo del tuo nuovo singolo. Raccontaci le emozioni che hai vissuto quando questo brano è arrivato tra le tue mani. In che modo la tua voce e la tua interpretazione si sposano con la penna di Mimmo Cavallo?

L’idea di cantare “Tienimi con te” è nata da Mariella Nava, che per prima ha ascoltato il brano, scritto e musicato da Mimmo Cavallo, e poi lo ha proposto a me. Mimmo Cavallo è un grandissimo autore di successi noti ed inizialmente ho temuto di non riuscire a dare alla canzone quell’intensità che lo stesso Mimmo Cavallo riusciva ad avere, in realtà l’intuizione di Mariella Nava si è rivelata corretta, perché il modo in cui sono riuscito ad interpretarla ha dato al pezzo note di un’incredibile dolcezza. In questo senso credo di aver sposato la penna di Mimmo Cavallo trasformando il suo graffio in una carezza.

“Tienimi con te” è una frase importante che, se da un lato trasmette l’idea di un legame forte e viscerale, dall’altro espone il nostro lato fragile. Quale delle possibili interpretazioni senti più vicina?

 Sento vicina l’idea di un legame forte e viscerale, un legame che si ha verso le persone a cui vogliamo bene. “Tienimi con te” è una frase che possiamo dire a un amico, amica, amata, amato, persino all’amante; a un genitore o a un figlio. L’esplicitazione dei propri sentimenti ci espone sempre ad un rischio, il rischio di non essere capiti, di non essere corrisposti, di essere invadenti o inopportuni. Io credo però che valga la pena di rischiare, anzi di cantare a chi amiamo un “Tienimi con te”.

L’amore può ancora essere la risposta alla solitudine del mondo?

L’amore è una risposta alle problematiche del mondo, sicuramente la migliore risposta alla solitudine. L’amore in senso di amicizia o di sentimento tra due persone o inteso come volersi bene potrebbe evitare molti contrasti tra le persone su piccola scala. Seguire il principio dell’amore ed il rispetto per il prossimo potrebbe salvare le nazioni.

Marco Martinelli

Marco Martinelli

Stai lavorando ad altri inediti? Ti dedichi anche alla composizione delle musiche?

Sì stiamo lavorando su altri brani, al momento tutto work in progress. Stare a contatto con Mariella Nava, Antonio Coggio e tutto il team di Suoni Dall’Italia mi permette anche di sperimentare e cominciare a scrivere ma è tutto ancora agli inizi. Se riuscissi a scrivere qualcosa di bello, mi piacerebbe che in seguito potesse essere inserito nell’album; ovviamente tutto questo sarà una scelta che passerà in primis da chi conosce e fa questo mestiere da tempo e con grandi risultati ossia Antonio Coggio e Mariella Nava.

Quali sono i richiami e le influenze a cui fai riferimento?

Sono cresciuto con Battisti, Baglioni, Beatles poi mi sono innamorato di Giorgia e Alex Baroni. Ero  anche un fan delle Spice Girls. Nella mia testa c’è passata tanta musica diversa, e io ho fatto un po’  un mash-up per creare la mia.

E le tematiche di cui preferisci cantare?

Non ho una tematica che preferisco cantare, ho molte cose da dire in vari ambiti e mi piace cantare pezzi che mi permettano di farlo.

Hai una laurea in Biotecnologie Agro-Industriali. Come si svolge la tua vita a metà strada tra arte e scienza?

Io mi sento un po’ un uomo rinascimentale, anzi posso dire che mi piacerebbe dare il via al neo rinascimento. Credo però che la società al momento sia più proiettata verso una regressione culturale piuttosto che una progressione. Molti pensano che ci sia distinzione tra materie umanistiche e scientifiche in realtà sono molto vicine, nell’arte serve creatività per creare, nelle scienze serve creatività per risolvere problematiche in modo ingegnoso. L’artista e lo scienziato guardano in modo critico il presente e cercano di creare un futuro migliore.

Quali sono le altre attività di cui ti occupi? Hai all’attivo diverse partecipazioni a programmi tv, senti che questo tipo di realtà di sia particolarmente congeniale? Lo rifaresti in futuro?

Al momento sto avviando un progetto Start up e mi sto cimentando nel girare alcune puntate del “Senatore Codazzo” in onda a “La Gabbia” su La7 il Mercoledì sera alle 21.10. Le mie esperienze televisive mi hanno cambiato e migliorato, cresciuto sotto molti punti di vista. Ma come ha sempre detto Raffaella Carrà, queste sono solo l’inizio, un trampolino di lancio verso un percorso che richiede sacrifici, umiltà e tanta voglia di rischiare e buttarsi per seguire la propria passione. Rifarei ogni cosa e ringrazio tutti coloro che ho incontrato in questo cammino.

 Raffaella Sbrescia

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