Ritornano gli appuntamenti con la musica jazz all’Unicredit Pavilion di Milano. Il primo dei sei concerti previsti per la nuova stagione musicale si è tenuto lo scorso 15 marzo 2016 e ha visto sul palco della nuova prestigiosa struttura di Piazza Gae Aulenti il trio composto da Peppe Servillo: voce; Javier Girotto: sax soprano, baritono, clarinetto basso e flauti andini; Natalio Mangalavite: pianoforte, tastiere e voce. A sei anni di distanza dall’ultima fortunata uscita discografica “Futbol”, il trio delle meraviglie ha presentato il nuovo album “Parientes”. Il concept che attraversa questo lavoro è la narrazione di valori e culture dei popoli migranti. L’effluvio di note attinge suggestioni da un immaginario apparentemente lontano nel tempo eppure attualissimo nella sua più autentica essenza.
La narrativa, ironica e malinconica al contempo, vive attraverso il magnetico recitar cantando di Peppe Servillo e trova negli elaborati arrangiamenti di fiati e pianoforte molto più di una magnifica cornice. Il surplus ultra del concerto risiede senza alcuna ombra di dubbio nel potere evocativo dei sassofoni del sublime Javier Girotto. Milonghe, cumbe e tanghi accompagnano storie e personaggi, emozioni, ricordi e sentimenti ispirati alla tradizione popolare sudamericana rivista in chiave jazz. Recuperato in scaletta un grande classico della Piccola Orchestra come il brano “Figlio d’arte”, in felice variante sudamericana. Travolgenti le memorie narrate in “Milonga sentimental” e “Cafetin de Buenos Aires”, irriverenti le rime di “Parientes”, (si vede dal naso che siamo parenti, gli stessi sorrisi, gli stessi commenti), curiosa la cultura culinaria espressa nelle rime di “Come si usa col ragù”, appassionati i versi di “Chiquilin de bachin” e “Cambalache”. Particolarmente intensa l’interpretazione, sia vocale che strumentale di “Canta Nenè”. L’incanto, lo stupore e l’emozione convergono, infine, sulle note di “Felicità” di Lucio Dalla: “Ah felicita‘ su quale treno della notte viaggerai lo so che passerai ma come sempre in fretta non ti fermi ma”. Peppe Servillo e compagn, omaggiano l’artista e ripetono la strofa più volte, quasi una preghiera collettiva per incoraggiarci a prendere la vita con sana leggerezza. Un’impresa ardua in cui il ruolo della musica ricopre un’importanza quanto mai fondamentale.
Raffaella Sbrescia