Non siamo soli: il cantautorato spirituale di Giovanni Caccamo come baluardo della sensibilità

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Con “Via da qui”, il brano donato e cucito su misura per lui da Giuliano Sangiorgi, Giovanni Caccamo ha conquistato il terzo posto al Festival di Sanremo con un intenso duetto insieme all’amica e conterranea Deborah Iurato. Il brano riporta in auge il sentimento dell’amicizia, intesa nel senso più autentico del termine: «Con questa canzone vorremmo riportare in auge questo sentimento così poco di moda come l’amicizia, perché di solito si parla sempre d’amore. L’essenza del pezzo è la capacità di chiedere scusa, quindi di mettere da parte l’orgoglio in una situazione di difficoltà, che può esserci in un rapporto di amicizia, d’amore, ma anche nel dialogo tra i popoli. Di fatto questa parola magica che usiamo poco, potrebbe essere la chiave per risolvere tanti problemi. La frase che preferiamo del testo infatti è proprio “Se mi sussurri ‘scusa’ resto”», ha spiegato Giovanni durante un recente incontro alla Sugar di Milano.

Oggi ritroviamo il cantautore all’indomani della prima delle otto esclusive anteprime teatrali dell’artista, tenutasi al Quirinetta Caffè Concerto di Roma: «Ero alla ricerca di una maniera per poter dire grazie a tutte le persone che mi seguono – ha dichiarato il giovane cantautore siciliano – e ho pensato che il modo migliore per farlo fosse quello di suonare, gratis per loro, in un teatro». In effetti per poter assistere ad uno degli appuntamenti in programma basta presentarsi in teatro con una copia del nuovo album di Giovanni Caccamo “Non Siamo Soli”, pubblicato lo scorso 12 febbraio per Sugar. L’invito varrà anche per tutti coloro che avranno acquistato l’album digitalmente, che dovranno presentarsi in teatro con la prova d’acquisto rilasciata dallo store digitale da cui hanno effettuato il download.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Ma parliamo proprio di “Non siamo soli”; il disco prende il titolo da un energico brano composto dallo stesso Caccamo, che racconta: «Ho cercato di trovare un suono coerente con me e con le mie canzoni. Protagonisti sono i testi, le melodie e la voce. Il titolo prende il nome da uno dei brani più importanti dell’album, che ho scritto a Gerusalemme e che si basa sulla considerazione che anche nelle situazioni di solitudine chiunque può alzare gli occhi al cielo e trovare qualcuno pronto a tendere una mano. È un invito a una spiritualità che non ha un nome e che secondo me prescinde dalla religione, è un’attenzione verso una verticalità e non solo verso un’orizzontalità terrena». L’intero lavoro, in effetti, è contraddistinto da una cura particolare per la costruzione dei suoni, ricche partiture per archi e arrangiamenti immaginifici rivestono in maniera sartoriale parole scelte con attenzione per catturare il pensiero e lo spirito dell’ascoltatore.

Ad aprire la tracklist è  “Silenzio”: “non parlare, ascolta i suoni e le espressioni del silenzio,  insieme a me, insieme a me”. In un mondo bombardato da parole, pensieri, messaggi, stimoli, il silenzio assurge, dunque, un posto di rilievo, ulteriormente rinforzato da una frequente reiterazione rintracciabile anche in altri brani. “Nonostante noi sopravviverò in questo mondo che ha perduto le regole”, canta Giovanni in “Nonostante noi”, una ballad cullata da una dolce chitarra acustica. Ritmata e decisa la melodia uptempo di “Da domani”: “Finalmente dico ciò che penso, guardo dritto in faccia la realtà perché vivere non è un gioco di paure o almeno non per me”; testa alta e spalle dritte per imparare a scegliere solo quello che davvero fa per noi.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

Sulle note di una notte si svolge, invece, la trama di “Senza motivo”: due epicentriche metà si pensano, si aspettano, si cercano, si incontrano, si perdono.  Preziosa e delicata è la magia di “Resta con me”, la vera perla di tutto l’album. Giovanni Caccamo duetta con una meravigliosa Carmen Consoli coronando il suo sogno e regalandone, a sua volta, uno nuovo a noi, beneficiari di un’alchimia davvero unica: «Resta con me anche senza dire niente, anche senza dire quello che vorrei sentirti dire ancora. Come vorrei che questa luce illuminasse i miei tormenti e le maree; come vorrei che queste foto appese mi parlassero di te; amarti non è certo una follia” e poi, ancora, “Senti come sono vicino pur essendo lontano da te, la notte ci sorride, la luna è sempre quella se le guardi da quaggiù anche se qui manchi tu. Resta con me, osserviamoci in silenzio, non lasciamo spazio a tutti quei fantasmi respiriamo ancora”. Un crescendo melodico e semantico intriso di pathos e di sentimento autentico, solo per vere anime sensibili.

Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

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  Tutt’altro registro per “Rimani”, un brano tutto da ballare per stemperare i toni e provare a districarsi con leggerezza tra pensieri complessi. Potente ed energica anche la veste sonora di “Sei”, spassosa, originale ed irriverente la trama swing di “Più tempo”. Intima ed essenziale, forse ancora più godibile, la versione acustica di “Via da qui”. Immancabile anche “Amore senza fine”, la speciale cover portata all’Ariston con Deborah Iurato, scelta per omaggiare una colonna della nostra musica come Pino Daniele e portare avanti un messaggio preciso. A chiudere il disco è una storia d’amore a lieto fine;  si tratta di “Insieme per l’eternità”, la canzone che Caccamo ha cantato insieme a Malika Ayane per il cortometraggio “Lava”, proiettato in occasione dell’uscita del film “Inside Out”, targato Pixar. Un piccolo sogno d’amore eterno ci restituisce l’ingenuità che, mentre il cinismo ed il disincanto imperante stanno tentando di toglierci, nella penna di artisti come Giovanni Caccamo, continua ad esistere facendoci commuovere senza riserva alcuna.

Raffaella Sbrescia

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Giovanni Caccamo @ Quirinetta Caffè Concerto ph Roberta Gioberti

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Video: Via da qui

La svolta solista di Ermal Meta: “Umano” è l’espressione di un fuoco destinato a non spegnersi

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Si apre un nuovo importante capitolo professionale per Ermal Meta. Autore di tanti brani di successo ed ex frontman della band La fame di Camilla, l’artista ha scelto di  mettersi in gioco gareggiando nella sezione Nuove Proposte di Sanremo 2016 con il singolo “Odio le favole” tratto da “Umano”  il suo primo album da solista. Sono 9 le tracce che compongono un lavoro che condensa un ottimo electro pop ed un impegno autorale  che raccoglie tre anni di ispirazione. Scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso Ermal Meta, “Umano” annovera anche le collaborazioni di Giordano Colombo ed Emiliani Bassi alla batteria, Lucio Enrico Fasino e Matteo Bassi al basso, Dario Faini al pianoforte, Riccardo Gilbertini, Marco Zaghi alla tromba, trombone e sax tenore e Feiyzi Brera alla stesura degli archi. «Tutto il disco l’ho scritto, arrangiato, prodotto e suonato. Per una volta volevo che quello che la gente sarebbe andata ad ascoltare fosse quello che io intendevo. Un prodotto di agricoltura bio, direttamente dal produttore al consumatore senza intermediario. Le tre parole che descrivono il mio cd, ‘Umano’, sono realismo, vita e lungo cammino. Questo è la musica per me, i musicisti sono dei maratoneti non degli sprinter e anche la vita è così. Io preferisco essere aderente a quello che vivo, i sogni magari ti fanno correre di più ma godere più lentamente quello che vivi, riesce a farti percepire meglio le sfumature», spiega  Ermal Meta che, ad oggi,  rappresenta uno dei cantautori più amati da giovani e meno giovani. La sua scrittura è fresca ma curata, i concetti sono essenziali eppure sono il frutto di una scrematura mentale che, solo dopo un lungo processo di raffinamento, vedono la luce amalgamandosi con una musica spesso concepita ancora prima delle parole stesse.

Ermal Meta

Ermal Meta

Se il singolo “Odio le favole” è ormai una hit di successo, è bene sottolineare che il brano  racchiude l’interesse del cantautore verso la vita vera: “Anche una vita piccola è più originale di una grande favola. Mi affido al tempo che guarisce da ogni male dello spirito”, dice. La struttura imponente ed incalzante di “Gravita con me” incentra i cardini del brano nella concezione salvifica dell’amore all’interno di una dimensione esistenziale dispersiva. “Chissà dove finisce il mare, dove la gente traccia il suo confine oltre il quale non ci sono strade dove non chiudi gli occhi per sognare”, scrive e canta Ermal in “Pezzi di Paradiso”, tracciando le orbite di interrogativi pesanti come macigni ma raccontati con grazia e delicatezza.  Un discorso a parte lo merita il brano “A parte te”, un arrangiamento molto particolareggiato, cesellato da una importante sezione di fiati, scandisce i frame di un racconto filmico scelto per definire i tratti di un sentimento incancellabile.  Intensa, intima, autobiografica, essenziale  la titletrack “Umano”: “Cerco il mio futuro e gli occhi di qualcuno. Uno, centomila, non c’è più nessuno”, inutile commentare parole che si raccontano da sole; e poi, ancora, “Se vomito parole poi pulisco tutto”: Ermal è così, in pochi versi riesce a veicolare la precisa definizione del nostro veleggiare in una nuvola di emotività spessa ma inconsistente.

Ermal Meta

Ermal Meta

Sulla stessa linea d’onda è la trama di “Volevo dirti” il cui nucleo è racchiuso in: “Viviamo insieme senza più pensare al domani, come ci viene, non è mai semplice ma vedremo insieme com’è”. Decisamente più frivola e meno impegnativa “Bionda”. Ermal sceglie lo stacco perfetto prima di introdurci nelle viscere di “Lettera a mio padre”: un brano duro, difficile in cui l’artista si mette a nudo rivelando le complesse trame di un doloroso rapporto padre –figlio. “E’  quando sulla schiena hai cicatrici è lì che ci attacchi le ali”, scrive Meta trasformando il dolore in risorsa. “Umano” si chiude con “Schegge”: un brano onirico, inafferrabile. Echi  di matrice Floydiana lasciano fluttuare l’inconscio in un amalgama di emozioni contrastanti ed è per questo che “Umano” è un gran disco: riesce a far vibrare le corde dei sensi e far ribollire i pensieri liquidi.

Raffaella Sbrescia

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Video: Odio le favole

Francesco Guasti: il grande escluso dai finalisti Sanremo Giovani

Francesco Guasti ph Federico Perticone

Francesco Guasti ph Federico Perticone

Il giovane cantautore Francesco Guasti, il talento scoperto da Piero Pelù grazie alla sua partecipazione a The Voice Of Italy nel 2013, si è esibito lo scorso 27 novembre sul palco di Sanremo Giovani con il brano “Io e te”.  Con la sua esibizione dal vivo, Francesco ha affrontato gli altri 11 finalisti e la commissione musicale presieduta dal direttore artistico di Sanremo Carlo Conti per aggiudicarsi uno dei 6 posti in grado di dare accesso alla sezione Nuove Proposte di Sanremo 2016 ma per, un soffio, non ha passato lo step finale. Forte è stata la delusione per il cantautore toscano che, con la sua speciale timbrica, aveva già conquistato una buona fetta di pubblico e che ha dovuto sottostare agli insindacabili giudizi della giuria. «Il brano “Io e te” - spiega Francesco Guasti - racconta un incontro, quello fra l’Io e l’Alter Ego di ognuno di noi. Una riflessione su chi siamo veramente: un guardarsi allo specchio senza credenze e sganciati dai giudizi altrui, consapevoli che il destino lo creiamo con le nostre azioni, ma solo unendo la forza dei due “Io”. Un incontro che serve a far pace con le nostre paure e a renderci consapevoli della nostra responsabilità più grande: scegliere chi essere». Ecco, proprio partendo da queste parole ci sentiamo di augurare il meglio a questo artista che, dopo aver pubblicato l’ottimo ep d’esordio “Parallele”, nato dall’unione artistica con  Piero Pelù e caratterizzato da tratti intensi e un sound accattivante, potrà comunque dimostrare tutto il suo talento con il suo canto libero e potente facendolo alla vecchia maniera: con tanti concerti dal vivo.

Video: Io e te