Il trionfo di Marco Mengoni allo stadio San Siro di Milano.

“Tredici anni fa non lo avrei mai immaginato. Se sono qui è colpa vostra”, dice Marco Mengoni, tra le lacrime di commozione e di gioia pura, ai 54 mila spettatori di San Siro accorsi per il suo primo concerto allo Stadio. Chiunque di noi fosse presente durante il primo tour del cantautore di Ronciglione nel 2010, non avrebbe potuto fare altro che piazzarsi nel prato gold e godersi ogni singolo attimo di questo traguardo così importante e altrettanto meritato. E così è stato.

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Nell’arco di questi anni Marco ha saputo costruirsi un’identità artistica completa, variegata e di spessore e tutto questo ha voluto e potuto metterlo in uno show di grande impatto sia emozionale che scenico. L’entrata avviene direttamente dalla parte del pubblico, il primo brano è l’emblematico “Cambia un uomo”, tratto dall’ultimo album in studio “Materia-Terra”. Il palco, immaginato come una cavea e dotato di un cubo mobile, che in diversi momenti ha portato Marco tra il pubblico, è frutto della collaborazione con Black Skull, gli inglesi Dan Shipton, Ross Nicholson, Jay Revell, Paul Gardner, alla loro prima esperienza italiana.

Il palco di #MARCONEGLISTADI prende vita anche questa volta dai disegni di Marco stesso e muove dalle atmosfere e dalle suggestioni creative del suo ultimo disco Materia (Terra), l’idea è amalgamare elementi tipici dello staging delle iconiche trasmissioni musicali televisive e radiofoniche degli anni 70 con le dimensioni degli stadi. “Quando ho cominciato a fare i primi schizzi del mio palco ho pensato che avrei voluto riprodurre l’atmosfera calda e avvolgente degli show musicali degli anni 70. Le atmosfere black mi accompagnano da sempre e anche le reference visive di questo tipo per me sono importanti. Volevo che la mia band fosse sempre ben presente in scena, perché suona in maniera incredibile e la musica deve stare al centro di questo show. La sfida era portare in uno stadio le sonorità del mio ultimo disco nel loro ambiente naturale: i club di quegli anni, far sentire quella energia e quella fusione tra musica ed emotività, far uscire il soul e amplificare quella sensazione per tutti gli spettatori che ci sono in uno spazio così grande. Volevo raccontare la connessione con il mio pubblico, come lo show sia un momento collettivo in cui convergono le storie personali di tutti. Per questo era importante stare quanto più possibile al centro del pubblico, vedere negli occhi quante più persone possibile e quindi, con i Black Skull, abbiamo pensato al palco centrale come ad una cavea in cui possa stare al centro della mia band e al palco centrale con il cubo che si alza e mi porta ancora più e in mezzo allo stadio.”

Una passerella, lunga 24 metri, conduce al palco circolare che troneggia nel parterre e che cela un cubo in grado di avvolgere, scoprire ed elevare Marco fino a 5,5 metri d’altezza al centro del prato, “nel cuore dello stadio”, con la possibilità di proiettare sui 4 lati visibili al pubblico immagini ad altissima definizione, grazie ai 4 proiettori laser da 35k ansi lumen.

A completare lo staging tre schermi ad altissima definizione, per un totale di 250 mq di LED utilizzati come “vasi comunicanti” per tutta la larghezza del main stage per dare dinamicità e continuità anche alla parte video, in grado di esaltare i visual scelti e, soprattutto, le riprese live che mixano e sovrappongono immagini di Marco della band e pubblico, studiate per raccontare con forza la fusione tra palco e spettatori durante questo show.

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Lo show è diviso in tre grandi blocchi tematici e si passa dal punk rock al funky al soul, pop, alla dance. Visual, led, fiamme. Il cerchio luminoso in alto dal peso di una tonnellata, coriandoli, fasci di luce, ma soprattutto una voce immensa, capace di volare altissimo e di fissarsi nel cuore. Ventisette sono stati i brani in scaletta, intervallati da diverse ovazioni di un pubblico coinvolto, emozionato, divertito. Marco catalizza l’attenzione su di sé, ad accompagnarlo ci sono Giovanni Pallotti alla direzione musicale (anche basso, synth e programmazione), Peter Cornacchia (chitarre), Massimo Colagiovanni (chitarre), Davide Sollazzi (batteria, batterie elettroniche), Benjamin Ventura (pianoforte, piani elettrici, synth), Leo Di Angilla (percussioni, ritmiche elettroniche), Adam Rust (organo, synth), Moris Pradella (backing vocalist, direzione cori, chitarra acustica), Yvonne Park (backing vocalist), Elisabetta Ferrari (backing vocalist), Nicole di Gioacchino (backing vocalist), a cui si aggiungono durante alcuni brani Francesco Minutello (tromba), Alessio Cristin (trombone), Elias Faccio (sassofono). Un club anni ’70 in cui perdersi, ballare a più non posso, lasciarsi incantare dalla bellezza, dalla varietà di intenti, contenuti, idee, ispirazioni che questo ragazzo ogni volta traduce in emozioni. Il viaggio tra presente e passato di questi 13 anni è lungo, intenso,  volte nostalgico, altre gudurioso. Da sempre con Mengoni si gode e si piange allo stesso tempo, ed è per questo che esserci diventa irrimediabilmente restare. Molto toccante il monologo incentrato sull’importanza delle parole e sul concetto di indifferenza. In questo percorso di crescita, Mengoni ha spesso dimostrato di quanto la sua sia una ricerca a tutto tondo: che si tratti di musica, ambiente, cultura, Mengoni s’interseca a più livelli in questi tempi difficili e riesce a fare suoi concetti universali su cui poter fare leva in qualunque contesto.

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Che sia in un completo over size Marni, in canotta metallica e boots seventies e camicia Versace, nell’incantevole total white Valentino, Marco Mengoni tiene catalizzata l’attenzione su di sé. Tra i brani in scaletta che più di altri hanno spiccato per intensità interpretativa ci sono “Cambia un uomo”, “Proteggiti da me”, “Luce”, Ti  ho voluto bene veramente”, “Guerriero. Il picco adrenalinico su “Pronto a correre”  e “Io ti aspetto”. Sulle note di “Buona vita” l’artista si congeda ma è solo un arrivederci per rinnovare la magia nei palazzetti di tutta Italia.

Raffaella Sbrescia

#MARCONEGLISTADI_SET LIST

 

Cambia un uomo – (Materia (Terra)_2021)

Esseri Umani – (Parole in circolo_2015)

No Stress

 

Voglio – (Atlantico_2018)

Muhammad Alì – (Atlantico_2018)

Psycho Killer – (Dove si vola_2009)

Credimi Ancora (Re matto_2010)

Mi Fiderò (feat. Madame) – (Materia (Terra)_2021)

Solo Due Satelliti – (Le cose che non ho_2015)

 

Luce – (Materia (Terra)_2021)

Proteggiti da me – (Marco Mengoni Live_2016)

Parole In Circolo – (Le cose che non ho_2015)

L’Essenziale – (Pronto a correre_2013)

Non Passerai – (Pronto a correre_2013)

Onde – (Marco Mengoni Live_2016)

 

Sai Che – (Marco Mengoni Live_2016)

Hola – (Atlantico_2018)

Ti Ho Voluto Bene Veramente – (Le cose che non ho_2015)

Duemila Volte – (Atlantico On Tour_2019)

Come Neve – (Oro Nero Live_2018) / Venere e Marte (2021)

In Un Giorno Qualunque – (Re matto_2010)

Guerriero – (Parole in circolo_2015)

 

Ma Stasera – (Materia (Terra)_2021)

Pronto a correre – (Pronto a correre_2013)

Io Ti Aspetto – (Parole in circolo_2015)

 

Buona Vita – (Atlantico_2018)

J-Ax e Fedez: la coppia di platino riempie San Siro per “La Finale”. Il racconto della serata

Foto-concerto-jax-fedez-prandoni

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Una storia di amicizia in musica. Un connubio di platino quello tra J-AX e Fedez che sigillano il loro successo portando 79500 persone allo stadio San Siro di Milano per “La Finale”. Da un’idea nata con la doppia data a Taormina, un po’ per gioco e un po’ per bulleria goliardica, il concerto ha pian piano preso vita e lo ha fatto senza badare a spese sotto la guida del giovane e intraprendente figlio d’arte Clemente Zard e sotto l’egida del patron di Rtl 102.5 Lorenzo Suraci. Con un palco centrale, aperto alla visione del pubblico a 360 gradi, l’evento si propone tra i più spettacolari del momento. A darsi man forte l’uno con l’altro J-Ax e Fedez ottimizzano sentimentalismo e cinico da business men creando una sorta di corto circuito che funziona e che, bene o male, li ha portati nelle case di tutti gli italiani. Meriti e celebrazioni non sono troppo a fuoco per i due, che quasi inconsapevolmente macinano traguardi da record, ponendo a più riprese l’attenzione su quello che accadrà da domani.

Foto-concerto-jax-fedez-prandoni

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Quel che è certo è che J-Ax ha intenzione di ritirarsi per un po’ a fare il papà a tempo pieno (anche se ha in serbo la pubblicazione di un best of “Il bello di essere J-AX”), Fedez invece si mantiene sul pezzo, dichiarandosi nel pieno dei lavori per il nuovo album da solista. A chi pensava ad una super collaborazione con Diplo, il sedicente non rapper risponde che sono solo amici d’America ma, conoscendo il soggetto, mai dire mai. Sul palco con i due, tanti amici in veste di ospiti: Levante, Malika Ayane, Noemi, Nina Zilli, Guè Pequeno, Grido, ll Cile, Sergio Sylvestre, Stash e la sorpresa Cris Brave.
Ad aprire lo show la discussa Dark Polo Gang, poi un susseguirsi di sali scendi tra i più grandi successi della discografia di J -Ax e Fedez che hanno scelto di alternare fluidamente momenti singoli e di coppia. L’Italia non perdona il successo, si sa, ma bisogna dare merito a questi due che, venendo dal basso, hanno saputo creare non solo un’alchimia tra loro ma anche una realtà indipendente come Newtopia che, in termini di numeri, rappresenta in maniera tangibile la validità del loro metodo di lavoro.

Video: J-AX e Fedez @ San Siro

Tornando alla festa, due ore e mezza di concerto, il massimo consentito dalle regole vigenti, trasmesso in radiovisione, hanno messo in evidenza le personalità di ciascuno: J-Ax più idealista e hardcore, si è preso la sua rivincita, ha invitato suo fratello Grido sul palco, ha dimostrato che le sue vecchie rime profumano di verità, ha ritrovato l’ambizione sì, ma resta sempre Alessandro Aleotti, il fantozzi di serie A; come si è scherzosamente definito sul palco. Dall’altro lato troviamo Fedez, il più giovane artista ad esibirsi a San Siro. Paranoico, perfezionista, cinico e vanitoso, sceglie di cambiare abito e camicia quasi a ogni canzone, resta spesso a petto nudo ma alla fine si scioglie nel presentare il suo amico Cris Brave, un ragazzo nato con problemi respiratori post-parto che, seppur costretto sulla sedia a rotelle, ha cantato live “La panchina”; un testo carico di significato e di realismo.
Sarà anche solo musica del cazzo ma questo pop-rap fresco, spesso basa le sue rime nazional-popolari su fatti, usi e costumi che appartengono alla nuova attitudine esistenziale degli italiani. Probabilmente da soli non riusciranno a rifare questi stessi numeri ma la sostanza di questi anni trascorsi in coppia, dimostrano che insieme si può fare la differenza.

Raffaella Sbrescia

Coldplay live a Milano: la band di Chris Martin ci restituisce il sogno.

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Sono passate più o meno 24 ore dal doppio appuntamento live dei Coldplay a Milano ma negli occhi e nel cuore di tutti coloro che hanno partecipato ai loro show di San Siro c’è ancora incanto. Perché? Forse perchè il grande merito di questa band è di averci restituito la possibilità di sognare. Rendere tangibile la fantasia non è cosa di poco conto in questo specifico periodo storico, lo avevamo capito a livello cinematografico con il film “La la land”, ne acquisiamo nuova consapevolezza oggi guardando la gioia ed il coinvolgimento delle persone che hanno scelto di riunirsi in nome dell’amore per la musica e della passione, per la vita certo, ma soprattutto per il sogno. Colori, luci, fuochi d’artificio, coriandoli, glitter, laser e stelle hanno illuminato il cielo di San Siro insieme ai coloratissimi braccialetti luminosi che ognuno di noi ha amato portare al polso per sentirsi parte di un tutt’uno. Vent’anni di carriera hanno dunque reso  Coldplay paladini dei nostri sogni e con il loro show assolutamente ricco, polposo, avulso da pause e artefatti hanno saputo pescare a piene mani dalla loro corposa discografia, tra hits e ballads che nel tempo si sono insediate nell’anima del pubblico più vario possibile. Assolutamente pop eppure innervati di energia rock e di fascino blues, Chris Martin e soci si sono mostrati in stato di grazia, sono riusciti ad essere credibili e coinvolgenti scegliendo le più disparate forme espressive dimostrando di potersi permettere tutto in qualunque momento.

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Coldplay live- San Siro foto di Francesco Prandoni

Certo, il frontman rimane la punta di diamante del gruppo e lo è per i più svariati motivi. Tra tutti la sua dirompente energia e la sua straordinaria bravura: le sue performances sono autentiche e generose, Chris Martin non si risparmia mai da nessun punto di vista. Né musicalmente, né vocalmente, né personalmente. In continuo contatto diretto con il pubblico, il cantante trasmette gioia, pienezza, fierezza, sincerità, bellezza. Questo quindi è quello che vogliamo: esaltarci, sentirci attivamente parte di un avvenimento straordinario, riempire le voragini create dal vuoto che ci circonda, irrorarci la pelle con polvere di stelle, colorarci gli occhi con luci e fuochi, emozionarci nel sentire il cuore battere all’impazzata e non poter fare a meno di sentirci leggeri e trionfi di piacere.

Raffaella Sbrescia

Tiziano Ferro tour 2017: il racconto del secondo dei tre concerti a San Siro

Tiziano Ferro tour 2017 - Stadio San Siro

Tiziano Ferro tour 2017 – Stadio San Siro

Il tour della consapevolezza è quello che ha portato Tiziano Ferro allo stadio San Siro di Milano per ben tre concerti. D’altronde tutto è molto chiaro fin dalle prime battute dell’introduzione: “Non concedo una seconda possibilità al cinismo, all’insistenza, alla mancanza di empatia e carità. Ho smesso di perdere tempo con ciò che mi rammarica o intristisce”, dice Tiziano attraverso un messaggio pre-registrato. Dovremmo costeggiare l’altrui sensibilità – aggiunge- osservare e parlare con misura, avere il coraggio di cambiare quello che si può e vivere la vita all’insegna dell’equilibrio. Parole nobili, certo, ma sempre più difficili da mettere in pratica. L’esercizio che Tiziano Ferro cerca quindi di farci fare è quello di riavvicinarci al prossimo in modo diretto e consapevole. Dal suo canto, l’artista mette al centro del suo show internazionale la propria voce e tutto il meglio del proprio repertorio. Niente balletti e ballerini, il cantautore mette in primo piano se stesso facendosi affiancare dagli ottimi Luca Scarpa (piano e direzione), Davide Tagliapietra e Alessandro De Crescenzo (chitarre), Reggie Hamilton (basso), Christian Rigano (tastiere), Andrea Fontana (batteria). Mastodontica la struttura del palco, largo 60 metri, con due schemi led da 20 metri e una zona centrale comprensiva di uno schermo led verticale.  Giochi d’acqua, effetti scenografici e luci di pregevole qualità hanno completato la cornice di una produzione imponente.  In qualità di soldato “senza guerra”, Tiziano è sempre stato il rappresentante di chi vive una solitudine strana, una solitudine mai troppo spiacevole eppure mai cercata. Rappresentante di chi crede nell’amore dato, speso, mai reso. Rappresentante di chi è solito mettersi in un angolo a riflettere, analizzare, meditare sul passato. Ma ora è tutto diverso, c’è un capitolo nuovo da vivere e da scrivere. Certo, non mancano i rimandi alle origini, in questo senso Ferro non si risparmia assolutamente, salta da un genere all’altro spaziando tra pop, soul, r’n’b però è chiaro che nelle canzoni più recenti c’è un’energia diversa, c’è una maturità sentimentale più spessa e più consistente.

Tiziano Ferro tour 2017 - Stadio San Siro

Tiziano Ferro tour 2017 – Stadio San Siro

Un discorso a parte va fatto per le due cover proposte in scaletta: “La fine” di Nesli e “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco. Tiziano si lascia ispirare da sensibilità completamente diverse eppure la sua permeabilità empatica lo mette in stretta connessione anche con mondi tanto distanti tra loro. A questo punto diventa semplice capire perché ci siano migliaia di persone che si sentono coinvolte a tal punto da commuoversi con il cuore in tumulto e con un fremito che attraversa la pelle in una caldissima serata di giugno. Poi succede che l’artista si fermi per un attimo e decida di godersi lo spettacolo che ha di fronte, che gli si illuminino gli occhi e che inviti una fan a salire sul palco per condividere con lui lo stesso tipo di privilegio. Che la ragazza salga sul palco e si lasci sopraffare dall’abbraccio di Tiziano che, alla fine, le dice: “Vai e prova a spiegare a qualcuno quello che si vede da questo palco perché io non ce la faccio”. Non ci è dato sapere cosa si provi in determinati momenti ma in ogni caso non sono mancati i sentiti ringraziamenti da parte di un artista che, con il trascorrere negli anni, è riuscito a capitalizzare le intuizioni del passato e a renderle spendibili in uno stranissimo ed incerto presente: “Sono arrivato a Milano da piccolo, quando ancora non avevo la minima idea di cosa avrei fatto. Quando 16 anni fa iniziai a cantare probabilmente non avrei mai creduto di tenere tre concerti a San Siro. Il punto comunque è che non ci credo ancora adesso. I miracoli esistono e questo è uno di quelli. Grazie a tutti voi per avermi cambiato la vita”.

Raffaella Sbrescia

La scaletta

SCALETTA:
Il mestiere della vita
“Solo” è solo una parola
L’amore è una cosa semplice
Valore assoluto
Il regalo più grande
Medley: My Steelo / Hai delle isole negli occhi / Indietro
La differenza tra me e te
Ed ero contentissimo
Sere nere
Xdono
Medley: Il sole esiste / Senza scappare mai più / E Raffaella è mia
Ti scatterò una foto
Medley: Imbranato / Troppo buono / E fuori è buio
Per dirti ciao!
La fine
Lento/Veloce
Rosso relativo
Stop! Dimentica
Xverso
Alla mia età
L’ultima notte al mondo
Mi sono innamorato di te
Incanto
Lo stadio

Bis:
Il conforto
Non me lo so spiegare
Potremmo ritornare

 

Coldplay: pubblico italiano in fibrillazione per la data a San Siro il prossimo 3 luglio

Coldplay ph julia-kennedy

Coldplay ph julia-kennedy

A HEAD FULL OF DREAMS, il brano che dà titolo all’album,  è il nuovo singolo che arriva in radio dal 7 ottobre.

Il video youtu.be/vGZMvV9KBp8 è stato  girato a Città Del Messico durante il tour in Sud America lo scorso aprile. Diretto da Marcus Haney e filmato principalmente in Super8, nel video la band pedala per le strade della città verso il loro concerto al Foro Sol (dove hanno fatto registrare un record di presenze). Il video inizia con la voce di Charlie Chaplin tratta dal film “Il grande dittatore” (così come il loro concerto).

A HEAD FULL OF DREAMS è il brano di apertura del settimo album dei Coldplay,  uno degli album di maggior successo al mondo dell’ultimo anno!

Ha raggiunto il numero 1 della classifica di iTunes in oltre 90 paesi e ha venduto più di 4 milioni di copie. In Italia l’album è stabile nella TOP20 da 43 settimane, nonché è il terzo album internazionale più venduto dell’anno ed è certificato TRIPLO PLATINO. Anche i precedenti singoli hanno accumulato numerose certificazioni: HYMN FOR THE WEEKEND  – 5 volte PLATINO, ADVENTURE OF A LIFETIME – 3 volte PLATINO, UP&UP – PLATINO.

I COLDPLAY, la band col maggior numero di ascoltatori su Spotify del 2016, ha appena ricevuto 4 nomination ai prossimi MTV EMAs compreso il Best Live Act. E riguarda proprio il live la notizia appena uscita sulla tanto attesa data italiana:

3 luglio allo stadio di San Siro di Milano

Clicca qui per guardare il trailer del tour: https://youtu.be/gqJ_kyxtKkM