Sanremo 2018: le dichiarazioni dei vincitori Ermal Meta e Fabrizio Moro e dei finalisti

Sanremo 2018 - I vincitori

Sanremo 2018 – I vincitori

Il Festival di Sanremo numero 2018 si è concluso con la vittoria di Ermal Meta e Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente”. Secondo il collettivo de Lo Stato Sociale con “Una vita in vacanza”. Terza Annalisa con “Il mondo prima di te”. A Ron il premio della critica Mia Martini per “Almeno pensami” di Lucio Dalla. Lo share di ascolti è stato il più alto degli ultimi 16 anni, la media è stata del 52.27%.

Le dichiarazioni della conferenza stampa.
Ermal Meta: Mi ero convinto che saremmo arrivati terzi. Stavolta, dopo tre anni ho saltato l’abbonamento (ride). Sono molto felice non tanto per la classifica ma per quello che rappresenta la canzone. Ci abbiamo messo coraggio e speranza per divulgare questo messaggio nella città dove tutto è nato. Se avessimo pensato ai pronostici, non avremmo vinto. Non abbiamo vissuto particolari momenti di ansia, solo mercoledì (ovviamente) siamo rimasti in tensione. Dedico questo premio alla Mescal che ha creduto in me quando nessun’altro lo faceva.
Fabrizio Moro: La cosa più bella è che ho trovato un nuovo grande amico, questa è la vittoria più grande. Dedico questo premio a mio figlio Libero. Ci siamo sentiti attaccati ingiustamente, poi è andato tutto al suo posto, già dopo il chiarimento in sala stampa. Adesso c’è talmente tanta gioia che non c’è spazio per altro. Sia io che Ermal siamo abituati a superare gli ostacoli e a trasformarli in rabbia positiva. Questo ci servirà per interpretazioni musicali ancora più sentite.

Parteciperete all’Eurovision Song Contest?
Se l’Italia lo vuole, lo faremo con grande onore e lo faremo in italiano.

Temi sociali e politici hanno battuto l’amore. Sta cambiando il vento?

Moro: Ho cercato spesso di fare fotografie del contesto storico che stiamo vivendo. Non è la prima volta che cerco di esorcizzare un disagio che vedo. Sanremo è un palco importante, che fa paura ma quando sali su un palco fai semplicemente quello che sai fare. Io e Ermal abbiamo suonato tantissimo, personalmente suono da quando avevo 16 anni. Abbiamo cercato di dare il massimo senza pensare ad altro.

Ermal tu sei un un uomo di frontiera, quanto influisce questo elemento nelle tue canzoni?

Questa è una canzone d’amore nei confronti dell’umanità. Quando scrivo i miei testi ci vedo sempre uno sguardo doppio. Alcuni pensieri mi vengono in italiano, alcuni in albanese, Il pensiero ha una risonanza dentro di noi. Nel momento in cui si varca un confine si diventa stranieri, in realtà siamo semplicemente persone.

Lo Stato Sociale: Avete presente quando volete fare uno scherzo bellissimo e non sapete come farlo? Ecco, è andata così. Non avevamo alcuna velleità di competizione. Volevamo arrivare penultimi e siamo arrivati penultimi al contrario. In ogni caso non abbiamo mai creduto che questa cose potesse accadere. Per quanto riguarda il testo: noi veniamo da un contesto nazional- popolare, se fossimo andati a Sanremo con una canzone d’amore, avremmo lanciato un messaggio stranissimo.

Annalisa: Non so cosa dire, sono tanto felice. Questo stato d’animo riassume tutto quello che è successo e che ho provato questa settimana. Grazie a chi ha lavorato insieme a me e che mi ha sempre sostenuto.

Ron: Questo premio compensa perfettamente la vittoria. Lucio Dalla non ha mai amato le grandi vittorie bensì quelle che contano davvero. Sono davvero felice, per me è un riscatto rispetto allo scorso anno. Oltre a questa canzone, ci sono altri brani inediti nel suo studio. Il brano che ho portato in gara risale al 2011, gli eredi di Lucio lo hanno consegnato a Baglioni che voleva farlo uscire in qualche modo e che pertanto mi ha invitato a cantarlo al Festival.

Era un brano incompiuto?
Sì, si trattava di un provino con suoni elettronici, molto ritmico. Sono stato io a volerla portare molto più vicina a me perchè sono io che la devo cantare. Ho preferito una ballad per dare più luce al testo.

La classifica di Sanremo 2018:

1) Ermal Meta/ Fabrizio Moro
2) Lo Stato Sociale
3) Annalisa
4) Ron
5) Ornella Vanoni/Bungaro/Pacifico
6) Max Gazzè
7) Luca Barbarossa
8) Diodato/Roy Paci
9) The Kolors
10) Giovanni Caccamo
11) Le Vibrazioni
12) Enzo Avitabile/Peppe Servillo
13) Renzo Rubino
14) Noemi
15) Red Canzian
16) Decibel
17) Nina Zilli
18) Roby Facchinetti/Riccardo Fogli
19) Mario Biondi
20) Elio e le Storie Tese

Tutti i premi:

Premio della critica Mia Martini: Ron “Almeno pensami”
Premio sala stampa Lucio Dalla: Lo Stato Sociale
Premio Sergio Endrigo Miglior Interpretazione: Ornella Vanoni
Premio Sergio Bardotti Miglior Testo: Mirkoeilcane
Premio Giancarlo Bigazzi Migliore composizione musicale: Max Gazzè
Premio Tim Music: Ermal Meta /Fabrizio Moro

Festival di Sanremo 2017: le pagelle della quarta serata

Lele Esposito vincitore "Nuove proposte" - Sanremo 2017 @Rai Uno

Lele Esposito vincitore “Nuove proposte” – Sanremo 2017 @Rai Uno

Scorre lenta e soporifera la quarta serata del 67esimo Festival di Sanremo aggiudicandosi comunque il 47% di share. Nessun ospite di particolare prestigio a risollevare un andamento medio-basso dello show. Gli unici guizzi sono quelli dell’ormai imprescindibile Crozza e della brillante Virginia Raffaele. Sul palco con Carlo Conti e Maria De Filippi anche la bellissima modella e moglie di Eros Ramazzotti Marika Pellegrinelli. La serata si apre con la finale dei giovani nella sezione “Nuove proposte” con il trionfo della nuova Napoli: Maldestro vince il premio della critica “Mia Martini” mentre Lele Esposito si aggiudica la vittoria del premio finale.

Per quanto concerne il discorso gara, non sono mancati i colpi di scena: eliminati Ron, Giusy Ferreri, Al Bano e Gigi D’Alessio. Questo tipo di risultato rappresenta un fatto epocale: nonostante il televoto fosse ripartito tra 30% giuria demoscopica, 40% televoto e 30% giuria di qualità, pare evidente che la vecchia guardia della scena musicale sia stata sobbalzata da una nuova corrente pop. Se da un lato fa scalpore l’eliminazione di due colonne della musica italiana come Ron e Al Bano, dall’altro c’è da riflettere sull’utilità di portare al Festival dei brani anacronistici che non raccontano nulla di nuovo. Discorso diverso per Gigi D’Alessio che non è riuscito a rilanciarsi nonostante un brano molto personale e un’ottima partitura musicale. Rimane il caso di Giusy Ferreri, anche lei vittima della forza social di alcune colleghe meno meritevoli, su tutte Lodovica Comello.

Pagelle

Nuove Proposte

  • Maldestro – “Canzone per Federica” fa giustamente incetta di premi. Evviva la canzone d’autore. Voto 7
  • Leonardo Lamacchia – “Ciò che resta” – Il bel canto e il rispetto della melodia classica non sono abbastanza per svoltare in un contesto affamato di novità. Voto 5.5
  • Francesco Guasti – “Universo” – Per emozionare non serve urlare. Voto 4.5
  • Lele – “Ora mai” – La genuinità riesce sempre a sdoganare i pregiudizi sui talent. Voto 7.5

Big

  • Ron – “L’ottava meraviglia” – La sua nobile missione a favore della ricerca contro la SLA è solo un altro bel tassello all’interno di un puzzle di grande prestigio artistico. Tentativo da premiare. Voto 6.5
  • Chiara –“Nessun posto è casa mia”- Un testo brutto non diventa bello nemmeno provandolo a cantare al meglio. Voto 4.5
  • Samuel – “Vedrai” – Il brano cresce sempre più ad ogni ascolto. Voto 7
  • Al Bano – “Di rose e di spine”- La sua esibizione è tenera e commovente. La voce di Al Bano resterà patrimonio della canzone italiana ma è ora di lasciare spazio a cose nuove. Voto 6-
  • Ermal Meta – “Vietato morire” – La perfettibilità di un insieme già consolidato è minima. Si attende lo sprint finale. Voto 9
  • Michele Bravi – “Il diario degli errori”-  Cresce l’intensità interpretativa di un testo importante. Voto 6.5
  • Fiorella Mannoia – “Che sia benedetta” è come una portentosa preghiera cantata con grazia e carisma. Voto 9.5
  • Clementino – “Ragazzi fuori” – Viscerale e immediato il canto di Clemente. Voto 6
  • Lodovica Comello – “Il cielo non mi basta”-  Con un’esibizione più pulita e precisa, la Comello conquista la finale senza particolare merito. Voto 4.5
  • Gigi D’Alessio – “La prima stella” – Il re del neomelodico perde lo scettro con onore. Voto 6
  • Paola Turci – “Fatti bella per te” risplende fulgidamente in un marasma di banalità. Voto 8
  • Marco Masini – “Spostato di un secondo” – Nonostante un outfit improbabile, il cantautore continua a raccogliere consensi. Voto 6
  • Francesco Gabbani – “Occidentali’s Karma” – L’artista più dissacrante di questo Festival mette un’ipoteca sulla vittoria cantando travestendosi da scimmione. Voto 8
  • Michele Zarrillo – “Mani nelle mani” – Con una performance traboccante di passione, Michele vola in finale per un ritorno in grande stile. Voto 7.5
  • Bianca Atzei – “Ora esisti solo tu”-  Calde lacrime di emozione irrorano le guance di una ragazza spesso bistrattata senza un particolare motivo. Voto 6
  • Sergio Sylvestre – “Con te” – Nonostante tutto l’impegno possibile, “Con te” non è un brano che si addice al Big Boy più tenero del mondo. Peccato. Voto 4.5
  • Elodie – “Tutta colpa mia”-  Ascolto dopo ascolto, Elodie si è trasformata in una macchina macina consensi. Voto 7
  • Fabrizio Moro – “Portami via”-  L’outsider dei finalisti conquista un posto in finale grazie alla sua consueta energia. Voto 6+
  • Giusy Ferreri – “Fa talmente male” – Giusy o la si ama o la si odia. La sua voce può risultare piuttosto molesta e il brano che ha portato quest’anno al Festival non l’ha agevolata. Voto 4.5
  • Alessio Bernabei – “Nel mezzo di un applauso”-  Il brano del giovane cantante ha un ritmo decisamente accattivante e questa è la ragione per cui avrà un sicuro successo in radio. O tempora, o mores. Voto 5

Ritratti di Sanremo: Ron rilancia “La forza di dire sì” con L’Ottava Meraviglia. Intervista

RON ph Alessio Pizzicannella

RON ph Alessio Pizzicannella

Rosalino Cellamare, in arte Ron, sarà uno dei protagonisti del 67° Festival di Sanremo per la settima volta nella sua carriera. Nel 1970, a sedici anni, salì sul palco del Festival di Sanremo insieme a Nada, conquistando il settimo posto con “Pa’ diglielo a ma’”. La sua carriera come autore comincia nel 1972, quando scrive la musica di “Piazza Grande”, presentata poi a Sanremo da Lucio Dalla.  Restano indimenticabili alcune sue canzoni: “Non abbiam bisogno di parole”, “Anima”, “Joe Temerario”, “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, “Attenti al Lupo”. Oggi lo ritroviamo con “L’OTTAVA MERAVIGLIA” (M. Del Forno/ Ron, F. Caprara ed E. Mangia), brano che sarà contenuto nell’edizione speciale del doppio disco“LA FORZA DI DIRE SÌ”, in uscita il 10 febbraio. Questa nuova edizione del progetto conterrà, oltre al brano sanremese, anche un secondo inedito: “Ai confini del mondo”.

Intervista

Qual è la forza delle canzoni d’amore?

La loro forza è il nostro innato bisogno d’amore continuo. Il mondo che stiamo vivendo, la difficoltà che stiamo vivendo, il nostro sentirci soli. In questo stato di cose l’amore diventa l’unica cosa che possa sostenerci.

 Come hai lavorato al brano sanremese e che tipo di chimica si è creata con i ragazzi de La Scelta?

La canzone è arrivata senza cercarla troppo. Mattia Del Forno mi ha portato un ottimo inizio del brano e poi abbiamo iniziato a lavorarci. Emiliano Mangia e Emiliano Caprara completano i crediti autorali, mi piace molto lavorare con loro e vedo che quando ci mettiamo a suonare insieme le cose arrivano in maniera spontanea. Qui c’è un’idea che mai come in questo momento fa venire fuori la canzone. Di cosa ho bisogno in questo momento? Di tutto perché mi trovo in un contesto in cui ci sparano da tutte le parti, vivere è sopravvivere. In questa condizione esistenziale il fulcro diventa la persona che hai al tuo fianco, che quindi diventa l’Ottava Meraviglia davvero.

Nel ritornello del brano c’è un riferimento all’America e all’Oriente. Cosa rappresenta per te l’una e cosa l’altro?

L’America per me è sempre stato il sogno. Ci sono andato quando avevo 17 anni, ho avuto la fortuna di andare a cantare al Madison Square Garden insieme a Massimo Ranieri. Prima erano altri tempi, si andava in pompa magna. Adesso andare in America vuol dire andare in un locale con una chitarra e chiedere di poter cantare anche se arrivi da non so quale paese. A me è successo ed è stata una cosa meravigliosa,  sono stato travolto dall’emozione. Per me l’America è ancora il paese dei sogni per chi vuole fare arte, se hai talento lì puoi fare qualcosa sul serio. L’Oriente racchiude, invece, il fascino di un paese che quasi percepisci come invisibile e poi quando ci vai ti rendi conto di essere in un posto magico.

“L’Ottava meraviglia” è stata l’unica canzone presentata a Sanremo?

No, sono state presentate 3 canzoni ed è stata scelta questa.

E l’inedito “Ai confini del mondo”?

Questo brano è arrivato in un secondo tempo. Anche in questo caso si parla di speranza, voglia di ricominciare e di chiamare ancora un nome che hai dentro e che continua a rimbombare nella mente.

Come sono cambiate le sensazioni pre-sanremesi nel corso del tempo?

Sono sempre diverse. La mia prima apparizione a Sanremo è stata nel 1970, avevo 16 anni, ero bellissimo e le ragazzine mi correvano dietro. Per il resto ero uno che era appena uscito dalla scuola, entrai in questo mondo con una grande forza, facevo spesso concorsi per voci nuove, ero abituato a stare sul palco e a combattere. Quando rivedo quel filmato, mi ritrovo a domandarmi come sarebbe adesso se avessi quella stessa forza. Gli altri Festival sono sempre stati collegati al mio iter professionale, man mano cominciavo a sentirmi responsabile per quello che avevo fatto in precedenza. Quindi oggi mi chiedo principalmente cosa penserà il pubblico di questa nuova canzone.

Cosa ti aspetti da questo Festival?

Il piacere di andare a Sanremo con Carlo Conti e Maria De Filippi è forte perché sono due persone intelligenti, che sanno ascoltare. Sono capitato in alcune edizioni del Festival veramente isteriche per cui questa premessa è già importante. Dal momento che avevo questa canzone che si collocava bene in questo contesto, ho colto la palla al balzo.

RON ph Alessio Pizzicannella

RON ph Alessio Pizzicannella

Qual è il tuo vero intento?

Ho un sogno da realizzare: dare una spinta importante al disco “La forza di dire sì”, uscito a favore della ricerca per la SLA. Si tratta di un disco che ha richiesto sei mesi di lavoro con 24 artisti eccezionali che hanno duettato con me, è stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita però non abbiamo ancora raccolto abbastanza per poter consegnare un bel gruzzolo all’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica). Per fare ricerca ci vogliono molti soldi per cui non mi sono accontentato e ho voluto portare di nuovo questo disco alla ribalta, esattamente un anno dopo,, per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa malattia.

Quindi senza questo progetto non avresti partecipato al Festival?

No. Innanzitutto perché non avevo un disco nuovo. Per me fare un disco vuol dire mettermici sul serio e per diverso tempo. Questa è l’occasione per dare forza al progetto per la ricerca.

Per quanto riguarda la cover perché hai scelto “Insieme a te non ci sto più” e perché duetti proprio con Annalisa?

Il brano lo sento particolarmente vicino perché da bambino ci facevo i concorsi per voci nuove, era un mio cavallo di battaglia e ha un testo bellissimo. Ho voluto riprendermi il brano in questa occasione anche se circolava anche “Piazza Grande” tra le papabili che ci hanno messo a disposizione. Avevo già portato Lucio Dalla tempo fa a Sanremo con “Cara” non mi sembrava onesto riproporlo. Ho scelto Annalisa perché la trovo eccezionale, lei è un outsider, è protagonista, ha delle idee, non si lascia influenzare, è una musicista che potrebbe stare benissimo in America a fare il suo lavoro.

A distanza di un anno che ricordi hai della lavorazione al disco “La forza di dire sì”?

Quello è un esempio della grande forza che abbiamo in Italia. Abbiamo anche dei grandi cuori, io ho incontrato 24 cantanti che erano completamente a mia disposizione. Non stavo promettendo loro nulla di pazzesco, non ho millantato niente, ho solo proposto di venire a cantare un pezzo con me dicendo loro che questa canzone avrebbe rappresentato un pezzetto di ciascuno, che sarebbe rimasto a chi avrebbe comprato il disco per la SLA. Si è svolto tutto in un clima di grande serenità a casa mia e ci siamo ritrovati in tantissimi, mi guardavo intorno ed ero incredulo. Tutti hanno messo l’anima nel cantare con la consapevolezza di sapere cosa stava facendo. Erano lì per fare la cosa più bella non solo per esserci e basta. Vista la forza con cui abbiamo agito, credo che un progetto del genere possa ripetersi.

Quali sono stati i riscontri da parte delle persone a cui è dedicato il disco?

Quando cammino per strada la cosa che può darmi più soddisfazione sta nel vedere che chi ha comprato il disco ha creduto in questo progetto. Il vero riscontro arriva quando vado a trovare le persone ammalate di SLA, lì sono il loro Pelè, capiscono che ho lavorato per loro, che mi sono messo a disposizione. Per questi motivi non ho voluto perdere tempo e lasciare che il disco si perdesse. L’ho ripreso in mano e ci voglio lavorare al massimo.

Qual è il tuo giudizio in merito alla nuova scena cantautorale italiana?

Sto seguendo un po’ tutti, mi piace molto Ermal Meta, mi ha colpito. Faccio ancora molta fatica con i rapper. Sto cercando un’armonia gradevole tra come cantano e quello che cantano e che musica ci mettono sopra. Sento che c’è ancora qualcosa che non funziona.

Esiste ancora l’attitudine alla lotta?

I ragazzi che esordiscono oggi lo fanno principalmente attraverso i talent per cui è chiaro che sono più abituati al palcoscenico e all’idea di giuria. In questo senso sono anche avvantaggiati perché è il pubblico a votarli. In ogni caso è giusto che ci siano, sono una realtà, alcuni sono strepitosi. Mi piacciono molto Giusy Ferreri e Mengoni, il loro approccio è stato diverso.

Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo, tornerai live il 6 MARZO al TEATRO ARCIMBOLDI di Milano con un concerto-evento benefico a sostegno di AISLA insieme a tanti amici e colleghi. (Tra i primi ospiti confermati: Annalisa, Luca Barbarossa, Loredana Bertè, Luca Carboni, Elodie, Giusy Ferreri, La Scelta, Nek, Francesco Renga, Syria). Cosa stai preparando?

L’allestimento sarà praticamente lo stesso di quello che sarà un viaggio che prenderà il via il 6 marzo e che toccherà tutta l’Italia. Sarà una grande festa e ce la metteremo tutta per far venire quanta più gente possibile. Anche in questo caso i proventi saranno devoluti all’AISLA, così come avverrà per quelli provenienti dal brano sanremese e del brano inedito.

Raffaella Sbrescia