“Illegacy” è il titolo del nuovo lavoro della pianista e compositrice Roberta Di Mario, (Warner Music Italy – Publishing: Red&Blue/Abiudico/ I Mean)
Il disco si compone di 10 brani dotati di grande potere evocativo. La ricercatezza, l’inquietudine creativa e l’elegante femminilità di Roberta Di Mario sono le chiavi di accesso ad un mondo onirico variegato ed appagante. La superficie, in ogni caso, di un iceberg emotivo sommerso.
Intervista
Da dove arriva il flusso emotivo che ha ispirato “Illegacy”’
Arriva dalla vita, dal mio “sentire”, da ciò che guardo e ascolto non solo con occhi e orecchie, ma con chili di cuore e anima. Dall’urgenza di condividere, dalla musica che ho ascoltato, dalla musica che sento nelle dita ancor prima di suonare e scrivere.
Come si trasforma un mondo in “bianco e nero” (quello dei tasti del pianoforte) in un universo visionario?
Non c’è un come, non c’è un perché. Succede, naturalmente e con tanta passione. Arrivano visioni, arrivano immagini, l’immagine supporta la musica e viceversa.
In “Illegal song” come superi i concetti di dolore e oblio?
Illegal song e tutta la musica in genere ha il potere, almeno per me, di purificare il mio animo inquinato dai pensieri storti, dalla sofferenza e dal dolore. Così come ha il potere di accelerarmi il battito e portarmi verso le emozioni più forti ed autentiche.
Come si vive la musica in qualità di esperienza totalizzante?
Il pianoforte e la musica sono esperienze totalizzanti e catartiche. Mi sento una privilegiata nell’ aver scelto di vivere della mia più grande passione e trovare nel pianoforte, questa straordinaria macchina, un vettore che mi porta verso mete inaspettate.
In che modo il tuo percorso pregresso ti ha portato alla tua identità attuale?
Attraverso l’esperienza e la curiosità. Ho sempre amato sperimentare, uscire dalle regole anche se non in modo drastico, perdermi per ritrovarmi in nuovi mondi sonori. Finalmente ho trovato Roberta, centrata nel suo progetto artistico che la rappresenta completamente e profondamente.
Come riesci a trasformare questa emotività così spiccata, e a tratti violenta, in arte?
Succede anche qui, senza sforzo. Per “senza sforzo” intendo una naturalità del processo creativo, a cui segue però tanto impegno, tanta ricerca, tante ore di studio e mestiere. Sono certa di avere una emotività ed una sensibilità molto forti, non può che seguire tanta musica.
In che percentuale l’inquietudine e il tormento influiscono sulla creatività?
In altissima percentuale, almeno nel mio caso. L’inquietudine ed il tormento hanno contraddistinto la mia esistenza fino ad oggi, anche se non sono mancati momenti di gioia e serenità. L’inquietudine però è il segreto ed il prezzo da pagare per una vena creativa in continuo movimento, per non fermarsi mai, per tendere sempre a qualcosa di nuovo e soprattutto migliore.
Come si esprime la sensualità in musica?
Nella semplicità, ma quella semplicità pregna, elegante e non così banalmente dichiarata. La semplicità è davvero molto esigente e sono ogni giorno a perseguirla, così come la sensualità e la femminilità, che fanno la differenza nell’universo femminile.
Come definiresti il concetto di intimità?
La più profonda condivisione, capirsi nel profondo, nel più intimo. Darsi senza paura, completamente e senza filtri.
“Epilogue” chiude l’album o anche una parte del tuo percorso artistico?
Chiude solo l’album e le 10 storie visual che accompagnano i 10 brani del disco. Illegacy è un nuovo inizio, non potrebbe essere una fine.
Quali sono gli altri progetti che stai portando avanti?
Nuovi brani per il nuovo album, riecco l’inquietudine di cui si parlava prima, tanti concerti in italia e all’estero e tanto altro che comprende sempre la musica e la creatività! Ho fondato un brand di t-shirt che racconta di musica…Lalala #musictowear! Bianche e nere, ispirate ai tasti del piano…
Che tipo di feeddback hai ricevuto da parte delle persone che ti seguono?
Tantissimo entusiasmo. Illegacy piace tantissimo, colpisce e ruba l’anima. Quindi missione compiuta!
Quali sono i prossimi passi che vorresti compiere?
Lavorare per il cinema, scrivere con assiduità soundtrack e collaborare con registi che considerino la musica l’altra metà del cinema!
Raffaella Sbrescia
Video: Indefinitely