“Tutto passa”, il cantautorato schietto e senza peli sulla lingua di Artù

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Fa sempre piacere scoprire canzoni che vengono dritte dal cuore di qualcuno perché è proprio lì che sono destinate a ritornare. Questo è ciò che avviene con quelle scritte da Alessio Dari, in arte Artù, e raccolte in “Tutto passa” (Sony Music), un album in cui suoni semplici, veraci e limpidi vestono parole che sanno di strada e di vita vissuta. La poetica di Artù è diretta, autentica, immediata e, proprio per questo, più incisiva ed efficace. La musa del cantautore è Roma, la città che – come spiega lui stesso – «Prima ti fa godere, ti fa innamorare, ti ammalia con la sua bellezza e santità e poi ti lascia, ti abbandona a te stesso». Una Roma che nel singolo apripista “Roma d’Estate” viene presentata come una ragazza di strada che tutti cercano di saccheggiare, ‘stuprare’ e metterci le mani «però lei è talmente bella che non sarà mai di nessuno», spiega Artù.

Artù

Artù

Tra i vicoli del centro, il caldo, le zanzare e la puzza di vino, il cantautore si contestualizza con naturalezza pur rimanendo fuori dagli schemi e, senza peli sulla lingua, urla con ironia tutta la sua rabbia verso un mondo che non gli piace ma che non riesce però a non amare, cercando di dare sempre nei suoi brani una luce di speranza. Il disco contiene altri nove brani: ‘Zitti’, nata come sfogo contro i tuttologi, “Tutti a scuola” (con un irriverente cameo di Mannarino, con cui già aveva collaborato nel brano ‘Giulia domani si sposa’, contenuto nel suo primo album), il già citato “Roma d’estate”. A seguire la titletrack  “Tutto passa”, incentrata sul ciclico alternarsi delle vicissitudini terrene. Brillante “Bene io sto male”, in cui Artù si diletta ad elencare tutte le cose che non sopporta salvo poi accorgersi di non sopportare neanche se stesso. Significativo il brano metaforico “Il circo se n’è andato” in cui l’artista, affannato a rincorrere un successo illusorio, si accorge che in realtà non era quello che desiderava. Rustica è la bellezza di “Tulipani”(che vede la partecipazione di Mari di Guai), dedicato all’incapacità di amare. La solitudine, la rabbia, l’amore, la miseria della caducità umana; questi sono i temi che fanno dell’arte di Artù un cantautorato “per immagini” in grado di scardinare le sovrastrutture a vantaggio delle più semplici emozioni.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist:
1) Zitti
2) Tutti a scuola
3) Roma d’estate
4) Tutto passa
5) Bene io sto male
6) Il giorno del peccato
7) Il circo se n’è andato
8) Tulipani
9) Viola
10) Anna

Video: Roma d’estate

“Millanta Tamanta”: le oniriche vie sperimentali degli WOW

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“Millanta Tamanta” è un modus vivendi, la non risposta che Rodari dava agli umani distruttori di cose e valori di una città una volta irreale, oggi molto verosimile. Da questa espressione traggono ispirazione gli WOW che scelgono 42 Records per pubblicare il secondo lavoro discografico nel giro di sei anni di vita artistica. Nelle nove tracce che compongono “Millanta tamanta” Leo e China ridisegnano la linea ritmica della loro musica attraverso l’ingresso di Cheb Samir e Thibault Bircker. Il risultato finale supera l’ovvio recupero degli inimitabili anni Sessanta per abbracciare un’attitudine pop onirica dal fascino senza tempo. Languide chitarre in evidenza, voci fuse all’unisono, arrangiamenti melanconici ed enigmatici al contempo disegnano armonie jazz-fusion, ambient, funky e garage rock.  La voce ricopre un ruolo chiave all’interno di un accumulo di suono in costante apertura “concettuale° alla psichedelia. Gli spazi siderali in cui si muovono gli WOW traggono linfa vitale dalla zona compresa fra il Pigneto e Tor Pignattara, posti come il Fanfulla , il30formiche, il Dal Verme, l’INIT, Le Mura ricoprono, infatti, un ruolo chiave per comprendere, apprezzare e godere di questo interessante lavoro sperimentale improntato alla mescolanza di mondi semantici e flussi sonori.

Raffaella Sbrescia

Video: Il mondo

I “Good Times” di Stefano Signoroni

Stefano Signoroni

Stefano Signoroni

“Good times” non è soltanto il titolo del disco d’esordio del cantante, compositore, musicista e intrattenitore Stefano Signoroni ma è anche quello che si prova partecipando ad uno dei suoi concerti. Abituato a calcare i palcoscenici europei, Signoroni annovera nel proprio repertorio brani decisamente eterogenei: si va dagli standard jazz alla musica leggera fino alle jam sessions senza soluzione di continuità. In questo nuovo lavoro il musicista raccoglie 8 cover in inglese, 3 brani in italiano e 2 inediti fondendo sapientemente sonorità pop a un elegante stile vintage, rievocando, seppur in chiave moderna, le atmosfere delle grandi orchestre e degli show del passato. Ad un ascolto godibile di un lavoro pensato per momenti di spensieratezza e relax, Signoroni associa una presenza scenica capace di coinvolgere e divertire il pubblico. I suoi viaggi sonori partono da lontano ma ci conducono per mano nei meandri dell’oggi. Non perdetevi l’energia live di questo showman d’altri tempi.

Raffaella Sbrescia

Video: Stai lontana da me

Il mese del rosario: le nuove storie ammalianti di Flo

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Ispirata, appassionata, dirompente, irruente ma anche delicata e commovente, Floriana Cangiano, in arte Flo, ritorna sulla scena musicale con un nuovo meraviglioso lavoro intitolato “Il mese del rosario” pubblicato dalla Agualoca e distribuito dalla Warner Music. Coadiuvata dall’ inconfondibile animo multiculturale di Ernesto Nobili, presente sia in qualità di produttore artistico che di coautore, Flo rimarca il suo approccio cosmopolita, già unanimemente apprezzato in “D’amore e di altre cose irreversibili, attraverso nove brani che spaziano, accarezzano, mordono, scrutano, ricordano storie, emozioni, tradizioni, credenze, evoluzioni socio-culturali complesse e stratificate. Le radici affondano nel Mediterraneo ma la voce e lo sguardo di Flo si aprono al mondo, le sue storie sono collettive, le paure, le gioie, i sogni e i dolori di cui canta sono quelle che irretiscono ciascuno di noi.

“Il mese del rosario” celebra maggio, il momento in cui si recita il rosario con passione ardente, si cercano le grazie e si mette da parte la consapevolezza dell’aver peccato. Questo lavoro fonde sogno e realtà, passione e disincanto irradiando pathos ed emozione interpretativa. La prima traccia è “Vulìo”: il canto della paloma che non vola contrasta con frizzanti corde latine mentre “Bellissima presenza” ironizza in modo tagliente in merito alle dinamiche che avviliscono il mondo del lavoro. La gogna pubblica e l’autoassoluzione riempiono le note del bellissimo brano “Malemaritate”. Intimo, struggente, scomodo e doloroso il testo di “Ad ogni femmina un marito”: non c’è tempo per i sogni e per la libertà, canta Flo, svelando il segreto che si cela dietro tante sfortunate esistenze. L’artista si destreggia con padronanza tra suoni e culture, gioca con le lingue, compreso il suo amato napoletano, così come avviene in “Freva e criscenza”. Il brano più sperimentale del disco è “Controra arancione” con il suo mood indefinito tra case di mare e ombre sul muro.  Tragicamente attuale la trama di “Quale amore”, incentrato sulla violenza sulle donne e cantato magistralmente in prima persona. Alla fine Flo chiude il disco un incredibile doppio omaggio a Rosa Balistreri: “Buttana di to ma” e “Terra ca nun senti” sono le perle che l’artista sceglie di fare sue catapultandosi anima e corpo in una dimensione spazio temporale dal fascino eterno; ammaliante.

Raffaella Sbrescia

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“Nessuna paura di vivere”, il nuovo capolavoro di Andrea Mirò

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La liquidità del nostro vivere contemporaneo prende forma in “Nessuna paura di vivere”, il nuovo album di Andrea Mirò. Alle prese con ferite, riflessioni e interrogativi, la cantautrice, compositrice e polistrumentista italiana fonde le fibre muscolari del cuore attraverso dodici canzoni inedite, realizzate con la collaborazione di Manuele Fusaroli, già produttore di Nada, Le Luci della Centrale Elettrica, Giorgio Canali e Tre Allegri Ragazzi Morti. L’intento, come spiegato dalla stessa artista, è quello di abbracciare la vita così com’è, nelle sue incertezze, con la giusta dose di rabbia tra le righe, mai urlata ma con fermezza e senza finzioni. La parola ‘paura’ definisce molte canzoni: paura come spinta e motore, mai come limite”. Affrancata da ogni stereotipo musicale, Andrea Mirò incanta con la sua voce calda e scura, a tratti noir, con le sue soluzioni melodiche avulse da qualunque tipo di etichettatura, con le sue parole ricercate, incisive e taglienti. “Nessuna paura di vivere” è un gioco di equilibri tra bilanci mai definitivi, ulteriormente impreziositi da diverse collaborazioni importanti, su tutte quelle con Brian Ritchie dei Violent Femmes (basso, flauto, shakuhachi in Titoli di coda) e Nicola Manzan dei Bologna Violenta che ha suonato e arrangiato gli archi in “Deboli di cuore e “Piove da una vita. Con queste dodici gemme, Mirò traccia dei solchi, s’insinua nelle pieghe dei pensieri, affronta a frustate il male di vivere testimoniando che non abbiamo bisogno delle favole per l’agognato lieto fine. “Si può pregare senza credere, si può mentire per pentirsene, si può combattere per perdere, si può morire senza accorgersene”, canta Andrea Mirò in “Titoli di coda”.  Le sue canzoni mettono a fuoco il campo visivo del nostro raggio di azione, raddrizzano la schiena, asciugano gli occhi inumiditi dal peso delle angosce. “Nessuna paura di vivere”  è proprio come quei regali che in un primo momento fatichiamo a capire e di cui, col tempo, non riusciamo più a fare a meno.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Nessuna paura di vivere
Piove da una vita
Deboli di cuore
Non chiedo di più
Conseguenze
Così importante
Titoli di coda
La festa è finita
Sorprese
Nessuno escluso
Tutto in una notte
Reo confesso

Leo Pari: in “Spazio” usa le coordinate sonore di ieri e racconta le nuove certezze dell’oggi

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Quinto album e terzo di una trilogia iniziata con “Rèsina” (2011) e proseguita con “Sirèna” (2013), “Spazio” è il nuovo disco di Leo Pari, cantautore, autore e musicista particolarmente attivo all’interno dello scenario musicale italiano. Pubblicato lo scorso 21 Aprile 2016 per Gas Vintage Records, prodotto dallo stesso Leo Pari con l’ausilio di Sante Rutigliano, questo disco intriso di umori e sapori anni 80, contiene canzoni non più intimiste, non più cantautorali ma densamente Pop.  Discostandosi dal folk iniziale e dallo stile propriamente cantautorale, Leo è riuscito ad eliminare quasi del tutto le chitarre per approdare ai sintetizzatori e lasciare spazio all’elettronica attraverso l’uso di un Prophet e del Juno 106. Dopo un accurato lavoro di selezione dei testi, da una rosa di 35 brani, Lei Pari ne ha scelti 10 in grado di disegnare il ritratto dell’uomo che vive quella famosa età di mezzo in cui il passato si accumula e viene visto con sempre maggiore nostalgia.

Leo Pari ph Magliocchetti

Leo Pari ph Magliocchetti

Le canzoni di “Spazio” nascono ovviamente da esperienze personali ma sono raccontate con un linguaggio più accessibile ma non per questo scontato. Ispirato, influenzato, coordinato da ascolti “vintage”; su tutti Jean Michel Jarre, Vangelis, Klaus Schulze, Giorgio Moroder, “Spazio” affonda le proprie radici in un preciso periodo storico ma si muove con disinvoltura all’interno degli interstizi presenti tra generazioni perennemente a confronto. Scevro da preconcetti, Leo Pari racconta “I piccoli segreti degli uomini”, definisce (lucidamente) i cantautori come “i depuratori della società”, si aggrappa all’amore, prende coscienza del crollo dei valori in “Ave Maria” spiegando che “l’indifferenza adesso è consuetudine”. Piccole amare certezze che bruciano sulla pelle, un dolore agro-dolce sempre più sopportabile.

Raffaella Sbrescia

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Video: Bacia Brucia Ama Usa

Acrobati: le mirabolanti acrobazie musicali di Daniele Silvestri

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Acrobata della penna e dell’inchiostro, Daniele Silvestri pubblica un nuovo album per Sony Music e lo intitola, per l’appunto, “Acrobati”.  Ispirandosi alla filosofia di Philippe Petit, l’uomo che una mattina del 1974 camminò – senza rete, né altre protezioni – da una delle due Torri Gemelle all’altra, otto volte avanti e indietro e alla sua idea di «disobbedienza come gesto artistico», il cantautore romano salta sulle parole, le capovolge, le scompone e ricompone spaziando tra i generi con intelligenza, sapienza e ardore. Di acrobazia in acrobazia, diciotto canzoni si sono fatte avanti e si sono tuffate nel disco iniziando ad abitarlo con grazia ed eleganza. Nato lungo l’asse Lecce-Roma-Milano, “Acrobati” è figlio di una manciata di appunti registrati nel telefonino di Silvestri, di suadenti riff catturati in presa diretta e di pregnanti armonie suonate al piano, scritte sull’onda dell’entusiasmo ritrovato grazie al tour del trio Fabi-Silvestri-Gazzè. In questi 74 minuti di musica c’è un piccolo mondo da esplorare e da ascoltare più volte e con calma.  Silvestri indaga le tematiche della quotidianità con un piglio molto più poetico e molto meno politico filtrando tutto attraverso i suoi occhi di persona colta e la sua visione del mondo.

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Al suo fianco troviamo un gruppo di musicisti “nuovi” con cui l’artista si è divertito a sperimentare presso lo studio POSADA NEGRO, di proprietà di Roy Paci: Daniele Fiaschi (chitarre), Duilio Galioto (tastiere), Fabio Rondanini (batteria) e Gabriele Lazzarotti (basso), affiancati dall’ ingegnere del suono Daniele “Il Mafio” Tortora. A questi se ne sono poi aggiunti altri: Piero Monterisi alla batteria,  Gianluca Misiti alle tastiere, Rodrigo D’Erasmo (violino), Adriano Viterbini (chitarra), Jose Ramon Caraballo Armas (percussioni) e Simone Prattico (batteria), e poi altri ancora, straordinari arrangiatori e musicisti come Enrico Gabrielli, lo stesso Roy Paci e Mauro Ottolini (fiati), Sebastiano De Gennaro (percussioni).

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

A completare la squadra e il disco sono poi arrivati i riuscitissimi featuring di Caparezza, Dellera, Diodato, Funky Pushertz e Diego Mancino, succedutisi nello studio Terminal2 di Gianluca Vaccaro per definire il volto di un album pieno di spunti, di idee, di emozioni:  raffinate programmazioni di elettronica (“Acrobati”) lasciano il passo a riff rock (“La mia casa”) e reggatta (“Quali alibi”), ballad intimiste (“Così vicina”) si alternano a momenti funky e crossover (“La guerra del sale”), echi beatlesiani (“Un altro bicchiere”, “Spengo la luce”) convivono con tempi charleston (“L’orologio”) e boogie (“Bio-boogie”), atmosfere swing e jazz (“La verità”, “Pensieri”) fanno il paio con canzoni dalla forte componente teatrale (“Monolocale”, “A dispetto dei pronostici). “Acrobati” rispecchia, in sintesi, un mondo in cui le incertezze sbriciolano la terra che vorremmo calpestare eppure questo “stare in bilico” viene incredibilmente affrontato con leggerezza e ironia. Sarà forse questo il segreto per  rendere tutto più fruibile alla ricerca di nuovo orizzonte verso cui indirizzare la nostra rotta esistenziale.

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Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

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Questa la tracklist completa del disco:

“La mia casa”, “Quali alibi”, “Acrobati“, “Pochi giorni” [feat. Diodato], “Un altro bicchiere” [feat. Dellera], “La mia routine”, “Così vicina“, “La verità“, “Pensieri“, “Monolocale“, “La guerra del sale“ [feat. Caparezza], “A dispetto dei pronostici“, “Come se“, “L’orologio“ [feat. Diego Mancino], “Bio-Boogie“ [feat. Funky Pushertz], “Tuttosport“, “Spengo la luce“ [feat. Dellera], “Alla fine“ [feat. Diodato].

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

 

Mamma Quartieri: capriole di suoni e di emozioni nel capolavoro solista di Giglio

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio, nome d’arte di Raffaele Giglio, già frontman dei Gentlemen’s Agreement, sceglie di reincarnarsi in un napoletano doc e lo fa con “Mamma Quartieri”, un album solista, in uscita il 15 aprile per l’etichetta Full Heads, che attorciglia i nervi e risucchia le pareti dello stomaco. Registrato in presa diretta nella cripta della Basilica di San Severo a Capodimonte, al Sanità Music Studio, questo lavoro racchiude nove tracce che disegnano le linee guida di quello che potrebbe sembrare un musical e che, invece, è un affresco di vita vissuta. Teatro, commedia dell’arte, cinema convergono in brani che trasudano tenerezza e umorismo, romanticismo e disincanto.

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio debutta raccontando personaggi perduti: figli strampalati, femminielli, pazzi inafferrabili, zingari, carcerati, vergini, mariuoli, mamme addolorate. Gli arrangiamenti, caldi, ricchi  e appassionati, sono firmati dal musicista e autore napoletano, così come lo sono i testi, eccezion fatta per “Figli ‘e Ddio . Le melodie si barcamenano tra atmosfere circensi, nella sapienza dell’habanera, nelle ballad a fil di voce, nel western-dub, sospesi tra hammond e vibrafono, campanacci, tamburelli berberi, timpani e fisarmonica, surdo, clarinetti, synth, trombe e chitarre.

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

“Mamma Quartieri” è figlio dell’istinto ma anche di intense sessioni di studio: «Abitavo nei Quartieri Spagnoli, lì vivevo e io sono ciò che vivo/vedo. Ed essendo un suonatore, descrivo lo spazio che mi circonda. La scelta dei personaggi protagonisti delle storie cantate è motivata dal fatto che io realmente ho vissuto quei personaggi: dallo scippatore al femminiello alla Madonna senza occhi. Fino ad arrivare ad amici di quartiere che improvvisamente sparivano per andare a vivere in carcere», spiega Raffaele Giglio.

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

«L’utilizzo della lingua napoletana è stato spontaneo e, come mia prassi, ho approfondito il tema studiando, comprando pile di libri. Così facendo ho scoperto gli autori più vicini al mio modo di vivere ed essere. Raffaele Viviani mi ha emozionato; il suo descrivere è il mio, la sua gente la ritrovo ancora oggi ma filtrata da questo presente. Canto nella mia lingua senza uno scopo ben preciso. È un modo per essere più sinceri, è il mio dialetto e le mie orecchie sono preparatissime proprio perché lo vivo e lo sento dal primo giorno della mia vita. Tutt’al’più è ridicolo non averlo fatto prima. Ho studiato molto, approfondendo la grammatica con il maestro Salvatore Palomba e ho capito ancora di più la fortuna di essermi “reincarnato”, questa volta, in un napoletano», conclude. A noi non rimane che esortarvi a non perdervi questo piccolo e prezioso scrigno di emozioni.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea - Napoli ph Luigi Maffettone

Giglio live @ Spazio Nea – Napoli ph Luigi Maffettone

Marta Sui Tubi live al Quirinetta di Roma: Lostileostile è già da antologia

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Comincia dal Teatro Quirinetta di Roma la nuova attesa avventura live dei Marta Sui Tubi. L’affermato trio folk-rock-hardcore porta sul palco buona parte dei brani contenuti nel sesto e ultimo album di inediti, intitolato “Lostileostile”. Grinta, carattere, personalità e ricerca confluiscono all’interno di un progetto artigianale che testimonia consapevolezza compositiva, indolenza, cinismo ma soprattutto qualità. Frutto di una tra le più spettacolari campagne di Crowfunding italiane, “Lostileostile” è un disco libero, in grado di assecondare diverse attitudini: si va dalla rinnovata potenza espressiva e dirompente della voce di Giovanni Gulino alla visionarietà della chitarra di un ispiratissimo Carmelo Pipitone fino all’ineludibile bellezza catartica della batteria di Ivan Paolini.

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Non è la prima volta che i Marta Sui Tubi tornano a suonare in trio ma adesso i tre hanno decisamente alzato la posta in gioco con l’intento di sviluppare un suono ancora più robusto e tagliente. “Qualche kilo da buttare giù” è la prima traccia dell’album, quella che lo stesso Gulino ha definito “la canzone d’intenti”, la prima prodotta in trio e che ha dato vita a questa creatura il cui filo conduttore è il tema dell’incontro. Ci sono incontri dai cui nascono amicizie (Amico Pazzo), incontri che diventano amori (Un pizzico di te), incontri che diventano scontri come  succede in (Da dannato). All’interno del disco anche un incontro generazionale, quello con Gigliola Cinquetti, che canta insieme a Gulino nell’ispirata ballad “Spina Lenta”; la cantante si è calata perfettamente nel mood del pezzo e l’ha cantato in maniera autentica e coinvolgente.

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

L’incontro più importante, che caratterizza il disco in maniera decisiva è quello con il synth: rispetto ai lavori precedenti, sintetizzatori e da suoni elettronici irrompono negli arrangiamenti con un significativo peso specifico. La vena pop delle liriche e del cantato viene smorzata dagli arpeggi della chitarra acustica inacidita dai distorsori. Il risultato è un mix di sonorità e influenze agli antipodi, folk, metal, rock, psichedelia che si incontrano e si condensano lasciandoci un brivido sulla pelle.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

Marta Su Tubi live @ Teatro Quirinetta ph Roberta Gioberti

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Setlist del concerto di Roma

Qualche kilo da buttare giù
Amico pazzo
La calligrafia di Pietro
Il primo volo
Spina lenta
Da dannato
+D1H (Più di un’ora)
Un pizzico di te
Un amore bonsai
Cromatica
Dispari
Il Delta del poi
Rock + roipnoll
Post
Di vino
Vorrei
Niente in cambiouy

BIS
Dio come sta?
La spesa
Coincidenze

III: l’ultimo atto della trilogia targata Moderat accenna ad una lussuriosa fusione tra pop ed elettronica

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Pubblicato il 1 aprile 2016, III è il nuovo lavoro dei Modeselektor, il progetto musicale che riunisce i frutti del geniale connubio tra le spettacolari sonorità di Gernot Bronsert, Sebastian Szary (aka Modeselektor) e la suggestiva, onirica, eterea, affascinante voce di Sascha Ring (aka Apparat). “III” rappresenta l’ultimo passaggio di un processo creativo che ingloba al suo interno una trilogia compositiva decisamente interessante e variegata. Forti del proprio background, i tre hanno creato un melodioso amalgama di techno minimale, Idm e indietronica lascando ampi spazi a suggestivi richiami demiurgici.  Passando dalla creazione estemporanea di tracce epiche alla scrittura di canzoni tradizionali, i Moderat hanno deciso di uscire dalla loro comfort zone a vantaggio della fusione tra pop ed elettronica. Nello specifico “III” combina emozioni contrastanti attraverso un sound dinamico e profondo e testi fortemente evocativi. I suoni provenienti dalla sotto-cultura club trovano un naturale appoggio nei sofisticati temi affrontati: la trama di “Ghostmother”, ad esempio, verte su pace interiore, paura e conseguente accettazione dell’ignoto. Il brano è incentrato sulla vocalità di Sascha Ring, nitida e suadente, e sui cori dei Modeselektor. Le radici di questo e dei successivi brani affondano in tessiture elettroniche complesse e fortemente stratificate. L’ossatura percussivo-ossessiva di “O ‘Running” si sviluppa lungo stilemi presocratici secondo i quali l’uomo è parte di una massa che necessita di essere in continuo movimento per funzionare ma che non ha il potere di decidere la propria direzione. La bellezza ancestrale di “Finder” e lo sviluppo cinematico di “Intruder” completano il messaggio motivazionale di “Reminder”. A sigillare il lavoro è l’oscura bonus track “Fondle”, la tangibile testimonianza del fatto che non tutto è compiuto e che, sebbene la trilogia sia ormai completa, i Moderat sapranno sapientemente condurci per mano tra i meandri del loro mondo visionario.

Raffaella Sbrescia

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Video: Reminder

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