One Love Manchester: la responsabilità politica dei divi del pop diventa realtà

One-Love-Manchester

One-Love-Manchester

La musica è da sempre la nostra ancora di salvezza. Oggi, più che mai, questa verità diventa certezza assoluta. Lo è in un momento in cui tutto ci sembra oscuro, incerto, annebbiato. Lo è dopo aver visto che nonostante la violenza e il terrore, siamo ancora pronti a riunirci per ballare e cantare tutti insieme. Lo è all’indomani del più grande concerto pop di tutti i tempi che ieri sera ha avuto luogo a Manchester in seguito al terribile attentato che, lo scorso 22 maggio ha spento decine di giovani vite, proprio dopo il live della giovane stella del pop Ariana Grande. In 10 giorni è stato messo su un evento di proporzioni imponenti che ha coinvolto i più grandi nomi della musica “leggera” internazionale per dare un messaggio chiaro e inequivocabile: noi ci siamo e non ci fermeremo. Il concerto, trasmesso in 43 paesi, ha chiamato a raccolta migliaia di spettatori che hanno deliberatamente sfidato la paura e l’angoscia, che hanno voluto godersi ogni attimo di questa celebrazione della vita e della rinascita. Vedere come quella che abbiamo imparato a conoscere e riconoscere come musica semplice, quella che nasce per essere cantata sotto la doccia, per essere ballata con gli amici in discoteca, per essere “cotta e mangiata” in un paio di mesi, si sia trasformata in uno strumento politico fa sinceramente impressione.

One Love Manchester

One Love Manchester

Sul palco di Manchester sono salite le stelle del pop per farsi carico di una nuova responsabilità, per acquisire consapevolezza della propria influenza sulle coscienze, per dimostrare che il pop non è solo finzione e banalità bensì espressione della gioia di vivere nella sua forma più pura. Al centro della scena, la coraggiosa Ariana Grande che ha fortemente voluto tornare sul palco per rispondere in maniera concreta ad uno shock devastante. Al suo fianco Justin Bieber, Miley Cyrus, Niall Horan dei One Direction, le Little Mix, Katy Perry, Pharrell Williams, Usher, Black Eyed Peas, Imogen Heap, i Take That, Robbie Williams, i Coldplay e Liam Gallagher. Non sono mancati i messaggi di sostegno da parte dei più noti personaggi pubblici della musica, dello sport e dell’intrattenimento globale. Il tutto per celebrare la vita, la libertà, la gioia e l’amore.  Non avremmo mai immaginato che ballare, cantare e divertirsi potesse trasformarsi in un atto politico, un atto di protesta e diribellione e invece questo è il punto in cui ci siamo ritrovati. Siamo arrivati a temere per la vita di chi decide di andare a un concerto, a farsi una passeggiata o un semplice viaggio ma, sebbene sarà davvero difficile riuscirci, non potremo darla vinta a chi vuole trasformarci in sudditi del terrore, non potremo abituarci alla morte e all’incertezza. Dovremo, bensì, fare appello a tutte le nostre risorse per ritrovare noi stessi e i nostri simili, stringerci l’uno all’altro e avere cura di noi stessi; qualunque cosa accada.

Raffaella Sbrescia

“À la vie, à la mort”: il pop di classe proposto da Nicolas Michaux

Nicolas Michaux - cover album

Nicolas Michaux – cover album

C’è pop e pop. Quello proposto dal cantautore belga Nicolas Michaux nell’ album d’esordio intitolato “À la vie, à la mort”, in uscita domani 27 Gennaio 2017 su etichetta Tôt ou Tard, rappresenta un brillante  e raffinato excursus del pop, inteso nel senso più ampio del termine. Grazie alla sua esperienza di globe trotter, Nicolas Michaux, insieme a Julien Rauïs -sound engineer e co-produttore dell’album, è riuscito ad incanalare nei 10 brani che compongono questa raccolta tutte le influenze che ha incamerato nel corso degli anni. Veleggiando tra melodie dal taglio originale e particolareggiato, Nicolas cesella parole francesi e inglesi con arrangiamenti delicati e sorprendentemente fascinosi. La peculiarità di questo giovane artista è lo stile ricco di richiami ma non riconducibile a nessun altro. La chiave della bellezza di questo lavoro sta nell’ approccio artigianale nella creazione dei brani, nella sana voglia di sperimentare senza allontanarsi da coordinate semplici e coinvolgenti.

Video: À la vie, à la mort

Minimale e intimista, la scrittura di Nicolas Michaux racconta di viaggi, di incontri fatti principalmente durante il suo lungo soggiorno in Danimarca, suonando nella band Eté 67. Il fil rouge che lega tutti i brani del disco è la ricerca - di speranza, di dignità, di delicatezza. Valori, questi ultimi, sempre più rari e agognati dalle anime più sensibili. Ad incarnare queste deduzioni sono alcune canzoni in particolare: l’apripista “Noveau Départ”, la sognante titletrack “À la vie, à la mort”, la scanzonata “Croire En Ma Chance” e l’attualissima “Les Iles Désertes”. Per un’esperienza ancora più ricca e stimolante, in rete ci sono i tanti originalissimi videoclip in cui Nicolas Michaux mette in evidenza tanti lati della sua poliedrica personalità.

 Raffaella Sbrescia

Ecco le date del suo tour italiano:

giovedì 26 gennaio: POMOPERO, Breganze (VI)

sabato 28 gennaio: MISHIMA, Terni

giovedì 2 febbraio: OFF, Lamezia Terme (CZ)

venerdì 3 febbraio: PUNTO G, Siracusa

sabato 4 febbraio: ZOOTV, Brucoli (SR)

domenica 5 febbraio: LA CARTIERA, Catania

martedì 7 febbraio: AL KENISA, Enna

mercoledì 8 febbraio: BOLAZZI, Palermo

giovedì 9 febbraio: CAFÈ LIBRAIRIE, Cosenza

venerdì 10 febbraio: BEBOP, Taranto

sabato 11 febbraio: MR ROLLY’S, Vitulazio (CE)

domenica 12 febbraio: BUATT, Eboli (SA)

martedì 14 febbraio: NA COSETTA, Roma

mercoledì 15 febbraio: EX CINEMA AURORA, Livorno

giovedì 16 febbraio: BOTTEGA ROOTS, Colle Val d’Elsa (SI)

venerdì 17 febbraio: TBA, Viareggio

sabato 18 febbraio: ARCI CHINASKI, Sermide (MN)

 

“Marassi”: il pop trasversale degli Ex-Otago a servizio della periferia. Intervista

Ex Otago - Marassi

Ex Otago – Marassi

“Marassi” è il nuovo album in studio della band genovese Ex-Otago composta da Maurizio Carucci, Simone Bertuccini, Olmo Martellacci e Francesco Bacci. Prodotto e arrangiato dalla band e da Matteo Cantaluppi, il disco è stato anticipato dai singoli  “Cinghiali Incazzati”, “I Giovani d’Oggi”, “Quando sono con te” e, prendendo spunto da una Genova post moderna, quella rimasta fuori dai classici cantautorali, racconta del nostro presente. “Marassi” diventa quindi una sorta di non luogo, un riferimento da cui partire per realizzare un ritratto generale ed estemporaneo di tutti quei luoghi che scandiscono la vita quotidiana di tanti di noi. Un luogo di partenza e di ritrovo, lo specchio dei nostri giorni e delle relative contraddizioni.

Intervista

Come nasce “Marassi” e come ci avete lavorato?

Volevamo scrivere un disco molto contemporaneo. Ci siamo ispirati a ciò che abbiamo visto e che caratterizza la nostra quotidianità. “Marassi” è quindi un disco legato a quello che accade. Per quanto riguarda i suoni, ci siamo divertiti a giocare con le tastiere, in questo lavoro siamo ancora noi con delle nuove sfumature che speriamo possano cambiare sempre. Abbiamo ascoltato tanta musica, sono tanti e diversi gli ascolti che ci hanno influenzato: abbiamo spaziato da Mark Ronson agli Stadio. Crediamo che sia arrivato il momento di infrangere certe barriere, tra indie e mainstream e il fatto di stare a parlarne qui in Universal, è un segno tangibile di questo percorso e vorremmo che fosse così anche per altre realtà musicali italiane.

In “Marassi” parlate della Genova lontana dai vicoli, quella di cui non parla nessuno…

Narriamo del sentimento di rivalsa dei “luoghi – non luoghi”. Niente meglio di un quartiere come ce ne sono mille può raccontare la vita che scorre nel quotidiano. Il nostro è un punto di osservazione privilegiato, ci sono tutti quegli elementi che si sono sedimentati nella nostra memoria e di cui non si parla mai.

Come è avvenuta la registrazione dell’album?

La realizzazione è avvenuta proprio a Marassi, lì dove c’è la nostra casa Otago, in cui abbiamo registrato tutti i provini del disco. Era naturale che il clima trasparisse, siamo stati affiancati da Matteo Cantaluppi, colui che è riuscito a guidarci nella maniera ottimale nel realizzare quello che avevamo in mente. Matteo ha trovato la quadra delle cose; quando siamo arrivati da lui il disco era molto più elettronico e meno fruibile.

Qual è il brano più rappresentativo del disco?

Sicuramente “Cinghiali incazzati” perché parla di tutte le maschere che ci portiamo addosso e con cui spesso fatichiamo a convivere. “Marassi” è uno specchio del presente.

Ex-Otago

Ex-Otago

Che rapporto avete con “Genova”?

Il nostro desiderio è che possa nascere una scena trasversale. Abbiamo constatato che, quanto più si scava, più si trova gente che ha voglia di fare per cui vorremmo che si creasse un movimento di cui fare parte. Genova mette insieme davvero tante cose e gli Ex Otago sono figli di questa identità che implica l’essere tutto ed il contrario di tutto.

Nei vostri testi la pragmaticità sfida il sogno…

In effetti c’è sempre una nota molto concreta nei nostri testi. Cerchiamo di mettere da parte quella vena intellettuale fine a se stessa. Credo sia vero che che le mani aguzzano la mente per cui se si riuscisse ad unire la concretezza e l’ambizione, si potrebbero fare grandi cose. Per fare questo serve coraggio, proprio l’esatto contrario di quello che ci viene consigliato.

Che rapporto avete con il calcio?

Non siamo malati di calcio ma a Genova l’argomento in questione ti arriva anche quando sei distratto.

Video: Quando sono con te

Come funziona la genesi delle vostre canzoni?

Il testo è la nostra componente principale e ci facciamo molto affidamento. Le nostre canzoni nascono da immagini, stati d’animo e sensazioni. Più in generale, raccontiamo le cose che ci circondano per poi finire a parlare di noi stessi.

“I giovani d’oggi non contano un cazzo”?

C’è sempre stata una dicotomia tra sistemi. La verità è questo è un loop che si ripete.

“La nostra pelle” è un brano molto personale…

Scrivo di quello che vivo trovandomi spesso faccia a faccia con me stesso. Mi sono reso conto che nel bene e nel male sono una persona che ama molto di sé, tutto sta nel trovare un equilibrio con le parti di te che non ti piacciono. La canzone ha il grande pregio di essere liberatoria, ti dà l’opportunità di viverti.

Stesso discorso per il brano “Stai tranquillo”?

Sono inquieto e cerco di gestirmi questa inquietudine.

“Mare” è il brano più onirico…

Questo è un episodio cantautorale, una cartolina che ci porta indietro nel tempo. Un grande contenitore non solo poetico ma anche esistenziale.

Secondo voi come mai tanti artisti si stanno dedicando allo scenario periferico urbano?

Ci vuole onestà e coraggio per accettare il posto da cui si viene. C’è bisogno di riaffermare l’autenticità a fronte della standardizzazione imperante. La periferia è lì dove la gente si arrangia, è quel posto dove nasce e cresce la maggior parte di noi.

Come saranno i nuovi live?

Abbiamo tanto da studiare, le nostre tastiere erano ormai compagne di vita, ora stiamo cambiando strumenti per cui anche i brani vecchi saranno riarrangiati. Ci sarà un vero e proprio restyling!

Raffaella Sbrescia

Ex-Otago - Marassi

Ex-Otago – Marassi

 

Ascolta l’album qui:

 

Benji & Fede presentano l’album “0+”: “Siamo qui per rimanere, abbiamo tanta voglia di fare”

Benji & Fede

Benji & Fede

Esce oggi, venerdì 21 ottobre, “0+” il nuovo e secondo album di Benji & Fede a poco più di un anno di distanza dal loro album di debutto. L’album contiene 11 tracce inedite comprensive di alcuni interessanti duetti con Max Pezzali, Annalisa e la giovanissima cantautrice inglese Jasmine Thompson. Realizzato tra l’Italia, la Norvegia, la Finlandia e nei vari viaggi che questo anno straordinario ha comportato, “0+” è un lavoro molto personale che racconta di vita, di amore, dei loro incontri e delle loro avventure. È un album che nasce dalla collaborazione di Benji & Fede con giovani autori e produttori stranieri, dalla loro interazione con realtà diverse che hanno reso possibile la creazione di un movimento generazionale capace di elaborare  sonorità nuove, ora più elettroniche,ora più acustiche.

Intervista

Come avete lavorato a questo nuovo album?

Abbiamo lavorato in Norvegia e Finlandia con dei produttori giovanissimi. Abbiamo appreso un nuovo metodo di lavoro che ci ha reso partecipi di ogni singola fase di lavorazione. Buttavamo già testi e melodie e alla sera sapevamo che la canzone sarebbe stata completa. Questo disco non rappresenta nulla di rivoluzionario ma rappresenta sicuramente un importante passo in avanti nel nostro percorso.

A cosa dobbiamo la scelta di un titolo tanto originale?

Abbiamo cercato questo titolo a lungo. Una sera all’improvviso ho chiesto a Fede che gruppo sanguigno avesse e, dopo le doverose indagini, abbiamo scoperto che era lo stesso del mio. Abbiamo pensato che fosse il modo giusto per suggellare il nostro rapporto di fratellanza.

E i suoni?

Le canzoni nascono sempre in acustico, la direzione è più elettronica ma l’intelaiatura è sempre quella.

Si evincono nuove sfumature nella voce di Fede...

Il cambio del modo di cantare è stato nuovo. Per il brano “Forme geometriche”, il testo profondo ha richiesto più esperienza vocale.

Che tipo di atmosfera c’era in Scandinavia?

Ci siamo trovati benissimo a livello umano. In Nord Europa parlano benissimo l’inglese e non abbiamo avuto problemi con la lingua; nemmeno Fede che non è madrelingua. Ogni mezz’ora i produttori ci chiedevano i testi, loro erano molto più concentrati sui suoni e sulle ritmiche, per noi che abbiamo un approccio più cantautorale e quindi classico, la cosa ha significato unire due mondi.

Che tipo di aspettative avete?

Non abbiamo la pretesa di piacere a tutti, siamo soltanto al secondo disco. Il cammino è ancora lungo man mano speriamo che ci siano sempre più persone che apprezzino la nostra musica . Il disco è coerente con quello che siamo. Certo, non è il disco della vita ma la nostra grande paura è quella di deludere le aspettative delle persone.  Vogliamo dimostrare che siamo qui per rimanere, abbiamo tanta voglia di fare.

E quanto riguarda la scrittura dei brani?

A livello creativo siamo felici che ci siano molte più canzoni scritte da noi. Le aspettative del pubblico non ci hanno influenzato, siamo soddisfatti di questo lavoro. Per questo disco, a differenza del precedente per il quale ci hanno mandato diversi scarti, ci sono arrivati tantissimi brani; avevamo la casella mail praticamente colma. Otto canzoni le abbiamo scritte con il metodo “one song a day” mentre “Quando si rimane da soli e “Amore Wi Fi” le abbiamo scelte perché, sia i testi che le rispettive sonorità, ci rispecchiavano.

 Da qualche parte c’è anche un brano in inglese?

Sì non abbiamo voluto inserirlo in questo disco. Abbiamo escogitato un modo per proporlo comunque al pubblico inoltrandolo ad una piattaforma streaming.

E con lo spagnolo?

In inverno comincerà l’avventura in Spagna e America Latina. Vediamo che succederà…

Il duetto con Max Pezzali è tra i brani più amati del disco…

Il pensiero di poter cantare il pezzo insieme a Max ci è parso fin da subito un bellissimo sogno fa realizzare. Siamo cresciuti ascoltando le canzoni degli 883 e siamo stati felicissimi del suo entusiasmo. Max parla della sua generazione, noi della nostra. Lui cita i vinili, dice che cose che non avremmo mai potuto scrivere. Max è un punto di riferimento da sempre ed è una figura di grande supporto per i giovani; indubbiamente un esempio da seguire.

Di respiro internazionale il duetto con Jasmine Thompson in “Forme Geometriche”

Abbiamo conosciuto Jasmine in occasione di un nostro video-cover per il suo brano “Adore”. Per questo brano volevamo un ritornello di forte impatto e per far farlo abbiamo voluto una voce femminile e straniera. Jasmine è giovanissima ma ha una voce speciale per cui siamo stati contenti che abbia accettato di lavorare con noi.

Cosa ci dite di “Tutto per una ragione” con Annalisa?

Avevamo più di un dubbio su questa canzone, Annalisa è venuta in ufficio e si è offerta di aiutarci. Due giorni dopo ha mandato il pezzo con una demo cantata da lei. Siamo in andati in studio e registrandola abbiamo notato che, con la sua voce, il pezzo era più forte.

In questo brano c’è anche il contributo di Merk & Kremont

Questi due giovani produttori hanno voglia di lavorare proprio come noi. Il fatto che scegliamo di lavorare con i giovani è esemplificativo della nostra visione. Stesso discorso anche per la scelta della regia del singolo “Amore Wi Fi” con il giovane regista Alessandro Murdaca.

Benji & Fede

Benji & Fede

Quanto conta la positività per voi?

Beh, sicuramente parecchio. Nella nostra musica parliamo della nostra vita che, al momento, è incentrata intorno a quello che ci piace fare.

Come mai avete scelto di far pubblicare una fan fiction scritta da una vostra sostenitrice?

Watt Pad è una piattaforma in cui si possono caricare i propri scritti. Ci è capitato di leggere molti di questi lavori che ci riguardavano e tra questi ci hanno colpito quelli scritti da una giovane che è riuscita a descrivere certi comportamenti che avremmo davvero potuto avere. Abbiamo voluto darle una possibilità così come è stata data a noi quella di poter fare musica.

Che rapporto avete con la tv?

L’esperienza da conduttori su “Generation What” ci è piaciuta perché non c’era un copione, avevamo carta bianca e abbiamo potuto mostrarci esattamente per come eravamo. Ecco, la tv ci piace se può essere l’amplificatore di quello che siamo. Anche i programmi di Cattelan e Fiorello sono molto validi da questo punto di vista. Per il resto ci arrivano tante proposte, l’ultima per un telefilm. Il fatto è che bisogna saper dire anche di no per poter essere coerenti con quello che facciamo.

Come è evoluto il rapporto con i fan?

Fin dall’inizio abbiamo sempre avuto un rapporto molto stretto. Gestiamo i nostri social in prima persona altrimenti il calore ed il messaggio diretto non passeranno mai. Condividiamo la quotidianità di tutti i giorni in tempo reale, abbiamo instaurato un rapporto diretto e sincero anche se vorremo che i momenti di privacy familiare fossero maggiormente rispettati. Spesso sono proprio i genitori dei nostri fans a pretendere di più da noi.

Vi vedremo sul palco di Sanremo 2017?

Per ora siamo concentrati su questo disco. Sicuramente vorremo andarci ma forse quest’anno è ancora presto. Andarci tanto per andare non avrebbe molto senso, serve la canzone giusta e sentirsi pronti. Siamo solo al secondo anno, avremo tempo…per il resto ci vedrete suonare parecchio in giro. Metteremo su uno show diverso e faremo tanti concerti, proprio come piace a noi!

Raffaella Sbrescia

Ascolta l’album qui:

La track list di “0+”:

    1. Adrenalina
    2. A casa mia
    3. Traccia numero 3 (featuring Max Pezzali)
    4. Amore wi- fi
    5. Una foto
    6. Non è da te
    7. Tutto per una ragione (featuring Annalisa)
    8. Troppo forte
    9. Forme geometriche (featuring Jasmine Thompson)
    10. Quando si rimane da soli
    11. Boomeranghi

Video: Amore Wi-Fi

 

 BENJI&FEDE

INSTORE TOUR “0+”

21/10 Modena – cc I Portali di Modena, Viale dello Sport, 50 – h 15.00

22/10 Milano – Mondadori Megastore, Piazza Duomo  – h 15.00

23/10 Roma – cc Porta di Roma, Via Alberto Lionello, 201 – h 15.00

24/10 Napoli – Feltrinelli Stazione Centrale, Piazza Garibaldi – h 15.00

25/10 Marghera (VE) – Mondadori Bookstore, cc Nave de Vero, Via P. Arduino ang. Via Tron – h 15.00

26/10 Torino – 8 Gallery, Via Nizza 262 – h 16.00

27/10 Rimini – cc Romagna Shopping Valley, Piazza Colombo 3, Savignano sul Rubicone – h 16.00

28/10 Verona – cc Le Corti Venete, Viale del Commercio 1, San Martino B. A. (VR) – h 16.30

29/10 Palermo – Mondadori Megastore, Via Ruggero Settimo 18 – h 15.00

30/10 Catania – cc Katané, Via Quasimodo 1, Loc. San Paolo – h 15.00

31/10 Reggio Calabria – Mondadori Bookstore, Corso Garibaldi  198 – h 15.00

01/11 Bari – Feltrinelli, Via Melo 119 – h 15.00

02/11 Lecce – Feltrinelli, Via Templari 9 – h 15.00

3/11 Firenze – Galleria del Disco c/o Tenax – Via Pratese, 46 – h 15.00

4/11 Perugia – cc Quasar, Via Aldo Capitini – h 16.30

5/11 Stezzano (BG) – CC Le due torri – Via Guzzanica 62/64 – h 16.00

Frances, nuova stella del pop britannico, si presenta con grazia e talento

Frances

Frances

Protagonista di un esclusivo showcase sulla terrazza del ME – Milan Il Duca, Frances si è presentata alla stampa musicale italiana in qualità di nuova stella del pop britannico. Armata della sua voce intensa, autentica e non filtrata, questa giovane ragazza si è già conquistata  la partecipazione a diversi festival e grandi eventi come il SxSW, il Coachella, Bestival, Blissfields, Festival No. 6 e Wildlife Festivals ed è amatissima da tanti esponenti importanti dello scenario musicale internazionale. Ad un anno di distanza dalla pubblicazione del singolo di debutto “Grow”, pubblicato per la Communion Records, che le ha consentito di conquistare le nomination sia per i Brits Critics’ Choice che per il BBC Sound of 2016, Frances ha presentato agli addetti ai lavori quattro delle sue canzoni, brani che sanno parlare al cuore di tutti, incentrati sui sentimenti e che trovano nei tasti del suo pianoforte un imprescindibile punto di riferimento.

Frances live @Me Milan - Il Duca

Frances live @Me Milan – Il Duca

Forte della sua esperienza di studio alla Lipa, l’università della musica in Inghilterra, Frances si appresta a pubblicare un album d’esordio intriso di intimismo ma con un’identità a metà strada tra l’esuberanza di Carole King e l’etereo fascino di Imogen Heap. Autenticità, spontaneità e talento sono gli strumenti con cui Frances lascia che il pubblico si innamori di lei. Viva il talento puro.

 Raffaella Sbrescia

 Lyric video “Don’t worry about me”

Queste le sue date live:

09/05 – NORWICH – Arts Centre
11/05 - GLASGOW – Oran Mor
13/05 - MANCHESTER – Deaf Institute
15/05 – BIRMINGHAM – Glee Club
16/05 – GATESHEAD – The Sage 2
18/05 – LONDON – KOKO

19/05 – BRIGHTON – The Great Escape (VEVO Stage)
23/05 – BRISTOL – The Lantern

11/06 – BRIGHTON – Wildlife Festival

01/07 – HAMPSHIRE – Blissfields

04/09 – PORTMEIRION – Festival No.6

18/08 – ST POLTEN – Frequency Festival

11/09 – ISLE OF WIGHT – Bestival

L’energia cosmopolita di Senhit. Intervista

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Senhit

Senhit Zadik Zadik, in arte Senhit, ha alle spalle quindici anni di carriera, dai palchi di musical come “Il Re Leone” e “Hair” ai tour con personaggi come Massimo Ranieri, Stadio e Zucchero, fino alla svolta solista in cui riversa tutta la sua energia su canzoni in lingua inglese con un sound pop elettronico internazionale. Bolognese di origine eritrea ha intrapreso un percorso artistico tra pop, soul, rock e elettronica attirando l’attenzione di grandi produttori americani, italiani e inglesi. Attualmente sta preparando il nuovo tour italiano e sta lavorando a nuovi brani con produttori di fama come Steve Daly & Jon Keep (tra i lavori recenti Christina Aguilera e Lana Del Rey) e Brian Higgins (Kaiser Chief, Kylie Minogue, Pet Shop Boys). Ecco cosa ci ha raccontato al telefono.

L’intervista

Dopo tanti anni trascorsi cantando in lungo e in largo, cosa bolle in pentola?

Ci sono un sacco di belle novità! Adesso sono a Milano, sto lavorando ad alcune incisioni di brani già “promossi”. C’è in corso un tour promozionale partito la scorsa estate, l’abbiamo ripreso con un team completamente nuovo, con musicisti nuovi e andremo avanti fino alla primavera prossima. Ci sarà un singolo nuovo, caratterizzato da un mood internzionale, la formula è un pop- rock energico e sono veramente molto eccitata.Il progetto è bellissimo e il team è una bomba.

Come hai organizzato la scaletta e il concerto in generale?

Ci saranno i miei nuovi pezzi inediti, scritti da grandi autori e compositori. Il live dura circa un’ora e partiamo con dei brani carichi senza dimenticare una bellissima ballad intitolata “Please stay”.  Il set è molto  semplice, essenziale e misurato, perfetto per concerti  in location piccole e intime,  inoltre c’è un bel gioco di luci. In linea generale cerco sempre di coinvolgere molto il pubblico, io per prima sono un’assatanata, salto come una pazza e credo di perdere tre chili ogni volta che faccio un concerto.

Quali sono i temi che senti più tuoi, quali sono i messaggi che ami trasmettere a chi ti ascolta?

Il mio repertorio rispecchia la mia età in maniera leggera e divertente. Non ci sono pezzi di spessore, canto la vita in maniera spontanea e autoironica.

Come stai lavorando con i tuoi collaboratori?

Nasco come interprete quindi la nostra è una collaborazione spalla a spalla. Sono privilegiata perché le canzoni mi vengono letteralmente cucite addosso.

La tua identità cosmopolita quanto influenza la tua musica?

Tantissimo, anche perché sono una vera spugna. Ogni volta torno a casa  piena di cose, pensieri, spunti, esperienza. Di recente sono stata in Germania perché sono molto legata ai musical, genere che appartiene al mio passato e che ho congelato solo momentaneamente. Ho mantenuto bei rapporti con i colleghi e, dato che c’era la prima di “Rocky”, sono andata a trovarli.

Cosa ci dici a proposito del fatto che tanti artisti italiani trovano spazi lavorativi in Germania?

Parto dicendo che il musical in Germania è stata un’ esperienza indimenticabile. Ero molto giovane e facevo il “Re Leone” pranzando con Elton John; la cosa la dice lunga sul tipo di contesto che si può venire a creare. Tantissimi italiani adesso fanno produzioni in Germania, ci sono tanti talenti, soprattutto nel mondo del teatro, che qui non vengono proprio considerati e che si devono spostare in Germania, una nazione che non smette di accogliere artisti in quanto tali. Ho detto che la mia esperienza è congelata perché mi piacerebbe fare un musical in Italia ma qui non c’è ancora il tipo di cultura necessaria nonostante David Zard sia riuscito a creare una certa frattura con il passato grazie a “Notredame de Paris” e “Romeo e Giulietta”.

Raffaella Sbrescia

Video: Please stay

Purpose: il nuovo album di Justin Bieber è la fotografia perfetta del pop che funziona

Justin Bieber

Esce oggi in tutto il mondo “Purpose” il nuovo album di Justin Bieber. Dopo aver letteralmente sbancato  gli EMA vincendo 5 statuette su 5 nomination ricevute: Best Male, Best Collaboration (con Skrillex e Diplo per “Where Are U Now”)  Best Look, Worldwide Act: North America e Biggest Fans, la celebre pop star lancia il suo nuovo album in studio mostrandosi con una nuova veste sonora a cavallo fra EDM e R&B. I venti brani contenuti nella versione deluxe del disco sorprendono l’ascoltatore non solo per la varietà di suoni ma anche per la formula innovativa che non appesantisce mai l’ascolto. Per quanto riguarda i contenuti, Bieber non ci racconta nulla di nuovo lasciando aperti ampi spazi autobiografici. Una dopo l’altra le hit mondiali “What Do You Mean” (certificato Doppio Platino in Italia) e “Sorry” hanno dominato airplay radiofonici e visualizzazioni dei video, preparando il terreno all’uscita di questo album che contiene importanti collaborazioni con Ed Sheeran ed Halsey, oltre a quelle già annunciate con Skrillex e Blood. Si tratta della struggente ballata d’amore “Love Yourself”, scritta a quattro mani con l’amico Ed Sheeran e di “The Feeling”, realizzata in collaborazione con la nuova stella nascente canadese Halsey (“New Americana”).

Proseguendo l’ascolto del disco, ci risulta accattivante lo stampo urban  che attraversa le note di “Company” e “Get used to it”. Le canzoni più belle sono l’irresistibile Children, l’emozionante The Feeling , Love Yourself, scritta da Ed Sheeran (il cui stile è veramente inconfondibile) e “Life is worth living”, brano particolarmente delicato ed emozionante. Il disco è una perfetta fotografia del pop conteporaneo ed è curato in ogni minimo dettaglio. Considerando il grande numero di vendite dei preorder, rimane da capire se Justin Bieber mostrerà questa nuova maturità anche durante i live del suo Purpose World Tour 2016 che, con ben 58 date nei palazzetti in Nord America,  partirà il prossimo 9 marzo da Seattle per concludersi il 18 luglio al Madison Square Garden di New York.

Raffaella Sbrescia

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Video: What do you mean

Tracklist

1. Mark My Words
2. Show You
3. What Do You Mean?
4. Sorry
5. Love Yourself
6. Company
7. No Pressure Feat. Big Sean
8. No Sense feat. Travis Scott
9. The Feeling feat. Halsey
10. Life Is Worth Living
11. Where Are U Now feat. Diplo and Skrillex
12. Children
13. Purpose
14. Been You
15. Get Used to Me
16. We Are feat. Nas
17. Trust
18. All In it
19. What Do You Mean (Remix) Feat. Ariana Grande