Partiamo da un assunto semplice: solo Pino Daniele può cantare Pino Daniele. Il concerto tributo “Pino è” allo Stadio San Paolo di Napoli nasce con l’intento di omaggiare la sua persona e la sua musica, ha una finalità benefica ma il pubblico di Rai 1 ha percepito tutt’altro e giustamente, direi. I cantanti coinvolti, mossi da un sincero spirito di amicizia e stima nei confronti di uno degli musicisti più grandi di sempre, hanno voluto esserci e esporsi cimentandosi in un repertorio assolutamente unico e inimitabile. Cantare Pino Daniele significa impregnarsi l’anima, sporcarsi la voce e inumidirsi gli occhi. La lingua, quel napoletano così ostico e così autentico, così ricco e così vivace, così pieno e così difficile da imitare diventa il limite più grande e più insormontabile per tanti, troppi di quegli artisti blasonati e quotatissimi. Il confronto è impietoso, in tanti sfigurano mestamente, su tutti Jovanotti, Ramazzotti, Gianna Nannini, Claudio Baglioni, Ornella Vanoni. Ad uno ad uno cadono di fronte all’incapacità di rendere anche solo alla lontana quella magia e quell’incanto che hanno stregato diverse generazioni. Straniscono gli interventi di comici chiamati a trovare collegamenti dove non ce ne sono. Particolarmente fuori luogo il monologo pietoso di Enrico Brignano, il più fischiato della serata.
Cosa possiamo dire ai tipi di Friends and Partner e a Fernando Salzano? Questo non era il saggio di fine anno, era l’occasione per mettere in mostra i gioielli più rari, di chiamare sul palco artisti e gente che Napoli la conoscono, la vivono sulla propria pelle, la sanno e la possono cantare proprio come amava fare Pino Daniele. Con le parole, con le note ma soprattutto con i silenzi. Dispiace constatare che questa serata è stata un’occasione sprecata, un momento di raccoglimento e aggregazione che ha fatto strabuzzare gli occhi a chi in questi trent’anni si è innamorato di Pino e lo porterà sempre nel proprio cuore. Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, l’azzardato paragone ha messo in risalto l’inarrivabilità di musiche e testi nati dalla penna e dalla voce di un uomo e poeta che ha scritto pagine eterne di musica vera e non di plastica. Bando alla retorica, con le emozioni non si scherza. Ai più giovani consiglio di ascoltare i dischi di Pino e, nel caso, di guardare il docu-film “Il tempo resterà”.
“Storta va, deritta vene”. Un mantra, una filosofia di approccio alla vita, parole che Tullio De Piscopo usa per introdurre la copertina di “50. Musica senza padrone – 1965/2015”, la trilogia in cui è custodito il meglio di 50 anni di carriera del celebre batterista, cantautore e percussionista, tra i drummer italiani più noti e apprezzati anche a livello internazionale. Una chiave di violino, una chiave di basso, un piatto al centro, cuore pulsante di tutto il resto e le bacchette a dirigere il flusso dell’istinto sono i simboli scelti per sintetizzare una vita trascorsa suonando e portando la batteria dall’ultima fila del palco al centro della scena. Ognuna delle 56 tracce contenute nel triplo cd, racchiude l’anima di Tullio De Piscopo che, in qualità di spirito libero e ribelle si è sempre affidato all’ istinto per portare avanti la propria ricerca musicale. Ricordi, sentimenti, umorismo, emozioni affiorano nella tracklist di questo imponente progetto: «Sono molto contento del risultato che abbiamo raggiunto con questo lavoro. Si sente che c’è tanto lavoro dietro e altrettanto entusiasmo. Questo triplo cd è il naturale proseguimento del libro “Tempo”, un racconto in note in cui il mio obiettivo è quello di dimostrare che dai quartieri si può uscire – ha raccontato Tullio durante l’incontro con i giornalisti negli uffici della Warner Music a Milano. Volevo fare quello che avrebbe voluto fare mio fratello Romeo – ha continuato - La cosa più importante è non essermi perso per strada».
«Con Pino abbiamo fatto cose straordinarie, con lui c’era ritmo, musica, magia, groove. Abbiamo raggiunto il massimo feeling possibile. Quando ho riguardato le immagini del nostro ultimo concerto insieme al Forum di Assago, sono rimasto sconvolto di fronte a quella straordinaria magia. Avremmo dovuto fare tante altre cose insieme, Pino avrebbe dovuto scrivere qualcosa per questo mio progetto e anche una poesia da includere nel booklet. Purtroppo il destino non ci ha aiutato, a questo punto guardo avanti pensando ai giovani musicisti di oggi e di domani», ha confessato Tullio che, all’amico di sempre ha dedicato il brano inedito “Destino e speranza”, con l’appassionato featuring di James Senese: «Dopo la scomparsa di Pino, ho sentito un forte tormento dentro di me, ho fatto fatica a scrivere le parole per non dire qualcosa di banale. Il sax di Senese è un doloroso urlo», ha spiegato il Maestro.
Veramente intenso e speciale il secondo inedito contenuto nel disco, intitolato “Canto d’oriente”, con il featuring del rapper Rocco Hunt. L’aspetto più interessante è che attraverso il confronto tra due generazioni, due stili musicali, due voci emerge un solo messaggio d’amore che parla a tutti affrontando i temi dell’emergenza dei popoli in fuga da terre provate da guerre e genocidi. Un brano importante, non “depiscopiano”, un canto che racconta la fame d’amore e che si avvale di un arrangiamento ricco e stratificato.
Tullio De Piscopo
Il terzo inedito del disco è lo spassosissimo “Funky Virus” con il featuring di Randy Brecker e Ada Rovatti. Brano che Tullio De Piscopo ha anche simpaticamente intonato proprio durante la conferenza stampa, arricchita da una serie di racconti, anche drammatici, di fronte ai quali è stato difficile trattenere le lacrime di commozione: «Quando ero un ragazzino molti Lp li acquistavo alla Maddalena, i dischi arrivavano dalla Nato e me li consigliava un ragazzino, poi diventato grande critico del Mattino, si trattava di Gianni Cesarini. Nella casetta sgangherata di Porta Capuana, in cui vivevo con la mia famiglia,sognavo Max Roach e fantasticavo pensando a una casa a Via Orazio ma soprattutto a lei: la doccia. Il più grande tabù di quell’epoca», ha raccontato Tullio senza tralasciare i particolari. «Ho dato il là a tanti artisti con un sound diverso da quello che c’era all’epoca in Italia, ho suonato nei dischi di tanti artisti ma il groove di “Volta la carta” con Fabrizio De Andrè è quello che mi hanno invidiato di più in assoluto. Ai nostri tempi la cosa più importante era avere “orecchio”- ha continuato Tullio – Quando suonavamo i brani di qualcuno di importante, riuscivamo a riprodurre esattamente il suono senza troppa tecnica, oggi invece la tecnica è perfetta ma il suono è “na chiavica”. Quello che manca è il confronto tra gli stili, la nostra scuola erano i palchi e le interminabili serate nei night: si iniziava alle 21.30 per finire direttamente all’alba quando con l’abito scuro salivamo sul tram per tornare a casa. La mia fortuna più grande è stata conoscere la partitura, sapevo leggere la musica e, quando sono arrivato a Milano, anche se c’erano veramente tanti musicisti bravi, questo ha fatto la differenza – ha raccontato Tullio – Mio padre voleva che suonassi il contrabbasso, ogni giorno provavo le posizioni dello strumento con il manico della scopa di mia madre. Per “fortuna” non abbiamo mai avuto i soldi comprare lo strumento sennò oggi sarei nell’Orchestra del Teatro San Carlo (ride ndr). Ho sempre avuto l’idea di sentirmi libero, senza timbrare il cartellino e, con il tempo, sono riuscito a prendermi molte soddisfazioni, soprattutto con chi lasciava i musicisti senza cena dopo un concerto – ha continuato. Dopo la sconvolgente scomparsa di mio fratello, la prima volta che ho avuto paura è stata quando sono arrivato a Milano con mia moglie, a poche settimane dalla nascita della nostra primogenita. Ai tempi non si affittavano case ai meridionali, io volevo fare tutto da solo, non accettavo consigli e aiuti da nessuno ma, proprio quando stavo per gettare la spugna, un Maestro con cui lavoravo ai tempi, mi ha risolto il problema in soli cinque minuti. Ad oggi – ha concluso – dopo aver affrontato e miracolosamente superato un cancro al fegato, ho assaporato la gioia di vivere. La malattia mi ha fatto capire tante cose, soprattutto che chi ama davvero non ha mai paura».
Tullio De Piscopo
Il groove della batteria di De Piscopo ha davvero fatto la differenza e, se nei primi due album si possono assaporare i successi più famosi, nel terzo ci si può dedicare ai brani strumentali. Brani toccanti come “Toledo”, con i suoni inconfondibili della chitarra di Pino Daniele, del sax soprano di Wayne Shorter e del basso di Alphonso Johnson; la celebre “Libertango”, frutto della collaborazione con Astor Piazzolla; e ancora l’intenso duetto di “Caravan” con Billy Cobham, il sound di ‘Rio One’, con come Gerry Mulligan ed Enrico Intra, e tanti altri ancora. Infine “Assolo in Tour”, in cui la tecnica esecutiva e l’intensità espressiva di Tullio De Piscopo emergono in tutto il loro splendore.
Tullio presenterà il triplo cd con una serie di appuntamenti instore a la Feltrinelli: il 13 novembre a Milano (Piazza Piemonte, 2), il 16 novembre a Roma (Via Appia Nuova, 427), il 20 novembre a Napoli (P.zza Dei Martiri). Inoltre, da fine novembre tornerà live con “Tullio De Piscopo & Friends – Ritmo e Passione”. Sul palco con lui, anche Joe Amoruso e la Nuova Compagnia Di Canto Popolare, gruppo nato nel 1970 per diffondere gli autentici valori della tradizione del popolo campano. Un live unico, con l’energia che Tullio De Piscopo sprigiona in ogni sua performance e accende gli animi. Queste le prime date in calendario: 26 novembre Pietrasanta – LU (Teatro Comunale), 28 novembre Milano (Auditorium), in occasione del concerto meneghino si raccoglieranno fondi per la realizzazione di una seconda area di degenza all’interno dell’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano, in collaborazione con la Fondazione Rosangela d’Ambrosio Onlus; 4 dicembre Ascoli Piceno (Teatro Basso), 9 dicembre Napoli (Auditorium Rai), 11 dicembre Cosenza (Teatro Rendano), 16 dicembre Catania (Teatro Metropolitan), 17 dicembre Palermo (Teatro Golden), 19 dicembre Bari (Teatro Palazzo), 30 dicembre Roma (Teatro Quirino), 4 gennaio Sorrento (Teatro Armida).
“50. Musica senza padrone – 1965/2015” – TRACKLIST:
CD1: 1) DRUM DREAM, 2) NAVE ‘E GUERRA, 3) GAY CAVALIER, 4) IL NOSTRO CARO ANGELO, 5) TARANTELLA P’’O SCUGNIZZO, 6) L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO, 7) GABBIE, 8) SEMPLICITÀ, 9) JASTAO’, 10) OULELE’ MAGIDI’, 11) BLACK STAR, 12) VOLTA LA CARTA, 13) STOP BAJON, 14) ANDAMENTO LENTO, 15) È ALLORA È ALLORA, 16) LIBERO, 17) RADIO AFRICA, 18) QUI GATTA CI COVA, 19) MEDLEY E FATTO ‘E SORDE!
CD 2: 1) DESTINO E SPERANZA, 2) CANTO D’ORIENTE, 3) FUNKY VIRUS, 4) SARÀ SARÀ CHISSÀ, 5) I’ SONO ‘E NOTTE, 6) NAMINA, 7) NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE, 8) MI VA DI CANTARE, 9) NAPOLI VOLA, 10) ZZACOTTURTAIC, 11) CONGA MILONGA, 12) BALLANDO BALLANDO, 13) COMME SI BELLA, 14) TUTTO LO STADIO, 15) BARZELLETTA, 16) PUMMAROLA BLUES, 17) A CUOPPO CUPO, 18) LA COMMEDIA DI…VINA, 19) MARONNA CHE RUMBA, 20) ANDAMENTO LENTO (RMX – 2015 VERSION)
CD 3: 1) TOLEDO, 2) GOSPEL CHOPS/PASSO DOPO PASSO, 3) SNAKIN’ THE GRASS, 4) HANG, 5) ANTI CALYPSO, 6) RIO ONE, 7) LIBERTANGO, 8) ASSOLO IN TOUR, 9) CARAVAN, 10) POLKA DOTS & MOONBEANS, 11) TIN TIN DEO, 12) TANGO PARA MI SUERTE, 13) OUR DELIGHT, 14) IT ALMOST SEEMS A HOLIDAY, 15) LESTER LEAPS IN, 16) UNA NOTTE SUL MONTE CALVO, 17) MOZARTIANA
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Fiumi di parole sul web, su carta, in tv sono state spese per “Lorenzo negli Stadi 2015″, uno tra i live tour più gettonati dell’anno in corso. Artefice di uno show totale, ragionato in grande e fin nei minimi dettagli, Lorenzo Jovanotti raccoglie i frutti di un percorso che l’ha portato in giro per il mondo ma che, nonostante tutto, non si è mai distaccato dalla tradizione italiana. Avendo già avuto modo di partecipare e recensire uno dei tre concerti che l’artista ha tenuto allo Stadio San Siro di Milano, cogliamo l’occasione per concentrarci sull’omaggio che Lorenzo ha voluto fare all’amico Pino Daniele, affiancato da Eros Ramazzotti e James Senese, in occasione del concerto tenutosi lo scorso 26 luglio allo Stadio San Paolo di Napoli.
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Sarà perchè lo stadio partenopeo ha riaperto le porte alla musica soltanto da pochissimi mesi o perchè il pubblico di Napoli vive con particolare partecipazione eventi di grossa portata, la decisione di omaggiare Pino ha catalizzato l’attenzione e, ad oggi, ancora si parla delle possibili motivazioni che abbiano portato Jovanotti a compiere la scelta di cantare “Quanno chiove”, “Napule è”, “A me me piace ‘o blues”. Di fatto, l’unica cosa che davvero conta sono le emozioni che il pubblico ha vissuto, l’autenticità delle intenzioni e la speranza che la musica possa essere ancora il filo conduttore delle nostre anime sempre più avvizzite.
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti live @ Stadio San Paolo – Napoli ph Luigi Maffettone
Jovanotti ed Eros Ramazzotti durante le prove dell’omaggio a Pino Daniele ph Ufficio stampa Goigest
Jovanotti ed Eros Ramazzotti durante le prove dell’omaggio a Pino Daniele ph Ufficio stampa Goigest
Attoniti e frastornati dal dolore, i napoletani e gli italiani tutti, questa mattina, si sono svegliati apprendendo con sgomento la notizia della tragica scomparsa del notissimo cantautore napoletano Pino Daniele. Mille colori, mille paure, sogni, storie e speranze hanno riempito le appassionanti note che l’artista ha condiviso con il mondo nel corso dei suoi 40 anni di carriera diventando uno dei più importanti ambasciatori della musica italiana. Strappato alla vita in modo del tutto inaspettato dal suo “cuore pazzo”, Pino Daniele lascia un grande vuoto nel cuore di quanti hanno attraversato la vita lasciando che le sue canzoni ne scandissero i momenti più significativi. Emblema, simbolo di un popolo e di uno spirito impossibile da descrivere a parole, Pino Daniele ci lascia un inestimabile patrimonio di note. La sua formula musicale, a metà strada tra tradizione ed innovazione, ha raccolto milioni di consensi lungo i sentieri del blues e del jazz, ha rappresentato qualcosa che non c’era, di cui si aveva e si avrà costantemente bisogno e rappresenterà il prezioso baluardo di un popolo e di una terra che lui, figlio devotissimo, ha saputo raccontare con grazia, eleganza ed inimitabile profondità.
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele torna a far sognare il pubblico con “Nero a metà“, l’album del 1980 che lo consacrò come uno dei principali artisti italiani. Il titolo dell’album rappresenta una dedica a Mario Musella, cantante degli Showmen ed amico di Daniele nonchè una delle voci più belle che Napoli abbia conosciuto durante quegli anni. È lui, infatti, il “nero a metà” a cui fa riferimento Pino Daniele e che traccia dopo traccia rivive nei cuori e nelle emozioni di un pubblico ancora entusiasta e partecipe.
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
In questo nuovo tour Pino sale sul palco assieme alla formazione originaria dell’epoca composta da James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano), Rosario Jermano (percussioni), Rino Zurzolo (contrabbasso), Elisabetta Serio (piano) e la partecipazione di Tullio De Piscopo.
La scaletta:
A testa in giù
I say I’sto ccà
A me me piace ‘o blues
Voglio di più
Resta resta cu mme
Alleria
Appocundria
Mareluna
Sulo pe parlà
Ventoo di passione
‘Na tazzulella ‘e cafè
I got the blues
Quando
Je sò pazzo
Donna Cuncetta
Chi tiene ‘o mare
Sotto ‘o sole
E sò cuntento ‘e stà
Quanno chiove
Musica musica
Nun me scuccià
Puozze passà nu guaio
Tutta n’ata storia
‘O scarrafone
Yes I know my way
Bis
Napule è
E sona mo
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
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Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
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Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
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Pino Daniele live @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone
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