Paola Turci ci aveva riconquistato nel 2017 con “Il secondo cuore” e la straripante energia di un incontenibile ritorno in scena. Ritroviamo oggi la cantautrice romana con “Viva da morire”, un album che gioca sull’effetto sorpresa, che lascia gli anfratti solitari per abbracciare la collettività. Un progetto arrivato in maniera inaspettata, mai davvero cercata, un provocatorio gioco al depistaggio in cui il tocco di Luca Chiaravalli svolge ancora una volta un ruolo chiave in fase produttiva. “Viva da morire” è per Paola Turci più un album da interprete in verità. Solo due delle dieci canzoni contenute nel disco portano infatti la sua firma. Tra gli autor ritroviamo Giulia Ananìa e Davide Simonetta, Andrea Bonomo, Fabio Ilacqua, Nek.
Diversi sono i fotogrammi con cui Paola Turci sceglie di mostrarsi più libera che mai: adolescenza, infanzia, rinascite, cadute, contraccolpi si susseguono tra uptempo e ballads chiaroscure che si susseguono a piè sospinto e non senza sorprese. A tal proposito, curiosa la scelta di Paola Turci di confrontarsi con il giovane rapper Vito Shade, tra l’altro autore del brano “Le olimpiadi tutti i giorni”. Affascinante il piglio blues, forse più vicino all’animo della cantautrice, del brano “Prima di saltare”. Paola non ha paura di trasformarsi, di mettere in circolo l’emotività più recondita, di mettere a nudo incertezze insieme quelle uniche poche consapevolezze di cui provare a fare tesoro. “Io questa vita voglio morderla finché non mi mangia”, canta Turci nella titletrack “Viva da morire”. Un equilibrio sempre sul filo del rasoio, quasi una vertigine in sospensione tra il brivido di non conoscere il domani e la certezza di viverlo in ogni caso al massimo. “L’ultimo ostacolo”, il brano che Paola Turci ha portato al Festival di Sanremo, viaggia su una tonalità forse troppo alta per Paola ma è proprio questa sfida interpretativa a fornire il là al contrappasso che invece chiude in modo perfetto il disco: la riprova tangibile è, difatti, “Piccola”: un perla che, anche in versione acustica, ci restituisce la più pura intensità narrativa di Paola Turci e tanto basta per farci dire che quando l’artista individua un brano che la illumina e la fa commuovere, ecco che l’incantesimo si rinnova e colpisce dritto al cuore.
Raffaella Sbrescia
Video: L’ultimo ostacolo – acoustic version feat. Beppe Fiorello
Quando un’artista emana tanta energia da diventare carismatica c’è da prestare doppiamente attenzione per qui il meccanismo che si innesca è simile ad una magia. Questa è quella che crea Paola Turci quando entra in contatto con il suo pubblico. La riprova l’abbiamo avuta ieri sera, in occasione del suo concerto al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Del resto questo Secondo Cuore tour sta rappresentando per Paola, l’occasione perfetta per portare tutto il suo bagaglio artistico e personale sul palco.
«Buonasera Milano, che sogno! Questa è la mia prima volta in questo luogo sacro. Mi sento una bambina con il suo gioco più bello. Mi piacerebbe se stasera, il vostro secondo cuore, quello che contiene le emozioni più intime, più forti, più coinvolgenti, potesse battere allo stesso ritmo del mio. Buon concerto a tutti voi!». Questo è il benvenuto di Paola Turci che, fasciata in un sensuale abito color oro, si muove libera e sinuosa sul palcoscenico che, privo di scenografia, mette in risalto solo e soltanto lei.
Brilla di luce propria Paola che, sulla lunga scia del grande successo ottenuto in questo ultimo anno, mette in scaletta tanti dei brani contenuti nel suo ultimo album ma regala nuova vita anche ai successi del passato. Nuovi arrangiamenti, sfumature più corpose donano fluidità al concerto che scorre via leggero e coinvolgente. Da Off-Line a La vita che ho deciso, La prima volta al mondo, Combinazioni passando per Volo così e Attraversami il cuore, Paola Turci mette in risalto i pensieri vibranti, appassionati, contraddittori di una donna affamata di vita, di sogni, di passione autentica.
Verace e ispiratissimo Ma dimme te, il brano con cui Paola Turci ha riscoperto le proprie radici: «Conosco molto bene Milano, ci ho vissuto quasi più che nella mia Roma. Ho cantato in molti dialetti ma mai nel mio – spiega Paola Turci al pubblico- scrivendo questa canzone, ho riattivato le mie radici, ho realizzato il ritratto di una donna ispirata ad Anna Magnani; una donna tosta davvero, testarda, capocciona e sicura di se stessa in tutto tranne che in amore».
Per il cambio d’abito, Paola opta per i pantaloni e un top sfavillante: è il momento di suonare la chitarra. Un connubio catartico per la cantante che, effettivamente, in versione intima, quasi unplugged, riesce a dare il proprio massimo. La voce è nitida, potente, estesa. Le parole fluttuano, i pensieri elaborano sogni; ecco l’incanto.
Tra le cover più belle e più ispirate, c’è da segnalare l’intensa versione di “Dio, come ti amo” (scritta da Domenico Modugno): «Quando suono la chitarra mi viene voglia di cantare tantissimi brani, un po’ come quando sono con amici. Ho sempre tante canzoni in testa ma mi ritrovo sempre a cantarne una in particolare, la considero la più forte e la più bella tra le dichiarazioni d’amore musicali esistenti» – precisa Paola Turci prima di cantarla.
Piccola canzone d’amore è, invece, quella dolce e tenera composizione che dà l’avvio all’ultima parte del concerto in cui spiccano Questione di sguardi, Bambini e l’immancabile Fatti bella per te, il brano che ha segnato in modo inderogabile l’inizio di un nuovo percorso che ha reso Paola Turci finalmente libera, felice, ammaliante.
Raffaella Sbrescia
“Il secondo cuore” è il nuovo album di inediti di Paola Turci. Prodotto da Luca Chiaravalli su etichetta Warner Music Italy, il nuovo progetto discografico della cantautrice romana arriva dopo la trionfale partecipazione della cantautrice romana al 67esimo Festival di Sanremo e rispecchia un momento molto bello della sua vita. Le 11 tracce realizzate in co-scrittura con Giulia Ananìa, Marta Venturini, Fabio Ilacqua, Niccolò Agliardi, Enzo Avitabile, lo stesso Chiaravalli e Fink testimoniano una lavorazione fatta di incontri felici e ispirati. Paola Turci fa pace con la parte più inquieta di sé, si lascia finalmente andare e ce lo racconta lei stessa.
Intervista
Ciao Paola, il tuo ritorno discografico è tra i più attesi di questa stagione. Come ti senti?
Questo è il disco che non ho mai fatto, è il frutto della realizzazione di me stessa. La musica mi riappacifica con me stessa, mi dà stimoli nuovi. Questo è un album di co-scrittura, un ‘esperienza che mi fa sentire forte, che mi ha permesso di avere un confronto affermando anche me stessa al contempo. Prima avevo difficoltà nell’affrontare persone, pensieri, caratteri, personalità diverse da me. Qui ho avuto la fortuna di avere confronti molto aperti, gentili, costruttivi con persone che mi amano e che mi vogliono bene. Uscita dal limbo e presa di coscienza sono i movimenti che fanno da filo conduttore un po’ a tutti i brani di questo album. In ogni canzone c’è la mia storia, mi sono finalmente lasciata andare, ho riaperto le chiusure, ho superato le paure che avevo nello scrivere. Insomma questo è un disco felice che afferma il mio stato d’animo, la mia situazione attuale.
Tutto nasce dalla tua prima canzone in dialetto “Ma dimme te”
Sì, questa è la prima canzone che ho realizzato per questo disco ed è anche la miccia che ha acceso il tutto. Quando ho ritrovato la Warner Chapell, mi sono stati fatti i nomi di alcuni autori con cui poter lavorare e mi sono scoperta subito entusiasta di lavorare in co-scrittura. Nello specifico ho lavorato con Giulia Ananìa e Marta Venturini. Visto che Giulia abita vicino a casa mia, un giorno mi è venuta a prendere a casa e, mentre ero in macchina con lei per andare in studio, abbiamo cominciato a parlare dell’idea di scrivere una canzone in romanesco, si trattava di una cosa che volevo fare da diverso tempo. Ho pensato a Gabriella Ferri, Anna Magnani, Chavela Vargas, quindi ci siamo messe a scrivere. Io ero con la mia chitarra, lei era al pc e in un paio d’ore è venuta fuori questa canzone che ho subito cantato e registrato. Ero un fiume in piena, sono partita da un semplice la minore, così come si sente nel disco. Questa canzone rappresenta un po’ quello che è per me la musica: impatto emotivo fortissimo, un rapporto viscerale con le mie radici. Scriverla è stato facile perché ho attinto alla vita, ad un’icona che mi ricorda mia nonna, a quel tipo di donna forte che ha sofferto nella vita. La canzone è nata da una poesia di Giulia Anania, intitolata “L’amore è un accollo” e subito mi sono immaginata un interlocutore, ho pensato a un rappresentante della romanità con un fascino di quelli da playboy e ho subito contattato Marco Giallini perché secondo me era perfetto.
Un ruolo chiave l’ha svolto Luca Chiaravalli…
Luca Chiaravalli è stata la scoperta della mia vita, ha una vitalità, un’energia, una gioia di vivere che mi hanno contagiata. Ci siamo parlati tantissimo e ci siamo sentiti molto uniti. Ho sempre amato le persone che hanno fatto delle loro difficoltà un punto di forza, le persone grate alla vita, Luca è così e anche io sono così. Penso che tutto quello che arriverà da adesso in poi sarà un grande regalo. Per ora aver fatto pace con la me più inquieta è un grande regalo. In questo disco ho cantato come non ho mai cantato, ci siamo emozionati insieme, è stato un incanto dopo l’altro, non smettevamo di sorprenderci di come stessero venendo fuori queste canzoni dirompenti anche per noi.
In che senso hai cantato come non hai mai fatto?
Luca ha messo in evidenza quella parte di me che è emersa quando ho cantato “Ma dimme te”. La prima volta che ho cantato “Fatti bella per te” nella tonalità che ha scelto lui temevo mi andasse via la voce, il giorno dopo in uno studio affittato al volo di domenica a Roma, ho cantato con poca voce ma Luca era felicissimo e quella voce è rimasta. Nel disco ci sono molte take che hanno una voce alla buona la prima.
Cosa ci racconti di “Ci siamo fatti tanti sogni” scritta insieme a Diego Calvetti?
Questa canzone mi ha sorpreso molto perché voleva raccontare una cosa ma ha finito per raccontarne un’altra. Il fulcro è una storia che non riusciva a risolversi e che ho vissuto in prima persona. Con Calvetti l’idea iniziale era più legata al sociale.
Come mai hai scelto di inserire la cover di “Un’emozione da poco” anche nell’album?
Questa canzone mi è venuta in mente dopo “Fatti bella per te”, ho pensato a una canzone che avesse grinta, che fosse struggente ma che mi permettesse anche di esprimere le mie capacità interpretative. Canto spesso certe canzoni che uno non si aspetta che io canti.
Sfrecciano i ricordi tra grovigli di emozioni nel testo de “La vita che ho deciso”…
Questa canzone è dedicata alla musica e ripercorre un po’ delle immagini di me piccola, di me in crescita. Man mano che scorrono le immagini il cuore e fulcro di tutto rimane sempre la musica. La musica davanti al mare di Porto Ercole, la spiaggia dove sono sempre andata, dove ho cominciato a suonare è un’immagine che mi porto dentro ed è la più bella che ho, quella che mi fa sognare davvero.
Una delle canzoni più vicine alla tua storia è “Combinazioni”
Dopo anni io e Niccolò Agliardi siamo riusciti a scrivere insieme. Lo conosco fin dai miei esordi, veniva ai miei concerti e poi diventato un grande autore. Stavolta ha fatto centro probabilmente grazie al libro che ho scritto e alla storia che ho reso pubblica. Nel testo ci sono dei precisi rimandi alla mia vita tra imprevisti, coincidenze e sliding doors.
Come è nata la collaborazione con Fink?
Questa è l’ultima canzone che abbiamo scritto in questo disco. Anche qui c’è stata una combinazione felice: ho conosciuto Fink un paio di anni fa, l’ho visto in concerto a Roma, sono andata a salutarlo in camerino e in quell’occasione mi ha proposto anche di fare qualcosa insieme chiedendomi se cantavo anche in inglese. Successivamente ho fatto un disco antologico quindi ho lasciato stare fino a quando un giorno in studio Luca Chiaravalli mi ha parlato proprio di lui. Un attimo dopo ho scritto a Fink proponendogli di venire a Roma per un paio di giorni per provare a fare qualcosa insieme liberamente. Lui ha subito accettato, è arrivato in studio e abbiamo cominciato a scrivere il pezzo firmandolo in 4. Sublime è un aggettivo altissimo che a me fa molto effetto.
A proposito di incontri, molto importante è stato quello con Enzo Avitabile
L’incontro con Avitabile è stato determinante perché ha fatto sì la mia più grande passione diventasse il titolo del disco che è tratto proprio dal suo testo “Nel mio secondo cuore”. Dopo i miei esordi, io ed Enzo ci eravamo persi, gli scrissi un tweet quando ascoltai “Lotto infinito”, lui lo lesse e mi cercò dichiarandomi la sua stima; un fatto reciproco che ci ha dato la voglia di fare le cose insieme. Questo, per noi, è un anello di congiunzione.
Cosa è cambiato all’interno del tuo percorso?
Tutto è successo in un breve lasso di tempo che a me è sembrato lunghissimo. La scrittura del libro “Mi amerò lo stesso” mi ha aperto una nuova prospettiva. Poi il ritorno in scena con il monologo ha segnato l’avvio di un vero e proprio percorso.
Qual è stato l’ostacolo più grande per te?
Togliermi i capelli dalla faccia. Nascondermi mi ha fatto soffrire fino a quando non ho trovato il coraggio di dichiararlo.
Come hai vissuto questo Festival di Sanremo?
Quando scrivi una canzone è inevitabile che il punto di partenza sia l’autoriferimento. “Fatti bella per te” contiene un messaggio preciso, mostra il mio sentire e il mio essere. Sarà per questo che il pubblico ha recepito in maniera forte la mia credibilità, la mia storia sostiene la canzone, in ogni caso non mi aspettavo una reazione così forte e così bella. A Sanremo ero molto concentrata. Ho voluto godermi il momento e fare le cose al meglio per poter trasmettere questo mio momento di equilibrio. A 53 anni mi sento più a fuoco, più forte e più leggera di prima.
Il prossimo 11 aprile ti esibirai sul palco del Teatro Manzoni a Bologna, a favore della Fondazione Francesca Rava NPH Italia insieme a Paolo Fresu. Cosa stai preparando?
Ho incontrato la Fondazione grazie a mia sorella Francesca che opera da anni al suo interno. Mi ha portato 3 volte ad Haiti e ogni volta che mi chiede di fare qualcosa, rispondo sempre con grande slancio. Stavolta abbiamo coinvolto anche Fresu. Mentre 4 anni fa facemmo un concerto a Firenze improvvisando tutto il tempo, questa volta faremo qualcosa di più strutturato. Paolo ha un grande cuore, è venuto anche lui ad Haiti e faremo qualcosa di molto speciale.
Come ti trovi a cantare senza chitarra?
La chitarra è sempre stata la mia coperta di Linus. Ai primi tempi della mia carriera quando suonavo senza strumento mi sentivo agitata, mi muovevo in continuazione, oggi invece sento tanta forza e, anche da ferma, percepisco una carica che mi travolge e che mi spinge verso il pubblico. Non vedo l’ora di suonare sul palco e sprigionare tutta questa intensità.
Raffaella Sbrescia
Dal 31 marzo Paola Turci incontrerà i fan negli store delle principali città italiane : il 31 Marzo a ROMA (Feltrinelli, Via Appia Nuova, 427 – h. 18.00), l’1 Aprile a FIRENZE (Feltrinelli Red, Piazza della Repubblica – h. 17.00); il 2 Aprile a BOLOGNA (Mondadori, Via Massimo D’Azeglio, 34,a – h. 18.00), il 3 Aprile a TORINO (Mondadori, Via Monte di Pietà, 2 ang. Via Roma – h. 18.00); il 4 Aprile a MILANO(Feltrinelli, Piazza Piemonte, 2 – h. 18.30); il 5 Aprile a NAPOLI (Feltrinelli, Piazza dei Martiri – h. 18.00); il 6 Aprile a BARI (Feltrinelli, Via Melo, 119 – h. 18.30); e il 7 Aprile a PALERMO (Mondadori – Via Ruggero Settimo, 16 -h. 18.00).
Da maggio Paola Turci sarà in tour per importanti eventi live:
SABATO 6 MAGGIO – TODI – Teatro Comunale (data zero)
MARTEDI’ 9 MAGGIO – Roma, Auditorium Parco della Musica
MARTEDI’ 16 MAGGIO – Fermo, Teatro Dell’Aquila
MERCOLEDI’ 17 MAGGIO – Trento, Auditorium Santa Chiara
LUNEDI’ 22 MAGGIO – Milano, Auditorium La Verdi - Fondazione Cariplo
MARTEDI’ 23 MAGGIO – Reggio Emilia, Teatro Valli
MERCOLEDI’ 24 MAGGIO – Vicenza, Teatro Comunale
DOMENICA 2 LUGLIO – Torino, Festival d’Estate c/o Piazzetta Reale
VENERDI’ 11 AGOSTO – Marina di Pietrasanta (LU), Teatro La Versiliana
Video: Fatti bella per te
Il grande ritorno di Paola Turci al Festival della Canzone Italiana è con il brano “Fatti bella per te”, scritto dalla stessa Paola con Giulia Ananìa, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta e prodotto da Luca Chiaravalli che dirigerà l’orchestra della Rai. Paola Turci ritorna dunque in grande stile con una canzone importante, ispirata al difficile vissuto della cantautrice e contenente un messaggio universale. Questa sera Paola Turci proporrà la sua versione di “Un’emozione da poco” presentata nel 1978 da Anna Oxa
per la sua prima esibizione al Festival di Sanremo.
Il singolo “Fatti bella per te” anticipa la pubblicazione del suo nuovo album di inediti “IL SECONDO CUORE” in uscita il 31 marzo 2017 e del TOUR 2017 anticipato da due importanti eventi live a Roma e a Milano, rispettivamente il 9 maggio a Roma, Auditorium Parco della Musica e il 22 maggio a Milano, Auditorium La Verdi – Fondazione Cariplo. I biglietti saranno disponibili sul circuito ufficiale Ticketone (sito e punti vendita) dalle ore 10 di lunedì 6 febbraio.
Intervista
Come è nato “Fatti bella per te” e che tipo di sintonia c’è con l’autrice Giulia Anania?
Il brano è stato scritto anche insieme a Luca Chiaravalli e Davide Simonetta ma l’incontro con Giulia Anania è stato uno dei più felici degli ultimi anni. Lei è la persona con la quale scrivo meglio, riesce a tirare fuori quello che rimane nascosto. La canzone è un inno alle donne, quello che canterò sarà per tutte anche se quando ho scritto il brano, l’ho scritto innanzitutto per me. Ho passato lunghi anni a fare finta di essere sicura di me stessa, a fare finta di aver superato il problema legato all’incidente invece mi sono accorta che stavo mentendo a me stessa e a tutti gli altri.
Poi cosa ha segnato la svolta?
Con uno scatto di reni ho scritto un libro ammettendo ciò che stava succedendo e da allora ho cominciato a sentirmi meglio. Prima avevo paura del giudizio degli altri, ora che ho compiuto questo scatto in avanti, mi presento a Sanremo completamente rinnovata.
Parlaci di “Fatti bella per te”
Il tipo di canzone è totalmente nuovo. Il brano è grintoso ed è tanto suonato. Non ho mai portato una canzone cantando a voce così alta. Il brano è, in sintesi, il risultato di un cammino che ho fatto e che mi aiutata. Certo, qualche paura rimane ma non mi faccio più intimidire o condizionare da questo tempo che porta in primo piano un giudizio superficiale. Sto bene, sono contenta.
Il brano è figlio del monologo “Mi amerò lo stesso” che hai portato al Teatro Menotti di Milano?
Giulia è venuta a vedermi, lì è nata la frase “Fatti bella per te”. Giulia l’ha pensata, l’ha immaginata guardando questo monologo che ha rappresentato un altro importante passo in avanti per me. Ventiquattro anni fa ho interrotto il sogno di diventare attrice. Dopo aver fatto un anno di teatro, stavo facendo provini a Cinecittà, avevo un’agenzia poi incontrai Ettore Scola e Monicelli. Tutto sembrava andare per il verso giusto poi quando l’incidente mi ha cambiato i connotati, ho chiuso il sogno in un cassetto senza mai ripensarci fino a quando Emilio Russo mi ha proposto di portare in scena la mia storia dopo aver letto il libro che avevo scritto. Salire su quel palco mi dava la sensazione di scalare una montagna dopo 20 anni che non fai allenamento. Per me è stato un fatto importante e imponente.
Chi ti ha colpito tra i big?
Quella di Elodie è stata la più bella performance, il suo canto è stato impeccabile. Aldilà del giudizio sulle canzoni, a me importa il modo in cui si cantano le parole, questa ragazza di 26 anni mi ha dato una lezione.
Come mai hai scelto come cover un “Un’emozione da poco”?
La scelta è stata immediata, è venuta fuori spontaneamente. Ho pensato al Festival e ho pensato che la prima volta che ho guardato Sanremo a 13 anni, vidi Anna Oxa e mi colpì profondamente per tanti motivi. La mia versione sarà totalmente diversa.
Raffaella Sbrescia
Video: Fatti bella per te
Non c’è niente di più difficile che mettersi a nudo mostrando la propria anima senza filtri. Ci è riuscita, e con grande stile, la cantautrice romana Paola Turci e lo ha fatto sul palco del Teatro Menotti di Milano con il monologo (realizzato con Alessandra Rucco, con la regia di Emilio Russo), intitolato “Mi amerò lo stesso”, in scena fino a domani 30/09. Paola porta in scena fragilità, gioie, sogni, paure, esattamente come aveva fatto quando trovò il coraggio di scrivere l’omonima autobiografia che racconta la sua storia. Se è vero che le storie degli altri ci insegnano la nostra, allora vale davvero la pena fermarsi ad ascoltare, commuoversi, emozionarsi, divertirsi immedesimandosi nella ricerca della bellezza o di quel je ne sais quoi che possa renderci unici e speciali. Paola Turci ci rende il compito molto naturale attraverso la sua genuinità, attraverso le sue movenze delicate, attraverso la sua voce così unica e così coinvolgente. Racconta di aver rifuggito a lungo la normalità, di ricercare il bello, di non saper gestire i rapporti amorosi, di aver cercato nuovi stimoli e di averli trovati non solo nella musica ma anche nella recitazione.
Il momento più intenso dello spettacolo è il dettagliato racconto di quel terribile incidente, spartiacque della propria esistenza, avvenuto nel 1993: una randellata all’altezza del sopracciglio destro, il cofano accartocciato, il parabrezza in frantumi, sangue sul viso, la bocca piena di detriti. Ogni dettaglio raffiora nitido, sembra quasi di vivere la tragedia attimo per attimo. La compartecipazione è ai massimi livelli. Poi le fasi successive: la disperazione, l’impotenza, la consolazione, il desiderio della normalità, la ricostruzione, la rinascita. Leggerezza e la pesantezza di compenetrano e si completano creando una profonda empatia con il pubblico. Paola Turci si muove tra una miriade di specchi, volteggia e proprio agio in un fulgido abito rosso di seta, incanta la platea cantando prima a cappella, poi accompagnata dalla sua fida chitarra ed è incanto. Il messaggio che si evince alla fine è solo uno: Cerchiamo sempre di vivere con leggerezza, di ridimensionare i nostri problemi e di mostrarci per quello che siamo senza paura.
Raffaella Sbrescia
E’ partito il 3 dicembre dal Teatro Quirinetta di Roma il nuovo tour teatrale di Paola Turci, una nuova avventura live fortemente voluta dall’artista che sceglie di mettersi ancora in gioco in una dimensione intima e raccolta per mettere in luce la sua voce ricca di sfumature e profondità. Cuore e semplicità, efficacia ed immediatezza contraddistinguono le canzoni di Paola Turci che, nel corso degli anni, ha portato avanti il proprio percorso artistico prescindendo dalle dinamiche commerciali. Forte della propria identità musicale e dei contenuti delle proprie canzoni, l’artista si propone oggi mettendo a nudo la propria espressività , così viva, così intensa, così reale.
Accompagnata da Fernando Pantini alla chitarra, Pierpaolo Ranieri al basso e Fabrizio Fratepietro alla batteria, Paola Turci ha concepito una scaletta in grado di ripercorrere in maniera completa ed esaustiva i suoi trent’anni di carriera, già celebrati con l’album “Io sono” (Effepi/Warner Music) in cui ha affiancato 12 canzoni del passato, completamente riviste in un’inedita veste acustico-elettronica, a 3 brani inediti. «Quando ho registrato “Io sono”, il mio ultimo album, avevo in mente un disco intimo e minimale, adatto a essere suonato in teatro –racconta l’artista – Il disco è poi uscito invece in primavera, prima di una lunga estate che ci ha portato a suonare molto e in posti assai diversi tra loro, alcuni molto raccolti, altri decisamente più grandi e adatti ad un concerto elettrico. Queste prime date in teatro mi offrono la possibilità di realizzare il mio desidero e proporre finalmente il disco nella veste in cui è nato, riportandomi in uno spazio che non smette mai di sorprendermi e affascinarmi». La sensualità data dal calore di una voce, ora ovattata e suadente, ora graffiata e sofferente, irradia di luce gli angoli più reconditi del cuore. Lo stile, la grazia e l’esperienza sono, infine, le grandi doti che fanno di Paola Turci una garanzia di emozione.
Raffaella Sbrescia
Queste tutte le date aggiornate del tour teatrale di Paola Turci (prodotto e organizzato da Barley Arts): il 29 novembre al Teatro Supercinema di Chieti (data zero – ingresso gratuito), il 3 dicembre al Teatro Quirinetta di Roma, il 5 dicembre al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano (Trento), il 6 dicembre al Teatro Sociale di Bellinzona (Svizzera), il 10 dicembre al Teatro Puccini di Firenze, il 17 dicembre al Teatro Da Ponte di Bassano del Grappa (Vicenza), il 22 dicembre al Teatro Parenti di Milano, il 2 gennaio al Teatro Curci di Barletta e il 6 gennaio al Teatro Garibaldi di Enna.
Setlist
Ti amerò lo stesso
Questa non è una canzone
Stato di calma apparente
Fuck you
Volo così
Ringrazio Dio
Io e Maria
Il gigante
Quasi Settembre
Questione di sguardi
Quante vite viviamo
Frontiera
Cosa sono le nuvole [cover di Domenico Modugno]
Piccola canzone d’amore
Mi manchi tu
Io sono
Saluto l’inverno
BIS
Attraversami il cuore
Mi chiamo Luka
Questa parte di mondo
Bambini
Sai che è un attimo
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti