Lo scorso 30 novembre l’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi ha chiuso il “Roma Jazz Festival” ambientato all’Auditorium Parco della Musica di Roma con un concerto comprensivo degli arrangiamenti originali dei manoscritti di Glen Grey e della Casaloma, provenienti dagli archivi dell’Università di Newark (diretta da Dan Morgenstern, figura preminente della critica Jazz internazionale), scritti per Lionel Hampton, Count Basie, Duke Ellington, Benny Goodman e Chick Webb. L’Orchestra Operaia prende, infatti, ispirazione dalle band che si formarono durante la Grande Depressione, le cosiddette “Orchestre Cooperative”che nacquero come reazione alla grande crisi del post Wall Street Crash e che all’epoca furono straordinarie fucine di talenti inaugurando la celeberrima Swing Era. Protagonisti del palcoscenico: Marta Colombo, voce; Mario Caporilli, Fabio Gelli, trombe; Stan Adams, Luigino Leonardi, Roberto Pecorelli, tromboni; Claudio Giusti, Alex Tomei, Carlo Conti, Duilio Ingrosso, sassofoni e legni;Alessandro Gwis, pianoforte; Manlio Maresca, chitarra; Marco Loddo, basso; Pierpaolo Ferroni, batteria con l’ausilio di alcune special guests come Andrea Tofanelli, tromba; Marco Guidolotti, clarinetto; Andrea Biondi, vibrafono . Il progetto, presentato in anteprima nazionale, è stato arricchito anche con filmati d’epoca, l’esibizione di ballerini di Lindy Hop, guidati da Vincenzo Fesi.
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti