Libertà, ritmo e sentimenti. Questi gli elementi principali dello speciale crossover tra pop e jazz proposto dalla cantautrice Chiara Civello in occasione dei due speciali concerti all’Unicredit Pavilion di Milano. «In questo concerto unisco due delle mie anime: quella autoriale polistrumentista e quella da interprete, senza trascurare un pizzico di quello che sarà in futuro» , ha spiegato l’artista al pubblico alla fine di due ore di concerto. Accompagnata dal Nicola Conte Combo e da dieci archi dell’Orchestra Filarmonica Italiana diretti dal vulcanico Massimo Carrieri, Chiara ha incantato il pubblico con classe ed eleganza. Padrona del palco e di ogni singolo dettaglio, la cantautrice, sensuale ed elegantissima, è riuscita a coinvolgere gli spettatori in un viaggio musicale complesso e variegato. Spaziando tra grandi classici italiani e stranieri, mixando generi musicali, richiami ed influenze, Chiara passa dall’ italiano, all’inglese al portoghese unendo le sue radici tricolori con i paesi che ormai da anni completano la sua anima cosmopolita. Il filo conduttore della particolare scaletta pensata per questi concerti è la passione: ardente, bruciante, straziante, commovente. Bellissime “Problemi”, “Resta”, “E se”, scritta insieme a Patrizia Cavalli. La forza e l’arrendevolezza si fondono e si amalgamano in un unico profilo unico e ammaliante. Reduce da una serie di date sold out in America, Chiara torna in Italia con un rinnovato entusiasmo e, nell’interpretare le perle contenute nel suo ultimo lavoro “Canzoni”, in uscita anche in Brasile, l’artista osa, sperimenta, varca i confini dell’ovvio regalando una veste ancora diversa a parole che non conoscono l’azione del tempo. “Veleno”, “Que me importa el mundo”, “Con una rosa”, la speciale rivisitazione di “Va bene, va bene così” di Vasco Rossi, il tributo a Jannacci con “I mulini dei ricordi”, “E penso a te”, “Il mondo”, Io che amo solo te”, “Arrivederci” rappresentano la tangibile testimonianza dell’ecletticità musicale di un’artista completa che meriterebbe uno spazio sempre maggiore all’interno dello scenario musicale italiano.
Raffaella Sbrescia