Free Love: i Negramaro raccontano il nuovo album che soffia su un vento di libertà

I Negramaro pubblicano il nono album “Free Love” e ancora si emozionano come la prima  volta.

In questa occasione sono dodici le tracce che compongono il disco con tanti duetti che sono figli di amicizie di lunga data e di stampo fraterno. Tra tutti segnaliamo i duetti con Niccolò Fabi, Fabri Fibra, Malika Ayane, JJ Julius Son e quella con Aiello, frutto di una sintonia nata dietro le quinte del Festival di Sanremo del 2021.

Il disco è stato registrato a Berlino negli Hansa Studios ma le musiche e i testi sono di Giuliano Sangiorgi la cui produzione artistica si è avvalsa della  collaborazione di diversi decani del settore come Taketo Gohara, Andro, d. whale (Davide Simonetta). Il file rouge che accompagna il lavoro trova efficace espressione nella cover del disco  in cui è riprodotta l’opera originale “Narciso” di Jago in cui vengono rappresentati l’uomo riflesso in una donna e il suo contrario. L’intento è quello di rispecchiare la simmetria dei sentimenti narrati dai Negramaro che, partendo da racconti personali, rivendicano la  libertà di amare sé stessi e gli altri senza pregiudizi ma anche senza possesso o prevaricazione della libertà altrui.

“Questo disco è il frutto di una consapevolezza acquisita dopo anni e anni di lavoro nella band”,  spiega Giuliano Sangiorgi alla stampa. “C’è stata veramente una grande evoluzione, siamo noi all’ennesima potenza, ci ritroviamo in tanti artisti giovani, ritroviamo tante analogie di cose fatte all’interno della band. Essere liberi è determinante ma è una libertà che stiamo imparando ad avere. Siamo sempre stati liberi ma in una civiltà la libertà si impara, non è fare quello che vuoi e basta, si tratta di imparare a fare quello che vuoi rispettando gli altri; è un’ossessione bellissima quella di voler essere liberi, quell’ossessione che abbiamo dentro non è mai negativa, ti spinge a fare le cose migliori, significa voler mostrare l’animale migliore di sé, è un disco quindi che impara ad essere più libero e senza la parola però accostabile accanto.

Anche i feat. rispettano la libertà con cui sono arrivati,  con ognuno di essi è stato così. Impariamo anche dagli errori, senza rimanere nel pregiudizio.

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Amore è tutto quello che sta dentro l’essenza dell’umanità stessa, noi crediamo che ci sia amore in ogni manifestazione di vita, nell’arte soprattutto. Stiamo cercando di non smussare più gli  angoli ma di incastrarci in essi, facendone la nostra grandezza; sono passati 24 anni ed è stupendo essere qui a raccontare di dischi, concerti, stadi e palasport. Ci siamo quindi concessi di amarci per come siamo stati in questi anni e per come saremo nel futuro.

Produrre un disco con più produttori ci esponeva al rischio di avere diversi suoni invece questa cosa non si è verificata. Questa volta, racconta Giuliano, ho preso in mano un po’ il lavoro, non voglio fare il producer, ma tutto ciò che sentite ha molti provini che si mantengono fedelissimi all’originale. Per me la prima cosa che faccio è sempre quella sbagliata,  in realtà quello che arriva  e traspare dal suono  dell’album è l’istinto, salvato dai produttori. Questo disco aveva quindi già la chiave corretta, sono stati bravi i produttori intorno a tenere viva quella cosa che io di base avrei trasformato, questo ci ha consentito di andare dritti in studio e fissare la magia. Il tempo è stato stato fondamentale, eravamo a Berlino a marzo -aprile ed eravamo già pronti con il disco, abbiamo però chiamato da Berlino Filippo Sugar, chiedendogli di uscire con il disco nel momento in cui eravamo pronti a incontrare le persone, era un nostro desiderio che ci ha spinto a programmare l’uscita in questo periodo in cui eravamo liberi per farlo. Non è solo questione di tempo che passa ma di rispetto per gli altri; i nostri dischi non hanno mai avuto una data di scadenza.

Quello dei tre minuti è rimasto un claim perfetto della mia vita, io rimango sempre affezionato a quelle canzoni che arrivano in meno di tre minuti, sono tagli sulla tela, sono quelle cose che restano appiccicate anche alla band altrimenti non ce la farebbero. Mi fido solo quando una canzone arriva e strazia il sereno, è una gioia quando una canzone racconta di qualcosa di felice, in qualche modo una  canzone è sempre un errore del sistema, è un momento della quotidianità in cui si apre un varco spazio-temporale in cui essere totalmente libero. Vorrei essere sempre in grado di trovarmi pronto per quei tre minuti, è sempre quello l’approccio e quando succede ti senti in pace con te stesso, senti di nuovo quell’animale che ti porti dentro.

I dischi, in generale, sono delle occasioni, a partire da un emergente fino a un artista navigatissimo. Aldilà del nostro percorso, si sta perdendo il concetto di occasione per comunicare, lanciare dei messaggi. Ogni album per noi è stata una foto del periodo che abbiamo vissuto, l’aspettativa è quella di continuare a vivere di musica ma rimanendo slegati da vendite e streaming.  Che siano passati 24 anni insieme, va già oltre ogni aspettativa. Ecco perché Free Love soffia su questo vento di libertà senza preoccuparci e senza voler sapere fin dove ci spingerà. Free love, do you feel the same?”

Raffaella Sbrescia

Negramaro al Festival di Sanremo con Ricominciamo tutto: “Per stare bene c’è bisogno di azzerarsi e ripulirsi da qualsiasi pregiudizio”

I Negramaro parteciperanno in gara al Festival di Sanremo 2024 con il brano “Ricominciamo tutto”, un messaggio chiaro e senza fronzoli dietro cui si cela una riflessione profonda, ampia e matura. In occasione della presentazione alla stampa del brano in oggetto, la band salentina, con alle spalle 20 anni carriera, mette subito le cose in chiaro:

“Torniamo a Sanremo senza alcun pregiudizio. Eravamo già stati ospiti al Festival con Baglioni e, Amadeus, con cui abbiamo un grande rapporto di stima reciproca, ha pensato di reiterare l’invito ma stavolta per farci partecipare in gara. Abbiamo scoperto i nomi del cast dopo e pensiamo davvero che Amadeus abbia ragione nel dire che si tratti di un roaster di super ospiti. Dal canto nostro pur avendo perso nel 2005, il Festival lo abbiamo poi stravinto e ci sono tanti amici e colleghi che lo hanno vinto; tra tutti Diodato con cui abbiamo festeggiato durante il nostro tour dei 20 anni al concerto di Galatina.

Ad Amadeus abbiamo fatto sentire “Ricominciamo tutto” e abbiamo puntato tutto su questo brano che ho scritto circa un anno fa mentre ero in montagna in Abbruzzo con la mia compagna Ilaria e mia figlia Stella. Il fulcro nasce da una piccola, stupenda visione; una suggestione data dal candore incredibile di un manto nevoso. Questo brano è un ATTO di speranza: ricominciare è un qualcosa che facciamo tutti e sei sempre e forse è anche questo il segreto per farci stare insieme da tanti anni. Questa è una canzone piccola che poi diventa grande per noi sei, con la speranza che lo sia per tutti. Tradotta nelle nostre emozioni, la canzone diventa un claim in cui credere. Ci teniamo a dire che non c’è nulla di negativo dietro il significato del brano. Per stare bene c’è bisogno di azzerarsi, ripulirsi da qualsiasi pregiudizio. Questo è un esercizio che facciamo anche tra di noi, ogni volta in sala prove è una novità e ci porta a una esplosione di emozioni. Questo significa ricominciare tutto: ripulirsi ogni volta e pensare di essere nuovi. Noi abbiamo lavorato vent’anni affinchè il rock arrivasse al mainstream e il pop venisse considerato oltre il pianobar.

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Del nostro primo Sanremo, abbiamo un ricordo che va al limite del trauma: siamo passati dall’eliminazione all’essere passati in tutte le radio. Fu una vera esplosione che ha compensato l’incidente della sera prima; uno dei tanti tasselli che hanno fatto parte della nostra storia. Il passaggio a Sanremo è stato determinante per la nostra carriera. Da bambini musicali, quali eravamo, non abbiamo capito subito cosa stesse succedendo, venivamo da una  terra di grande cultura, non ci sentivamo a distanza, abbiamo vissuto quella cosa come un sogno; una volta scesi dal palco, trattati non bene, così come erano trattati i giovani all’epoca, in quell’occasione fu bello sentire mio padre per comunicargli che avevamo vinto il premio della critica, successe una cosa stupenda.

Ad oggi la gara è stata in qualche modo eliminata, ci sono tutti super ospiti. A giugno andiamo a suonare nei nostri posti, ci auguriamo che vincano dei giovani che hanno 20 anni davanti, così come fu per noi, su questo siamo sereni, sono riusciti a fare del brand sanremese un posto in cui non ti senti in gara. Noi eravamo piccoli, scalmanati e neri, oggi ci sentiamo uguali e con la voglia di fare.  Stiamo lavorando a un nuovo disco e, nonostante ci fossero tante canzoni che avrebbero potuto metterci in crisi, siamo tutti convinti di questo brano e di quello che vogliamo dire, così come fu con “Mentre tutto scorre”, che Caterina Caselli tolse a Mina. Questa volta vogliamo condividere una cosa che sembra classica ma non lo è. Se togliessimo la mia voce ingombrante, verebbero in evidenza le incredibili referenze musicali: dagli M83 a Battisti a Lucio Dalla agli U2 alle band delle nuove generazioni; si tratta di una sintesi della nostra musica. 

Anche nell’arrangiamento che abbiamo costruito con Davide Rossi sono racchiuse tutte le nostre influenze di questo ventennio. Gli arrangiamenti sono bollati da lui ma il lavoro è il frutto di una simbiosi e di un’empatia esplosiva. La prima prova con l’orchestra è stata emozionante, proprio bella. Con Davide ci siamo trovati al Jova Beach Party, ci siamo divertiti insieme in quell’occasione, mentre durante le prove con l’orchestra ci siamo emozionati. Si gioca molto sulle emozioni vere dal vivo, è stato bello accostarci alla musica per la prima volta come fossimo degli esecutori. Deve arrivare quel momento in cui devi giocare con la musica e sentire il tuo limite; riconoscere il proprio limite è una liberazione. Nella perfezione è compreso lo sbaglio ed è per questo che cogliamo l’occasione anche per dire che è giusto permettere l’errore alle nuove generazioni e dare loro modo di gestire il cambiamento e acquisire quell’esperienza necessaria per porre la giusta attenzione ai processi e alla creatività, solo così le nuove personalità verranno fuori nel tempo.

Per quanto riguarda il nuovo album, si parte dalla consapevolezza dell’importanza che riveste il concetto di viaggio. Durante un viaggio a Berlino, ho scritto una canzone appena sono arrivato, il brano si intitola “Berlino Est” e a marzo andremo a chiudere il disco negli studi in cui andarono gli U2 e David Bowie. Facciamo tutto questo per rimanere negli alveoli della sostanza, siamo abituati a fare il lavoro alla vecchia maniera e che possa fare del bene alle nuove generazioni. Ci piace andare negli studi dove non ci conoscono per lavorare al meglio, i dischi si devono riempire di storia, non è sempre facile trovare entusiasmo dopo 20 anni. Abbiamo sempre fatto musica per viaggiare e viaggiamo per fare musica”.

Raffaella Sbrescia

Esibizione acustica dei Negramaro a Sanremo:

La chiamata alle arti dei Negramaro parte dai teatri con l’ Unplugged European Tour 2022

A causa del perdurare della situazione pandemica che si è protratta anche nei primi mesi del 2022, il tour indoor dei Negramaro si sposta forzatamente in autunno e viene riprogrammato a partire dal 30 settembre nei maggiori teatri italiani, a cui faranno seguito 10 grandi appuntamenti nelle principali capitali europee.
I Negramaro con il loro Unplugged European Tour 2022 tornano così nei teatri dopo oltre 15 anni di assenza, durante i quali hanno conquistato le più grandi venue del paese, dai palazzetti, ai grandi festival, agli stadi.

Una vera e propria “chiamata alle arti” l’ha definita Giuliano Sangiorgi durante la conferenza stampa che si tenuta questa mattina e di questo si tratta in effetti. Esserci è vita, è speranza, è sogno. Da quel lontano 2008 tante cose sono successe ai Negramaro e insieme a loro altre migliaia di vite si sono evolute, create, trasformate. Sei vite, sei uomini, sei artisti che decidono di far fronte agli impedimenti dettati dalla pandemia lanciando il cuore oltre l’ostacolo più forte e più lontano che mai.
Sarà emozionante riscoprire le radici di tante hit, immergersi in uno story telling di vita vissuta, palchi consumati e pagine di storia musicale italiana scritte a suon di sorrisi e poesia.
“Il pubblico non è un numero di streaming e di biglietti acquistati, spiegano Giuliano e i suoi, dietro la festa ci sono famiglie che lavorano al sogno comune, uno storico di emozioni in cui ognuno di noi riconosce un momento di vita vissuta. La nostra verità è il confronto, prima di tutto tra di noi e poi con le verità che ci siamo raccontati e che abbiamo costruito insieme”.

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Il tour acustico nasce quindi da un’esigenza contingente ma accelera la realizzazione di un progetto che era stipato in un cassetto. “Fu già così nel 2008, racconta Giuliano, ci eravamo ripromessi di farlo quando ne saremmo stati ancora più capaci e con un repertorio all’altezza di un contesto così intimo e ravvicinato quale è il teatro. Ci siamo resi conto che già all’epoca avevamo fatto un bellissimo lavoro sui brani e non vediamo l’ora di rimetterci mano per metterne a nudo la radice più profonda. Abbiamo voglia di contatto e la porteremo anche all’estero, questo è il warp up di tante cose che verranno. L’ultimo album che abbiamo pubblicato ci ha dato quello di cui noi stessi avevamo bisogno dalla musica in quanto fan dell’arte, avremmo potuto tenerci il disco in casa come molti altri hanno scelto di fare, in un momento tragico non abbiamo pensato a noi stessi, abbiamo bensì pensato che l’arte in questi anni doveva svolgere la sua funzione e rimanere sul fronte delle emozioni e restituire quello di noi stessi avevamo necessità. Penso anche a mia figlia Stella: vorrei portarla in giro e farle vedere il mondo, vorrei portare avanti il mio sogno, condividerlo con lei e farle capire che fuori dalla porta di casa non dovrà essere diffidente. Sono fiero di poterle raccontare quello che può rendere grande un’amicizia come la nostra e la musica che abbiamo creato. Questa band gode di ottima salute e auguro a me e a tutti noi di incontrarci. Ovunque saremo, staremo bene”.

Raffaella Sbrescia

Contatto: il ritorno coraggioso e consapevole dei Negramaro

Contatto - Negramaro

Contatto – Negramaro

A tre anni di distanza da “Amore che torni” i Negramaro sono tornati con “Contatto”: un concept album in cui 12 canzoni spiccano il volo dando voce e lustro al pensiero di sei fratelli/amici/complici che da ormai quasi vent’anni veleggiano in cima alle classifiche. Giuliano Sangiorgi, Emanuele Lele Spedicato, Andrea De Rocco, Danilo Tasco, Andrea Mariano, Ermanno Carlà anche questa volta si sono messi in gioco in un progetto ambizioso, intriso di verità e di speranza. Al centro di tutto c’è “Contatto”, una parola che ingloba al suo interno un significato potente, accentratore di declinazioni fisiche e metafisiche. Una parola che è sempre stata latente durante questo anno e mezzo di lavorazione, che non è stata subito sotto l’occhio dei Negramaro e che all’improvviso si è rivelata in tutta la sua potenza onirica, mai così adatta e necessaria.

A contraddistinguere questo lavoro sono naturalmente i testi di Giuliano, di cui andremo a sviscerarne significato e sfaccettature, ma anche e soprattutto la produzione che, a questo giro, è stata affidata alle sapienti mani di Andro che, in qualità di pianista, tastierista, dj e produttore, ha potuto fare la differenza apportando un concreto valore aggiunto con il proprio lavoro creativo. Nessuna delle 12 tracce di “Contatto” si può dare per scontata, l’effetto sorpresa è sempre dietro l’angolo e fa piacere constatare che il coraggio rimane una prerogativa della band salentina.

La tracklist si apre con “Noi resteremo in piedi”, una stand up song importante, nata durante un periodo difficile per Giuliano Sangiorgi e che mette nero su bianco delle riflessioni sincere, piene di vita e voglia di riscossa umana prima e artistica poi: “E allora mi troverai in piedi proprio allora che tutto è finito, quando pensi che sono caduto. Povero illuso ci avevi sperato e invece, che botta, son solo atterrato, sono solo atterrato, per riprendere fiato, per salire più in alto e ancora più in alto e ancora più in alto fino a sparire del tutto e ora mi prenderò tutto, quello che un tempo era mio adesso che è tuo domani è di un altro”. L’intento del cantautore è quello di mettere in campo una nuova letteratura musicale in cui lasciar convergere tutti gli argomenti che questo imbuto pandemico ha ingurgitato per ritrovare una nuova sensibilità. Sono scoperti i nervi che Giuliano tocca con le sue parole e, proprio in virtù di questa nudità emotiva, l’artista si mette in gioco insieme ai suoi compagni per rispondere alla disumanità attraverso le canzoni. È la musica il posto in cui la band sceglie di esporsi e di esprimersi a pieno, non c’è più scissione tra uomini e artisti, scrivere è politica e l’album è il post più completo in cui poter chiarire una volta per tutte il proprio pensiero.

Contatto - Negramaro

Contatto – Negramaro

L’ascolto prosegue con “Mandiamo via l’inverno” e il featuring intergenerazionale con Madame sulle note di “Non è vero niente”. Dopo 10 anni i Negramaro includono una quota rosa nella loro musica all’insegna della contemporaneità mostrando attenzione e compartecipazione ad una causa importante quale è quella della valorizzazione delle donne all’interno del panorama musicale italiano. Il brano “Devi solo ballare” è dedicato a Stella, la figlia di Giuliano, a cui l’artista chiede di poter essere felice e spensierata: “Devi solo ballare / fino a perdere la pelle / devi solo cantare / per raggiungere le stelle / per rubarne solo una che / faccia stare bene almeno te / e non ti faccia più pensare”. La speranza, come abbiamo modo di constatare a più riprese, è un sentimento che riveste una centralità a tutto tondo all’interno del disco. “Se finisse tutto qui/Senza più dare peso a quelle solite routine/ Che lentamente ci hanno ucciso/ E allora immagina di averne altre/ E tutte nuove da imparare/ Tu diresti che la vita/ Di sicuro è solo adesso/ Solo adesso/ Solo adesso/ Non è mai per sempre/ Ma facciamo che stavolta tu mi reggi il gioco/ E non diciamo ancora basta”, canta Giuliano in “Non è mai per sempre” raggiungendo il culmine del pathos in una ballad aulica e salvifica quale è “La cura del tempo”.

Video: Contatto

La parte finale del disco è particolarmente pregna di significato e ricca di citazioni: “Dalle mie parti” è una preghiera ad un mondo senza barriere e razzismi: “Dalle mie parti si dà una mano/ Dalle mie parti io resto umano/ Dalle mie parti…Dalle mie parti si corre in salvo di chi ha bisogno di un cuore amico”, scrive un ispirato Giuliano Sangiorgi. Il brano viene ulteriormente arricchito sia dalle orchestrazioni arrangiate dal M° Stefano Nanni, storico collaboratore di Luciano Pavarotti, sia da una lunga e suggestiva coda orchestrale ispirata alle atmosfere dei film di Sergio Leone. Ne “Terra di nessuno” Giuliano omaggia Lucio Dalla con un riferimento alla canzone “Anna e Marco” e con uno dei suoi tipici vocalizzi scat. La terra di cui parlano i Negramaro è da ripopolare e restituire agli esseri viventi: “Incontriamoci senza essere nessuno/ Senza sapere da dove arriva l’altro/ E ritorniamo a vivere solo nuove vite/ E ritorniamo a quello che non sappiamo/ A che importa sapere quanto tempo abbiamo/ Quanti stemmi abbiamo appesi al nostro petto/ Incontriamoci e lasciamo tutto al caso/ Che ci tratterrà come tratta nessuno”. Uguaglianza e fratellanza accompagnano questo concept album costellato di nuove consapevolezze e di obiettivi nitidi e definiti. È tempo di uscire dall’ombra e di farsi sentire. I Negramaro lo hanno capito, e a noi altri non resta che entrarci in contatto.

 Raffaella Sbrescia

Amore che torni tour: le foto del concerto dei Negramaro a Eboli

Amore che torni tour - Negramaro - Eboli

Amore che torni tour – Negramaro – Eboli

 

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Negramaro: è tutta vita quella che anima la sessione indoor dell’Amore che torni tour. Recensione

Negramaro live @ Mediolanum Forum - Assago

Negramaro live @ Mediolanum Forum – Assago

È tutta vita quella muove, scuote, evolve i Negramaro all’interno di un microcosmo di emozioni altalenanti che hanno stravolto le loro esistenze. Il risultato possiamo vederlo e ascoltarlo oggi e risplende in un’unica grande parola: amore. Il comune denominatore di questo Amore che torni tour indoor, nello specifico la seconda data milanese al Mediolanum Forum di Assago, è lo stupore per la vita, la riscoperta dei valori, l’attaccamento saldo agli affetti e a tutto quello che davvero conta per poter vivere sapendo di amare e essere amati. Per raccontare tutto questo i Negramaro fanno le cose in grande: palchi semoventi, doppia struttura in altezza per dare massima visibilità a ciascuno, luci laser 3d ma soprattutto lui: il cerchio della vita che si è chiuso. Al suo interno un varco bidimensionale, l’opportunità di addentrarsi nella dimensione più intima di canzoni che da vent’anni a questa parte non hanno perso un briciolo di smalto e che, anzi, si sposano felicemente con le sorelle più giovani ma sempre figlie degli stessi sei cuori che, oggi più che mai, battono all’unisono con una marea di molti altri creando una vibrante sinergia.

Negramaro - Amore che torni tour

Questo è tutto quello per cui valga la pena battersi, il resto può evolvere, attraversare il bilico e il cambiamento: un po’ come accade agli arrangiamenti, ai tempi che si dilatano, a certe libertà che stavolta sì, è giusto prendersi. Giuliano, Andro, Ermanno, Danilo, Pupillo accolgono il giovane Giacomo Spedicato, fratello di Lele costruendo un concerto di forte impatto emotivo ma con un occhio particolarmente attento all’avanguardia, con un piglio groove più deciso e tagliente. Certi tratti delle canzoni si induriscono, altri si addolciscono diventando poesia. L’idea dei Negramaro è quella di mettersi a nudo, spiegare l’anima come un papiro e permettere a chiunque di leggerci dentro. Tra i momenti indimenticabili di questo live meneghino c’è il “duetto” jazz con il maestro Mauro Pagani al violino: “Solo per te” cantata da Giuliano Sangiorgi al pianoforte con le incursioni del polistrumentista acquisisce una brillantezza tutta sua. Una parentesi preziosa. A incorniciare le perle in sequenza durante il concerto ci sono: “Fino all’imbrunire”, per un inizio che mette subito in chiaro i presupposti da cui partire. Il punto saldo “Estate”, l’onirica “Il posto dei Santi”, la definitiva “L’amore qui non passa”, la struggente “Pezzi di te” e l’iconica “Mentre tutto scorre”. Che sia per una sera o per sempre, il tocco dei Negramaro è delicato e sinuoso, un rock gentile che non ci farà mai sentire soli.

Raffaella Sbrescia

 

“Amore che torni” è il nostro nuovo inizio. Intervista ai Negramaro

Negramaro

Metti sei anime, una cantina e una manciata di sogni. Ecco i Negramaro che, alla vigilia dell’arrivo del nuovo album di inediti “Amore che torni”, ci portano per mano nel cuore del cosmo per un indimenticabile viaggio interstellare. Una storia pulita, semplice, lineare che ha unito sei ragazzi, oggi giovani uomini maturi, nel segno dell’amore per la musica. Pianeti, galassie, costellazioni e stelle cadenti hanno cadenzato l’ascolto di canzoni fluide, appassionate e intrise di emozione. Ad assemblare la tracklist un tappeto elettronico morbido, caldo e avvolgente. Un marchio di fabbrica che, ad oggi, si rinnova con influenze d’oltreoceano e venature black.

E allora bentornati Negramaro, in attesa della grande festa negli stadi italiani, ecco quanto ci hanno raccontato in occasione della presentazione alla stampa.

Perchè “Amore che torni”? Cosa sta ad indicare la scelta di questo titolo?

«“Amore che torni” è il frutto di una crisi che abbiamo vissuto lo scorso anno. Considerando che oggi viviamo un periodo quanto mai felice, trovo che sia giusto raccontarvi che solo fino allo scorso dicembre non esisteva nulla di tutto questo. Ad un certo punto, dopo il grande impegno dello scorso tour, ci siamo accorti che era necessario rimanere non vicini. Dopo uno dei frequenti screzi che avevamo in quel periodo, ho deciso di andarmene a New York – ha raccontato Giuliano. Ho voluto provare una solitudine mai provata prima, una solitudine di cui ho avuto paura e che mi ha dato finalmente modo di capire fino in fondo cosa ha sentito mia madre con la scomparsa di mio padre. Con questa crisi abbiamo voluto crescere per capirci meglio, per tornare a noi stessi sia individualmente che come gruppi. Era giusto allontanarci, quel periodo ci ha aiutato a capire tante cose ma soprattutto a ritrovare un’energia strepitosa».

Cosa sentite di voler dire oggi?

«Siamo felici di essere ancora insieme alla Sugar ma con modalità diverse, Casa 69 è diventata una casa editrice e include anche i miei fratelli – ha raccontato Giuliano Sangiorgi. All’epoca della crisi chiudevamo un contratto pluriennale, vivevamo un cambiamento forte, era normale cercare di scappare così come lo è tornare da un gruppo di amici come questo. Non finirà mai quello che è vero, questa è la storia di noi 6 ed è la storia più bella del mondo. Non ci importa delle views, degli streaming, dei record, a noi interessa parlare della nostra storia ai tanti giovani che percepiscono la tv come la nostra cantina. Dobbiamo raccontare un passato che non è da dinosauri ma che è necessario tener presente per poter guardare al futuro». «Capire quello che avevamo da dire in questo momento è stata la cosa più difficile da affrontare, eravamo spaventati da noi stessi ma è bastato poco per riaccendere il fuoco che c’era tra noi e ritrovare le modalità di lavoro di sempre – ha aggiunto Andrea Mariano – Avere tutta questa energia e lucidità mi ha sconvolto, personalmente sento di avere le energie per affrontare altri 20 anni».

C’è un brano in cui si parla del momento più cupo?

«Sì, il brano che chiude il disco “Ci sto pensando da un po’” rappresenta quel momento in cui c’è stato il culmine della crisi. Di questo brano non c’è traccia, l’ho eliminato subito, non volevo vederlo, ero troppo spaventato. Le parole che poi recita mia nipote Mariasole vengono dopo, le ho inserite per dare la sensazione di riappacificamento con me stesso e con i ragazzi. Da lì in poi le canzoni le abbiamo scritte e scelte insieme, in questo disco c’è tutto quello che ci è sempre piaciuto raccontare fin da quando eravamo piccoli. Ci sono tutte le cose che avremmo voluto dire».

Cosa racchiude “New York e nocciola”?

In quel periodo ascoltavo Chet Baker, mi sono sentito devastato, ero solo in una città stupenda, in quei giorni c’era tutta la tensione tra Trump e gli immigrati in America. Mi sono sentito fuori luogo, fuori tempo e fuori spazio. Sulla pelle sentivo tutte le sensazioni di chi muore e affoga in mare. Chiedevo ai Negramaro di riaprirci a noi stessi.

Come avete ritrovato la sintonia sul piano produttivo?

La crisi si è ricucita da sola. All’inizio avevamo una percezione del tempo un po’ sfasata rispetto alla routine di produzione. Abbiamo messo in piedi uno staff che vive e che lavora insieme a noi, 24 ore su 24. Con Irene, la moglie di Ermanno e Lavinia e moglie di Andro, abbiamo creato qualcosa di semplice, stiloso e profondo per ovviare a quella sensazione sgradevole di non riconoscerci. Abbiamo lavorato in studio a più fasi, prima io e Andro, poi io e Lele al mare, poi con Danilo, Ermanno e Pupillo e infine abbiamo chiuso tutto in studio a Milano in modo molto veloce. Abbiamo lavorato come dei trattori, sentivamo la necessità di ascoltarci».

Negramaro

Negramaro

Visto che avete lavorato alla produzione in momenti diversi, come avete raggiunto la formula sonora finale?

«Non siamo iper tecnici, non siamo dei virtuosi però abbiamo la giusta esperienza per fare un disco che arriva a chi ci ascolta. Abbiamo lavorato a questo disco pensando: o la va, o la spacca. Abbiamo affrontato la pre-produzione cercando un concept sonoro. Ci è piaciuto ritrovare la partecipazione di tutti. Ci capiamo, sappiamo come interagire,  il suono è la conseguenza di una connessione tra noi, non potrebbe accadere diversamente.

Video: Fino all’imbrunire

“Torneranno i vecchi tempi con le loro camicie fiammanti”…

 «I ragazzi nati nel 2000 hanno visto la musica nascere in tv, noi vogliamo raccontare questa storia altrimenti i ragazzi non avrebbero modo di conoscere questa realtà e potrebbero pensare che non porti a nulla. Non abbiamo paura di invecchiare, crediamo nelle nuove generazioni. Dobbiamo superare il buco nero e le ansie di non sentirci abbastanza contemporanei».

E l’omaggio a “Le nuvole” di De Andrè”?

«All’epoca ero fissato con i Doors ma De Andrè mi ha infilato una spada nel cuore, mi ha detto “Il rock sono io”, quell’emozione mi ha messo a posto con me stesso e con il mondo. Cantare opere come quella per me è autorigenerante, un modo per restare incollato all’emozione che mi ha fatto cominciare questo cammino. L’obiettivo era trovare una chiave semplice per portare avanti contenuti profondissimi. Ecco, i ragazzi devono sentirsi dire cose grosse con parole semplici. Non mi riconosco mai quando mi definiscono poeta, non ho soluzioni tecniche vorrei semplicemente che si portino avanti dei discorsi umani».

Come finirà tutto questo nel tour?

«Siamo felici di cantare negli stadi. Con La rivoluzione sta arrivando tour abbiamo voluto stare insieme alla gente, ritrovarla palazzetto per palazzetto. Adesso vorremmo espandere questo sharing e rivolgerci a tutta Italia in questo nuovo modo. Vi aspettiamo tutti»!

 Raffaella Sbrescia

CALENDARIO “AMORE CHE TORNI TOUR STADI 2018”:

 

24 GIUGNO – LIGNANO SABBIADORO – STADIO G. TEGHIL

27 GIUGNO – MILANO – STADIO SAN SIRO

30 GIUGNO – ROMA – STADIO OLIMPICO

5 LUGLIO – PESCARA – STADIO ADRIATICO

8 LUGLIO – MESSINA – STADIO SAN FILIPPO

13 LUGLIO – LECCE – STADIO VIA DEL MARE

Per maggiori informazioni: www.negramaro.com – www.livenation.it Infoline 02 53006501 – info@livenation.it

Negramaro collezionisti d’amore e di sold out. Il live report del concerto a Varese

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Questa è la storia di un mare fatto di gocce, un mare riccamente popolato di suoni, di occhi, di braccia, di cuori, di parole, di emozioni. Una storia che ha preso vita all’interno del PalaWhirlpool di Varese, un palazzetto dello sport che, per quanto piccolo, ha saputo trasformarsi in un vero e proprio catino bollente grazie ad un’atmosfera tipica da concerto anni ’70: file chilometriche, spazi angusti, anime affamate di stimoli nuovi. Cuore pulsante di questa storia fatta di lacrime, sorrisi, sudore ed incontenibile energia sono i Negramaro: sei artisti, sei amici, sei uomini,ormai maturi e consapevoli, che hanno voluto e saputo coinvolgere il pubblico in maniera piena, appagante, totalizzante.

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Il loro concerto fonde e coniuga immagine e suono, è un’esperienza audiovisiva imponente, sperimentale, stimolante. Ogni brano in scaletta, che sia uno storico successo o uno dei singoli estratti dall’ultimo album “La rivoluzione sta arrivando”, rappresenta un elemento fondamentale di un puzzle unico. Colpisce la scelta della band salentina di buttare giù i muri e i preconcetti della musica pop rock italiana scegliendo dei suoni molto più duri, diretti, metallici, potenti, muscolari prontamente bilanciati dalle code acustiche rilanciate alla fine di ogni brano.Una scelta coraggiosa ma vincente quella di mostrare la doppia essenza di parole capaci di posarsi prima e stratificarsi sotto i lembi dell’ epidermide.

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

“Sei tu quel sole che fa crescere anche gli alberi, sei tu la luna che addormenta tutti gli angeli, sei tu l’inizio di ogni cosa che tu immagini e sei la fine di ogni limite che superi”, canta Giuliano in “Tutto qui accade”, il brano che, ad oggi, rappresenta il surplus ultra di una scaletta già ricca ed eterogenea in grado di toccare magicamente gli angoli più reconditi dell’anima cicatrizzando le ferite e ammorbidendo le spigolosità che la vita ci pone davanti a piè sospinto.

 Raffaella Sbrescia

Setlist

Sei tu la mia città
Posto dei santi
Attenta
Meraviglioso
Nuvole e lenzuola
L’ultimo bacio
Se io ti tengo qui
Sole
Una storia semplice
Tutto qui accade
Via le mani dagli occhi
Sei
Fino alla fine del secolo
Basta così
Lo sai da qui
La rivoluzione sta arrivando
Onde
Ti è mai successo
L’amore qui non passa
Solo 3 min
Estate
L’immenso
Parlami d’amore
Mentre tutto scorre/La finestra

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live ph Luigi Maffettone

Negramaro live al Mediolanum Forum di Assago: ecco la rivoluzione dei sognatori

Negramaro live @ Mediolanum Forum Assago ph Francesco Prandoni

Negramaro live @ Mediolanum Forum Assago ph Francesco Prandoni

“Hey sei un sognatore? Ormai non se ne vedono più. E’ un periodo duro per i sognatori. Dicono che il sogno è morto, che non si sogna più. Ma è stato solo dimenticato. Rimosso dal nostro linguaggio. Nessuno lo insegna così nessuno sa che esiste. Il sognatore è confinato nell’oscurità. Io cerco di cambiare tutto questo. E anche tu. Ogni giorno. Sognando con le mani. Sognando con la mente. Il nostro pianeta deve affrontare i problemi enormi di sempre. Perciò non annoiarti mai. Questo è in assoluto il periodo più eccitante in cui possiamo trovarci a vivere. Ed è soltanto l’inizio”. La citazione tratta dal dialogo presente nel film d’animazione del 2001, intitolato “Walking life” di Richard Linklater, riassume perfettamente l’essenza della musica e dello spirito dei Negramaro. Giunti sul palco del Mediolanum Forum di Milano per la prima delle tre date previste nel palazzetto meneghino, Giuliano, Lelle, Ermanno, Andro, Pupillo e Danilo hanno dato vita ad un concerto davvero straordinario. Al centro della rivoluzione pensata dalla band, il concetto di recupero di ciò che abbiamo perduto, un ritorno al passato restando con i piedi ben piantanti nel presente. Fedeli istantanee di precisi stati d’animo, piccoli avvenimenti quotidiani, frammenti di vita, scampoli di cronaca, fulminee sensazioni sono i tasselli scelti per costruire una storia in grado di parlare di tutti e di ciascuno al contempo. Passando tra pop, rock, elettronica, blues, momenti acustici e dub step servendosi di mapping 3d, avatar ed effetti speciali, i Negramaro legano audio e video a doppio filo immergendo il pubblico in una dimensione in grado di stimolare contemporaneamente tutti i sensi.

Negramaro live @ Mediolanum Forum Assago ph Francesco Prandoni

Negramaro live @ Mediolanum Forum Assago ph Francesco Prandoni

Curate e particolareggiate proiezioni video ispirate ai fumetti disegnati dal bassista Ermanno Carlà per il booklet di “La rivoluzione sta arrivando” animano le scenografie ambientate in città fredde e ipertecnologiche,  questo è il contesto in cui Giuliano e compagni operano per portare in atto la loro rivoluzione. “Sei tu la mia città”, “Il posto dei santi” e “Attenta”, sono i brani scelti per l’apertura del concerto. L’impatto emotivo è notevole, le parole cadono come cascate sulla testa, trafiggono il cuore e inumidiscono i pensieri prosciugati dal tran tran quotidiano. Ogni  canzone in scaletta riserva una piccola sorpresa, nuove sfumature e nuove colorazioni sonore rivestono di nuovo fascino anche le canzoni meno recenti, la scelta di riarrangiare tutti i brani, si rivela vincente ed il risultato spiazza e travolge il pubblico.

Negramaro live @ Mediolanum Forum Assago ph Francesco Prandoni

Negramaro live @ Mediolanum Forum Assago ph Francesco Prandoni

“Meraviglioso” di Modugno/Pazzaglia, “Nuvole e lenzuola”, “Un passo indietro”, “Cade la pioggia”, “Via le mani dagli occhi”, “Sei”, “Sole”, “Una storia semplice” e “Ti è mai successo?”  si susseguono una dopo l’altra innescando un vorticoso meccanismo emozionale. Occhi come specchi, braccia come vessilli, voci come richiami di antichi riti ancestrali. Suggestivamente malinconica  l’interpretazione di Giuliano de “L’ultimo bacio”, una preziosa ballata blues scandita da potenti riff di chitarra elettrica. Struggente “Lo sai da qui”, in cui Giuliano seduto da solo al pianoforte, canta con tutta l’anima con e per suo padre scomparso nel 2013. Amaramente rabbiosa e genuina “L’amore qui non passa” : “Su tutti e su tutto l’amore non passerà mai”, sottolinea Giuliano a denti stretti. L’ultima parte del racconto in musica è tutto un susseguirsi di grandi classici:  ”Solo 3 minuti”, “Estate”, “L’immenso”, “Mentre tutto scorre” fino all’inebriante “Parlami d’amore”: il sigillo finale di esperienza da custodire nel cuore, l’ultimo tassello di quello che non possiamo definire semplicemente un concerto. I Negramaro hanno capito il significato più autentico della parola emozione e, attraverso la loro musica, riescono a fotografare proprio tutte le sfumature contenute in quello che è il prisma dell’anima di ciascuno di noi.

 Raffaella Sbrescia

La Rivoluzione sta arrivando: la magica metafora della vita secondo i Negramaro

 negramaro

Sono passati cinque anni da “Casa 69” e, da allora, i Negramaro non hanno mai smesso di cercare e trasmettere emozioni. Con “La rivoluzione sta arrivando”, un album interamente composto da brani inediti che li riporta nella veste di produttori, Giuliano Sangiorgi e compagni compiono un’ evoluzione che non snatura la loro identità. Questo nuovo lavoro è connotato da sonorità meno aggressive e testi particolarmente ricchi, visionari, per certi versi temibili per la loro immensa forza espressiva. In ogni angolo di ogni canzone, i Negramaro raccontano i sentimenti umani e il mondo circostante in modo semplice eppure fortemente impattante. Sono temi forti quelli che stanno alle base de “La rivoluzione sta arrivando” ed giusto così perché questi anni sono stati particolarmente ricchi di eventi e vicissitudini per tutti loro. Partiti da una masseria in Salento, i sei salentini sono finiti su una highway di Nashville alla ricerca del suono perfetto, un viaggio che ha fatto crescere l’album, attimo dopo attimo, fino al risultato finale che ci lascia col fiato corto ed il cuore gonfio. Anticipato da “Sei tu la mia città” e “Attenta”, lanciati rispettivamente ad aprile e agosto, “La rivoluzione sta arrivando” è un disco malinconicamente lucente ed è ricco di visioni e suggestioni che colpiscono l’anima. “Lo sai da qui”, ad esempio, è una piccola preghiera in cui qualcuno che abbiamo perso continua ad esserci e a mostrarci il cammino. Speciali anche le strofe de “L’ultimo bacio” in cui il flusso di coscienza per un amore finito, rappresenta, in realtà, un nuovo punto di partenza . Il nucleo dell’album è racchiuso, però, tra i versi de “Il posto dei santi”, brano in cui testo e musica si intrecciano intorno al difficile tema della morte offrendone una chiave di lettura speranzosa. Morte e rinascita si ritrovano anche in “Onde”. Bello anche il gioco di immagini in opposizione in “L’amore qui non passa”, brano che Giuliano ha voluto dedicare al gruppo nella sua interezza e che, con quegli archi in chiusura, ci lascia con la sensazione di aver vissuto un sogno da cui non vorremmo svegliarci.

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Il resoconto della conferenza stampa tenutasi al Museo Nazionale della Scienza e della tecnologia di Milano

«Questo album è la nostra evoluzione di questi anni. I titoli sono dei veicoli che devono far riflettere. Non siamo così presuntosi da credere che ci sia una rivoluzione in questo disco, eppure c’è una piccola rivoluzione in ognuno di noi. Durante la realizzazione dell’album mi sono più volte chiesto se fosse giusto affrontare le questioni personali che io e i miei compagni abbiamo vissuto in questi anni, compresa la scomparsa di persone care, e ho capito che la morte è solo una sfumatura dell’esistenza e ti porta a vivere il mondo esterno in maniera ancora più forte e intensa. La rivoluzione per me parte proprio da questo concetto: portare la vita al centro di ogni cosa – spiega Giuliano Sangiorgi.  Visto che viviamo in un’epoca segnata da 140 caratteri, dove spesso contano solo i titoli, vorremmo far riflettere, anche solo per un momento, sull’idea che la rivoluzione possa essere messa in atto ogni singolo giorno da ciascuno di noi – aggiunge il cantante – Nel nostro piccolo ci piacerebbe una piccola rivoluzione contro il cinismo culturale devastante che ci sta infettando».

I Negramaro durante la conferenza stampa a Milano

I Negramaro durante la conferenza stampa a Milano

«Da molto tempo condividiamo vita musica, storia, esperienze. La nostra vita musicale è passata per tante stagioni. “Casa 69” è di cinque anni fa, il discorso musicale era molto diverso. Da lì siamo arrivati a “La Rivoluzione sta Arrivando” attraverso un best off con sei inediti. Siamo stati per mesi in una masseria nel Salento e abbiamo iniziato a parlare e stare insieme tra rivoluzioni ed evoluzioni: ci siamo approcciati a questo disco in maniera tecnicamente diversa, con un discorso musicale immediato e scarno che non significa misero perché il lavoro di costruzione è stato pazzesco – racconta Andrea Mariano –“La rivoluzione sta arrivando” ha girato il mondo per arrivare al sound finale: dal Salento ci siamo spostati a Milano, nelle Officine Meccaniche di Mauro Pagani e in seguito a Madrid, New York e Nashville. Qui abbiamo collaborato con Jacquire King (Kings Of Leon, Bon Jovi, James Bay), un fonico straordinario che, dalla sala prove al mix, ha mantenuto un equilibrio incredibile».

«Per quando riguarda il tour – spiega Lele Spedicatosi tratterà di uno spettacolo, organizzato da Live Nation (in partenza il 4 novembre da Mantova) e sarà raccontato da immagini e visuals che seguiranno il concept grafico del disco. Stiamo lavorando molto sui contributi video, il 15 luglio avevamo già la scaletta pronta e questo non ci era mai successo».

Negramaro

Negramaro

Tornando a parlare dei cardini del disco, molto spazio è stato dedicato al brano intitolato “Il Posto dei santi”: «Questo è un brano in cui mi sono misurato con la metrica del rap, genere che ho sempre amato. Quando avevo  8 anni, il sabato scappavo dal catechismo e mi andavo a comprare i 45 giri rap di quel momento. “Mentre tutto scorre”, “Nuvole e lenzuola”, “Via le mani dagli occhi” racchiudevano un rap in rock e anche questo brano riprende un tipo di metrica rap con sonorità anni ’70», specifica Giuliano. Interpellato in un momento successivo, anche Ermanno Carlà ha commentato il brano in questione: «Il vestito di questa canzone è così diverso da quello che abbiamo sempre fatto, da essere diventato il punto di riferimento per  un cambiamento effettivo senza snaturare quello che siamo stati in passato. Per un gruppo il vestito musicale è molto importante, quindi si gioca sempre su quello che si può indossare più facilmente. Quando il pezzo è venuto fuori sembrava quasi non appartenerci – aggiunge Ermanno – Ora, invece, è come essere consapevoli che un centimetro di pancia in più o una ruga sul viso possono anche esibiti con naturalezza seguendo una prospettiva moderna».

In merito al concept grafico, il bassista del gruppo racconta: «L’uomo e la celebrazione della vita sono il perno intorno a cui si sviluppano le nuove tracce dei Negramaro. Il logo ridonda il titolo stesso del disco e i simboli che vi si leggono sono legati all’ im maginario che Giuliano ha sognato e tradotto in musica. Così è nata questa sintesi grafica tra morte, vita e ironia. Questo tipo di lavoro grafico è una cosa che avevo in mente da tanto tempo. Affascinato anche dal lavoro che fecero un po’ di tempo fa i Gorillaz, ho giocato un po’ con le metafore, quindi è come se i nostri sei alter ego fossero una traslazione del genio e della follia umana. Tutto questo vorrebbe offrire uno spunto di riflessione sul percorso che l’uomo ha compiuto dall’ età della pietra al microchip e far riflettere sul contrasto tra moderno e antico. Il concept vorrebbe essere uno stimolo a recuperare il contatto con la natura, che è vita e che comprende tutto. Nonostante il fatto che a volte si possa provare un sentimento di paura verso il cambiamento, noi attraverso  la musica siamo pronti ad affrontarlo. Certo, non siamo immuni alla sensazione di timore ma da noi in Salento si dice: “Metti un ramoscello lì dove riesci ad arrivare”, ovvero metti il segno dove sai che puoi arrivare perché quando segni un tuo limite stia già lavorando bene per riuscire a superarlo» – conclude Ermanno.

Raffaella Sbrescia

Video: Attenta

 

Le date del tour

4 novembre Palabam – Mantova

6 novembre Mandela Forum – Firenze

10 novembre  Unipol Arena - Bologna

12 novembre Palafabris – Padova

15 novembre Palarossini – Ancona

18 novembre Palaevangelisti -Perugia

21 /22 novembre Palaflorio – Bari

26/27 novembre Palalottomatica – Roma

2 dicembre Palasport – Acireale

5 dicembre Palasele – Eboli

8 dicembre Palamaggiò – Caserta

14/15 dicembre Mediolanum Forum – Milano

18 dicembre Pala Alpitour – Torino

22 dicembre Palageorge – Montichiari (BS)

Info su: www.livenation.it

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