Al Monte live: Alessandro Mannarino ammalia Roma ed è sold out al Foro Italico

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino torna a Roma, in occasione del concerto al Centrale Live del Foro Italico, ed è subito sold-out. Cantore delle emozioni, dei guai e dei sentimenti dei giorni nostri, il cantautore romano è tra gli artisti italiani più apprezzati degli ultimi anni. Le sue canzoni, veraci e genuine, traggono spunto da storie, vicende e leggende comuni, la sua penna riesce a metterle per iscritto ma è soprattutto la sua voce profonda, greve e graffiata a rendere irresistibile e potente questo mix di elementi.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

“Al Monte Live”, il suo nuovo spettacolo,  è un concerto teatrale-ballabile, il cui punto di forza risiede proprio nella narrazione in musica, parole e immagini di una storia che ha come protagonista una donna. Ogni brano proposto in scaletta rappresenta, dunque, la tappa di un viaggio e di una precisa battaglia contro l’impero, quello più becero dove gli uomini non sono più tali. L’ambientazione di questo percorso esistenziale  è un sogno, la dimensione onirica in cui tutto accade  è resa anche dalla scenografia scelta per il palco.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

“L’impero, “Deija”, “Le cose perdute”, “Gente”, “Marylou”, “Osso di Seppia” “Malamor”, “Gli Animali” racchiudono la prima trance del concerto, fondendo presente e passato in un contesto unico e coinvolgente. In bilico tra sogno, incubo e realtà, si incontrano personaggi fantastici ma autentici, mostri, eroi, vittime e carnefici , tutti frutto dell’immaginario di Alessandro Mannarino che, accompagnato da undici musicisti e dall’inconfondibile suono della sua chitarra, guida per mano il suo pubblico.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

“Quando l’amore se ne va”, “Statte zitta”, “Signorina”, “Maddalena”, “La strega e il diamante”, “Merlo Rosso”, Me so mbriacato”, “Tevere Gh” e “Serenata Lacrimosa” costituiscono il nucleo centrale del concerto, l’essenza intima di un viaggio che, in quanto tale, vive attraverso avventurose tappe, ora più felici, ora più drammatiche. Il canto e il ballo assumono, in questo senso, una funzione salvifica e purificatrice.

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Libero da recinti e bandiere, Mannarino completa la metaforica scalata spirituale con “Scetate”, “Scendi giù”, “Al Monte”, Le stelle”, brani, questi ultimi, tra i più amati del suo ultimo album. Immancabile il bis per un concerto goduto dal pubblico fino all’ultimo istante: “Bar della Rabbia” e “Vivere la vita” sono, dunque, i tasselli con cui Alessandro Mannarino completa il suo prezioso puzzle di note e d’amore.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

Alessandro Mannarino live Ph Roberta Gioberti

 

Pomigliano Jazz Festival: Richard Galliano e Marco Zurzolo in concerto sul Gran Cono del Vesuvio

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Questa è la storia di una piccola indimenticabile follia. Vi parleremo del concerto che ha chiuso la XIX edizione del Pomigliano Jazz Festival in una location da mozzare il fiato a chiunque: il Cratere del Vesuvio, uno dei vulcani più noti al mondo. Protagonisti dell’inedito evento, proposto in anteprima mondiale, Cofinanziato dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania con i fondi FESR – ob. op. 1.12 ed organizzato in partnership con l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, in sinergia con Viaggio in Campania – Sulle orme del Grand Tour, il noto fisarmonicista francese Richard Galliano ed il sassofonista partenopeo Marco Zurzolo.

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Ad anticipare il concerto, una lunga, assolata scalata durante la quale i circa 200 fortunatissimi spettatori, suddivisi per scaglioni e accompagnati da guide vulcanologiche, hanno potuto godere della bellezza di un panorama unico al mondo: la caldera del Monte Somma, le collinette formate dalle più recenti eruzioni del Vesuvio, la lunga, infinita distesa di mare le cui onde lambiscono da millenni le coste dell’antica Campania Felix. In lontananza i Campi Flegrei, l’Isola di Procida e di Ischia, un punto di osservazione privilegiato che, se da un lato riempie il cuore di meraviglia e sopraffazione, dall’altro pone davanti agli occhi una perturbante realtà: Napoli e provincia convivono con una realtà naturale imprevedibile e potenzialmente distruttiva.

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

A corroborare lo spirito, l’intenso profumo di coloratissimi arbusti di ginestre e il leggero soffio del vento, pronto a rinfrescare la pelle e l’animo sopraffatto dalla bellezza del pericolo. I concetti di sublime e perturbante trovano una naturale concretizzazione in un territorio morfologicamente creato per distruggere, eppure in grado di generare vita al contempo. Piccole macchie di licheni vesuviani spuntano tra cumuli di materiale piroclastico ossidato dagli agenti climatici naturali mentre il colore ferruginoso della terra,  i piccoli fumosi segnali di attività vulcanologica e i segni, che ha lasciato la precedente eruzione lungo il perimetro della bocca del cratere, compongono l’incredibile scenografia che circonda il palco, a 1300 metri d’altezza sul livello del mare.

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Disposti su piccoli cuscini, donati in omaggio dall’organizzazione, gli spettatori si sistemano lungo una stretta lingua di terra lavica: corpi, cuori, sguardi e sorrisi increduli popolano e colorano il Cratere del Vulcano. Alle 19.00 in punto, in concomitanza con il calar del sole, ha inizio il concerto: un evento unico, inedito , completamente acustico che, attraverso il virtuoso fraseggio di Richard Galliano e la vitale creatività di Marco Zurzolo, possiede, fin dalle prime note, un irresistibile fascino.

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Ad inaugurare la scaletta, due composizioni di Galliano: si tratta di “Tango pour Claude” e “Fou Rire”, seguite da “Oblivion”, il leggendario brano di Astor Piazzolla, primo maestro e punto di riferimento per Galliano. La poesia ed il lirismo dei momenti della sua fisarmonica, esprimono la libertà del jazz e la celebrazione della vita. Impossibile definire la valenza semantica del suono proposto, il contesto è così speciale che le suggestioni si alternano veloci ed imprevedibili nel cuore di ciascuno. Emozionato ed entusiasta, Richard Galliano regala un tocco di Francia al concerto con “Bèbè” e “La Valse à Margaux”. Piccoli trilli psichedelici si alternando a giocosi cambi di tono, perfetti per stemperare la forte e tangibile tensione emotiva presente nell’aria.

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Con l’arrivo di Marco Zurzolo sul palco, si inaugura la parentesi dedicata alla musica tradizionale napoletana. La forte intesa artistica tra i due musicisti, completamente in simbiosi con i rispettivi strumenti, è tale da consentire loro di improvvisare al momento. Ed ecco che sulle note de “La Palummella” e “Indifferentemente” si odono piccoli sussurri di accompagnamento. Irresistibili richiami di trasporto emotivo commuovono l’animo fino a cedere alle pressioni di una piccola lacrima che non ce la fa a rimanere al suo posto. “Tu ca nun chiagne e chiágnere mme faje”, cita il brano composto, proprio per il Vesuvio, da Libero Bovio: l’intensità espressiva ed il finale in dissolvenza lasciano il cuore ricolmo di consapevole malinconia.

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Bellissimo l’assolo di Richard Galliano sulle note del capolavoro di Piazzolla “Libertango”, una delle composizioni strumentali più amate nel mondo. Brillante il duetto sulle note de “’A Rumba  de Scugnizzi”: ritmo, passione, energia si fondono in un iconico movimento dei due musicisti creando una irresistibile danza di note. Le luci del sole sono ormai fievolissime, ancora un paio di brani e poi via, lontano dai minacciosi tornanti del cratere.

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Lasciandoci alle spalle la vetta del Vulcano, il cuore diventa leggero e, così come in un film, le immagini scorrono in dissolvenza sotto gli occhi. Un leggero tremolio attraversa le gambe e il cuore. Furtivi ci apprestiamo ad attraversare il Parco Nazionale del Vesuvio per ritornare in città con la consapevolezza che quel bellissimo concerto è stata, forse, una irripetibile follia.

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

 

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

 

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Richard Galliano e Marco Zurzolo @ Pomigliano Jazz Festival Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

 

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Gran Cono del Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Il Vesuvio Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Acustica tour”: Irene Grandi emoziona il pubblico della Notte Bianca di Gioia Tauro

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Oltre diecimila persone hanno affollato la Notte Bianca di Gioia Tauro lo scorso 19 luglio. Protagonista dell’evento, patrocinato dalla Provincia di Reggio Calabria, Irene Grandi. La cantautrice toscana si è esibita, infatti, nella suggestiva cornice di Piazza Matteotti di Gioia Tauro  in occasione della seconda data del suo “Acustica tour”. Accompagnata sul palco da Saverio Lanza, suo coautore e produttore, alla chitarra e piano, Fabrizio Morganti alla batteria e Piero Spitilli al basso e contrabbasso, Irene Grandi ha proposto al pubblico un concerto diverso dal solito. Gran parte del suo repertorio, comprensivo sia dei grandi successi degli esordi, sia quelli più recenti, è stato rivestito di una luce e di un arrangiamento inedito, pensato quasi del tutto in chiave acustica.

 

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Questo progetto, studiato per mettere in risalto la potenza della voce di Irene ed il carisma naturale con cui l’artista riscalda, da svariati anni, la scena musicale italiana, si avvale del fascino di un’atmosfera intima in cui le canzoni risplendono di luce propria. Con la suddivisione in due parti dell’evento, la seconda metà del live vira verso sonorità più decise e rockeggianti, senza, tuttavia, cambiare troppo il mood semiascustico del concerto. Il risultato è una full immersion nel mondo sonoro di Irene Grandi con una particolare attenzione rivolta ai tratti essenziali dei testi e delle parole.

Fotogallery a cura di: Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

 

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

Irene Grandi Ph Massimiliano Natale

 

 

 

 

 

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu”: l’intervista ed il live report del concerto

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Lo scorso 18 luglio il Summer Live Tones, terza edizione della rassegna Jazz patrocinata dalla Commissione Nazionale UNESCO e dall’ Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Napoli diretta da Alberto Bruno e organizzata da Ornella Falco ha ospitato, nel cortile del Maschio Angioino a Napoli, la prima esecuzione live di “Beethoven in Blu”, il nuovissimo ed inedito progetto strumentale del pianista toscano Riccardo Arrighini.

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Noto per le sue frequenti ed originali fusioni tra la  musica classica ed il jazz, lavorando alle musiche di autori immortali come Puccini, Verdi, Rossini, Wagner, Vivaldi, Mozart, Chopin e maestri contemporanei come Ennio Morricone, questa volta Arrighini ha scelto il repertorio di Ludwig Van Beethoven, considerato uno dei più audaci innovatori della storia della musica: «Questa sera celebriamo l’anteprima assoluta di un progetto ambizioso per vari motivi: primo perché dopo 9 anni che cavalco quest’onda della musica classica e lirica, riarrangiata in chiave jazz, stavolta mi sono dedicato ad un autore che aspettavo da un po’. Io aspetto sempre l’ispirazione e devo dire che questa volta è venuto fuori un lavoro molto diverso, molto più jazzistico. Negli altri casi si trattava di un piano solo invece qui sono in trio con due musicisti, anche loro toscani. Poi perché interagiamo con dei temi famosissimi e abbiamo voglia di pensare ad un tour mondiale per cercare di portare questa musica un po’ in tutto il mondo. Per fare questo avremo chiaramente bisogno di un cd, che non abbiamo ancora inciso, perché ho capito che, contrariamente a quanto si fa normalmente, il disco viene molto meglio se prima hai fatto delle date e hai appreso alcune dinamiche, che in studio non hai completamente sotto mano. In sintesi, questo progetto è bello e ambizioso e mi piace tantissimo».

Un momento dell'intervista Ph Luigi Maffettone

Un momento dell’intervista Ph Luigi Maffettone

Alla domanda sul perché abbia scelto Beethoven, Riccardo risponde così: «Non sono io che scelgo gli autori, sono loro che mi scelgono, ad un certo punto. A dire il vero, due brani di Beethoven li avevo già arrangiati nel 2011 ed era una cosa che avevo già in testa da un po’, poi la conferma è arrivata lo scorso inverno quando ho affrontato la musica di McCoy Tyner ,su ritmiche molto africane, questa cosa mi ha acceso una lampadina e ho pensato all’”Inno alla Gioia”. Alla fine non mi sono più fermato, ho chiamato i ragazzi, abbiamo fatto un po’ di prove ed eccoci qua».

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Pur melodico e votato da sempre al lirismo, Arrighini possiede tecnica cristallina e un naturale suono di pianoforte rotondo e percussivo e con il robusto contributo di Mirco Capecchi al contrabbasso e  Vladimiro Carboni alla batteria, il progetto si arricchisce di una ritmica piuttosto importante. La perfomance risulta, così, in grado di supportare al meglio lo stile e le idee di arrangiamento del pianista e di mescolare la liricità e drammaticità dei temi beethoveniani con una pulsazione ritmica molto decisa ed in qualche modo irruenta, virando il “sound” di alcuni arrangiamenti verso contesti musicali inaspettati come quelli più tipicamente africani.

Mirco Capecchi Ph Luigi Maffettone

Mirco Capecchi Ph Luigi Maffettone

Con la complicità di un repertorio che vede alcune tra le più importanti, famose e straordinarie composizioni del grande genio tedesco quali l’ “Inno alla Gioia”, “Sinfonia n.5”, “Romanza in  Fa”, il “Chiaro di Luna” alcune Sonate per pianoforte, tra cui il primo ed il terzo tempo de “La tempesta” opera 17 e la conosciutissima “La Patetica”, il concerto non conosce spazi di incertezza, il trio riesce, infatti, ad amalgamare note e strumenti con padronanza assoluta.

Vladimiro Carboni Ph Luigi Maffettone

Vladimiro Carboni Ph Luigi Maffettone

L’unica parentesi più distante dal resto del concerto è quella relativa al piano solo di Riccardo Arrighini, durante il quale l’artista ha eseguito “Il tema degli alberi”, una composizione contenuta nel film di Alessandro Tofanelli, di prossima distribuzione, intitolato “Il segreto degli alberi”, ispirata ai suggestivi paesaggi della “macchia” di San Rossore in Toscana. Fotogramma dopo fotogramma, Arrighini rende visivamente l’idea di un sentimento intimo e delicato, concretizzando in maniera tangibile il miracolo della musica.

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Tornando a “Beethoven in Blu”, non ci rimane che attendere i prossimi appuntamenti di un progetto che avrà sicuramente un importante seguito: «Ad ottobre andrò a Bruxelles e poi in Germania, spero che questo progetto possa funzionare molto bene e cercherò di lavorarci su in modo intelligente, farò un video e penserò a dei materiali con cui promuoverlo, ha spiegato Arrighini. Ora è il momento dei social e del web ma spesso mi chiedo: “Come fa gente del tenore di Pat Metheny, e altri, a fare un disco e ad essere il giorno dopo già su Spotify? Praticamente io, che non ho nemmeno l’abbonamento, con un po’ di pubblicità in mezzo, posso ascoltare un disco per intero gratuitamente. E allora mi richiedo: “Perché gli artisti acconsentono?” Le risposte sono due: o le etichette vogliono stare lì alla finestra a vedere cosa succede nei prossimi anni, perché nessuno sa cosa accadrà, o gli artisti accettano perché i dischi si vendono con i concerti. Alla fine il web è una biblioteca gratuita di dischi, che bisogna continuare ad incidere sostenendo dei costi, e, se non ci sei, alla fine sei considerato pure stupido».

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Da non sottovalutare inoltre, il ruolo che Arrighini svolge all’interno del contesto formativo,  in merito ai suoi corsi di Musica d’Insieme rivolti ai più giovani: «Tengo dei seminari a Pisa, due volte al mese, in cui diversi ragazzi molto bravi, già usciti dal Conservatorio, vengono da me a fare una cosa molto importante: suonare. Chi viene dalla musica classica lo sa, si tende a stare in una stanza con il pianoforte e lo spartito ma qui è diverso: l’ importante è mettere i musicisti insieme e lasciare che imparino a suonare tra loro e trovare l’alchimia giusta. Ecco perché mi sono messo nell’animo, l’idea di creare una situazione che funzioni e che sia dedicata alla musica d’insieme».

Raffaella Sbrescia

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno Ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno Ph Luigi Maffettone

Vladimiro Carboni Ph Luigi Maffettone

Vladimiro Carboni Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Vladimiro Carboni Ph Luigi Maffettone

Vladimiro Carboni Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per "Beethoven in Blu" Ph Luigi Maffettone

Riccardo Arrighini in trio per “Beethoven in Blu” Ph Luigi Maffettone

Mirco Capecchi Ph Luigi Maffettone

Mirco Capecchi Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

Venerdì d’Autore all’Intra Moenia: l’energia di Milena Setola e la presentazione di “Bene o Male”

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Si è tenuto lo scorso 18 luglio il terzo Venerdì d’Autore, nell’ambito della rassegna ideata e moderata dalla giornalista musicale Raffaella Sbrescia, in collaborazione con il Caffè Letterario Intra Moenia di Piazza Bellini a Napoli. Protagonista dell’incontro la cantautrice napoletana Milena Setola. Accompagnata dal chitarrista Giuseppe Mellone, la giovane artista, insegnante di tecnica vocale Vocal Power presso la sua scuola “Music &Art” e direttrice dell’Accademia Musicale Lizard, ha presentato il suo album d’esordio intitolato “Bene o Male”, distribuito dall’etichetta indipendente Suono Libero Music.

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Frutto di un percorso durato circa due anni, questo lavoro si avvale degli arrangiamenti e della direzione artistica di Nevada, un musicista e cantautore che, come ha raccontato la stessa Milena durante l’incontro, ha creduto nelle potenzialità della cantautrice sin da quando, nel lontano 2008, la coinvolse nel progetto “Emozionart”, promosso dall’Associazione culturale Giovani del Sud ottenendo ottimi riscontri.

Fresca, vivace, padrona del palco e della sua voce, Milena ha inondato di energia il centro storico di Napoli, anche grazie ad un repertorio incentrato sulla lunga ed apprezzatissima tradizione della musica latina. Ad inaugurare la scaletta della serata, “La Flaca” di Jarabe De Palo, seguita da “Corazon Espinado” e “Oye como Va” di Carlos Santana, una scelta musicale e testuale che ben si sposa con la grande passione e l’approfondita conoscenza della lingua spagnola che Milena ama e studia con fervente passione all’istituto Cervantes di Napoli.

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Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

L’incontro entra nel vivo con l’interpretazione live di “Bene o Male” il primo singolo estratto dall’omonimo album, trasmesso da tante radio, su tutte Radio Margherita, e presente nella compilation estiva di Radio CRC.  Attraverso lo sprint di un arrangiamento veloce e coinvolgente, il singolo si concentra su una ferma intenzione ed un messaggio immediato: “Ma è in questo mare che io voglio viaggiare ed è questa terra che io voglio baciare, che è piena di amore ed è piena sole, che è piena di vita che io voglio rubare”; l’intraprendenza e la tenacia di Milena sono le sue armi migliori per andare avanti nonostante le difficoltà imposte da un periodo storico decisamente complesso.

Durante il botta e risposta con la moderatrice dell’incontro, Milena ha raccontato molto di sé: dalle esperienze di ballerina e attrice, tra tutte quella nel musical di Alan De Luca, al progetto parallelo con il Trio/Quartetto Latin spagnolo con cui l’artista è solita tenere i suoi concerti, fino al suo libro, pubblicato nel 2011 ed edito dalla Book Sprint Edizioni, intitolato “Qualcosa di più”. Un volume che Milena ha scritto in un periodo particolarmente pieno di cose a cui pensare, ispirato alle vicende di una giovane impegnata a districarsi tra l’amore per il canto e quello per un uomo e che alla fine si rivelerà profetico per la sua stessa autrice.

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Sguardo sognante e voce potente, il carisma di Milena raggiunge il suo apice con: “Un futuro da giocare”, a metà strada tra riflessione ed augurio e “Invece no”, un brano dotato di una veste musicale diversa e che rappresenta un’occasione di dialogo con se stessi per capirsi e riscoprirsi in qualche modo. “Dime si” è l’inedito, interamente scritto in lingua spagnola: un’appassionata richiesta d’amore, interpretata da Milena con particolare trasporto. Amatissima e sostenuta, non solo dai suoi amici e dalle persone più care, ma anche dai suoi allievi, Milena ha parole di gratitudine e affetto per tutti e, rispondendo ad una domanda relativa alla sua esperienza di canto durante un concerto dedicato a Papa Giovanni Paolo II, la giovane artista ha colto l’occasione per dare una personale interpretazione del concetto di bene e male, asserendo che una piccola dose di energia peperina ci è indispensabile per la lotta quotidiana che la vita ci impone.

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Grande emozione con un cenno, cantato rigorosamente a cappella, di “Alleria”, l’intenso brano di Pino Daniele che Milena ha voluto interpretare a suo modo e includere nel suo album d’esordio, testimoniando un particolare legame con la propria terra d’origine ed una particolare sensibilità per i temi che, da sempre, racchiudono l’essenza di una territorialità fuori dal comune. Ancora emozioni forti con “Voglia ‘e turnà”, la seconda delle due cover incluse in “Bene o Male”. Il brano di Teresa De Sio, rivive con gli occhi e la voce di Milena Setola che, cantando una “terra addò abbrucian ‘e parole”, s’illumina di luce e di potenza. L’incontro a viso scoperto si conclude con il bis di “Bene o Male” che, per l’occasione, Milena si è divertita ad eseguire insieme a due sue piccolissime allieve, come sempre all’insegna della condivisione.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d'Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

Venerdì d’Autore: Milena Setola Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Summer Live Tones: l’Orchestra Acustica del Pausilypon in Afrocubatà

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

Protagonista del concerto tenutosi lo scorso 17 luglio nel cortile del Maschio Angioino a Napoli, nell’ambito della rassegna Summer Live Tones, diretta da Alberto Bruno ed organizzata da Ornella Falco, con il Patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Napoli e dell’Unesco, l’Orchestra Acustica del Pausilypon, diretta dal musicista Francesco Capriello, con la stretta collaborazione di Paolo Batà Bianconcini, ha offerto al pubblico una speciale esperienza artistica e culturale.

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

Nata da una consistente costola del progetto Bata’ Ngoma, gruppo afroreggae beat, che come una famiglia si allarga ed esplora sonorità nuove, l’Orchestra gode del patrocinio del C.S.I Gaiola Onlus e, anche per questa ragione, l’ensemble veicola un messaggio molto importante, ovvero il contatto dipendente e compartecipato con la natura. Il nucleo del repertorio offerto dall’Orchestra, composta da 14 elementi per lo più giovani e provenienti dal conservatorio di Napoli, si concentra sulla ricerca e lo studio di pratiche rituali e cerimonie afrocubane.

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

Pianoforte, contrabbassi, sezione di ottoni, percussioni e coro hanno dato vita ad uno spettacolo che, partendo da preghiere afrocubane, giunge al flusso tipico del reggae giamaicano senza, tuttavia, trascurare il cuore di Partenope. Al centro della coinvolgente scaletta proposta al pubblico, i canti tradizionali della Santeria dedicati agli Orichas, semidivinità appartenenti originariamente alla mitologia del popolo Yoruba dell’Africa occidentale, personificazioni di forze della natura: il destino Obatala, la purezza e l’intelligenza Changò, il fuoco e la musica Osain, il curandero Ochun, le acque dolci e l’amore Yemaya, il mare, la madre universale ed infine Inle: il medico. Un viaggio extrasensoriale che, grazie alla fusione tra musica e spiritualità, è in grado di offrirci nuovi orizzonti culturali ed un’inedita visione del mondo.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

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Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

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Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

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Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

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Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

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Orchestra Acustica del Pausilypon Ph Luigi Maffettone

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“Ninja”: Emiliano Cannavò coniuga il suono e le arti marziali nel suo album d’esordio

Emiliano Cannavo

Emiliano Cannavo

Emiliano Cannavò è un dj romano nato nel 1979, impegnato da ormai svariati anni nello scenario dance italiano.  Dopo aver fatto parte di un coro gospel universitario come basso/mezzo baritono dal 1998 al 2003, la sua unica passione si è successivamente concentrata sulle consolle. Proprio per questo nel 2008 è diventato ufficialmente un  Dj producer. Dopo un lungo percorso che l’ha portato nei club e nei luoghi di ritrovo notturno più svariati, Emiliano si è concentrato in una nuova fase del suo percorso artistico con “Ninja”, un primo lavoro discografico, frutto dell’incontro con l’etichetta Music Force, che raccoglie una selezione di otto composizioni che prendono il nome e l’ispirazione da alcune armi giapponesi come la spada ninja, il tridente corto, stella ninja, il bastone lungo, il bastone corto, il falcetto e così via.

Emiliano Cannavò

Emiliano Cannavò

Emiliano è, infatti, appassionato di arti marziali e in questa proposta musicale il dj ha lasciato confluire suggestioni estemporanee, suggellate da nomi che ricordano dei punti di riferimento precisi: si va dalle punteggiature jazzate di “To” alla vitalità puntellata di incursioni ritmiche di “Sai”. Il mistero enigmatico di “Shuriken” si accompagna alla psichedelica di “Yari”. La traccia più espressiva è “Hanbo”: l’armonia delle sonorità lascia fluire l’atto creativo risultando particolarmente performante. Il minutaggio contenuto e lo stile riconoscibile di Emiliano Cannavò rappresentano, in sintesi, una buona base per un progetto che si presta all’apprezzamento di un pubblico eterogeneo e aperto all’ascolto di sonorità godibili e mai troppo borderline.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Ninja” su iTunes

Pomigliano Jazz: Campanella e Girotto in anteprima assoluta per “Musiques sans frontières”

Michele Campanella e Javier Girott Ph Errico Sarmientos

Michele Campanella e Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Continuano i prestigiosi appuntamenti della XIX ma edizione del Pomigliano Jazz Festival. I protagonisti del concerto, tenutosi lo scorso 17 luglio nel cortile del Palazzo Mediceo di Ottaviano (NA), sono stati due musicisti di grandissimo spessore: si tratta del pianista partenopeo Michele Campanella e del sassofonista argentino Javier Girotto i quali, per la prima volta in assoluto, hanno presentato il loro inedito progetto musicale intitolato “Musiques sans frontières”. Un lavoro nato da un’idea di Girotto che, seguendo il desiderio di avvicinarsi alla musica classica, attraverso un lavoro di improvvisazione, aspetto più tipico del jazz, si è rivolto a Campanella, tra i massimi esponenti del contesto musicale classico italiano, per cercare, elaborare, affrontare insieme un territorio nuovo ed emozionante.

Michele Campanella  Ph Errico Sarmientos

Michele Campanella Ph Errico Sarmientos

In un contesto assolutamente unico e veramente adatto per lasciarsi andare a nuove ed inedite suggestioni, i due artisti hanno proposto al nutrito pubblico dello storico Festival, un repertorio strumentale costituito da alcuni grandi successi di Claude-Achille DebussyMaurice Ravel, due tra i massimi esponenti dell’impressionismo musicale francese. Musiche, quelle dei due compositori, che si prestano meglio di altre a spazi di intervento perché fatte più di colore che di melodie, brani, questi ultimi che, come preziosi tessuti, sono basi perfette per pregiati ricami di note.

Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Come quelle calde, fluttuanti e carismatiche suonate da Javier Girotto e dai suoi strumenti, accompagnato, sentiero dopo sentiero, da Michele Campanella e dalle sue abili mani che, come velluto, accarezzano i tasti del pianoforte con rispetto ma anche con decisa personalità. Il risultato di questa proposta è un repertorio tanto inedito per il jazz, quanto controverso per la musica classica; elementi ritmici e armonici seguono il flusso creativo spostando l’attenzione dell’ascolto su più livelli, spesso posti ai confini tra i due mondi. Ecco perché “musica senza frontiere” è un titolo quanto mai adatto per un progetto che è già stato inciso per Cam Jazz e che, sebbene sia diverso dall’interpretazione live, possiede i presupposti e l’ardire di girare in Italia e nel mondo per proporre una nuova esperienza sensoriale al pubblico contemporaneo.

Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Attraversati da uno spirito di libertà fedele, Campanella e Girotto, hanno dunque inaugurato una nuova parentesi della propria carriera artistica i cui tratti più interessanti risiedono nella Suite di Debussy “Children’s Corner”, scritta per pianoforte solo e dedicata alla figlia Chouchou, che allora aveva solo 5 anni. I brani descrivono il mondo visto dalla parte dei bambini:  “Gradus ad Parnassum” (ovvero la “salita al paradiso”), che tutti i pianisti devono affrontare negli anni di studio al conservatorio, “Jimbo’s Lullaby”, la ninna-nanna di Jimbo (L’elefantino di Peluche della figlia) e poi, ancora, “Serenade for the Doll”, una specie di filastrocca estemporanea che la bambina canta alla bambola, imitandone i movimenti meccanici, la lenta e poetica “The Snow is Dancing” e “The Little Shepherd”, in cui i grandi spazi e i suggestivi silenzi che accompagnano la vita di un pastore, vengono evocati da Debussy attraverso un’unica linea senza una direzione melodica precisa né ritmica. Un lungo momento creativo che Campanella e Girotto hanno proposto a loro modo, cercando di stimolare il fanciullino pascoliano che vive dentro ciascuno di noi, tra sguardi d’intesa e sorrisi entusiasti.

Michele Campanella   Ph Errico Sarmientos

Michele Campanella
Ph Errico Sarmientos

Una scommessa artistica che non possiamo spiegarvi semplicemente a parole perché, una delle magie della musica risiede proprio nella sua essenza, capace di creare ed individuare una dimensione emotiva ed interpretativa sempre nuova e sempre diversa. Il nostro plauso va, dunque, a Michele Campanella e Javier Girotto per aver scelto di mettersi ancora una volta in gioco, in nome di una passione senza frontiere.

Raffaella Sbrescia

Michele Campanella e Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Michele Campanella e Javier Girotto Ph Errico Sarmientos

Painted Notes: l’ album di incontri musicali di Paolo Palopoli e Isabella Arbace

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A metà strada tra jazz, pop e musica classica, “Painted Notes” è il nuovo progetto discografico, pubblicato lo scorso 27 maggio, che porta la firma del chitarrista partenopeo Paolo Palopoli e della flautista americana Isabella Arbace (Flauti), a cui si aggiunge la fresca e sottile voce vintage di Valentina Ranalli. Il disco, su etichetta Full Heads, racchiude due anime e due universi molto diversi tra loro che, attraverso le 9 tracce che compongono l’album, trovano punti di dialogo, fusione e incontro. Jazz, musica classica,  musica contemporanea e pop/rock sono i generi che possiamo riconoscere all’interno di questa originale miscela musicale che, sotto il titolo di “Painted Notes”, note dipinte, disegna i tratti di un percorso ineludibile, pronto a sorprenderci ogni volta.

Palopoli - Arbace

Palopoli – Arbace

Sonorità eteree, dal fascino ancestrale, convivono con le tinte passionali e perturbanti del jazz di “All the things you are”. La versione live di “Painted Lives” fonde lo swing tipico del Manouche con il lirismo della vocalità di Valentina Ranalli, la quale, attraverso il proprio stile e la sua peculiare vocalità, tinteggia a proprio piacimento anche le sfumature di “Mirror Waters”, una melodia frizzante e minimalista e “Blue, blue, blues”. La suggestiva intro di “Central Park West” “ di John Coltrane si scurisce con la melodrammacitià di una chitarra scura ed implacabilmente solenne mentre “Il Mercante di sogni” rappresenta la perfetta miscela sonora per un esperienza extrasensoriale. In “Bach Orpheus” Palopoli e Arbace manipolano il suono classico, iniettandovi all’interno incursioni al flauto e spruzzi di samba brasiliana di Jobim, il risultato è veramente curioso e meritevole di numerosi ascolti. Immancabile l’omaggio al maestro Ennio Morricone in “Your Love” mentre la chiusura del’album è affidata a “Waves”: un leggero affresco del Golfo di Napoli: una miniera di emozioni dal fascino senza tempo.

Raffaella Sbrescia

Acquista “Painted Notes” su iTunes

Mercoledì Note: una notte di festa con i Rua Port’Alba

Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

In occasione della recente uscita del loro nuovo album, intitolato “Storia di uno”, i Rua Port’Alba hanno tenuto un concerto al Caffè letterario Intra Moenia di Napoli nell’ambito dei seguitissimi appuntamenti della rassegna Mercoledì Note. Marzia del Giudice (voce), Massimo Mollo (chitarra e voce), Martina Mollo (piano, fisarmonica e voce), Caterina Bianco (violino e voce) e Gianluca Mercurio (percussioni) hanno conquistato il centro storico di Napoli grazie alle loro canzoni, il cui nucleo centrale rimangono le storie e le leggende che, dopo tanti anni, ancora ci appassionano.

Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

Non solo tradizione italiana però, i Rua Port’Alba ci prendono per mano e ci traghettano oltre le sponde a noi note, alla volta  di luoghi e vicende apparentemente distanti, eppure vicine. Ispirati dai contenuti del loro album, edito dalla nuova etichetta musicale di Scampia, la Marotta&Cafiero Recorder e finanziato attraverso la rete del crowdfounding, i Rua Port’Alba si approcciano con leggerezza e trasparenza alla vita, raccontandoci il senso del coraggio, la lotta quotidiana  e la cultura del lavoro a suon di note.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

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Rua Port'Alba Ph Luigi Maffettone

Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

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Rua Port’Alba Ph Luigi Maffettone

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