“Scateniamoci”: l’album d’esordio Danilo Di Florio. La recensione

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Con “Scateniamoci”, l’album d’esordio prodotto da Music Force, il cantautore abruzzese Danilo Di Florio si propone all’interno della scena musicale italiana attraverso dieci brani inediti di ispirazione autobiografica. Il progetto rappresenta il culmine di un percorso artistico in salita compiuto principalmente da autodidatta. Proprio quest’ultimo aspetto si evince da un cantato imperfetto e acerbo, sotto tanti punti di vista. L’aspetto più interessante di questo esordiente è la scrittura. I testi contenuti in questo album sono spontanei, diretti e ben strutturati. Le tematiche sono attuali, raccontano il nostro tempo e lo fanno con un approccio squisitamente genuino. Si va dall’intimismo di “Volevo fare il cantautore” al dinamismo melodico della title track “Scateniamoci”: “Prendiamo esempio da ogni bambino, non condanniamoci se non condanna neanche Dio ma conciliamoci che tanto siamo tutti uguali e liberiamoci dai pregiudizi e da tutti i mali”, canta Danilo. Curioso il fatalismo di  “Se ti va” storie di vita, malinconico e consapevole lo “stream of consciousness” che si libra tra i versi di “Così lontano”. Leggera e sbarazzina la trama de  “I vestiti di Marlene” una ballata leggera e sussurrata. Propositiva nel testo ma monotona nella melodia “Se stai marciando”. “Canzone di Natale” è un brano che non aggiunge e non toglie nulla al progetto mentre i fotogrammi proposti ne “La casa di campagna” rimpinguano l’immaginario comune. La controversia enigmatica di “Strane visioni” lascia, infine, spazio alle venature jazz di “Woody Allen”, il brano che chiude il disco e che, rappresenta proprio l’eventuale punto di partenza per un nuovo eventuale progetto in cui Di Florio dovrà per forza di cose lavorare sull’interpretazione e sull’intonazione partendo da una buona base autorale.

Raffaella Sbrescia

Video: Scateniamoci

Tracklist:

Volevo fare il cantautore

Scateniamoci

Se ti va

Così lontano

I vestiti di Marlene

Se stai marciando

Canzone di Natale

La casa in campagna

Strane visioni

Woody Allen

 

Il Santo: il rock incendiario di Samuel Holkins

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Una ventina di minuti di rock incendiario. L’ ep di Samuel Holkins, il nome da solista con cui si presenta la band di Formia composta da Samuel Holkins alla voce, al basso Vince Esposito, alla batteria Massimo Verrillo e alla chitarra Gianluca Merenda s’intitola “Il Santo” e si compone di 5 tracce, scritte da Samuel De Meo, ed è stato pubblicato per la Music Force. Presentandosi in maniera irriverente come  “ritardatari, disordinati e burloni”, la band si contraddistingue, invece, per la dettagliata cura dei suoni ed una buona maturità musicale. Il disco si apre con la forte impronta sociale della title track che richiama al rock di protesta attraverso il racconto dell’ipocrisia del mondo contemporaneo. Il brano “Mille luci” è, invece, un ballo estenuante, la linea melodica cela una latente oscurità di fondo. Nelle suggestioni punk-rock di  “Un uomo memorabile” il concetto di libertà espressiva e personale traspare in ogni nota  tra infuocati giri di batteria. “Babylonia” cerca le radici nella musicalità della musica cantautorale italiana, nella narrazione da cantastorie, con un’ambientazione rock.  “Fuoco di Russia”, traccia di chiusura, è un brano decisamente aggressivo, un finale a schiaffo che racchiude una graffiante energia ed una travolgente enfasi comunicativa.

Raffaella Sbrescia

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Video: Il Santo