Swing Expo 2015: musica e solidarietà al Teatro Dal Verme di Milano

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Per onorare lo spirito cosmopolita di EXPO 2015, il 2 e 3 marzo, al Teatro Dal Verme di Milano, ascolteremo e vedremo come la musica popolare e le danze di vari paesi abbiano influenzato il linguaggio del jazz e dello Swing e come a loro volta questi due generi abbiano influenzato la musica ed alcuni balli popolari in un itinerario immaginario nei vari continenti ed in alcuni paesi. Si andrà dal Charleston, Lindy hop, Collegiate Shag, Boogie Woogie, Rock & Roll, fino alle danze irlandesi e al Tip Tap di Harlem, seppur con soluzioni coreografiche differenti. Alla musica si collegherà un discorso puramente solidale: entro gennaio saranno, infatti, appaltati i lavori di costruzione del nuovo poliambulatorio di maternità e pediatria  ”Divine Providence” in Senegal. La struttura edile sarà completata tra giugno e luglio 2015 concludendo così un progetto durato 4 anni e che quest’anno vede come protagonisti 25 club.

“Si realizza finalmente il sogno di poter dare inizio, una volta che la struttura sarà a regime, ad una serie di service di medici e tecnici Rotariani, che potranno fornire assistenza specialistica e trasferire conoscenza,  con costi estremamente bassi per realizzare tali progetti, ma con una efficienza ed un rapporto tra costo e risultato certamente elevati. La nostra gratificazione sarà il sapere di essere stati uno strumento efficiente, in un ambito internazionale, al servizio di una comunità sofferente. Questo é il ruolo e la missione del Rotary, questa é la misura della nostra etica della responsabilità. Al Galà saranno presenti anche I club che hanno sostenuto negli anni passati il progetto e che si ritroveranno il 2 marzo, creando l’occasione di un grande Rotary Day”

Per sottolineare la varietà dei diversi linguaggi musicali si confronteranno due gruppi musicali:

“Orchestra ritmosinfonica di Paolo Tomelleri” (34 elementi: sax, trombe e trombini, le ritmiche, una sezione di 12 archi, due pianoforti gran coda contrapposti e due batterie)

“International Hot Jazz Quartet” (tra i più qualificati gruppi musicali del circuito internazionale), composto da:

Paolo Alderighi  (I/USA, piano)

Duke Heitger (USA, tromba )

Engelbert Wrobel (D, sax & clarinet)

Bernard Flegar (D, drums)

Special guest

Niki Parrot (Australia, double bass & vocal)

Stephanie Trick & Rossano Sportiello (USA, piano)

Swing dancers:

Vincenzo Fesi (dancer and choreographer of the stage of theater, IT), Marco Larosa and Sonia Salsedo (dancers and choreographers of the audience of theater, IT), Matteo De Stefano (IT),

and the internationally known dance group composed by:

Isabella Gregorio (IT/Swiden), Katja Hrastar (Slovenia), Moe Sakan (Japan), Remy Kuoaku Kouame (France), Pontus Persson (Swiden), Egle Regelskis (Lituania)

Partecipano allo show anche 5 scuole di ballo tra le più qualificate in Italia:

Vincenzo Fesi Lindy Team

Marco larosa Swing & Boogie Team

Nonsolocharleston (Paolo Bruno)

Golden Swing Society (Matteo De Stefano)

Accademia di danze Irlandesi (Umberto Crespi)

SWING EXPO 2015

2 marzo 2015, teatro Dal Verme – Milano

Prenotazioni : info@esedomani.com             Tel: 393-04-300.40 (lu-ve; 14.00-18.00)

Video:

 

 

Queen +Adam Lambert live: la leggenda trionfa a Milano

Queen +Adam Lambert live @ Mediolanum Forum Ph Francesco Prandoni

Queen +Adam Lambert live @ Mediolanum Forum Ph Francesco Prandoni

“Grazie per avermi permesso di farlo”, con queste parole Adam Lambert, nuovo frontman dei leggendari Queen, ringrazia con umiltà il pubblico del Forum di Assago a Milano, sold out, per l’unica data italiana del tour europeo del gruppo. Un ringraziamento che sa di consapevolezza, di coraggio, di vittoria. Sì, parliamo di vittoria di una scommessa, quella di Brian May e Roger Taylor che, rinvigoriti da questa nuova avventura live, si sono lanciati in un percorso a ritroso senza mai perdere di vista la centralità del ruolo che l’immenso Freddie Mercury, continuamente ricordato in ogni modo possibile, ancora ricopre all’interno del mondo Queen. Con un palco imponente, un enorme schermo ovale a forma di gigantesca Q,  una passerella in discesa che porta in mezzo alla platea,  i  Queen si rendono  protagonisti di uno show suggestivo ed oltre le righe. Due e ore e mezza di storia, emozione e soprattutto musica dal vivo. Uno spettacolone che il pubblico ripaga con un’ovazione dietro l’altra. Se la parte introduttiva del concerto è segnata dalla verve in stile Broadway di Adam Lambert, l’impatto emotivo più forte arriva con il segmento nostalgico animato da Brian May al centro della scena, accolto da un lunghissimo e sentito applauso. “Siamo molto felici di essere tornati qui da voi… Queen da voi”, dice in italiano. “Volete cantare con me?”, scherza e sdrammatizza il chitarrista che, sulle soglie dei settant’anni, ancora infiamma i cuori di qualsiasi età con il suo inconfondibile tocco. “These are the days of my life” e “A kind of magic” i momenti clou. A seguire una fitta successione di assoli fino al nuovo vigore offerto dalle migliaia di braccia alzate sulle note di “Radio Gaga”.

Queen +Adam Lambert live @ Mediolanum Forum Ph Francesco Prandoni

Queen +Adam Lambert live @ Mediolanum Forum Ph Francesco Prandoni

Davvero molto interessante il confronto generazionale tra Roger Taylor ed il valido figliolo Rufus Tiger entrambi alla batteria. Sorprendente  la quarantenne e cattivissima “Stone Cold Crazy”, sinuosa “Love Of My Life”,  straziante “Days Of Our Lives”.  Avvolgente il fascino epico di “Bohemien Rhapsody”: la prima strofa è di Lambert, la seconda la canta Mercury dallo schermo ovale, in un concerto dell’epoca, la parte operistica, davvero difficile da eseguire, viene sornionamente lasciata nel playback dell’originale ed è comunque un tripudio di emozioni. Col sopraggiungere dei bis, Lambert torna sul palco in uno sfavillante completo leopardato con tanto di corona in testa: “We will rock you” e “We are the champions” chiudono un concerto vissuto a cavallo tra  la celebrazione del passato e la nuova consapevolezza acquisita nel presente. Nel pieno rispetto della tradizione sono le note dell’inno britannico “ God Save The Queen” a chiudere la serata con la sensazione di aver assistito a qualcosa di difficilmente ripetibile.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST:

“One vision”
“Stone cold crazy”
Fat bottomed girls”
“In the lap of the gods”
“Seven seas of Rhye”
“Killer queen”
“I want to break free”
“Somebody to love”
“Love of my life”
“’39″
“These are the days of my life”
“A kind of magic”
“Bass solo / drum battle”
“Last horizon”
“Under pressure”
“Save me”
“Who wants to live forever”
“Tie your mother down”
“I want it all”
“Radio Gaga”
“Crazy little thing called love”
“Bohemian rhapsody”
“We will rock you”
“We are the champions”

 

 

Pubblico in delirio per il live dei 2Cellos al Fabrique di Milano

2Cellos

2Cellos

Milano celebra l’incontro tra il rock e la musica classica. A suggellare la godibilissima miscela strumentale è il celebre duo di violoncellisti croato/sloven composto da Luka Šulić e Stjepan Hauser. I due giovanissimi musicisti si sono esibiti in un concerto sold out al Fabrique lo scorso 14 dicembre divertendo il pubblico con una performance assolutamente brillante. In avvio il concerto appare pacato e sobrio con “Benedictus di Karl Jenkins, “Where The Streets Have No Name degli U2 poi, in un attimo, la scaletta si infiamma così come altrettanto avviene con il numerosissimo pubblico accorso all’evento:” Viva La Vida dei Coldplay, Californication dei Red Hot Chili Peppers e Resistance dei Muse surriscaldano, infatti, l’atmosfera in maniera piuttosto intensa. L’energia, la carica interpretativa, il carisma e la potenza delle rivisitazioni pensate e realizzate dai 2Cellos catapultano l’animo in una dimensione di ascolto attivo e partecipato. La grinta, la forza, l’estro e la creatività rappresentano i punti di forza del duo anticonvenzionale, gli strumenti acquisiscono una particolare estensione sonora fino alla totale distorsione elettronica prestandosi, dunque, ad un giocoso melting pot di note e generi musicali. “Smooth Criminal (di Michael Jackson) / Welcome To The Jungle (dei Guns N’ Roses), “Thunderstruck (degli AC/DC) sono i brani che compongono una coinvolgente e spettacolare tripletta. L’ingresso in scena del batterista Dušan Kranjc completa e rinforza il percorso rock intrapreso dai 2Cellos. “Back In Black”, Highway To Hell,  (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones, Smells Like Teen Spirit dei Nirvana e “The Trooper degli Iron Maiden smuovono anche i più timidi. Sudore, sorrisi ed applausi rimpinguano il parterre del Fabrique ma le sorprese non finiscono qui: l’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini sfocia nella travolgente cavalcata dei due violoncellisti. Delicata ed elegante la chiusura con Fields Of Gold di Sting da interpretare come un fascinoso ed ancestrale ritorno alle origini. Nel raccogliere i meritatissimi applausi i 2Cellos danno, infine, appuntamento al pubblico per il lungo meet & greet allestito al banchetto del merchandising a testimonianza del fatto che nonostante siano ormai delle vere e proprie rock star, i due musicisti hanno tutta l’’intenzione di mantenere un contatto diretto col pubblico da cui poter attingere energia creativa.

Raffaella Sbrescia

Il Cile in concerto al Tunnel Club di Milano. Il live report dell’evento

Il Cile live @ Tunnel Club Foto tratta dalla pagina facebook dell'artista

Il Cile live @ Tunnel Club Foto tratta dalla pagina facebook dell’artista

Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, ha inaugurato il suo nuovo mini tour al Tunnel Club di Milano lo scorso 11 dicembre. Tra le mani la sua fedele chitarra, negli occhi l’emozione di chi si approccia al pubblico con la voglia di far bene ed il carico emotivo da fronteggiare con prontezza, mentre nel cuore palpita il carico di entusiasmo per una nuova importante avventura artistica. Tra le labbra le storie, le poesie e le canzoni  che contengono il succo della vita. Senza troppi giri di parole, preamboli o effetti scenici, Lorenzo cerca e trova il suo approccio al pubblico in modo lento ma inesorabile. Una dopo l’altra, le canzoni del giovane cantautore s’incastrano in un perfetto meccanismo armonico. Ad accompagnare il Cile sul palco sono Presentini alle chitarre, Pasquini al basso, Squarcialupi alla batteria e Faralli alle tastiere per intarsiare vizi e virtù, gioie e guai.  L’amore è un suicidio,  Siamo morti a vent’anni, La ragazza dell’inferno accanto, Tamigi, I tuoi pugnali, Le parole non servono più, sono i tra i brani più acclamati della scaletta. Ampio spazio anche alle canzoni contenute nel recente lavoro discografico di Lorenzo, intitolato “In Cile Veritas”: Sapevi di me, Vorrei chiederti, Mary Jane, Parlano di te, Ascoltando i tuoi passi catturano le attenzioni del pubblico riscontrando un caloroso feedback. Lorenzo porta avanti il primo concerto di questa nuova avventura live modellandosi e modulando la voce e l’emozione inanellando canzoni l’una dopo l’altra. In chiusura l’attesa e amatissima Cemento Armato rappresenta ancora il marchio di fabbrica di un song writer dallo stile ricercato ed elegante, mai stucchevole e spesso incisivo. Un brano di impatto che, a distanza di tanto tempo, riesce ancora a smuovere l’anima dall’interno.

Raffaella Sbrescia

Al Monte live: Alessandro Mannarino travolge il Teatro Arcimboldi di Milano

Alessandro Mannarino Ph Roberta Roberti

Alessandro Mannarino Ph Roberta Gioberti

Musica, teatro, arte, poesia, interculturalità: questo e molto altro è racchiuso nell’essenza di “Al Monte live”, il nuovo spettacolo che il cantautore romano Alessandro Mannarino sta portando nei teatri d’Italia dopo il clamoroso successo delle date estive. Diversa la struttura, modificati gli arrangiamenti e la dinamica dello show, Mannarino modella e modula canzoni,monologhi e melodie con cura minuziosamente artigianale ed il risultato è in ogni momento tangibilmente fruibile dallo spettatore. Lo scorso 30 novembre Mannarino è approdato al Teatro Arcimboldi di Milano e, attraverso le sue canzoni, l’artista è riuscito a conquistare gli applausi scroscianti dei tantissimi spettatori accorsi ad assistere all’evento. Ad accompagnare il cantautore, sempre più intenso e coinvolgente, un nutrito numero di musicisti professionisti, pronti ad esaltare ogni singola sfumatura dei brani proposti in scaletta, veri e propri artigiani del suono che vale la pena di citare per esteso: Daniela Savoldi (violoncello); Nicolò Pagani (contrabbasso); Alessandro Chimienti (Chitarre); Mauro Menegazzi (Fisarmonica e tastiere); Simona Sciacca (Cori); Marco Monaco (batteria); Renato Vecchio (sax); Daniele Leucci (percussioni); Antonino Vitali (Tromba); Giovanni Risitano (Chitarre); Adriana Ester Gallo (violino e viola).

Il concerto rappresenta un percorso scandito da tappe precise: la prima parte è intima ed elegantemente raffinata. Luci soffuse e giochi di penombre e chiaroscuri risaltano la particolarissima vocalità di Alessandro Mannarino che cesella i suoi immaginifici testi con degli arrangiamenti all’insegna della contaminazione sonora. La tradizione folk, l’esoticità delle percussioni, la poesia dei fiati e la carica delle chitarre incantano il pubblico innescando uno speciale meccanismo di purificazione spirituale. “L’impero”, “Deija”, “Le cose perdute”, “Maddalena”, “Osso di seppia”, “L’Amore nero”, “La strega e il diamante” “Malamor”, “Scendi giù”, dedicata alla triste e sfortunata vicenda del giovane Stefano Cucchi, “Le stelle” scandiscono ogni secondo del concerto scuotendo ogni singola fibra del corpo. Luci e scenografie si sposano ad hoc con i movimenti e le melodie proposte in scaletta ottenendo un risultato ben strutturato e coinvolgente. Subito dopo la pausa, i toni e i ritmi di fanno decisamente vivaci: chiuso in una gabbia di legno, nei panni di un detenuto, Mannarino diverte gli spettatori con un lungo monologo inscenando un esilarante processo ad una zanzara. Tutti in piedi per cantare e ballare senza inibizioni sulle note dei successi storici ma anche brani tratti dall’ultimo album di inediti di Alessandro Mannarino: “Marylou”, “Quando l’amore se ne va”, “Statte zitta”, “Signorina”, “Merlo rosso”, “Me so ‘mbriacato”, “Tevere Grand Hotel”, “Serenata lacrimosa”, “Gli Animali” divertono e coinvolgono il pubblico nella celebrazione di uno speciale baccanale. Bando alle etichette ed al bon ton, il flusso delle note è irresistibile, via le giacche, via le sciarpine, l’anima è in subbuglio, meglio lasciarle libero sfogo. A coronamento di questo grande rito musicale collettivo, sopraggiunge la bellissima title track “Al monte”, un brano dotato di un fascino e di una potenza mistica impossibile da descrivere a parole.  Il surplus ultra è la potente e soave voce dell’eclettica Simona Sciaccia. Per l’immancabile bis finale Mannarino saluta il pubblico, che nel frattempo è ancora in estasi, con l’intensa “Vivere la vita” e l’irrinunciabile grande classico “Bar della rabbia”, un marchio di fabbrica che, aldilà dello scorrere del tempo e della notevole maturazione artistica del cantautore, conserva un’autentica genuinità di cui, di tanto in tanto, avremo sempre bisogno.

Raffaella Sbrescia

Il padrone della Festa tour: il trio Fabi Silvestri Gazzè ubriaca d’amore il pubblico di Milano

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

 

«Quello che vogliamo comunicare attraverso questo progetto è la forza della collettività rispetto al singolo, l’importanza di fare le cose insieme». Con queste sentite e veritiere parole Niccolò Fabi sintetizza lo spirito de Il padrone della Festa tour, uno dei progetti live più belli, più intensi e riusciti degli ultimi anni in Italia. Sul palco del Mediolanum Forum di Assago a Milano, lo scorso 24 novembre, il trio di cantautori romani Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri ha letteralmente celebrato l’amore in tutte le forme possibili. Dopo essersi osservati, incrociati, affezionati tra di loro, anche al di là degli impegni professionali, i tre artisti hanno creato una dimensione artistica in cui ritrovarsi come una figura unica, in grado di toccare ogni singola fibra delle anime in ascolto. Il concerto al Forum è stato molto più di una festa, esso ha rappresentato la tappa saliente di un viaggio importante, costruito attimo dopo attimo, nota dopo nota, concerto dopo concerto.

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Partiti da piccoli palchi di altrettanto piccoli locali, Fabi- Silvestri Gazzè hanno pian piano cementato la propria credibilità grazie allo sconfinato amore per la musica  e all’assoluta naturalezza con cui sono riusciti a raccontare l’animo umano lasciando spesso attonito l’ascoltatore. Perfettamente a proprio agio tra loro e con il pubblico, i tre artisti hanno inaugurato il concerto con “Alzo le mani”, tratto da “Il padrone della festa”. In acustico e su un piccolo palchetto, il trio si pone subito al centro di una dimensione magica, quasi onirica, delicata e sognante. Dopo l’inizio corale, ciascuno dei tre canta una canzone del proprio repertorio personal:  Occhi da orientale di Silvestri, Una buona idea di Fabi,  Il timido ubriaco di Gazzè lasciano il passo alle note di A bocca chiusa, Il solito sesso ed È non è. Ogni brano conserva una propria indelebile identità, una personalità impossibile da scalfire, nemmeno modificandone parzialmente l’arrangiamento. Il pubblico canta ogni parola, segue ogni movimento, si stupisce per l’evoluzione del palco, per l’entrata della band sull’intro di Come mi pare: Roberto Angelini (chitarre), Massimo de Domenico (polistrumentista), Gianluca Misiti (tastiere), Piero Monterisi (batteria), Josè Ramon Caraballo Armas (percussioni e tromba) e Adriano Viterbini (chitarra) sono i musicisti e grandissimi amici che il trio ha scelto di portare con se in questa speciale avventura live.

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Il tour rappresenta un vero e proprio momento di arrivo per i tre cantautori che, al culmine della propria carriera, hanno scelto di cimentarsi in un esperimento molto più che riuscito. Il risultato delle loro evoluzioni artistiche è intenso, innovativo, coinvolgente, emozionante. Molto divertente e ben studiato il simpatico siparietto dell’incontro-scontro tra Fabi e Gazzè, presentato dall’arbitro Silvestri, sulle note de L’avversario, tra brevi estratti di brani storici ed esilaranti sketches. Eterea e leggiadra L’amore non esiste conquista davvero tutti, a seguire Life Is Sweet sancisce l’importanza fondamentale del viaggio in Sud Sudan e rappresenta l’occasione per rendere omaggio alla Ong Medici con l’Africa Cuamm. Struggente la versione di Mentre dormi di Gazzè, magistralmente interpretata da Fabi. Elegante e ricercato il nuovo arrangiamento scelto per L’’autostrada di Daniele Silvestri, seguita dalla cover “Corazon Espinado”, cantata a sorpresa dal batterista Ramon Caraballo. Il pubblico è ubriaco d’amore e di emozioni: Capelli, Cara Valentina, Testardo, La favola di Adamo ed Eva,  Lasciarsi un giorno a Roma e Salirò sconquassano il Forum.

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Le note sono il pane quotidiano di Fabi, Silvestri e Gazzè, gli applausi scroscianti sono il gustoso companatico con cui accompagnare gli attimi della vita in cui artisti del loro calibro raccolgono quanto seminato nel corso di tanti lunghissimi anni.  Molto intensa la proiezione del momento teatrale con Valerio Mastandrea che recita La preghiera del clown, famoso monologo di Totò sull’importanza dell’arte e dello spettacolo nella società. Il finale del concerto è tutto da ballare rigorosamente in piedi: Sornione, Una musica può fare, Gino e l’alfetta e Sotto casa sono le ultime gemme della preziosa miniera custodita dal trio. Dopo circa tre ore di concerto, i tre artisti  si congedano, infine, dal pubblico,  con un ultimo bis che non potrà essere altro che la title track  perché l’amore è  Il Padrone della Festa.

Raffaella Sbrescia

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

 

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

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Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

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Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

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Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

Fabi Silvestri Gazzè in tour Ph Luigi Maffettone

 

 

Counting Crows live a Milano: gli eroi del rock anni ’90 fanno sognare il pubblico

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Counting Crows @ Alcatraz

I Counting Crows tornano in Italia dopo anni di lontananza e lo fanno riempiendo di note e di persone l’Alcatraz di Via Valtellina a Milano. Introdotti in apertura dai Lucy Rose, i corvi di San Francisco mettono subito a segno un colpo dritto al cuore del pubblico con “Lean on me”, a luci ancora spente. In poco meno di dieci minuti si consuma l’emozione più forte e più intima dell’incontro con la band. La canzone è una delle più intense dei Counting Crows e la potenza espressiva di Adam Duritz è forte tanto quanto lo era nei fulgidi ed altalenanti anni ‘90. Per circa due ore il pubblico, emozionato ed attivamente partecipe, è stato coinvolto in un tortuoso alternarsi di momenti teatrali e di aperture rock potenti ed immediate, con tre chitarre e un piano a supportare i cambiamenti di ritmo,  di tono, di vibrazione da parte di Duritz e soci. Per l’ultima data del tour europeo i Counting Crows dimostrano tutta la padronanza scenica e la libertà che sono stati capaci di conquistarsi nel corso di venti lunghi anni. Attore ed improvvisatore, Adam riesce ad andare spesso a braccio, modellando e modulando versi, note e parole.

Counting Crows @ Alcatraz

Counting Crows @ Alcatraz

Il primo brano proposto in scaletta è la storica “Round Here”, il seguito attinge in maniera diretta ed immediata dalla tradizione del classic rock americano.  Davvero bellissima l’interpretazione di “Mercy”, intrisa di magica poesia. Inaspettato il solo alla fisarmonica di Charlie Gillingham in “Omaha”. Ogni brano è illuminato da suoni, sfumature e personalizzazioni che spiazzano e coinvolgono l’anima a 360 gradi: “Cover up the sun”, “Scarecrow”, “Colorblind”, “Miami” e “Big Yellow Taxi”, “A Long December”, “Hangingaround” sono le perle che infiammano la parte intermedia del concerto. Ipnotica e decisamente carica di pathos la versione offerta di “Possibility Days”. Soddisfatte anche le previsioni secondo cui il gruppo avrebbe nuovamente eseguito “Mr Jones” dopo la data della sera prima a Padova.  Il momento dei bis è dedicato a “Palisades Park”, direttamente dall’ultimo lavoro “Somewhere under wonderland”, “Rain King” e “Holiday In Spain”, gli ultimi colpi in canna di questi sottovalutati e valorosissimi eroi del rock che vorremmo vedere più spesso sui palchi d’Italia.

Raffaella Sbrescia

Bambini senza paura- Insieme si può: note, parole e immagini per l’infanzia al Teatro Elfo Puccini di Milano

Eugenio Finardi @ Bambini Senza Paura - Milano

Eugenio Finardi @ Bambini Senza Paura – Milano

Una notte per celebrare i sogni e i diritti dei bambini e degli adolescenti di tutto il mondo in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’infanzia. Questo il tema portante di “Bambini senza paura- Insieme si può”, il concerto spettacolo condotto da Filippo Solibello che ha preso forma dal progetto sviluppato e promosso da Gertie, nato per sensibilizzare il pubblico sui diritti dell’Infanzia e promuovere una cultura del rispetto reciproco a tutela della libertà e della dignità dei bambini. L’iniziativa, ospitata dalla sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini di Milano, lo scorso 20 novembre 2014, è nata attorno al lungometraggio d’animazione “Bambini senza paura. Dedicato a Iqbal”,  con la regia di Michel Fuzellier e Babak Payami, la cui uscita nelle sale è prevista nella primavera 2015. Sogno e diritto: due concetti che si muovono lungo due filoni paralleli e che sempre più si allontanano dalla sfera quotidiana di tanti, troppi bambini malnutriti, abusati, schiavizzati, isolati. La serata prodotta da Fulvia e Franco Serra ha, dunque, inteso offrire un momento di riflessione su una tematica di rilevante importanza. Ad inaugurare l’evento la performance dell’Orchestra di Via Padova che, seppur in formazione ridotta, ha colto l’occasione per presentare al pubblico due brani inediti che saranno inclusi nel nuovo album “Acqua”, in uscita tra poche settimane. A seguire l’intenso, emozionante, coinvolgente il reading di Marina Senesi. Il racconto interpretato dall’attrice ha catapultato la platea in un’assolata domenica pomeriggio a Nairobi tra volti di bambini in cerca d’amore e bambini spaventati dall’uomo. Bambini che convivono con la paura della vita stessa e che attraverso la propria sofferenza comunicano tutto il loro bisogno di essere curati, seguiti, amati.

Alessio Lega e Guido Baldoni @ Bambini senza paura - Milano

Alessio Lega e Guido Baldoni @ Bambini senza paura – Milano

Intimo e prezioso anche il contributo di Eugenio Finardi, protagonista di una breve ed intensissima parentesi chitarra e voce. “ Non diventare grandi mai” e “Le ragazze di Osaka”, scritta per la sua amata figlia Elettra, sono i gioielli che il cantautore ha regalato al pubblico: “C’è molta antologia intorno ai bambini, soprattutto in questo particolare periodo storico, dice l’artista. Crescere in un mondo che sta cambiando sotto i loro piedi non è facile. Quello che noi possiamo fare per loro è cercare di rispettarli e curarli senza caricarli delle nostre paure, ansie e delusioni”.

Petra Magoni, Ilaria Fantin, Patrizio Fariselli @ Bambini senza paura - Milano

Petra Magoni, Ilaria Fantin, Patrizio Fariselli @ Bambini senza paura – Milano

Viva e spensierata l’incursione amarcord, targata rock’n’roll di Ricky Gianco mentre l’ironia, la brillantezza e la vivacità di Alessio Lega e Guido Baldoni hanno rappresentato la vera sorpresa della serata.  Fine e ricercato Carlo Marrale in “O Re”. Davvero suggestivo il reading di Giuseppe Cederna della favola di Italo Calvino, intitolata “Giovannino senza paura”, seguito dal prezioso contributo strumentale del Maestro Fabrizio Fariselli, autentico demiurgo di note ipnotiche e sofisticate.  La chicca della serata è stata l’originalissima performance di Petra Magoni che, insieme alla giovane musicista Ilaria Fantin e allo stesso Fariselli, ha deliziato il pubblico con un antico brano risalente addirittura al 1600.

Fulvia e Franco Serra @ Bambini senza paura - Milano

Fulvia e Franco Serra @ Bambini senza paura – Milano

La parte conclusiva dell’evento è stata riservata alla presentazione del lungometraggio animato dedicato ad Iqbal con il contributo dei produttori Fulvia e Franco Serra, il regista e lo scrittore del libro Francesco Di Giacomo.  A chiudere la scaletta l’infuocata invettiva suonata di Ivan e I RUM e la performance di Vince Tempera. L’evento ha quindi riunito il cinema, l’arte, la musica, i nuovi media, il gioco, la letteratura in un percorso studiato ad hoc per offrire al pubblico un canale di avvicinamento ed interazione con problematiche che non possono e non devono essere trascurate.

Raffaella Sbrescia

Antonio Faraò Quartet in concerto al Blue Note di Milano. Il live report

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Proseguono all’insegna della classe e dell’eleganza gli appuntamenti musicali della nuova stagione del Blue Note a Milano. Lo scorso 15 ottobre il pubblico meneghino ha, infatti, potuto deliziarsi con il concerto dell’Antonio Faraò Quartet. Considerato dalla critica di settore come uno dei più interessanti pianisti jazz dell’ultima generazione, Antonio Faraò nasce in una famiglia dalle radici musicali ben salde. Ad accompagnarlo sul palco il bravissimo e particolarmente ispirato Mauro Negri al sax, il raffinato Marco Ricci al contrabasso e l’effervescente Gene Calderazzo alla batteria. I quattro musicisti hanno ipnotizzato gli spettatori con un concerto di circa due ore passando con disinvolta maestria da brani originali ed estrosi agli immancabili standard, ormai veri e propri ever green di settore.

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Antonio Faraò Quartet @ Blue Note

Con un’ introduzione timida e sussurrata, il quartetto ha scelto di conquistare il pubblico muovendosi in punta di piedi, creando un vortice emotivo e strumentale realizzato in crescendo. Il ritmo veloce ed implacabile del piano di Faraò costruisce e ricama le strutture dei brani proposti in scaletta con veemente vigoria trovando nel sax di Mauro Negri un valido punto di riferimento. La potenza immaginifica dei brani è tanto forte da catapultare l’immaginario nei più disparati contesti. Si va dai bistrot parigini, ai quartieri di New Orleans. Uno battito di ciglia è più che sufficiente per balzare repentinamente da un luogo all’altro. Pathos, malinconia e romanticismo sono i cardini lungo i quali si muovono le fila strutturali di un concerto pensato per accarezzare l’anima smuovendola dall’interno.

Raffaella Sbrescia

Intervista a Gabriele Vegna: “Pittura, energia per comunicare, pura e impalpabile”

Keith Richards. Ritratto di Gabriele Vegna

Keith Richards. Ritratto di Gabriele Vegna

Gabriele Vegna è un artista che vive e lavora a Milano.  Scelto tra gli iscritti di Piazza delle Arti, la piattaforma che mette in contatto artisti e aspiranti e mecenati, Vegna si è avvicinato alla pittura molti anni fa e, nel corso del tempo, ha concentrato la propria ispirazione e la propria energia verso la musica rock, intesa non solo come colonna sonora di una generazione ma anche, e soprattutto, come un modo per  riuscire a scarnificare e poi rigenerare, in maniera indelebile, il pensiero, il costume e il modo di vivere di tutto il mondo. Reduce dall’esposizione dei propri quadri presso il locale milanese Ronchi 78 di Giacomo Bertacchi, appassionato di musica e titolare dell’etichetta musicale Palbert Music, Gabriele Vegna ha omaggiato Ritratti di note  con questa intervista in cui l’artista ha ripercorso le proprie fasi artistiche e ci ha aperto le porte del suo pensiero.

Cos’è per lei la pittura?

Per me la pittura è ancora una grande passione. Ho iniziato a dipingere, casualmente, non molti anni fa; avevo bisogno di uno specchio e ne decorai la cornice. Da allora iniziai a dipingere con continuità, prima soggetti geometrici, poi la figura umana, e a ogni quadro riuscivo sempre di più ad affinare la tecnica.

Da cosa nasce l’energia per dipingere?

Nasce dalla voglia di mettermi in gioco quotidianamente. È una sfida con me stesso per provare a dipingere dei soggetti sempre più complicati. Ogni volta che inizio un nuovo quadro, mi domando sempre se sarò in grado di farlo.

Ritratto di Gabriele Vegna

Ritratto di Gabriele Vegna

Quali sono i passaggi che hanno preceduto il suo avvicinamento alla pittura?

Dopo gli studi ho iniziato a lavorare in uno studio di architettura come junior designer. Successivamente ho partecipato, come assistente scenografo, al festival lirico Opera Barga  (Lucca), dove ho contribuito a realizzare l’allestimento delle opere Demetrio e Polibio di Gioacchino Rossini e La Traviata di Giuseppe Verdi. All’inizio degli anni ’80 anni ho collaborato per alcuni studi fotografici e di pubblicità, sino ad affermarmi come producer in uno dei principali network di comunicazione internazionali, dove ho realizzato molte campagne pubblicitarie per note aziende.

Ci racconta i suoi lavori maggiormente rappresentativi?

Con i miei lavori cerco di omaggiare i musicisti che con la loro musica mi hanno sempre accompagnato. I miei preferiti sono da sempre i Rolling Stones, in particolare Keith Richards. Gli Stones sono stati spesso additati come nemici pubblici, per la loro immagine definita oltraggiosa. Immagine basata sugli scandali, sulla droga e sugli eccessi di cui la loro carriera è sempre stata costellata. Rappresentare Beggars Banquet è stato impegnativo, sia per la complessità del soggetto che per le dimensioni (m.2×1), ma sono stato gratificato, il dipinto è stato acquistato da una fondazione. Con la finalizzazione di questo lavoro ho capito che mi potevo spingere oltre nel creare lavori ancora più complicati.

Qual è la sua cifra stilistica, qualora ce ne fosse una in particolare?

Ritraggo i personaggi nella maniera più realistica possibile, per le mie capacità, cercando di conferire loro più “anima” con l’uso di colori dai toni caldi, in modo da accentuarne il contrasto e i chiaroscuri. La mia pittura è un interpretativo omaggio alla British Pop Art, in modo particolare alla pittura di Peter Blake che di quella corrente artistica è considerato il padre.

Perché molti dei suoi dipinti omaggiano la musica rock?

La musica rock è stata la colonna sonora della mia generazione, da molti definita “folle”, ma capace di creare l’irriverente genialità della Controcultura, e i musicisti che danno vita alle mie opere ne sono stati fra le bandiere. Icone di una generazione dalle forti tensioni e contraddizioni che, con la forza delle proprie idee, è riuscita a scarnificare e poi rigenerare, in maniera indelebile, il pensiero, il costume e il modo di vivere delle persone in ogni parte del mondo. Controcultura che è diventata, con pieno diritto, patrimonio della cultura collettiva. Quei musicisti ne faranno parte per sempre.

Jimi Hendrix. Ritratto di Gabriele Vegna

Jimi Hendrix. Ritratto di Gabriele Vegna

Quali icone, in particolare, hanno scaturito un interesse artistico nella sua anima?
Sono molti, per citarne alcuni: Jeff Beck, Steve Winwood, Frank Zappa, Jimi Hendrix, che ho avuto la fortuna di vedere in concerto, a Milano nel 1968, quando avevo 15 anni e Keith Richards. Credo che Richards rappresenti l’icona che meglio rappresenta il rock, con le rughe scolpite da una vita vissuta senza risparmiarsi, le mani deformate dalle migliaia di accordi suonati, il look stravagante e volutamente trascurato, ma è sopratutto un chitarrista, oltre che un compositore, ineguagliabile e i suoi riff sono e saranno sempre materia di studio per le future generazioni di musicisti. Frank Zappa. Il GENIO. Spirito libero dalla mente acuta. Musicista, compositore e scrittore di testi irriverenti. Nemico di ogni tipo di droga, del falso moralismo, dell’ipocrisia sessuofoba, del capitale. Frank Zappa, forse, è stato il musicista che meglio ha saputo sperimentare stili e linguaggi artistici differenti. Creatore di uno stile musicale inconfondibile, le sue composizioni non sono etichettabili. La sua musica è una perfetta miscellanea di rock’n’roll, blues, musica contemporanea e jazz, elaborata con intelligenza e personalità musicale.

Cosa pensa della piattaforma Piazza delle Arti?

Molto utile per far conoscere artisti che non hanno possibilità di esporre i loro lavori. L’idea dei mecenati trovo che sia un punto di forza di Piazza della Arti. Purtroppo sta diventando una cattiva abitudine corrente chiedere soldi a chi intende esporre. La maggior parte di queste “mostre” a pagamento servono solo per spillare soldi e non portano nulla di concreto. Piazza delle Arti si pone come una valida alternativa al tradizionale circuito delle gallerie d’arte, sempre più difficile da raggiungere, le gallerie ormai difficilmente investono negli artisti non affermati.

Che riscontro ha avuto l’esposizione al Ronchi 78?

A dire il vero non molto, a parte un paio di persone interessate ai miei lavori… interesse che però non si è concretizzato. Il vero riscontro è questa intervista, oltre ad alcune recensioni sull’esposizione che sono state pubblicate su vari siti. Anche se preferisco non esporre nei locali, con Ronchi 78 è stata comunque una buona esperienza. I proprietari del locale sono persone cordiali e gentili, fra l’altro Max si occupa di musica, credo che abbia una sua etichetta e permette a molti  musicisti di esibirsi nel suo locale.

Ritratto di Gabriele Vegna

Ritratto di Gabriele Vegna

A cosa sta lavorando attualmente?

Inerente alla pittura sto realizzando dei nuovi soggetti, a ottobre intendo organizzare una nuova personale. Altri progetti, sto ultimando la stesura di un romanzo, altra mia passione è scrivere e, non ultimo, sto cercando di realizzare il mio sogno nel cassetto, quello di aprire uno spazio espositivo che, oltre ad accogliere i miei lavori, permetta anche ad altri artisti di esporre, naturalmente senza chiedere loro alcun contributo.

Quali prospettive ci saranno per la pittura in futuro?

Di artisti giovani e talentuosi ce ne sono molti e davvero bravi, prima o poi verranno scoperti. Anche se attualmente le gallerie d’arte stanno attraversando un periodo di forte crisi, credo che il talento, prima o poi, venga sempre premiato.

Si ringraziano Gabriele Vegna e Sara Bricchi per Parole e Dintorni

Raffaella Sbrescia

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