Sono la band del momento, loro sono i Thegiornalisti. Qui la fotogallery del concerto Sold out all’Alcatraz di Milano tenutosi lo scorso 17 novembre a cura di Carmine Arrivo.
Anno dopo anno, passo dopo passo, la favola di Marco Mengoni si è trasformata in una realtà sempre più solida. Anche le due nuove date al Mediolanum Forum di Assago, nell’ambito di MengoniLive2016, hanno visto esaurirsi i biglietti in men che non si dica, segno dell’invincibile affetto che il pubblico dimostra di avere nei confronti del giovane artista che, ancora una volta, si è mostrato in forma smagliante. Poche ma fondamentali le novità in scaletta: Marco lascia intatta la struttura portante dello spettacolo ma sceglie di fare degli strategici innesti. Più nello specifico parliamo di “Onde”, “Sai che” e “Se parlassimo” tre brani che faranno parte di MARCO MENGONI LIVE, il progetto discografico del cantautore che uscirà il 25 novembre prossimo su etichetta Sony Music e che rappresentano la prova di una nuova direzione ancora più marcatamente cantautorale intrapresa da Marco.
Marco Mengoni live @Mediolanum Forum
Piccola delusione per i fan di lungo corso che speravano nel ripescaggio di vecchie perle, Mengoni concentra la setlist sui successi tratti dalla sua playlist in divenire dedicando particolare attenzione non solo agli arrangiamenti ma anche ai visuals e alle luci. Nonostante l’imponenza della produzione futuristica, l’elemento che fa davvero la differenza in questo spettacolo è proprio la voce dell’artista, così poliedrica, così peculiare, così potente, così emozionante. Marco squarcia il petto, penetra a fondo negli angoli più bui dell’anima, riporta a galla emozioni, ricordi, sentimenti, sensazioni che con gli anni avevamo imparato a seppellire seguendo l’avvilente tendenza alla disillusione e al disincanto.
Marco Mengoni live @Mediolanum Forum
Una delle qualità che bisogna riconoscere a Mengoni è questa grande poliedricità che gli consente di passare con nonchalance da struggenti ballads strappalacrime a brani uptempo carichi di adrenalina trasformando il concerto in un’esperienza veramente completa. L’intro dello show è riservata a “Ti ho voluto bene veramente”, seguita da “Non me ne accorgo”, “Nemmeno un grammo” e “Parole in circolo”. Sempre intensa l’antologica “Esseri umani” anche se ad innescare lo switch on emotivo è “Ricorderai l’amore”, opportunamente rivisitata in inglese. Ottimo il connubio “One dance” con la nuova “Onde”, magistrale l’interpretazione di “In un giorno qualunque”, un brano che è stato disegnato sulla pelle di Marco e che dopo tanti anni rimane uno dei più intensi del suo repertorio. Lo slot comprensivo di “Non passerai”, “Solo due satelliti”, “L’essenziale”, “La valle dei Re” è il migliore perché è in questa fase del concerto che Marco dà tutto il meglio di sè: libero, disinvolto, padrone assoluto della scena e catalizzatore totalizzante delle attenzioni di tutti. Irresistibile e sensuale il medley disco con “Una parola”, “I feel love”, cover del brano di Donna Summer, e “Io ti aspetto. Immancabile l’amatissima “Guerriero”, irriverente e sfiziosa la sorpresa finale con due cover reggae come Jammin’ e Could You Be Loved di Bob Marley, impreziosite dall’energico contributo dei Bamboo.
Marco Mengoni live @Mediolanum Forum
Grazie Marco, ci hai emozionato e ci hai fatto divertire, ci hai commosso e ci hai sorpreso. Ora conquista il pubblico europeo e poi riposati, raccogli le energie e poi lasciaci tutti senza fiato con un disco che solo tu, con la tua incredibile voce, puoi permetterti di fare.
Raffaella Sbrescia
La scaletta del concerto:
1. Intro – Ti ho voluto bene veramente
2. Non me ne accorgo
3. Nemmeno un grammo
4. Parole in circolo
5. Intro – Esseri umani
6. Ricorderai l’amore
7. Intro – One Dance – Onde
8. Intro – Pronto a correre
9. Sai che
10. Ad occhi chiusi
11. In un giorno qualunque
12. Tonight
13. I got the fear
14. Freedom
15. Se imparassimo
16. Non passerai
17. Solo due satelliti
18. L’essenziale
19. Intro – La valle dei re
20. Medley disco: Intro – Una parola – I feel love – Io ti aspetto
Un concerto da antologia, un evento nell’evento, un momento da raccontare ai posteri. Il “20 Years World Tour” ha riportato i Placebo in Italia per un’unica data sold out al Mediolanum Forum di Assago per una serata storica. Brian Molko e Stefan Olsdal, fondatori e unici due titolari dell’ex trio, insieme alla band composta da Bill Lloyd, Nick Gavrilovic, Fiona Brice e Matthew Lunn hanno dato un esplosivo benvenuto alla loro festa di compleanno con una scaletta succulenta e ricca di canzoni rimaste chiuse nei cassetti per svariato tempo. La celebrazione dei 20 anni della band inglese ha, tra l’altro, un forte legame con Milano; la città lombarda li accolse, infatti, nel lontano 1996 in occasione del live al Palatrussardi in apertura ad uno dei loro più grandi modelli: David Bowie. Partito alle 21 in punto con un omaggio a Leonard Cohen, lo show è stato scandito da una cavalcata di successi storici della band. Un concerto da “dentro o fuori”, una full immersion con il cuore in gola ed il respiro in apnea. I Placebo hanno scavato a piene mani all’interno del loro forziere dando spazio anche ai brani più commerciali. Tra le perle del concerto in oggetto c’è “Pure Morning”, rimasto per tanto tempo rinchiuso nelle segrete della band britannica.
Placebo -Mediolanum Forum – Milano
Con questa summa della loro avventura musicale, i Placebo hanno voluto premiare la pazienza dei fans, ad arricchire tutto l’insieme, inconfondibile timbro e l’imprevedibile piglio del leader Brian Molko. Se nella prima parte del concerto è stato dato più spazio alle ballad oscure, la seconda ha visto un’accentuata declinazione post-punk con potenti scariche di energia da cogliere a piene mani. In questo “gigantesco Truman Show, in cui ci ritroviamo a vivere, Brian Molko non ha voluto esimersi dal redarguire il pubblico dall’uso smodato dei telefonini: “Quella di perdervi l’intero concerto stando dietro uno schermo è una vostra scelta, non possiamo impedirvi di registrare ma ricordatevi che l’audio che vi porterete a casa sarà autentica merda”.
Placebo -Mediolanum Forum – Milano
Ambiguità, mistero, fascino, carisma, queste sono le doti più evidenti di Molko, le stesse che l’artista ha raccolto in eredità dall’amato mentore David Bowie a cui ha dedicato il brano “Without you I’m nothing” con tanto di visuals proiettati sullo sfondo della scenografia. A proposito di luci, effetti e video, la parte visiva dello show è stata concepita in modo dettagliato e spettacolare, un modo per completare in maniera esaustiva un’esperienza di elevatissimo impatto emotivo tra vorticosi saliscendi. Un’autentica festa di compleanno organizzata a regola d’arte, un regalo che il pubblico ricorderà sicuramente a lungo.
Raffaella Sbrescia
La scaletta del concerto:
Pure Morning
Loud Like Love
Jesus Son
Soulmates
Special Needs
Lazarus
Too Many Friends
20 Years
I Know
Devil In The Details
Space Monkey
Exit Wounds
Protect Me From What I Want
Without You I’m Nothing
36 Degrees
Lady Of The Flowers
For What Its Worth
Slave To The Wage
Special K
Song To Say Goodbye
The Bitter End
Teenage Angst
Nancy Boy
Infra Red
Running Up That Hill
Arrivati al quarto capitolo della loro saga dark-synthpop, i londinesi White Lies ritornano a Milano, più precisamente sul palco del Fabrique di Via Fantoli con un concerto vivo e pulsante fin dalle prime battute con la travolgente performance dei The Ramona Flowers in apertura. La gamma dei suoni della si amplia inglobando le sonorità dell’ultimo lavoro discografico “Friends” raggiungendo un risultato pieno e corposo. Dopo 3 anni di lunga assenza Harry McVeigh e soci riabbracciano il pubblico italiano con le loro atmosfere a tratti melanconiche, a tratti svolazzanti. La loro formula racchiude un continuo andirivieni tra presente e passato senza mai stancare lo spettatore. Flussi new wave e neoromanticismo s’intrecciano tra rimandi agli anni ’80 e futuristiche commistioni di electro synth pop. In scaletta fluttuano Take It Out On Me, Hold Back Your Love e Is My Love Enough? ma anche e soprattutto There Goes Our Love Again nonché l’acclamatissima ed amatissima To Lose My Life. Ancora pezzi tratti dal primo album come Death, Farewell To The Fairground, Unfinished Business e The Price Of Love creano particolare alchimia con il pubblico. La cifra stilistica dei White Lies si muove lungo i confini di atmosfere cupe; sarà forse per questo che la nuova ventata portata da “Friends” ha reso tutto il concerto molto godibile e senza momenti morti. I brani scelti per il bis sono Big TV, Come On e Bigger Than Us, la triade perfetta per chiudere nel modo giusto una serata che serviva per rompere il ghiaccio e ricucire le fila di un amore, quello del pubblico italiano per i White Lies, che si era solo assopito un momento.
Conosciutissimo in Campania e semi conosciuto nel resto del paese, Tony Tammaro è una generation icon. Dopo 25 anni di carriera il cantore dei “tamarri” valicherà i confini campani per cinque concerti prodotti da L’Azzurra Management di Giovanni Brignola. Dopo il debutto casalingo al teatro Diana di Napoli (7/11), Tony approderà nel tempio milanese del rock (22/11 all’Alcatraz), in uno dei più antichi teatri della città di Bologna (24/11, Teatro Duse), nel covo della musica live romana (27/11, Jailbreak), prima di far ritorno al Teatro delle Arti di Salerno (29/11). Ad accompagnarlo on stage, una band composta da cinque musicisti - Nino Casapulla (tastiere), Luciano Aversana (chitarre), Paolo Pollastro (basso), TonyMartuccelli (batteria) e Rossella Bruno (cori). Vincitore tre volte del Festival Italiano della Musica Demenziale, Tony si è raccontato in questa intervista, andiamo a scoprirlo.
Tony, finalmente valichi i confini della Campania. Come mai proprio adesso?
Sono “appena” 25 anni che faccio il cantante e in tutto questo tempo ho girato in tutti i 540 comuni della Campania, anche più di una volta. Credo che abbia fatto abbastanza gavetta per poter affrontare il tour italiano. Ho avuto l’idea grazie al web: mentre chattavo con i miei fan, mi sono accorto che moltissimi di loro sono tutti emigrati al nord Italia quindi ho deciso di andarli a trovare.
Come sarà strutturato il live show?
Ho intitolato lo spettacolo “Tony Tammaro alla conquista dell’Italia” e ho ritenuto opportuno che tutti noi ci vestissimo adeguatamente per l’occasione. Avremo elmi, corazze, tuniche e accessori da antichi romani. I costumi di scena saranno curati da Annalisa Ciaramella. La filosofia alla base di questa scelta è: se deve esserci una conquista dell’Italia, è giusto attrezzarsi in modo adeguato. Per la scaletta sono un po’ in difficoltà, ho scritto 90 canzoni e per un concerto di due ore dovrò fare una precisa selezione. Sicuramente ci saranno tutti i classici del mio repertorio insieme ad altri più recenti, tratti dal mio ultimo lavoro “Tokyo Londra Scalea”. Sto facendo anche dei sondaggi sui miei canali social, credo che proverò ad accontentare più persone magari racchiudendo un po’ di brani in un medley.
Nei tuoi brani è sempre presente un sottotesto da cui si evince una forte personalità. Quali sono i tuoi interessi?
Sono un appassionato di musica jazz e leggo molto. Non ho la laurea, sono un autodidatta, le mie canzoni sembrano scritte da e per tamarri, la verità è che spesso le persone restano sorprese quando interagiscono con me. Ascolto di tutto e di più, sono un gran curioso, mi concentro soprattutto sugli arrangiamenti ma raramente mi sconvolgo. Mi sono emozionato quando vidi cantare Vasco Rossi “Vita spericolata” a Sanremo, quando ho ascoltato i Neri per Caso cantare a cappella e poi sono rimasto colpito dal fatto che una giovanissima cantante come Ariana Grande abbia le carte in regola per giocare alla pari con la grandissima Mariah Carey.
Come vive il tuo pubblico la tua persona e come vivi tu le persone che ti seguono?
Quando ero ragazzo andavo ai concerti, ogni volta che pensavo di avvicinare uno dei miei idoli c’era qualche bodyguard che mi menava. Da grande ho deciso che avrei avuto un rapporto diverso con i fans e così è stato. Quando finisco i concerti mi fermo tanto con loro, spesso mangiamo anche qualcosa insieme. In questo modo mi sono fatto tanti amici e continuo ad imparare tante cose ogni giorno.
Cosa significa essere un artista indipendente?
Ho iniziato 25 anni fa con l’autoproduzione, mi sono sempre autofinanziato e ogni volta che ho pubblicato qualcosa di nuovo mi sono sempre affidato al passaparola.
Tony Tammaro
Quali sono state le evoluzioni e le involuzioni della figura dell’ “italcafone”?
Sono anni che osservo e studio le persone che vengono a sentirmi. Le mode sono cambiate, adesso tra il pubblico ci sono tanti studenti universitari molto più raffinati di un tempo. L’involuzione si vede soprattutto in rete ed in particolar modo sui social; la tamarragine è diventata qualcosa di violento e si presenta soprattutto in forma di insulti, calunnie ed offese gratuite.
Come si colloca il genere della musica demenziale all’interno dello scenario musicale contemporaneo?
Questo genere ha un ruolo molto marginale. Io ho scelto di arrivare al pubblico utilizzando la via melodica senza le mitragliate di parole che usano i rapper. Mi rifaccio ai vecchi poeti, gli stessi che hanno scritto le migliori pagine della musica classica napoletana, quelli che usavano le quartine. Io non uso scariche di parole, in genere mi fermo entro i limiti di un foglio A4.
Nel frattempo hai scritto qualcosa di nuovo?
Sono molto pigro e poi sono dell’idea che un artista debba scrivere solo quando ha qualcosa da dire. Diffido degli artisti troppo prolifici, io ho deciso di fare come i Beatles: mi fermo a 10, sono a 8 ma me la prenderò molto comoda, prima che esca un disco devo essere assolutamente sicuro che faccia ridere chi lo ascolta.
Da Mercoledì 2 Novembre partirà “SOPRA I MAGAZZINI”, il nuovissimo aperitivo in musica del mercoledì sera che dalle 19:00 alle 22.00, vedrà alternarsi sul palco dei Magazzini Generali di Milano ogni settimana coppie di musicisti che non si conoscono tra di loro e che daranno insieme vita a momenti di sessioni di improvvisazione e creazione musicale allo stato pure. L’ambiente Sopra i Magazzini sarà un luogo raccolto, in cui perdersi a tempo di musica, tra l’elettronico e lo psichedelico, il digitale e l’onirico, la ricerca e il clubbing. Si potrà ballare, ma anche osservare e farsi affascinare, stare seduti e assaporare la musica di questo programma unico nel panorama milanese. Sarà un modo per riscoprire i Magazzini Generali in una veste inedita, lontani dalla grande sala sottostante che rimarrà chiusa per quelle ore.
Mumi
Mercoledì 2 Novembre si parte con 2 musicisti d’eccezione, MUMI, una delle poche suonatrici di hangdrum o handpan, particolari strumenti a forma di grandi padelle di metallo prodotti in svizzera capaci di produrre suoni alieni e dalle melodie sognanti, e Allie, definito come uno dei rapper più silenziosi del mondo caratterizzato da una forte vene cantautoriale in grado di creare storie che vivono del loro stesso suono, con un tappeto sonoro in cui la narrazione colpisce per la sua eleganza ed intensità: un’elettronica ridotta ai minimi termini, che può ricordare una versione lo-fi di James Blake.
Dua Lipa @ Tunnel Club – Milano ph Francesco Prandoni
Dua Lipa è finalmente arrivata a Milano. Il suo show al Tunnel Club è stata una vera sorpresa e vi raccontiamo perché. La giovane cantante, poco più che ventenne, di origini kosovare, si è fatta conoscere in Italia e sulla scena europea grazie al riuscitissimo singolo “Be the One”. Forte di un timbro vocale caldo, sensuale e potente, Dua padroneggia il palco con grazia e naturalezza. Le ritmiche dei suoi brani, di cui alcuni non sono stati ancora pubblicati, spaziano moltissimo tra echi hip hop, dub, rock e dark pop. Appassionata ed avida ascoltatrice, Dua ama lasciar confluire richiami e frequenze sonore nei suoni brani che toccano spesso tematiche legati a delusioni sentimentali o comunque a fatti autobiografici. Stranisce scoprire come questa giovane artista abbia deciso di prendersi tutto il tempo necessario per pubblicare il suo album d’esordio. La sua idea è quella di raccogliere il meglio della propria produzione per un debutto a regola d’arte. A giudicare da quanto visto e ascoltato dal vivo, possiamo tranquillamente dire che siamo di fronte ad una ragazza che ha molto da dire al suo pubblico e, a giudicare dai super produttori con cui lavora (Emile Haynie, che ha collaborato con Lana Del Rey, e Andrew Wyatt) è evidente che abbia da dirne anche a loro. Non rimane che attendere, ne varrà sicuramente la pena.
Loredana Bertè è tornata a ruggire. Dopo averci piacevolmente sorpreso con il suo ultimo lavoro discografico “Amici non ne ho …ma amiche sì”, prodotto dall’amica e collega Fiorella Mannoia, la cantante è salita sul palco dell’ Alcatraz di Milano donando tutta se stessa al pubblico. Il suo canto è un grido di battaglia, l’essenza stessa della vita che scorre e che si fa sentire in tutto il suo vigore, nonostante il dolore, nonostante i rimpianti, nonostante tutto. Musa dei migliori cantautori che hanno fatto la storia della canzone italiana, Loredana è da sempre un’artista antesignana, lucidamente spavalda, schietta e genuina come pochi sanno essere. Il suo repertorio è costellato di successi intramontabili, le canzoni in scaletta portano il marchio inconfondibile delle penne di Pino Daniele, Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, Pino Mango, Edoardo Bennato, Mario Lavezzi e tantissimi altri. Con Loredana sul palco, una collaudata band, la fedele Aida Cooper e l’anima dell’amatissima sorella Mia Martini.
Loredana Bertè – Alcatraz – Milano
Loredana conosce bene le vibrazioni di un’inquietudine con cui ha imparato a convivere, si rifugia nelle canzoni ritrovando nuova linfa in cui riversare le emozioni di una vita turbolenta ma incredibilmente intensa e degna di essere raccontata.
Dal rock al raggae, la Bertè attraversa generi, correnti e sfumature con la sua voce potente e con la sua personalità dirompente, questo nuovo stato di grazia emoziona e convince il pubblico, affezionato ed entusiasta di aver ritrovato una delle ultime grandi dive italiane.
Paolo Rossi in “Rossintesta” al Teatro Menotti di Milano
Non è un omaggio, non è un ricordo, non è una celebrazione. “Rossintesta”è lo spettacolo che il cantautore astigiano Gianmaria Testa, scomparso lo scorso marzo, ha costruito e immaginato per l’amico Paolo Rossi, tra i più amati degli attori comici italiani. All’interno del delicato spettacolo ospite del Teatro Menotti di Milano fino al 22 ottobre, convergono, infatti, due anime legate non solo da una grande amicizia ma anche dal destino e dal lavoro. La storia di questo fortunato incontro prede vita attraverso un concerto teatrale diviso idealmente in 4 capitoli: il teatro, con brani incentrati sul tema del mestiere dell’attore il rapporto con le donne, il sociale e la politica nonché un sentito omaggio a Jannacci, artista amatissimo da entrambi, sia da Paolo che da Gianmaria.
Paolo Rossi in “Rossintesta” al Teatro Menotti di Milano
Accompagnato sul palco da Emanuele Dell’Aquila e i Virtuosi del Carso (Stefano Bembi, Bika Blasko, Alex Orciari e Roberto Paglieri), Paolo Rossi mischia musica e monologhi, satira e poesia in un progetto pensato per far sorridere, grazie alla verve popolare dell’attore ma anche per far riflettere, attraverso le preziose canzoni di Testa. Dalla mimica, alla gestualità, all’espressività, ogni dettaglio è pensato per dare un senso a parole che non avranno mai una scadenza. Uno spettacolo di musica in cui sogni, speranze, parole e risate si amalgamano rimpolpando lo spirito di suggestioni e contenuti.
Scoppia la Depeche Mode mania: Dave Gahan, Andrew Fletcher e Martin Gore annunciano un nuovo album di inediti, intitolato “Spirit”, che vedrà la luce durante la prossima primavera su etichetta Columbia Record ed un tour mondiale che prenderà il nome di “Global Spirit Tour”. L’occasione è un evento di portata internazionale al Teatro dell’Arte nella Triennale di Milano: «Abbiamo trascorso gli ultimi due anni a lavorare al nuovo album tra Santa Barbara e New York insieme al nuovo produttore James Ford. Il disco si intitolerà “Spirit” e la sua uscita è prevista per la prossima primavera. I tempi sono prematuri per parlarne nel dettaglio ma il suono è davvero incredibile, siamo molto orgogliosi di questo lavoro e speriamo che piacerà anche a voi», spiega Dave Gahan all’affollata platea.
Depeche Mode
Grande attenzione rivolta ovviamente alla tournèe: «Il tour, che seguirà l’album, si articolerà in 32 concerti per 21 Paesi, prenderà il via il 5 maggio a Stoccolma mentre la tappa finale sarà il 23 luglio a Cluj-Napoca in Romania. Ovviamente suoneremo anche in Nord e Sud America ma ci sarà tempo per dirvi di più in merito». In Italia la band arriverà a giugno (grazie a Live Nation): il 25 sarà all’Olimpico di Roma, il 27 allo stadio San Siro di Milano e il 29 al Dall’Ara di Bologna.I biglietti saranno in vendita dalle 10:00 del 15 ottobre su livenation.it e ticketone.it. I Titolari di American Express potranno accedere ad una prevendita dedicata, di 48 ore, dalle 9:00 del 13 ottobre alle 9:00 del 15 ottobre.
Depeche Mode
Entrando nei dettagli di questo nuovo progetto, i Depeche Mode raccontano anche del loro supporto a Charity Water: «Per il Global Spirit Tour continueremo la collaborazione con la casa di orologi svizzeri Hublot, per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore di Charity Water, organizzazione non profit che fornisce acqua pulita alle persone di tutto il mondo». Tornando al tour: «Ancora una volta l’elemento visuale sarà fondamentale all’interno dello show. Per il tour collaboreremo nuovamente con Anthony Corbin ma ancora dobbiamo studiare il concetto visuale. Per quanto riguarda le tematiche che affronteremo, certamente il disco subirà l’influenza del difficile contesto socio-culturale che viviamo ma anche in questo caso i tempi non sono ancora maturi per svelarvi i dettagli; ci stiamo ancora lavorando ma possiamo dirvi che siamo sicuri di poterci spingere oltre quello che abbiamo fatto con “Delta Machine”», spiegano i Depeche Mode.
Depeche Mode – Dave Gahan
Dopo il rigoroso “no” in merito all’ipotesi reunion con Alan Wilder, un paio di specifiche in merito alla scaletta: «I brani del nuovo album rappresenteranno la struttura portante della scaletta mentre quelli vecchi verranno opportunamente riarrangiati per poter configurare uno spettacolo omogeneo. Non siamo in un club dove si può pensare di stravolgere una scaletta e improvvisare, ad ogni modo non vi faremo mancare delle sorprese! Sicuramente ci saranno fan entusiasti e grandi delusi in merito ad eventuali esclusioni in quella che sarà la nostra set list definitiva ciò ma alla fine ci interessa rendere felice il maggior numero di fan sparsi nel mondo».
Raffaella Sbrescia
Video: Presentazione Depeche Mode – Triennale – Milano
Global Spirit Tour – Calendario Tour Europeo Estate 2017
May 5 Stockholm, Sweden Friends Arena
May 7 Amsterdam, Netherlands Ziggo Dome
May 9 Antwerp, Belgium Sportpaleis
May 12 Nice, France Stade Charles-Ehrmann
May 14 Ljubljana, Slovenia Dvorana Stožice
May 17 Athens, Greece Terra Vibe Park
May 20 Bratislava, Slovakia Štadión Pasienky
May 22 Budapest, Hungary Groupama Aréna
May 24 Prague, Czech Republic Eden Aréna
May 27 Leipzig, Germany Festwiese
May 29 Lille, France Stade Pierre-Mauroy
May 31 Copenhagen, Denmark Telia Parken
June 3 London, United Kingdom London Stadium
June 5 Cologne, Germany RheinEnergieStadion
June 9 Munich, Germany Olympiastadion
June 11 Hannover, Germany HDI Arena
June 18 Zurich, Switzerland Letzigrund Stadion
June 20 Frankfurt, Germany Commerzbank-Arena
June 22 Berlin, Germany Olympiastadion
June 25 Rome, Italy Stadio Olimpico
June 27 Milan, Italy Stadio San Siro
June 29 Bologna, Italy Stadio Rentao Dall’Ara
July 1 Paris, France Stade de France
July 4 Gelsenkirchen, Germany Veltins-Arena
July 6 Bilbao, Spain BBK Live Festival
July 8 Lisbon, Portugal NOS Alive Festival
July 13 St. Petersburg, Russia SKK
July 15 Moscow, Russia Otkritie Arena
July 17 Minsk, Belarus Minsk-Arena
July 19 Kiev, Ukraine Olimpiyskiy National Sports Complex
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Per altre infoclicca qui . Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok