Con il nuovo album di inediti, intitolato “Amo” Miguel Bosé completa il proprio prisma artistisco. Anticipato in radio dal singolo “Encanto/L’Incanto” , questo è il primo lavoro di inediti dopo “Cardio” del 2010. Si tratta di un album positivo, colorato, un’opera omnia comprensiva del Bosè pensiero. Una dichiarazione di principi, un affresco dei colori dell’anima, la difesa dell’amore per la conoscenza e l’informazione, un input alla vita. Un disco fatto in casa in cui l’artista riscopre il proprio passato, racconta il proprio presente, lascia aperte le porte del proprio futuro. Miguel, ci racconti il processo di lavorazione e di scrittura che ha accompagnato questo album? Ho scritto queste canzoni mentre ero a casa, il processo di scrittura è durato due anni e mezzo, un periodo molto lungo durante il quale ho tenuto insieme molte cose in contemporanea. Ho pututo godermi la famiglia, l’orto, gli animali, staccarmi da Bosè ed entrare in Miguel. Quando sono entrato in studio, invece, era già tutto molto definito. Mi sono accupato personalmente del missaggio di questo lavoro, questa è una fase davvero delicata nella lavorazione di un disco e ho voluto accertarmi che lo spirito delle canzoni fosse rispettato. A proposito del binomio Miguel - Bosè che tipo di equilibrio hanno trovato le tue due anime?
Parliamo dei contenuti di “Amo”. Cosa racchiude questo tuo nuovo lavoro discografico? |
Il tema centrale è la conoscenza, già dalla copertina si capisce tutto. “Amo” è la canzone matrice, qui c’è il mio mondo, la mia infanzia, i miei interessi: dalla biologia all’aritmetica, dall’architettura alla fisica e la letteratura. Si tratta di un immenso viaggio immenso che prende spunto dalla mia insaziabile curiosità. Amo le cose che so e che non so, quelle che intuisco, quelle in cui credo, che arriveranno… Amo la capacità di sapermi meravigliare, affascinare, esplorare, scoprire. Questo è il vero punto d’intersezione tra Miguel e Bosé, si tratta di due persone unite da un’avida sete di conoscenza.
Come interpreti il cambiamento dell’industria discografica?
Oggi si parte da quello che c’è, non si cercano più gli artisti, si cercano le canzoni. Il mio pubblico è composto da quattro generazioni, di cui almeno due non hanno e non avranno mai un cd fisico. Quello che mi preme sottolineare è che l’artista è come un seme: ci vuole terra, cura, calore, stagioni, tempo. Quello che ora comanda è l’immediatezza. In merito a questo discorso io sono poco traumatizzabile, non mi spaventa il corso del tempo, ho vissuto il massimo del massimo, ho fatto parte dei fulgidi anni ’80, i cosiddetti anni d’oro. Nonostante questi presupposti, è sicuro che la richiesta di nuova musica ci sarà sempre e sarà sempre più forte.
Come vivi oggi il tuo rapporto con l’Italia?
Ho una teoria: l’Italia è un paese fedele alle formule; io ho tradito una formula ritenuta vincente per una mia necessità artistica con “Bandido”, la gente non ha capito chi ero, non mi ha più riconosciuto, ha avuto la sensazione che fossi fuggito via. Nei paesi di lingua spagnola, invece, è accaduto esattamente il contrario: l’ascolto è, di norma, più instabile, ai latini piace il gioco, l’avventura, il continuo rinnovamento. Questo spunto ha fatto germogliare la mia carriera di autore, per cui, se non fosse successo, oggi non sarei qui.
Come ti ha cambiato l’esperienza della paternità?
Si tratta di un passo che ho fatto molto tardi anche perché la mia professione mi richiedeva tutte le energie del mondo. E poi io sono sempre stato famoso per essere selvaggio. Il giorno in cui sono diventato papà si è aperto un giardino di emozioni unico, che non somiglia a nient’altro. Adesso so cos’è l’amore vero, fatto di sacrificio. Papà Miguel lo sta vivendo tutti i giorni ed è una grande scuola. Nel frattempo Bosè ha capito bene il senso delle cose poco a poco, le ha incorporate e le ha portate avanti senza nessun tipo di ostentazione.
Parlando di Amici, i Dear Jack vanno a Sanremo… Li hai sentiti? Hai dato loro qualche consiglio?
Questi ragazzi hanno un carisma straordinario e gusto nel comporre. La voce ed il timbro di Alessio, che insieme a Greta, sento spesso, fanno realmente la differenza. Al Festival di Sanremo più della vittoria, conta la canzone e ai Dear Jack Sanremo non potrà fare altro che bene! So che quest’anno ci saranno anche Moreno ed Emma, seppur in vesti diverse, mi sa che manco solo io!
Raffaella Sbrescia
Video: Libre ya de amores