“Sea Shell. Musica per conchiglie”: l’opera più green e più pazza di Mauro Ottolini. La recensione

Mauro-Ottolini-Sea-Shell-foto-Alberto-Martinelli

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Cura, dettaglio, attenzione, pazienza e follia sono gli ingredienti speciali alla base di “Sea Shell. Musica per conchiglie”, il nuovo lavoro discografico del polistrumentista, compositore e arrangiatore Mauro Ottolini. Quest’opera, pubblicata lo scorso 1° marzo per Azzurra Musi con il prezioso sostegno di Greenpeace, Legambiente, Umbria Jazz, Doc Servizi e FestambienteSud, si compone di un cd e un cartoon che rappresentano un atto di devozione verso l’universo marino e i problemi che lo mettono in pericolo come l’inquinamento. Conchiglie italiane certo, ma provienienti anche da posti lontanissimi come Thailandia, Madagascar, Brasile, Costa Rica.
Una collezione ventennale, portata avanti con perizia e un pizzico di cocciutagine per spiegare che le conchiglie si possono anche suonare, grazie agli insegnamenti del Maestro Steve Turre, ottenendo un suono rilassante e magnetico. Lo scopo principale del disco è lanciare un forte messaggio ecologista.Con l’amico Maurilio Balzanelli, Ottolini ha registrato e sovrapposto i suoni delle conchiglie ai suoni che la natura stessa ci regala, come se le voci delle conchiglie ci raccontassero con la musica quello che hanno visto nel mare.
“Sea Shell ” mescola così i suoni naturali del mare, del vento, delle cicale, delle pietre sonanti di Pinuccio Sciola, le lattine raccolte abbandonate sulla spiaggia, i giocattoli sonori, gli strumenti aborigeni e quelli artigianali sardi in armonia perfetta con le percussioni, con le voci delle balene o con il rumore dei detriti marini calpestati. I brani sono tutti originali scritti e arrangiati per conchiglie da Ottolini e i titoli stessi ci raccontano già una storia. Unica eccezione il brano “La Madonna delle conchiglie” scritta e interpretata appositamente per questo lavoro da Vinicio Capossela.
Il disco si propone quindi di creare un contesto di ascolto sia mistico che socio-culturale impattante: l’obiettivo è quello di porre attenzione a certe tematiche di impatto sociale ma di creare anche una dimensione di ascolto peculiare, tale da catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore in modo inedito e autentico. Tra i brani in tracklist troviamo “ Coral dirge”: corale di conchiglie a 6 voci, rivisitazione con due voci nuove aggiunte da Ottolini del brano corale Abide With Me di Monk che a sua volta è una semplificazione di un corale di Bach, una specie di overture al disco. “In voi siete qui”, esiste un modo per ricordare all’umanità che il nostro pianeta sta chiedendo aiuto e c’è bisogno di coalizione per poter migliorare lo stato delle cose.
“La madonna delle conchiglie” è il brano composto e cantato da Vinicio Capossela, già presente nell’album “Marinai Profeti e Balene”. Geniale e irriverente è “Plastic Islands” con il conturbante maestro Vincenzo Vasi alla voce. Questo brano ci racconta di un’isola di plastica dove i paguri vanno ironicamente a fare surf. Ne “La reina de la las conchas” la voce di Vanessa Tagliabue Yorke racconta la ricerca di una casa da parte del paguro Hermit che con l’aiuto della Regina delle conchiglie scende negli abissi marini, ma incontra solo immondizia e detriti. Il paguro Hermit è perciò costretto a vivere in un tappo di plastica rosso. Inquietante e veritiero è il brano “Prelude palude” un brano in cui si prefigura uno scenario buio e disastroso per i mari e gli oceani.
Quando il mare, gli oceani, i laghi e le sorgenti ormai saranno totalmente inquinati l’uomo sarà costretto per sopravvivere a diventare un nomade per trovare qualche falda d’acqua ancora potabile. Uno scenario drammatico in cui il predicatore musicista Waite partecipa al disco per recitare una cerimonia, un mantra per il mare. Un quesito universale chiosa l’album: WHAT CAN I DO FOR MOTHER EARTH? (Cosa posso fare per la Madre Terra?) A questa domanda, cerchiamo di rispondere tutti noi con azioni concrete.

 Raffaella Sbrescia

Loving Ella: la lectio-concerto di Simona Molinari al Blue Note di Milano

Simona Molinari live @ Blue Note - Milano

Simona Molinari live @ Blue Note – Milano

Che cosa può spingere una cantante giovane, brillante e intraprendente come Simona Molinari a omaggiare un mito della musica jazz come Ella Fitzgerald? La risposta può essere una sola: la passione. Ecco che, allora, la versatile cantante nata a Napoli, aquilana d’adozione e residente a Milano, ha scelto di portare in scena il meglio del repertorio della “First Lady of Song” raccontandone la vita, i sogni, le sofferenze, le emozioni. Per farlo, la Molinari si è scelta degli eccellenti compagni di viaggio; su tutti l’irriverente Mauro Ottolini, vero surplus di questi nuovi spettacoli. A completare la band: Fabio Colella (batteria), Gian Piero Lo Piccolo (sax clarinetto), Claudio Filippini (pianoforte). Sul palco del Blue Note di Milano, Simona Molinari è subito apparsa in gran forma e perfettamente a proprio agio creando un’atmosfera rilassata. La delicatezza della sua voce potente e cristallina si è sposata con le melodie che hanno reso Ella celebre in tutto il mondo. Musa ispiratrice di Simona, Ella Fitzgerald è stata ricordata da tutti i media proprio negli ultimi giorni in occasione della ricorrenza del 100esimo anniversario dalla sua nascita. Di lei sono stati turbolenti gli inizi, gli amori, le passioni e persino la malattia che l’ha portata alla morte. Tutte le principali tappe della sua vita sono state raccontate dalla Molinari con cura e dovizia di particolari all’interno di quello che si è mostrato come un viaggio a ritroso nel tempo. Simpatici i siparietti costruiti ad arte con Mauro Ottolini che si è divertito a vestire i panni di Louis Armstrong. Suggestivo il momento in cui il noto trombonista si è rivelato anche un ottimo suonatore di conchiglie autentiche. In scaletta spazio ai più grandi successi delle 250 incisioni che hanno scandito la discografia di Ella ma anche ai più grandi compositori che hanno cesellato brani per lei; tra tutti George Gershwin e Duke Ellington. Destreggiandosi tra swing, bebop, blues, dixieland e scat, Simona Molinari ha omaggiato la versalitità di Ella Fitzgerald con grazia, eleganza, simpatia e competenza. Giusta la scelta di inserire alcuni dei suoi brani sul finire del concerto, che questo riuscito omaggio possa essere di ispirazione per un nuovo album ricco, travolgente e corposo.

 Raffaella Sbrescia