“V”, la recensione del quinto album dei Maroon 5

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I Maroon 5 presentano “V”, il quinto album della loro carriera, anticipato dal singolo “Maps”, ai vertici delle classifiche radio e digitali di tutto il mondo. Questo nuovo progetto discografico ha visto tornare nel gruppo il tastierista Jesse Carmichael, che aveva lasciato la band nel 2012 durante le registrazioni di “Overexposed”. Si torna quindi alla formazione originale con Adam Levine (voce e leader), James Valentine (chitarra), Mickey Madden (basso), Matt Flynn (batteria e percussioni) e PJ Morton (tastiera) e, per l’appunto, Jesse Carmichael. Registrato a Los Angeles insieme ai produttori Max Martin, Benny Blanco, Ryan Tedder, Shellback e Sam Martin, “V” è composto da 11 brani a cui se ne aggiungono altri 3 nella versione deluxe. L’album si apre con le sonorità catchy e le aperture dance dell’ascoltatissimo “Maps”, incentrato su una storia lontana dall’happy ending, tra rimpianti e domande senza risposta. “Animals” possiede, invece, tutto il fascino di un testo crudo, diretto, animalesco. Profumi, tracce da seguire, l’istinto e la lotta per l’accoppiamento si avvinghiano tra note black e rithm’n’blues; impossibile resistere alla bestia che c’è dentro ognuno di noi. A seguire il nuovo singolo “It was always you”: delay e riverbero si accompagnano ad un suono metallico mentre Levine descrive il risveglio dal torpore dei sensi e la riscoperta dell’amore.  Dolorosa e delicata è la trama di “Unkiss me”, una ballad in cui la band traccia il ritratto della fine di una storia, una fine difficile da accettare eppure necessaria per poter continuare a guardare avanti. Decisamente più ritmata e dance è “Sugar”: sonorità vicine ai dorati anni ’80 danno voce ad una forte richiesta d’amore. Un legame empatico, simbiotico, necessario, ben espresso da parole come: “I don’t wanna be needing your love, I just wanna be deep in your love”. Ancora una ballad con “Leaving California”, una parentesi malinconica, alleggerita da un potente giro di batteria, pensata per raccontare un rapporto che stenta a stare in piedi, un vacillìo emotivo in grado di destabilizzare le percezioni ed i sentimenti.

Maroon 5 Ph Vincent Perrini

Maroon 5 Ph Vincent Perrini

La travolgente gelosia di “In your pocket” ci mostra una nuova faccia di Levine che, furioso, indaga, interroga, aggredisce la sua amata in cerca di segreti da portare alla luce. La rabbia ed il disappunto cedono poi spazio alla sopraffazione in “New love”. Un buon mix and match tra hip hop e r’n’b s’intreccia con un’ inarrestabile sequenza di beat. Il fascino electro degli anni ’80 riemerge in “Coming back for you”, sulla stessa linea d’onda è “Feelings”, un brano annebbiato dalle inebrianti sensazioni selvagge rievocate da un sound travolgente. Il gioiellino dell’album è “My Heart is Open” in cui la voce di Levine si fonde e si intreccia con quella di Gwen Stefani mentre un dolce ed ovattato pianoforte suggella l’idillio artistico: “I know you’re scared, I can feel it/ It’s in the air, I know you feel that too/ But take a chance on me/You won’t regret it, no”, canta Adam, aprendo il cuore al rischio, in un vortice di incertezza e di paura. “Shoot love” è la prima delle tracce deluxe, ancora incentrata sulla ricerca ostinata dell’amore mentre “Sex and candy” regala un tocco decisamente speziato ad un finale discografico fin troppo melenso. A chiudere “V” è “Lost Stars”, un bellissimo brano pregno di poesia e di intense riflessioni aperte ad un tipo di interpretazione di più  ampio respiro socio-culturale: “Please don’t see just a boy caught up in dreams and fantasies. Please see me reaching out for someone I can’t see. Take my hand, let’s see where we wake up Tomorrow. Best laid plans sometimes are just a one night stand. I’ll be damned, Cupid’s demanding back his arrow. So let’s get drunk on our tears” e poi, ancora, “And God, tell us the reason youth is wasted on the young. It’s hunting season and the lambs are on the run. Searching for meaning but are we all lost stars trying to light up the dark?”. Un interrogativo, quest’ultimo, che, ancora una volta, ci pone con le spalle al muro di fronte alla vacuità della nostra essenza terrena. Un album, quello dei Maroon 5, che, pur non essendo particolarmente innovativo dal punto di vista strumentale, possiede una serie di spunti utili per approfondire una serie di tematiche legate alle dinamiche con cui  le relazioni interpersonali contemporanee si snocciolano attraverso prime fasi di approccio animalesco per poi vanificarsi nell’oblìo o sfociare in un’irrefrenabile attaccamento simbiotico.

Raffaella Sbrescia

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“Maps”, il nuovo singolo dei Maroon 5. La recensione

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“Maps”è il primo singolo che anticiperà l’uscita del nuovo album dei Maroon 5, che s’intitolerà “V” e che verrà pubblicato il prossimo 2 settembre. Al centro di una serie di collaborazioni di prestigio, Adam Levine e soci si sono avvalsi del contributo di collaboratori come Max Martin, Benny Blanco, Shellback, Ryan Tedder e Sam Martin. Per quanto riguarda la scrittura e la produzione di “Maps”, invece, i Maroon 5 hanno lavorato con Blanco, Tedder e Noel Zancanella, su etichetta Interscope Records. Le sonorità catchy e le aperture dance del ritornello si alternano a parentesi cantate, più tradizionalmente pop, arricchite da travolgenti giri di batteria,  rientrando appieno nel tipico stile mix and match dei Maroon 5. Il brano, dall’ascolto sicuramente godibile, è incentrato su una storia lontana dall’happy ending: “I miss the taste of a sweet life, I miss the conversation, I’m searching for a song tonight I’m changing all of the stations. I like to think that we had it all. We drew a map to a better place but on that road I took a fall. Oh, baby, why did you run away?”: il protagonista smuove i propri pensieri, tormentandosi tra rimpianti e domande senza risposta. Le mappe della vita ci mettono continuamente alla prova tra il mostrarci pronti e disponibili per gli altri e il dover sopportare un eventuale abbandono proprio da parte di chi avevamo supportato nonostante tutto e nonostante tutti: “I was there for you, In your darkest times/ I was there for you, In your darkest nights. But I wonder where were you when I was at my worst down on my knees”, canta Adam Levine, scandendo interrogativi dalla valenza universale.  Eppure quello che anima “Maps” è un sentimento che fa fatica a svanire, che cerca appigli, strade, motivazioni, sbocchi, vie e destinazioni dall’esito mai scontato: “So I’m following the map that leads to you/The map that leads to you/Ain’t nothing I can do/ The map that leads to you/ Following, following, following to you/ The map that leads to you/ Ain’t nothing I can do/The map that leads to you/ Following, following, following”

Keira Knightley e Adam Levine in "Begin Again"

Keira Knightley e Adam Levine in “Begin Again”

Proprio mentre prenderemo confidenza con “Maps”, Adam Levine vestirà anche i panni di attore in “Begin Again”, il film in programma sui grandi schermi d’America a partire dal prossimo 27 giugno. Si tratta di un musical/commedia interpretato da Keira Knightley e Mark Ruffalo, girato da John Carney, che contiene anche una nuova canzone del frontman dei Maroon 5 intitolata “Lost Stars”. La pellicola vedrà Adam destreggiarsi tra sentimenti, musica e successo, il tutto tra i grattacieli della Grande Mela.

Raffaella Sbrescia

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