“Best of soul” è il nuovo doppio album con cui Mario Biondi celebra i suoi 10 anni di carriera dal suo esordio discografico con “Handful of soul”. Un percorso musicale attraverso la sua carriera con 7 nuovi brani tra cui il singolo estratto “Do you feel like I feel”. L’idea alla base di questo progetto è quella di rendere omaggio, attraverso 22 brani, al genere musicale di cui l’artista catanese è unico rappresentante italiano nel mondo. Ecco cosa ci ha raccontato l’artista.
Intervista
Festeggi 10 anni di carriera discografica con un messaggio positivo?
Ho sempre fatto quello che desideravo con grande libertà. Qui c’è la rappresentazione delle cose che ho voluto fare nel corso degli anni. Sono molto felice di essere arrivato a questo punto della mia carriera.
Il singolo “Do you feel like I feel” è molto vitale…
Sì, si tratta di un brano molto solare scritto da Nicola Conte. La prima volta che l’ho sentito in un’altra versione ho subito pensato che fosse vincente. Mi sono ritrovato a cantarlo per una casualità.
Che ruolo hai avuto in questo album?
Ho fatto per lo più l’interprete tranne che nel caso di “Gratitude”, l’unico brano in cui ho investito sia come autore che compositore e produttore, l’ho scritto ad hoc per questa celebrazione. Si tratta di un brano di ringraziamento, un tributo al pubblico che mi ha seguito fino ad ora.
Perché un best con 7 inediti?
Abbiamo pensato a diverse possibilità poi il progetto è diventato un tutto uno.
Quali sono i momenti salienti di questo percorso?
L’inizio della mia carriera è stato particolare ed inaspettato. La conferma è arrivata con “If” il secondo album di inediti pubblicato nel 2009. Per quel progetto ho potuto godere del grande sostegno di Renato Zero poi la firma del contratto con Sony mi ha permesso una divulgazione ancora maggiore ed una grande spinta verso l’estero.
Quali differenze vive il soul tra l’Italia e l’estero?
Fare questo genere di musica per tanti anni è stata un po’ la mia croce. Spesso mi hanno suggerito di cambiare mestiere o genere. All’estero l’accoglienza è diversa, spesso ho contatto diretto con il pubblico e riesco a trarne sempre un grande beneficio. A volte ho un timore reverenziale verso quello che faccio ma è pur vero che lo faccio con il cuore, questa è la ragione per cui alla fine non ho timore nell’esprimere me stesso.
Cosa pensi del fatto che ti definiscono il Barry White italiano?
Non sono il succedaneo di nessuno. Non credo sia carino neanche nei suoi confronti, il confronto mi dà la carica ma non voglio essere la seconda scelta. Mi spiego meglio: questa cosa nel tempo si è trasformata in una specie di cavallo di troia. La verita è che sono un discepolo di Al Jarreau, lo reputo un maestro sia al punto di vista musicale che spirituale.
Video: Do you feel like I feel
Pensi di cantare in italiano?
Al momento stiamo seminando molto bene all’estero, non è il caso di interrompere questo flusso. L’ho fatto in veste di ospite e mi sono divertito a farlo.
Manterrai la tua verve ironica nel nuovo tour?
Sarà un tour celebrativo, dovrà rappresentare i punti salienti della mia carriera discografica ma rimarrà intatto il mio contatto con il pubblico, mi piace coltivare questa attitudine e rendermi simpatico agli occhi di chi mi segue.
Che rapporto hai con la tv?
Mi attrae, la guardo quando posso ma so per esperienza vissuta che si tratta di un mondo angusto che non ti dà molta possibilità di fare. Io, ad esempio, sto producendo dei ragazzi, entriamo in studio alle 9 e usciamo alle 21; questa è la vera attività di coaching: provare, riprovare, creare e disfare. In tv non potrei permettermi una cosa del genere, tutto deve essere già pronto ed efficace. Sarebbe bello creare un laboratorio televisivo in cui i musicisti suonano tutto il giorno.
Anche tu stai ancora studiando?
Sì, certo! Studio anche le cose degli artisti nostrani, scrivo continuamente e preparo tante cose. Chi mi conosce mi dice sempre: “Ma quanta roba hai lì? Quante visioni hai?”. Personalmente cerco di mettermi sempre in gioco.
A proposito di artisti italiani… chi ti piace di più?
Zucchero mi ha sorpreso negli anni ’80 con “Oro incenso e birra”, Fabio Concato l’ha fatto con l’uso della bossanova, Eduardo De Crescenzo con la sua sopraffina vocalità soul, Riccardo Cocciante con la sua verve ma ci sono anche tanti altri artisti che stimo molto…
Hai un legame particolare con qualche città?
Sicuramente sono molto legato a Tokyo, lì ho tenuto una delle mie prime tournèe, il pubblico è sempre stato molto affettuoso con me. Ricordo con piacere il fatto che ovunque mi girassi c’era gente che cantava le mie canzoni a memoria.
E Catania?
Catania è la mia vita, ha segnato la mia crescita. Dalle mie parti vige il proverbio: “Cu nesci, arrinesci” ovvero “Chi esce, riesce”. Dalla Sicilia non ci si può semplicemente allontanare, se ne deve “uscire” eppure il mio primo contatto con la musica è stato qui con mio padre e poi ci sono i miei amici veri, quelli dell’adolescenza.
A proposito degli arrangiamenti del disco…come sono stati realizzati?
In questo caso sono stato più interprete che arrangiatore, conosco molto bene i musicisti che hanno suonato e poi c’è il contributo fondamentale del bravissimo Nicolò Fragile che ha curato tantissime produzioni importanti e che si occupato anche di questo mio progetto.
A questo proposito abbiamo interpellato direttamente Nicolò Fragile per un commento relativo a questo album.
Era tanto tempo che non provavo la gioia di fare un disco così bello con questo sound sempre verde. Mario si circonda di persone veramente capaci e che lavorano con grande entusiasmo, sa scegliere molto bene ed è bello lavorare così. Io e Mario ci siamo conosciuti nella nostra terra nativa e siamo subito diventati amicissimi, la nostra è una bella e duratura amicizia. Amiamo la stessa musica. Abbiamo cercato di realizzare un lavoro raffinato ma allo stesso tempo capace di essere fruibile dal grande pubblico. Il risultato è che non bisogna essere per forza un amante del jazz per ascoltare ed apprezzare questo disco. Gli arrangiamenti li ho scritti io in autonomia, sono un nottambulo, poi man mano ho cercato di attingere sensazioni dai musicisti stessi in modo da poterle aggregare e metterle sulla partitura, un lavoro non facile ovviamente. Per me è stato un grande onore essere stato scelto per curare questo lavoro e sono contentissimo perché era un po’ che non tornavo al mio genere per antonomasia. Ho cercato di mettere a frutto tutta la mia esperienza per fare questo disco con Mario Biondi e questa qui è solo la punta dell’iceberg.
Le produzioni di musica italiana sono di basso livello, la nostra musica si è disgregata, i direttori artistici delle major internazionali ritengono che non sappiamo fare musica italiana, questo perché noi facciamo una musica che non è internazionale, le basi non sono italiane, non c’è nessuna identità nostra, c’è solo un cantato in italiano, questo desta meno interesse nei confronti di chi deve acquistare un cd italiano. Quello che non si è fatto è stato portare avanti la nostra musica e farla evolvere come hanno fatto i sudamericani ad esempio. Ciò che fa la differenza, per concludere, è il suono. Questo disco tra 10 anni risulterà ancora attuale perché non ha una data di scadenza.
Raffaella Sbrescia
Questa la tracklist: CD1 - Do you feel like I feel, Chilly girl, You are my Queen, The mystery of man, I will never stop loving you, Stay With me, This is what you are, A Handful Of Soul, No Merci For Me, Rio De Janeiro Blues, Never Die. CD2 – Gratitude, Be Lonely, Shine on, What have you done to me, Deep Space, Come to me, Open up your eyes, Love is a temple, Another kind of love, All I want is you, Nightshift.
Nel circuito Ticket One e nei punti vendita autorizzati sono in prevendita i biglietti del “Best of soul tour” che vedrà Mario Biondi live sui palchi dei più prestigiosi teatri italiani da Marzo 2017. Seguirà poi un tour anche in Europa e in Asia.
Queste le date:
6 marzo GENOVA TEATRO CARLO FELICE
8 marzo MILANO TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI
11 marzo CREMONA TEATRO PONCHIELLI
13 marzo BOLOGNA EUROPAUDITORIUM
14 marzo TORINO AUDITORIUM DEL LINGOTTO
16 marzo FIRENZE OBIHALL
17 marzo VARESE TEATRO DI VARESE
19 marzo UDINE NUOVO G. DA UDINE
20 marzo TRIESTE TEATRO ROSSETTI
22 marzo PARMA Teatro Regio
24 marzo BRESCIA TEATRO PALA BANCO
28 marzo TRENTO AUDITORIUM SANTA CHIARA
30 marzo PADOVA GRAN TEATRO GEOX
31 marzo BERGAMO TEATRO CREBERG
18 aprile CATANIA TEATRO METROPOLITAN
20 aprile BARI TEATRO TEAM
22 aprile NAPOLI TEATRO AUGUSTEO
24 aprile ROMA PARCO DELLA MUSICA
Ascolta qui l’album: