Al via il Festival di Sanremo 2024. Per la prima serata, protagonista il co-conduttore Marco Mengoni: “Sarò me stesso, quello che cerca di essere sempre serio ma poi è umano e goffo, ci sarà quindi verità”.

Tutto pronto. Prenderà il via questa sera l’edizione n. 74 del Festival di Sanremo. Sul palco, oltre a tutti  30 artisti in gara, ci saranno diversi ospiti per dare spazio a momenti di riflessione dedicati a chi ha attraversato momenti difficili ma anche all’attualità a tutto tondo: la mamma di Gianbattista Cutolo, un omaggio a Toto Cutugno, la sciatrice Federica Brignone. Attesissimo co-conduttore della serata il cantante e vincitore della scorsa edizione Marco Mengoni che sarà indiscusso protagonista del palco del teatro Ariston in diversi momenti.

La musica è la priorità dei miei Festival – spiega il diretto artistico e conduttore Amadeus- parto dalle canzoni con l’obiettivo che siano assolutamente attuali. Per ringiovanire una rete, devi rivolgerti ai giovani, parlare il loro linguaggio sapere cosa gli piace e far sì che non sia disdegnato dalle generazioni più grandi. Sono strafelice di iniziare il Festival con Marco Mengoni, lo stimo, lo ammiro e il suo successo non ci sorprende. Marco è cresciuto tantissimo, da tempo riempie gli stadi ma è anche un ragazzo simpatico, stasera canterà ovviamente ma andiamo a divertirci, presenterà le canzoni e consegnerà anche i fiori  ai suoi colleghi. Mi piace l’idea della musica dentro la musica, stasera ci saranno i giornalisti a votare mi auguro che queste canzoni viaggino con una velocità pazzesca e che tra qualche anno si possano ancora ascoltare. Amo questo luogo, amo il Festival , ci sto bene ma credo anche che bisogna chiudere un ciclo per ricaricarsi pensare a cose nuove. Voglio ricominciare ad avere tempo per fare cose che possano darmi nuove emozioni, sono alla ricerca di qualcosa di nuovo. Spero che questo cerchio si chiuda con risultati piacevoli, per il resto son sereno”.

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Molto emozionato Marco Mengoni: “Farò un po’ di cose, ovviamente il mio mestiere, cioè fare musica: canterò “Due vite” con una bella scenografia in una dimensione lunare e poi ci saranno un po’ di canzoni che mi hanno permesso di essere qui oggi. Nel frattempo cercherò di sbagliare meno nomi possibili e non impappinarmi, ci divertiremo è questo il motto per la prima serata. Sarò me stesso, quello che cerca di essere sempre serio ma poi è umano e goffo, ci sarà quindi verità. Il mio stile estetico rispecchia il modo di vivere e di essere. Faccio terapie settimanali in cui mi confronto con me stesso. Sembro più giovane nel vestirmi perché sto cercando questa parte in me stesso e la sto tirando fuori. Per tanti anni sono stato un po’ troppo severo e aggressivo con me stesso, vorrei divertirmi e non pensare sempre al numero e a quello che questo mondo per forza di cose ha, ovvero pressione e aspettativa. Voglio farlo per le persone che non ho più, per quelli che non se lo possono permettere e godermi la vita. Vorrei pensare un po’ meno e buttarmi nella leggerezza. Sono contento di essere me, nel bene e nel male”.

Raffaella Sbrescia

Il trionfo di Marco Mengoni allo stadio San Siro di Milano.

“Tredici anni fa non lo avrei mai immaginato. Se sono qui è colpa vostra”, dice Marco Mengoni, tra le lacrime di commozione e di gioia pura, ai 54 mila spettatori di San Siro accorsi per il suo primo concerto allo Stadio. Chiunque di noi fosse presente durante il primo tour del cantautore di Ronciglione nel 2010, non avrebbe potuto fare altro che piazzarsi nel prato gold e godersi ogni singolo attimo di questo traguardo così importante e altrettanto meritato. E così è stato.

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Nell’arco di questi anni Marco ha saputo costruirsi un’identità artistica completa, variegata e di spessore e tutto questo ha voluto e potuto metterlo in uno show di grande impatto sia emozionale che scenico. L’entrata avviene direttamente dalla parte del pubblico, il primo brano è l’emblematico “Cambia un uomo”, tratto dall’ultimo album in studio “Materia-Terra”. Il palco, immaginato come una cavea e dotato di un cubo mobile, che in diversi momenti ha portato Marco tra il pubblico, è frutto della collaborazione con Black Skull, gli inglesi Dan Shipton, Ross Nicholson, Jay Revell, Paul Gardner, alla loro prima esperienza italiana.

Il palco di #MARCONEGLISTADI prende vita anche questa volta dai disegni di Marco stesso e muove dalle atmosfere e dalle suggestioni creative del suo ultimo disco Materia (Terra), l’idea è amalgamare elementi tipici dello staging delle iconiche trasmissioni musicali televisive e radiofoniche degli anni 70 con le dimensioni degli stadi. “Quando ho cominciato a fare i primi schizzi del mio palco ho pensato che avrei voluto riprodurre l’atmosfera calda e avvolgente degli show musicali degli anni 70. Le atmosfere black mi accompagnano da sempre e anche le reference visive di questo tipo per me sono importanti. Volevo che la mia band fosse sempre ben presente in scena, perché suona in maniera incredibile e la musica deve stare al centro di questo show. La sfida era portare in uno stadio le sonorità del mio ultimo disco nel loro ambiente naturale: i club di quegli anni, far sentire quella energia e quella fusione tra musica ed emotività, far uscire il soul e amplificare quella sensazione per tutti gli spettatori che ci sono in uno spazio così grande. Volevo raccontare la connessione con il mio pubblico, come lo show sia un momento collettivo in cui convergono le storie personali di tutti. Per questo era importante stare quanto più possibile al centro del pubblico, vedere negli occhi quante più persone possibile e quindi, con i Black Skull, abbiamo pensato al palco centrale come ad una cavea in cui possa stare al centro della mia band e al palco centrale con il cubo che si alza e mi porta ancora più e in mezzo allo stadio.”

Una passerella, lunga 24 metri, conduce al palco circolare che troneggia nel parterre e che cela un cubo in grado di avvolgere, scoprire ed elevare Marco fino a 5,5 metri d’altezza al centro del prato, “nel cuore dello stadio”, con la possibilità di proiettare sui 4 lati visibili al pubblico immagini ad altissima definizione, grazie ai 4 proiettori laser da 35k ansi lumen.

A completare lo staging tre schermi ad altissima definizione, per un totale di 250 mq di LED utilizzati come “vasi comunicanti” per tutta la larghezza del main stage per dare dinamicità e continuità anche alla parte video, in grado di esaltare i visual scelti e, soprattutto, le riprese live che mixano e sovrappongono immagini di Marco della band e pubblico, studiate per raccontare con forza la fusione tra palco e spettatori durante questo show.

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Lo show è diviso in tre grandi blocchi tematici e si passa dal punk rock al funky al soul, pop, alla dance. Visual, led, fiamme. Il cerchio luminoso in alto dal peso di una tonnellata, coriandoli, fasci di luce, ma soprattutto una voce immensa, capace di volare altissimo e di fissarsi nel cuore. Ventisette sono stati i brani in scaletta, intervallati da diverse ovazioni di un pubblico coinvolto, emozionato, divertito. Marco catalizza l’attenzione su di sé, ad accompagnarlo ci sono Giovanni Pallotti alla direzione musicale (anche basso, synth e programmazione), Peter Cornacchia (chitarre), Massimo Colagiovanni (chitarre), Davide Sollazzi (batteria, batterie elettroniche), Benjamin Ventura (pianoforte, piani elettrici, synth), Leo Di Angilla (percussioni, ritmiche elettroniche), Adam Rust (organo, synth), Moris Pradella (backing vocalist, direzione cori, chitarra acustica), Yvonne Park (backing vocalist), Elisabetta Ferrari (backing vocalist), Nicole di Gioacchino (backing vocalist), a cui si aggiungono durante alcuni brani Francesco Minutello (tromba), Alessio Cristin (trombone), Elias Faccio (sassofono). Un club anni ’70 in cui perdersi, ballare a più non posso, lasciarsi incantare dalla bellezza, dalla varietà di intenti, contenuti, idee, ispirazioni che questo ragazzo ogni volta traduce in emozioni. Il viaggio tra presente e passato di questi 13 anni è lungo, intenso,  volte nostalgico, altre gudurioso. Da sempre con Mengoni si gode e si piange allo stesso tempo, ed è per questo che esserci diventa irrimediabilmente restare. Molto toccante il monologo incentrato sull’importanza delle parole e sul concetto di indifferenza. In questo percorso di crescita, Mengoni ha spesso dimostrato di quanto la sua sia una ricerca a tutto tondo: che si tratti di musica, ambiente, cultura, Mengoni s’interseca a più livelli in questi tempi difficili e riesce a fare suoi concetti universali su cui poter fare leva in qualunque contesto.

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Che sia in un completo over size Marni, in canotta metallica e boots seventies e camicia Versace, nell’incantevole total white Valentino, Marco Mengoni tiene catalizzata l’attenzione su di sé. Tra i brani in scaletta che più di altri hanno spiccato per intensità interpretativa ci sono “Cambia un uomo”, “Proteggiti da me”, “Luce”, Ti  ho voluto bene veramente”, “Guerriero. Il picco adrenalinico su “Pronto a correre”  e “Io ti aspetto”. Sulle note di “Buona vita” l’artista si congeda ma è solo un arrivederci per rinnovare la magia nei palazzetti di tutta Italia.

Raffaella Sbrescia

#MARCONEGLISTADI_SET LIST

 

Cambia un uomo – (Materia (Terra)_2021)

Esseri Umani – (Parole in circolo_2015)

No Stress

 

Voglio – (Atlantico_2018)

Muhammad Alì – (Atlantico_2018)

Psycho Killer – (Dove si vola_2009)

Credimi Ancora (Re matto_2010)

Mi Fiderò (feat. Madame) – (Materia (Terra)_2021)

Solo Due Satelliti – (Le cose che non ho_2015)

 

Luce – (Materia (Terra)_2021)

Proteggiti da me – (Marco Mengoni Live_2016)

Parole In Circolo – (Le cose che non ho_2015)

L’Essenziale – (Pronto a correre_2013)

Non Passerai – (Pronto a correre_2013)

Onde – (Marco Mengoni Live_2016)

 

Sai Che – (Marco Mengoni Live_2016)

Hola – (Atlantico_2018)

Ti Ho Voluto Bene Veramente – (Le cose che non ho_2015)

Duemila Volte – (Atlantico On Tour_2019)

Come Neve – (Oro Nero Live_2018) / Venere e Marte (2021)

In Un Giorno Qualunque – (Re matto_2010)

Guerriero – (Parole in circolo_2015)

 

Ma Stasera – (Materia (Terra)_2021)

Pronto a correre – (Pronto a correre_2013)

Io Ti Aspetto – (Parole in circolo_2015)

 

Buona Vita – (Atlantico_2018)

“Ma stasera”: Marco Mengoni torna a ritmo di funk e approda negli stadi

 Si chiama “MA STASERA” il nuovo singolo di Marco Mengoni, disponibile da oggi e che segna il suo ritorno a due anni dal suo ultimo progetto discografico “Atlantico”.  “Ma stasera” ci catapulta nelle sonorità della disco-funk e dell’elettronica degli anni 80 rielaborate per renderle contemporanee e portarle alla modernità dei giorni nostri.

Marco Mengoni Ph_Alvaro Beamud Cortes

Marco Mengoni Ph_Alvaro Beamud Cortes

Il testo, scritto dallo stesso Marco con Davide Petrella (Musica di F. Catitti/F. Abbate/D. Petrella), è la fotografia di un rapporto umano autentico e, proprio per questo, ricco di contraddizioni, con i versi che si susseguono come in contrapposizione l’uno con l’altro per raccontare questa complessità. “MA STASERA” è anche un invito a concentrarsi sull’attimo che sta per arrivare, un invito a dare il giusto peso e valore ad ogni momento di questa socialità che sta tornando, a riflettere sulla ripartenza dopo un periodo complicato, ripartenza che inizia proprio da “questa sera” e che ci proietta in un futuro nuovo.

Per la produzione di “MA STASERA” (Epic Records Italy / Sony Music Italy), Mengoni ha scelto di collaborare con Tino Piontek (in arte Purple Disco Machine), il dj/producer multiplatino che ha scalato le classifiche con la Hit “Hypnotized” (3X Platino), #1 della classifica Earone dei brani più ascoltati in radio e singolo internazionale più venduto in Italia (FIMI/Gfk), nel 2020. Il produttore originario di Dresda, in carriera ha collaborato con superstar del calibro di Dua Lipa e Lady Gaga e questa è la prima volta che produce un pezzo di un artista italiano. Il dialogo tra Marco e Tino Piontek ha portato ad un originale lavoro di “contaminazione”, partendo dal recupero di sonorità appartenenti alla nostra storia musicale, quell’italo disco degli anni 80 che ha fatto la storia del genere dance, per approdare nell’attualità del suono del 2021. Il risultato è un pezzo funk, un incontro tra digitale e analogico, “sintetico” e “suonato” insieme, in grado di unire drum machine, basso synth e batteria elettronica con archi, piano e chitarre suonate.
Ed è proprio partendo da questo brano, che è anche libertà, voglia di muoversi e desiderio di riprendersi i propri spazi nel futuro che ci attende, che Marco ha annunciato i suoi primi live negli stadi per l’estate 2022.
Dopo il successo del #MengoniLive2019 – Atlantico Tour, Marco Mengoni sarà protagonista di due concerti eccezionali, un’esplosione di energia e condivisione con il suo pubblico, in una dimensione per lui fino ad ora inedita: MARCO NEGLI STADI sarà il 19 giugno 2022 allo Stadio San Siro di Milano e il 22 giugno 2022 allo Stadio Olimpico di Roma.
Per presentare questa ripartenza, a due anni dal grande successo europeo di “Atlantico”, Mengoni ha scelto ancora una volta un racconto insolito, chiamando a raccolta il suo team – a partire dai suoi musicisti, insieme a tutte le persone che collaborano con lui dietro le quinte – per una pedalata collettiva con destinazione proprio San Siro. Il gruppo ha raggiunto lo stadio percorrendo la circle line AbbracciaMI, un percorso ciclistico che attraversa parchi, strade secondarie, piste ciclabili e viabilità ordinaria milanese, un modo per scoprire nuovi punti di vista inusuali sulla città, a partire proprio dallo stadio, e muoversi fuori dai percorsi tradizionali.
Ed è con questo messaggio di coesione e la voglia di immaginare spazi nuovi che si riaprono anche le porte di San Siro sulle note del nuovo singolo e “MA STASERA” diventa un manifesto disegnato da Marco insieme al suo team con corpi e luci led, sul prato di questo spazio tanto grande quanto iconico, nel segno della ripartenza.
Nei giorni precedenti l’annuncio del ritorno di Marco è stato anticipato da una guerrilla anonima che ha occupato strade, piazze, muri e stazioni ferroviarie delle principali città italiane, partendo proprio da Milano e Roma, con proiezioni che riproducevano unicamente la scritta “MA STASERA” e che hanno attirato l’attenzione di tantissimi passanti incuriositi dalle misteriose apparizioni.

BS-MarcoMengoni-MaStasera-cover

La scelta di pedalare lungo il ring di AbbracciaMI – circle line del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo – è, inoltre, l’inizio di una serie di iniziative studiate insieme al cantautore con lo scopo di supportare e amplificare i messaggi di questo progetto: la bicicletta come opportunità per scoprire nuove prospettive e nuovi modi di vivere gli spazi lungo un percorso che unisce persone, attività e luoghi, attraversando spazi urbani abitati e in trasformazione. Tra le attività, che si svilupperanno nei prossimi mesi, l’implementazione delle indicazioni per seguire più agilmente il percorso, la cura e tutela di un punto del ring ciclistico oltre a incontri e dialoghi di Marco con amici e personaggi noti sui temi dello spazio e delle “nuove prospettive” che si possono sviluppare lungo la circle line. Il progetto di valorizzazione di AbbracciaMI sarà realizzato con il supporto di Milano&Partners, agenzia di promozione ufficiale della città di Milano.

Ad accompagnare il singolo, dal 21 giugno sarà disponibile anche il video ufficiale di “MA STASERA”, realizzato in Sardegna, nello scenario unico de La Maddalena, con la regia di Roberto Ortu. Un video ricco di riferimenti ad elementi iconici e senza tempo degli anni Ottanta che continuano a vivere anche oggi, immagini che parlano di viaggio, libertà, amicizia, importanza di vivere il qui e ora, dal sapore estivo pizzicato da quel sentimento agrodolce che accompagna le giornate e le sere di questa stagione

Il tour è organizzato e prodotto da Live Nation, i biglietti per le date di Milano e Roma saranno disponibili in anteprima per gli utenti My Live Nation dalle ore 10 di giovedì 17 giugno. Per accedere alla presale basterà registrarsi gratuitamente su www.livenation.it. La vendita generale dei biglietti sarà aperta a partire da venerdì 18 giugno alle ore 11 su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e www.vivaticket.com. Per maggiori informazioni: livenation.it/marconeglistadi

Fonte: Ufficio Stampa

Atlantico tour: l’ascesi artistica di Marco Mengoni in un tripudio di emozioni

Marco Mengoni

Si chiude oggi al Mediolanum Forum di Assago la tre giorni milanese della tranche autunnale dell’ Atlantico Tour . La nuova avventura live di Marco Mengoni giunge infatti come naturale proseguimento di una ricca tourneè nei palazzetti in cui il cantautore mette a punto alcuni piccoli dettagli in grado di perfezionare uno spettacolo particolarmente pregno di contenuti, di sonorità, di spunti, di emozioni.

Dopo 10 anni di carriera appare in maniera forte ed evidente quanto questo ragazzo sia maturato sia in termini artistici che vocali. La sua voce rimane in assoluto lo strumento con cui Marco riesce davvero a fare qualunque cosa in modo sempre più cosciente e calibrato. Capitano però ancora quei momenti in cui questa stessa voce sorprende non solo il pubblico ma anche Marco stesso ed è lì che l’artista lascia trasparire quell’animo delicato, fragile e prezioso che ha saputo conquistare grandi schiere di fedelissimi fan pronti a seguirlo da sempre e per sempre.

Da un punto di vista prettamente musicale, Marco Mengoni è tra coloro che amano spaziare lasciandosi contaminare cercando nuovi equilibri tra note, richiami ed influenze. Fa impressione notare con quanta naturalezza si passi tra classiche ballads e brani uptempo tra interludi soul, rythm and blues, liriche sudamericane, reminiscenze afro e rivisitazioni di brani che hanno segnato la storia del mondo contemporaneo. Sarebbe ancora più sorprendente vedere Marco tornare al rock, quello degli esordi, quello che l’aveva catalpultato in una dimensione così estranea al suo mondo, da fare scoprire a lui stesso di essere capace dell’impensabile.

A riempire ogni possibile intercapedine tra brani che riescono a restare impressi con naturalezza c’è tutta una parentesi da fare sui messaggi che l’artista trasmette da diverso tempo a questa parte. Libertà, sentimenti, sostenibilità, autenticità sono i 4 punti cardinali attraverso cui si districano tutte le iniziative e i progetti che Mengoni porta avanti in parallelo avvalendosi del benvolere di istituzioni e personaggi di importante spicco culturale.

Tutti questi tasselli messi insieme fanno di Marco un ragazzo modello, un’icona a cui ispirarsi, una persona a cui volere bene come se la si conoscesse per davvero.

Sono questi i presupposti con cui il pubblico accorre ai suoi concerti con la sicurezza di addentrarsi in un viaggio emotivo importante, carico di pathos ma anche divertente, liberatorio, depressurizzante e, perché no, goliardico.

Marco Mengoni

Vivere quelle due ore sotto transenna come al centro di un incantesimo perfetto dove non si sentono le ore di attesa nelle gambe, la stanchezza di una settimana vissuta a ritmi insostenibili o le turbe di una vita precaria. No, si percepisce solo benessere e incanto, bellezza e gioia. La voce di Mengoni viene interpretata come un’iniezione di gioia che genera dipendenza e allora si sceglie di tornare ancora e ancora. Subentrano poi le amicizie nate in questo contesto, alchimie tra persone che entrano in una simbiosi emotiva tanto forte da rendere superflue le parole. Ecco il valore aggiunto della musica di Marco Mengoni: la capacità di insediarsi come colonna sonora di vite legate a doppio filo. La certezza di aver lasciato un segno indelebile è pertanto il riconoscimento definitivo ad un artista unico il cui destino è di splendere tra le stelle della musica che conta.

 Raffaella Sbrescia

Al via l’Atlantico tour di Marco Mengoni: è giunto il tempo della consapevolezza.

marco mengoni -atlantico tour

marco mengoni -atlantico tour

“I’ll show you how great I am” è la scritta che campeggia sullo schermo all’inizio del nuovo show di Marco Mengoni che per l’Atlantico tour si ispira alla filosofia di Muhammad Alì per veicolare un messaggio tanto forte quanto veritiero.

Questo nuovo tour vede Marco alle prese con un concerto molto strutturato sviluppato con Claudio Santucci per Giò Forma e suddiviso in tre parti. Così come nel disco, l’artista veicola idee, energie e contenuti in una scaletta pensata per portare sul palco i suoi ultimi ascolti, i suoi viaggi, le sue idee e la sua evoluzione personale e artistica.

Sul palco con lui c’è un gruppo di musicisti coesi e preparati. Con la direzione musicale di Christian Rigano (piano e tastiere) ritroviamo Giovanni Pallotti (basso), Peter Cornacchia (chitarre), Davide Sollazzi (batteria) e incontriamo Massimo Colagiovanni (chitarre), Leonardo Di Angilla (percussioni) mentre ai cori ci sono Barbari Comi, Moris Pradella (anche chitarra) e Yvonne Park.

Per chi era abituato a vedere un artista esibirsi a cuore aperto si troverà di fronte a qualcosa di molto diverso. Marco è cresciuto, è maturato, ha imparato a gestire le emozioni e il tremolìo delle gambe. La sua voce tocca note e tonalità che solo lui può fare con tanta naturalezza, allo stesso tempo però non ci sono più scoppi di lacrime e inondazioni di emozioni incontrollate. L’obiettivo di Marco è dosare, equilibrare, concentrare i contenuti delle sue ballads storiche alternandole alla dimensione calda, trascinante, ipnotica del mondo latino, al soul, alle radici afro fino a virare verso echi di dub, metal, tappeti elettronici decongenstionanti.

marco mengoni -atlantico tour

marco mengoni -atlantico tour

Tutto il discorso musicale viaggia di pari passo anche con l’aspetto tecnologico e visuale: la scenografia, dapprima scarna e minimale, si nutre di luci ed effetti strettamente correlati ad uno speciale schermo in grado di diventare completamente trasparente fino a lasciar intravedere una grata industriale. L’obiettivo in questo show è fondere mondo analogico e quello digitale come lui stesso ha spiegato alla stampa alla fine del concerto: “Il progetto del palco esiste già da tre anni ma con il passare dle tempo ha subito continui cambiamenti e trasformazioni fino a pochi giorni prima dello show”. Di grande impatto due grandi passerelle laterali al palco in grado di innalzarsi fino a 7 metri di altezza, un veliero di grande impatto scenico che pone Marco in una condizione visuale di completo trionfo.

In verità il concerto vuole essere di tutti, esattamente come lo stesso Marco sottolinea sia sul palco che nel backstage. L’idea è quella mettere in luce l’operato di tutti nel segno dei valori che nascono da questo tour. Liberazione, apertura, curiosità, riflessione si avvicendano all’interno di un concerto appassionato e ricco di momenti per niente scontati e coraggiosi.

Su tutti spiccano due monologhi intensi, necessari, preziosi. Sarebbe stato bello se a parlare di certi temi fosse stato direttamente Marco in prima persona ma ci accontentiamo anche cosi: “Sei fatto per il 60% di acqua, per il 30% delle persone che ami e per il 10% di quello che ti manca”, recita la voce dell’artista nel primo monologo, proprio lui che da mesi insiste nel dire che gli manca sempre il tempo per godersi le cose. Il secondo monologo si concentra invece sui temi sociali e di grande attualità: Marco Mengoni tenta la sua carta per sensibilizzare il pubblico al rispetto per l’ambiente e per ammonirlo sui rischi di annichilimento e indifferenza, due dei più grandi mali che affliggono la nostra società.

In scaletta ci sono naturalmente quasi tutti i brani di “Atlantico” ma anche vecchie glorie come “In un giorno qualunque”, “Non passerai”, Dove si vola”, fusa in modo convincente con “Someone like you” di Adele e soprattutto una nuovissima vibrante versione di “Credimi ancora” arricchita da un mashup di “Amazing” di Kanye West e “Pastime Paradise” di Stevie Wonder; uno degli esperimenti meglio riusciti in termini di arrangiamenti per questo neonato tour. Irresistibili “Buona vita”, in mashup cubano con Chan Chan di Company Segundo. Il prezioso omaggio a Frida Kahlo con “La casa Azul” e le trascinanti percussioni di “Amalia” dalla imperiosa carica adrenalinica conferitale dal contributo di tutta la band al completo.

Completano la scaletta la trionfale “Guerriero”, un accenno de “L’essenziale” e la versione piano solo di “20 Sigarette” in cui Marco si siede per la prima volta al pianoforte e invita tutti a spegnere i cellulari per godersi fino in fondo ogni singolo istante di un momento da vivere con tutti i sensi all’erta.

Chiudono lo show la versione integrale de “L’essenziale” e l’incantevole “Hola”; il modo ideale con cui Marco Mengoni sceglie di congedarsi dal suo affezionatissimo pubblico dopo una prima tappa carica di emozioni, aspettative, ricordi, scoperte, riflessioni, intuizioni.

 Raffaella Sbrescia

La carica creativa di Marco Mengoni esplode in “Atlantico”. Le dichiarazioni fiume dell’artista.

Marco Mengoni

Marco Mengoni

Apertura, ricerca, emotività sono i tre concetti chiave che potremmo usare per parlare di “Atlantico”, il nuovo album di Marco Mengoni in uscita il 30 novembre 2018 per Sony Music.
L’artista ha presentato questo nuovo progetto alla stampa questa mattina alla Torre Velasca di Milano e per l’occasione ha voluto creare un percorso di attraversamento e di avvicinamento alla sua nuova musica con un Festival patrocinato dal Comune di Milano. Tutte le forme di arte sono state ingaggiate all’interno di una serie di happening, mostre e installazioni ricche di contenuti ispirati ai testi e alle musiche di “Atlantico”.
“Dopo aver investito energie in un progetto molto lungo, ero scarico, avevo necessità e voglia di ricrearmi, fare le cose con lentezza per poterle capire sino in fondo. Ho fatto tanti viaggi, sia mentali che pragmatici, mi sono staccato dalla quotidianità e mi sono ritagliato degli spazi da solo. Sono entrato in contatto con tante culture diverse, ho assorbito influenze diverse, mi sono ritrovato a sorvolare spesso l’Oceano Atlantico e, guardando quanti paesi ne sono bagnati, ho voluto che il titolo del disco riportasse proprio il nome del secondo oceano più grande del pianeta.
In questi due anni e mezzo sono cresciuto e sto crescendo, sono rimasto spesso da solo con i miei pensieri e ho avuto modo di vivere esperienze che non pensavo potessi vivere se non ascoltandole da altri.
Per prima cosa sono andato a Cuba, ho voluto scoprire un posto che volevo toccare con mano, mi sono fatto raccontare tanto di una storia difficile, sono andato alla scoperta delle origini della tradizione salsera e rumbera. Mi sono lasciato affascinare da testi pesanti come macigni vestiti di allegria e ho messo da parte quelle suggestioni per inserirle anche nelle mie canzoni. Non so se ci sono riuscito ma ho cercato di fare esattamente questo.
Una delle persone che più di tutte mi ha aiutato a decodificare le emozioni e gli appunti di questi viaggi è Fabio Ilacqua a cui ho cercato di trasmettere quello che di volta in volta vedevo. Così come quando sono stato per un periodo a New York, una città incredibile, piena di energia, in cui sono arrivato con la testa piena di domande a cui cercavo di dare delle risposte. Mi sono sentito solo in una città che offre tantissimo, ho seguito un percorso di autoanalisi dentro di me, ho analizzato cosa fossi riuscito a fare finora e cosa mi fossi perso. E così è venuto fuori il concetto di lentezza, inteso con accezione positiva. Mi sono anche arrabbiato con me stesso perché mi sono reso conto che quando mi succedevano delle cose importanti, nel lavoro e nella vita, ho sempre seguito l’istinto di mettere da parte le cose che fanno più male e i sentimenti più brutti. Da questo percorso molto duro sono quindi nati dei pezzi incentrati sul concetto di contrasto, un termine così distante dal mio imprinting educativo che, ripetuto così tante volte, viene svilito del suo stesso significato.
Video: Marco parla del brano “Hola”

A questo punto del percorso creativo, è sopraggiunto il concetto di condivisione: mi sono sbloccato nella mia intimità artistica, non è mai successo che collaborassi con altri artisti in un mio album, in questo caso non ho voluto ragionare tanto sulle cose, a 30 anni ho capito che è inutile l’individualismo, quindi ho scelto di condividere il brano con Tom Walker, gli ho dato massima libertà, l’ho spinto a fare quello che voleva. Ha scritto un inciso completamente diverso e il risultato è “Hola” (I say).
Sulla scia dei miei viaggi è nata anche “Amalia”, una canzone ispirata alla figura di Amalia Rodriguez, luminare del fado portoghese. Ho cercato le origini, le tradizioni, ho immaginato le donne che vedevano partire i propri mariti senza sapere se e quando sarebbero tornati. Ho quindi iniziato a scrivere il brano per poi vestirlo con il contrastante ritmo della cultura brasiliana facendomi supportare dai Selton e da Vanessa Da Mata.
Successivamente sono andato in studio dal Maestro Mauro Pagani con i miei musicisti di sempre e abbiamo cercato gli arrangiamenti più giusti per queste storie. Il disco si è praticamente prodotto da solo anche se dopo due mesi di suoni, sono andato a cercare dei produttori stranieri e i Rudimental hanno risposto alla mia chiamata per arrangiare il brano “Rivoluzione”; un pezzo che parla di me in prima persona e di come sono arrivato a oggi.
 
Tra i personaggi importanti di questo album c’è anche Adriano Celentano con un bel cammeo ne “La Casa Azul”, un brano che ho dedicato alla meravigliosa figura di Frida Kahlo. Adriano è stato subito entusiasta, naturalmente ha fatto quello che voleva e non a caso si inserisce nel brano subito tipo un shhhh di invito al silenzio. Credo che senza di lui non sarei stato in grado di omaggiare fino in fondo un’artista tanto incredibile quanto Frida.
L’ultima dedica del disco è a Muhammad Alì, nel mio percorso mi sono sentito tante volte debole e ho sentito l’esigenza di documentarmi su chi nella storia non ha mai avuto paura di salire sul ring. Muhammad rimane un punto di riferimento anche oggi e vorrei che lo conoscessero anche i ragazzi che non hanno avuto la fortuna di nascere quando lui incantava il mondo con le sue battaglie.
Il disco si chiude con “Dialogo tra due pazzi”: una relazione tra due persone che non sono normali che in realtà è l’occasione per chiedersi cosa sia in realtà la normalità. Un pezzo in cui si può ritrovare davvero chiunque.
Per quanto riguarda la lavorazione in studio, posso solo dire che il Maestro Pagani ha qualunque strumento, lavorare con lui è stato ancora più stimolante. Io e i miei musicisti di sempre stiamo crescendo insieme, abbiamo tutti e quattro la stessa età, mi accompagnano da 15 anni a questa parte, essere in studio con loro è stato fondamentale perché ho potuto esprimermi nella mia nudità più totale, sanno cosa voglio e siamo messi lì come ai vecchi tempi seduti in circolo. Ci siamo scontrati su tante cose, sulle ritmiche e sulle influenze sonore di mamma Africa, ci siamo misurati anche tempi ritmici molto complessi e siamo cresciuti professionalmente tutti insieme anche in questa occasione.
Video: Marco e il pubblico estero

 
A chi mi chiede se questo album nasce e si configura come progetto internazionale, rispondo che il disco esce in contemporanea in molti altri paesi con un’edizione incisa completamente in spagnolo oltre a quella italiano. A breve ci saranno 5 anticipazioni dal vivo per quello che ad aprile e maggio sarà il vero e proprio tour di cui ho disegnato il palco ben 3 anni fa ormai. Ho sentito vociferare di concerti negli stadi ma io e il mio team abbiamo deciso di fare un passo indietro. Il percorso continua nei palazzetti perché è più giusto, perché il disco si sposa meglio con quel tipo di intimità e perché per gli stadi c’è tempo. Studierò il modo per far arrivare questi miei nuovi messaggi al meglio, vorrei creare un percorso sensoriale che possa riportare le persone all’interno della musica e viverla come esperienza completa. Queste mie nuove idee hanno trovato terreno fertile anche in altri progetti: la partnership con National Geographic per la salvaguardia del pianeta contro l’abuso della plastica, con Casa Chiaravalle, un ex proprietà confiscata alla malavita, oggi luogo di accoglienza, a cui andranno i ricavati dell’Atlantico Fest.
Marco Mengoni al pianoforte - Secret show - Atlantico

Marco Mengoni al pianoforte – Secret show – Atlantico

Forse queste idee mi sono venute dopo essermi costretto a stare da solo, a pensare a quello che mi era accaduto, a dare il giusto peso alle sensazioni di quel periodo. Mi sono preso tempo per seguire delle cose e per prendermi cura delle persone che mi stanno vicino. La cosa che mi più mi fa arrabbiare è il concetto di c’è tempo. In alcune occasioni ho lasciato che il tempo scorresse piuttosto che fare qualcosa, la lentezza serve per ragionare, la velocità serve per rispondere e agire. Non so se ci sarà una vita dopo ma da oggi vorrei lavorare per non perdermi più niente”.
 
 Raffaella Sbrescia

LA TRACKLIST

 

  1. VOGLIO
  2. HOLA (I SAY) feat. Tom Walker
  3. BUONA VITA
  4. MUHAMMAD ALI
  5. LA CASA AZUL
  6. MILLE LIRE
  7. INTRO DELLA RAGIONE
  8. LA RAGIONE DEL MONDO
  9. AMALIA feat. Vanessa Da Mata & Selton
  10. RIVOLUZIONE
  11. EVEREST
  12. I GIORNI DI DOMANI
  13. ATLANTICO
  14. HOLA
  15. DIALOGO TRA DUE PAZZI

Come neve: Giorgia e Marco Mengoni insieme nel duetto perfetto

Giorgia Mengoni ph Julian Hargreaves

Giorgia Mengoni ph Julian Hargreaves

Era l’ormai lontano 2009, Marco Mengoni iniziava la sua carriera e tra i suoi punti di riferimento citava sempre lei: Giorgia. Frutti di una stessa matrice soul, entrambi dotati di una voce flessibile, potente, sinuosa, in grado di cantare tutto in modo ineguagliabile, figli della scuola cantautorale made in Roma, che Piero e Massimo Calabrese hanno costruito nell’arco di diversi decenni, Marco e Giorgia si ritrovano finalmente sullo stesso piano e sulle stesse note per un nuovo singolo intitolato “Come neve”.

Chi segue questi due artisti da diverso tempo, saprà che il loro incontro artistico era un fatto agognato, spesso considerato possibile emblema di duetto perfetto.

La trama del brano persegue in modo morbido e vellutato un refrain ripetuto a più riprese e con cadenze diverse. Il tappeto elettronico ricorda diverse produzioni precedenti di entrambi, questa a dire il vero è la pecca di questo lavoro il cui punto focale rimane, tuttavia, l’incontro all’unisono delle due voci di Marco e Giorgia. Il testo, scritto insieme a Tony Maiello e Davide Simonetta, racchiude una richiesta d’aiuto per riuscire ad affrontare le cadute della vita all’insegna della propositività e leggerezza. Un modo per liberarsi dai demoni e dalle ossessioni che offuscano il nostro presente.

come neve

come neve

Il singolo, arrivato a ridosso dell’uscita di “ORONERO LIVE”, anticipa il nuovo progetto di Giorgia che conterrà altri brani inediti nonché il meglio di “Oronero Tour”.

Il consiglio per l’ascolto: chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dai ghirigori disegnati dai vocalizzi di due performer che ci invidiano in molti.

Raffaella Sbrescia

Marco Mengoni torna con Onde (Ep remix)

Marco Mengoni

Marco Mengoni

Venerdì 2 giugno ci sarà il ritorno di Marco Mengoni con la release di ONDE (Sondr Remix), primo brano del cantautore disponibile in contemporanea sulle piattaforme digitali di tutta Europa e in rotazione radiofonica. ONDE è tratto da Marco Mengoni Live, l’ultimo lavoro certificato platino, e porta le firme di Marco e Niccolò Contessa, alla prima collaborazione con Mengoni.

Questa versione vede protagonisti i londinesi Sondr, due produttori che hanno già lavorato, tra gli altri, con Lana Del Rey e Meghan Trainor, uno degli 8 migliori remix di Castle on the hill di Ed Sheeran.

Venerdì 9 giugno è invece la data della release europea del primo lyric video di Marco Mengoni, che compare nella clip attraverso diverse prospettive e su sfondi in continuo cambiamento. Un interno giorno mentre balla, uno scenario metropolitano e poi durante una corsa in spiaggia, in una sequenza di immagini in continua corrispondenza con il ritmo del brano.

In uscita nella versione integrale il 16 giugno in tutta Europa su tutti gli store digitali, da questo venerdì sarà possibile accedere al pre-order digitale di ONDE EP, che oltre a questa prima versione e a quella originale conterrà tre remix aggiuntivi: Filatov&Karas Remix, i due dj che hanno determinato il successo di Don’t be so shy di Imany, Tim Bell Remix, importante produttore house e progressive californiano e Ndpc Remix, giovani promesse italiane della dance che hanno già collaborato con nomi importanti a livello internazionale.

Ma l’estate europea 2017 di Mengoni è anche live! Dopo l’incredibile successo di #MENGONILIVE2016 tra Europa e Italia, Marco torna sul palco di tre festival internazionaliLive at Sunset (21 luglio), Heitere Open Air (13 agosto) e Zeltfestival Ruhr (29 agosto).

ONDE EP

La tracklist:

1)  Onde (Sondr Remix)

2)  Onde (Filatov&Karas Remix)

3)  Onde (Tim Bell Remix)

4)  Onde (Ndpc Remix)

5)  Onde (original version)

Mengoni live a Milano: quando un concerto diventa l’occasione per conoscere se stessi

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Anno dopo anno, passo dopo passo, la favola di Marco Mengoni si è trasformata in una realtà sempre più solida. Anche le due nuove date al Mediolanum Forum di Assago, nell’ambito di MengoniLive2016, hanno visto esaurirsi i biglietti in men che non si dica, segno dell’invincibile affetto che il pubblico dimostra di avere nei confronti del giovane artista che, ancora una volta, si è mostrato in forma smagliante. Poche ma fondamentali le novità in scaletta: Marco lascia intatta la struttura portante dello spettacolo ma sceglie di fare degli strategici innesti. Più nello specifico parliamo di “Onde”, “Sai che” e “Se parlassimo” tre brani che faranno parte di MARCO MENGONI LIVE, il progetto discografico del cantautore che uscirà il 25 novembre prossimo su etichetta Sony Music e che rappresentano la prova di una nuova direzione ancora più marcatamente cantautorale intrapresa da Marco.

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Piccola delusione per i fan di lungo corso che speravano nel ripescaggio di vecchie perle, Mengoni concentra la setlist sui successi tratti dalla sua playlist in divenire dedicando particolare attenzione non solo agli arrangiamenti ma anche ai visuals e alle luci. Nonostante l’imponenza della produzione futuristica, l’elemento che fa davvero la differenza in questo spettacolo è proprio la voce dell’artista, così poliedrica, così peculiare, così potente, così emozionante. Marco squarcia il petto, penetra a fondo negli angoli più bui dell’anima, riporta a galla emozioni, ricordi, sentimenti, sensazioni che con gli anni avevamo imparato a seppellire seguendo l’avvilente tendenza alla disillusione e al disincanto.

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Una delle qualità che bisogna riconoscere a Mengoni è questa grande poliedricità che gli consente di passare con nonchalance da struggenti ballads strappalacrime a brani uptempo carichi di adrenalina trasformando il concerto in un’esperienza veramente completa. L’intro dello show è riservata a “Ti ho voluto bene veramente”, seguita da “Non me ne accorgo”, “Nemmeno un grammo” e “Parole in circolo”. Sempre intensa l’antologica “Esseri umani” anche se ad innescare lo switch on emotivo è “Ricorderai l’amore”, opportunamente rivisitata in inglese. Ottimo il connubio “One dance” con la nuova “Onde”, magistrale l’interpretazione di “In un giorno qualunque”, un brano che è stato disegnato sulla pelle di Marco e che dopo tanti anni rimane uno dei più intensi del suo repertorio. Lo slot comprensivo di “Non passerai”, “Solo due satelliti”, “L’essenziale”, “La valle dei Re” è il migliore perché è in questa fase del concerto che Marco dà tutto il meglio di sè: libero, disinvolto, padrone assoluto della scena e catalizzatore totalizzante delle attenzioni di tutti. Irresistibile e sensuale il medley disco con “Una parola”, “I feel love”, cover del brano di Donna Summer, e “Io ti aspetto.  Immancabile l’amatissima “Guerriero”, irriverente e sfiziosa la sorpresa finale con due cover reggae come Jammin’ e Could You Be Loved di Bob Marley, impreziosite dall’energico contributo dei Bamboo.

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Marco Mengoni live @Mediolanum Forum

Grazie Marco, ci hai emozionato e ci hai fatto divertire, ci hai commosso e ci hai sorpreso. Ora conquista il pubblico europeo e poi riposati, raccogli le energie e poi lasciaci tutti senza fiato con un disco che solo tu, con la tua incredibile voce, puoi permetterti di fare.

Raffaella Sbrescia

La scaletta del concerto:

1. Intro – Ti ho voluto bene veramente

2. Non me ne accorgo

3. Nemmeno un grammo

4. Parole in circolo

5. Intro – Esseri umani

6. Ricorderai l’amore

7. Intro – One Dance – Onde

8. Intro – Pronto a correre

9. Sai che

10. Ad occhi chiusi

11. In un giorno qualunque

12. Tonight

13. I got the fear

14. Freedom

15. Se imparassimo

16. Non passerai

17. Solo due satelliti

18. L’essenziale

19. Intro – La valle dei re

20. Medley disco: Intro – Una parola – I feel love – Io ti aspetto

BIS

21. Intro – Guerriero

22Medley reggae

“Sai che”: Marco Mengoni canta la dirompenza dei sentimenti.

Marco Mengoni

Marco Mengoni

Il capitolo finale della playlist in divenire di Marco Mengoni prende vita con “Sai che”. Un brano che riprende alcuni tratti della già fortunata collaborazione con Fortunato Zampaglione e Michele Canova Iorfida e che rinsalda a doppio giro tutti i punti fermi dei precedenti “Guerriero” e “Ti voglio bene veramente”. L’atmosfera creata da questa ballad intensa e dolorosa è ibrida e sognante. Lo sfondo è una dimensione sospesa in cui i rintocchi del tempo sono dettati dall’incedere dei pensieri, tanto forti da non poter essere ignorati. La base di partenza è una sensazione di gioia, pura e cruda, così lontana, così distante da sembrare ormai quasi sconosciuta. Il fulcro del brano è la purezza e la consistenza di un sentimento genuino e speciale, pronto a sfidare ogni tipologia di ostacolo: «Eravamo davvero felici con poco. Non aveva importanza né come nè il luogo. Senza fare i giganti e giurarsi per sempre ma in un modo o nell’altro sperando nel mentre», canta Marco, rivelando la caducità dei rapporti umani ma anche l’irrinunciabile voglia di crederci a dispetto di tutto. E poi, ancora: «Sai che ho cercato un modo per dimenticare ma di contro c’è il mio volerti bene che è ancora più grande di me» mettendo a nudo l’impotenza della razionalità al cospetto della dirompenza dell’amore, quello vero, quello che perdona tutto, quello che va avanti ad oltranza e che non conosce ragioni o limitazioni.

A queste parole cariche di pathos, Marco Mengoni sceglie di associare un videoclip ambientato in 5 diversi stati degli USA girato da You Nuts Production, quasi come se volesse declinare in modi diversi le vorticose evoluzioni di un solo animo inquieto e solitario. Scenari mozzafiato accompagnano un viaggio interiore, sempre più simile ad un processo di purificazione spirituale. Sarà, a questo punto, interessante scoprire come saranno gli altri 4 inediti contenuti in “Marco Mengoni Live”, il nuovo progetto discografico che Mengoni pubblicherà il prossimo 25 novembre su etichetta Sony Music. Si tratterà di un racconto degli ultimi due anni da record e includerà tutto il repertorio live diviso in due dischi come i due leg di tour che hanno totalizzato oltre 300mila spettatori senza dimenticare un duetto con un’artista internazionale. Due album live e un dvd per fissare nel tempo e nella memoria 26 date completamente sold out, un viaggio incredibile su due palchi completamente diversi, anch’essi parte integrante dell’evoluzione del progetto e della playlist stessa.

Per chi volesse completare l’esperienza di conoscenza di questo straordinario artista, Marco Mengoni tornerà in tour a partire dal 12 novembre per 13 date in tutta Italia.  MENGONILIVE2016, prodotto e distribuito da Live Nation sbarcherà poi per la prima volta in Europa con concerti a Francoforte, Bruxelles, Amsterdam, Parigi, Città di Lussemburgo, Zurigo, Colonia, Vienna e Varsavia.

Raffaella Sbrescia

Video: Sai che

http://www.vevo.com/watch/IT5081600279?isrc=IT5081600279&share_location=ingestion

 

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