“Le cose”. Il nuovo album di Zibba è all’insegna della qualità

Zibba

Zibba

Il cantautore ligure Zibba torna sulle scene musicali e lo fa in gran stile con “Le cose”, pubblicato lo scorso 2 febbraio 2018. Un disco fatto da chi ama la musica per chi la ama senza riserve. Suona vario e strutturato questo album ricco di ospiti ma sopratutto ricco di idee e di strumenti. Si sente il piacere di investire tempo, energie, pensieri e riflessioni in un progetto costruito per rimanere. In un tempo di musica usa e getta, diventa quindi un lusso ma forse più un’esigenza lasciarsi andare senza inseguire mode e tendenze che lasciano il tempo che trovano. Zibba è più ispirato che mai, la sua penna veleggia tra passato e presente, il focus è su “Quello che si sente”. Scandisce gli istanti, punta sull’essenza l’artista che mai come in questo album, lascia da parte il minimalismo per andare incontro a partiture che spaziano dal funk, al jazz, all’elettronica, al blues, al rock. Molto particolare il duetto con Elodie in “Quando stiamo bene”: la complicità delle voci sposa una congettura strumentale intrisa di elettronica che riveste di fascino urban un singolo interessante. Tra i brani da segnalare fa capolino anche “Dove si ferma il sole”, la struttura musicale richiama fortemente i Daft Punk, lo sfondo è quello caldo e familiare di un contesto familiare. Struggente e maturo il brano che vede la partecipazione di Erica Mou, tra l’altro autrice del brano. “Non c’è niente che riporti lo spirito indietro, che mi conforti, che mi riporti a te”, cantano lei e Zibba, tra fotogrammi di un grande amore ormai irrimediabilmente spento.

Video: Quando stiamo bene

Il duetto con Alex Britti in “Le cose inutili” è quanto di più sanguigno e autentico possa esserci. La mano veloce di Britti sulla chitarra, il suo inconfondibile tocco e la calda, rugosa voce di Zibba veleggiano tra incertezze e meccanismi arrugginiti che, intanto, non riusciranno mai a toglierci il desiderio di incanto e bellezza. “A volte meglio una domanda giusta che un milione di risposte”, cantano Zibba e Marco Masini in “Sesto piano”, una ballata intensa e oscura. La musica come dea salvifica, ecco la visione di Zibba che decide di metterla nero su bianco nella sua utopica “Un altro mondo” feat. Diego Esposito. “La traccia che finisce il disco” definisce ciò che è altro da noi, ovvero tutto il resto. La traccia più bella, quella da assaporare fino alla sua trasformazione in ghost track è “Un piccolo unico istante”: un brano che è in sè e per sè una opera d’arte: archi intensi e strutturati delineano un amore struggente e nichilista destinato a decomporsi in una distorsione strumentale inquietante e claustrofica, il fedele specchio di un tempo che sempre più spesso sottrae linfa vitale. Sarà meglio non perdersi l’ascolto di questo album, non fosse altro che per riuscire a godersi 12 tracce suonate e scritte con cognizione di causa.

Raffaella Sbrescia


Il primo marzo parte il tour dall’Alcatraz di Milano. Ecco le date:

1.03 Alcatraz – Milano
17.03 Monk – Roma
20.03 Teatro Cristallo – Bolzano
21.03 Latteria Molloy – Brescia
23.03 Teatro Socjale – Ravenna
31.03 Sound Music Club – Frattamaggiore (NA)
7.04 Bangarang – Genova

L’ottavo Sanremo di Marco Masini con “Spostato di un secondo”. Intervista

Marco Masini

Marco Masini

 

Marco Masini torna in gara al 67esimo Festival di Sanremo per l’ottava volta con il brano intitolato “Spostato di un secondo”. Il brano dà anche il titolo al nuovo album di inediti dell’artista in uscita il 10 febbraio. Alla base di questo nuovo lavoro, che ha portato Masini a collaborare con un nutrito gruppo di amici e autori, c’è una ricerca spazio/temporale sincera e mirata. Se da un lato troviamo la necessità di allinearsi con il mondo in cui viviamo nel brano “Ma quale felicità”, dall’altra c’è la consapevolezza di non essere sincronizzati con il tempo che ci è stato assegnato “Nel tempo in cui sono tenuto a restare”. Ecco quindi il brano sanremese “Spostato di un secondo”, una sorta di sliding door esistenziale: se si potesse capire il nostro passato, misurando l’intensità della nostra corsa. Se si riuscisse a ignorare la fretta che condiziona le azioni forse arriveremmo un secondo prima negli stessi istanti e negli stessi posti, forse potremmo scegliere la cosa giusta da fare. Non solo rimpianti ma anche spunti: in “Invece di scriverti una canzone” fanno capolino nuove sensazioni, piccoli atti di coraggio alla ricerca della verità, esattamente come avviene in “Guardiamoci negli occhi”. Il momento più intenso dell’album è racchiuso nelle parole e nella musica di “Una lettera a chi sarò”: un bilancio esistenziale intenso e senza sconti, in pieno stile Masini.

Intervista

Da quali riflessioni prende vita questo disco?

Spostato di un secondo è la punta dell’iceberg di un progetto iniziato qualche anno fa. L’idea concettuale da cui nasce il disco è una riflessione utopistica che mi si è palesata all’alba dei 50 anni. Ho sviluppato questa idea immaginando una sorta di ritorno al passato per poter rimediare alle cose fatte in passato ragionando in maniera più lucida.

Uno degli aspetti più importanti di questo nuovo lavoro è un forte cambiamento inerente alla scelta dei suoni e degli arrangiamenti del disco.

I suoni di questo album sono figli dell’esperienza e richiamano gli anni ’80. Partendo dal presupposto che sono un tastierista e che sono sempre stato affascinato dall’uso dei sintetizzatori e dall’uso del moug, ho voluto unire quello che sono sempre stato con quello che sono diventato.

Come vivi questa nuova partecipazione al Festival di Sanremo?

Risalire sul palco dell’Ariston sarà l’occasione per raccontarmi e rimettermi in discussione. In sostanza il mio lavoro è sempre lo stesso anche se gli stimoli sono sempre nuovi. Per me Sanremo è uno sparo allo start, un modo per avere una consegna altrimenti non avrei mai finito di rimaneggiare e cambiare quello che stavo producendo.

E la sfida qual è?

Capire se il mio pensiero può incontrare anche quello dei giovani.

Se dovessi fare il punto sul tuo percorso artistico, quali sarebbero le tappe fondamentali?

Non sono mai stato un nostalgico o un vittimista. A parte un problema discografico, penso che tutto mi abbia dato un input nella vita. Il punto è cercare di non adagiarsi e non fossilizzarsi sulle cose.

Marco Masini ph Angelo Trani

Marco Masini ph Angelo Trani

 

Cos’ hai in mente per il tour?

Il tour sarà uguale al disco, renderò tutto omogeneo alle sonorità. In scaletta inserirò sei canzoni del nuovo album, ci saranno ovviamente i pezzi più importanti della mia carriera con dei medley che strizzeranno l’occhio ai miei fan più vicini. Ci saranno anche delle piccole chicche per ringraziare tutti quelli che non mi hanno mai abbandonato, nemmeno quando non riuscivo a scrivere. Creare e raccontarsi non è sempre facile.

Che rapporto hai con i tuoi musicisti?

Non mi sono mai sentito io l’artista e loro i musicisti. Masini è semplicemente il cantante della band, mi piace lo spirito di gruppo. Cesare Chiodo sarà il direttore musicale, gli arrangiamenti saranno in stile elettronico e sperimenterò un po’ con gli strumenti perché mi piace molto farlo.

Come mai hai scelto di cantare “Signor Tenente” di Giorgio Faletti come cover?

Questa è una delle rare canzoni che hanno avuto un grande successo tardivo ma non sono state più cantate; mi sembrava doveroso renderle giustizia. La serata delle cover è un’occasione speciale. Faletti è stato un caro amico con cui ho vissuto dei momenti di reale condivisione che mi hanno fatto capire la sua genialità. Il mio è un gesto di stima nei confronti di un uomo che ha saputo farci ridere e piangere e lo farò alla mia maniera.

In questo nuovo lavoro scegli di affrontare le avversità in modo saggio e propositivo…

Viviamo in un mondo che si tira la zappa sui piedi, affronto tematiche importanti con un’ammissione di difficoltà di allineamento in un mondo che mi vede agli antipodi. Ora però non serve la disperazione, serve la verità. La tendenza attuale è quella di nascondere lo sporco sotto i piedi, io invece cerco di affrontare una vita provocatrice, che ti eccita ma non te la dà.

Come hai lavorato alla realizzazione di questo album?

Ho compiuto un lungo percorso di ricerca insieme ad altri collaboratori. Diego Calvetti mi ha aiutato a trovare una forma da seguire ma ho lavorato anche con Zibba, Cecere, Carboni, Iammarino, Luca Vicini. Mi hanno dato uno stimolo per trovare un punto e una sintesi. Tutto questo per me è stato fonte di grande stimolo, io sono uno che fa stesure, sono della scuola di Bigazzi, gli altri invece vengono da un cantautorato di concetti; ecco perché il risultato che abbiamo raggiunto è così diverso.

Come procede la tua carriera da produttore?

Sto facendo dei lavori per la realizzazione di uno studio all’altezza insieme a Diego Calvetti e al suo collaboratore di fiducia Lapo Consortini. Entro la fine della primavera sarà tutto pronto e ho già un paio di cose che vorrei sperimentare con dei giovani ragazzi che vorrei coprodurre insieme agli stessi autori che mi hanno dato tanta forza attraverso un confronto continuo. La mia vita è la musica, mi piacerebbe fare in modo che quando avrò una certa età potrò fare andare avanti qualche giovane ragazzo di talento. Sarebbe quasi una soddisfazione paterna e mi riempirebbe l’anima in un modo incredibile.

Raffaella Sbrescia

Dal 14 febbraio Marco Masini sarà impegnato in un instore tour per presentare “Spostato di un secondo”, queste le date: il 14 febbraio a La Feltrinelli di Firenze, il 15 febbraio al Mondadori Megastore (via Marghera) di Milano, il 16 febbraio al Mondadori Megastore (C.C. Freccia Rossa) di Brescia, il 17 febbraio al Media World (C.C. Shopville Gran Reno) diCasalecchio di Reno (Bologna), il 18 febbraio alla Discoteca Laziale di Roma, il 20 febbraio al Mondadori Bookstore diNapoli, il 21 febbraio a La Feltrinelli di Catania, il 22 febbraio al Mondadori Megastore di Palermo, il 23 febbraio al Mondadori Bookstore di Padova, il 24 febbraio al Media World (C.C. Parco Commerciale Le Fornaci) di Beinasco (Torino), il 28 febbraio al Mondadori Bookstore di Genova, il 2 marzo al Media World (C.C. Pescara Nord) di Città Sant’Angelo (Pescara) e il 3 marzo a La Feltrinelli di Bari.

Il 30 aprile partirà il tour (prodotto e organizzato da ColorSound) con cui Marco Masini presenterà il nuovo disco. Queste le prime date: il 30 aprile al Teatro Verdi di Montecatini (PT), il 3 maggio al Teatro delle Muse di Ancona, il 5 maggio all’Auditorium Parco della Musica – Santa Cecilia di Roma, il 7 maggio al Linear Ciack di Milano, il 9 maggio al Teatro Massimo di Pescara, il 10 maggio all’Obihall di Firenze, il 13 maggio al Teatro Colosseo di Torino, il 14 maggio al Teatro Verdi di Pisa, il 16 maggio al Teatro Politeama Greco di Lecce, il 20 maggio al Palabanco di Brescia e il 27 maggio al Gran Teatro Geox di Padova.

 

“Che giorno è”, Marco Masini tra Festival di Sanremo e “Cronologia”

Masini_Cronologia_cover disco

Marco Masini è pronto a tornare a Sanremo ben 25 anni dopo il suo esordio al Festival. Il cantautore fiorentino sarà in gara con l’intenso e bellissimo brano “Che giorno è”, scritto a sei mani con Federica Camba e Daniele Coro. Durante la serata di giovedì 12 febbraio, dedicata alle cover, sul palco dell’Ariston Marco Masini interpreterà il brano “Sarà per te”, scritta dall’amico Francesco Nuti. In occasione della partecipazione al Festival, proprio il 12 febbraio uscirà il triplo album antologico intitolato “Cronologia” (Sony Music) che conterrà non solo il meglio della discografia di Marco Masini ma anche ben 5 brani inediti. Abbiamo incontrato l’artista per fare il punto sul suo rinnovato stato di grazia artistica.

Partendo dal brano sanremese salta subito all’occhio un forte e chiaro messaggio di speranza e positività ”Vivere e cadere, vivere e rialzarsi, vivere ricominciare come la prima volta”“Che giorno è” per te, Marco?

La maturità acquisita in questi 25 anni mi fa tornare con un obiettivo ben preciso ovvero quello di ritrovare una strada importante. In questi anni è cambiato il mondo, la società, il modo di scrivere, di chiamare le persone. Negli anni ’90 ero il portavoce di una generazione che si era un po’ persa, oggi canto l’esigenza di vivere. Questo è l’urlo di Marco Masini, sento che Masini debba ancora urlare ma con un altro spirito, un’altra energia. Arrivo sul palco di Sanremo con uno stato d’animo molto sereno, sento che questo nuovo brano mantiene una coerenza con colui che ero e colui che sono adesso.

Com’è nato il sodalizio con Federica Camba e Daniele Coro?

Sono due autori molto bravi che ho iniziato ad apprezzare dalle prime cose che avevano scritto per Alessandra Amoroso. Credo sia necessario confrontarsi con il nuovo, reggere l’urto ti consente di esserci ancora. Ero curioso di scoprire cosa sarei riuscito a fare cooperando e coesistendo con delle penne fresche, è stato un momento di confronto, mi sono messo in discussione anche per capire che tipo di contributo avrei potuto dare alla musica di domani.

Cosa ti manca degli anni ’90?

Nella musica ciò che manca sono i produttori che ti prendono per un orecchio e che ti insegnano a lavorare. Più in generale, mi manca il mistero, non si va più alla ricerca delle cose da scoprire, si vuole comunicare sempre tutto e subito.

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Come è avvenuta la scelta di “Sarà per te”?

Sono da sempre un grande fan di Francesco Nuti e ho voluto approfittare della possibilità di poter essere lui per almeno tre minuti.

Come pensi che verrà accolta la tua canzone sanremese?

Le cose vanno ascoltate con grande attenzione. Alla luce di questo presupposto è chiaro che l’interpretazione altrui diventa decisiva. Da parte mia c’è la massima tranquillità, staremo a vedere cosa diranno gli altri.

In “Cronologia” hai incluso anche “Cosa rimane” (A Marco), un bel regalo per i tuoi fan…

Questo brano è arrivato in un periodo di grande difficoltà. Ho un fanclub che esiste dal 1990, che ha visto un forte ricambio generazionale e che non è mai morto. L’incisione di questa canzone rappresenta un regalo doveroso e molto sentito.

Hai voglia di lavorare con le nuove generazioni?

Certo! Ho intenzione di aprire un centro che possa realmente aiutare chi desidera entrare nel mondo della musica in maniera seria ed intelligente. Ci saranno corsi di apprendimento  finalizzati alla stesura di una canzone con un gruppo di lavoro poco numeroso e molto efficiente. Sto ancora decidendo se farlo a Firenze o a Milano…

Cosa pensi dei talent show?

Il talent è al tempo stesso una buona idea ed una incredibile scorciatoia. Ai miei tempi chi veniva fuori durava negli anni perché aveva alla base almeno 16 anni di gavetta. Io, per esempio, ho iniziato dai night club ed ero davvero convinto di cosa avrei voluto fare della mia vita, oggi i ragazzi che escono da una vetrina mediatica così importante diventano subito schizzinosi circa il dove e come esibirsi.

Come mai hai scelto di pubblicare “Cronologia” e non un album con soli inediti?

Ho fatto questa scelta insieme a Sony Music. In questo lavoro c’è il rimorchio di una vita, ci sono momenti di grande difficoltà, grandi successi e grandi errori. Ripropongo le mie canzoni con un’attenzione diversa, voglio capire, rivalutarmi nel bene e nel male. Si passa dall’intimismo, all’acustica, alle parentesi unplugged a quelle piano e voce.

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Marco Masini Ph Daniele Barraco

Quale sarà il tuo approccio all’Instore tour?

Si tratta principalmente di un modo per riavvicinare le persone al negozio di dischi e riporre attenzione al supporto fisico. Ho sposato appieno il progetto soprattutto per questo motivo.

Raffaella Sbrescia

“CRONOLOGIA” verrà presentato da Marco ai suoi fan durante un Instore Tour, queste le tappe: 19 febbraio a Milano (ore 18.00 – Mondadori Megastore, via Marghera 28); 20 febbraio a Torino (ore 17.30 – MediaWorld/Centro Commerciale 8 Gallery, via Nizza 262); 21 febbraio a Firenze (ore 17.30 – MediaWorld/Centro Commerciale Ponte a Greve, Viuzzo delle Case Nuove 9); 23 febbraio a Roma (ore 18.00 – laFeltrinelli, via Appia Nuova 427).