Tuxedomoon live all’ Auditorium Parco della Musica: il report del concerto

Sono trascorsi otto anni dall’ultima data Romana dei Tuxedomoon, e il ritorno di Blaine L. Reininger è una chicca golosa per gli amanti del gruppo che nella seconda metà degli anni ’70 ha rappresentato probabilmente il meglio della scena musicale di S.Francisco. La band, fondata nel 1977 da Blaine L. Reininger e Steve Brown ha fuso synt ritmica, dettagli di musica classica, e la voce del cantante mimo di origine cinese Wiston Tong, componendo un effetto straordinario, onirico e decadente.
Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Blaine, violinista polistrumentista, cantante e compositore, ha presentato il 18 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma, insieme a Georgio Valentino, chitarrista greco talentuoso e molto originale, il suo nuovo lavoro, Wounds and Blessings.
In apertura e in corso di concerto gli inserti virtuosi del violinista Luca Ciarla accompagnato dalle note e le sonorità raffinate del Sax di Nicola Alesini, prossimamente di scena con il suo lavoro “Un Amore Partigiano”, sempre in Auditorium in collaborazione con Helikonia Concerti.
Ai brani tratti dal nuovo album, doppio, si sono affiancati successi della discografia da solista di Blaine e alcuni immancabili brani storici dei Tuxedomoon. La voce di Blaine è rimasta calda , spessa, profonda, avvolgente, assolutamente individuabile, come se il tempo non fosse mai trascorso.
Degne di nota, per la affascinante e colorata scenografia che ha arricchito lo spettacolo, le raffigurazioni grafiche della compagna di Ciarla, Keziat.
Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Un concerto raffinato, elegante, prezioso: una prelibatezza per intenditori, pur restando alla portata di tutti, come è solita arrivare, anche solo attraverso i canali emotivi, la bellezza.
Roberta Gioberti
La scaletta:
Night Air / Café au Lait /Mystery and Confusion/Blue Sleep/Dry Food/Broken Finger/Birthday Song/ I am an Old Poem/ I Inhabit Dunes/ Blue Suit/Volo Vivace/ Jinx/What Use/No Tears /Litebulb Overkill
Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Tuxedomoon @ Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

Alex Britti live alla Casa del Jazz di Roma: poche parole e tanto buon blues

Alex Britti @ La Casa del Jazz

Alex Britti @ La Casa del Jazz

Di Alex Britti conosciamo tutti il pop. E tutti sappiamo quale sia la sua abilità di chitarrista, e la sua passione per la musica, prima che per la scrittura, nonostante la sua ultima fatica sia proprio un libro, “Strade”, in cui racconta del suo spirito intimamente on the road. Quello che forse può sfuggirci è la capacità di questo cantautore romano (e concedetemi una puntina di orgoglio), di interfacciarsi con dimensioni sonore molto distanti da quella in cui lo vediamo solitamente esibirsi.
Alex Britti @ La Casa del Jazz

Alex Britti @ La Casa del Jazz

Sul palco della Casa del Jazz a Roma, in occasione dell’appuntamento romano del “Progetto Speciale” Tour 2021, Britti è accompagnato da Flavio Boltro alla tromba, Davide Savarese alla batteria, Emanuele Brignola al basso e Mario Fanizzi al pianoforte e tastiere. Il concerto parte con “Gelido”, uno dei brani di Britti a mio avviso più belli, per scaldare in un batter d’occhio la platea coinvolta ed entusiasta, con un susseguirsi di giri di blues incantevoli.
E’ virtuosismo sicuramente, quello di Britti, ma per nulla stucchevole. E soprattutto, chi ha avuto modo di seguirlo più approfonditamente lo sa, ha un suo stile dal quale mai si distacca, ma che sa integrare armoniosamente con altri meccanismi interpretativi musicali. Sia la tromba di Boltro, sia la chitarra di Mesolella, sia il rock di Bennato. Insomma, sostiene tutto. Ieri sera ne ha data ampia dimostrazione, oscillando tra blues e jazz, con qualche intersezione rock, che male non fa.
Alex Britti @ La Casa del Jazz

Alex Britti @ La Casa del Jazz

Le canzoni le conosciamo, fanno parte della colonna musicale della vita di tutti noi. Meno noti invece i giri armonici che quei testi possono supportare.
Dal Blues al Funk, al Jazz , senza negarsi un poco di melodia, con “Una su un milione”, che coccola un pubblico cantante e commosso.
Britti parla poco ai concerti, quando lo fa, è sempre timido e impacciato, come lo era trent’anni fa. Ma musicalmente maturo e in grado di sostenere l’ineguagliabile tromba di Boltro, sul finale, in un lungo duello di note che si rincorrono senza mai scontrarsi.
Britti ha tre caratteristiche impareggiabili: la modestia, la simpatia e la bravura.
Senza accelerare i tempi, è ora giunto a una maturità musicale che lo mette sul podio del panorama sonoro italiano. E, se osasse di più, anche oltre.
Roberta Gioberti
PHOTOGALLERY
Alex Britti @ La Casa del Jazz
Alex Britti @ La Casa del Jazz
Alex Britti @ La Casa del Jazz

Alex Britti @ La Casa del Jazz

Morabeza tour: il report del concerto di Tosca a Napoli

Lo scorso 23 Luglio, Tosca ha portato il suo “Morabeza Tour” a Napoli, all’Agorà Scarlatti, uno spazio all’aperto che, in questa estate, ancora segnata dall’emergenza pandemica, ospita eventi di musica, cultura, cinema e teatro.
“Morabeza” è anche il titolo dell’ultimo progetto di Tosca, con gli arrangiamenti curati interamente da Joe Barbieri, così come quelli dello spettacolo dal vivo, che si snoda attraverso le canzoni di questo disco, in un viaggio che ha portato noi spettatori in terre vicine e lontane, Parigi, Tunisi, l’Algeria, il Brasile, con le lingue più diverse, francese, arabo, portoghese, fino a tornare in Italia.

Tosca

Tosca

“Morabeza”, come racconta la stessa Tosca dal palco, è un termine creolo ma non indica una parola, bensì esprime un sentimento, uno stato d’animo: è l’insieme di saudade e allegria, è la nostalgia del presente prossimo.
In un’alternarsi di parole e suoni, Tosca canta e incanta Napoli sotto il chiaro di luna. E’ una sorta di Sirena Partenope che, con la sua voce, ci culla e ci riporta a terre e culture solo apparentemente lontane da noi, ricordandoci l’importanza dell’integrazione tra popoli, e della contaminazione, non solo musicale.
Tosca è stata accompagnata sul palco dalla sua “Famiglia Nomade”: Massimo De Lorenzi alla Chitarra, Giovanna Famulari al Violoncello, Pianoforte e Voce,
Luca Scorziello alla Batteria e Percussioni, Elisabetta Pasquale al Contrabasso e Voce, e Fabia Salvucci, musicista e interprete, con la quale Tosca ha duettato in “Piazza Grande”.
La scaletta del concerto si è nutrita delle tracce di questo ultimo bellissimo disco di Tosca. Mi sono emozionata sull’esecuzione di un pezzo che amo molto, “Per ogni oggi che verrà”, e su “Ho amato tutto” c’è stato l’applauso più forte del pubblico napoletano. “Napoli è sempre Napoli”, ha detto Tosca alla fine del concerto e di una serata meravigliosa.

Giuliana Galasso

“Tour estemporaneo Estate 2021″: il ritorno live di Samuele Bersani. Il report del concerto a Vigevano

Si è tenuta nel cortile del Castello Sforzesco di Vigevano la terza data live del “Tour estemporaneo Estate 2021” di Samuele Bersani. Il terzo appuntamento dal vivo in un lasso di tempo durato quattro anni per il cantautore neovincitore della targa Tenco per il miglior disco in assoluto con il suo ultimo album di inediti “Cinema Samuele”. Accompagnato da Tony Pujia e Silvio Masanotti alle chitarre, Stefano Cenci alle tastiere, Davide Beatino al basso, Marco Rovinelli alla batteria, l’artista si è concesso al pubblico ritrovando i suoi vecchi successi e presentando i più recenti brani attraverso suoni ricchi, pastosi e sperimentali senza mai perdere di vista il suo fidato leggio. Un po’ old school, un po’ coperta di Linus, un po’ sinonimo di qualità certificata.

Samuele Bersani - Vigevano

Samuele Bersani è emozionato, si lascia andare al flusso dei pensieri che attraversano la sua mente mentre, intanto, con la voce, ripercorre anni di successi, canzoni, episodi, persone, gioie, dolori, errori. Il dialogo con il pubblico è scorrevole, costante, divertente, empatico. “Occhiali rotti”, “Spaccacuore”, “En e Xanax” si intersecano in un crescendo ritmico fresco, godibile, consapevole.
A seguire “Cattiva”, “Harakiri”, “Lo Scrutatore non votante” catapultano l’immaginario tra frangenti del passato, emozioni del presente, ipotesi sul futuro. ll contesto è infestato dalle zanzare, fisicamente si soffre ma è una sorta di corto circuito tra corpo e spirito. “Le mie parole sono sassi precisi aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese, sono nuvole sospese gonfie di sottointesi che accendono negli occhi infinite attese sono gocce preziose indimenticate a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare. Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato un viso sordo e muto che l’amore ha illuminato”, canta Samuele Bersani nè “Le mie parole”, un brano tridimensionale, intriso di significato e di poesia, che ancora oggi strappa minuti di applausi scroscianti. Si prosegue con “Mezza bugia”, poi il cantautore si concede una confessione: “Credo di essere un vero amico della Vanoni, le è l’unica vera amica che ho nel mondo della musica. La sua “incontinenza verbale” è stata più volte salvifica. Mi ha detto delle cose che mi avrebbero dovuto dire 30 anni fa: forza Samuele, sali sul palco e mettici grinta, non essere di passaggio sul palco”. Ecco, la forza di queste parole, così come il coraggio che l’artista ha avuto nell’esprimere scherzosamente un concetto difficile e, probabilmente doloroso, rappresentano un surplus emotivo che regala tutto un sapore autentico a questo concerto. Un prezioso scambio all’insegna dell’umanità. Samuele Bersani omaggia l’indimenticabile amico e maestro Lucio Dalla con “Tu non mi basti mai”. Cavalca l’onda emotiva con “Il pescatore di asterischi”, ravviva il ritmo con Freak” e “Coccodrilli”, istiga il pubblico a cantare a pieni polmoni “Giudizi universali” e li saluta con “Il mostro” e “Chicco e spillo”. Un “ciao” che ha il sublime gusto di un arrivederci a stretto giro. Bentornato Samuele.

Raffaella Sbrescia

Coma_Cose in concerto a Pavia: cronistoria di un sold out intriso di emozioni

Ore 21.30. Castello Visconteo di Pavia. Sedie ordinate e file distanziate. L’imbrunire è ormai prossimo e anche le ultime zanzare stanno per lasciarci tregua. Tutto è pronto: Fausto e Francesca, aka Coma_Cose salgono sul palco e l’atmosfera si fa stregata. In total denim e con lo stretto necessario, i due si raccontano e traghettano il pubblico in “Mille tempeste”. Sarà che qui si è abituati a essere sospesi tra la città e la provincia, tra tangenziali e strade sterrate circondate da campagne e sorvolate da cieli stellati e intrisi di gracchiare di rane; l’effetto del brano di apertura è subito dirompente.

Coma_Cose @ Castello  Visconteo - Pavia

Coma_Cose @ Castello Visconteo – Pavia

Vita vissuta, critica sociale, irriverenza, ironia e poi, certo, nost(r)algia : “Deserto”, “Jugoslavia”, “Via Gola” e poi l’evocativa “La canzone dei lupi” si avvicendano mettendo in luce una emotività ruvida, senza filtri, intima, diretta. Fausto e Francesca si muovono, si sfiorano, si incrociano, veleggiano molleggiando tra antiche fantasie e nuove certezze. Raccontano a mezza voce delle difficoltà affrontate ma i loro sguardi brillano di amore e nuove consapevolezze. Il pubblico è vivo, vibrante e partecipe, si sta in piedi sul posto, ci si sbraccia e si canta un po’ con la mascherina e un po’ no. Fino all’arrivo delle vecchie glorie: “Anima lattina” e “Mancarsi” e alla riflessione sulla musica live di Fausto per introdurre “Discoteche abbandonate”. Sempre intenso lo stream of consciousness de “La rabbia”, che lascia il posto alla ruvidezza sempre troppo attuale di “Cannibalismo” e “Golgota”. Tempo di nostalgia melensa con “Beach boys distorti”, la pietra miliare “Guerre Fredde”, “Novantasei”. Momento di raccoglimento per il successo sanremese “Fiamme negli occhi” per continuare a perdifiato tra le immagini e le note di “Pakistan” e poi “Ho cambiato mille case, poi mille lavori. Facevamo i commessi come gli errori” di “Nudo integrale” fino alla struggente “Zombie al Carrefour” suonata in punta di dita da Fausto e cantata con voce irrorata di emozioni contrastanti da Francesca.

Coma_Cose @ Castello  Visconteo - Pavia

Coma_Cose @ Castello Visconteo – Pavia

“Lametta”, “Granata”, “Post concerto” scorrono in successione fino alla brutale mazzata di “Squali” che ci restituisce una nitida fotografia di un momento socio-culturale non facile, dove ci sforziamo di essere empatici ma ci ritroviamo a farci a pezzi. C’è bisogno di più amore e lo sanno bene i Coma Cose che, richiamati a gran voce dal pubblico pavese, regalano una romantica versione acustica di “Fiamme negli occhi” alle anime lattine che, solo alla fine, hanno “rotto gli argini” riversandosi sotto palco per due minuti di saluti “cuore a cuore” a questi due lupi che, fuori dal branco, macinano applausi e sold-out.

Raffaella Sbrescia

Fulgida e travolgente, Levante entra nell’Olimpo degli dei. Il varco d’ingresso è il Mediolanum Forum di Milano

Levante

Claudia Lagona, in arte Levante, protagonista al Mediolanum Forum di Milano. Il primo show nel palazzetto dello sport più famoso d’Italia unisce tutti i puntini dei cardini esistenziali e artistici della cantautrice. Forte e travolgente ma anche fragilissima e delicata, Levante racchiude un prisma di caratteristiche tali da renderla unica e forse per questo inimitabile. Grintosa, coloratissima, sensuale prima donna della serata, Levante non perde mai di vista i suoi fidati musicisti ai quali aggiunge una corposa sezione di archi per donare un’aura eterea e sognante alle sue canzoni. In scaletta ci sono praticamente tutti i singoli nonché i brani pubblicati nell’ultimo album di inediti “Magmamemoria”. E non mancano le sorprese. Anche grosse. Stiamo parlando del duetto di Levante con Gianni Morandi sulle note di un brano iconico come “Vita” ma anche del momento strappalacrime in cui l’artista invita sua madre a cantare insieme a lei, esattamente come era avvenuto nel 2015, la dolce poesia d’amore “Finchè morte non ci separi”. La carrellata di ospiti si chiude con l’arrivo di due fuoriclasse made in Sicily quali sono Colapesce e Antonio Di Martino con cui Levante canta “Lo stretto necessario” per una nuova versione di una hit che ci aveva emozionato con il feat di Carmen Consoli.

Per chi conosce Levante dagli esordi può forse immaginare cosa possa aver significato arrivare a questo tipo di traguardo professionale. Mangiapalchi da sempre, Claudia non ha mai lesinato chilometri e avventure nuove, sconosciute, lontane anni luce dal suo immaginario primigenio. L’istinto l’ha guidata dandole la forza, il coraggio e l’ardore di mettersi in gioco non solo sui palchi, ma anche in ambito letterario, televisivo e beauty. In ogni contesto Claudia ha sempre scelto di metterci la faccia senza mai omologarsi ed è per questo che nel tempo il pubblico che si è costruita ha imparato ad amarla a fondo e senza riserve.

Ed ecco i puntini riuniti, quelli di una linea mai troppo precisa, a volte interrotta ma subito ripresa. Tratti ora forti e marcati, ora deboli e a malapena visibili ma sempre pronti a tracciare un segno indelebile.

Levante per il suo show dei sogni parte dalla radici, dai video della sua primissima infanzia, ci dimostra di essere rimasta fedele e coerente a se stessa. Ci manda un messaggio chiaro e incontrovertibile: eccomi, questa sono io che vi mostro la mia essenza e così è. E allora via: Magmamemoria, Le lacrime non macchiano, Non me ne frega niente, Maledetto cantate una in fila all’altra senza sosta e senza riprendere fiato per non emozionarsi troppo di fronte a un pubblico caldo, presente, partecipe.

Vorrei dirvi tante cose ma penso che continuerò con la musica. Grazie tutto questo è pazzesco” riesce a dire ad un certo punto Levante dall’alto dei vertiginosissimi tacchi sui quali salta e corre come se fossero sneakers.

Levante ph Kimberley A.Ross

Levante ph Kimberley A.Ross

Rancore, Regno Animale, Ciao per sempre, Se non ti vedo non esisti, Cuori d’artificio, Saturno, Sbadiglio, Memo, L’ultima volta che ti dimentico, Il giorno prima del giorno dell’inizio non ha mai avuto fine si susseguono una dopo l’altra mettendo in luce lo struggimento, la potenza semantica e simbologica di parole, movenze e reminiscenze che non possono e non vogliono trovare una collocazione definita e stringente.

L’atto di fede si compie poi al centro del parterre: Levante imbraccia una chitarra senza fili, chiude gli occhi e riunisce tutti in un canto d’amore collettivo sulle note di Abbi cura di te. Un manto di occhi luminosi ad avvolgerla mentre tutto intorno c’è incanto e stupore.

Reali, Duri come me, 1996 La stagione del rumore, Bravi tutti voi Andrà tutto bene,, Antonio, Gesù Cristo sono io, Lo stretto necessario, Pezzo di me, Alfonso scandiscono l’ultima parte dello show molto movimentata e ballereccia. Dopo la presentazione della band, il colpo finale: Arcano 13 al pianoforte. Una manciata di semplici accordi in 4/4 e pochi versi per una canzone che riesce a toccare le corde più intime del cuore e le vette più alte del cielo. Il battesimo pagano è avvenuto, benvenuta Levante nell’Olimpo dei dei.

Raffaella Sbrescia

Atlantico tour: l’ascesi artistica di Marco Mengoni in un tripudio di emozioni

Marco Mengoni

Si chiude oggi al Mediolanum Forum di Assago la tre giorni milanese della tranche autunnale dell’ Atlantico Tour . La nuova avventura live di Marco Mengoni giunge infatti come naturale proseguimento di una ricca tourneè nei palazzetti in cui il cantautore mette a punto alcuni piccoli dettagli in grado di perfezionare uno spettacolo particolarmente pregno di contenuti, di sonorità, di spunti, di emozioni.

Dopo 10 anni di carriera appare in maniera forte ed evidente quanto questo ragazzo sia maturato sia in termini artistici che vocali. La sua voce rimane in assoluto lo strumento con cui Marco riesce davvero a fare qualunque cosa in modo sempre più cosciente e calibrato. Capitano però ancora quei momenti in cui questa stessa voce sorprende non solo il pubblico ma anche Marco stesso ed è lì che l’artista lascia trasparire quell’animo delicato, fragile e prezioso che ha saputo conquistare grandi schiere di fedelissimi fan pronti a seguirlo da sempre e per sempre.

Da un punto di vista prettamente musicale, Marco Mengoni è tra coloro che amano spaziare lasciandosi contaminare cercando nuovi equilibri tra note, richiami ed influenze. Fa impressione notare con quanta naturalezza si passi tra classiche ballads e brani uptempo tra interludi soul, rythm and blues, liriche sudamericane, reminiscenze afro e rivisitazioni di brani che hanno segnato la storia del mondo contemporaneo. Sarebbe ancora più sorprendente vedere Marco tornare al rock, quello degli esordi, quello che l’aveva catalpultato in una dimensione così estranea al suo mondo, da fare scoprire a lui stesso di essere capace dell’impensabile.

A riempire ogni possibile intercapedine tra brani che riescono a restare impressi con naturalezza c’è tutta una parentesi da fare sui messaggi che l’artista trasmette da diverso tempo a questa parte. Libertà, sentimenti, sostenibilità, autenticità sono i 4 punti cardinali attraverso cui si districano tutte le iniziative e i progetti che Mengoni porta avanti in parallelo avvalendosi del benvolere di istituzioni e personaggi di importante spicco culturale.

Tutti questi tasselli messi insieme fanno di Marco un ragazzo modello, un’icona a cui ispirarsi, una persona a cui volere bene come se la si conoscesse per davvero.

Sono questi i presupposti con cui il pubblico accorre ai suoi concerti con la sicurezza di addentrarsi in un viaggio emotivo importante, carico di pathos ma anche divertente, liberatorio, depressurizzante e, perché no, goliardico.

Marco Mengoni

Vivere quelle due ore sotto transenna come al centro di un incantesimo perfetto dove non si sentono le ore di attesa nelle gambe, la stanchezza di una settimana vissuta a ritmi insostenibili o le turbe di una vita precaria. No, si percepisce solo benessere e incanto, bellezza e gioia. La voce di Mengoni viene interpretata come un’iniezione di gioia che genera dipendenza e allora si sceglie di tornare ancora e ancora. Subentrano poi le amicizie nate in questo contesto, alchimie tra persone che entrano in una simbiosi emotiva tanto forte da rendere superflue le parole. Ecco il valore aggiunto della musica di Marco Mengoni: la capacità di insediarsi come colonna sonora di vite legate a doppio filo. La certezza di aver lasciato un segno indelebile è pertanto il riconoscimento definitivo ad un artista unico il cui destino è di splendere tra le stelle della musica che conta.

 Raffaella Sbrescia

Pop Heart tour: a spasso nel tempo con Giorgia. La recensione del concerto di Milano

GIORGIA - Pop Heart tour

GIORGIA – Pop Heart tour

Ne è passata di acqua sotto i ponti dai lontani anni ‘90 ma la classe e l’energia di Giorgia restano immutati nel tempo. L’ho rivista lo scorso 6 maggio al Mediolanum Forum di Assago in occasione della prima delle due date milanesi del Pop Heart Tour e a dire il vero sorprende osservare come l’artista sia riuscita a mantenere intatto il proprio repertorio storico senza perdere la voglia di mettersi in gioco con grandi successi di suoi colleghi altrettanto apprezzati nella scena musicale italiana. In realtà Giorgia fa di pù e alza il tiro, così come aveva fatto nel suo album di cover “Pop Heart”, anche in questo tour la cantante si diverte a cimentarsi con i brani e gli artisti che ha amato di più, dagli esordi a oggi. Il risultato è uno show molto vario, ricco di momenti di grande intensità evocativa ma anche di incursioni electro-dance, blues, soul e jazz. Sulla carta avrete magari l’impressione che si tratti di una “caciara” musicale invece il file rouge su cui si imposta la scaletta è l’idea di viaggio nel tempo. Giorgia quindi veste i panni di una madrina d’eccezione, fasciata di luminescenti abiti Diori, disegnati per lei da Maria Grazia Chiuri.
A fare da garante a tutto lo spettacolo è l’unico elemento chiave che da sempre è il fortino di Giorgia: la sua incredibile voce. Ad accompagnarla c’è una band di importante spessore artistico: Sonny Thompson al basso, Mylious Johnson alla batteria, Jacopo Carlini al pianoforte, Fabio Visocchi alle tastiere e Anna Greta Giannotti alla chitarra. Nel coro Diana Winter e Andrea Faustini ai quali Giorgia lascia ampi spazi da protagonisti, testimoniando la generosa intenzione di offrire loro l’occasione di mettersi in luce. Ad arricchire lo show anche un DJ set a cura del batterista Mylious Johnson. Un discorso a parte va fatto per tutto ciò che concerne l’aspetto visuale e tecnologico: a capo del progetto c’è il compagno di Giorgia Emanuel Lo. Particolare attenzione è stata posta all’uso di suggestivi schermi che si spostano e si alternano creando forme e sipari virtuali che scandiscono le performance sia di Giorgia che della band.
Video: Giorgia canta “Come saprei”

Il live si apre con un’entrata a effetto: Giorgia compare al centro della scena, sola sul palcoscenico e infila subito una triade di cover senza prendere fiato: canta “Le tasche piene di sassi”, “Una storia importante”, “Gli ostacoli del cuore.
L’intento di Giorgia è unire gli animi di tutti attraverso immagini e ricordi speciali del passato e del recente presente. I momenti privati lasciano però spazio anche ad intermezzi divertenti e spensierati sopratutto quando a metà concerto il palco si trasforma in una vera e propria discoteca, il ritmo cresce e i laser popolano la scena in uno spettacolo di luci. Al centro dello show anche un momento club, in cui Giorgia ripercorre i suoi più grandi successi degli anni Novanta. Subito dopo l’artista ritorna alle cover ma stavolta si tratta di pietre miliari, quei brani che da ragazzina l’hanno forgiata per sempre quando ancora si esibiva nei club di Roma con la band di suo padre.
GIORGIA Pop Heart tour
Il momento più esilarante del concerto è stato invece quando sulle note di “Come neve”, più di metà pubblico ha confuso in penombra l’ingresso del corista Andrea Faustini con l’ipotesi che si potesse trattare di Marco Mengoni, fino alla sera precedente in scena proprio al Forum. Purtroppo si è trattato solo di una fugace illusione anche se un duetto live tra i due artisti sarebbe stato a dir poco magico.
Per i cavalli di battaglia “E poi”, “Come saprei”, “Strano il mio destino” Giorgia non lesina mai divertenti siparietti per introdurre i suoi brani più famosi, chi va spesso a vedere i suoi concerti però non avrà potuto fare a meno di constatare che si tratta ormai di una consuetudine piuttosto ripetitiva nei contenuti e se ne potrebbe fare tranquillamente a meno. Mancano in scaletta alcune perle dell’album “Oronero” ma almeno “Credo” e la titletrack sono sopravvissute all’invasione delle cover. Chiudono la serata due intense interpretazioni che sono particolarmente significative sia per Giorgia sia per chi ama la sua visione della musica, si tratta di “Anima” di Pino Daniele e “I will always love you” di Whitney Houston. Giorgia riveste le leggendarie canzoni con la sua voce potente e cristallina donando loro una veste leggiadra e fresca. Il risultato è un’esperienza di ascolto intensa, emozionante, a tratti sfidante ma sicuramente completa così come Giorgia riesce ad essere oltre il tempo e lo spazio.
 Raffaella Sbrescia
LA SCALETTA
01 – Le tasche piene di sassi
02 – Una storia importante
03 – Gli ostacoli del cuore
04 – Credo
05 – Scelgo ancora te
06 – Sweet dreams
07 – Quando una stella muore
08- È l’amore che conta
09 – Come neve
10 – Dune mosse
11 – I feel love
12 – Il mio giorno migliore
13 – La mia stanza
14 – Ain’t nobody
15 – E poi
16 – Come saprei
17 – Strano il mio destino
18 – Un amore da favola
19 – Girasole / Tradirefare
20 – Easy
21 – Di sole e d’azzurro
22 – Vivi davvero
23 – Stay
24 – Io tra tanti
25 – L’essenziale
26 – Oronero
27 – Anima
28 – Tu mi porti su
29. I will always love you

Aspettando il forum è stato bello sognare insieme a Ermal Meta al Live Music live

Ermal Meta live @Live Music Club -ph Andrea Brusa

Ermal Meta live @Live Music Club -ph Andrea Brusa

La favola di Ermal Meta la conosciamo bene. L’epopea dell’autore di prestigio che diventa cantautore di successo nazionale è nota a tutti così unanimi sono i consensi che l’artista ha collezionato negli ultimi anni. Il prossimo 20 aprile Ermal festeggerà il compleanno con un super party al Mediolanum Forum di Milano ma nel frattempo le prove generali si sono tenute nel piccolo Live Music Club di Trezzo sull’Adda.

La cornice dello show durato poco di due ore era costuita dai fan più accaniti e più fedeli dell’artista che hanno sfidato una copiosa pioggia e le impervie strade di provincia per cantare dalla prima all’ultima parola di canzoni che profumano di vita, verità e autenticità.

Ermal Meta ha concentrato tutto il concerto sulla musica: niente scenografia, niente parole in più oltre a quelle dei suoi successi. In scaletta ha inserito praticamente tutti i singoli senza escludere le meno note perle degli esordi. Stranisce l’assenza di “Odio le favole”, sorprende ed emoziona la presenza dello Gnu Quartet per una parentesi acustica di importante caratura artistica.

Video – Amara Terra Mia

Incorpora video

La forza dei brani di Ermal Meta sta in una vestibilità traversale, sia in veste elettrica che più scarnificata. Il comune denominatore sta nella vocalità del cantautore che, in questa speciale occasione, non si è davvero risparmiato nemmeno per un attimo. Alla chitarra, al pianoforte, in vocal solo, Ermal Meta ha saltato, si è inginocchiato, si è sdraiato sul palco mostrandosi in fulgida forma. Dopo decine di live in lungo e largo per la penisola, ha trovato il tempo, la voglia e il modo di inventarsi un tour teatrale, di stravolgere il proprio repertorio, di collaborare con altri artisti, di continuare a scrivere come in preda ad un flusso creativo che non poteva aspettare per palesarsi. Sarà strano pensare che dopo la fatidica data del 20 aprile ci sarà presumibilmente una lunga pausa per un artista come lui, affamato di musica e di studio.

Video:

E’ stato bello sognare insieme, lo è stato ancora di più festeggiare in modo intimo, privato e speciale un percorso luminoso e soprattutto meritato. AD MAIORA, Ermal e grazie.

Raffaella Sbrescia

Cosa fai questa notte tour: gli Ex-Otago al meglio della loro forma a Milano

Maurizio Carucci @ Ex-Otago ph Lorenzo Santagata

Maurizio Carucci @ Ex-Otago ph Lorenzo Santagata

Chi non era al concerto degli Ex-Otago al Fabrique di Milano avrebbe semplicemente dovuto esserci. La data milanese del “Cosa fai questa notte tour” è stata veramente speciale. Le premesse in verità c’erano già tutte, il live prodotto da Magellano Concerti era sold-out da tempo ma è anche vero che di questi tempi un sold-out non implica un successo assicurato, anzi.
Qui invece la situazione è stata subito nitida e chiara dalle prime note, Maurizio Carucci e compagni avevano proprio voglia di rendersi protagonisti di una performance spumeggiante e al meglio della forma. In questo nuovo show c’è proprio tutta la loro essenza, senza esclusione di colpi. Ci sono i nuovi brani dell’album recentemente pubblicato “Corochinato”, ci sono le chicche degli esordi, le migliori gemme di “Marassi” e un originale omaggio a Fabrizio De Andrè con “Amore che vieni, amore che vai”.
Una notte con gli otaghi è un sali scendi emotivo, è una montagna russa in cui si diverte, ci si emoziona, si piange, si cazzeggia alla grande e si esce stravolti ma soddisfatti.
Video: Solo una canzone

Sul palco non è mancato nulla: dagli ottimi visuals di Carlo Zoratti, art director d’eccezione che ha curato la direzione artistica del concerto, agli abat jour portatili che hanno scandito i momenti acustici dello show: Carucci ha cantato “Costarica” al bar del Fabrique e una struggente versione di “Stai tranquillo” direttamente in mezzo al pubblico del parterre. Una scena davvero emozionante e carica di pathos. Una parentesi che ha creato una profonda empatia tra la band e il pubblico.
Super divertenti i mini dj set e le estemporanee otagate alla loop station, uno stage diving e qualche gavettone finale a completare il fotogramma di una serata pazza.
Quello che davvero piace degli Ex Otago è che sono completi, nelle loro canzoni non manca nè poesia né fancazzismo, né l’impegno, né l’autoironia. Si vede che si tratta di ragazzi con una tempra solida, che sanno cosa vuol dire fare arte ma anche vivere in maniera semplice. Il risultato pertanto è godibile e divertente. Avanti così, Otaghi, va tutto terribilmente bene.
Raffaella Sbrescia
Ex-Otago ph Lorenzo Santagata

Ex-Otago ph Lorenzo Santagata

Il tour prosegue a Senigallia (6/4), Bologna (9/4), Roma (10/4) e Bari (12/4). La band tornerà a Milano il 27 giugno prossimo per il Tuborg Open Fest (Ippodromo San Siro).
Video: Ex-Otago live @ Fabrique – Quando sono con te

Questa invece la scaletta
1. Questa notte
2. Le macchine che passano
3. Bambini
4. Giovani d’oggi
5. Torniamo a casa
6. Infinito
7. Gli occhi della Luna
8. Skit Capodanno  + Intro
9. La notte chiama
10. Intro + Tutto bene
11. Costa Rica
12. Stai tranquillo
13. Amore che vieni, amore che vai
14. Mare
15. La nostra pelle
16. Quando sono con te
BIS
17. Solo una canzone
18. Ci vuole molto coraggio
19. Cinghiali incazzati
20. Non molto lontano Rmx – Outro

Previous Posts Next Posts