Max Gazzè chiude l’annus mirabilis al Mediolanum Forum trasformandolo in un catino di gioia.

Max Gazzè - Mediolanum Forum

Max Gazzè – Mediolanum Forum

Da un buio scantinato ad un tour mondiale che si è chiuso sul palco del Mediolanum Forum. Max Gazzè chiude l’annus mirabilis con un’ultima memorabile data del Maximilian Tour 2016. Grazie alla sua genialità contraddistinta da ironia e brillantezza, il cantautore ha salutato il pubblico con un concerto completo da ogni punto di vista. Una scaletta dinamica ed esaustiva, visuals d’impatto, luci ed effetti imponenti hanno fatto il resto. Accompagnato dai suoi storici musicisti Cristiano Micalizzi alla batteria, Clemente Ferrari alle tastiere, Giorgio Baldi alla chitarra e “Dedo” (Max De Domenico) agli strumenti a fiato nonché dal suo inseparabile basso, Max Gazzè ha ripercorso 20 anni di carriera con brio, energia e compattezza. Fin dal primo disco “Contro un’onda del mare” le sue canzoni innervate di sensibilità e poesia hanno saputo commuovere e smuovere l’animo del suo pubblico. Da La Favola di Adamo ed EvaI tuoi maledettissimi impegni a Mille volte ancora passando per Un uomo diverso e Su un ciliegio esterno per arrivare a Teresa, Raduni ovali e l’irresistibile Ti sembra normale, la scaletta è un turbinio di emozioni che passa attraverso un vorticoso saliscendi di ritmiche e tematiche. Max prende per mano ogni singolo spettatore e lo accompagna con sé tra i suoi mondi surreali.

Max Gazzè - Mediolanum Forum

Max Gazzè – Mediolanum Forum

Spaziando tra passato e presente senza soluzione di continuità, il cantautore infrange schemi e regole inducendo il pubblico a fare esattamente lo stesso. Semplice ma di grande impatto la suite acustica pensata per il medley di metà concerto: spettacolare la costruzione di arrangiamenti venati di folk e di country per grandi classici come Il timido ubriaco, L’uomo più furboMentre dormi, Cara Valentina. Immancabile l’accenno alla fortunata esperienza in trio con i colleghi e amici di sempre Daniele Silvestri e Niccolò Fabi: la bellezza de L’amore non esiste rende il brano di tipo antologico.  Forum in visibilio sulle note di Sotto casa con tanto di cori da stadio. Bello e significativo il salto all’indietro con la proiezione di un video contenente dei significativi filmati d’epoca risalenti al 1996. Le ultime cartucce da sparare riservano una bellissima sorpresa: Max torna indietro nel tempo è dà voce ad un brano veramente potente intitolato Il bagliore dato a questo sole. Un’interpretazione da brivido a voce piena prima di calare l’ultimo trio d’assi composto da  Vento d’estateLa vita com’è e Una musica può fare.

Raffaella Sbrescia

Video: L’amore non esiste (live @ Mediolanum Forum)ed

Il ruggito di Loredana Bertè scalda il cuore di Milano

Loredana Bertè - Alcatraz - Milano

Loredana Bertè – Alcatraz – Milano

Loredana Bertè è tornata a ruggire. Dopo averci piacevolmente sorpreso con il suo ultimo lavoro discografico “Amici non ne ho …ma amiche sì”, prodotto dall’amica e collega Fiorella Mannoia, la cantante è salita sul palco dell’ Alcatraz di Milano donando tutta se stessa al pubblico. Il suo canto è un grido di battaglia, l’essenza stessa della vita che scorre e che si fa sentire in tutto il suo vigore, nonostante il dolore, nonostante i rimpianti, nonostante tutto. Musa dei migliori cantautori che hanno fatto la storia della canzone italiana, Loredana è da sempre un’artista antesignana, lucidamente spavalda, schietta e genuina come pochi sanno essere. Il suo repertorio è costellato di successi intramontabili, le canzoni in scaletta portano il marchio inconfondibile delle penne di Pino Daniele, Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, Pino Mango, Edoardo Bennato, Mario Lavezzi e tantissimi altri. Con Loredana sul palco, una collaudata band, la fedele Aida Cooper e l’anima dell’amatissima sorella Mia Martini.

Loredana Bertè - Alcatraz - Milano

Loredana Bertè – Alcatraz – Milano

Loredana conosce bene le vibrazioni di un’inquietudine con cui ha imparato a convivere, si rifugia nelle canzoni ritrovando nuova linfa in cui riversare le emozioni di una vita turbolenta ma incredibilmente intensa e degna di essere raccontata.

Dal rock al raggae, la Bertè attraversa generi, correnti e sfumature con la sua voce potente e con la sua personalità dirompente, questo nuovo stato di grazia emoziona e convince il pubblico, affezionato ed entusiasta di aver ritrovato una delle ultime grandi dive italiane.

Raffaella Sbrescia

Leggi l’intervista qui: http://www.ritrattidinote.it/interviste/amici-non-ne-ho-ma-amiche-si-loredana-berte-fiorella-mannoia-album.html

La scaletta del concerto

Amici non ne ho

Mare d’inverno

Buongiorno anche a te

Un po’ di tutto

Così ti scrivo

Indocina

Ma quale musica leggera

Padre Davvero

Luna

E’ andata così

Re

Fiume Sand Creek

Una storia sbagliata

Traslocando

J’adore Venise

I ragazzi di qui

Dedicato

Non sono una signora

Sei bellissima

I ragazzi italiani (in omaggio a Ron presente al concerto)

E la luna bussò

In alto mare

Mi manchi

Il cielo è sempre più blu

La goccia

Video: Dedicato

Francesco Renga è in forma smagliante. Scriverò il tuo nome live è la giusta gratificazione per un percorso fatto di successi

Francesco Renga ph Francesco Prandoni

Francesco Renga ph Francesco Prandoni

Francesco Renga approda nei palazzetti italiani con “Scriverò il tuo nome Live nei Palasport”. Il primo capitolo di questa nuova avventura arriva dopo la recente uscita dell’omonimo album “Scriverò il tuo nome” (Sony Music Italy) e gode subito di un grande supporto del pubblico grazie ad un bel sold out al Mediolanum Forum di Assago. Serata subito calda grazie alla suggestiva apertura del valido cantautore Ermal Meta con cui Francesco ha scritto il singolo “Il Bene”. Con una scaletta comprensiva di 40 brani ed uno show della durata di più di due ore, Francesco mette la sua straordinaria voce al servizio del proprio stesso repertorio senza sconti. Carico, generoso, felice e desideroso del contatto ravvicinato con le persone, Renga si mette in gioco seguendo un unico grande filo conduttore: l’amore.

Francesco Renga

Francesco Renga

L’artista declina il concetto in tutte le sfaccettature e percorsi possibili rendendo questa parola l’unica grande accentratrice di attenzione. «Questa sera mi sono divertito tantissimo, ho lavorato tanto con il mio team e con i miei musicisti per arrivare a questo momento che per me rappresenta una gratificazione senza eguali», ha spiegato Francesco Renga alla stampa subito dopo la performance sul palco: «Il concerto mi dà la possibilità di avere la percezione reale di quello che mi immagino quando incido un album. Quella di stasera era la cosiddetta prova del nove per un live pensato per questi numeri. Avevo già fatto i palazzetti diversi anni fa ma stavolta ci sono arrivato con una consapevolezza completamente nuova. Le cose si devono guadagnare e penso che questo per me sia il momento giusto».

Francesco Renga

Francesco Renga

Tra i momenti più emozionanti e riusciti del live, c’è sicuramente la scelta di lasciare il palcoscenico principale per raggiungere, immerso tra le gente, un piccolo palco posto alla fine del parterre per un set acustico da brividi comprensivo di preziose perle quali “Cambio direzione”, “Dove il mondo non c’è più”, “Raccontami”, “Per farti tornare”: «Credo che quando si raggiungono certi risultati, il motore di tutto è sempre il pubblico. In un momento difficile come questo, chi viene a sentirmi lo fa in mezzo a tantissime altre proposte e fa sacrifici anche economici. Restituire loro la sensazione di protagonismo era uno degli obiettivi che mi ero prefissato. Sono riuscito a cucire tra loro due momenti diversi: quello del contatto intimo con la gente all’interno di un palazzetto. Questa è stata una grande scommessa per tutti, ci ho creduto fin da subito e sapevo che il pubblico avrebbe capito ed apprezzato questa scelta. Una delle mie fortune è avere un pubblico educato, che è cresciuto con me e che ha capito qual era il limite da non sorpassare», racconta Renga.

Sorprendente la scelta di inserire in scaletta il brano “Senza Vento”, risalente al periodo in cui Francesco era parte dei Timoria: «“Senza vento” non la vedevo al di fuori del mondo Timoria. Per me questa canzone era un’icona di quel periodo, di quella band e mi è sempre sembrato fuori luogo riproporla. Ho pensato che questo tipo di contesto potesse essere adeguato, per me è stata una liberazione, mi ha restituito tutto quello che era rimasto lì e che sapevo non essere andato perduto». Ad accompagnare il cantante sul palco la band composta da Fulvio Arnoldi alla chitarra acustica/tastiere, Vincenzo Messina al piano/tastiere, Stefano Brandoni ed Heggy Vezzano alle chitarre, Phil Mer alla batteria e Gabriele Cannarozzo al basso. Alle spalle dell’artista si alternano immagini di vita, contributi live e numerosi effetti speciali: «Il passaggio in un palazzetto è stato difficile. Per quello che il pubblico si è ormai abituato a vedere, era impensabile non dargli delle suggestioni visive di un certo tipo. La mia idea era quella di creare uno spettacolo equilibrato, volevo che fosse un evento in grado di rispondere agli input dei giovani, ho cercato una simmetria quasi maniacale, ho limato tutte le possibili ridondanze. Questo concerto è come una cerimonia laica in cui ognuno riceve e dona qualcosa. L’amore per come lo intendo io è la cosa più importante, non sono solo canzonette, cerco di esplorare, raccontare, declinare questo argomento in tutti i momenti e percorsi possibili», confessa, a questo proposito, in modo assolutamente schietto, Francesco che, tra le varie cose, dimostra di essere decisamente umile ed inquadrato: «Ho scelto di fare 5 date e non 500 perché sono il frutto della certezza dei numeri che si possono tenere. Ho rispetto per il lavoro di tutti, trovo che sia inutile far impazzire un promoter o un impresario. Da bravo bresciano e da artigiano, tengo i piedi per terra, lascio consolidare le cose e sono ben felice di questi numeri che, in ogni caso, rappresentano una grande sorpresa per me. Voglio fare le cose piano piano, so che quando le cose accadono poi restano e diventano i mattoni su cui costruire qualcosa di ben solido. Tutto il mio percorso è stato caratterizzato da questo modus operandi. Sono fortunato ad aver un team che, come me, ha questa stessa visione», sottolinea l’artista.

Francesco Renga, Ferdinando Salzano e Andrea Rosi durante l’incontro con la stampa

Tra gli aspetti più interessanti del concerto c’è soprattutto l’uso che Renga fa della sua voce: si vai dai classici melodici a brani ricchi di effetti, il tutto senza soluzione di continuità. Ecco come commenta la cosa il diretto interessato: «Il file rouge che lega tutti i miei dischi dal punto di vista concettuale è l’amore. Per questa ragione dal punto di vista testuale questo racconto dell’amore non rappresenta niente di nuovo per me. La difficoltà maggiore è stato l’uso della voce. I miei dischi sono diversi tra loro: i brani più facili sono quelli più vicini alla mia identità di artista melodico, gli altri, specie quelli presenti nel disco nuovo, sono molto più difficili. Cantare un disco registrato tagliando i respiri, e farlo alla stessa velocità di una voce doppiata sotto che ti impone una certa tonalità, è veramente complicato».

In merito alla corposa scaletta che, ha lasciato veramente poca roba da parte, dice: «Mentre componevo la scaletta mi sono reso conto che ogni artista ha due o tre nodi intorno ai quali incentra la propria esistenza, forse sono proprio quelle cose che lo “costringono” ad essere un artista. In questo live ho voluto dare molto spazio a questo disco, ho coinvolto il pubblico con un sondaggio e sono venute fuori tante cose che non facevo dal vivo ormai da qualche anno. Durante l’allestimento ho anche provato delle cover ma, partendo dal presupposto che sono già 20 le canzoni “obbligate”, non avrei potuto fare più di così». Ci sono anche notizie rassicuranti per chi non potrà partecipare ad una delle prossime quattro date (rispettivamente previste il 19 ottobre alla Fiera di Brescia, il 20 alla Kioene Arena di Padova, il 22 al Palalottomatica di Roma, il 23 al Palaflorio di Bari): «Credo che ci sia ancora molto da fare per questo disco. Nel 2017 ci sarà un altro tipo di concerto che possa consentirmi di portare questo live in posti diversi che ora non potevamo permetterci di raggiungere». A conclusione di questo racconto, rimane un’unica grande verità: è l’amore a renderci migliori. Lo sa più che bene Francesco Renga che afferma: «Perché siamo qui? Cosa muove i nostri passi? Ho recentemente letto un libro di Raymond Carver, un autore capace di rivoltare l’anima in modo schietto e ficcante attraverso l’uso di poche parole, il quale si chiedeva: “Hai ottenuto quello che volevi da questa vita? Sì, potermi dire amato su questa terra”. Dunque è l’amore quello che vogliamo; sentirci amati ancora prima di amare. L’unica cosa che vi posso assicurare è qualsiasi cosa faccia l’amore, lo fa sempre per il nostro bene»; conclude. Noi, dal nostro canto, non potremmo essere più d’accordo.

 Raffaella Sbrescia

Scaletta

Scaletta

 

INTRO

1 SCRIVERÒ IL TUO NOME

2 I NOSTRI GIORNI

3 A UN ISOLATO DA TE

4 A MENO DI TE

5 IL BENE

6 CI SARAI

7 REGINA TRISTE

8 VIVENDO ADESSO

9 IMMUNE

10 SPICCARE IL VOLO

11 L’AMORE ALTROVE

12 13 MAGGIO

13 IL MIO GIORNO PIÙ BELLO NEL MONDO

 

SET ACUSTICO

 

14 ANGELO

15 COSÌ DIVERSA

16 CANCELLARTI PER SEMPRE

17 DI SOGNI E ILLUSIONI

18 LA TUA BELLEZZA

19 AFFOGO BABY

20 RIMANI COSÌ

21 DOVREBBE ESSERE COSÌ

22 STO GIÀ BENE

23 MERAVIGLIOSA

24 MIGLIORE

 

BIS

25 SULLA PELLE

26 ERA UNA VITA CHE TI STAVO ASPETTANDO

27 GUARDAMI AMORE

28 L’AMORE SA

 

 

 

Set acustico

 

1 CAMBIO DIREZIONE

2 SENZA VENTO

3 LA SORPRESA

4 STAVO SEDUTO

5 VENERDÌ

6 DOVE IL MONDO NON C’È PIÙ

7 RACCONTAMI

8 L’ULTIMA POESIA

9 PER FARTI TORNARE

 

Francesca Michielin: un tour nei club, gli studi da compositrice e nuove canzoni nel cassetto

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Continua l’evoluzione artistica di Francesca Michielin. La giovane cantautrice ha inaugurato il nuovo tour nei club di20areLIVE al Fabrique di Milano con un concerto in grado di evidenziare nuove e più coinvolgenti sfumature della sua voce e della sua personalità. Accompagnata da Gianluca Ballarin e dai Blastema, Francesca ha modellato la scaletta del “Nice to meet you” tour aggiungendo diverse cover opportunamente riarrangiate in modo personale ma soprattutto sorprendente: «In “Nice to meet you” avevo stravolto il repertorio rendendolo più scarno. Essere da soli sul palco ti fa avere un feedback diverso, gli strumenti diventano una sorta di coperta di Linus. Questo nuovo tour è l’ultima prova di un anno molto ricco. Quello che ho fatto in questi mesi mi ha dato molta sicurezza, esibirmi nei club significherà avere un’attitudine più rock e più immediata», aveva raccontato Francesca ai giornalisti poco prima dell’inizio del concerto, ed effettivamente è proprio questa la più grossa novità. Finalmente disinvolta, libera e sicura, la Michielin ha dato prova di una evidente crescita; il risultato è uno show molto fruibile e senza momenti fermi.

Il concerto inizia con “Battito di ciglia”, con tanto di occhiali da sole e verve ironica; il messaggio è chiaro: mai prendersi troppo sul serio. Intensità in crescendo con “Amazing” e “L’amore esiste”, delicatezza ed intimismo con “È con te” e “Tutto questo vento”. Con il sopraggiungere della combo “Sola” e “Distratto”, la Michielin ha voluto ringraziare Elisa, autrice dei brani in questione: «I prossimi due brani li ha scritti per me Elisa, sono quelli con cui ho iniziato la mia carriera e li dedico a colei che per prima ha creduto in me». L’aspetto più interessante della scaletta proposta è racchiuso nella scelta e nel brillante rimaneggiamento delle cover. Nessuno stravolgimento eccessivo, sia chiaro, eppure la nuova veste di brani come “Sweet Dreams” degli Eurythmics o la già nota versione de “Il mio canto libero” di Battisti o, ancora, “Volcano” di Damien Rice” fanno proprio un bell’effetto.

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Francesca Michielin ph Francesco Prandoni

Di grande impatto emotivo “Almeno tu”, colonna sonora del film in concorso al Festival del Cinema di Venezia “Piuma”: «A novembre inizierà il conservatorio, sarò lì a studiare composizione. La Francesca sognatrice vorrebbe lavorare come compositrice per musiche da film. Dopo l’esperienza di “Spiderman”, mi sono divertita con “Piuma”; trovo che sia un film intelligente. Quando compongo mi immagino sempre un film, il progressive mi piace in tutte le sue declinazioni», ha spiegato la Michielin alla stampa e, in effetti, i frutti di tanto impegno cominciano ad essere tangibili. L’ultima parte del concerto scorre veloce tra “Tutto è magnifico”, la hit portata al successo con Fedez, “Ho Heydi The Lumineers e l’immancabile successo sanremese “Nessun grado di separazione”.

Gran finale a sorpresa con “Whola Lotta Love” dei Led Zeppelin; Francesca spiazza il pubblico dopo averlo commosso e divertito. La missione è compiuta non rimane che lanciarsi di cuore, di pancia e di testa verso una nuova avventura in studio: «In questo periodo sto scrivendo molto, più sto in giro, più scrivo. Il prossimo album sarà incentrato intorno ad un’idea organica e seguirà un determinato filo conduttore. Per quando riguarda il discorso collaboratori, mi trovo benissimo con Canova, mi capisce alla perfezione. Per il resto so esattamente cosa voglio fare e ci sono persone che penso possano darmi ciò che cerco; li andrò a cercare». Noi la aspetteremo.

Raffaella Sbrescia

Liga Rock Park: il popolo di Ligabue risponde alla chiamata del pifferaio magico ed è una festa senza fine a Monza

Luciano Ligabue - Liga Rock Park - Parco di Monza

Luciano Ligabue – Liga Rock Park – Parco di Monza

Luciano Ligabue rinnova l’incantesimo. Allo stesso modo di come farebbe un pifferaio magico l’artista ha chiamato a raccolta centinaia di migliaia di persone al Parco di Monza per la speciale maratona rock da lui stesso denominata #Ligarockpark. Un doppio appuntamento sold out che ha messo un’intera cittadina in mobilitazione per accogliere al meglio il popolo di Ligabue che, anche stavolta, non ha esitato a rispondere con entusiasmo alla chiamata del rocker di Correggio. Organizzazione impeccabile per quello che ha voluto rappresentare un vero e proprio rito di conciliazione con la più autentica bellezza umana. Il Liga Rock Park è un percorso fatto a tappe, un viaggio psico-emotivo in grado di annullare le differenze, un’esperienza in cui le parole di Ligabue sono come i fari e i suoni della sua band sono il dolce miele prodotto da un alveare in continuo fermento.

Luciano Ligabue - Liga Rock Park - Parco di Monza

Luciano Ligabue – Liga Rock Park – Parco di Monza

Ad aprire la scaletta del secondo dei due concerti di Monza è “Urlando contro il cielo”: uno squarcio nel cielo di Monza per ribadire che ci siamo. Ci hanno creati tutti sbagliati eppure non ci stanchiamo di cantare “Libera nos a Malo”: giù le mani, giù i pensieri (almeno per una volta, se ci riusciamo). Il terzo brano in sequenza è “Il giorno dei giorni”. Ligabue è concentrato, attento ad ogni dettaglio; solo dopo le prime tre canzoni, comincia a sciogliersi: «Siamo felicissimi di essere qui. Stasera fa un freddo boia, proviamo a scaldarci insieme perché se c’è una cosa che non possiamo fare è avere paura (sia del freddo che in generale)»; l’intro perfetta per una versione calda e vibrante di “Niente paura”, per l’appunto. “Guai a chi ci sveglia”, canta Ligabue in “Sogni di rock’n’roll” svelando il nostro più recondito desiderio di una vita sempre più viva, sempre più piena mentre “cerchiamo solo di non morire”.

Noi, particolari di un quadro generale che vorrebbero ma non possono ignorare, siamo la vergogna che fingiamo di provare. Luciano Ligabue mette insieme i tasselli dell’identità socio-culturale contemporanea in modo assolutamente lucido ed incontrovertibile; un mosaico perfetto in cui ciascuno di noi può tranquillamente ritrovarsi. Con il sopraggiungere di “Questa è la mia vita”, il rocker scende in passerella arrivando oltre la metà del Pit Bar Mario per potersi godere ogni sorriso, ogni squardo, ogni lacrima spesa per lui. Liga Rock Park è anche l’occasione per conoscere tre degli inediti che faranno parte di “Made In Italy”, il nuovo album che Ligabue pubblicherà il prossimo 18 novembre. Il primo proposto in scaletta è “La vita facile”, un attento bilancio esistenziale tra aspettative e rimpianti. Occhi arrossati e volto teso per “Lettera a G”: «Questa è una canzone che per me non è mai facile cantare, spero che mi aiuterete cantandola insieme a me»; così è stato.

Luciano Ligabue - Liga Rock Park - Parco di Monza

Luciano Ligabue – Liga Rock Park – Parco di Monza

Molto intenso il secondo inedito “Ho fatto in tempo ad avere un futuro (che non fosse soltanto per me): nonostante le ripetute delusioni politiche ed esistenziali, il protagonista del brano è comunque felice di averci creduto fino alla fine. L’arrangiamento della canzone in questione rivela una nuova ricerca sonora da parte di Ligabue: una elegante intro al piano, un mood jazzato accompagnato da una batteria funky e da un imponente giro di basso rende l’impianto strutturale dell’arrangiamento molto personale. “C’è sempre una ragione per brindare, per restare o continuare o scivolare sempre sugli stessi sbagli al limite dei sogni”, canta Ligabue, trovando, ancora una volta, il pieno consenso dei fan stupiti ed ammaliati dalla sua capacità di saper raccontare di se stesso ma anche di ciascuno di noi.

La rivisitazione più bella è quella di “Piccola stella senza cielo”: citazioni delle più grandi pietre miliardi del rock mondiali e inserti strumentali ai fiati sono i momenti che hanno impreziosito ancora di più uno di quei brani di cui non ci stancheremo mai. Molto particolare il set acustico durante il quale Ligabue, insieme a tutta la sua band (Federico Poggipollini e Max Cottafavi alle chitarre, Luciano Luisi alle tastiere, Davide Pezzin al basso, Michael Urbano alla batteria) ha voluto cucire una nuova veste chitarristica ad alcune delle sue canzoni: “Metti in circolo il tuo amore”, “Non è tempo per noi”, “Lambrusco & Pop Corn” sono stati i brani designati. Di grande impatto il matrimonio strumentale tra le chitarre acustiche ed i fiati di Massimo Greco (tromba e flicorno), Corrado Terzi (sax baritono) ed Emiliano Vernizzi (sax tenore e sax soprano). Apparentemente goliardico il testo del terzo inedito in scaletta, intitolato “Dottoressa” è, invece, la richiesta di aiuto di un uomo alla deriva. La classic hard-rock version de “Il muro del suono” è sempre vincente, straziante come di consueto “Il giorno di dolore che uno ha”, liberatoria e necessaria “Balliamo sul mondo”.

Luciano Ligabue - Liga Rock Park - Parco di Monza

Luciano Ligabue – Liga Rock Park – Parco di Monza

Il finale si districa tra classici irrinunciabili come “Tra palco e realtà” e “Certe notti” lasciando spazio al nuovo “G come Giungla”. Il cerchio si chiude con una magica versione acustica di “Urlando contro il cielo”: l’istantaneo fotogramma di un’umanità sempre più confusa eppure sempre più aggrappata alla vita. Il viaggio di Ligabue si conclude con una solenne promessa: «Grazie di cuore per esserci stati. So che molti di voi si sono fatti il mazzo per venire fino a qui. Tenetevi pronti perché l’anno prossimo verrò a trovarvi casa per casa. Non è una minaccia è un appuntamento». Ancora una giro di saluti e via tra i sentieri oscuri del meraviglioso Parco di Monza per una nuova avventura tutta da vivere.

 Raffaella Sbrescia

Luciano Ligabue - Liga Rock Park - Parco di Monza

Luciano Ligabue – Liga Rock Park – Parco di Monza

Scaletta

Urlando contro il cielo

Libera nos a malo

Il giorno dei giorni

Niente Paura

Sogni di rock’n’ roll

Con la scusa del Rock’n’ roll

C’è sempre una canzone

Il sale della terra

Questa è la mia vita

Leggero

Ho perso le parole

La vita facile

L’odore del sesso

Quella che non sei

Lettera a G

Happy Hour

I ragazzi sono in giro

Ho fatto in tempo ad avere un futuro

Piccola stella senza cielo

Il meglio deve ancora venire

Metti in circolo il tuo amore

Non è tempo per noi

Lambrusco & pop corn

Dottoressa

Un colpo all’anima

Il muro del suono

Il giorno di dolore che uno ha

Balliamo sul mondo

Tra palco e realtà

Bis

G come Giungla

Certe notti

Urlando contro il cielo

The Who live a Milano: quando la leggenda diventa realtà anche per chi non c’era

The Who - Back to the Who tour - Mediolanum Forum

The Who – Back to the Who tour – Mediolanum Forum

Pietre miliari del rock, creatori della colonna sonora di una generazione di giovani ribelli, pionieri del movimento punk, fautori di un’identità per i giovani britannici, nonchè creatori della rock opera, i mitologici Who tornano a Milano a distanza di 49 anni da quel lontanissimo 25 febbraio del 1967 al Palalido in occasione del “Back to The Who tour”, ovvero l’imperdibile avventura live che celebra il cinquantennale dei primi cultori di quel caos ribelle di cui avremmo tanto bisogno oggi. L’atmosfera al Mediolanum Forum era di quelle celebrative fin dalle prime ore del pomeriggio, il  concerto, iniziato con dieci minuti di anticipo alle 20.53, è stato subito ricco e vibrante. Muri di suono, pose iconiche, grafiche e visuals hanno ridisegnano per filo e per segno i tratti peculiari della storica band inglese che, ad oggi, schiera la mente, il chitarrista Pete Townshend,  la voce, Roger Daltrey, con una sezione ritmica composta da Pino Palladino al basso e da Zak Starkey, figlio di Ringo Starr, alla batteria.

The Who - Back to the Who tour - Mediolanum Forum

The Who – Back to the Who tour – Mediolanum Forum

Con un concerto della durata di due ore, i The Who hanno idealmente ripercorso tutte le tappe miliari della loro storia passando dagli album più venduti come Tommy, Quadrophenia e Who’s Next a gioielli singoli come The Kids Are Alright o la struggente  Behind Blue Eyes ma soprattutto di essere ancora in grande forma. Il finale è davvero incendiario con le potentissime Baba O’Riley e Won’t Get Fooled Again. Nessun bis, così come da tradizione, ma tanta tanta emozione e gratitudine per aver avuto il privilegio di poter conoscere dal vivo artisti di una pasta che forse non esiste più.

Raffaella Sbrescia

Video: presentazione della band e saluti finali

Setlist

“Can’t Explain”
“The seeker”
“Who Are You”
“The Kids Are Alright”
“I Can See For Miles”
“My Generation”
“Behind Blue Eyes”
“Bargain”
“Join Together”
“You Better You bet”
“5:15″
“I’m One”
“The Rock”
“Love Reign O’er Me”
“Amazing Journey”

“Tommy”

“The acid Queen”

“Pinball Wizard”

“See Me Feel Me”

“Baba O’Riley”,

“Won’t Get fooled Again”.

 

“Adesso tour”: stavolta Emma Marrone fa proprio sul serio. Live report e intervista

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Essere un artista con il cuore fa la differenza e, in effetti, Emma Marrone è proprio questo: cuore, grinta, energia, genuinità e impegno. La seconda data milanese al Mediolanum Forum di Assago, in occasione del suo nuovissimo “Adesso tour”, targato F&P, ha messo in luce ogni singola sfaccettatura della sua identità personale ed artistica grazie ad uno spettacolo ben strutturato e curato in ogni dettaglio. «Credo che questo tour per la prima volta accomuni tutte le mie anime: l’anima pop, l’anima rock, l’anima cantautorale e, perché no, anche quella indie. Grazie a questa nuova avventura live potrete vedere tutte le mie sfaccettature. Sono arrivata ad un punto della mia carriera in cui le cose devo farle come si deve e, se questo significa prendersi del tempo, io me lo prendo. Ho voluto riarrangiare quasi due dischi e progettare ogni minima cosa per cercare di trasmettere tutte le emozioni che volevo al mio pubblico attraverso le immagini, i suoni, le luci. Lavoro a questo tour da gennaio scorso e per la prima volta mi sento sicura e serena con me stessa per quello che riesco a dare sul palco», ha spiegato la cantante alla stampa poco dopo il concerto, mostrandosi più in forma che mai.

La scaletta, concettualmente divisa in quattro blocchi, non conosce momenti di stallo. Emma si destreggia con sicurezza su 18 mq di palco, mostrandosi in una veste completamente nuova: su e giù per un piano inclinato, grintosa come di consueto sui successi più rock, dolce e sensuale nel coreografie ideate da Macia Del Prete, ulteriormente arricchite dal contributo del corpo di ballo composto da Daniele Sibilli, Gabriele Esposito, Antonhy Donadio, Jonathan Gerlo. «La mia prestanza fisica sul palco è resa più empatica dalla presenza dei ballerini – spiega Emma. Il piano inclinato del palco rispecchia un po’ la mia anima – continua – Sono fatta di punti fermi ma anche di concetti in continua evoluzione. Allo stesso modo il palco vive di continui cambiamenti attraverso l’uso di molta tecnologia. Si tratta di un salto produttivo veramente importante». E, in effetti, è difficile rimanere indifferenti di fronte all’esplosione creativa che Emma ed il suo staff hanno messo in atto.

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Tra i fiori all’occhiello dello show c’è senza dubbio la band:  Alex Torjussen (batteria), Ryan Haberfield (chitarra), Luca Visigalli (basso), Roberto Angelini (chitarra), Massimo Greco (tastiere), Arianna Mereu (cori) ed il direttore musicale Luca Mattioni (tastiere e synth). La forte alchimia tra i musicisti ha certamente contribuito ad esaltare la nuova veste scelta per i più grandi successi di Emma che, proprio ieri, ha conquistato il tredicesimo disco di platino in carriera: «Sono felice di poter lavorare con persone serie e veramente appassionate. Nessuno di loro vive manie di protagonismo, lavoriamo tutti insieme allo stesso modo ed è stato meraviglioso creare nuovi arrangiamenti con persone realmente preparate».


 

Dentro Emma, tutto è davvero acceso e si vede: da “Occhi profondi” a “Schiena”, dall’intensa “Io di te non ho paura” alla nuova versione di “Calore”, passando per la sorprendente cover (completamente rivisitata) di “You don’t you love me” di Dawn Penn” e le immancabili “Arriverà l’amore”, “Amami”, “Non è l’inferno”, “Cercavo amore”, la cantante salentina si erge ad emblema di forza e determinazione: «Ho sempre detto che non mi sarei fatta cambiare da questo mestiere e dalle persone. Voglio essere una persona onesta perché ritengo che la sincerità non abbia prezzo, sarò per sempre me stessa», promette Emma al pubblico sempre molto attivo e partecipe.

A questo proposito, veramente impattante ed utile l’iniziativa con cui Emma ha voluto supportare Valentina Pitzalis, vittima di una grave violenza, e le attività di Fare x Bene Onlus, un’associazione che sostiene promuove e tutela i diritti inviolabili della persona, soprattutto delle categorie sociali più deboli e soggette a discriminazioni come donne, bambini e persone disabili: «Tempo fa ero a Milano e ho ricevuto la chiamata di Valentina che ha voluto raccontarmi la sua storia ed essere aiutata; a me non è rimasto che dirle semplicemente di sì e fare squadra con lei. L’ ho invitata sul palco perché queste storie raccontate di persona hanno un effetto molto diverso. Se ci sarà modo di partecipare ad altri progetti, lo farò sicuramente. Valentina sarà anche a Verona per il concerto di Loredana Bertè “Amici non ne ho ma amiche sì”» – spiega Emma.

Video: La testimonianza di Valentina Pitzalis

Confermandosi seriamente intenzionata ad impegnarsi su più fronti, Emma ha anche deciso, in accordo con SIAE, di dare spazio a tanti giovani cantautori in occasione delle aperture dei suoi prossimi concerti: «Ci saranno Antonino Spadaccino ed Elodie (che sono prodotti da me e che hanno bisogno di cantare esattamente come me), poi ci saranno tanti bravi autori che stimo molto come Zibba, Diego Mancino, Ermal Meta, Giovanni Caccamo, Amara, Dario Faini, La Rua, Lele e la mia amica Loredana Errore». Proprio nei riguardi di Loredana, Emma ha voluto spendere qualche parola in più: «Sono la prima persona ad aver ascoltato i provini dei suoi nuovi brani, oltre al suo entourage. L’ho sempre stimata molto e ora che è tornata con grande coraggio e con un nuovo bellissimo disco, ho voluto invitarla a Roma con molto piacere».

«Se mi avessero chiesto, anni fa, se immaginavo di poter esser qui oggi, avrei risposto sicuramente di no» – ha raccontato Emma al pubblico. «In ogni cosa che faccio penso sempre agli occhi dei miei genitori, non posso fare altro che essere grata a loro e a voi», ringrazia la cantante che, interrogata a questo proposito spiega: «Ringrazio perché ci credo, perché è giusto, perché è normale, perché le persone che mi seguono mi danno davvero tanta forza».

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Infine un commento su quella che la stessa Emma ha definito, e a ragione, la “doppietta più bella della sua vita”: «Mi sono rilassata soltanto sulle note dell’ultimo brano in scaletta “Poco prima di dormire”. Erano mesi che lavoravo sodo, ci tenevo a fare tutto al meglio e, nonostante qualche piccola sbavatura, ritengo che sia andata veramente bene. La chiusura di questa scaletta, che ho costruito in maniera molto veloce, è affidata ad una riflessione e rispecchia esattamente il mio modo di essere: sono dura ma finisco sempre per ammorbidirmi, vivo dei picchi in cui mi scateno e poi, dopo la sfuriata, mi metto a riflettere».

                                                                                                                                                                          Raffaella Sbrescia

 

 

Queste le prossime date dell’Adesso Tour” (prodotto e organizzato da F&P Group): il 20 settembre al 105 Stadium di Genova,  il 21 settembre a Firenze al Nelson Mandela Forum,  il 23 e il 24 settembre a Romaal PalaLottomatica, il 26 settembre al Pala Evangelisti di Perugia, il 28 settembre ad Ancona al Pala Prometeo, il 30 settembre e l’1 ottobre a Bari al Pala Florio, il 3 ottobre al Palacalafiore di Reggio Calabria, il 4 ottobre al Palasele di Eboli,  il 6 ottobre a Pescara al Pala Giovanni Paolo II, l’ 8 ottobre al Palasport di Acireale, il 10 ottobre a Napoli al Pala Partenope, il 12 ottobre a Livorno al Modigliani Forum, il 14 ottobrealla Zoppas Arena di Conegliano (Treviso), il 15 ottobre al Kioene Arena di Padova, il 17 ottobre al Pala George di Montichiari, il 19 ottobre al 105 Stadium di Rimini, il 21 ottobre all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna), il 22 ottobre a Torino al Pala Alpitour.

Chick Corea e Gary Burton live: il Blue Note di Milano riparte dall’eccellenza

Chick Corea e Gary Burton live @ Blue Note

Chick Corea e Gary Burton live @ Blue Note

Il rito propiziatore del Blue Note di Milano si ripete: così come nel 2003, anche nel 2016 è Chick Corea a tenere i concerti di apertura della stagione concertistica all’insegna della qualità e della classe. Il jazz a Milano ormai è una certezza e ritorni come quelli di Corea sono sempre accolti con grande calore ed entusiasmo. In attesa dei due appuntamenti di questa sera nello storico locale di Via Borsieri, vi raccontiamo le emozioni vissute nella tarda sera del 1 settembre. Il leggendario artista è tornato nel capoluogo lombardo insieme a Gary Burton, il vibrafonista sperimentale che partì nei primi anni Sessanta con George Shearing e Stan Getz, prima di formare, nel 1967, il supergruppo Gary Burton Quartet. Nel concerto di Milano i due artisti, incontratisi nel 1972 al Festival Jazz di Monaco di Baviera, hanno suonato brani tratti dal loro ultimo lavoro in studio intitolato Hot House comprensivo di alcune particolari rivisitazioni degli standard di otto celebri compositori, da Thelonious Monk a Bill Evans. Ad arricchire il live pensato per presentare l’ultimo di una serie di lavori concepiti insieme, travolgenti improvvisazioni ed una singolare alchimia, forte al punto da lasciare sulla pelle una morbida sensazione, nelle orecchie la percezione di due anime che agiscono all’unisono, negli occhi l’incanto e lo stupore nell’osservare un’assoluta padronanza dei rispettivi strumenti. Chick Corea, lo sappiamo, ci ha abituati a passaggi di genere e a sperimentazioni eterogenee, eppure ogni volta riesce ad imprimere un’impronta peculiare ai brani proposti. Flussi morbidi e fluttuanti, intriganti botta e risposta,  stravolgimenti intensi e spettacolari sono gli elementi che hanno caratterizzato una performance sinuosa e ben strutturata, un solido connubio che sta riscuotendo ottimi riscontri in tutto il mondo che al Blue Note ha voluto imprimere un marchio preciso ad  una stagione di concerti da non perdere.

Raffaella Sbrescia

Robert Plant + Sensational Space Shifters allo Street Music Art: un live da antologia

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Un’estate rovente quella di Milano, oseremmo dire senza esclusione di colpi. Non ultimo il grande concerto del leggendario Robert Plant, ex voce dei Led Zeppelin, considerato ancora oggi (e a ragione) un monumento vivente al rock. Sul palco dello Street Music Art all’Assago Summer Arena, insieme ai bravissimi Sensational Space Shifters, di cui fanno parte tra gli altri Liam “Skin” Tyson, il chitarrista blues Justin Adams, Dave Smith, Billy Fuller ed il gambiano Juldeh Camara, Plant ha sedotto il pubblico, compresi i più scettici puristi, con una performance breve ma incendiaria.

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Il 68enne cantante inglese dalla voce inconfondibile, sempre in viaggio per il mondo alla scoperta di nuovi suoni, ha scelto di superare le consuete operazioni nostalgia a favore del fruttuoso incontro tra mondi musicali lontani tra loro. Dalla poliritmia africana alle tradizioni celtiche, passando per il blues ed il folk, quello di Plant è un melting pot di note che affonda la propria bellezza nella voce e nel carisma del frontman e nella solida poliedricità dei suoi musicisti.

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

Robert Plant + Sensational Space Shifters @ Street Music Art

La scaletta, a metà strada tra presente e il passato, cesella le glorie passate dei Led Zeppelin lasciandoli evolvere donando loro nuova vita. Si parte con “Poor Howard”, vestita dai suoni di banjo, chitarra blues e i suoni magici del goje, violino ante litteram dell’Africa occidentale. Strumenti, suoni, parole e suggestioni si alternano, si sovrappongono, per poi fondersi tra le trame di un mix studiato in maniera brillante ed intelligente. Il risulto è sinuoso, sensuale, eccitante. “Black dog”, “What is and what should never be” e poi, ancora, “No place to go” dei Fleetwood Mac, “Dazed and confused” corrono lungo le nervature di cuori tesi e pulsanti. Da brividi “All The King’s Horses”, caldissima l’attesa “Babe I’m Gonna Leave You”. Intensa e vibrante la suite strumentale eseguita per l’intro di “Fixin’ to die”. Geniale l’evoluzione di “I just want to make love to you”, nell’eterna “Whole lotta love”, mixata con “You need love” di Dixon e infine lasciata confluire in in “Hey! Bo Diddley”. Dopo un’ora e dieci, il sopraggiungere dei bis: la cover di “Bluebirds over the mountain”, trasformata in “Rock and roll” dei Led Zeppelin. Il secondo encore arriva a sorpresa ed è una vera e propria chicca: si tratta di “Going To California”, impreziosita da chitarra acustica e mandolino; la perfetta conclusione di un concerto da antologia.

 Raffaella Sbrescia

SETLIST

“Poor Howard”

“Turn it up”

“Black dog”

“Rainbow”

“What is and what should never be”

“No place to go” / “Dazed and confused”

“All the king’s horses”

“Babe I’m gonna leave you”

“Little Maggie”

“Fixin’ to die”

“I just want to make love to you” / “Whole lotta love” / “Hey! Bo Diddley”

“Bluebirds over the mountain”/ “Rock and roll”

“Going to California

La sensualità modulare dei Tame Impala al Market Sound

Tame Impala live @ Market Sound

Tame Impala live @ Market Sound

Dopo averli a lungo attesi gli australiani Tame Impala si sono esibiti sul palco del Market Sound 2016  per una ventata di freschezza e di godimento puro in una calda serata meneghina. Kevin Parker alla voce e chitarra (vero e proprio sciamano dello psychic-pop nonché deus ex machina della band), Jay Gumby Watson alle tastiere synth, Dominic Symper alle chitarre e synth, Cam Avery al basso e Julian Barbagallo alla batteria hanno ammaliato il pubblico creando un’atmosfera surreale, liquida, rarefatta, ipnotica grazie al loro sound etereo ed amabilmente vintage.

Tame Impala live @ Market Sound

Tame Impala live @ Market Sound

Un’esperienza sonora e visiva completa e totalizzante in cui lo schizofrenico passaggio da momenti e melodie di onirico pop, alla psichedelia inglese ’60 al più moderno blues acido ha decisamente fatto la differenza. Distorsioni prolungate, jam e suite strumentali, riverberi di voci e di chitarre, proiezioni lisergiche, sorrisi e coriandoli a pioggia si sono alternati in un caleidoscopio di emozioni vive e pulsanti. Da segnalare l’intensa potenza sensuale della combo Elephant/The Less I Know The BetterFeels Like We Only Go Backwards.

 Raffaella Sbrescia

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