La Rivoluzione sta arrivando: la magica metafora della vita secondo i Negramaro

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Sono passati cinque anni da “Casa 69” e, da allora, i Negramaro non hanno mai smesso di cercare e trasmettere emozioni. Con “La rivoluzione sta arrivando”, un album interamente composto da brani inediti che li riporta nella veste di produttori, Giuliano Sangiorgi e compagni compiono un’ evoluzione che non snatura la loro identità. Questo nuovo lavoro è connotato da sonorità meno aggressive e testi particolarmente ricchi, visionari, per certi versi temibili per la loro immensa forza espressiva. In ogni angolo di ogni canzone, i Negramaro raccontano i sentimenti umani e il mondo circostante in modo semplice eppure fortemente impattante. Sono temi forti quelli che stanno alle base de “La rivoluzione sta arrivando” ed giusto così perché questi anni sono stati particolarmente ricchi di eventi e vicissitudini per tutti loro. Partiti da una masseria in Salento, i sei salentini sono finiti su una highway di Nashville alla ricerca del suono perfetto, un viaggio che ha fatto crescere l’album, attimo dopo attimo, fino al risultato finale che ci lascia col fiato corto ed il cuore gonfio. Anticipato da “Sei tu la mia città” e “Attenta”, lanciati rispettivamente ad aprile e agosto, “La rivoluzione sta arrivando” è un disco malinconicamente lucente ed è ricco di visioni e suggestioni che colpiscono l’anima. “Lo sai da qui”, ad esempio, è una piccola preghiera in cui qualcuno che abbiamo perso continua ad esserci e a mostrarci il cammino. Speciali anche le strofe de “L’ultimo bacio” in cui il flusso di coscienza per un amore finito, rappresenta, in realtà, un nuovo punto di partenza . Il nucleo dell’album è racchiuso, però, tra i versi de “Il posto dei santi”, brano in cui testo e musica si intrecciano intorno al difficile tema della morte offrendone una chiave di lettura speranzosa. Morte e rinascita si ritrovano anche in “Onde”. Bello anche il gioco di immagini in opposizione in “L’amore qui non passa”, brano che Giuliano ha voluto dedicare al gruppo nella sua interezza e che, con quegli archi in chiusura, ci lascia con la sensazione di aver vissuto un sogno da cui non vorremmo svegliarci.

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Il resoconto della conferenza stampa tenutasi al Museo Nazionale della Scienza e della tecnologia di Milano

«Questo album è la nostra evoluzione di questi anni. I titoli sono dei veicoli che devono far riflettere. Non siamo così presuntosi da credere che ci sia una rivoluzione in questo disco, eppure c’è una piccola rivoluzione in ognuno di noi. Durante la realizzazione dell’album mi sono più volte chiesto se fosse giusto affrontare le questioni personali che io e i miei compagni abbiamo vissuto in questi anni, compresa la scomparsa di persone care, e ho capito che la morte è solo una sfumatura dell’esistenza e ti porta a vivere il mondo esterno in maniera ancora più forte e intensa. La rivoluzione per me parte proprio da questo concetto: portare la vita al centro di ogni cosa – spiega Giuliano Sangiorgi.  Visto che viviamo in un’epoca segnata da 140 caratteri, dove spesso contano solo i titoli, vorremmo far riflettere, anche solo per un momento, sull’idea che la rivoluzione possa essere messa in atto ogni singolo giorno da ciascuno di noi – aggiunge il cantante – Nel nostro piccolo ci piacerebbe una piccola rivoluzione contro il cinismo culturale devastante che ci sta infettando».

I Negramaro durante la conferenza stampa a Milano

I Negramaro durante la conferenza stampa a Milano

«Da molto tempo condividiamo vita musica, storia, esperienze. La nostra vita musicale è passata per tante stagioni. “Casa 69” è di cinque anni fa, il discorso musicale era molto diverso. Da lì siamo arrivati a “La Rivoluzione sta Arrivando” attraverso un best off con sei inediti. Siamo stati per mesi in una masseria nel Salento e abbiamo iniziato a parlare e stare insieme tra rivoluzioni ed evoluzioni: ci siamo approcciati a questo disco in maniera tecnicamente diversa, con un discorso musicale immediato e scarno che non significa misero perché il lavoro di costruzione è stato pazzesco – racconta Andrea Mariano –“La rivoluzione sta arrivando” ha girato il mondo per arrivare al sound finale: dal Salento ci siamo spostati a Milano, nelle Officine Meccaniche di Mauro Pagani e in seguito a Madrid, New York e Nashville. Qui abbiamo collaborato con Jacquire King (Kings Of Leon, Bon Jovi, James Bay), un fonico straordinario che, dalla sala prove al mix, ha mantenuto un equilibrio incredibile».

«Per quando riguarda il tour – spiega Lele Spedicatosi tratterà di uno spettacolo, organizzato da Live Nation (in partenza il 4 novembre da Mantova) e sarà raccontato da immagini e visuals che seguiranno il concept grafico del disco. Stiamo lavorando molto sui contributi video, il 15 luglio avevamo già la scaletta pronta e questo non ci era mai successo».

Negramaro

Negramaro

Tornando a parlare dei cardini del disco, molto spazio è stato dedicato al brano intitolato “Il Posto dei santi”: «Questo è un brano in cui mi sono misurato con la metrica del rap, genere che ho sempre amato. Quando avevo  8 anni, il sabato scappavo dal catechismo e mi andavo a comprare i 45 giri rap di quel momento. “Mentre tutto scorre”, “Nuvole e lenzuola”, “Via le mani dagli occhi” racchiudevano un rap in rock e anche questo brano riprende un tipo di metrica rap con sonorità anni ’70», specifica Giuliano. Interpellato in un momento successivo, anche Ermanno Carlà ha commentato il brano in questione: «Il vestito di questa canzone è così diverso da quello che abbiamo sempre fatto, da essere diventato il punto di riferimento per  un cambiamento effettivo senza snaturare quello che siamo stati in passato. Per un gruppo il vestito musicale è molto importante, quindi si gioca sempre su quello che si può indossare più facilmente. Quando il pezzo è venuto fuori sembrava quasi non appartenerci – aggiunge Ermanno – Ora, invece, è come essere consapevoli che un centimetro di pancia in più o una ruga sul viso possono anche esibiti con naturalezza seguendo una prospettiva moderna».

In merito al concept grafico, il bassista del gruppo racconta: «L’uomo e la celebrazione della vita sono il perno intorno a cui si sviluppano le nuove tracce dei Negramaro. Il logo ridonda il titolo stesso del disco e i simboli che vi si leggono sono legati all’ im maginario che Giuliano ha sognato e tradotto in musica. Così è nata questa sintesi grafica tra morte, vita e ironia. Questo tipo di lavoro grafico è una cosa che avevo in mente da tanto tempo. Affascinato anche dal lavoro che fecero un po’ di tempo fa i Gorillaz, ho giocato un po’ con le metafore, quindi è come se i nostri sei alter ego fossero una traslazione del genio e della follia umana. Tutto questo vorrebbe offrire uno spunto di riflessione sul percorso che l’uomo ha compiuto dall’ età della pietra al microchip e far riflettere sul contrasto tra moderno e antico. Il concept vorrebbe essere uno stimolo a recuperare il contatto con la natura, che è vita e che comprende tutto. Nonostante il fatto che a volte si possa provare un sentimento di paura verso il cambiamento, noi attraverso  la musica siamo pronti ad affrontarlo. Certo, non siamo immuni alla sensazione di timore ma da noi in Salento si dice: “Metti un ramoscello lì dove riesci ad arrivare”, ovvero metti il segno dove sai che puoi arrivare perché quando segni un tuo limite stia già lavorando bene per riuscire a superarlo» – conclude Ermanno.

Raffaella Sbrescia

Video: Attenta

 

Le date del tour

4 novembre Palabam – Mantova

6 novembre Mandela Forum – Firenze

10 novembre  Unipol Arena - Bologna

12 novembre Palafabris – Padova

15 novembre Palarossini – Ancona

18 novembre Palaevangelisti -Perugia

21 /22 novembre Palaflorio – Bari

26/27 novembre Palalottomatica – Roma

2 dicembre Palasport – Acireale

5 dicembre Palasele – Eboli

8 dicembre Palamaggiò – Caserta

14/15 dicembre Mediolanum Forum – Milano

18 dicembre Pala Alpitour – Torino

22 dicembre Palageorge – Montichiari (BS)

Info su: www.livenation.it

“Sayonara”: i Club Dogo fanno sul serio con “Non siamo più quelli di Mi Fist”

Club Dogo Feat. Lele Spedicato (frame tratto dal videoclip di "Sayonara"

Club Dogo Feat. Lele Spedicato (frame tratto dal videoclip di “Sayonara”

I Club Dogo presentano “Sayonara”, il terzo singolo estratto da “Non siamo più quelli di Mi Fist”, il nuovo album di inediti che vedrà la luce il prossimo 9 settembre. Dopo “Weekend” e “Fragili” feat. Arisa, il trio non molla la presa e scaglia un brano decisamente più diretto ed aggressivo, che si avvale di un’altra prestigiosa collaborazione. Sono infatti le chitarre di Lele Spedicato dei Negramaro a marchiare il flow del singolo che, accompagnato dal videoclip in pieno Japan –style, girato da Niccolò Celaia Antonio Usbergo, presenta i Club Dogo e lo stesso Lele nella veste di cattivi e spietati criminali. “Sayonara” è la prima delle 14 tracce della scaletta che compone il nuovo lavoro in studio del gruppo. I Club Dogo intendono presentarsi sotto una nuova veste musicale, fortemente influenzata dal contributo di Don Joe e caratterizzata dalla co-presenza di generi musicali diversi. I due singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album, “Weekend” e “Fragili” hanno raggiunto entrambi, ed in breve tempo, la vetta della classifica digitale dei singoli Fimi-Gfk e, dati i presupposti, c’è da pensare che, nonostante un vistoso cambiamento di rotta, i Club Dogo godono ancora di un forte riscontro da parte del pubblico.

club-dogo-non-siamo-più-quelli-di-mi-fist

Nello specifico di “Sayonara” è interessante sottolineare una scrittura assolutamente cruda, critica, cinica, maschia. Le rime, in qualche caso troppo forzate, riescono, tuttavia, a rendere in maniera incisiva ed efficace la voglia di sparare a zero un po’ su tutto e tutti. Il filone arrivista ed egoistico del super rapper mangiasoldi lascia, dunque, spazio ad un più sottile riferimento alla struttura socio-culturale contemporanea: “Sarò fuori di qua prima che fuori dall’euro, so che te non capisci questa roba ma si sa frate la gente è scema non credeva a Socrate tutta sta gente che è babba del resto in passato a Gesù han preferito Barabba, bravi bravi, dormi, mangi, preghi lavori e caghi, nuovi schiavi”, cantano e scrivono i Club Dogo, senza filtri alcuni. Spazio anche all’autocelebrazione con una strofa che non lascia spazio ad interpretazioni di sorta: “Ho il flow che raddrizza le svastiche, ti rompe, ti spezza, ti apre, astice, check, super sex sulla panca flow crystal meth, Breaking Bad, Salamanca Guè Samarcanda e la cosa più bella è non piacerti adios, au revoir, arrivederci, sayonara. Vita amara i miei fratelli con più polvere che nel Sahara la vita è cara voglio portarmi i soldi nella bara e mandare questi figli di puttana in para e fargli Sayonara” e poi, ancora “Sono troppo boss, troppo grosso, prendo tutto il lusso che posso, scopo con tutte le collane addosso, non perdo un euro di tempo per un infame ci penserà il karma a fargli fare la fame”.

club dogo flyer

Gagliardi e spacconi i Club Dogo si muovono con disinvoltura tra sonorità ibride e metropolitane riuscendo a beneficiare a pieno delle cariche metalliche della chitarra di Lele Spedicato, perfettamente calato nella parte del cattivo. A giudicare dal timbro marcato di “Sayonara” c’è da pensare che nel nuovo album ci sarà molta carne a cuocere  e per i più fedeli al sound dei Club Dogo l’appuntamento da non perdere è l’evento ad ingresso gratuito previsto per il 19 settembre al Fabrique di Milano (via Fantoli, 9 dalle 21:30). Lo speciale evento live, organizzato da Beck’s, li vedrà anticipare sul palco alcuni brani tratti dal nuovo album, insieme ad altre canzoni del loro repertorio.

Raffaella Sbrescia

Il tour ufficiale comincerà il 5 dicembre a Napoli. Queste le altre date confermate:

06/12 ROMA Orion

12/12 TREPUZZI (LE) Livello 11/8

13/12 MODUGNO (BA) Demodì

27/12 SAN BIAGIO DI CALLALTA (TV) Supersonic Music Arena

09/01 FIRENZE Obihall

10/01 NONANTOLA (MO) Vox Club

16/01 VENARIA REALE (TO) Teatro Concordia

28/01 MILANO Alcatraz

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Video: “Sayonara”