Ivano Leva, pianista e compositore italiano, pubblica “L’Ala del silenzio”, un lavoro discografico che viaggia in equilibrio dicotomico tra composizione ed improvvisazione. «L’album vuole essere una sorta di inno alla duplicità di significato, una testimonianza di come per ogni cosa della nostra vita possano esistere almeno due verità, diametralmente opposte all’altra. In questo senso, il titolo “L’ala del silenzio” (tratto da un verso di Pablo Neruda che recita: La parola è un’ala del silenzio, il fuoco ha una metà di freddo) funge proprio da criptico catalizzatore iniziale di una analisi di tutti i titoli dei brani, i quali – alla luce di questa nuova ottica riveleranno via via significati spesso di segno opposto rispetto alla loro valenza semantica apparente», spiega Ivano Leva. «Il tema della convivenza tra opposti è poi espresso non solo nei titoli ma ampiamente riconfermato dalla forma musicale del lavoro, che è strutturata in due blocchi di valenza opposta (dialoghi e monologhi, che qui, con un’ulteriore doppia interpretazione, ho voluto chiamare riflessi dell’ego) e che soprattutto vede la continua compresenza di due modalità esecutive spesso ritenute reciprocamente antitetiche: la composizione e l’improvvisazione (una supposizione a mio avviso errata, a riprova di ciò basterebbe citare le parole di Shoenberg, secondo il quale la composizione altro non è se non “improvvisazione rallentata”). Si tratta di una modalità improvvisativa presente in varie forme ed è in quasi tutti i brani ad eccezione de “L’abbraccio del vento” (una composizione per solo quartetto d’archi)».
Se da un lato l’album intende riannodare le trame interrotte tra le avanguardie storiche del Novecento, dall’altro s’intravvede un uso tutto del tutto particolare dell’improvvisazione musicale intesa come spinta creativa estemporanea. I protagonisti di questo incedere dialogico sono qui incarnati da due strumenti che assai spesso partecipano alla tradizione musicale europea, ovvero, il pianoforte ed il quartetto d’archi. Questi due modelli vengono posti dapprima l’uno di fronte all’altro per poi essere intrecciati con rigore e fantasia al servizio di un sapere musicale autenticamente improntato alla ricerca.
Raffaella Sbrescia
Ivano Leva pianoforte, composizione
Klangfarben Quartet
Sergio Carnevale violino
Isabella Parmiciano violino
Tsetanka Asatryan viola
Silvia Fasciano violoncello
Registrato da Davide Iannuzzi presso il Pro Wave Studio (Napoli) e da Carlo Gentiletti presso l’Elios Studio (Napoli)
Tracklist
Parte prima (dialoghi)
1_quantum entanglement
2_eterni riverberi di un vecchio ponticello
3_il profumo del sole d’inverno
Parte seconda (riflessi dell’ego)
4_l’abbraccio del vento
5_sguardo di brace (omaggio a Fryderyk Chopin)
Video: Sguardo di brace