Carmen Consoli sale sul palco del CarroPonte di Sesto San Giovanni con un power trio tutto al femminile, completato da Luciana Luccini al basso e Fiamma Cardani alla batteria. Grazia ed eleganza sono i plus che accompagnano la voce potente e voluttuosa di Carmen che, dopo 20 anni di carriera, continua a fare scuola con le sue canzoni che profumano di autenticità. La cantautrice apre il concerto con una portentosa interpretazione di “Casta diva”, eseguita a luci ancora spente. Subito dopo è la volta di “Geisha”, “Mio zio”, “Sentivo l’odore”, “L’abitudine di tornare”, “Ottobre”, “La signora del quinto piano”, canzoni, queste ultime, che toccano temi importanti in punta di piedi ma che, attraverso la travolgente potenza delle taglienti chitarre di Carmen, acquisiscono una forza vorticosa a cui è difficile resistere. Forte, sicura, autorevole, la Consoli si muove con sicurezza stemperando la proverbiale timidezza a suon di travolgenti riff. “Matilde odiava i gatti”, “Per Niente Stanca”, “Fino all’ultimo”, “Sintonia imperfetta, “AAA cercasi” testimoniano l’irriverenza della sua penna schietta ed immediata.
Il concerto non conosce pause “Esercito silente”, “Fiori d’arancio”, “Contessa miseria”, “Venere” scivolano via tutte d’un botto fino alla lunga parentesi noise irrorata di rivide, sporche e maschie distorsioni. Energia e malinconia viaggiano su binari destinati ad incontrarsi, Carmen fonde situazioni agli antipodi restituendo loro un significato specifico e personale in cui è comunque possibile rispecchiarsi. Per il gran finale l’artista sceglie “Oceani deserti” e grandi classici come “Parole di Burro”, “Confusa e felice”, “Quello che sento”, “L’ultimo bacio”. Nel buio di Milano l’aria è già fredda, l’estate è alle spalle ma il cuore è pieno di riconoscenza e caldo per l’emozione. Grazie Carmen.
Raffaella Sbrescia