Intervista a [K(s)A/L]: “Viva Terror! è la mia storia stravagante”

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“Viva Terror!” è l’ultimo disco di [K(s)A/L] Kaiser(schnitt)amboss/laszlo, uscito nel 2011 ma riscoperto e dato alle stampe solo ora da Spaceship Management, che pubblicherà anche il nuovissimo album nel 2015. Cecilia, questo il suo nome di battesimo, è una ragazza forte, decisa, ribelle e completamente dedita alla musica. Il suo album è eterodosso, sofferto, anarchico, in bilico tra blues, industrial, elettro wave con momenti acustici e sonorità visionarie ispirate dal costante abuso di droghe che si risversa anche nei testi ermetici, disillusi e diretti. In questa intervista, l’artista si è raccontata senza filtri, svelando molto di sé e della sua potente musica.

Perché il tuo album è intitolato “Viva Terror!”?

Il terrore è molto più penetrante della paura ma può valere la pena provarlo. Provarlo può essere anche tremendo, quindi tanto vale celebrarlo, magari con 11 canzoni, è un gran bel modo di farcela.

Cosa ne pensi del fatto che questo album stia avendo una nuova vita?

Mi fa piacere che questo disco sia stato “riscoperto”, dato che ha avuto una visibilità limitata, sino ad ora. Secondo me ha sempre qualcosa da dire, è diverso, eterodosso, libero, parecchio menefreghista e impertinente, pieno di piccole “trappole” e agitato da diversi colori. I suoni sono fantastici. E’ un long playing, quindi, volente o nolente, è una storia. Una storia stravagante ma una gran buona storia.

A che cosa stai lavorando per il 2015? Puoi anticipare quali saranno i temi delle nuove canzoni?

10 pezzi per il nuovo album completo sono stati già registrati, in attesa di uscire. Un album sostenuto da sole chitarre, acustiche ed elettriche, diverso per molti aspetti da Viva Terror!, almeno per quanto riguarda l’ortodossia degli strumenti utilizzati. I temi delle canzoni? Non c’è nessun tema, se non ciò che mi attraversa personalmente, se non quello che vivo e vedo e i ritratti di quelli che mi gravitano attorno. Qualsiasi cosa mi può muovere a scrivere un pezzo e il suono di una parola ha lo stesso peso del suo significato, nell’economia di un brano. È la mia realtà, che piaccia o meno, ed è così che la descrivo.

Kaiser(schnitt)amboss/laszlo Ph Nikka Dimroci

Kaiser(schnitt)amboss/laszlo Ph Nikka Dimroci

Ti ritrovi quando scrivono che ti piace infastidire, incantare e affascinare il pubblico?

No. Non mi P-I-A-C-E infastidire, incantare e affascinare nessuno. Perché dovrei? Può darsi che infastidisca o può darsi che incanti qualcuno, ma scrivere e suonare un brano non ha nulla a che fare con tutto questo. È tutt’altra faccenda. Sei solo. Hai una chitarra, e la fai cantare con te. E lavori col cesello. Come puoi avere in mente un pubblico da infastidire o incantare, in quel momento? È l’oggetto della tua canzone, la tua ossessione. Allora ti autodescrivi, ti sfinisci e ti completi.

 La tua musica a grandi linee viaggia tra blues ed electro wave, riesci a spiegare la formula sonora di questo disco? Quali sono i tuoi riferimenti?

La formula è semplice. “Viva Terror!” è un album di 11 canzoni nate originariamente per voce e chitarre e che, in corso d’opera, è stato letteralmente agitato da fantastici interventi eretici, a livello sonoro e suonato con molti strumenti. Chitarre, basso, piano, catene, body-percussion, ovviamente voce. Ma è comunque un disco immediato e, come spesso dico, composto da canzoni che possono essere suonate anche in un mondo dove la corrente elettrica venga meno. Ascoltavo e imparavo da Leadbelly, Cluster e i Public Image Limited in heavy rotation e ossessivamente, in quel periodo. E’ confluito molto di tutti loro, in Viva Terror!.

Perché e quando hai scritto una canzone come «Destroy your generation»?

“Destroy your generation” è un inno, una marcia, realizzata con povere cose (un basso, una voce, e una TR 505 filtrata da un flanger). È una canzone ossessiva e notturna, nata davvero velocemente, una vera e propria urgenza, condita da una rabbia precisa. È un inno all’individualismo e all’emancipazione, distruggere il concetto, la famiglia, la macchina, pensandole come strutture precostituite da cui è necessario liberarsi per rifondarsi da capo. O per non rifondarsi affatto!

Kaiser(schnitt)amboss/laszlo Ph Nikka Dimroci

Kaiser(schnitt)amboss/laszlo Ph Nikka Dimroci

E che dire di “Viva Anarchia”?

L’anarchia di questo brano non è quella politica, sempre che l’anarchia lo possa essere, visto che la sua grandezza è nell’impossibilità della sua etica. E cito il grande Malatesta, intendiamoci. Guyau e Stirner comunque sono sottilmente omaggiati. E anche Viva Anarchia! è un inno, eccome. “C’è stato un tempo in cui ero un tipo carino, non è vero, non lo sono mai stato …”. Un inno a pieni polmoni ai propri difetti, alla tua unicità, anche alla propria indolenza e contraddizione, necessariamente alla propria solitudine, intendetela come volete. Non è facile volersi davvero come individuo. Fa male, come arrivare in fondo al ritornello di questa canzone.

 Pensando al tuo passato, qual è il tuo rapporto con la droga?

Ho un ottimo rapporto con le droghe, passato o non passato. Che dovrei dire? Certo sono una compagnia parecchio esigente. Se mi si vuole sentir dire che “servono” alla scrittura di un brano, no, non è vero, per nulla. Spesso, anzi,  te lo impediscono. Incidono a loro modo, come qualsiasi altro stimolo, ma sono ben altri i meccanismi mentali e spirituali lì implicati. Che il mondo dell’illecito solletichi la tua fantasia e alzi il livello di adrenalina e la posta in gioco della tua vita, è vero. C’è a chi piace sentirsi così, e a chi no. E a me piace. A questo mondo c’è chi trova soddisfacente, che so, parlare di cibo vegano e complicarsi la vita in cucina. Io non cucino perché penso di impiegare meglio il mio tempo suonando. A ognuno la sua fetta di universo, semplicemente.

Kaiser(schnitt)amboss/laszlo Ph Nikka Dimroci

Kaiser(schnitt)amboss/laszlo Ph Nikka Dimroci

 Cosa ti aspetti dal futuro?

Niente, il futuro è qualcosa che non riesco affatto a prefigurarmi. Non riesco a pensare ad altro che a migliorare sulla chitarra e sulla scrittura delle canzoni. Quella è la mia ossessione, sentire vibrare le corde sotto i calli. Tutto il resto a quel punto può scomparire e nulla ha più importanza.

Raffaella Sbrescia

“Viva Terror!” è in streaming e download grautito su https://soundcloud.com/k-s-a-l/sets/viva-terror