Jimmy Ingrassia è un cantante di origine siciliana da sempre in contatto con il mondo della musica. Dopo una serie di esperienze che l’hanno visto protagonista di trasmissioni tv come Domenica In e The Voice, oltre ad una lunga serie di concorsi canori e collaborazioni artistiche, Jimmi è giunto ad una nuova cifra stilistica ed una maturazione tangibile attraverso le note di “Per votarmi scrivi sì”, un brano che ironizza sul televoto, inteso come un male, sempre meno una reale espressione di preferenza e di talento e che anticipa il nuovo album di inediti del cantautore. Scopriamo insieme cosa ci ha raccontato a tal proposito l’artista in questa intervista.
Il tuo percorso con la musica è iniziato quando avevi soltanto 11 anni, cosa rappresenta per te il canto e qual è la tua cifra stilistica?
In verità ad 11 anni ho cominciato a strimpellare con una pianola giocattolo della Bontempi e da lì mi sono avvicinato alle prime note accorgendomi che mi piaceva suonare. Per questa ragione, i miei mi hanno iscritto a delle lezioni private di pianoforte. Le cose hanno cominciato a farsi serie quando a 17 anni ho partecipato ad un concorso canoro per accompagnare una persona che doveva cantare, in quel caso il direttore artistico di quella manifestazione mi invitò a cantare, cosa che io non avevo mai fatto prima, e mi resi conto che quella era la mia vera vocazione. Ho quindi abbandonato un po’ l’attività di musicista e mi sono concentrato sul canto. Il mio stile si destreggia tra pop e cantautorato. Il nuovo singolo, infatti, ha questa matrice, al cui interno ci sono anche degli spunti folk.
“Per votarmi scrivi si” è il tuo ultimo singolo… con uno stile ironico ed un arrangiamento orecchiabile, realizzato da Francesco Musacco e scritto con Matte con Sperandeo parli, tra le altre cose, del male del televoto… Qual è il messaggio che intendi comunicare al pubblico? Come hai scelto la location del video “Baglio Vecchio”? C’è qualche legame con il discorso di ecocompatibilità sostenuto dalla Steel Rose?
Il tema del brano si concentra sul fatto che ormai qualsiasi cosa si faccia, dal piccolo concorso alla trasmissione televisiva, chiunque chiede di essere votato. Questo meccanismo svilisce e ridicolizza il valore artistico della musica. Ho scritto questo brano un pò di anni fa ma ho deciso di farlo uscire adesso perché è più attuale che mai. Lo scrissi dopo aver partecipato ad un concorso legato al Festival di Sanremo. Dopo quella esperienza io e Matteo decidemmo di scrivere questa canzone incentrata sul sistema del televoto. Alla regia del video c’è Marco Gallo, un giovane promettente, mentre alla produzione c’è la Steel Rose Records, una realtà che armonizza la musica con l’ambiente, in cui mi trovo a mio agio. La location del video è una piccola frazione di Dattilo, in provincia di Trapani con 900 abitanti, comprese le pecore. In questo luogo io ho vissuto la mia infanzia perché ci abitavano i miei nonni. Tutte le estati si andava lì da loro e sono quindi molto legato a questo posto, tanto è vero che quando scrissi questo brano, pensando ad un eventuale videoclip, avevo già in mente dove girarlo.
Come hai vissuto il tuo percorso a “The Voice” nel team Noemi e cosa ti ha insegnato?
Nel 2005/2006 feci il primo programma importante con un primo contratto serio… si trattava di Domenica In. A quel tempo pensavo, stupidamente, di aver compiuto il passo decisivo passando dal settore amatoriale e quello professionale invece, nonostante i contratti e le produzioni, è importante avere le spalle coperte. Forse proprio perché vengo dal basso, ho capito che non si è mai arrivati, soprattutto in quest’epoca non c’è niente di certo, ogni volta devi essere sempre attento a come mantenerti e stare con i piedi per terra. Finita l’esperienza a Domenica In io non sapevo perché non arrivavano altre chiamate del genere e sono tornato a cantare nei locali come facevo prima. The Voice è stata un’ulteriore esperienza in cui mi sono messo in gioco. The Voice è un programma che ti dà una bella visibilità con tutti i pro e contro annessi. Si tratta di una trasmissione televisiva che non sempre coincide con la musica, nel senso che bisogna portare avanti quello che è lo spettacolo, spesso a discapito dell’identità musicale di un artista. Prima di andarci, comunque, io ero al corrente di tutto, così come tutti gli altri, e, in ogni caso, è giusto dire che un talent show, oggi come oggi, rappresenta comunque un’’importante opportunità da cogliere al volo.
Hai cantato in coro e da solista davanti a Papa Francesco in occasione dell’evento “Le società sportive con Papa Francesco”….che emozioni hai vissuto in quel contesto?
Si è trattata di una bellissima giornata, di certo non capita tutti i giorni di cantare davanti al Papa! Ho vissuto questa emozione insieme ad altri coristi, tutti amici, e devo dire che anche se ero molto stanco, giacchè avevo fatto i salti mortali per esserci e avevo dormito in tutto due ore, sono stato davvero felicissimo di partecipare.
Prendendo in considerazione l’Ep “Indifesa” cosa porteresti avanti di quel progetto e cosa, invece, vorresti modificare, cambiare, evolvere pensando ad un lavoro discografico?
Spesso mi è capitato di produrre dei lavori che poi si bloccavano, non per mio volere. Le canzoni che fanno parte di “Indifesa”, uscito un anno e mezzo fa, sono brani che avevo già scritto e arrangiato e che per alcune ragioni non erano stati pubblicati. Quando è uscito l’Ep non lo sentivo più mio perché, nel frattempo, ero già passato a fare qualcosa di diverso. Ovvero il genere cantautorale che adotto adesso in stile ironico, con matrice folk. Ora finalmente sono arrivato a fare quello che desideravo e l’album, attualmente in lavorazione, sarà l’espressione di quello che sono oggi.
Raffaella Sbrescia
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Video: “Per Votarmi Scrivi Sì”