Michele Campanella e Javier Girotto Ph Errico Sarmientos
Continuano i prestigiosi appuntamenti della XIX ma edizione del Pomigliano Jazz Festival. I protagonisti del concerto, tenutosi lo scorso 17 luglio nel cortile del Palazzo Mediceo di Ottaviano (NA), sono stati due musicisti di grandissimo spessore: si tratta del pianista partenopeo Michele Campanella e del sassofonista argentino Javier Girotto i quali, per la prima volta in assoluto, hanno presentato il loro inedito progetto musicale intitolato “Musiques sans frontières”. Un lavoro nato da un’idea di Girotto che, seguendo il desiderio di avvicinarsi alla musica classica, attraverso un lavoro di improvvisazione, aspetto più tipico del jazz, si è rivolto a Campanella, tra i massimi esponenti del contesto musicale classico italiano, per cercare, elaborare, affrontare insieme un territorio nuovo ed emozionante.
Michele Campanella Ph Errico Sarmientos
In un contesto assolutamente unico e veramente adatto per lasciarsi andare a nuove ed inedite suggestioni, i due artisti hanno proposto al nutrito pubblico dello storico Festival, un repertorio strumentale costituito da alcuni grandi successi di Claude-Achille Debussy e Maurice Ravel, due tra i massimi esponenti dell’impressionismo musicale francese. Musiche, quelle dei due compositori, che si prestano meglio di altre a spazi di intervento perché fatte più di colore che di melodie, brani, questi ultimi che, come preziosi tessuti, sono basi perfette per pregiati ricami di note.
Javier Girotto Ph Errico Sarmientos
Come quelle calde, fluttuanti e carismatiche suonate da Javier Girotto e dai suoi strumenti, accompagnato, sentiero dopo sentiero, da Michele Campanella e dalle sue abili mani che, come velluto, accarezzano i tasti del pianoforte con rispetto ma anche con decisa personalità. Il risultato di questa proposta è un repertorio tanto inedito per il jazz, quanto controverso per la musica classica; elementi ritmici e armonici seguono il flusso creativo spostando l’attenzione dell’ascolto su più livelli, spesso posti ai confini tra i due mondi. Ecco perché “musica senza frontiere” è un titolo quanto mai adatto per un progetto che è già stato inciso per Cam Jazz e che, sebbene sia diverso dall’interpretazione live, possiede i presupposti e l’ardire di girare in Italia e nel mondo per proporre una nuova esperienza sensoriale al pubblico contemporaneo.
Javier Girotto Ph Errico Sarmientos
Attraversati da uno spirito di libertà fedele, Campanella e Girotto, hanno dunque inaugurato una nuova parentesi della propria carriera artistica i cui tratti più interessanti risiedono nella Suite di Debussy “Children’s Corner”, scritta per pianoforte solo e dedicata alla figlia Chouchou, che allora aveva solo 5 anni. I brani descrivono il mondo visto dalla parte dei bambini: “Gradus ad Parnassum” (ovvero la “salita al paradiso”), che tutti i pianisti devono affrontare negli anni di studio al conservatorio, “Jimbo’s Lullaby”, la ninna-nanna di Jimbo (L’elefantino di Peluche della figlia) e poi, ancora, “Serenade for the Doll”, una specie di filastrocca estemporanea che la bambina canta alla bambola, imitandone i movimenti meccanici, la lenta e poetica “The Snow is Dancing” e “The Little Shepherd”, in cui i grandi spazi e i suggestivi silenzi che accompagnano la vita di un pastore, vengono evocati da Debussy attraverso un’unica linea senza una direzione melodica precisa né ritmica. Un lungo momento creativo che Campanella e Girotto hanno proposto a loro modo, cercando di stimolare il fanciullino pascoliano che vive dentro ciascuno di noi, tra sguardi d’intesa e sorrisi entusiasti.
Michele Campanella
Ph Errico Sarmientos
Una scommessa artistica che non possiamo spiegarvi semplicemente a parole perché, una delle magie della musica risiede proprio nella sua essenza, capace di creare ed individuare una dimensione emotiva ed interpretativa sempre nuova e sempre diversa. Il nostro plauso va, dunque, a Michele Campanella e Javier Girotto per aver scelto di mettersi ancora una volta in gioco, in nome di una passione senza frontiere.
Raffaella Sbrescia
Michele Campanella e Javier Girotto Ph Errico Sarmientos