Lacrime, sudore, goduria mentale e fatica fisica. Il Brianza Rock Festival supera le aspettative con una seconda serata all’insegna della musica di qualità. Si comincia con la voce posata e ben calibrata di Jack Caselli, si continua con l’irriverente genialità di Bugo, finalmente sulle scene dopo una lunga assenza. Un primo concerto per il cantautore che, in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Cosa ne pensi Sergio” ha divertito, coinvolto e sorpreso moltissimi dei presenti all’Autodromo Nazionale di Monza. Una performance calda, istrionica, a tratti surreale, l’atmosfera perfetta per introdurre i protagonisti del giorno: i Subsonica.
Dopo 18 anni di attività, la band torinese rappresenta una garanzia di qualità eccelsa, divertimento ed emozione autentica. La naturale evoluzione dei loro suoni e dei loro contenuti non hanno fatto altro che arricchire e variegare un repertorio completo da ogni punto di vista. La teatralità del gruppo, già di per sé fortemente scenico, trova nell’imponente impianto di luci e casse un ulteriore elemento di spettacolarità che potenzia esponenzialmente uno show pensato per proiettare il pubblico al centro di una dimensione bombardata da continui stimoli sensoriali. Per la prima data della sessione estiva de “Una nave in una foresta tour”, i Subsonica scelgono una scaletta che pesca a piene mani all’interno un forziere di canzoni entrate ormai a far parte della collettività.
Si parte, a sorpresa, con “Colpo di pistola” poi la potente scarica elettrica composta da “Lazzaro”, “Attacca il panico”, “La glaciazione” surriscalda gli animi dei tantissimi che affollano l’Autodromo scatenando il pogo selvaggio. L’adrenalina, il sudore caldo e avvolgente, la fatica dei muscoli che si tendono generano un piacere che inebria i sensi. I pensieri allentano la presa e ogni singola nota prende forma sedimentandosi a proprio piacimento. Sulle note dell’eterna “Discolabirinto” Morgan entra in scena, come promesso, per un esilarante duetto condito da abbracci e sguardi di fraterna amicizia e complicità. Diciotto anni di palcoscenico sono tanti ma i Subsonica non ne risentono, il calore del pubblico è la linfa che racchiude il nutrimento necessario per degli artisti che, interessandosi a mille altre attività artistiche, riescono a rimpinguare di continuo la propria miscela musicale sempre unica e ancora sorprendente.
La conferma di quanto detto sta nella disinvoltura con cui i Subsonica passano dal pacchetto composto da “Nuvole rapide”, “Nuova ossessione”, “L’ultima risposta”, “Up patriots to arms” alle più recenti “Una nave in una foresta”, “I cerchi degli alberi”, “Di domenica”. L’evoluzione traspare attraverso melodie più fluttuanti, a tratti morbide, a tratti più enigmatiche, il flusso sonoro che ne risulta è il frutto di una implacabile ricerca che muove i passi dall’unione di menti affamate di spunti e sperimentazioni. Quello che rimane immutabile nel tempo è la poesia, la sospensione del tempo e dello spazio, la qualità di arrangiamenti strumentali che godono di vita propria.
Il pubblico è insaziabile e, dopo una breve pausa, i Subsonica tornano sul palco con la bellezza eterea di un brano meraviglioso quale è “Strade”. Intensa e significativa anche “Specchio”, di cui la band ha da poco realizzato un brillante cortometraggio, poi, in successione continua, la sensuale “Veleno”, l’esilarante “Depre”, l’inneggiante “Liberi tutti”, l’apocalittica “Il diluvio”, l’asfittica e dolorosa “L’errore”, la suburbana “Piombo”. Immancabile l’energia di “Benzina Ogoshi”, lo spunto reggae di “Io sto bene” ed il fluttuante fascino crepuscolare di “Preso blu”. Per concludere in bellezza, i Subsonica eseguono “L’odore”, brano contraddistinto da un testo intimo e sensuale associandovi una versione di “Tutti i miei sbagli” dall’intenso fascino erotico e graffiante. La degna conclusione di una indimenticabile esperienza live.
Raffaella Sbrescia
Photogallery a cura di: Francesco Prandoni