Intervista ai Raniss: ecco il grunge Made in Italy

Raniss

Raniss

RANISS sono una band grossetana che parte da un duo nel 2010 con i fondatori Mario Policorsi (Voce e Chiatarra) e Alessio Dell’Esto (Basso) amici e musicisti fin dal ’97, cui poi si è aggiunto Andrea Alunno Minciotti alla chitarra. La band ha un sound riconoscibile tra Alternative Rock e Post-Grunge. Nel 2013 pubblicano il loro primo singolo ufficiale “Disordine“. Lo scorso 18 marzo è uscito “Due minuti all’alba“, il nuovo singolo della band mentre il primo EP, registrato da Andrea Alunno Minciotti (chitarrista e sound engineer della band), uscirà a maggio 2016 e conterrà cinque brani.

Intervista

Partiamo dal vostro nome e dai vostri inizi. Le strade di Mario e Alessio si sono incrociate nel 2010. Quali sono state le dinamiche che vi hanno portato fino ad oggi?

A dire la verità io e Mario abbiamo iniziato a suonare nel 1997 insieme partendo dal Punk, dato che negli anni novanta questo genere musicale ispirava i giovani ribelli dalle nostre parti. In quella formazione Mario suonava la batteria mentre io ero al basso. Le dinamiche che ci hanno portato fino ad oggi a sviluppare questo progetto sono semplicemente la nostra natura ed il nostro istinto naturale a creare, suonare e progettare. Il nome “Raniss” lo inventai io mentre sfogliavo una rivista londinese sul punk.

Parlateci della vostra musica: a cosa si ispira, i tratti caratteristici e cosa intende comunicare…

La nostra musica è molto istintiva e lascia pieno spazio agli stati d’animo personali ed a quello che ci attraversa. Per dirla tutta siamo veramente insoddisfatti e decadenti come pensiero in generale e questo ci fornisce energia per mettere in musica tutte queste emozioni. La nostra inclinazione al grunge è davvero reale e molto naturale.

Come lavorate ai vostri pezzi e come funziona la realizzazione effettiva di testi e melodie?

Di solito i riff di chitarra con bozza melodica arrivano sempre da Mario e poi io mi occupo di perfezionare e scrivere il testo, dopo di che lavoriamo tutti insieme all’arrangiamento.

Quali sono gli equilibri all’interno del gruppo e come funziona la vostra routine quotidiana?

Il nostro primo step è la nostra amicizia, e da qua cerchiamo di far partire tutto il resto. Di solito ci troviamo durante la notte a lavorare e comporre nello studio di Andrea nel quale ci sentiamo a nostro agio e tranquilli.

“Due minuti all’ alba” lancia un forte messaggio di rinascita individuale. Nasce da un episodio autobiografico?

Diciamo di sì, nasce da alcune situazioni che ci hanno attraversato e fatto capire molte cose. Il singolo è stato uno dei primi brani scritti e per la stesura del testo abbiamo avuto la preziosa collaborazione di Mario Cianchi, grande compositore e grande amico che ci ha sempre aiutato e supportato.

Il singolo anticipa l’EP “Niente di positivo”, in uscita a maggio. Il titolo viaggia in controtendenza rispetto a quelli proposti dagli artisti dello scenario mainstream. Come mai? Di cosa parlerete e quali saranno le storie che vorrete raccontare al pubblico?

Stiamo cercando di lanciare un messaggio vero e non prodotto a tavolino e dare uno spessore a quello che diciamo anche se nel nostro caso, come già detto, viene fuori il nostro disagio e le nostre frustrazioni che, nonostante possano non essere piacevoli per tutti, restano comunque “reali frequentatori” della vita quotidiana di molte persone.

Parliamo di live: quali sono i contesti a voi più congeniali e quando potremo ascoltarvi dal vivo?

Per noi l’importante e salire sul palco, ci piace troppo e ci fa stare bene! Stiamo organizzando alcune date e show-case di presentazione ultimando gli ultimi dettagli per l’EP. Per adesso ci potete trovare il 30 aprile all’Orcia Rock Festival e il 21 Maggio ad Edicola Acustica, una realtà molto interessante ideata da Michele Scuffiotti qua a Grosseto.

 Raffaella Sbrescia

Video: Due minuti all’alba

Baby K: Con “Light it up” (Ora che non c’è nessuno) ho voluto affrontare il mondo del clubbing

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Ritratti di Note ha incontrato Baby K, nome d’arte di Claudia Nahum, in occasione della promozione del singolo “Light It Up” (Ora che non c’è nessuno), il remix italiano del singolo di Major Lazer, lo straordinario collettivo capeggiato dal DJ e Producer statunitense Diplo, autore  del tormentone dell’estate 2015 “Lean On”. Il nuovo remix di “Light it up”  è stato pubblicato lo scorso 18 Marzo.

Claudia, dalla scorsa estate è stato un vortice inarrestabile. Dopo il grande e meritato successo di “Roma Bangkok” e del tuo album “Kiss Kiss Bang Bang”, adesso questa nuova avventura con  Major Lazer. Come è partita la vostra collaborazione?

 Tutto è nato dall’album di Major Lazer “Peace is the mission”. Per il lancio sul mercato prettamente italiano, si è deciso di fare anche un remix italiano del singolo e sono stata scelta quale artista deputata ad occuparsene. Devo ringraziare Diplo, che mi ha dato molta fiducia; mi ha inviato la base del pezzo senza alcuna voce, e questa è una cosa che capita raramente per i remix. Di solito si lascia l’inciso e l’artista rifà le strofe; nel mio caso ho avuto carta bianca e allora ho pensato… “Ora mi diverto”. Ho riscritto una nuova canzone ed è così che è nata “Ora che non c’è nessuno”.

“Light it up” (Ora che non c’è nessuno) è un pezzo che parla d’amore…

Sì non è un brano che parla di me, come qualcuno ha pensato. Essendo un pezzo che fa ballare ho voluto descrivere un po’ il mondo della discoteca. Mi sono immedesimata nella situazione in cui tu esci con una persona e attorno c’è il solito caos e tutti gli occhi puntati sulla persona con cui sei uscita. Sei lì in discoteca, è la prima uscita, tu non conosci i suoi amici e allora mi sono detta “Sarebbe bello dire in un brano… vorrei far finta che non ci fosse nessuno per rubarti un bacio…”. Ho voluto affrontare con una diversa angolazione il mondo del clubbing….

Baby K Ph: Leandro Manuel Emede

Baby K Ph: Leandro Manuel Emede

Sei un’artista trasversale per quanto riguarda i generi musicali. Molto affascinante è anche il concetto di “animo ibrido”…

Sì, molti tendono ad identificarmi solo con la musica rap, considerandomi la “rapper” italiana per eccellenza. Non che questo non sia vero, ma mi permetto anche di spaziare tra più generi musicali. Ho pubblicato un singolo come “Roma Bangkok” che ammicca molto al mondo latino; “Killer” è invece un brano molto pop, quindi mi piace variare tra i generi. Per quanto riguarda “Light it up”, devo dire che ho trovato pane per i miei denti. Mi riconosco molto in questo stile, anche se in Italia è un po’ difficile portare avanti questo tipo di sonorità. Anche per questo è stata grande la mia contentezza nel fare il remix di questo pezzo. Nel mio album “Kiss Kiss Bang Bang” c’è anche un brano pop-punk nato dal nulla, che si intitola “Venerdì”. Ben venga quindi tutto quello che è ibrido, ed è un miscuglio tra generi, stili e contenuti. Mi piace che la musica possa far divertire ma anche riflettere.

Claudia, una mia curiosità. So che da piccola la tua sveglia era la musica di Rod Stewart. La canzone Baby Jane di Rod Stewart ha in qualche modo influenzato la scelta del tuo nome d’arte?

C: Grazie al mio papà, sono cresciuta con la musica di Rod Stewart, Stevie Wonder e i Bee Gees. La canzone di Rod Stewart non ha influenzato la scelta del mio nome d’arte. Questo “nick name” mi è stato attribuito ed io l’ho abbracciato senza pensarci più di tanto perché mai avrei pensato di fare musica nella vita e invece… Se avessi pensato di fare la cantante di professione forse me lo sarei scelto diverso, ma va bene così; tra l’altro è un nome che piace a tutti…

Cosa c’è nel futuro imminente di Baby K?

C: Sto pianificando un nuovo singolo ed un nuovo video; spero in estate di girare l’Italia per portare la mia musica tra le persone, che è poi la cosa più bella tra le attività di una cantante. Di sicuro ci sarà anche qualche data in discoteca, così potrò cantare e ballare con tutti.

Giuliana Galasso

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Sam Hunt presenta “Montevallo”, un album molto personale e ricco di influenze e richiami musicali

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Sam Hunt, americano della Georgia trapiantato a Nashville, ha 31 anni e si è fatto conoscere in Italia grazie al singolo “Take your time”, ancora oggi, dopo oltre due mesi, nella Top 5 dei brani più suonati dalle radio e certificato Disco d’Oro. Il suo album di debutto s’intitola “Montevallo”, il nome della sua cittadina-rifugio in Alabama: «I genitori della mia ex ragazza avevano una casetta in questo piccolo posto incastonato tra i monti. Io e lei ci andavamo spesso, anzi, si può dire che la maggior parte della nostra relazione l’abbiamo trascorsa proprio a Montevallo», ha raccontato Sam ai giornalisti durante un incontro con la stampa a Milano. Dopo aver tentato la carriera come giocatore di football professionista, Sam si è dedicato alla musica, la sua altra grande passione, cominciando a scalare le classifiche come autore di brani scritti per grandi nomi del country come Kenny Chesney, Keith Urban e Billy Currington: «Più andavo avanti a giocare, più mi rendevo conto che il mio cuore batteva per la musica. E così, nonostante le statistiche dicessero che avrei avuto più possibilità nel football, ho deciso di osare e provare a realizzare il mio sogno; per fortuna mi è andata piuttosto bene!».

Sam Hunt

Sam Hunt

L’attività di songwriter ha aperto a Sam le porte dell’industria musicale. Trasferitosi a Nashville, il cantautore ha imparato a scrivere brani di successo: «Quando faccio musica seguo sempre l’istinto. Dal punto di vista creativo mi focalizzo su idee e melodie in qualunque momento. Se mi viene un’idea all’improvviso prendo il telefono e inizio a canticchiare una melodia e la registro al cellulare. In passato tendevo a entrare in studio di registrazione con la maggior parte delle canzoni completate, ora, visto che vivo vicino al mio produttore, passo molto tempo a scrivere anche in studio», ha raccontato.

Nel giro di poco tempo, il cantautore si è imposto come una delle migliori novità del mercato con la sua musica che spazia dall’hip hop all’R&B: «La musica country  è stata quella che mi ha sempre ispirato di più, sia nei testi sia nelle melodie. I miei primi modelli sono stati i musicisti country che ascoltavo in radio come: Garth Brooks, Alan Jackson, Randy Travis, Brooks & Dunn, Kenny Chesney, George Jones e Willie Nelson. Successivamente ho cominciato ad ascoltare l’R&B e l’hip hop di Usher e R Kelly. Proprio grazie a questo background musicale eterogeneo, quando scrivo mi viene naturale mixare generi diversi. Country, in realtà, significa parlare in modo sincero delle proprie esperienze in modo sincero ed è quel che faccio io», ha spiegato Sam Hunt. «Ho iniziato il mio progetto solista anche per il desiderio di raccontarmi in maniera più personale. Per me la sincerità e la verità sono gli strumenti principali per creare una connessione con chi mi ascolta facendogli sentire ciò che io stesso sento».

Sam Hunt

Sam Hunt

Pensando al prossimo disco ha confessato: «Sto ancora cercando di capire di cosa scrivere. Spero di riuscire a vivere esperienze da raccontare, al di fuori della mia carriera nella musica. Cerco di non prendermi troppo sul serio! I miei valori non sono cambiati con il successo e le cose che apprezzavo prima continuo ad apprezzarle oggi, mantenendo i piedi per terra» . Infine un netto distacco dal mondo degli show televisivi: «La mia passione per la musica nasce dalla scrittura e quei programmi sono focalizzati soprattutto sull’ interpretazione. Cantare e basta non è mai stata la mia passione».

Raffaella Sbrescia

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La tracklist di “MONTEVALLO”:

Take Your Time

Leave the night on

House party

Break up in a small town

Single for the Summer

Ex to see

Make you miss me

Cop car

Raised on it

Speakers

Video: Take your time

Intervista agli Zero Assoluto: “Di me e di te” è un album che ci ha messo in discussione

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Pubblicato lo scorso 18 marzo  “Di me e di te” (prodotto da Gaetano Puglisi e Massimo Levantini per Fonti Sonore e distribuito da Warner Music) è il  6° lavoro in studio degli Zero Assoluto. Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi  per la prima volta aprono le porte della loro produzione collaborando con tanti autori di talento del panorama musicale italiano come Antonio Filippelli, Fortunato Zampaglione, Piero Romitelli, Zibba, Fabrizio Martorelli, Rory Di Benedetto, solo per citarne alcuni. “Di me e di te” racchiude dieci tracce all’insegna del pop, in cui convivono perfettamente le due anime degli Zero Assoluto, quella più elettronica e quella più intima e acustica. A fare da apripista a “Di me e di te” l’omonimo singolo presentato sul palco dell’Ariston che ha immediatamente conquistato le classifiche radio e di vendita, e totalizzato più di 1.500.000 views del videoclip ufficiale. Nel disco, anche la cover di “Goldrake” nella versione del cantautore napoletano Alessio Caraturo, che Matteo e Thomas hanno riarrangiato con il Maestro Adriano Pennino, “L’Amore comune” – tra i brani più ascoltati dell’estate 2015 e scelta come colonna sonora del campionato di Serie B ConTe.it della Lega Calcio Italiana, e altri 7 inediti.

Intervista

Ragazzi , come è andata la settimana sanremese?

Delirio puro, ma Sanremo è sempre un’esperienza affascinante. Lo stress e l’emozione vengono  compensati dalla possibilità di presentare una nuova canzone ad un pubblico grandissimo e questo è meraviglioso; lungi da noi il vivere la competizione del Festival; non è stato mai così e mai lo sarà. Abbiamo portato a Sanremo la canzone che ci rappresentava di più e che rappresentava al meglio anche il nostro nuovo disco. “Di me e di te” è una canzone forse poco festivaliera, non la classica ballad, ma a noi piaceva, ed è stata scelta. Siamo soddisfatti di come sia andata…

Hanno collaborato all’album tanti bravi autori; citiamo il primo, Zibba, che ha scritto il pezzo “Luce”; c’è una bellissima frase di questa canzone, che recita “La malinconia è un signore che porta il cane a passeggiare”…

E’ una frase che esprime pienamente la canzone. Nei cinque album precedenti io e Thomas siamo stati gli unici ad essere presenti sia da un punto di vista compositivo che nella scrittura dei testi; questa volta abbiamo sentito il bisogno di aggiungere elementi “estranei”, anche se familiari, nel senso di amici con cui lavorare, metterci in discussione, perché sennò il rischio era di ripeterci. Abbiamo voluto, diciamo così, rimescolare un pò le parole. Nel disco ci sono tanti autori, sia per le musiche che per i testi, come Fortunato Zampaglione, Antonio Filippelli, il già citato Zibba, Piero Romitelli, Rory Di Benedetto, Saverio Grandi, Luca Vicini e tanti altri. Una parte del disco, quella più intimista, più nel nostro stile, è stata fatta a Roma, quella più elettronica a Milano. Lo consideriamo il nostro disco più bello fino a questo momento…

Zero Assoluto ph Julian Hargraves

Zero Assoluto ph Julian Hargraves

Tra i tanti impegni, c’è stato anche quello cinematografico. Avete recitato in un cameo del film “Forever Young”

In “Forever Young”  facciamo una parte straordinaria della durata di circa 34 secondi, ci aspettiamo come minimo un David Di Donatello (Matteo ride…); noi nella parte di noi stessi, gli Zero Assoluto. Un’interpretazione breve ma intensa. E’ stata comunque una bella esperienza. Conosciamo da tempo il regista Fausto Brizzi e ci siamo divertiti. E’ una di quelle esperienze che poi metti nelle casella ricordi…

Tornando all’album, “Di me e di te” è un album di grandi condivisioni…

Sì, l’obiettivo questa volta era quello di fare un album più lucido degli altri, di mettersi in discussione seriamente e completamente e questo lo puoi fare solo se apri le porte alla collaborazione; la cosa bella è che abbiamo discusso tanto, litigato tanto, ma il tutto è stato direttamente proporzionale alla gioia di concludere i pezzi e anche di stringere rapporti di amicizia più profondi. Quando si ha a che fare con un autore, in questo caso amici, si mette in moto uno strano meccanismo per cui ognuno dà il suo, poi c’è il braccio di ferro. Ovvio che se non ti fidi dell’altro, finisci per schiacciarlo; quindi bisogna accoglierlo. Le canzoni di quest’album sono un giusto equilibrio tra quello che abbiamo dato noi e quello che hanno dato gli altri autori…

Progetti di Live a breve?

Sì, a fine primavera, inizio estate. Stiamo già facendo le prove per aggiungere al repertorio i pezzi del nuovo album. Non li faremo tutti ma stiamo scegliendo quelli da portare anche live. A breve, pubblicheremo le prime date sui nostri social, Facebook, Instagram, Twitter. Siamo carichi per la partenza dei live, perché quello è il momento più bello per un artista.

Questo è un album con tanti possibili singoli. Quale sarà il prossimo dopo “Di te e di me”?

Beh, siamo in crisi… in questi giorni stiamo girando negli appuntamenti con i firmacopie e la prima cosa che chiediamo agli ascoltatori e ai nostri fans è “Quale canzone ti piace di più dell’album”?… Al 99 per cento piace sempre la ballad, il lentone, ma si avvicina l’estate e probabilmente sceglieremo qualcosa di più veloce, o forse no. Stiamo pensando seriamente di fare un contest per la scelta del secondo singolo…

Giuliana Galasso

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“Di me e di te” – Tracklist

1)      Di me e di te

2)      Eterni

3)      Una canzone e basta

4)      In noi

5)      Dove sei

6)      E’ così che va

7)      Luce

8)      L’amore comune

9)      Il ricordo che lascio

10)   Goldrake

Dopo l’uscita del disco gli Zero Assoluto presenteranno il nuovo album ai fan. Questi i primi appuntamenti instore:  19 marzo Torino (Feltrinelli Porta Nuova, ore 14) e Cuneo(Galleria Auchan, ore 18), 20 marzo l’Aquila (Centro Commerciale l’Aquilone, ore 17), 21 marzo Roma (Discoteca Laziale, ore 16), 22 marzo Napoli (Mondadori Bookstore Piazza Vanvitelli, ore 18), 23 marzo Catania (Mediaworld c/o CC Porte di Catania, ore 18), 24 marzo Palermo (Mondadori Megastore Via Ruggero Settimo, ore 15), 1 aprile Milano (Mondadori Megastore Piazza Duomo, ore 18),

 Video: Di me e di te

“Amici non ne ho…ma amiche sì”: Loredana Bertè presenta lo speciale album prodotto da Fiorella Mannoia. L’intervista

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Il ritorno musicale di Loredana Bertè è tra i più graditi e sorprendenti. Con la grinta, il coraggio e la prontezza che la contraddistinguono, la rockstar italiana presenta “Amici non ne ho… ma amiche si!”, l’album in vendita dal 1° aprile su etichetta Warner Music in cui l’artista rilegge parte del suo meraviglioso canzoniere con una nuova impronta elettronica grazie all’ottimo lavoro svolto da Carlo Di Francesco – produttore artistico con Fiorella Mannoia, che ha curato gli arrangiamenti del disco assieme a Davide Aru, chitarrista della stessa Fiorella. Il risultato è un rock elettronico, moderno, graffiato e coinvolgente, ispirato a Green Day e Foo Fighters. A rendere ancora più particolare questo progetto sono una serie di duetti che, oltre a regalare una nuova veste a successi immortali, hanno il pregio di riunire in maniera incisiva e costruttiva generazioni differenti. Hanno partecipato alla realizzazione del disco: Emma (“Non sono una signora”), Fiorella Mannoia (“In alto mare” e “Il mare d’inverno”), Paola Turci (“Luna”), Noemi (“Dedicato”), Alessandra Amoroso (“Sei bellissima”), Elisa (“E la luna bussò”), Nina Zilli (“La goccia”), Antonella Lo Coco (“Folle città”), Aida Cooper (“Ma quale musica leggera”), Patty Pravo (“Mi manchi”), Bianca Atzei (“Così ti scrivo”) e Irene Grandi (“Buongiorno anche a te”).

«Tutto è partito da una telefonata di Fiorella. “Che fai” – mi ha chiesto – Che faccio? Sono dieci anni che non faccio niente – le ho risposto»; ha spiegato Loredana Bertè ai giornalisti durante un intenso incontro con la stampa negli uffici della Warner Music a Milano. «Mi sono fidata ciecamente di Fiorella e mi è subito piaciuta la sua idea di riunire le voci femminili più forti. Solitamente queste produzioni le fanno i maschi, perché dicono che fra le donne c’è troppa rivalità. Non è assolutamente vero. Sono grata a tutte le artiste che hanno risposto al nostro invito: non mi aspettavo tutto questo entusiasmo. Molte sono rimaste fuori dal progetto. Qualcuna non mi saluta più (ride, ndr). Volevo convocare la Oxa ma lei odia i cimiteri e non canta se ce n’è uno nei paraggi. Io invece li amo i cimiteri, ho scritto anche ‘Il mio funerale’…», ha raccontato la Bertè.

A dare supporto a Loredana è la stessa Fiorella Mannoia, presente all’incontro: «Loredana voleva incidere un album d’inediti. Io avevo appena festeggiato i quarant’anni di carriera e anche lei. Perciò le ho detto: perché non fai un disco di duetti con tutte donne? Nel momento in cui ha accettato, io e le altre artiste ci siamo strette tutte intorno a lei perché in fondo tutte noi le dobbiamo qualcosa»; ha raccontato l’artista, particolarmente fiera ed emozionata nelle vesti di produttrice.

Loredana Bertè

Loredana Bertè

Nel cd “Amici non ne ho… ma amiche si!” ci sono cinque tracce che portano la firma di Loredana Bertè: “Amici non ne ho”, “Stiamo come stiamo”, “Luna”, “Il mio funerale” e “Mi manchi”. Di Loredana è anche il disegno sulla copertina dell’album (ispirato a Frida Kahlo e Nina Hagen) nonchè la regia del videoclip del brano “E’ andata così”, ispirato al clip di “Movie” che Andy Warhol nel 1981 aveva diretto per lei.

Loredana, in verità, di amici ne ha avuti e ne ha molti. Penne illustri come quelle di Ivano Fossati, Enrico Ruggeri, Mango, Renato Zero, Biagio Antonacci, Ivan Graziani, Edoardo Bennato, Ron, Mario Lavezzi, Gianni Bella, il brasiliano Djavan hanno composto per lei veri e propri capolavori. L’ultimo, in ordine temporale, è  Luciano Ligabue, che ha cucito addosso a Loredana il brano “È andata così”, dopo essere stato chiamato in causa da Fiorella Mannoia: «Cercavo un brano inedito che mettesse in risalto l’anima rock, e sofferente di Loredana, ha raccontato Fiorella, ho chiamato Luciano e lui mi ha subito risposto entusiasta».

Loredana Bertè

Loredana Bertè

«Pensavo di essere lontana dal suo mondo musicale, ha commentato la Bertè, invece Ligabue ha scritto una canzone bellissima, che mi rispecchia totalmente. Quella frase, “mi hanno lasciato il microfono acceso”…  è perfetta. Stare sul palco è una valvola di sfogo. È quando scendo che mi viene la tristezza. Mi ritrovo sola e mi prende la depressione», ha commentato. L’altro inedito presente nel disco è “Il mio funerale”: «L’idea de “Il mio funerale” è nata l’anno scorso quando sono scomparsi uno dietro l’altro Lucio Dalla, Pino Daniele, Mango. È una critica feroce a chi sgomita per andare a tutti i funerali. Quando si muore veniamo tutti beatificati. Tutti tranne Mimì. Non è morta perché si faceva cocaina. Al limite si faceva uno spinello. Una volta gliene hanno messo uno in tasca a tradimento ed è andata in galera», ha confessato Loredana. A proposito di Mimì, la Bertè ha voluto ricantare “Stiamo come stiamo”, portata a Sanremo nel 1993: «Non ero soddisfatta. In quel Sanremo avevo fatto tante versioni della canzone, Mimì cantò la prima edizione del primo testo mentre io cantavo l’ultima. All’epoca non la avvisai che avevo cambiato testo, sbagliai io. “Ma come, cantiamo di mafia russa?”, mi disse. Non mi ha parlato per un anno, mi disse che senza di me sarebbe arrivata prima e non ultima. Era tutto vero. Non lo dimenticherò mai. Così ho deciso di inciderla come sarebbe piaciuta a lei. Mia sorella era l’oceano. Profonda e irrequieta. Era la fine del mondo. È stata infamata con questa storia della iella. Anche l’ultimo dei fonici quando la vedeva si toccava le palle. I registi non volevano lavorare con lei. Ha passato anni a cucire le reti dei pescatori a Bagnara. De Gregori la chiamò perché aveva scritto “La donna cannone” per lei. Ma lei non cantava più e la rifiutò. Troppi avvoltoi hanno spolpato Mimì, tirando fuori dei provini. Quando la chiamavano lei andava a fare le voci. “Tanto le cancello”, diceva, ma gli altri non l’hanno fatto e ora hanno usato tutto quello che c’era di lei. L’hanno massacrata, altrochè omaggi», ha continuato Loredana.

L’incontro si è concluso con un annuncio a sorpresa. A darlo è proprio Fiorella Mannoia: «Ora ci sarà una tournée. Partirà ai primi di luglio, ed è anche previsto un concerto con tutte le amiche a Verona, a settembre. Ancora non c’è una data. Mi piacerebbe che diventasse anche un evento tv». Pronta la replica della Bertè: «Chissà! Di sicuro nel corso delle varie tappe ospiterò le colleghe che vorranno venire a trovarmi. Fiorella ed Emma si sono già prenotate!». Particolarmente significativo il bilancio finale della rocker di Bagnara Calabra: «Ho amato, ho pianto, mi sono drogata, ho fatto sesso sotto cento cieli stellati eppure rimango incazzata con la vita. È genetica, è nel mio dna. E la causa è la famiglia che mi sono ritrovata. Non è vero che il tempo cancella il dolore, anzi, lo accentua. Ora mi sono ridata autostima ma sono passata attraverso un periodo di grande depressione. Per dieci anni non ho fatto altro che alzarmi e respirare, cercando di sopravvivere. Vengo da una grande gavetta, eppure prima di uscire sul palco tremo. Mi calmo solo quando inizio a cantare. Mi chiedo cosa provino oggi i ragazzi che partecipano ai talent show, ai miei tempi io e mia sorella volevamo solo sopravvivere di questo lavoro, mica diventare famose, non era quello l’obiettivo».

Raffaella Sbrescia

Tracklist

1. E’ ANDATA COSI’ (INEDITO CON TESTO DI LUCIANO LIGABUE)

2. NON SONO UNA SIGNORA (CON EMMA)

3. IN ALTO MARE (CON FIORELLA MANNOIA)

4. LUNA (CON PAOLA TURCI)

5. DEDICATO (CON NOEMI )

6 SEI BELLISSIMA (CON ALESSANDRA AMOROSO)

7. IL MARE D’INVERNO (CON FIORELLA MANNOIA)

8. E LA LUNA BUSSO’ (CON ELISA)

9. LA GOCCIA (CON NINA ZILLI)

10. FOLLE CITTA’ (CON ANTONELLA LO COCO)

11. MA QUALE MUSICA LEGGERA (CON AIDA COOPER)

12. MI MANCHI (CON PATTY PARAVO

13 COSI’ TI SCRIVO (CON BIANCA ATZEI)

14. BUONGIORNO ANCHE A TE (CON IRENE GRANDI)

15. AMICI NON NE HO (TUTTI INSIEME)

16. STIAMO COME STIAMO (CON MIA MARTINI)

17. IL MIO FUNERALE (INEDITO)

Video: E’ andata così

Intervista a Rocco Hunt: quando il rap diventa l’espressione di un punto di vista generazionale

Rocco Hunt

Rocco Hunt ph Alessandra Tisato

Dopo il successo ottenuto sul palco del 66° Festival di Sanremo con “WAKE UP”, Rocco Hunt annuncia due speciali live anteprime del “Wake up tour” che prenderà il via in estate: 30 aprile Milano, Magazzini Generali e 6 maggio Napoli, Casa della Musica. Due date che sono solo un assaggio di un tour che si candida a seguire il successo già registrato dal brano sanremese, il più trasmesso durante la settimana del Festival e sempre al primo post della classifica Earone. Ritratti Di Note ha incontrato Rocco Hunt a Napoli, in occasione della promozione del nuovo progetto discografico “Signor Hunt – Wake Up Edition”. Ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista

Rocco, parliamo subito della “Wake Up Edition” del tuo album “Signor Hunt”. Non una semplice riedizione dell’album ma un progetto ricchissimo di nuovi contenuti…

Sì, nello scorso ottobre è uscito l’album “Signor Hunt”. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo, abbiamo deciso di pubblicare un progetto nuovo, ma non mi andava di dare poche cose, poche novità, rispetto alla versione precedente, perciò abbiamo aggiunto ben nove tracce inedite nella Wake Up Edition, il brano sanremese “Wake Up” più altri otto inediti, tra cui la cover del brano di Renato Carosone “Tu vuò fa l’americano”

Uno degli elementi portanti di quest’album è il mare. Nel brano “Tengo voglia ‘e sunnà” ricordi che sei nato su una scogliera, ma il mare ritorna anche nel pezzo in cui hai duettato con Enzo Avitabile, “Eco del mare”. Il mare può essere vita ma anche terribilmente morte…

La mia musica è ricca di “mare”; il mare è una delle metafore che utilizzo per descrivere la vita. E’chiaro che in un pezzo come “Eco del mare”, questo elemento sia il mezzo che porta molte persone, i migranti, da una costa all’altra, e che spesso diventi tragicamente luogo di morte. E’un brano di forte impatto sociale. L’eco del mare rappresenta le voci che arrivano dal mare, voci di speranza, di disperazione, talvolta di morte…

Tra le canzoni della “Wake Up Edition” vorrei segnalare “Qualcosa di strano”, pezzo in cui tu hai fatto una cosa bellissima; hai dato seguito a canzoni storiche della musica italiana come “Silvia lo sai” di Luca Carboni e “Anna e Marco” di Lucio Dalla, raccontando come continuano quelle storie…

Sì, diciamo che ho fatto una versione 2.0 delle storie di quelle canzoni. E’ un brano che parla molto di Bologna; io sono stato a Bologna a casa di Lucio Dalla per il progetto “Bella Lucio” al quale abbiamo partecipato noi rappers italiani e sono rimasto folgorato dalla bellezza delle opere di Lucio, così ho deciso di fare questo omaggio alla storia della musica, vista anche da un ragazzo della mia età, dal punto di vista della mia generazione, perciò adesso Silvia è adulta e Anna e Marco hanno vissuto una storia che si è conclusa con un lieto fine. Diciamo che in questa canzone ho dato sfogo anche alla fantasia e alla creatività…

Rocco Hunt ph Alessandra Tisato

Rocco Hunt ph Alessandra Tisato

Il singolo sanremese “Wake Up” non è solo programmatissimo in radio ma è anche campione di visualizzazioni su YouTube…

Siamo ad oltre 10 milioni di visualizzazioni e di questo devo ringraziare anche le radio e tutti i media che mi supportano da sempre…

 In quest’album hai duettato anche con due donne: Chiara Galiazzo nel brano “Ma allora no” e Annalisa in “Stella Cadente”; in queste due canzoni sei stato quanto mai dalla parte delle donne toccando temi delicati…

Si, ho avuto la fortuna di fare tesoro della forza e della femminilità di queste due grandi artiste, che sono anche un po’ competitors tra loro dal punto di vista musicale. Mi è sembrato giusto scegliere due donne per parlare di donne ed arrivare al cuore di queste ultime. Il pezzo in cui duetto con Chiara parla di una ragazza succube di una storia non proprio felice, mentre il pezzo con Annalisa parla di una violenza subita da una donna e vista dagli occhi di un ragazzo di ventuno anni…

Rocco, vorrei citare altre collaborazioni eccellenti di quest’album, quella con J-Ax, Clementino, Neffa, Gue Pequeno e The Lord of Soul Mario Biondi, con il quale hai duettato in “Back in the days”

In effetti nelle due versioni di quest’album non ci siamo fatti mancare nulla, è ricchissimo di featuring e collaborazioni. A proposito di Mario Biondi, per me è stata una grandissima soddisfazione duettare con lui, ma è stato un onore anche cantare con tutti gli artisti che hai citato. Molti di loro sono amici…

Il 6 Maggio sarai in concerto a Napoli a “Casa Della Musica”…

Dopo il lungo tour di instore, non vedo l’ora di cantare per un pubblico che mi ha sempre supportato, il pubblico napoletano…

Giuliana Galasso

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Signor Hunt  “Wake Up Edition” -Tracklist

CD1 – “Tengo voglia ‘e sunnà”, “Vene e vvà”, “Eco del mare” feat. Enzo Avitabile, “Se mi chiami” feat. Neffa, “Una moneta e un sogno” feat. J-Ax e Guè Pequeno, “O’ posto mio”, “O’ reggae de guagliune” feat. Clementino, Speaker Cenzou e O’ Zulù, “SignorHunt”, “Allora no!” feat. Chiara, “Qualcosa di strano”, “Back in the days” feat. Mario Biondi, “Maletiempo”, “Nu brutto suonno” feat. Luchè, “Altri 100 anni” feat. Nazo, Zoa, Chief, “Marcos” feat. Maruego, “’Na stanza nostra”.

CD2 – “Wake up”, “Sto bene così”, “Stella cadente” feat. Annalisa, “Non parlarmi”, “Girare il mondo”, “Tu vuò fa l’americano”, “Ninna nanna, ninna oh”, “Una lacrima” feat. Lucio Dalla

Anteprime Tour:

il 2 aprile al Campus Industry Music di Parma

Il 30 aprile ai Magazzini Generali di Milano

Il 6 maggio alla Casa della Musica “Federico I” di Napoli

 Video: Wake Up

Alessia Cara presenta “Know-it-all”. II primo mattoncino di una carriera che si prefigura stellare

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La sua musica è un fresco concentrato di energia e riferimenti, lei è Alessia Cara, all’anagrafe Alessia Caracciolo. I suoi genitori sono calabresi ma le sue origini italiane si sposano piuttosto bene con la sua identità canadese. Forte del clamoroso successo ottenuto dal singolo “Here”, che le ha fruttato fama e visibilità in tutto il mondo, la giovane cantante ha pubblicato l’album d’esordio intitolandolo “Know-it-all”, un titolo ironico che gioca sulla giovane età dell’artista che, fin dall’inizio, si è sempre schierata contro preconcetti e convenzioni. I suoi testi traggono ispirazione dalla quotidianità e testimoniano una formidabile tendenza sperimentale. Ecco cosa ci ha raccontato Alessia in occasione dell’incontro stampa avvenuto a Milano qualche giorno fa.

Intervista

Sei canadese ma le tue origini sono italiane. Quanto tricolore c’è in te?
A casa mia si respira molto “l’aria italiana”. Sono cresciuta con Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti e Laura Pausini. So parlare sia italiano sia calabrese visto che i miei genitori parlano per lo più in dialetto!

In che senso ti consideri un’outsider?

Se si pensa ad una popstar, viene sempre in mente qualcosa di stravagante e pazzo, ma io non sono così. Certo, faccio musica pop per cui non posso essere propriamente una anti-popstar eppure ci sono delle cose che proprio non mi piacciono come l’eccessiva attenzione prestata all’immagine. A questo proposito in “My Song” canto: “Io voglio essere imperfetta!”.

Alessia Cara ph Meredith Truax

Alessia Cara ph Meredith Truax

Da cosa trae ispirazione il singolo «Here»? 
Il brano racconta di un party in cui non mi sentivo a mio agio. Nel videoclip del brano ci sono le anche le mie amiche e gli invitati della festa…! In realtà, il mio venerdì ideale è davanti la tv!

Tra le tue tante ammiratrici illustri compare l’osannata Taylor Swift. Quando e come vi siete conosciute?

Tutto è iniziato grazie a Twitter. Mentre cercavo qualcuno che mi intervistasse per il disco, ho provato a chiedere a lei con la convinzione che non mi avrebbe risposto, invece non solo lo ha fatto subito, mi ha anche invitato a cantare per l’opening di un suo concerto nell’ambito del “The 1989 World Tour” e mi ha persino intervistato. Non sembrava neanche che fosse Taylor Swift, è stata molto carina e disponibile!

Qual è il tuo bilancio personale del percorso compiuto fino ad oggi?
Il mio è stato un percorso graduale. Spero di fare nuova musica, magari un nuovo album e perfezionarmi. Questo mio primo lavoro è come un esperimento in cui ho esplorato diversi stili, per il futuro vorrei concentrarmi sul soul e riuscire a trovare il mio sound.

Raffaella Sbrescia

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La tracklist di “KNOW-IT-ALL”

1. Seventeen

2. Here

3. Outlaws

4. I’m Yours

5. Four Pink Walls

6. Wild Things

7. Stone featuring Sebastian Kole

8. Overdose

9. Stars *

10. Scars To Your Beautiful

 Video: Wild things

Glasstress: l’esperienza della materia si converte in suono. Il viaggio visionario di Max Casacci e Daniele Mana aka Vaghe Stelle

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“Glasstress”, pubblicato il 18 marzo2016 per l’etichetta Bad Panda Records, è un album realizzato grazie alla registrazione e al campionamento di tutti gli elementi auditivi presenti nell’ambiente di una “fornace” di Murano: dal potente soffio del forno che raggiunge temperature oltre i 3000 gradi al rumore degli utensili, dalla frantumazione dei vetri di scarti al cannello della fiamma ossidrica. Gli autori di questo particolarissimo lavoro sono Max Casacci, produttore, compositore e fondatore dei Subsonica, e Daniele Mana, musicista e produttore elettronico di culto conosciuto con lo pseudonimo Vaghe Stelle. “Glasstress” nasce dall’omonima mostra d’arte contemporanea in vetro ideata da Adriano Berengo, una realtà che ormai dal 2009 è un evento collaterale della Biennale di Venezia, a cui hanno partecipato alcuni tra i più prestigiosi artisti dell’arte contemporanea internazionale: Jan Fabre, Thomas Schutte, Barbara Bloom, Patricia Urquiola, Zaha Hadid. Alcuni brani di “Glasstress” hanno già viaggiato per il mondo: dalle passerelle della fashion week di Shanghai (“Glasscape Grinder”), fino alle sfilate di moda a Vancouver (“Vetrosequenza”) e durante l’ultima Biennale di Venezia nella colonna sonora dello spot cinematografico del regista Mimmo Calopresti. Otto tracce che aprono le porte di una casa di vetro, come quella auspicata dal surrealista Andrè Breton nel romanzo “Nadja”, e lo fanno mediante un percorso sensoriale potente ed evocativo. Non si tratta di semplice musica d’atmosfera, ma di un viaggio trasparente attraverso nuove sonorità elettroniche e post industriali. Ecco cosa ci hanno raccontato Max Casacci e Vaghe Stelle in occasione del live set di presentazione tenutosi in occasione dell’inaugurazione dell’Affordable Art Fair di Milano.

 Intervista

Come è avvenuta la scelta di questa location così particolare e in che modo l’esperienza della materia si è convertita in suono?

Max Casacci: Nel momento in cui un imprenditore del vetro Adriano Berengo, appassionato nonché curatore e proprietario di un museo del vetro a Murano, stava decidendo di allestire un’enorme mostra d’Arte contemporanea in vetro proponendola alla Biennale di Venezia, mi sono proposto ad un tavolo di incontro proponendo un’opera sonora in vetro che partisse dalla materia e dalla sua lavorazione. Inizialmente la cosa è stata accolta con un po’ di titubanza poi mi è stata data la possibilità di approfondire il discorso e a quel punto mi sono rivolto ad una delle intelligenze elettroniche della mia città quale è Daniele Mana (Vaghe Stelle). Ci sono stati dati dei budget per realizzare quella che doveva essere un’opera d’arte musicale che potesse coesistere in mezzo ad opere di arte visiva. Siamo rimasti così convinti da questo esperimento da decidere, successivamente, di farne un album. I suoni sono stati pian piano messi a fuoco poi essere condensati.

Vaghe Stelle: Abbiamo preso spunto della funzione della fornace per creare la nostra texture di suoni. Il processo nel suo complesso è stato molto naturale, io e Max ci siam parlati, ci siamo raccontati i rispettivi ascolti. Il disco è un incrocio di suoni elettronici rivisitati partendo dalla matrice sonora vitrea.

Le ritmiche, ora meccaniche, ora metalliche, ora aperte e fluide rappresentano il modo perfetto per creare un viaggio visionario…

Max Casacci: Abbiamo capito subito che non volevamo collezionare rumori. Visto che ascoltiamo musica molto ritmica, il nostro approccio è stato quello di scomporre tutta la gamma sonora di quella fornace in zone di frequenza per rievocare la fisionomia della batteria.

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

C’è una traccia che più di altre risponde al vostro intento creativo?

Vaghe Stelle: Secondo me esiste una visione d’insieme dell’album che ti permette di capire come abbiamo raccontato quest’avventura. In “Murano Notte”, ad esempio, abbiamo immaginato quale potesse essere il suono della fornace di notte, considerando che i forni non vengono mai spenti; il risultato è un brano gelatinoso, la conclusione perfetta di un viaggio magico.

Come siete stati accolti dal Mastro Vetraio?

Max Casacci: Siamo arrivati alla fornace convinti che il mastro vetraio fosse stato informato di quello che stavamo andando a fare. Lui, invece, pensava che fossimo dei tecnici venuti a registrare la dannosità dei rumori sull’ambiente di lavoro. Dopo una prima mezz’ora di studio reciproco, siamo riusciti a capirci (ride ndr).

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

Max Casacci e Daniele Mana (Vaghe Stelle)

Quali saranno gli spazi scelti per la resa live del progetto?

Max Casacci: Inizialmente volevamo integrare anche degli strumenti nel live. Ora stiamo valutando se è il caso di farlo o di proporlo nella sua natura originaria con una sorta di live set modificando le tracce in tempo reale. L’album è ovviamente più adatto un ascolto casalingo, una dimensione domestica in grado di esaltare un bel viaggio. In ogni caso ci piacerebbe dargli vita nei circuiti della musica elettronica o in location dedicate all’ arte.

Collaborerete ancora in un progetto legato ai rumori di strada…

Max Casacci: Sì, stiamo registrando tutti i suoni di Torino, tram, bus, sistemi di raccolta dei rifiuti e qualsiasi altra cosa. Terremo un concerto il prossimo 25 aprile durante il quale presenteremo questa produzione originale in cui coinvolgeremo importanti musicisti come Flavio Boltro, Furio Di Castri, Gianluca Petrella, Enzo Zirilli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Ensi e Enrico Rava e che confluirà nella pubblicazione di un album.

 Raffaella Sbrescia

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Negrita, guerrieri del rock: “9 Live & Live”, il tour nei club e il ritorno del pogo. L’intervista e le foto del concerto di Napoli

Negrita live @-Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Dopo il successo dell’ultimo album in studio “9” i Negrita tornano con un cofanetto dal vivo dal titolo “9 Live & Live”. La nuova edizione dell’album (Cd + Dvd) – prodotto da Fabrizio Barbacci per Universal Music Italia – contiene: un CD con  nove versioni live tratte dall’album in studio, due brani inediti “I tempi cambiano”, “Quelli Che Non sbagliano mai” e una versione acustica del brano “Se sei l’amore”. Un DVD con le immagini del concerto di Milano registrato al Mediolanum Forum il 18 Aprile 2015 oltre al docu-film “Under The Skin”, registrato al “Grouse Lodge Studio” di Rosemount (Irlanda) durante le sessioni di registrazione di “9”.

Intervista

Il club è per un musicista quello che il teatro è per un attore… è per questo che siete tornati a suonare in piccole location?

“Avevamo voglia di ritornare nei club e di viverci quella che è stata la genesi della nostra carriera, nei palazzetti si fanno gli show, nei club la musica fermenta, nasce, si sviluppa. Non è nel palazzetto che una band viene scoperta. Ritornare in questi posti ci fa ritrovare un contatto con il pubblico e con la nostra musica, con il nostro modo di approcciarci allo show, abbiamo la possibilità di scherzare tra di noi tra un pezzo e l’altro, di dare un plot al concerto sempre diverso. In più possiamo improvvisare: l’improvvisazione fa parte della nostra attitudine compositiva, ti fa anche riscoprire parte del tuo repertorio che nel palazzetto non puoi suonare, ci sono canzoni proprio scritte immaginandoci in un ambiente piccolo”.

Questo lavoro trae spunto dal tour di ”9″, il vostro ultimo album di inediti?

Abbiamo pensato di creare una sorta di appendice a “9”. Il CD audio contiene tutte le canzoni dell’album registrate durante il nostro tour estivo a Reggio Emilia, Nola e Golfo Aranci mentre il DVD contiene la registrazione video del concerto del 18 aprile 2015 al Forum di Assago. In più abbiamo inserito un docu-film sinora trasmesso solo su Sky Arte che racconta la nostra avventura irlandese al Grouse Lodge Studio di Rosemount durante le sessioni di registrazione di “9”.

“9 Live & Live” è dedicato a Carlo Ubaldo Rossi…
Un chitarrista fa suonare la band, lui faceva suonare una orchestra. Lui ci portò per la prima volta a suonare fuori dall’Italia, a New Orleans nel 1996. All’epoca volevamo uno studio residenziale, dove poter lavorare, stare insieme, dormire e lui lo trovò. Ci manca molto.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Non vi siete fatti mancare nemmeno due brani inediti… partiamo da  “I tempi cambiano”, scritta con Ligabue.

Abbiamo coinvolto Luciano perchè era un pezzo con un titolo importante, siamo in contatto con lui da 23 anni e abbiamo pensato che il background di questo brano fosse comune sia a noi che a lui. Noi riuscivamo a chiudere come volevamo il ritornello del pezzo,  Luciano l’ha fatto magistralmente in pochissimo tempo e anche quando avevamo la versione buona lui continuava a mandarcene altre. Ci ha confessato che, quando ha visto il titolo del brano, gli è venuto un colpo pensando al brano di Dylan [“The Times They Are a-Changin'” di Bob Dylan, n.d.r.] poi però ha aperto il file e il pezzo gli è piaciuto e abbiamo cominciato a lavorarci insieme”.

E poi c’è ”Quelli che non sbagliano mai”, una sorta di invettiva contro i cosiddetti ‘leoni da tastiera’ …

“Ci sono cose avvenute a noi direttamente sui nostri social e i nostri canali ma anche strofe che si occupano dei commentatori selvaggi. Io [Pau ndr] ormai mi informo quasi esclusivamente in rete: quando leggo notizie che mi interessano poi vado a dare un’occhiata ai commenti sotto. E lì trovi un bestiario, uno zoo di atteggiamenti, di modi di fare e di pensare che a volte ti lasciano perplesso. Diciamo che se il cofanetto è un’appendice di “9” questa canzone può essere considerata l’appendice di “Poser”.

E la nuova versione di “Se sei l’amore”?
È nata tra l’una e le due di notte, quando abbiamo chiamato Enrico Giovagnola, che suona il sax nel pezzo e che è un amico del nostro nuovo bassista, Giacomo. A quell’ora era… impegnato, diciamo così, con la sua ragazza ma si è precipitato da noi facendosi la strada da Perugia ad Arezzo per registrare la sua parte”.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Come nasce il “Whisky time”?
“Il Whisky time è una pausa tra due parti dello show che abbiamo introdotto per non scadere nel classico cliché della band che se ne va, il pubblico che la acclama perché sa che deve farlo e poi il ritorno sul palco per i bis. Così invece abbiamo diviso il live in due parti: una prima parte in cui torniamo alle nostre origini con pezzi funky, blues e rock e qualche b-side e una seconda parte con colori e suoni completamente diversi, più legata ai ritmi latino-americani e reggae. Poi concludiamo lo show con gli ultimi venti minuti di pezzi potenti. Chiamiamo la pausa “Whisky time” perché è il nome che gli diede una band croata, con cui suonammo nel 1990, e che ci adottò durante uno sgangherato tour fai da te che decidemmo di fare a bordo di un furgone. In quel caso non era solo un nome, la pausa serviva davvero per farsi un buon bicchiere”.

Cosa vi sta lasciando questo tour nei club?
“Ci ha stupito vedere il pogo, pensavamo che non esistesse più, come il punto e virgola (ridono n.d.r), invece è stato bello vedere ragazzi di vent’anni pogare insieme a gente brizzolata. Negli ultimi anni il pogo si è visto sempre meno ed è stato figo vederlo tornare nei club. Vedere la gente che poga ci emoziona: noi abbiamo una cultura musicale vasta e quella punk rock c’è sempre stata. E’ pazzesco vedere tanti strati e fasce sociali, tra cui i ventenni che noi chiamiamo l’invasione degli ultra-corpi. Un’altra differenza sostanziale è che nei palazzetti e negli stadi c’è una regia, nei club la regia è a braccio”.

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

C’è ancora spazio per il rock in Italia?
“Di rock se ne è fatto tanto, nel mondo, quindi oggi è difficile trovare qualcosa che non sia già stato detto o fatto. Le nuove band devono trovare qualcosa che colpisca. In Italia di rock non ce n’è mai stato tanto. La nostra generazione e quella precedente sono state più fortunate in questo: dai Litfiba ai CCCP prima e poi con Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena e tanti altri è esploso un fermento tra il ’93 e il ’95″.

Siete insieme da 25 anni…qual è il vostro collante?
Anche quando litighiamo ci ricordiamo che siamo amici. Pensare alla musica è pensare a noi e avere sempre qualcosa da fare. Col tempo ognuno ha sviluppato il suo ego anche in maniera abbastanza forte però c’è anche una democrazia che lascia lo spazio a tutti. E c’è anche Fabrizio Barbacci, nostro storico produttore, nel ruolo di capitano non giocatore.

Prossimi programmi?
Saremo in tour fino al 9 aprile. Poi ci fermeremo un po’ per goderci tutta la gioia e l’entusiasmo che il nostro pubblico ci sta regalando.

Raffaella Sbrescia

Tracklist CD

I tempi cambiano, Quelli che non sbagliano mai, Mondo Politico, Il Gioco, Poser, Se sei l’amore, 1989, Que serà serà, Baby I’m in love, Ritmo umano, Vola via con me, Se sei l’amore (Alternative Love Version)

Tracklist DVD

Mondo politico, Poser, Baby I’m in love, In ogni atomo, Cambio, Se sei l’amore, 1989, Brucerò per te, La tua canzone, E sia splendido, Radio Conga, Bambole, Il libro in una mano la bomba nell’altra, Rotolano verso sud, A modo mio, Ho imparato a sognare, Il Gioco, Che rumore fa la felicità?, Mama Maé, Gioia Infinita + Under The Skin (Docu-Film)

 Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica - Napoli ph Luigi Maffettone

Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

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Negrita live @ Casa della Musica – Napoli ph Luigi Maffettone

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 La scaletta del concerto:

Ehi Negrita

War

Negativo

In ogni atomo

Militare

Poser

1992

Fuori controllo

Il gioco

I tempi cambiano

Bambole

Hollywood

whisky time

Radio conga

Rotolando verso Sud

Soy taranta

Alzati Teresa

Ululallaluna

Salvation

A modo mio

Cambio

Transalcolico

Mama maeè

 

Roberto Binetti: “Universo fantasia è dedicato a chi si emoziona con gli occhi chiusi”

UniversoFantasia.CopertinaCd

Roberto Binetti è un autore, arrangiatore e produttore di musiche originali. Suona dall’età di 6 anni, spinto dall’emozione che ogni genere musicale può offrire: dalla musica classica ai concerti jazz-fusion negli storici locali milanesi con proprie formazioni, dalle registrazioni televisive a concerti in teatri e festival Roberto Binetti ha partecipato a progetti discografici e live con diverse formazioni jazz, pop e di musica d’autore italiana. Da diversi anni collabora con il coro Ensemble Vocale Ambrosiano Onlus (diretto da Mauro Penacca) per registrazioni discografiche, concerti e manifestazioni culturali a scopo benefico in Italia e all’estero. Roberto Binetti è inoltre l’autore di alcune delle musiche che hanno accompagnato il duo comico Ale e Franz sul palco del loro spettacolare show “Tanti Lati – Latitanti”. In questa intervista, l’artista presenta  “Universo Fantasia”, un album che  racchiude 10 composizioni inedite per piano solo interamente composte ed eseguite da Roberto Binetti, con la partecipazione di Marco Decimo al violoncello.

 Intervista

Qual è l’urgenza espressiva che l’ha portato a comporre i brani di “Universo fantasia”?

Il desiderio di mettere in musica quella che è la mia musicalità, ovvero tutto l’insieme delle esperienze musicali ed umane trascorse non solo davanti al pianoforte ma anche nella vita , una sorta di autoritratto costruito sulle note.

Come mai ha scelto di rimettersi in gioco con un lavoro solista?

Un lavoro per pianoforte solo è stato per me una sfida e insieme una opportunità: sei solo davanti alle note, senza possibilità di appoggiarti ad altre sonorità o alla sezione ritmica, e questo ha significato un approccio ed un modo di suonare nuovo rispetto al passato, una forma musicale che a mio parere offre una precisa identità del proprio mondo musicale.

Cosa vorrebbe trasmettere al pubblico e a se stesso con queste composizioni?

Il filo conduttore di Universo Fantasia è l’insieme del mio modo di intendere la musica: melodia ed armonia che si integrano con il jazz e l’improvvisazione, nella ricerca di un equilibrio che possa andare a toccare l’intimità ed il significato della musica e che riesca a dare delle emozioni per cui chi ascolta possa crearsi il proprio mondo di fantasia, dove ognuno possa volare con le emozioni per una melodia, per un pensiero, per un determinato momento.  Penso che il musicista debba suggerire una chiave di lettura musicale che ognuno possa elaborare ed interpretare in modo personale secondo il proprio istinto ed il proprio modo di essere di quel momento, fino  ad arrivare a creare quel mondo parallelo fatto di suoni e fantasie che la musica riesce e far vivere: “dedicato a chi si emoziona con gli occhi chiusi” è la frase che ho scritto sulla copertina del cd ed è rivolta a tutti coloro sono capaci di volare con la fantasia.

Quali sono i pensieri, le riflessioni, le suggestioni, gli stati d’animo gli episodi autobiografici e non che l’hanno ispirata?

Alcuni brani sono nati di getto senza una particolare suggestione che non fossero le note stesse, mentre altri sono stati suggeriti appunto da stati d’animo o pensieri: possono essere dei momenti malinconici o di voglia di energia, può essere un’esperienza appena trascorsa, può essere un ricordo, un colore, un incontro.  Nel pensare ai titoli dei brani mi sono divertito a creare una assonanza tra il titolo stesso e ciò che mi evocava la musica, ad esempio nel brano “In front of winter sea” mi sono rivisto davanti al mare d’inverno chiuso nei miei pensieri, ma anche aperto alla bellezza malinconica del paesaggio.

Quanto conta l’improvvisazione nelle sue perfomances live?

L’improvvisazione è una delle caratteristiche principali della mia musica ed è presente anche in tutti i brani del cd: non posso concepire la musica sempre uguale a se stessa, ogni esecuzione è differente.  Partendo dalla struttura del brano mi piace cercare nuovi sviluppi armonici e melodici, che nascono e durano solo per quella esecuzione: d’altra parte nel jazz l’improvvisazione riveste un ruolo fondamentale ed io non faccio che portare anche nella mia musica quest’arte.

Come è andata la collaborazione con Marco Decimo al violoncello?

Per enfatizzare l’equilibrio sonoro tra melodia ed armonia e per sottolineare alcuni passaggi musicali volevo aggiungere le sonorità del violoncello alle composizioni: mi ritengo fortunato ad avere avuto l’opportunità di registrare con Marco Decimo, un grande musicista che spazia dalla musica classica alle composizioni moderne, con una sensibilità, un gusto musicale ed una tecnica che gli permettono di valorizzare il suono del suo strumento e donano alle composizioni una luce intima.

Le andrebbe di descriverci con una manciata di parole l’essenza di  “Intimate Affresco”?

Ascoltando le note di Intimate Affresco, con le sue atmosfere rilassanti e contemplative, ho avuto l’impressione di trovarmi davanti ad un affresco, mentre lo sguardo vaga per il dipinto cercando di coglierne il più intimo significato: è solo una mia interpretazione ma ho voluto condividerla.

Qual è il brano che meglio di altri rispecchia in maniera più esaustiva lo spirito di questo suo nuovo lavoro?

Direi un insieme di brani, da “In front of winter sea” e “It rains outside” per le composizioni con un carattere calmo e contemplativo, per arrivare a “Energy for life” e “Gnom” che rappresentano la mia concezione dinamica e gioiosa della musica.  In ogni caso sono legato a tutte le composizioni, penso che in ognuna di esse si possano ritrovare elementi della mia personalità.

Roberto Binetti

Roberto Binetti

Com’è cambiata secondo lei la percezione della musica jazz in Italia negli ultimi anni?

Non solo il jazz ma tutto il mondo della musica ha subito un grandissimo cambiamento, a partire dalla sua fruibilità: il jazz è sempre stato un genere di nicchia, mi sembra che con le contaminazioni fra generi musicali negli ultimi anni stia vivendo un periodo positivo, insieme alla curiosità ed alla possibilità offerta dalle nuove tecnologie di ascoltare nuova musica.

In quali altri progetti è impegnato in questo periodo?

Sto scrivendo musiche e testi per un progetto che vede coinvolti i bambini delle scuole elementari,

ho vari progetti musicali su come vestire la mia musica con l’apporto di altri strumenti, sono in contatto per la composizione di colonne sonore, oltre a partecipare a concerti di amici musicisti ed alla composizione di nuovi brani.

Quali sono i suoi ascolti e quali, invece, i suoi punti di riferimento musicali?

L’ascolto per un musicista è fondamentale, dunque mi piace ascoltare ogni genere musicale, perché penso che una sana contaminazione possa portare benefici alla composizione ed alle esecuzioni, e più in generale alla cultura personale.  Per quanto riguarda i riferimenti musicali i primi nomi che mi vengono in mente sono J.S.Bach per la sua musica e per tutto ciò che rappresenta, i pianisti Keith Jarrett e Brad Mehldau per il jazz, Gleen Gould per le sue esecuzioni classiche, per arrivare ad una band jazz-fusion che adoro, gli Yellojackets.

C’è qualcosa in programma con il coro Ensemble Vocale Ambrosiano Onlus?

L’Ensemble Vocale Ambrosiano Onlus è un coro diretto dal maestro Mauro Penacca: sono stato colpito dalla carica emotiva e dal loro modo di cantare e di intendere la musica, la nostra è una collaborazione che va avanti da molti anni e che mi permette di condividere un po’ del mio tempo e della mia musicalità per dei progetti umanitari e di beneficenza, che coinvolgono enti ed associazioni in Italia e all’estero attive nell’aiuto a chi è più sfortunato di noi.  Per ogni informazione sui progetti dell’associazione www.ensemblevocale.org

Quando e dove sarà possibile ascoltarla dal vivo?

Stiamo organizzando un evento live per presentare “Universo Fantasia” ed il mio modo di suonare, per essere aggiornati sui prossimi eventi è possibile consultare il mio sito www.robertobinetti.it oppure la mia pagina facebook.

Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist dell’album:

“Intimate Affresco”, “Universo Fantasia”, “In Front of Winter Sea”, “What a strange place”, “It rains outside”, “Energy for life”, “Sweet Melancholy”, “Gnom”, Friends of Mine”, “The Fleeting Thought”.

 Video: It Rains Outside

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