Giò Sada presenta l’album Volando al contrario: “Non si può fare un disco in due mesi, la mia è musica artigianale non è roba da supermercato”

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Venerdì 23 settembre esce “Volando al contrario”, il primo album di inediti di GIÒ SADA, vincitore di X Factor 2015. Ci sono voluti 9 mesi per dare vita a quello che potremmo definire un sogno lucido, un progetto curato in ogni dettaglio in grado di rappresentare al meglio il mondo sonoro di un giovane artista dalle idee ben chiare. “Volando al contrario” si presenta come un atto di coraggio e di ambizione: prendersi del tempo per restare fedeli a se stessi senza snaturare la propria identità. L’album si articola in 12 tracce, alcune composte già prima dell’ingresso di Giò nel programma, altre nate nel corso dei tour, altre ancora integralmente composte e arrangiate dopo la fine del talent. Ogni sfumatura della sua personalità artistica trova il proprio spazio, attraversando diverse sonorità e atmosfere: da una dimensione pop a una più rock, passando per una vena più autenticamente cantautoriale.  I brani sono stati scritti e composti da Giò insieme alla sua band BariSmoothSquad, al compositore Stefano Milella dei Fabryka / Big Charlie e a Matteo Palieri (aka Ganzo); la produzione è stata invece affidata a due teste di serie del panorama musicale italiano, Luca Rustici e Luca Chiaravalli.

Intervista

Bentornato Giò Sada. Raccontaci come mai hai scelto di aspettare così tanto per questo primo lavoro discografico.

Io e la mia band veniamo da una scuola musicale di un certo tipo: la gavetta che abbiamo fatto e le persone con cui abbiamo lavorato e condiviso questo percorso sono molto attente alla qualità del lavoro, dei suoni e dei testi. L’idea di partecipare ad X Factor è stata una provocazione. In un primo momento il nostro obiettivo era quello di far penetrare il nostro mondo in un altro mondo e studiarne le dinamiche. Io vi ho partecipato con l’idea di fare un percorso completamente diverso. Capisco il rischio che il pubblico non capisca certi ragionamenti però credo che abbiamo un valore, siamo degli artigiani, una sorta di orto biologico, abbiamo dedicato il nostro tempo a queste canzoni e sono convinto di questa scelta.  Penso che, se avessi seguito le tappe di un percorso standard, non avrei dato quello che volevo. Non ho cercato la smania del successo e dell’apparire, la musica non è quello, so che ci sono persone che si dedicano alla musica per un altro motivo ma non è questo il caso.

Ti aspettano due date in America. Come le vivrai?

Voglio suonare e farlo il più possibile. In America terrò due concerti chitarra e voce, un po’ alla Bob Dylan. Finora non sono mai uscito dal continente, ho sempre detto che se fossi andato in America, ci sarei andato per suonare e così sarà

Quali sono le tue influenze musicali?

Credo che non ci sia un genere in particolare da seguire, mi piace l’attitudine rock e non solo nella musica. Non voglio limitarmi nello sperimentare, fin da bambino sono stato abituato ad ascoltare tutta la musica anche se il punk rock è stato la mia scuola. All’interno di questo progetto ci siamo lasciati contaminare insieme ai produttori.

E per quanto riguarda la parte grafica e fotografica del disco?

Le grafiche sono di Jonny Egon, le foto del booklet sono state realizzate da Daniele Notaristefano che ha recentemente ritirato un premio al Moma di New York. Ho voluto coinvolgere le maestranze locali che, per motivi geografici, forse non avrebbero avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto del genere.

Quanto e come ti ha seguito il pubblico in questi mesi?

Nel corso del tempo si è creata una famiglia on line, il cui nome è Baell family. Le persone si sono appassionate moltissimo alla nostra visione artistica e al nostro modo di fare. In questi mesi abbiamo suonato tanto, in ogni instore ci siamo esibiti riscontrando un grande supporto da parte del pubblico. La cosa più bella è stato vedere come molti non si aspettavano che facessimo musica in modo diverso da quello che pensavano.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato?

 Questo è un progetto in cui ci siamo buttati a spallate, ci siamo trovati in una situazione che non conoscevamo e in cui dovevamo ambientarci. Una volta inquadrata la direzione, abbiamo intrapreso la strada nel modo che ci era più congeniale. Non ho alcun piano B, o faccio musica o mi arrangio.

Giò Sada - ph Daniele Notaristefano

Giò Sada – ph Daniele Notaristefano

Visto che in questo album ci sono testi risalenti a diversi momenti della tua vita, come è cambiata la scrittura nel tempo?

Ogni canzone è figlia del momento in cui stavo scrivendo. Tutto nasce dall’improvvisazione poi, così come avviene in teatro, c’è un regista che scrive una partitura. Le mie canzoni nascono spesso quando mi sento insofferente. Le prime volte mi arrabbiavo e mi isolavo, ora invece ho capito che il momento dell’insofferenza è proprio quello perfetto per scrivere. All’inizio non è semplice capire il significato di ciò che hai scritto, tutto prende forma con calma e acquisisce una propria identità. I testi sono parte integrante delle canzoni, spesso si scrive per assecondare la musica, io invece credo che ci voglia lo stesso grado di interazione tra musica, testo e voce.

Vieni da una famiglia di artisti, quando hai capito che la musica era la tua strada?

Da bambino ho ascoltato un’infinità di roba. Ho ascoltato veramente di tutto ma se devo citare un artista, nomino Eric Clapton, lui è il mio preferito.

Che valore ha il brano “Ciò che lascio”?

Si tratta della prima canzone che ho registrato in vita mia. Avevo 19 anni e all’epoca il brano ebbe un buon riscontro, ben 10 etichette ne realizzarono 1000 copie, un fatto assolutamente straordinario per me. Da lì è iniziato tutto.

E la scelta di incidere “Il rimpianto di te” in questa magica versione piano e voce?

Questa è la vera dimensione di questa canzone. Io ed Ernesto Vitolo l’abbiamo registrata in un momento di grande intesa e senza metronomo. Ho voluto modificare il testo in “le mie battaglie morali” per poter lanciare un messaggio preciso: mi sono conquistato il diritto di fare un disco in questo modo.

In che senso?

Ho voluto cambiare le regole del gioco, dare un’impronta nuova, creare un precedente che potesse dare anche ad altri la stessa possibilità. Proponiamo musica che è artigianato non è roba da supermercato.

Qual è il tuo contesto congeniale?

Il live è la situazione più “cicciotta”. Mi piacciono i concerti che propongono ricchi muri di suono e lì che mi ritrovo al meglio. Dopo i concerti non mangio mai, mi ci vogliono un paio d’ore per smaltire l’adrenalina in circolo.

In questo album convivono diverse anime. In un brano come “Lago”, ad esempio, emerge una sfaccettatura inedita della tua voce…

Il mio amico Matteo Palieri ha scritto un giro di accordi mentre ero ad X Factor. In quel periodo non potevamo sentirci e così ne è venuta fuori questa canzone che verte sul tema dell’amicizia.

Che importanza ha per te il tempo?

Si tratta di una filosofia di vita. Tenere in considerazione di passato rappresenta un valore aggiunto per mantenere un’integrità psicologica nel nostro presente.

Cos’è che manca, secondo te, per il vero salto di qualità?

Sicuramente la predisposizione mentale all’autoanalisi. Anche per questo motivo ho voluto partecipare ad X Factor e penso che anche Manuel Agnelli sia lì per lo stesso motivo. Trovo che sia giusto diffondere il concetto secondo cui sei tu che cambi il mezzo e non il mezzo che cambia te. Non si può fare un disco in due mesi, sarebbe come far crescere l’insalata con il diserbante.

Giò Sada - ph Daniele Notaristefano

Giò Sada – ph Daniele Notaristefano

Come sarà il tuo nuovo tour e cosa metterai in scaletta?

Adoro il live perché posso fare praticamente quello che voglio. Ovviamente ci saranno tutti i pezzi del disco con diverse intro ed outro, inseriremo anche cose inedite strumentali e ci divertiremo un mondo. A dirla tutta non vedo l’ora di mettermi a lavorare al prossimo disco!

Cosa di dici dell’iniziativa “Nowhere Stage”?

Si tratta di live destrutturati in cui ci mettiamo in gioco senza limiti. Recentemente siamo stati alle Grotte di Castellana, prossimamente ne vorremmo fare uno su un peschereccio. Mi piace l’idea di costruire una colonna sonora che si sposi con il contesto in cui nasce. Che bello poter suonare ovunque!

Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist del disco: Volando al contrario, Sogno lucido, Una crepa, Lago, Deserto, Esistente, Sto bene anche da solo, You should have called me, Ciò che lascio, Isola, Il rimpianto di te, Come away with me

 Tour instore

Venerdì 23 settembre

BARI - La Feltrinelli (Via Melo 119, ore 15:00)

LECCE - La Feltrinelli (Via Templari 9, ore 18:00)

Sabato 24 settembre

SALERNO - La Feltrinelli (C.so Vittorio Emanuele 230, ore 14:00)

NAPOLI - La Feltrinelli (Stazione Centrale Piazza Garibaldi, ore 17:00)

Lunedì 26 settembre

ROMA - Discoteca Laziale (Via Mamiani 62, ore 16:00)

LATINA - La Feltrinelli (Via A. Diaz 10, ore 18:30)

Mercoledì 28 settembre

VARESE - Varese Dischi (Via Manzoni 3, ore 15:00)

MILANO - La Feltrinelli (Piazza Piemonte, ore 18.00)

Giovedì 29 settembre

TORINO - Mondadori Megastore (Via Monte di Pietà 2 ang. Via Roma, ore 17:00)

Venerdì 30 settembre

PADOVA - Mondadori Bookstore (Piazza Insurrezione 3, ore 15:00)

VERONA - La Feltrinelli (Stazione di Porta Nuova, ore 18:00)

DATE ALL’ESTERO

Mercoledì 12 ottobre 2016

NEW YORK - Highline Ballroom (Acoustic set opening for Max Gazzè)

Lunedì 24 ottobre 2016

LOS ANGELES - Whisky a Go Go (Acoustic set opening for Negrita)

TOUR

Giovedì 1 Dicembre 2016

Roma, Quirinetta Cafè – via Marco Minghetti, 5

Venerdì 2 Dicembre 2016

Roncade (TV), New Age – via Tintoretto 14

Sabato 3 Dicembre 2016

Cesena, Vidia Club – via S. Vittore

Sabato 10 Dicembre 2016

Bari, Demodè –  via dei Cedri 14

Giovedì 15 Dicembre 2016

Torino, Chalet del Valentino – viale Virgilio 25

Venerdì 16 Dicembre 2016

Firenze, Viper Club – via Lombardia

Sabato 17 Dicembre 2016

Senigallia (TV), New Age – via Tintoretto 14

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INSTAGRAM: https://www.instagram.com/gio.sada/

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Video: Volando al contrario

“Adesso tour”: stavolta Emma Marrone fa proprio sul serio. Live report e intervista

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Essere un artista con il cuore fa la differenza e, in effetti, Emma Marrone è proprio questo: cuore, grinta, energia, genuinità e impegno. La seconda data milanese al Mediolanum Forum di Assago, in occasione del suo nuovissimo “Adesso tour”, targato F&P, ha messo in luce ogni singola sfaccettatura della sua identità personale ed artistica grazie ad uno spettacolo ben strutturato e curato in ogni dettaglio. «Credo che questo tour per la prima volta accomuni tutte le mie anime: l’anima pop, l’anima rock, l’anima cantautorale e, perché no, anche quella indie. Grazie a questa nuova avventura live potrete vedere tutte le mie sfaccettature. Sono arrivata ad un punto della mia carriera in cui le cose devo farle come si deve e, se questo significa prendersi del tempo, io me lo prendo. Ho voluto riarrangiare quasi due dischi e progettare ogni minima cosa per cercare di trasmettere tutte le emozioni che volevo al mio pubblico attraverso le immagini, i suoni, le luci. Lavoro a questo tour da gennaio scorso e per la prima volta mi sento sicura e serena con me stessa per quello che riesco a dare sul palco», ha spiegato la cantante alla stampa poco dopo il concerto, mostrandosi più in forma che mai.

La scaletta, concettualmente divisa in quattro blocchi, non conosce momenti di stallo. Emma si destreggia con sicurezza su 18 mq di palco, mostrandosi in una veste completamente nuova: su e giù per un piano inclinato, grintosa come di consueto sui successi più rock, dolce e sensuale nel coreografie ideate da Macia Del Prete, ulteriormente arricchite dal contributo del corpo di ballo composto da Daniele Sibilli, Gabriele Esposito, Antonhy Donadio, Jonathan Gerlo. «La mia prestanza fisica sul palco è resa più empatica dalla presenza dei ballerini – spiega Emma. Il piano inclinato del palco rispecchia un po’ la mia anima – continua – Sono fatta di punti fermi ma anche di concetti in continua evoluzione. Allo stesso modo il palco vive di continui cambiamenti attraverso l’uso di molta tecnologia. Si tratta di un salto produttivo veramente importante». E, in effetti, è difficile rimanere indifferenti di fronte all’esplosione creativa che Emma ed il suo staff hanno messo in atto.

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Tra i fiori all’occhiello dello show c’è senza dubbio la band:  Alex Torjussen (batteria), Ryan Haberfield (chitarra), Luca Visigalli (basso), Roberto Angelini (chitarra), Massimo Greco (tastiere), Arianna Mereu (cori) ed il direttore musicale Luca Mattioni (tastiere e synth). La forte alchimia tra i musicisti ha certamente contribuito ad esaltare la nuova veste scelta per i più grandi successi di Emma che, proprio ieri, ha conquistato il tredicesimo disco di platino in carriera: «Sono felice di poter lavorare con persone serie e veramente appassionate. Nessuno di loro vive manie di protagonismo, lavoriamo tutti insieme allo stesso modo ed è stato meraviglioso creare nuovi arrangiamenti con persone realmente preparate».


 

Dentro Emma, tutto è davvero acceso e si vede: da “Occhi profondi” a “Schiena”, dall’intensa “Io di te non ho paura” alla nuova versione di “Calore”, passando per la sorprendente cover (completamente rivisitata) di “You don’t you love me” di Dawn Penn” e le immancabili “Arriverà l’amore”, “Amami”, “Non è l’inferno”, “Cercavo amore”, la cantante salentina si erge ad emblema di forza e determinazione: «Ho sempre detto che non mi sarei fatta cambiare da questo mestiere e dalle persone. Voglio essere una persona onesta perché ritengo che la sincerità non abbia prezzo, sarò per sempre me stessa», promette Emma al pubblico sempre molto attivo e partecipe.

A questo proposito, veramente impattante ed utile l’iniziativa con cui Emma ha voluto supportare Valentina Pitzalis, vittima di una grave violenza, e le attività di Fare x Bene Onlus, un’associazione che sostiene promuove e tutela i diritti inviolabili della persona, soprattutto delle categorie sociali più deboli e soggette a discriminazioni come donne, bambini e persone disabili: «Tempo fa ero a Milano e ho ricevuto la chiamata di Valentina che ha voluto raccontarmi la sua storia ed essere aiutata; a me non è rimasto che dirle semplicemente di sì e fare squadra con lei. L’ ho invitata sul palco perché queste storie raccontate di persona hanno un effetto molto diverso. Se ci sarà modo di partecipare ad altri progetti, lo farò sicuramente. Valentina sarà anche a Verona per il concerto di Loredana Bertè “Amici non ne ho ma amiche sì”» – spiega Emma.

Video: La testimonianza di Valentina Pitzalis

Confermandosi seriamente intenzionata ad impegnarsi su più fronti, Emma ha anche deciso, in accordo con SIAE, di dare spazio a tanti giovani cantautori in occasione delle aperture dei suoi prossimi concerti: «Ci saranno Antonino Spadaccino ed Elodie (che sono prodotti da me e che hanno bisogno di cantare esattamente come me), poi ci saranno tanti bravi autori che stimo molto come Zibba, Diego Mancino, Ermal Meta, Giovanni Caccamo, Amara, Dario Faini, La Rua, Lele e la mia amica Loredana Errore». Proprio nei riguardi di Loredana, Emma ha voluto spendere qualche parola in più: «Sono la prima persona ad aver ascoltato i provini dei suoi nuovi brani, oltre al suo entourage. L’ho sempre stimata molto e ora che è tornata con grande coraggio e con un nuovo bellissimo disco, ho voluto invitarla a Roma con molto piacere».

«Se mi avessero chiesto, anni fa, se immaginavo di poter esser qui oggi, avrei risposto sicuramente di no» – ha raccontato Emma al pubblico. «In ogni cosa che faccio penso sempre agli occhi dei miei genitori, non posso fare altro che essere grata a loro e a voi», ringrazia la cantante che, interrogata a questo proposito spiega: «Ringrazio perché ci credo, perché è giusto, perché è normale, perché le persone che mi seguono mi danno davvero tanta forza».

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Emma @ Mediolanum Forum ph Luisa Carcavale

Infine un commento su quella che la stessa Emma ha definito, e a ragione, la “doppietta più bella della sua vita”: «Mi sono rilassata soltanto sulle note dell’ultimo brano in scaletta “Poco prima di dormire”. Erano mesi che lavoravo sodo, ci tenevo a fare tutto al meglio e, nonostante qualche piccola sbavatura, ritengo che sia andata veramente bene. La chiusura di questa scaletta, che ho costruito in maniera molto veloce, è affidata ad una riflessione e rispecchia esattamente il mio modo di essere: sono dura ma finisco sempre per ammorbidirmi, vivo dei picchi in cui mi scateno e poi, dopo la sfuriata, mi metto a riflettere».

                                                                                                                                                                          Raffaella Sbrescia

 

 

Queste le prossime date dell’Adesso Tour” (prodotto e organizzato da F&P Group): il 20 settembre al 105 Stadium di Genova,  il 21 settembre a Firenze al Nelson Mandela Forum,  il 23 e il 24 settembre a Romaal PalaLottomatica, il 26 settembre al Pala Evangelisti di Perugia, il 28 settembre ad Ancona al Pala Prometeo, il 30 settembre e l’1 ottobre a Bari al Pala Florio, il 3 ottobre al Palacalafiore di Reggio Calabria, il 4 ottobre al Palasele di Eboli,  il 6 ottobre a Pescara al Pala Giovanni Paolo II, l’ 8 ottobre al Palasport di Acireale, il 10 ottobre a Napoli al Pala Partenope, il 12 ottobre a Livorno al Modigliani Forum, il 14 ottobrealla Zoppas Arena di Conegliano (Treviso), il 15 ottobre al Kioene Arena di Padova, il 17 ottobre al Pala George di Montichiari, il 19 ottobre al 105 Stadium di Rimini, il 21 ottobre all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna), il 22 ottobre a Torino al Pala Alpitour.

Kaleidos: il nuovo album di Niccolò Bossini. Intervista

Niccolò Bossini

Niccolò Bossini

Il 9 settembre è uscito “KALEIDOS” (distribuito da Believe Digital), il disco d’inediti del chitarrista, cantante e autore emiliano Niccolò Bossini.  Questo nuovo album di inediti arriva a tre anni di distanza dal lavoro precedente ed è caratterizzato da una suddivisione per colori in grado di rivelare le diverse sfaccettature di una stessa anima. In attesa del concerto di presentazione, previsto per il prossimo 17 settembre, con #ACASAMIA2016 – “KALEIDOS” Release Party, presso il Circolo Arci Kaleidos di Poviglio (Reggio Emilia – Via Bologna – inizio concerto: ore 20.30 – per info biglietti: www.boocket.com) abbiamo incontrato Niccolò a Milano.

Intervista

Come mai hai scelto di intitolare questo album “Kaleidos”? Quali sono i colori che hai associato ai brani e in che modo è avvenuta questa suddivisione?

Una volta dato il titolo all’album mi sono messo con dei Pantoni a riascoltarlo. Appena trovavo il colore che secondo me era più adatto lo associavo ai singoli brani. Il primo e l’ultimo brano ovvero “Le nostre canzoni” e “Tutto così perfetto” sono legati al blu notte, sono due pezzi molto importanti.

Raccontaci i dettagli…

Sono entrato in studio ad inizio 2015, avevo tante canzoni, avevo in testa un’idea di suono ma le canzoni erano vecchie, praticamente era come se stessi provando ad infilarmi in un vestito figo che però non mi andava bene, quindi mi son riproposto di fare qualcosa di nuovo. Da lì ho cominciato a scrivere ed è venuto fuori “Le nostre canzoni”.  “Tutto così perfetto”, invece, chiude il cerchio come una specie di arrivederci. Sono affezionato a questo brano perché è molto autobiografico. Ci sono tre ritornelli: il primo parla del mio disco iniziale, il secondo è dedicato a Laura (Antonelli), nel terzo c’è un ragazzo ormai cresciuto, ovvero me stesso, che spera che se il futuro non è scritto, potrà essere perfetto.

E gli altri brani?

 “La vita è adesso” è gialla, “Il tuo orizzonte” è viola, “Piloti e supereroi” è verde perché richiama una passeggiata nei campi dove andavo a giocare da bambino. Il bianco di “Un altro po’” è quello delle lenzuola in cui sono avvolti due innamorati intenti a far l’amore. Il brano intitolato “Fallo con amore” è marrone, ha un suono molto caldo ed è attraversato da una chitarra elettrica che si differenzia da quelle di sempre. Il disco è pieno di chitarre ma non ci sono più i chitarroni di una volta, ci sono delle Fender Stratocaster che si sentono volare. “Ti hanno parlato di me”, invece, è nero, un brano un po’ incazzato, incentrato sulle incomprensioni, sui detti e non detti. L’azzurro di “Tu mi lasceresti anche morire” è incentrato su tira e molla amorosi tra due persone che si rincorrono tutta la notte fino all’alba.

Un tema a te molto caro è la nostalgia. In che modo ricorre all’interno del tuo percorso?

Forse ero malinconico già da bambino. In genere pensare al passato ti pesa, ti urta e cerchi di evitarlo. Nel mio caso il passato è un grande conforto, mi commuove pensare a certe persone, non ho il pianto facile eppure pensare a certe cose mi fa tremare. Quando abbiamo registrato “Piloti e supereroi”, ho capito che questo è brano più importante del disco e di tutta la mia carriera da solista perché ha un peso specifico maggiore. Ricordo ancora quando una sera parlando con Matteo Tagliavini, chitarrista che suona con me, mi sono reso conto che non ero mai riuscito a comporre una autentica ballad. Tante volte siamo partiti per scrivene una ma poi pian piano si è sempre inserito qualcosa di diverso. Stavolta di mi sono messo con il metronomo a 68 bpm e mi sono messo a scrivere una canzone lenta, è venuta fuori una musica che mi piaceva molto ma che non aveva un testo. In seguito sono andato lì dove giocavo da bambino e guardando l’orizzonte è sgorgato tutto il testo in cui racchiudo i sogni da bambino, quelli che ho realizzato e quelli che ancora non sono riuscito a realizzare. La nostalgia è davvero il filo conduttore della mia vita.

Niccolò Bossini ph Elena Mannocci

Niccolò Bossini ph Elena Mannocci

Come sono nati questi arrangiamenti?

Ho ascoltato tante cose nuove, mi sono appassionato al mondo dei Djs, mi ha ispirato “Ghost Stories”, il penultimo album dei Coldplay, ho ascoltato musica africana, ho provato a suonare jazz. Alla fine è venuto fuori un disco variegato, sostanzialmente pop ma che preferisco definire pop alternativo. Non è mainstream, non è indie, non è rock, tocca tutti i generi.

Dopo l’esperienza dei concerti dell’ “A casa tua” tour come ti approccerai ai live questa volta?

Vorrei semplicemente fare delle cose normali, l’ultimo e anno e mezzo è stato un anno di cambiamento importante, la mia aspirazione è fare cose normali, andare a suonare nei locali, vorrei crescere come artista sia dal punto di vista artistico che numerico.

E le attività con Ligabue?

Non ho partecipato alle registrazioni del nuovo album e non sarò ai concerti di Monza. In questo momento sono totalmente dedito a “Kaleidos”, alla normalizzazione del mio percorso musicale e allo sviluppo dell’attività di autore; mi piacerebbe scrivere per qualcun altro. Ho molti brani nel cassetto!

Quando potremo ascoltare questi nuovi brani dal vivo?

Il 17 facciamo un concerto di presentazione a Poviglio, dopodichè spero di andare in tour e scrivere per me e per altri.

 Raffaella Sbrescia

Video: La vita è adesso

Lali presenta l’album “Soy”. L’intervista alla cantante e attrice argentina

Lali - Soy

Lali – Soy

Lali, all’anagrafe Mariana Esposito, classe 1991, è una cantante, attrice ed influencer argentina molto amata. Carismatica, simpatica e determinata, Mariana incarna l’emblema della donna forte e sicura di sé. Con l’uscita in versione cd di “Soy”, il suo nuovo album, la JLo latina è entrata ai vertici delle classifiche e si prepara a conoscere i suoi fan italiani a Roma e a Milano. L’abbiamo incontrata negli uffici di Sony Music, ecco cosa ci ha raccontato.

Intervista

Cosa sai dell’Italia e come ti senti quando sei qui?

I miei nonni erano di Ancona, mi sento vicina a questo paese. Sono stata diverse volte a Roma poi conosco anche Firenze e Venezia. In Italia a mi succede una cosa molto strana, mi sento come a casa mia. Pensate che in Argentina a volte mi perdo, a Roma, invece, sono completamente a mio agio. Forse, chissà, in un’altra vita sarò stato romano o romana.

Puoi parlarci di questo nuovo disco e delle differenze che ci sono con quello precedente?

La cosa più importante è che qui le canzoni le ho scritte io. Ai tempi della serie tv “Teen Angels” le canzoni le scrivevano altri, noi eravamo i personaggi che interpretavano quelle canzoni. Il mio primo disco “A Bailar” l’ho realizzato con musicisti indipendenti, amici miei che conoscevo da tutta una vita ed in quel caso ho scritto le mie prime canzoni. A dire il vero si è trattato di un processo un po’ strano, sono passata dall’essere attrice della televisione a cantante e molti me ne chiedevano la ragione. Beh, a questo proposito ritengo che ci sia ancora un vuoto all’interno dello scenario pop femminile argentino. Non ci sono donne giovani che facciano questo tipo di musica, non ci sono showgirls che propongano questo tipo di concerti in cui non c’è solo la canzone ma anche il ballo, i vestiti e l’allestimento. Questo secondo mio album è molto importante per me perché è molto più profondo.

Quali sono i tuoi  riferimenti musicali?

Il primo cd che ho ascoltato me l’hanno regalato all’età di 6 anni e fu di grandissimo impatto per me. In quella occasione scoprii il mondo musicale degli adulti grazie ai Queen ed in particolar modo Freddy Mercury. Quando l’ho visto sul palcoscenico, ho subito pensato: “Ecco, io voglio essere così”. Lui era tutto, ero lo spettacolo in persona. In seguito ho scoperto Michael Jackson e ho capito che mi piacciono questi personaggi che sono dei veri intrattenitori a tutto tondo. Per queste ragioni adoro anche Madonna, e Beyoncè che sono delle showgirls complete.

Hai detto che “Soy” è un album molto profondo… Quali sono i grandi temi attorno a cui ruota questo disco e che cosa vorresti trasmettere a coloro che lo ascolteranno?

A dire il vero il disco non è autoreferenziale anche se la titletrack “Soy” parla del luogo dove sono nata e cresciuta, della mia infanzia, di quella bambina che ballava di fronte allo specchio e che mai avrebbe pensato che sarebbe riuscita ad arrivare a questo punto. Non mi sento di dare alcun messaggio. Sono ancora molto giovane, non so praticamente nulla della vita, sto ancora imparando. In ogni caso ci sono almeno due canzoni che devo per forza segnalare. La prima è “Reina” e “Amor es Presente” So che i miei fan sono molto giovani, non do loro messaggi, so che mi emoziono esattamente con le stesse cose con cui si emozionano loro.

A cosa ti sei ispirata per scrivere “Reina”?

Questa è una canzone che ho scritto dopo aver sentito al telegiornale la storia di un bambino vittima di bullismo che si è tolto la vita a soli 9 anni, poi  c’è stata la vicenda di una 12enne che ha pagato la sua bellezza con uno sfregio in volto. Queste cose mi hanno colpito nel profondo e ho voluto parlarne perchè so che se parlo di questi fatti mi commuovo io ma anche i miei fans.

Lali

Lali

A proposito di messaggi, nel brano “Tu Revoluciòn” ci sono comunque parole forti che non lasciano indifferenti.

Certo anche se non mi alzo tutti i giorni e dico: “Ecco, adesso darò questo messaggio”. Scrivo e trasmetto le cose che sento e che vivo. Mi chiedo spesso cosa succede in questo mondo ed è questo ciò che traspongo nelle mie canzoni.

In questo disco ci sono solo brani in spagnolo. In qualità di artista internazionale con una fanbase comprensiva di fan di diverse nazionalità non hai pensato di cantare anche in inglese?

Credo che ci sia un tempo per tutto. In questo momento mi sento argentina, ho l’appoggio di Sony Music e credo che questo mio primo disco possa aprirmi le porte del mondo. Rispetto le mie origini latino-americane, parlo lo spagnolo, il mio inglese non è così buono, forse lo sarà un giorno. Mi piacerebbe cantare anche in altre lingue ma credo che non debba essere una semplice ripetizione a memoria, deve esserci un’idea genuina ed un’interpretazione vera alla base.

Hai scritto tu tutte le canzoni. Anche nel primo album hai partecipato alla produzione. Lo stesso è avvenuto anche in questo disco? Come e con chi hai lavorato?

I produttori sono gli stessi del primo album. Sono dei musicisti che conosco da tanto tempo perché lavoravano anche loro per le serie televisive a cui avevo preso parte. Dopo “Teen Angels” mi contattarono perché sapevano che sapevo scrivere canzoni. All’epoca lavoravo ancora in tv perciò quasi di nascosto lavoravamo alla realizzazione di queste canzoni. In genere io scrivo i testi poi, dato che non suono alcuno strumento, cerco di trasmettere lo spirito della canzone attraverso le immagini e i video. L’importante è che loro riescano a carpire che tipo di emozioni intendo trasmettere al pubblico. Mi manca il substrato musicale, sono molto fisica. Questo secondo album è il risultato di un lavoro molto intenso, siamo un team consolidato. L’album è stato masterizzato negli Usa, dove abbiamo conosciuto Tito Vazquez, ma rimane una produzione completamente argentina.

Come si è evoluto il tuo rapporto con i fan da quando sei passata dalla tv alla musica? Come hanno accolto queste nuove canzoni?

A dire il vero c’è un rapporto molto naturale perché amo essere vera con chi mi segue.  Mi presento esattamente come sono e questo crea un tipo di empatia che va aldilà della musica e dell’essere più o meno attrice. Credo che mi vedano come una ragazza normale che è stata capace di realizzare il proprio sogno.

Lali durante un momento dell'intervista

Lali durante un momento dell’intervista

Cosa vorresti dire ai fan italiani?

Aldilà di ringraziarli con tutto il cuore, vorrei dire loro di prepararsi perché presto tornerò in Italia e farò dei grandi concerti. Oggi esce fisicamente il disco in Italia e questo aumenterà ancora di più le possibilità in tal senso.

Spesso si parla di te come della JLo latina. Come vivi questo confronto? Pensi anche tu di poter spaziare tra diversi generi musicali?

Povera JLo (ride ndr). In questo album, in verità, ho fatto una mescolanza tra generi. Anche se la colonna vertebrale continua ad essere pop, per certi versi si tratta di un lavoro più rock rispetto all’album “A Bailar”. Ci sono suoni soul, i cori sono diversi, gli arrangiamenti vanno da toni accesi ad altri più oscuri e dark, più vicini all’ hip hop. Per me, comunque, il ballo riveste un ruolo centrale per cui in futuro mi avvicinerò ancora di più a queste atmosfere.

Hai appena annunciato un featuring con Baby K. Come è nata questa alchimia?

In verità questo è il motivo principale di questo viaggio in Italia, oltre alla promo per l’uscita del disco ed i relativi instore a Milano e Roma. L’intenzione è quella di fare un video della versione spagnola di “Roma – Bangkok”.

Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi dell’essere seguita da 4 milioni di persone?

Una cosa brutta è che non so chi mi scrive. Mi piacerebbe tanto saperlo… Il bello è che tante persone tengono a me. La rete mi apre una finestra sul mondo eppure spesso si parla senza sapere, si critica tanto per farlo e senza cognizione di causa. Bisogna sapere proteggersi…

Come funziona la tua App? L’hai ideata tu?

Certo che l’ho ideata io! Ce l’avevo in testa da diverso tempo ormai, si tratta di una fonte di informazioni esclusive con le date del tour, tutti i miei video e le cose che faccio.

Guardando il booklet del disco, si evince che ti piace giocare molto con la tua immagine…

In genere indosso abiti che mi rappresentino in qualche modo. L’importante è riuscire a seguire un certo stile musicale anche nel modo di vestire durante il concerto. I miei abiti li disegno io stessa insieme ad una stilista. Come vedete faccio tutto (ride ndr).

Se dovessi definirti usando tre aggettivi, quali useresti?

Bella, umile e facciatosta (ride ndr). Mi ritengo genuina, dotata di un buon senso dell’umorismo e grande lavoratrice. Se vogliamo dirla tutta bacio anche molto bene e sono single (ride ndr).

C’è un artista con cui vorresti cantare?

Ci sono molti artisti che ammiro ma la maggior parte di questi purtroppo non ci sono più. Ammiro la forza ed il livello artistico di Beyoncè e JLo.

E chi ti piace tra gli artisti italiani?

Ovviamente Baby K (ride ndr). In Argentina Laura Pausini è veramente amatissima. Anche Il Volo e Tiziano Ferro lo sono.

Ti piacerebbe tornare a recitare?

In verità non ho mai smesso di essere un’attrice. Fino all’anno scorso l’ho fatto, ho anche girato un film argentino molto divertente. In questo momento la musica è la mia priorità, credo che tornerò a recitare ma lo farò nel cinema perché i tempi sono molto più veloci ed è un’esperienza che mi è piaciuta moltissimo.

Raffaella Sbrescia

Video: Soy

Entro in Pass: il primo album de Il Pagante. Intervista

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Roberta Branchini, Eddy Veerus e Federica Napoli sono le menti de Il Pagante, una realtà musicale targata Warner Music che racchiude al suo interno un concept “disrupting” basato sulla fusione tra rap e basi edm. Con il primo album (pubblicato oggi) intitolato “Entro in Pass”, il Pagante approda al full lenght dopo una lunga serie di singoli di successo. Al centro del disco, la Milano da bere, gli atteggiamenti e i linguaggi tipici dei ragazzi di città nonché una sferzante ironia.

Intervista

Cosa rappresenta per voi “Entro in Pass”?

Questo è il nostro primo album, la chiusura di un cerchio, una scommessa vinta, la conclusione di un percorso a capitoli. Il titolo prende il nome della nostra prima canzone mentre la tracklist racchiude tutti i singoli già pubblicati più sei nuovi inediti.

Quali sono i temi?

Si va dai fuoricorso in Bocconi, ai problemi dei fuori sede tra serate e locali. Poi c’è Dam, di cui oggi esce anche il video, che parla della necessità di evadere nella città dei balocchi, Amsterdam è la classica tappa che ogni pagante fa almeno una volta nella vita. A questo aggiungiamo che con questo brano in particolare siamo parecchio sul pezzo con il discorso legato alla legalizzazione delle droghe leggere e l’imminente Amsterdam Dance Event (ADE) che è la porta di ingresso nel mondo della musica elettronica internazionale. A proposito di Festival, abbiamo anche anche un brano intitolato e dedicato al “Tomorrowland”, una delle manifestazioni più famose al mondo.

Quanto c’è di satirico nel vostro progetto?

In molti dei nostri testi ci sono piccoli messaggi che puntano a far riflettere, ovviamente non in tutti però è così. Oltre alle rime e alle punch line c’è un sottotesto che va intepretato. Certo, il nostro pubblico si divide in varie categorie: che chi si immedesima, chi capisce l’ironia e l’apprezza senza neanche partecipare alle nostre serate, c’è il clubber che ci erge ad icona e poi c’è l’hater che si sente tirato in mezzo. Alla fine ognuno è libero di interpretare le cose come meglio ritiene.

 Quindi non sfornate solo hits…

Per capire il nostro progetto bisogna ascoltarlo e conoscerne la storia e gli sviluppi. Le canzoni sono studiate nel dettaglio e cerchiamo sempre di convergere l’attenzione su quello che piace prima di tutto a noi. La scorsa estate abbiamo preso parte ad alcuni Festival dove potevamo esibirci con un solo brano. Ecco, in quella occasione i fans di altri artisti non avevano la possibilità di capire chi fossimo veramente, la nostra musica può essere capita solo con uno show completo.

Come lavorate alla scrittura dei vostri pezzi e come nascono le relative basi musicali?

La ricerca segue molto i nostri gusti personali che propendono verso la dance e la musica elettronica. Una volta scelto il genere giusto, ci troviamo con i nostri produttori per individuare il sound. Per i testi ci riuniamo intorno ad un tavolo per assemblare le parole e le idee poi ci pensa Eddy a mettere tutto in rima.

Il Pagante

Il Pagante

Questa storia a capitoli in realtà assembla le tappe di un vero e proprio itinerario…

Esatto. Abbiamo unito i punti seguendo un concept: il viaggio del pagante. Il booklet contiene fotto scattate direttamente da noi e rielaborate con Prisma.

Come si evolve il profilo del Pagante nel tempo?

Beh, i cambiamenti avvengono a più sospinto. Si usano sempre di più i social ( a proposito il Pagante è molto più Instragram). A questo proposito “Entro in pass” è stata aggiornata con nuovi brand, ci teniamo al passo con i tempi!

Tra poco ci sarà l’instore tour. Cosa vi aspettate?

Faremo due instore al giorno per 10 giorni e siamo molto contenti. Sarà l’occasione per incontrare anche i nostri fan più piccoli che non possono ancora frequentare locali e discoteche, sarà tutto nuovo per noi e non vediamo l’ora di goderci questa esperienza!

Raffaella Sbrescia

 

Questa la track list: Entro in pass 2016 (feat. Jake La Furia); #Sbatti; Faccio After;  La Shampista; Pettinero; Fuori Corso;  Vamonos; Bomber; Wifi ; Dam; Tomorrowland e Ultimo.

Dal 16 settembre i ragazzi de Il Pagante incontreranno i fan negli store delle principali città italiane: Venerdì 16 Varese alle ore 15.00 (Mondadori – Via Morosini, 10)e a Milano alle ore 18.30 (Mondadori Duomo, Piazza Duomo), sabato 17 a Torino alle ore 15.00  (Mediaworld Grugliasco CC Le Gru – Via Crea, 10) e a Novara alle ore 18.30 (Mondadori  Bookstore -Via Fratelli Rosselli, 45), domenica 18 a Lonato alle ore 15.00 (Mondadori CC Il Leone Shopping Center  – Via Mantova, 36) e Bassano alle ore 18.30 (Mediaworld CC Il Grifone – Via Capitelvecchio, 88/90), lunedì 19 adArese alle ore 15.00 (Mondadori Megastore – Via Luraghi 11) e a Como alle ore 18.30 (Frigerio Dischi– Via Garibaldi, 38), martedì 20 a Padova alle ore 15.00 (Mondadori – Piazza Insurrezione XXVIII Aprile, 3) e a  Verona alle ore 18.30 (CC Le corti Venete - Viale del Commercio, 1), mercoledì 21 a Modena alle ore 15.00 (Mediaworld CC Grand’Emilia – Via Emilia Ovest, 1480) e a Bologna alle ore 18.30 (Mondadori – Via Massimo D’Azeglio, 34), giovedì 22 a Roma alle ore 15.00(Discoteca Laziale – Via Giovanni Giolitti, 263) e a Napoli alle ore 18.30 (Mondadori - Piazza Vanvitelli, 10), venerdì 23 a Lucca alle ore 15.00 (Sky Stone - Piazza Napoleone 21/22) e a Firenze alle ore 18.30 (Galleria del Disco – Sottopassaggio Stazione SMN), sabato 24 settembre a Genova alle ore 15.00 (Mondadori Bookstore Via XX Settembre, 210) e La Spezia alle ore 18.00 (Centro Commerciale Le Terrazze Via Fontevivo 17).

 

 

Intervista a M+A: “Vogliamo fare le cose in grande”

M+A

M+A

Il 9 settembre è arrivato in radio e in tutti gli store digitali e piattaforme streaming, “Forever More” il nuovo singolo degli M+A, su etichetta Sugar. Tra ritmi dance e atmosfere sospese, gli M+A hanno conquistato pubblico e critica e hanno condiviso lo stesso palco di artisti come Disclosure, Phoenix e AIR.  In attesa dell’uscita del nuovo album, la band sarà onstage per due concerti d’eccezione: il 9 ottobre a Venezia per la Biennale Musica e il 7 dicembre al Teatro Regio di Parma.

 Intervista

Cosa c’è alla base di “Forever More”?

Questo brano, insieme all’altro singolo che anticipa il disco, è stato scelto perché ha una storia bizzarra. Entrambi hanno un B side inedito prodotto da un produttore americano. Gli altri pezzi che usciranno saranno prodotti da noi. Questo è il singolo più dance, più vicino alle atmosfere da club, il disco in realtà avrà delle sfaccettature molto diverse; si tratterà perlopiù di pezzi radiofonici. Questi primi due brani li abbiamo scritti durante la prima sessione di lavorazione di cui restano veramente pochissime cose. Siamo molto lenti a produrre e, dato che la Sugar ci ha spinto ad uscire con qualcosa, abbiamo optato per questi due. Probabilmente tra un anno ci sembreranno orribili e vecchi ma intanto eccoli qui.

In che modo è cambiata la vostra scrittura rispetto al vecchio lavoro?

Sono cambiati molti aspetti tecnici. Abbiamo trascorso molto tempo alla ricerca di un produttore ma nel frattempo ci siamo resi conto che non ne avevamo bisogno. Abbiamo provato a lavorare con diversi produttori però alla fine ci siamo rimboccati le maniche per creare da soli quello che avevamo in testa; servirà solo più tempo e competenza per tirarlo fuori. Probabilmente soffriamo del complesso del fratello maggiore: tutto quello che ascolti è meglio di quello che fai.

Perché avete scelto di lavorare con Sugar?

Per poter fare tutto da soli avevamo bisogno di un apparato solido e ben strutturato che ci potesse permettere di non dover pensare proprio a tutto. Noi e Sugar ci siamo reciprocamente cercati: nel nostro caso volevamo metterci in gioco con un’etichetta che segue principalmente artisti italiani. Loro hanno cercato noi perché volevano un gruppo con cui lavorare in maniera diversa ed aprirsi all’estero.

Cosa vorreste che cambiasse?

Iniziano a stufarci le cose che all’inizio ci facevano esaltare. Vorremmo essere partecipi di un cambiamento, di una spinta diversa. La nostra carta vincente è essere dei bravi perdenti.  Il genere su cui cerchiamo di metterci in gioco è il pop, un genere che in Italia è visto in modo distorto. Il pop italiano è un ibrido, campa ancora di personaggi molto vecchi, tutti lo ritengono commerciale. Per quanto ci riguarda, quando cerchiamo di portare i nostri pezzi in radio troviamo un sacco di porte chiuse perché cantando in inglese veniamo inseriti nella cartella degli internazionali e ci ritroviamo a competere con brani di Rihanna e Timberlake. Vorremo riuscire a fare grandi cose partendo dall’Italia.

M+A

M+A

Quanto conta l’estetica nel vostro progetto?

Sicuramente tanto quanto il discorso musicale. Entrambi lavoriamo ai nostri video. In quest’ultima fase abbiamo collaborato con Zsofia Boda; i suoi progetti sono legati allo scenario elettronico digitale, il suo stile non ha molto in comune con il nostro eppure ha voluto lavorare con noi per il fatto che la nostra estetica si basa molto sui contrasti. Siamo sufficientemente schizofrenici con un approccio che spazia dall’estremo pop all’estremo underground, un fatto irrisolto che ci piace.

Visto che curate molto le vostre esibizioni, come preparate il live e come vi rapportate ai vari contesti in cui vi esibite?

Noi pensiamo sempre al live come ad un altro disco. In genere non portiamo dal vivo i brani contenuti in un disco né, al contrario, mettiamo le cose che scriviamo per i live nei nostri album. I fans si lamentano molto per questa cosa ma non riusciamo a fare altrimenti. Ovviamente i brani dei dischi e quelli scritti per i concerti dialogano tra loro ma la scrittura differisce. Nel mondo pop il concerto deve essere concepito come uno spettacolo, deve riuscire a comunicare qualcosa in più allo spettatore.

Quali sono le vostre aspettative per il futuro?

Siamo molto autocritici, odiamo chi pubblica dischi tanto per farlo, c’è un forte inquinamento multimediale. Noi stiamo cercando di dire qualcosa di interessante rivolgendoci al mercato internazionale, siamo molto intraprendenti, vorremmo fare le cose in grande e soprattutto facilitare la strada a chi in futuro vorrà intraprendere questo nostro stesso cammino.

Raffaella Sbrescia

Video: Forever More

Loredana Errore riparte da “Luce infinita”. Intervista

Loredana Errore - Luce Infinita

Loredana Errore – Luce Infinita

Loredana Errore riparte da “Luce Infinita”, un nuovo album comprensivo di sette inediti e due coover, con cui la cantante agrigentina si riaffaccia al mondo esterno dopo un lungo stop forzato a causa di un grave incidente che l’ha coinvolta in prima persona. Prodotto da Carlo Avarello per Isola degli Artisti, il progetto rappresenta per Loredana la quadratura di un cerchio: «Pensavo di abbandonare tutto, confessa, invece sono riuscita a trovare la forza per reagire. L’incidente è stato una rivelazione. Mi ricordo che in ospedale la prima cosa che ho fatto è stata provare la mia voce per vedere se ero ancora in grado di cantare. I miei fan mi sono stati veramente vicini in ogni modo, mi sembrava incredibile che ci fossero persone con le lacrime agli occhi che mi pregavano di non smettere» spiega Loredana mostrandosi finalmente serena ma ancora sensibile a certe tematiche.

Il disco è introdotto dall’ottimo singolo “Nuovi giorni da vivere” che, allo stesso modo degli altri brani presenti in tracklist, vede la Errore nelle vesti di appassionata interprete: «Ho solo dato qualche appunto agli autori per raccontare il mio percorso in questi ultimi anni ma non ho firmato nessun pezzo. Ho lasciato che fossero gli altri a cucirmi addosso dei brani che potessero raccontare di me. In questo preciso momento della mia vita non mi sento ancora pronta per rimettermi a scrivere, sto studiando e mi sto preparando a dovere in tal senso».

Loredana Errore - Luce Infinita

Loredana Errore durante un momento dell’intervista

Lampante anche la sintonia creatasi con Isola degli Artisti: «Tutto è nato con “Buon Compleanno Mimì”, una magnifica occasione di incontro a cui prenderò parte anche il prossimo 30 settembre». A questo proposito è utile ricordare che anche il bellissimo brano “Per amarti”, composto da Bruno Lauzi e ricantato dalla stessa Mia Martini è stato inserito nella tracklist di “Luce infinita” ed impreziosito da una bellissima interpretazione di Loredana: «Non conoscevo questa magnifica canzone – spiega – mi sono spesso chiesta come potessi fronteggiarla, per me ha rappresentato l’Everest».

Tra gli autori di questo nuovo lavoro figurano Amara, Diego Calvetti, Emiliano Cecere, Ciappelli e Pacifico Settembre, un team di penne celebri che hanno composto canzoni in grado di mettere in luce non solo il graffio ma anche la vena espressiva di una voce non comune: «Non dimentico mai da dove sono partita, racconta Loredana, da Maria De Filippi, la magia del contratto con Sony, le collaborazioni con Biagio Antonacci, Lucio Dalla, Pino Daniele, Gigi d’Alessio e tutti i Festival a cui ho partecipato. Oggi ricomincio questo percorso con una consapevolezza diversa ed una serenità interiore; spero che i miei messaggi e la mia esperienza possano essere di supporto al maggior numero di persone possibile».

Particolare anche l’artwork che accompagna il disco: «Il mio volto con un occhio non truccato intende rappresentare la luce infinita.  L’altro, invece, con i colori bianco e nero, rappresenta la possibilità di  poter affrontare le difficoltà in maniera vittoriosa».

“Siamo noi la perfezione,  la paura è un’illusione non fa vivere il presente e allontana le persone”, canta Loredana in “Luce infinita”, prendiamo quindi queste parole come spunto di riflessione e le auguriamo di poter essere sul palco del prossimo Festival di Sanremo: «Sarebbe il mio più grande sogno, sono in attesa di scoprire cosa deciderà la commissione artistica», conclude.

 Raffaella Sbrescia

Video: Nuovi giorni da vivere

Al via gli MTV Digital Days 2016: intervista a Merk & Kremont

Al via domani, venerdì 9 settembre, gli MTV Digital Days, la due giorni di eventi targata MTV che accenderà la Reggia di Venaria. Un evento unico, giunto quest’anno alla quarta edizione, con panel, workshop, proiezioni ad ingresso libero ed electro nights con i migliori dj della scena internazionale.

L’inaugurazione degli MTV Digital Days si terrà domani alle ore 15.00, presso una delle Sale dei Paggi situata al primo piano della Reggia, con il panel istituzionale a tema “Creatività individuale, abilità e talento come risorsa per i giovani”.

Dalle 16.00 prenderanno poi ufficialmente il via le attività pomeridiane, tutte ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti), con ospiti che terranno dei panel dedicati alle intersezioni tra musica, intrattenimento ed innovazione. Ci saranno inoltre workshop tenuti da esperti del settore e un’area riservata alle start up, l’Innovation Village, luogo di incontro e scambio con una ventina di realtà made in Italy che, sfruttando la tecnologia e il digitale al massimo delle potenzialità, lavorano nel mondo dell’intrattenimento a 360°.

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Al calar della sera, dalle ore 19.00, i Giardini della Reggia di Venaria saranno invasi dal sound elettronico di alcuni tra i DJ più conosciuti del panorama internazionale. Tra tutti citiamo Merk & Tremont, ovvero il duo di producers milanesi composto da Federico Mercuri e Giordano Cremona. Il bel paese li conosce come produttori degli ultimi tormentoni estivi “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi e “Bomber” de Il Pagante eppure i due, classe ’90, hanno già avuto modo di lasciare una traccia importante all’estero attraverso il supporto dei più grandi artisti della dance mondiale da Avicii a Steve Angello, da Hardwell a Nicky Romero, passando per gente del calibro di Benny Benassi e Bob Sinclair. Ecco cosa ci hanno raccontato in occasione di un recente incontro milanese.

Intervista

La vostra musica mostra una certa ecletticità che vi vede spaziare tra l’EDM, l’Hip-Hop, la Future House la musica Pop.

Ci piace divertirci. Il nostro approccio è scanzonato e spensierato. Questo tipo di libertà ci fa lavorare con serenità e ci fa individuare soluzioni inaspettate. Non ci caliamo in un genere specifico, siamo open-minded.

Qual è l’ingrediente fondamentale della vostra formula?

Abbiamo creato una rete di persone che fanno musica senza prendersi troppo sul serio ispirandoci ad una realtà che in America esiste già da tempo e che riscontra consensi impressionanti. Ci piacerebbe diffondere questa idea anche in Italia.

A questo proposito quali sono i vostri progetti in madrepatria?

 Vogliamo diventare DJ a livello internazionale ma questo percorso deve passare anche dall’Italia. Ci piacerebbe affermarci anche come produttori, sia di artisti pop italiani e stranieri.

Cosa manca all’Italia? C’è snobismo?

Sì, soprattutto in radio, se passassero di più l’Edm, la gente lo capirebbe. Non abbiamo nulla da invidiare all’estero, le strutture sono spesso meno all’avanguardia delle nostre.

Merk & Kremont

Merk & Kremont

Qual è stato il momento più bello fino ad ora?

Quest’anno siamo andati all’Ultra Music Festival in Florida, uno dei più rinomati al mondo. Il Billboard era presente durante il nostro set e ha inserito la nostra performance tra i migliori momenti del Festival.

Qual è la vostra forza in questo momento?

Tutti i giorni siamo in studio a produrre, il nostro è un lavoro quotidiano e costante. Seguiamo i lavori step by step e speriamo che la sostanza rimanga sempre e solo la musica.

Raffaella Sbrescia

Il nuovo singolo pubblicato da Merk & Kremont è “Ciao”https://www.beatport.com/release/ciao/1838685

Il programma completo degli MTV Digital Days si trova su www.mtv.it/digitaldays oppure alla pagina ufficiale dell’evento su Facebook, www.facebook.com/MTVDigitalDays ewww.facebook.com/mtvitalia. L’hashtag ufficiale è #MTVDigitalDays.

 

Raige presenta “Alex”: “Mettetevi le cuffie e schiacciate play; al resto ci penso io”. Intervista

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Una tempesta di sogni invadenti ma necessari convergono in “Alex”, il nuovo album di Raige che vedrà la luce il 9 settembre per Warner Music. All’interno di questo nuovo progetto l’ artista sceglie di sognare anche quando il mondo non ce ne dà ragione facendo un sincero bilancio tra sbagli e certezze di una vita. Raige si mostra senza filtri attraverso un racconto intimo e personale, a tratti scomodo, ma sempre fruibile. La vita è senza sconti ma può sembrarci più dolce attraverso la musica di Raige, figura di spicco della scena rap italiana da sempre apprezzato per l’innato talento nel coniugare rime e generi musicali.

Intervista

Come sei arrivato a concepire un album come “Alex” e cosa c’è alla base di questo progetto?

Ho iniziato a lavorare a questo disco circa due anni fa. Ci sono state un po’ di vicissitudini in fase di pre-produzione per trovare dei produttori che potessero sposare l’essenza della mia idea. Parto dal rap come segmento, mi avvicino al pop perché la melodia la fa da padrone.  Dopo un primo contatto con produttori rap blasonati, che si sono esposti in prima persona per produrmi il precedente album, sono arrivato a Filippelli e Milani che pur non provenendo dal rap, hanno capito benissimo cosa avevo in mente. Abbiamo buttato via il 90% di quello che avevo scritto in un momento molto cupo della mia vita.

In che senso?

I pezzi erano molto pesanti, erano il frutto di alcune esperienze che avevo vissuto in prima persona come la malattia che ha portato alla scomparsa di mia madre. Ho scritto questo disco per le donne della mia vita: per mia madre che non c’è più e per la mia compagna. Insieme ad altri autori ho fatto un lavoro di repertorio tenendo i brani più interessanti a livello musicale e testuale tra quelli che avevo già composto. Ho scritto con altre persone, una cosa nuova per me. In precedenza avevo collaborato solo con Davide Simonetta, il mio chitarrista, questo perché ci metto me stesso nei miei testi e prima di darli in pasto agli altri amo condividerli con chi è mio amico.

Perché il disco s’intitola “Alex”?

Ho intitolato il disco in questo modo proprio perché mi sono tolto di dosso la paura di fare quello che mi piace veramente, finalmente. Ho voluto lasciare da parte le costrizioni legate al mondo rap. Che siano gli altri a dare un nome a quello che faccio, a me non interessa. A me piace scrivere le canzoni e pensare di essere in grado di farlo; questa è l’unica cosa che conta.

Nel brano “Nemmeno il buio” ti mostri particolarmente lucido scrivendo che “Nessun mostro fa paura come la vita vera”. Una frase che ci mette con le spalle al muro…

Qui ho scritto una strofa per mia madre ed una per la mia compagna. Ho avuto la fortuna di avere grandi donne che hanno avuto la sfortuna, a loro volta, di avere piccoli uomini che siano padri, genitori o fidanzati.  Non bisogna avere paura, nemmeno il buio può fare paura, mi carico io di tutti i fardelli, ci penso io. Per le persone che amo, sono disposto a sacrificarmi senza se e senza ma.  Io sono cresciuto con mia madre, mio padre non c’era perchè faceva il trasfertista, quindi lei è riuscita a darmi un’impostazione precisa con dei valori che vengono fuori nel momento in cui mi relaziono con gli altri.

Cosa ci dici di “Dove finisce il cielo?

Questo è uno dei miei pezzi preferiti insieme a “Non c’è niente da ridere” e “Mi sembra il minimo”. Ho scritto questa canzone per mia madre, le dico che alcune cose le ho imparate e che altre continuerò a sbagliarle.

“A tutta velocità sento meno lo shock” è forse la frase più rappresentativa del testo…

La gente tende a riempire, gli spazi, tempi, i luoghi per non pensare al dramma quotidiano. A tutta velocità ti rendi conto meno delle cose, il dolore rimane dentro come se fosse un ronzio, non lo senti assordante nelle orecchie, si sente solo quando spegni le luci e devi metterti a dormire.

Come vivi il tuo rapporto con la città di Torino?

Nutro assoluta riconoscenza verso questa città perché mi permette di vivere una realtà diversa dalla metropoli. Torino rappresenta una dimensione a misura d’uomo e quindi è più giusta per me che non sarei in grado di vivere in una grande città. Ho bisogno di spazi e a Milano ho la sensazione che ci sia qualche forza oscura che ti ruba le energie da sotto i piedi mentre cammini.

Pensando a chi si andrà a relazionare con questo tipo di progetto, viene da porsi degli interrogativi in merito alla capacità di leggere e comprendere questi messaggi non facilmente fruibili. Hai cercato di mediare attraverso la scelta dei suoni?

Raige

Raige

Il nostro obiettivo era realizzare un progetto fresco ma che non perdesse l’identità del cantautorato. Non riesco a mettermi dentro una scatola rap o pop. Il mio modo di scrivere è più cantautorale per cui abbiamo cercato di rendere accessibili i miei brani.

Cosa significa vivere “sotto una tempesta di sogni”?

Amo pensare che si possa vivere con i piedi per terra e la testa fra le nuvole senza dimenticarsi di quello che stiamo cercando.

Come sei arrivato al bel duetto con Marco Masini nel brano “Il Rumore che fa”?

Masini è un mio mito grazie a mio padre che mi faceva ascoltare suoi brani da piccolo. L’ho conosciuto al Roxy Bar, Red Ronnie sapeva che ero suo fan e ci ha fatto duettare sulle note di “Principessa”. Poco dopo ci siamo risentiti, mi ha chiesto di ricantare “Bella Stronza” in un suo album, in quel momento avevo questo pezzo e gli ho prontamente chiesto di ricambiare il favore. Avrei potuto scrivere strofe più focused ma ho preferito sacrificare l’accessibilità a favore di una scrittura più “cinematografica”.

InNon c’è niente da ridere” proponi una serie di ossimori in sequenza…

Aldilà delle figure retoriche, quello che mi muove in questo brano è che non c’è proprio un cazzo da ridere ma alla fine ne ridiamo. Se siamo io e te, è vero che  è tutto un casino ma alla fine possiamo riderne insieme. Questo è lo slogan più forte del mio disco.

Qual è il tuo rapporto con la religione?

Il mio un rapporto con Dio lo gestisco a modo mio. Dicono che a volte ci comportiamo con Dio così come fanno gli opportunisti cercandolo solo quando stiamo male. Non ho la presunzione di escludermi da questa categoria però cerco di non fare mai male agli altri e di comportarmi bene più che posso.

Un tema ricorrente nel disco è quello della paura…

La vita non ha tempo per le paure: la mia era di non essere all’altezza delle aspettative, di non mostrarmi per quello che realmente sono. Stavolta mi sono spogliato di tutte queste paure e ho fatto quello volevo davvero.

“Perfetto” è un pezzo autobiografico?

Ho avuto questo pezzo da Scirè e De Simone ed ho subito capito che era giusto per me che volevo parlare del fatto che da ragazzino pesavo 120 chili. Certo, non ero perfetto, vivevo questo disagio che adesso viene demonizzato ma il bullismo c’è sempre stato. Bisogna imparare a convivere con i propri difetti e farne la propria forza. L’importante non è quello che gli altri ti dicono sia perfetto, l’importante è quello che ti fa stare bene. Io ho scelto di dimagrire perché c’è stato un processo evolutivo nella mia persona, perché non stavo bene con me stesso, il disagio nasceva anche da quello. I giovani di oggi perdono spesso il contatto il realtà, sono continuamente bombardati da contenuti, devono avere qualcuno che gli insegni che  in realtà sono loro stessi la fabbrica dei propri sogni, devono riuscire a trovare dentro loro stessi la forza per cambiare quello che non va bene, devono farlo per loro stessi non per gli altri.

Cosa diresti a chi ti segue da sempre e che vorrebbe capire la tua svolta artistica di oggi?

Se avete scelto di seguire me come fan, avete già scelto a prescindere qualcosa che è lontano e diverso da tutti gli altri. Se amate il mio modo di scrivere, questo è il disco meglio di tutti gli altri. Ne sarete fieri anche voi. Non credo che ci sia molto da spiegare, non ho mai fatto un rap che mi tenesse stretto dentro dei canoni, temevo solo di non essere capito. Quando ho scoperto che in realtà io lo chiavo sotto padrone l’ho già fatto per tanti anni, ho realizzato che se voglio fare questo lavoro, devo poter fare quello che piace a me o quanto meno di avere il coraggio di provarci.

Raffaella Sbrescia

Video: Il Rumore che fa

Raige incontrerà i fan negli store delle principali città italiane, queste le prossime date:

09 settembre Torino – Feltrinelli Stazione Porta Nuova – ore 15

09 settembre Genova Mondadori– Via XX Settembre 210 – ore 18,30

10 settembre Milano Mondadori  Duomo ore 15

10 settembre  Stezzano (BG) Mediaworld c/o Shopping Center Le Due Torri Via Guzzanica ore 18.30

11 settembre Rovigo Mediaworld Viale Porta Po’ 193 ang. Via Colletta ore 15

11 settembre Padova Mondadori ore 18.30 – Piazza Insurrezione XXVIII Aprile ’45,

12  settembre Bologna Mondadori Via Massimo D’Azeglio 34/A  ore 15

12  settembre Rimini Mediaw.– Mediaworld Shopping Center Romagna ore 18,30

13 settembre Firenze Galleria del Disco Sottopassaggio stazione SMN ore 15

13 settembre Roma Discoteca Laziale Via Giolitti 263 – ore 18,30

14 settembre Salerno Feltrinelli Corso Vittorio Emanuele ore 15

14 settembre Napoli Feltrinelli Stazione ore 18,30

15 settembre Bari Feltrinelli Via Melo ore 15

15 settembre Lecce Feltrinelli Via Templari ore ore 18,30

Undici concerti all’ Arena di Verona per Zucchero e intanto “Black Cat” continua a mietere successi.

Zucchero ph Meeno

Zucchero ph Meeno

«Quando mi sono messo a scrivere questo album ho pensato di voler essere più libero. Mi sono ricordato di quando ai tempi di “Oro incenso & Birra” non mi interessavano le classifiche delle radio e andavo a ruota libera buttando giù quello che il momento mi suggeriva in modo istintivo. Con “Black Cat” volevo tornare quanto più possibile a quello stato d’animo muovendomi in modo più anarchico. Così facendo ho buttato giù una quarantina di canzoni per poi sceglierne 12. Senza seguire mode o suoni, ho voluto coinvolgere tre produttori diversi. Fondamentale è stato riuscire a dare alla fine un sound omogeneo per far capire che i brani appartengono ad uno stesso album. Ci siamo divertiti molto anche perchè i musicisti, soprattutto quelli con cui ho lavorato a Nashville, lavorano come negli anni ’70, ascoltando il provino 3-4 volte e operando sul brano come ci si sente di fare sul momento. C’è voluto un anno per scrivere i brani, ho viaggiato tra Los Angeles, New Orleans, Memphis per rinnovare la mia musica che, tra gli altri, attinge dal blues e dalla musica afroamericana, senza ricorrere a sintetizzatori o ad altre strade più moderne». Così Zucchero presentava qualche tempo fa “Black Cat”, il suo ultimo album di inediti pubblicato per Universal Music. Un album nero, con radici nella musica afroamericana intriso di suoni ruvidi ed intense vibrazioni che è arrivato sul mercato internazionale sulla scia di oltre 60 milioni di dischi venduti.

“Black Cat” è prodotto da tre grandi nomi del panorama internazionale, T Bone Burnett (Elvis Costello, Elton John, Tony Bennett e altri), Brendan O’Brien (Bruce Springsteen, Pearl Jam, Bob Dylan e altri) e Don Was (The Rolling Stones, Iggy Pop, Bob Dylan e altri), e si compone di 13 brani dalle nervature rock-blues. L’album annovera anche la collaborazione artistica di Bono, che in seguito alla tragedia avvenuta al Bataclan di Parigi ha scritto con Zucchero il brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)”, la partecipazione alle chitarre di Mark Knopfler, che suona sia nel brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)” sia nel brano “Ci si arrende” e il contributo artistico di Elvis Costello che ha scritto la versione inglese del brano “Love Again”, dal titolo “Turn the world down” (canzone presente solo nelle versioni estere di “Black Cat”).

«La cosa buona è che tutti i tre produttori sono amici, si rispettano l’uno con l’altro, non c’è mai stata competizione, hanno capito perfettamente che il disco doveva suonare come un progetto unico pur nelle varie diversità di stile. Un altro elemento importante era che io dessi a loro dei brani mirati, ne avevo 40 a disposizione e ne ho dati 7 a ciascuno di loro», spiegava Zucchero che, nel definire, l’essenza della propria ricerca musicale raccontava: «”Chocabeck” l’ho fatto quasi 6 anni fa, nel frattempo c’è stata la “Sesión Cubana”, una deviazione che mi ha particolarmente divertito. Quello che davvero mi ha fatto pensare è stato il tour negli Usa: ho suonato per la prima volta negli stati del Sud ed è proprio a questi luoghi che mi sono ispirato per pensare ai suoni del disco: ho pensato alle piantagioni, alle prison song, ai suoni tribali. Ho usato tante chitarre artigianali, mi sono immaginato film come “Dodici anni schiavo”, “Django Unchained” poi, solo in un secondo momento, sono arrivati i testi delle canzoni». E, in effetti, i testi della tracklist lasciano intravvedere l’anima di Zucchero, un po’ “diavolo”, un po’ “santiera”, attento ai sentimenti ma anche amante della “sporcizia” sensuale, quella che è frutto del sacrosanto “slempito” sempre più latitante. Brani veloci e trascinanti ma anche intense ballads hanno fatto di questo album un grande successo che presto sarà presentato sui palchi di tutto il mondo.

Zucchero ph Meeno

Zucchero ph Meeno

A questo proposito “Black Cat” verrà presentato live da Zucchero in anteprima mondiale all’Arena di Verona, dal 16 settembre, nei suoi unici 11 concerti in Italia per tutto il 2016. L’artista porterà in scena uno spettacolo unico,  evento organizzato da F&P, regalando così al pubblico la possibilità di vivere un’esperienza inedita e irripetibile attraverso i suoi nuovi e vecchi successi. Ci saranno tantissimi musicisti sul palco, le aspettative sono davvero alte anche in merito ai possibili ospiti a sorpresa. A questo riguardo vige ancora il massimo riserbo. Per ora è certo che durante gli undici appuntamenti live, la città di Verona si trasformerà nella “città di Zucchero” grazie anche a delle iniziative collaterali che mirano a consolidare il rapporto tra l’artista e la Città.

Verrà infatti allestita nei pressi dell’Arena di Verona una mostra interamente dedicata a Zucchero, una retrospettiva per celebrare, attraverso immagini e parole, una tra le carriere più importanti della musica italiana e non solo. Un’occasione per rivivere le numerose tappe e i momenti di successo degli oltre trent’anni di attività del bluesman italiano, dagli esordi fino ai riconoscimenti internazionali.

 Raffaella Sbrescia

 Video: 13 Buone Ragioni

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