Direttamente dai mari liguri di Genova Ovest, Moreno torna sulle scene musicali con “Slogan”, un album dal titolo impattante e che ben si presta ad una società che si sofferma sempre più spesso sui contenuti di facciata. Il caso di Moreno però, è diverso: le dodici tracce che compongono il disco interamente prodotto da Big Fish mettono in luce le qualità cantautorali del freestyler ed evidenziano proprio l’intenzione evolutiva del giovane artista impegnato da tempo su più fronti di scrittura. L’album si apre con “Intro”: un minuto e una manciata di secondi per mettere subito i puntini sulle “i” e farci capire come stanno le cose. La titletrack “Slogan” svela l’ascolto della sete della gente. Moreno pesca tra le frasi delle più note pubblicità nazionali, ironizza sul suo essere un prodotto commerciale ma tiene a precisare che non ha nessuna intenzione di snaturarsi. “Non mi sento arrivato, sono appena partito”, canta il rapper, su note reggae nel singolo “Un giorno di festa” mentre l’unico duetto del disco arriva con “Lasciami andare”, brano in cui l’artista genovese ha voluto coinvolgere l’amica Deborah Iurato, sua allieva durante l’edizione del talent show targato Mediaset “Amici 13”. Decisamente intenso ed avulso dalle tematiche affrontate nel resto dell’album, “Alba di domenica” si candida ad essere scelto come prossimo singolo grazie a quella sempre più preziosa “voglia di non perdersi”. Divertente e spassosa “Ping Pong”, irriverente l’ironia di “Sfumature di canzoni”, intima e sognante la storyboard di “Attimi preziosi”. Molteplici chiavi di lettura attraversano le fitte trame di “Antirap”: “Piuttosto che sembrare come voi, vado a cena con gli avvoltoi”, canta Moreno, che ci congeda sulle note di “Nevica”, brano che, non a caso, chiude il disco ponendo l’accento su una marcata capacità di indagine introspettiva non sempre facile da mettere a fuoco.
Intervista
Perché hai scelto questo titolo per il tuo nuovo album?
Questo titolo mi ha convinto perché completava il filone iniziato con quelli dei miei precedenti album. Un’altra possibile ipotesi era “Lo faccio per spot”, in ogni caso sarebbe stata una scelta di tipo impattante. Ho voluto giocare su questa cosa dello Slogan perché alla fine io sono un prodotto discografico ma sono anche un cantante. Per queste ragioni ho fatto in modo che le cose potessero andare di pari passo pubblicando un prodotto di cui essere fiero. Questi sono tempi in cui devo sapermi vendere, sembra tutto preso scherzosamente ma in realtà essendo un freestyler immagazzino un sacco di informazioni. Metriche, ritornelli e note si sono affacciate alla mia mente mentre lavoravo a questo progetto e alla fine del viaggio ho acquisito la consapevolezza che la differenza la fanno le canzoni, l’attitudine e la musicalità.
Cosa vorresti si evincesse da questo album?
Ciò che mi ha reso più popolare è stata la mia partecipazione ad Amici come concorrente prima e come coach poi. Quello che intendo mettere in luce è che io sono un cantautore, lavoro personalmente ai miei brani e spero che questo dato di fatto emerga con questo album. Non ho voluto collaborazioni, c’è solo Deborah Iurato perché pensavo fosse carino coinvolgerla in un’avventura che per me conta molto, inoltre volevo vederla in un pezzo diverso; è nato tutto in maniera molto spontanea.
Quanto conta per te l’autenticità?
Per me si tratta di un caposaldo fondamentale. All’inizio del mio percorso ad Amici mi sono misurato nel cantare le canzoni degli altri ma alla fine è prevalso quello che facevo io. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo ho avuto un anno per me e per fare uscire un prodotto che fosse autentico. Non mi interessa il discorso legato alla commercializzazione dei contenuti e alla sparizione della scena underground. La verità è che ora è tutto un pò pop; se non partecipi ad un talent show perché non ne condividi la policy non ci vai nemmeno come ospite. L’ underground l’ ho vissuto aprendo tanti concerti e conoscendolo dall’interno, sulla mia barca ci sarà sempre posto ma non bado a chi vuole tarparmi le ali senza conoscere davvero quello che faccio. Posso scendere al compromesso di cantare un ritornello melodico perché mi consente di allargare il mio bacino e sono ben contento di questo, devo pur lavorare, ho la coscienza pulita, non devo giustificarmi con nessuno.
Hai ricevuto offerte per partecipare al Gf Vip o all’Isola dei Famosi?
Se ne era parlato ma ero impegnato con la lavorazione del disco e non ho preso nessuna di queste ipotesi in considerazione. In ogni caso se avessi partecipato sarebbe stato solo in funzione dei miei progetti musicali e non per un’esperienza fine a se stessa.
Il video del nuovo singolo “Slogan” è allegro e colorato. Come ci hai lavorato e a cosa ti sei ispirato?
In genere ero abituato a lavorare con le comparse e con una storyline, stavolta abbiamo girato con un green screen e mentre giravo le scene, spesso non riuscivo ad immaginare come sarebbero venute alla fine. Quando ho avuto la possibilità di scoprire il risultato finale, mi è piaciuto veramente molto. Le immagini sono legate al pezzo e sono state scelte in modo mirato… mi hanno insegnato delle cose nuove!
Perché pensi che questo sia un buon disco?
Beh, intanto perché è interamente prodotto da Big Fish e trovo che sia una vero e proprio premio dopo la collaborazione al Festival di Sanremo. Nel disco precedente c’erano diversi produttori e, dato che sono abituato a lavorare con ognuno direttamente in studio, avrei avuto bisogno di molto più tempo. Big Fish ha prodotto hits con Fabri Fibra ed Emis Killa, mi ha lusingato il fatto che abbia voluto credere in me e mi ha ampiamente ripagato facendomi i complimenti alla fine del lavoro. Questa è quella che intendo io per “la mia maturità”: ci ho messo tutto me stesso e chi doveva accorgersene, lo ha fatto.
Quali sono i passaggi che hanno scandito la scrittura delle canzoni?
In questi brani ci sono metafore e concetti in cui la gente può rispecchiarsi. Mi sono misurato con note e pensieri, spesso personali, per scrivere delle vere e proprie canzoni. Sono diventato un cantante di musica rap pur rimanendo un freestyler.
Come contestualizzi un brano come “Alba di Domenica” all’interno del disco?
Questo è il mio brano preferito. Si tratta di un pezzo suggestivo che decanta la voglia di non perdersi e che mette in luce il desiderio di non spegnerci. Lo ascolto spesso in macchina ultimamente.
In che senso ti senti un “miracolato”?
Anni fa avevo un bel lavoro come parrucchiere, un contratto a tempo indeterminato ed un futuro sicuro. Un giorno ho fatto una scelta, ho chiesto scusa ai miei e al mio datore di lavoro e ho intrapreso il percorso che volevo. All’inizio i miei genitori erano molto scettici e non perdevano occasione per rinfacciarmi i rischi della mia scelta, alla fine ce l’ho fatta ma resto con i piedi ben saldi per terra, forte dell’esperienza quotidiana e dei valori che mi ha insegnato la mia famiglia.
Raffaella Sbrescia
Video: Slogan